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Autore: Feathers    26/10/2022    2 recensioni
(Eddie + Chrissy) Hellcheer / Eddissy
L'armonia che c'è fra Chrissy ed Eddie è semplicemente surreale.
È surreale il modo in cui le loro voci diventano la più splendida musica mentre chiaccherano, il modo in cui i loro corpi si incastrano perfettamente la notte, con le labbra di lui premute sulla nuca di lei e le mani intrecciate; sono surreali la spontaneità e semplicità di Eddie, che la avvolgono delicatamente e la riscaldano come il fuoco di un camino dopo ore di camminata sotto la neve.
Ma quanto è difficile dire la verità a dei genitori classisti e opprimenti? Quanto è difficile guarire dalla malattia di apparire "perfetti", e dal timore di essere giudicati?
Questa è una storia in particolare dedicata a chi vuole trovare il coraggio di crescere, di imparare ad amarsi e di tornare a respirare. Perché, a volte, l'unico ostacolo fra noi e la felicità siamo proprio noi.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chrissy Cunningham, Eddie Munson
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Flashback

Eddie aprì la porta della palestra della scuola, e si infilò di soppiatto, immergendosi in quell'ammasso di studenti che esultavano e si agitavano, intenti a seguire la partita. I posti davanti sembravano tutti occupati.
"Cazzo..." Imprecò fra sé. Cercò di allungare il collo con quel suo solito fare buffo, e scorse solo Jason che afferrava la palla e correva, e i suoi compagni tutti tesi, in posizione, pronti a scattare. Il pubblico iniziò a schiamazzare ancora di più, e a Eddie arrivò una gomitata sulle costole.
"Ahia!"
"Scusa!" esclamò il tizio, per poi girarsi verso il suo amico e borbottare «Ma che diavolo ci fa questo qui?».
Finalmente, Eddie avvistò un posto vuoto non troppo indietro, e si fiondò lì di botto, come se stesse giocando al gioco delle sedie. Fu proprio in quell'istante che uno dei Tigers segnò. Si levò un coro di urla assordanti e diverse sciarpe verdi e arancioni e bianche e cartelloni impiastricciati degli stessi colori si agitarono in aria. Eddie fu tentato di salire sopra la sedia per vedere meglio. Dopo qualche secondo, finalmente, Chrissy entrò nel suo raggio visivo, e lui si illuminò tutto. Constatò che stavolta la ragazza aveva uno scrunchie bianco a tenerle su i capelli biondo fragola. Adesso si ricordava anche del colore del suo scrunchie, lui che si dimenticava anche di cosa aveva mangiato il giorno prima? Grandioso, davvero. Chrissy ovviamente non si era accorta della sua presenza; c'era troppa calca perché lo vedesse. Muoveva le sottili braccia con grazia, sollevando ritmicamente i pom pom insieme alle sue compagne. Durante qualcuno dei loro incontri, Eddie le aveva accennato con tono scherzoso che avrebbe perfino sopportato una partita di «palla nella cesta del bucato» pur di vederla tifare in divisa da cheerleader, ma era abbastanza sicuro di non essere stato preso sul serio. Avrebbe tanto voluto salutarla, ma non voleva destare sospetti in Jason. Eppure lei era solo sua amica, no? Non avrebbe davvero tentato di rubare la ragazza a qualcuno, giusto? Andava contro tutti i suoi princìpi. Quindi, perché si sentiva così tanto una merda?
Ad un certo punto, una mano un po' pesante si posò sulla spalla e lui si voltò di colpo, ritrovandosi faccia a faccia con un Gareth dal sopracciglio destro sollevato. "Hey, amico... tu qui?!"
"Fra! Uhm... stavo, uh... è che dovevo incontrare un tipo per metterci d'accordo per vendergli, sai... lo sai cosa. Solo che non l'ho ancora trovato."
"E lo cerchi da fermo." Il ragazzo lo guardò con un'espressione che urlava «non prendermi per il culo».
"Beh... doveva venire in questo punto, okay? Questo punto qui." Sollevò un dito gesticolando con aria buffa. "Ma... forse se n'è pentito!" Si voltò, cercando di nuovo di scorgere Chrissy, come se temesse di perdersi ogni secondo di ciò che faceva.
"Potevi inventartela una scusa un filino più credibile, tipo che volevi vedere Sinclair che giocava!"
"Ma quale scusa! Senti, raccogli gli altri e ci vediamo all'uscita per andare a giocare, va bene? Io trovo questo tipo qui, così ricavo altri soldi per riparare la batteria."
Gareth gli rise in faccia. "Eddie, l'hanno capito pure i miei cani che ti sei preso una sbandata per la cheerleader."
"Grida, che non ti sento con 'sto baccano da mercato!"
"Ho detto che l'hanno capito pure i miei cani che ti sei preso una sbandata per la cheerleader!"
"Sssh non urlarlo!"
"Ma mi hai detto tu di urlare, porca mis-"
"E comunque non è vero."
"Ti stai agitando! Quindi è vero!"
"Sta' zitto. Sei fuori strada. Non è proprio il mio tipo."
"Sì, e io sono la regina Elisabetta." Gareth scosse il capo. "Senti bello, basta che non soffri, okay? O peggio, che non ti fai ricoprire di botte da lui." Gli sussurrò all'orecchio.
"Nessuno soffrirà e nessuno si picchierà. È mia amica, okay? Fine della storia"
In quel momento segnarono anche i Crocodiles, e qualche zoticone della Hawkins si mise a gridare insulti volgari. Eddie sbirciò le cheerleader, che continuavano a incoraggiare i Tigers con i loro allegri balletti. Il ragazzo sorrise in direzione di Chrissy, la quale lo notò proprio in quel momento e rischiò quasi di inciampare mentre stava ballando. Eddie si portò una mano alla bocca, abbozzando un risolino, e poi le fece un cenno di saluto. La ragazza ricambiò, tutta festosa.
Gareth mise un palmo a coppa sotto al mento dell'amico.
Eddie lo guardò. "Che stai facendo?"
"Raccolgo la tua bava, che non è giusto sporcare tutta la palest-"
L'altro lo spinse via come fosse una zanzara fastidiosa, ma gli si incresparono le labbra e dovette trattenere una risata. "Bastardo!"

-----

Presente

Chrissy ansimava a bocca schiusa, le guance deliziosamente arrossate e le dita che artigliavano le lenzuola. La luce fioca dell'abat-jour si rifletteva sulla pelle delle braccia, del collo, del seno, facendola luccicare appena. Le mani di Eddie la tenevano immobile dalla vita in giù, come a sussurrarle "Stai ferma e prenditi solo ciò che ti do", mentre quella sensazione calda e morbida fra le cosce le faceva quasi raggiungere l'apice del piacere. Quasi. Il ragazzo rallentava ogni volta che lei gemeva più intensamente, lasciandole addosso una sensazione assurda e mai provata prima. Ormai era almeno un quarto d'ora che andavano avanti così. «Sarà meraviglioso alla fine, fidati di me», le aveva mormorato all'orecchio mentre si spogliavano a vicenda, e lei aveva annuito, con un sorrisino compiaciuto. Adorava essere in totale balìa di Eddie e delle sue fantasie. Chrissy abbassò per un istante lo sguardo sulla massa di ricci scuri che le sfioravano le cosce e la pancia.
Lui si scostò per l'ennesima volta con un piccolo suono bagnato, e le scoccò un'occhiata soddisfatta, strofinandosi le labbra col polso. Chrissy allungò una mano e gli accarezzò la guancia. Lui le sorrise, e si chinò di nuovo. La sua bocca percorse una lunga scia dal basso ventre fino a un capezzolo. Eddie lo leccò a lungo, con assoluta calma, come se avesse tutto il tempo del mondo, poi passò all'altro, e gli riservò lo stesso trattamento. Lei lo fissava con un'espressione incredula negli occhi chiari. Il confortante silenzio disturbato solo dai loro ansiti e il semi buio rendevano tutto molto più intimo e delicato; la luce giallina della lampada accarezzava per metà i loro corpi nudi.
"Vieni qui, Ed..."
Lui sollevò il capo e premette le labbra sulle sue. La ragazza cercò la sua lingua e gli infilò una mano fra i capelli, facendogli un grattino dove piaceva a lui, sopra la nuca. Lo riempì di bacetti lungo tutta la mascella e il collo. Eddie gemette, e scese di nuovo fra le sue gambe, gattonando al contrario. "Com'è...?" chiese, serio.
"Mi sento t-tutta... strana dentro."
"Strana... come?" Eddie strinse i fianchi della ragazza, e scese ad accarezzarle le gambe.
"È una specie di... dolore... bello?"
Eddie annuì, curioso.
"Come se... avessi bisogno di..." Chrissy gesticolò con fare imbarazzato. "...di avere qualcosa lì dentro... Subito." disse in un soffio appena percettibile.
Lui la guardò in un modo che la fece arrossire ancora di più. "Hm..." Infilò due dita per un secondo, per poi ritrarle subito dopo, e lei sussultò e si spinse in avanti d'istinto.
"Oddio."
"A-ha. Sta funzionando... sei iper sensibile."
Eddie si rimise fra le sue cosce, e posò dei piccoli ipnotici baci sul suo sesso. Gli bastava sfiorarla per mandarle frustranti scariche di piacere in tutto il corpo, e la cosa lo divertiva un mondo.
Chrissy provò ad allungare una mano tremante per toccarsi, ma il ragazzo le afferrò di scatto il polso, con un ghigno. "Un altro po' di pazienza, principessa."
"Fanculo..."
"Vuoi rimanere altri dieci minuti così?"
"No no no..." A Chrissy sfuggì un risolino.
"Oh, ecco, appunto..." Eddie riprese con quella dolce tortura, premendo un pollice al centro.
"Uh... Ed...?"
Il ragazzo rivolse di nuovo la sua attenzione verso di lei. "Mi dica."
"Vorrei..." Chrissy si sfiorò l'interno coscia. "Un succhiotto, qui."
"Pensavo che non volessi segni addosso..." scherzò lui.
"Lì non lo vedrà nessuno. Tranne me..."
Il ragazzo reclinò la testa da un lato, e sollevò gradualmente le sopracciglia. "Che vuoi fare, hm? Riguardarlo e toccarti... da sola nella tua stanza...?" Le sue labbra raggiunsero un punto dell'interno coscia.
"Ed..."
"...magari ripensando a come stavi messa in questo momento...?" Sogghignò contro la sua pelle, chiuse gli occhi e le fece un lungo succhiotto. Si scostò, e ammirò la macchiolina scura. Ci posò un bacetto. Chrissy osservava quella scena in trance, completamente a pezzi. Eddie sospirò, quasi mosso a pietà. "Hm. Okay, ti ho tormentato abbastanza. Voltati."
Chrissy non se lo fece ripetere due volte, e si mise a pancia in giù. Il ragazzo la afferrò per le caviglie e la tirò indietro fino al bordo del letto, gesto che Chrissy trovò sorprendentemente eccitante. Sentì Eddie togliersi i boxer e strappare la bustina del preservativo, e deglutì, in attesa. Il ragazzo le fece una carezza sulla schiena e si chinò, intrecciando una mano alla sua.
"Piano piano." sussurrò sul suo collo, ed entrò con estrema facilità rispetto alle altre volte. Per lei fu un sollievo tale che le lacrimarono un po' gli occhi. Il piacere amplificato in quel modo, i ricci di Eddie che le solleticavano le spalle, il suo profumo pungente addosso: era tutto fin troppo sconvolgente. Il giovane ondeggiò con delicatezza, tanto sapeva che in un momento del genere qualunque movimento bastava. Dopo neanche tre secondi, Chrissy raggiunse un orgasmo intenso come non l'aveva provato mai, tanto intenso da farle vedere sfocato. Un gemito basso abbandonò la sua gola, mentre quel misto di sensazioni esplodeva finalmente nel suo corpo, lasciandola stordita, talmente ubriaca di quel piacere che non fece nemmeno caso agli anelli di Eddie che le stavano lasciando piccoli segni fra le dita.
Dopo alcuni minuti, il ragazzo imprecò con voce roca, rimanendo immobile con le labbra premute sulla sua nuca e il battito cardiaco che martellava contro la schiena di lei. Poi crollò da un lato, esausto, e la prese fra le sue braccia. Respirarono pesantemente, ancora stretti, e lei adagiò la fronte sul suo petto.
"È... è stato perfetto." sussurrò Chrissy.
Il ragazzo asciugò la lacrima sulla guancia di lei con un pollice, con un gesto talmente tenero che rischiò di farla scoppiare a piangere sul serio. "Hai bisogno di acqua, di uno... snack?"
"Sì... acqua. Per favore."
"Hm hm, okay. Io ho fame."
Eddie si rimise faticosamente in piedi e la coprì con il lenzuolo fino alle spalle. Acciuffò i boxer e uscì dalla stanza. Chrissy si lasciò cullare dal rumore dell'acqua che scorreva nell'altra stanza e dal calore delle lenzuola di Eddie. Il suo caravan non si avvicinava nemmeno al lusso sfrenato della sua villa, ma era infinitamente più rassicurante. Il ragazzo tornò con due bicchieri d'acqua, una barretta di cioccolato e una scatola di Honeycomb.
"Prendine un po' anche tu."
"No..." La ragazza sollevò il busto e si sedette sul letto.
"Dai, solo un pizzichino?"
Lei scosse il capo.
"Sono ore che non mangi niente. Non puoi rimanere a digiuno, specie dopo tutto questo... sport." Le sorrise.
Chrissy emise un risolino incerto e poi sospirò. Staccò un pezzo di barretta e se lo portò alla bocca. Il cioccolato si sciolse piacevolmente sulla sua lingua. Eddie le circondò le spalle con un braccio, e le diede qualche bacetto sulla tempia.
"Mia madre aveva ragione almeno su qualcosa, comunque." mormorò lei.
"Cosa?"
"Che sei..." Si sentì improvvisamente in imbarazzo. "Uh, niente."
"Eh no, adesso lo dici, signorina Cunningham."
"Uffa. Che... che sei bravo a letto."
Lui sollevò le sopracciglia, genuinamente sorpreso, e poi ridacchiò. "Ah... E perché lo ha detto? Oddio."
"Dice che i cattivi ragazzi di solito lo sono."
"Oh, sì, sono un cattivissimo ragazzo." scherzò lui, e pescò dei cereali nella scatola di Honeycomb. "Rubo le borse alle vecchiette e rapino le banche."
"E spacci..." disse Chrissy con un ghigno birichino.
"E tu te la compri. Comunque, ti confesso una cosa. Non l'ho mai capita 'sta... faccenda dell'essere o non essere bravi a letto."
La ragazza reclinò la testa da un lato. "Cioè?"
"Non so se ha senso, ma... che ci vuole? Cioè, voglio dire... chiedi al tuo partner cosa gli o le piace e... boh, e piano piano impari a farlo?"
Chrissy annuì. "Non fa una piega..."
"Semmai si è menefreghisti, più che non bravi a letto. Non è nemmeno questione di esperienza secondo me, anche se io ne ho un bel po', credo."
Chrissy aggrottò le sopracciglia. "Ma... hai detto che... che io ero la prima ragazza con cui sei stato."
"Appunto. La prima ragazza." Eddie calcò sulla parola «ragazza».
Lei lo fissò per un po', confusa, e poi emise un "Oh" dei suoi.
Eddie distolse lo sguardo, un po' rosso in volto, e si grattò la nuca. Si riempì la bocca di Honeycomb e cioccolato insieme e masticò. "Non l'avevi immaginato?"
"Credo... di no. Forse perché alla nostra prima volta eri così timido che pensavo che non avessi proprio esperienza."
Lui ridacchiò. "Con le ragazze sono sempre stato... timido, non so perché. Coi ragazzi ero un po' più... troietto."
"Troietto..." Chrissy sghignazzò. "Sei tremendo."
"Che c'è? È così."
"E... " La ragazza emise un sospiro, pensando a cosa dire senza risultare troppo inopportuna. "E com'è farlo... con un ragazzo?"
"Beh, se non lo sai tu, principessa. Mi risulta che l'hai appena fatto con un ragazzo..." Eddie le solleticò il collo.
"Oh, ma che vuoi? Mi hai stordita e non capisco niente in questo momento."
"Dovresti chiedermi, piuttosto, com'è fare sesso con una ragazza."
Chrissy rise. "Okay. Com'è fare sesso con una ragazza?"
"Hm..." Eddie si mise una mano su una guancia, riflettendo con fare teatrale, come se stesse recitando nella scena di un film. "È... soffice. Profumato. Bellissimo."
"Di cosa profumo?"
Eddie la annusò. "Non lo so, sai sempre... di buono." Prese un paio di Honeycomb, e glieli imboccò. "Ti piacciono? Sono i miei preferiti."
Lei annuì. "In realtà anche i miei."
"Davvero...? Quando fai merenda qui non li prendi mai."
"È che... mia mamma non ci permette di mangiare un sacco di cose. Certe volte controlla anche nell'immondizia, per vedere se abbiamo nascosto qualcosa. Pensa che io tengo i pacchetti di caramelle di mio fratello sotto il tappeto, e glieli do quando i miei sono al lavoro. Mia madre dice che gli Honeycomb non sono abbastanza... dietetici. E... mangiarli di solito mi farebbe impanicare. Come buona parte delle cose, del resto." Fece una risatina amara, e deglutì, a capo chino. Era sempre imbarazzante per lei parlare del suo disturbo alimentare: si sentiva una sciocca a dire che aveva problemi a mangiare a qualcuno che certe volte non aveva nemmeno cibo a sufficienza. Ma Eddie la strinse piano a sé. "Beh... adesso stai trovando il coraggio di mangiarli. E io sono fiero di te."

-------

1 Agosto

"Tanti auguri a Eddie, tanti auguri a Eddie..."
"Tanti auguri, svitatooo, tanti auguri a te!"
terminò Dustin, a voce molto più alta degli altri. Eddie lo afferrò e gli fece il solletico. Il ragazzino si divincolò, cercando di liberarsi dalla sua presa e dando spettacolo. Tutti risero.
"Vai, Dustin!" urlò Mike.
"Brutto traditore, è il mio compleanno e devi tifare per me!"
"Finitela con questa lotta da pagliacci, che io voglio mangiare la torta." borbottò Erica, senza riuscire a nascondere un ghigno divertito.
"Sì, Lady Applejack, ora la mangiamo. Ho una certa fame anch'io, come sempre." Eddie prese un coltello per affettare la torta, e Steve gli rivolse un'occhiata da presa in giro.
"Ma che sta combinando...?" mormorò Gareth.
"Che volete? È questo che serve per tagliare, no?" Eddie li guardò.
Steve sospirò fingendo noia, gli tolse il coltello di mano e gli passò la paletta da dolce che aveva davanti. "Prego..."
"Ah verooo!"
"Il corso di Galateo a cosa è servito? Io e Nancy ti metteremo una F."
"Quale corso di Galateo?" chiese Chrissy.
"Gli abbiamo spiegato come usare delle posate e simili, qualche mese fa."
"È stato divertente.." aggiunse Nancy.
"Oddio, avrei voluto esserci..." rispose Chrissy.
"Certo, così potevi vedermi fare dieci figure di merda al minuto." ironizzò Eddie, cercando di tagliare la torta meglio che potesse. La sua ragazza accorse in suo aiuto e iniziò a distribuire piattini. Gli altri si sedettero attorno al tavolo della sala da pranzo di casa Harrington, l'unica abbastanza spaziosa da poter ospitare tutti gli amici.
"Quindi tu sei del... Leone. Ci avrei giurato." commentò Mike guardando il festeggiato.
"Oh sì. Eccome se sono del Leone." Eddie mise le fette di torta sui piattini con fare impacciato. "Voi di che segno siete?"
Iniziò un giro di tutta la tavola, e già a metà si scoprì che erano quasi tutti Ariete o Gemelli. "Forse Will è l'unico del... uh, Pesci?" disse Mike.
Will si girò verso di lui. "Ma... no. Io non sono Pesci..." Il suo tono era talmente offeso che il resto degli invitati si ammutolì.
"Appunto, non può essere Pesci..." aggiunse Lucas.
"Il cinque Marzo è... Pesci." rispose Mike.
"E io non sono nato il cinque Marzo."
Chrissy guardò Will. "Quando sei nato?"
"Il... ventidue Marzo."
"Un altro Ariete...?" disse la ragazza.
Will accennò un sorrisino verso di lei, grato della sua gentilezza, ma rimase un po' teso. Perfino Jane diede una gomitatina a Mike, a mo' di piccolo rimprovero.
"Che c'è?" chiese lui, ma lei non rispose e prese il suo cucchiaino, immergendolo nella cheesecake.
Il gruppo continuò a mangiare la torta quasi in silenzio; ogni tanto Dustin o Robin ponevano qualche domanda, ma le conversazioni morivano dopo pochi secondi. Solo Chrissy riuscì a riaccendere gli animi raccontando della volta in cui Jason aveva visto lei ed Eddie fuori dall'Hideout, un aneddoto che scatenò un coro di "E che è successo?" "Che faccia ha fatto?" "Ma quindi è a Hawkins?" "No vabbè, avrei troppo voluto vederlo."
Eddie rideva insieme agli altri, ma nel frattempo sbirciava continuamente Will: era evidente che Chrissy ci avesse visto giusto, perché di certo qualcosa non andava fra lui e Mike.
Dopo aver finito la sua fetta di dolce, Will si alzò con uno sguardo mesto. "Vado a prendere un po' d'aria, sento caldo."
"Uh, vuoi che accenda il ventilatore?" chiese Steve, con voce piena di premura.
Will scosse il capo, con un sorriso gentile. "No, grazie. Torno subito." Uscì dalla porta sul retro. Calò di nuovo il silenzio per un po'.
Eddie guardò Chrissy. "Ora ci penso io a lui. Ho un'idea." Si alzò anche lui e uscì sul giardino. Will era rannicchiato accanto alla piscina. Eddie inspirò. Cercò di risultare più discreto possibile mentre si avvicinava al ragazzino, passo dopo passo. Will si accorse di lui e si asciugò le lacrime con un gesto frettoloso, strofinando sugli occhi la manica della camicia a quadri troppo larga per lui.
"Hey..." Eddie si grattò la nuca.
Il più giovane abbassò la testa. "Hm... Hey."
L'altro si sedette a distanza di un metro da lui. Si mise a giocherellare con la catenina attaccata ai jeans. La fece ruotare fra le dita, rimuginando su ciò che avrebbe potuto dirgli. Non era mai stato molto bravo con le parole, ma da quando stava con Chrissy lo era giusto un pizzico in più. "Scusa. Non volevo rovinarti la festa." cavò fuori Will, e strinse i pugni. "Io... ora torno dentro."
"È okay. Non ti devi scusare, va bene? E neanche tornare dentro. Se vuoi ti porto a casa."
"No... poi capirebbero tutto."
Eddie aggrottò le sopracciglia, e reclinò il capo da un lato. "Cosa capirebbero?"
Il ragazzino si nascose con i palmi, contraendo un po' il volto.
"Will...?" Eddie si avvicinò un po' di più. "Non devi per forza dire cosa succede, e lo so che ancora non ci conosciamo bene, ma... " Si guardò attorno, e gesticolò, faticando un po' a parlare. "...qualunque cosa sia... io... spero che si risolva. Prima possibile."
Will tolse le mani dal volto arrossato, e lo fissò. I lati della bocca si sollevarono appena in un sorrisetto. "Sai, Eddie... a-anche a me a scuola davano del mostro."
"Perché? Tu non ti vesti in modo insolito."
"Non era per quello... è che io sono sempre stato diverso."
Prima che Eddie potesse rispondere, Will continuò. "Sono diverso, e vorrei tanto non esserlo, anche se una volta mio fratello mi ha detto delle cose bellissime, tipo che essere diversi è meglio. Vorrei essere come tutti gli altri, come Mike e Lucas... e Dustin..."
"Will. La normalità non esiste. Lo sai questo, vero? Io lo dico sempre."
Ci fu una pausa di silenzio molto lunga. Il sole a picco si rifletteva sull'acqua limpida e appena ripulita della piscina, e Will si concentrò su quelle forme. "Mi prometti che se ti spiego non lo saprà nessuno?"
"Ma certo."
"Mi dai la tua parola?"
"Parola di metallaro."
Will accennò una risatina, e si girò appena verso di lui, sfidando il proprio imbarazzo. Lo fissò negli occhi scurissimi, che attendevano con pazienza.
"Ho paura di scandalizzarti."
Eddie rise. "Byers... ti sembro uno che si scandalizza, io?"
"...beh, forse no. Comunque... sono innamorato."
Il ragazzo più grande annuì.
Will si sentì le guance tiepide. "...di... di Mike. Io... non so, è da quando siamo bambini che, che lo amo. Io l'ho sempre amato. Ma non è qualcosa di... fisico. Cioè non solo. È molto di più. Non... io non lo so."
Eddie sbatté le palpebre. "Will... e come fa una cosa così bella a fare di te un mostro?"
"Perché Mike è un maschio..."
"E quindi?"
"Non è... strano?"
Eddie scosse con forza il capo. "Ripeto. Non esiste la normalità. Nessuno è normale. Il vero mostro è il conformismo forzato."
"Conformismo?"
"Certo. Quando costringi te stesso a essere come tutti gli altri, ignorando il fatto che non esiste nemmeno un «come tutti gli altri», se ci pensi bene."
Will annuì debolmente.
"Forse non potrai essere il ragazzo di Mike, ma... ti assicuro che... che là fuori..." Fece un gesto ampio. "...ce ne sono tanti, di ragazzi queer."
"Finora non ne ho mai incontrato nemmeno uno."
"Uhm..." Eddie lo guardò a lungo, senza dire una parola.
Il più giovane sbatté le ciglia, fissandolo. "Cosa... perché stai..." Realizzò subito dopo, e il suo viso delicato si atteggiò in una smorfia di genuino stupore. "Tu?!"
"Sì."
"Ma... ma... e Chrissy?"
"Beh. Non sono gay. Io... mi innamoro delle persone in generale. E, indipendentemente dal fatto che è una ragazza, Chrissy è la mia persona. In qualche modo, l'ho saputo dalla prima volta in cui ci ho parlato davvero." Sorrise a testa bassa, ripensandoci e muovendo ancora la catenina fra le dita.
Will annuì. "Anch'io mi sento così quando vedo Mike." Fece una pausa. "Peccato che lui non si ricordi nemmeno di quando faccio il compleanno. Non pretendo che si innamori di me, ma quantomeno che mi prenda in considerazione. Da quando si è messo con Jane sembra che si sia dimenticato di noi amici. E fa male. Fa tanto male."
"Forse non si rende conto? Hai mai provato a parlargliene?"
"Una volta abbiamo avuto un mega litigio per questa cosa. E io sono scappato sotto la pioggia."
"Ahia... beh. Vuoi che provi a parlargli io?"
"No, non credo. Penso di volergli dire la verità, prima o poi, ma non sono ancora pronto."
Eddie annuì, dandogli una pacchetta sulla spalla.
"Hai baciato anche dei ragazzi, quindi?" chiese il ragazzino.
"Oh sì. Due."
"Okay, mi sento meno un mostro." Will sorrise apertamente, e abbracciò il ragazzo chiudendo gli occhi. L'unico posto in cui si era sentito così protetto era stato fra le braccia di suo fratello, e quelle di sua madre. Eddie continuò a dargli delle piccole pacche.
Nel frattempo, Chrissy era uscita in giardino, ma si era fermata, rimanendo a debita distanza per non mettere Will a disagio. Eddie le fece un cenno, e lei sorrise nel vederli abbracciati. Ad un certo punto, Eddie si scostò. "Hey, ho sentito dire che tu eri un dungeon master. Che ne diresti di giocare, dopo che apro i regali?"
"Siiì! Io lo adoro Dungeons and Dragons!" Il giovane si illuminò.
Eddie ammiccò. "Allora mi sa che abbiamo un'altra cosa in comune."


Note dell'autrice: vi ringrazio tantissimo per le recensioni e per tutto il supporto, siete dei cuoricini
   
 
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