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Autore: RoriStark    24/10/2022    1 recensioni
giuro che migliora dopo i primi capitoli!! hahaha BTW Bleach con l'introduzione di un OC che viene chiamato a lavorare per la soul society come shinigami! Ecco le avventure di una piccola shinigami che capitombola nell'intreccio di vite del seiretei. Bleach e' stata la mia prima ossessione e spero davvero di dare onore a quest'opera!
Genere: Azione, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Siamo attratti l'uno verso l'altro

come gocce d'acqua, come i pianeti

ci respingiamo l'uno contro l'altro

come i magneti, come il colore della pelle.

 

Si era addormentata in braccio a Jugram, come una scema. Non se ne era nemmeno accorta, in realtà, quando si era svegliata da un sonno che parve eterno e senza sogni, era troppo stanca anche per sognare. Si era ritrovata su un letto comodo in una piccola stanza a malapena arredata. A causa della sonnolenza, si sentì per un attimo sollevata, come se fosse stato solo un brutto sogno, mentre cercava con la mano la schiena di Aizen, i suoi capelli, ma non trovandolo accanto a lei, il suo stomaco si ghiacciò di nuovo di una triste consapevolezza. Si mise a sedere stropicciandosi gli occhi, sospirò portandosi una mano allo stomaco, poi sul petto e si strinse forte la stoffa. Con un lamento sommesso, i muscoli ancora indolenziti, piegò le gambe rannicchiandosi contro il cuscino, guardò la stanza con le ginocchia premute sulle labbra, si chiese cosa stesse facendo Sosuke,se stava bene, se era tutto ok. Chissà dove era, le mancava da morire, erano due giorni interi, che non si vedevano. Per molti sarebbe stato banale, irrisorio, ma non per lei. La sua mancanza era assordante e le dava fastidio allo stesso modo di quando non si trova qualcosa di caro in giro per casa. La frustrazione di sapere che quella cosa era in giro, eppure non la si trovava, così Sosuke era da qualche parte, ma lei non poteva andare da lui. Cercò di farsi forza, ripetendo a se stessa che presto lo avrebbe rivisto, doveva solo aspettare, doveva solo sopravvivere. Non c'era molto da guardare, il pavimento era in legno di abete, un tappeto era stato messo a terra, insieme ad un comodino vicino al letto ed un armadio con qualche vestito che si intravedeva dall'anta socchiusa. Il sole d'autunno filtrava tra le foglie in lame di luce, che facevano capolino dalla finestra aperta, la quale, lasciava entrare nella stanza un piacevole odore di pioggia ed erba bagnata. Le pareti erano bianche, nessun quadro appeso, nulla su cui soffermarsi a pensare, così, si limitò a guardare fuori dalla finestra. Il cielo era sgombro, da fuori si vedeva un albero ed il sole ne illuminava le foglie, che lentamente, si ingiallivano. Avevano quel bel colore di metà estate, tra il verde e il giallo, come quegli occhi, i suoi occhi. Himawari si schiaffeggiò rimproverandosi,lasciò cadere penzoloni  le gambe dal letto con un ringhio pieno di frustrazione. Si diede un occhiata alle caviglie e ai polpacci, poi alle braccia e al petto. Constatò che non aveva lividi, solo qualche graffio, per fortuna si sentiva riposata, stava molto meglio in effetti a parte un po'di di acido lattico, al quale era comunque abituata. In via sperimentale, scese dal letto, assicurandosi che il mondo non prendesse a vorticare,per fortuna,non lo fece. Quando si guardò i piedi, scoprì di essere scalza. Ma non essendo il suo, un corpo vero e proprio, aveva ancora addosso lo shiakusho, quando si guardò allo specchio, evidentemente Jugram le aveva tolto le scarpe per non sporcare il letto. In un certo senso, poteva dire di cominciare a conoscere quel biondino. Si fece coraggio, si legò i capelli in due code che le caddero sul petto ed uscì dalla stanza ,dopo aver rimesso calzini e calzari. Si guardò attorno, ma la casa sembrava desolata. Una scala in legno di pino,portava al piano di sotto, lungo il secondo piano, c'erano altre due stanze, ma decise di non ficcanasare troppo. Si svolse dalla ringhiera, guardando in basso, sporgendosi col petto premuto contro la balaustra, I capelli piovvero come rami di ciliegio in fiore

"Walth? "

Nessuno rispose a quel nome e lei si limitò a scrollare le spalle storcendo il naso, leggermente turbata dal fatto che quel biondino non fosse già sulla soglia di casa con la spada in mano ed un cavallo bianco imbrigliato, pronto a partire in battaglia. Himawari scese le scale con cautela, fino a raggiungere una piccola cucina arredata sempre con il solito metodo essenziale,c’era tutto quello che serviva, ma nulla di più del necessario.si avvicinò al frigo e lo aprì curiosando dentro,sentì l’odore del ghiaccio solleticarle il naso. Vi infilò il capo e dopo aver ispezionato con meticolosa attenzione, trovò di commestibile per la colazione,solamente  del latte. Lo afferrò incerta  e quasi come se fosse stata una ladra in casa di altri, lo mise a scaldare su un pentolino, lo osservò bollire, chiedendosi se ci fossero stati dei biscotti , come quelli che aveva Ukitake. Sentì stringersi all’improvviso un nodo in gola , ma si morse il labbro, ordinandosi di non piangere, loro stavano bene, lei stava bene, andava tutto bene. Prese un respiro profondo ed andò a cercare una tazza, quando sentì dei passi alle sue spalle che fecero scricchiolare il legno delle scale. Himawari si voltò di scatto, quasi fece cadere la tazza a terra, quando incontrò quegli occhi. Con sua grande sorpresa, il Quincy non disse nulla di strano, nessuna frecciatina, nessun rimprovero, un semplice cenno del capo ed un sorriso gentile accompagnarono il suo sincero e senza ombra di sarcasmo:

"Buongiorno, Himawari"

La Shinigami venne presa alla sprovvista,investita in pieno da quello tsunami di gentilezza. Deglutì a vuoto e strinse la tazza mettendosi sull'attenti. Era la prima volta che le rivolgeva una frase priva di spigoli affilati, così, lo guardo cercando di non sembrare troppo sconvolta e ssorrise timidamente, impacciata

"Ciao…cioè, buongiorno… vuoi del latte? É caldo"

Lui sorrise di rimando, avvicinandosi a lei. La raggiunse in due falcate e si protese per prendere a sua volta una tazza, annuendo e posandola sul tavolo al suo fianco, mentre osservava Himawari prendere il pentolino, voltarsi verso di lui, azzardandosi poi ad enunciare al Quincy, un docile:

"Dammi, te lo verso io"

"Non credevo che gli Shinigami facessero colazione"

C'era una bizzarra delicatezza  e sincera curiosità nel suo tono. Con sua grande sorpresa, il quincy si limitò ad allungare l'avambraccio verso di lei, la mano ferma,mentre la Shinigami gli riempì la tazza a metà. 

"Beh,mi piace far finta di non esserlo, non c'è molto con cui spassarsi alla soul society, quindi voi é tutto molto più bello"

Il Quincy la fermò dal riempire ulteriormente la tazza con un cenno della mano libera, aperta a ventaglio

"Grazie…ho anche del caffè,sai?il latte da solo non ha molto senso,lo hai mai provato?"

Lei si morse il labbro, guardando il pentolino e facendo spallucce, imbarazzata, un po' imbronciata, ma senza un vero e proprio motivo. Guardò il latte che fumava ancora dal pentolino

"No…non so…fare il caffè"

Abbassò lo sguardo sulle mani ben curate del Quincy, i suoi tendini sporgevano appena dalle nocche che avvolgevano il manico della tazza, vi rimase rapita per un paio di istanti, immaginando fossero quelle di Aizen, che lui fosse davanti a lei e stessero facendo colazione come sempre,parlando del più é del meno, mentre lei annegava nei suoi occhi dolci e godeva del suo sorriso, per lei, solo per leilei ,quei giorni in cui tutto andava bene. Poi, la voce calda di Jugram la scosse di nuovo dal sogno ad occhi aperti

"So farlo io, siediti"

Himawari annuì piano, neanche il suo comando sembrava lo stesso che le aveva impartito durante la battaglia. Si spostò con fare impacciato per farlo passare, lui la superò con una lentezza che caricò l'aria di tensione,ma lui non sembrò farci caso. La Shinigami riuscì a trovare un posto sul tavolo senza inciampare e vi posò la tazza con cautela. Prese il pentolino e la riempì a metà ,mentre alle sue spalle, Jugram tese un braccio prendendo una caffettiera dal mobile ed un barattolo dal tavolo vicino ai fornelli. Lei lo osservava come rapita, mentre prendeva quella polvere profumata con un cucchiaino e le metteva nella caffettiera, poi accendeva il fornello. Fuori dalla carneficina, sembrava un ragazzo gentile e se in tutto quel casino, non avesse sentito la nostalgia di Sosuke, come un organo interno strappato via senza permesso, forse, sarebbe stata una bella mattina. Osservava Jugram con la coda dell'occhio mentre si mordeva la guancia

"Forse, siamo partiti col piede sbagliato.. "

Commentò stringendo la tazza tra le mani, lui sbuffò una lieve risata, mentre il caffè prendeva a fumare e borbottare dalla caffettiera. Jugram prese una tazzina bianca decorata a mano con dello zucchero dentro e lo mise a tavola insieme ad un cucchiaino di legno leggermente scheggiato

"Sei tu che hai sbraitato ed imprecato tutto il tempo, non è consono ad una signorina"

Sussurrò calmo, osservando i capelli della Shinigami drizzarsi. Era una tipetta combattiva, ma dentro quella casa, sembrava quasi una ragazzina normale, una ragazzina fragile, delicata, dalla pelle morbida, candida

 

Spaventata

 

Bella come un fiore di ciliegio

 

La mascella di Jugram si tese impercettibilmente a quel pensiero, osservando gli occhi brillanti della ragazza fissare la tazza quasi con insistenza, forzatamente. Notò che  erano lucidi, un po' arrossati

"Beh sai.. Quando so che una setta di Quincy cannibali ci da la caccia, non é facile fidarsi di chiunque arrivi in tuo soccorso,con arco e frecce… "

Jugram fece spallucce con fare innocente e sorrise, nascondendo tra le labbra sottili un sommesso "touchè". Il Quincy si avvicinò alla ragazza con la caffettiera fumante e le versò qualche goccia di caffè, colorandole il latte di una tinta beige, lui si versò il resto nel suo, che divenne scuro tre volte quello di Himawari, spingendola ad inarcare un sopracciglio contrariata

"Eih! Tu ne hai preso di più"

Lui sorrise divertito

"É roba forte questa, non sei abituata, schizzeresti in giro come un gerbillo sotto anfetamine"

Himawari sobbalzò alzando un sopracciglio, le spalle dritte mentre cercava di imporre al suo labbro di non piegarsi in un sorriso

"Come un gerbillo? "

"Sai cos'è? "

La Shinigami mise di nuovo il broncio, ma in realtà non si sentiva offesa, voleva forse…scherzare? Giocare? . Il profumo del caffè era piacevole e rilassante, l'atmosfera che si era creata nella stanza sembrava lenire la malinconia che le avviluppava lo stomaco e le annodava gli intestini. Lo annusò come per rinforzare quella sensazione di calma e ne prese un sorso, era caldo in gola e quel calore le colò dentro fino a scaldare il petto, dandole sollievo. 

"Studio zoologia, certo che lo so! Ma sono anche una Shinigami, non dovrei davvero subire il fastidio delle sostanze di voi mortali"

Jugram guardò la sua tazza, il suo sorriso non era come quello di Aizen, era più malinconico, sembrava quasi triste

"Capisco.."

Prese un sorso dal caffè e si morse il labbro nervosa, girò la tazza tra le dita, guardò dalla finestra e prese un respiro profondo, sentiva fastidio in ogni fibra del suo corpo, disagio, in mezzo a quella situazione in cui si era infilata con un tuffo carpiato, in preda agli spasmi della sua dannatissima ostinatezza mescolata a lacrime e sete di vendetta, non aveva nessuno da incolpare, salvo se stessa. Deglutì la sua colpa insieme alle ultime gocce di latte e caffè, premette le labbra insieme e si morse l'interno della guancia

"Non sono abituata a lavorare da sola… cioè, senza Sosuke o il capitano Ukitake, sono, un po' nervosa, ma non posso chiamarli per venire in mio aiuto, avevo promesso che sarei stata buona a casa, andrebbe su tutte le furie a sapermi qui a caccia di quincy, da sola come una pazza suicida…"

"Non avrebbe tutti i torti, la tua storia sarebbe potuta finire ieri, lo sai? "

Anche lui soffiò sulla tazza ed iniziò a sorseggiare il suo caffè, osservando la ragazza, piegare il volto, dalla verità che le aveva appena schiaffeggiato in faccia. Con un respiro lento, posò di nuovo la tazza, leccandosi il labbro superiore con la punta della lingua, senza staccarle gli occhi di dosso, la cosa costrinse Himawari a cercare qualcosa da guardare fuori dalla finestra, qualsiasi cosa, tranne quegli occhi

"Non credo farebbe loro piacere saperti a lavorare con un Quincy,immagino"

Himawari scosse il capo tornando a fissare la tazza

"No, affatto, temo di aver fatto il passo più lungo della gamba, ma devo andare fino in fondo, vendicare la mia amica e tornare a casa prima che Sosuke lo scopra, non posso chiedere aiuto ai miei compagni…una volta sistemata la faccenda,potete dire di aver fatto tutto da soli"

Si portò le mani tra i capelli, poggiando i gomiti sul tavolo, ricordare la situazione non l'aveva aiutata affatto, anzi,le aveva assestato un bel pugno nello stomaco. Aveva i giorni contati per trovare quello stramaledetto Quincy e a quanto pare ce ne erano molto di più da far fuori prima di arrivare a lui, non aveva idea di quanti ne fossero, ma forse, Jugram lo sapeva

"Quanti ce ne sono? "

Lui ci pensò un attimo, guardò altrove come se stesse facendo una stima veloce delle sue prede

"Circa… altri sei, quello uccisi finora sono pesci piccoli, troppo avventati, troppo affamati"

Himawari si morse il labbro, pensosa, il caffè ormai era terminato e lei aveva preso a stropicciare nervosamente un tovagliolo con la punta delle dita

"Oggi andremo a caccia? Sai già dove andare?"

"No, ma loro di certo sanno dove trovarti…non possono andare alla soul society per un attacco diretto, soprattutto se il tuo compagno é là. Conoscono il suo potenziale e quello dei capitani. Temo che per il momento, sembra che di Shinigami appetibili, ci sia solo tu nei paraggi"

Himawari ruotò gli occhi quasi fin dentro il cranio, mai una gioia, pensò a bocca aperta, l'espressione esasperata

"E ti pareva… "

"Meglio così, faremo in fretta, se riesci a starmi al passo, dovremmo terminare entro il ritorno del tuo compagno"

La notizia sembrò rincuorarla, storse il naso quando parlò di "stare al passo" Ma dovette mettere il suo orgoglio all'angolo e rendersi conto che tra lei ed il Quincy c'era una bella differenza di potenziale. Lei aveva combattuto bene, ma si era stancata presto, doveva sviluppare più resistenza, doveva riuscire a stargli al passo e coordinare gli attacchi. Non sembrava tanto diverso dallo stile degli shinigami, semplicemente, usavano un'energia diversa.  Perché c'era questo odio tra gli Shinigami e i Quincy? Lei lo aveva quasi assorbito dai suoi superiori, ma in realtà, non aveva nulla contro quel ragazzo. Sapeva che i Quincy fossero un gruppo quasi sull'orlo dell'estinzione, non ve ne erano molto, Figuriamoci ora che alcuni erano stato giustiziati. Si chiese come mai, quei Quincy cercassero tutto quel potere, perché volevano diventare più potenti? Perché a quel prezzo? Aveva così tante domande, ma non sarebbe stato saggio porle a Jugram, in realtà, non lo conosceva affatto, non poteva rischiare di fare domande scomode, non ora che sembravano aver trovato un precario equilibrio. Lei non doveva perdere le staffe e lui, finché non lo stuzzicava sembrava un bravo ragazzo

"Dobbiamo scegliere una strategia, prima di partire"

Jugram sembrò drizzare le orecchie, finalmente lei tornò a guardarlo, sembrò incuriosito dalla sua iniziativa e parve prenderla sul serio, per la prima volta

"Non sbagli, ti sei stancata troppo in fretta, ieri, devi imparare a dosare le tue energie, ti sei gettata troppo con foga, con rabbia, non hai pensato"

"Eih! 

" E soprattutto"

Alzò un dito indicando una ciocca di capelli più corta delle altre

"Avverti quando lanci qualcosa che potrebbe colpire il tuo compagno.. "

Himawari si morse il labbro inferiore, annuì calciando il suo orgoglio, ingoiando una battuta di spirito, strinse le mani assieme strofinandole imbarazzata dalla situazione. Comprese la gravità del suo gesto e se fosse stata al suo posto si sarebbe arrabbiata e non poco, soprattutto per i capelli

"Non avevo idea di chi fossi, non mi fidavo di te, non mi avevi nemmeno detto il tuo nome, conoscevi me, avrei potuto  essere il tuo banchetto e quella era solo una contesa, avresti potuto aspettare che io ti aiutarti a far fuori i tuoi avversari, per poi… banchettare"

"Il tuo timore é comprensibile"

Disse delicato, la smise di aggeggiare con la sua tazza ormai vuota

"Ma non ho bisogno di mangiarti per avere più potere, non mi serve, immagino sia difficile fidarti del lupo in mezzo al branco, ma non hai altra scelta"

Lei si umettò le labbra, le premette assieme e si lasciò cadere con un sospiro allo schienale della sedia. I capelli svolazzarono davanti a lei, odiava portare i capelli davanti, ma non riusciva a pettinarsi come voleva, senza l’aiuto di Sosuke. Un po'  si imbarazzò a pensarlo, ma al contempo, si sentiva fortunata, al ricordo di Aizen che le pettinava i capelli con la punta delle dita e li intrecciava con cura alle spalle, in modo da non darle fastidio in battaglia. 

"No, non ho scelta…quindi, fai strada, caro lupo"

 

----

 

"Hai idea di dove stiamo andando? "

Himawari si strinse nelle spalle, guardandosi attorno, erano usciti di casa poco dopo colazione e Jugram aveva voltato il capo,alzato il naso per annusare l'aria e puntato dritto come un cane con la lepre.Senza dire nulla o battere ciglio, si era avviato a testa alta, falcate ampie in una marcia che Himawari fece fatica a seguire il Quincy nella sua camminata, stava quasi correndo per tenergli il passo. Erano arrivati davanti ad una boscaglia, ma il giovane non si soffermò nemmeno ad osservarla, continuò la sua strana marcia fin dentro alla fitta boscaglia. Himawari lo seguiva a fatica. Le foglie cadevano attorno a loro formando un morbido tappeto dai colori caldi, la brezza le 

"Più o meno"

"Come sarebbe a dire più o meno?? "

Jugram fece spallucce avanzando, ma Himawari lo raggiunse con una corsetta esasperata, una mano gli afferò la manica costringendolo a bloccarsi. Eccoli di nuovo, quegli occhi spietati che la fulminarono all'istante. La Shinigami si chiese a quel punto se fosse stato tutto quel caffè a renderlo di nuovo il Quincy perennemente scazzato e spazietto che aveva incontrato il giorno prima

"Sarebbe a dire"

Disse tediato, divincolandosi con uno strattone dalla sua presa, lasciando Himawari a fissarlo quasi spaventata, intimorita, quando il quincy le si avvicinò di più, sovrastandola. I suoi occhi la spinsero ad ammutolire, sentì una stretta al cuore quando si voltò verso di lei. La Shinigami si strinse forte le mani, premendo le labbra, i suoi occhi quasi Scarlatti fissi nelle pozze verdi di Jugram, in attesa di una sua risposta.  Lui sospirò, quando incrociò il suo sguardo, sembrò sorpreso di quella reazione e per un attimo, sembrò che il ragazzo, stesse cercando di calmarsi. 

"Che isolandoci dalla gente, avremmo più probabilità di attirarli in trappola.. "

"A te la caffeina non fa bene.. "

Lui alla un sopracciglio ed il naso , la sua espressione si fece rarefatta e pensierosa, lo sguardo inchiodato su Himawari che gli teneva testa, ma in quel momento sembrava più rilassata, aveva le braccia conserte e la testa piegata, le ciglia si muovevano come le ali della farfalla nera che preannunciava sempre la loro presenza e che ogni tanto , vedeva svolazzare attorno a lei per poi sparire come se non fosse mai stata lì. Anche in quel momento la vide, la farfalla che annunciava solo una cosa: morte

"Nemmeno a te, a quanto pare"

"Ehi! "

"Hai iniziato tu, Himawari, dubitando di me, ma ti senti quando parli?so quello che faccio, tu piuttosto,sai cosa stai facendo? Sei in fuga dai tuoi simili per un capriccio"

Lei dissentì in silenzio,si Morse il labbro forte, guardò a terra stringendosi forte, una lacrima si fece strada lungo la guancia

"Hanno ucciso la mia amica…lo chiami un capriccio volere la testa del suo assassino?"

Strinse i pugni e poi i denti fino a sentirmi stridere nel cranio, la fronte corrugata mentre tentava invano di fermare le lacrime

"Io sono una Shinigami, salvo la gente, non dovevi abbassare la guardia, non sono nemmeno stata abbastanza forte.. Avrei voluto, fare di meglio…avrei potuto, fare di meglio? "

Scosse il capo calciando via un sasso, lo sguardo che gli restituì lo fece sobbalzare, Jugram fece un passo indietro, lei si sporse sulle punte dei piedi, fronteggiandolo

"Ci provo continuamente ad essere forte! Ma non basta mai! Devo sempre contare su qualcuno, devo sempre essere salvata da Sosuke, dal capitano e adesso, adesso anche tu..che…oh?”
Qualcosa le strinse la caviglia fino a farle male, la stessa cosa, la strattonò brutalmente a terra e la medesima cosa, riservò lo stesso trattamento al Quincy davanti a lei, anche lui crollò a terra con un tonfo ed un ringhio sommesso. Himawari sentì i polmoni sbattere contro la sua cassa toracica, tese una mano istintivamente, afferrando quella di Jugram, la strinse forte alzando gli occhi verso di lui

“Walth!!”

“Himawari!”

vennero separati, lei non riuscì a stringerlo abbastanza, lui non riuscì a trattenerla . Entrambi, vennero trascinati  chissà dove tra i cespugli, catturati da tentacoli, braccia, mani, zampe ed artigli. Himawari venne immobilizzata da tutto quello schifo senza senso, senza inizio e senza fine. Bocche, mille bocche, orbite vuote e file indistinte di denti ,si fecero strada e si dischiusero davanti a lei. Strisciavano, la stringevano dove non avrebbero dovuto, bramavano sangue e carne e lei, si sentì il respiro mancare tanto la stringevano forte .Lei ci provava, ci provava continuamente ad essere forte, a distruggere ogni barriera, mangiando asfalto e bruciando ogni tappa per poter arrivare là da lui, accanto a lui. Scema, glie lo aveva anche promesso, che non sarebbe stato  mai più da solo. Allora, cosa cazzo stava facendo? Debole, fragile, aveva intenzione di starsene lì a terra, a crepare come uno shinigami qualunque alla sua prima missione difficile?

 

no

 

cazzo

 

“fanculo…fanculo!!!”

il fatto di non sentire la voce di Jugram la preoccupò, mentre con uno strattone ed un paio di morsi disperati, strappava il braccio che le bloccava la mano. A  quel punto, tese il braccio e con la punta delle dita ,riuscì a sfiorare la sua zanpakuto

“mieti…Kohime!!”

la lama si rilasciò dal fodero, tagliando il resto delle schifezze che la avviluppavano con famelica disperazione. SI divincolò, rotolò, sputò terriccio e ne dovette assaporare altrettanto, mentre si faceva strada dalla parte in cui il Quincy era stato strattonato

“Walth!!Walth…”

sentì le lacrime salirle ai lati degli occhi, in gola il sapore delle pile e lavoglia di vomitare. Un peso sullo stomaco come denti ingoiati

“Cazzo!!”

“LINGUAGGIO!!”

quando sentì la sua voce, la ragazza tornò dritta, gli occhi sbarrati e ancora bagnati. In qualche modo, il suo cuore si alleggerì ed emise un sospiro di sollievo,drizzò le orecchie cercando di capire in che direzione fosse stato trascinato. Era ferito? Stava bene? 

“dove sei??”

silenzio, Himawari prese un respiro profondo e poi gridó con le mani davanti alle labbra come per amplificare la sua voce

“Porca troia!!”

"Maledizione, ragazzina!!! "

"Trovato! "

Saltò una siepe, seguì la sua voce incespicando frettolosamente tra i rami a terra, graffiandosi le caviglie nei cespugli di rovi che le si aggrappavano addosso. finché non lo vide, in piedi accanto ad un mucchio di cadaveri di Hollow, lui illeso, il sangue a terra e sui suoi vestiti bianchi. Si voltò verso di lei, dopo aver calciato via con disgusto un fegato e delle budella ancora a terra, scrollò la scarpa come un gatto che esce dalla lettiera, si sistemò una ciocca di capelli e tornò a guardare la ragazza severamente.  Con due falcate era già lì davanti a lei

“linguaggio..”

“Walth”

“cosa c’è?”

Himawari strinse forte l’elsa della zanpakuto,una mano al petto. Anche lei era sporca di sangue, ma lo shihakusho riusciva a coprire bene quei colori. Deglutì aria e prese un respiro profondo. Tese una mano per sfiorargli la giacca, dove era sporca di sangue, accertandosi che non fosse il suo. Poi la ritrasse massaggiando i polpastrelli per pulire via il rosso scarlatto e sorrise rincuorata. Jugram vide una lacrima scivolarle sulla guancia. Era davvero così spaventata, preoccupata? La shinigami tirò un forte sospiro di sollievo, poi i suoi occhi scarlatti si socchiusero appena mentre lo fissava sorridendo

“per fortuna stai bene…mannaggia a te..”

Jugram si zittì di colpo, la osservava dall'alto del suo metro e novanta, alzò un sopracciglio e raggiunse il volto della Shinigami con la mano. Con un gesto lento,fece scorrere il pollice sulla sua guancia, cacciando via il sangue che colava da un graffio sulla sua pelle pallida, la osservò per diversi istanti che sembrarono eterni, quegli occhi tristi su di lei, le scombussolarono le interiora, stringendole in una morsa calda, non sorrideva mai, sembrava sempre triste, perché? All'improvviso le venne voglia di vederlo sorridere, poi, accartocció quel pensiero, gettandolo in un angolo della sua mente

"Walth?.. "

Dopo averle pulito il sangue, all'improvviso la pizzicò forte, tanto da farle sentire una scossa su tutto il collo. Lo sguardo severo del quincy le piombò addosso come un temporale in piena estate

"aia!!"

"ti ho detto di fare l'educata quando sei con me.."

il suo tono era pacato,leggermente seccato. Inutili i tentativi di Himawari di fargli mollare la presa, le tese la guancia tirandola come fosse stato un mochi 

"Eddai mi fai male!! "

Lei si azzardò a tendere  le braccia verso di lui  e gli pizzicò a sua volta entrambe le guance, tirando come per forzargli un buffo sorriso. Istintivamente, anche Haschwalth le prese l'altra guancia, finendo in una buffa situazione di stallo

"Mollami!"

"Prima tu! "

"La smetti di dire parolacce? Sei una signorina!! "

"Dovevo farlo!"

"Perché?? "

Lei allentò la presa, le mani sI Poggiarono sul suo viso con più delicatezza, strizzandogli appena le guance

"Mi hai fatta preoccupare… Ti ho distratto, non volevo che per colpa mia…ti fosse successo qualcosa "

Anche lui allentò la morsa sulle guance arrossata di lei, di nuovo, il sangue aveva ripreso a volare dalla ferita ed il Quincy si sentì in colpa per avergliela riaperta pizzicandola troppo forte. La guardò negli occhi, era sparita, confusa, smarrita

"Himawari.. "

"Il tuo é un filo azzurro…il mio invece é rosso...immagino,sia per quello che ancora non va tra di noi...”

la vide scuotersi appena, i suoi occhi saettarono alle spalle del Quincy ed emise un sospiro sommesso. Jugram stava per chiedere spiegazioni, ma lei lo anticipò, picchiettando l'indice contro il suo petto

“oh…ca…voglio dire, diamine”

la shinigami rinfoderò la sua zanpakuto facendogli cenno di voltarsi, poi,senza proferire parola, abbassò lo sguardo e si incamminò. Si diresse  verso un sentiero, altri hollow erano spuntati fuori e qualcuno, li stava aspettando al limitare della foresta, vicino al fiume. Era una figura coperta da un mantello, capelli radi e rossicci, occhiali da sole ed un sorriso sghembo su un viso paffuto, abiti da Quincy, i pugni stretti attorno ad un paio di noccoliere luccicanti. Li stava aspettando, senza fretta. Jugram non lo aveva visto, se n'era accorta prima Himawari, essendo apparso alle sue spalle. Jugram si affiancò alla shinigami in silenzio, entrambi presero a camminare verso il loro nuovo bersaglio, la mano stretta nella lama, ma ancora nel fodero. Jugram piegò il capo sistemandosi il berretto con la punta delle dita,la bocca stretta in una piega tesa

“cosa  volevi dire,con la storia dei fili?”

“è solo una sciocchezza da ragazzini. Andiamo ad ammazzare quello str…quel bifolco”

per il momento, Jugram si limitò a guardarla in tralice, ma decise di non addentrarsi in ulteriori considerazioni. La shinigami, intanto, aveva aumentato il passo, la falcata più ampia. Avanzava scelta, mentre con un dito puntato verso un hollow gli scavava un buco nel petto, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. I suoi pensieri erano altrove, mentre si dirigeva verso il suo avversario. Voleva essere forte come Sosuke, voleva tornare da lui, il prima possibile, la testa la subissava di domande, sul suo Sosuke, su Jugram, su Ukitake. I due shinigami  stavano bene? cosa facevano? stavano pensando a lei? e Jugram, Dio, Cos’era quella dannatissima strana sensazione che le faceva formicolare il petto e che aveva attecchito nel suo stomaco? o forse, un pò più a sinistra. No, non c’era tempo, aveva un quincy da prendere a calci in culo e giurò su tutto ciò che aveva di più caro, che avrebbe raggiunto quel maledetto quincy smunto. Avevano un vantaggio,grazie a Sosuke, lo stronzo era ferito e senza una mano . Presto, avrebbe versato a terra le sue interiora ancora calde e fumanti. Ma prima…doveva far fuori il resto della fottuta banda di pazzi cannibali. 


"Eih tu!! Sei pronto a farti ammazzare?? "

  
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