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Autore: ichigo996    27/10/2022    0 recensioni
Marina č una delle principesse di Azullia., pianeta d'acqua. La principessa scoprirā che lei stessa, ed il pianeta, sono la chiave che porterā la popolazione del pianeta, a quella che č il loro pianeta natio, la Terra, invasa per secoli da una specie aliena, gli Johd.
Genere: Fantasy, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Azullia, è un pianeta fatto dall’ottanta percento d’acqua. Inizialmente la superficie del pianeta era molto simile a quello terrestre, ma per qualche strana ragione, ci fu un aumento inspiegabile delle piogge e la terra venne sommersa quasi del tutto, lasciando solo le vette delle montagne più alte in superficie.
Il sistema solare del pianeta era diverso da quello terrestre. Vi era una stella, che venne chiamata Elios, e che era più giovane del sole terrestre di qualche miliardo di anni. Azullia era legata a due lune dalle dimensioni di Mercurio, che vennero chiamate dagli astrologi Selene e Khonsu. Nel sistema Eliosiano il pianeta d’acqua era il quarto pianeta più vicino alla sua stella e la sua orbita intorno ad Elios era molto simile, ovvero ellittica, a quella terrestre con alcune differenze visibili. Il giorno azulliano variava dalle ventisei ore, quando era in afelio, alle ventiquattro, quando era in perielio. Questo voleva dire che il pianeta non era costante con il ruotare del suo asse e che molto probabilmente era dovuto anche alla massa del pianeta, molto simile a quella di Giove, e delle due lune che ruotavano in maniera opposta ed anche loro ellitticamente su Azullia. Per questa ragione Azullia impiegava un totale di quasi quattrocento giorni in un anno a ruotare completamente intorno ad Elios. Per quanto riguardavano le lune gli astrologi notarono che Selene impiegava un totale di venti giorni per girare intorno ad Azullia, essendo il pianeta più vicino ad essa, mentre Khonsu impiegava esattamente trenta giorni dato che era più lontana dal pianeta d’acqua.
L’aria del pianeta era completamente respirabile, grazie anche alle piante rimaste sulle vette e a quelle marine che aiutano la circolazione dell’ossigeno. Il cielo non era del tutto azzurro come quello terrestre ma di un tenue colore azzurro pastello e le nuvole erano quasi invisibili, tanto che quando pioveva era per poco tempo durante le stagioni. Le temperature erano miti ovunque e non vi era precipitazione nevosa, se non ai poli, che per qualche ragione avevano iceberg molto spessi e che non si scioglievano negli oceani.
Gli oceani del pianeta aveva una percentuale diversa, soprattutto minore, di cloruro di sodio, ovvero il sale, rispetto quella terrestre. Dato molto importante per gli scienziati che dovevano progettare quella che era la colonia del pianeta. Grazie al cloruro di sodio inferiore nell’acqua, gli architetti e gli ingegneri astrofisici progettarono una colonia subacquea attaccata al corpo delle montagne, ovvero la parte sommersa di essa, in modo che la superficie fosse libera per altre funzioni, ovvero fattorie ed allevamenti agricoli.
Furono individuate cinque vette, successivamente studiate dai geologi per comprendere meglio la consistenza delle rocce. Trovarono nuovi elementi chimici mai avuti sulla terra e nuove composizioni geologiche che le montagne terresti non presentavano. La composizione rocciosa di ciascuna montagna era con una gran percentuale di acciaio, cromo e titanio, elementi molto solidi per poter costruire cinque diverse colonie, ed elementi soprattutto da cui ottenere possibili materiali per costruirle. I geologi scoprirono inoltre una lega più forte delle tre precedenti e persino del tungsteno, che venne chiamato azurrinio. Era di un colore stranamente azzurro alla luce di Elios ma appena lo si metteva sotto la luce di Khonsu diventava quasi trasparente. Si trovava molto vicino alla cima delle montagne e per poterlo scalfire bisognava usare un laser portato alla temperatura di quattromila gradi celsius. Molte volte veniva trovato come roccia singola ed era un mistero ma poi i geologi notarono che la pietra veniva scalfita ed usata da una specie di aquila azulliana, il Pantas. Questa specie ha un corpo simile a quello di un’aquila, ma con ali decisamente larghe il doppio. Queste specie spesso nidificano vicino alle rocce di azzurrinia e la secrezione della loro saliva, che viene usata per i nidi, è così acida da far sciogliere la roccia e creare così pezzi più piccoli.
Nel frattempo, i biologi studiarono al meglio le forme di vita azulliane, per poter gestire le fonti commestibili e no, portate dalla Terra. Vennero introdotte nell’oceano del pianeta alcune specie terrestri che si adattano in maniera rapida alla vita marina di Azullia. Si notò quasi da subito che la vita era principalmente animale e non vi era alcuna forma intelligente, simile a quella terrestre, sul pianeta. Vi erano soprattutto forme marine e poche forme volatili, insetti o mammiferi. I biologi studiarono un modo per incorporare i vari nutrimenti che i terrestri dovevano ricevere nel proprio corpo, ed adattarono animali e vegetali del pianeta al fabbisogno umano. Gli animali terrestri, come ovini, bovini e pollame vennero sfruttati in superficie, quindi sul corpo non sommerso delle montagne. Non si costruirono fabbriche ma semplici fattorie in cui si allevarono animali terrestri e nuove specie simili a polli, i Shib. Questi animali vennero sfruttati per il cibo in quanto avevano una carne molto simile a quella del pollo e successivamente si fecero accoppiare alcune galline con gli Shib per portare il valore nutrizionale terrestre a maggior completamento. Si costruirono porti e barche per poter pescare il pesce azulliano e terrestre. Per quanto riguarda all’agricoltura, molti biologi cercarono fra le diverse piante azulliane, quelle commestibili e che fossero simili a quelle terrestri. Notarono diversi tipi di graminacee e alghe commestibili per l’uomo. Vi erano persino diversi tipi di piante che sulla Terra risultavano velenosi, ma che su Azullia erano totalmente commestibili, come anche il contrario. Un esempio era un tubero, molto simile alle patate che però era completamente velenosa e che veniva mangiata solo da una specie di insetto, che venne chiamato pharmakon (veleno in greco). Questo insetto era molto simile ad una mantide religiosa per il corpo ma le zampe erano simili a quelle di un ragno. Non sparava ragnatele ma il suo morso era estremamente velenoso, per altri insetti o animali fortunatamente. Sotto la superficie dell’acqua invece si scoprì un animale simile ad uno squalo ma senza denti e con delle setole al posto di essi, un po’ come le balene. Questa specie venne chiamata Borsten (setole in tedesco). Ci furono alcune specie terrestri che con il tempo si accoppiano con quelle azulliane, creando nuove specie rare e bellissime. Casualmente un biologo giapponese volle introdurre nel mare un piccolo di squalo balena che venne accettato per qualche ragione in una colonia di Kukui, delle specie di balene con occhi grandi e corpo più snello, che si illuminavano alla luce lunare di Selene. Il piccolo di squalo balena si accoppió con un Kukui, creando una nuova specie, i Rionnag. A differenza dei Kukui, i Rionnag erano più veloci ed il loro corpo era più snello e si nutrivano di piccoli crostacei luminescenti, ed era per questo motivo che potevano illuminarsi sia con Selene che con Khonsu.
Iniziarono i lavori per costruire le colonie con i diversi materiali a disposizione sulla navicella spaziale. Ci vollero ben dieci anni per completare le intere colonie e si sfruttò anche un po’ delle risorse trovate nei monti del nuovo pianeta.
Una volta costruite le cinque colonie, le casate reali decisero di dividersi in base a quelle che erano i continenti terrestri, ovvero Europa, Asia, Africa, Oceania e America. Nessuno protestò a questa iniziativa e si istituirono nuove leggi comuni a tutte le colonie. I sovrani di ogni colonia decisero di istituire una monarchia parlamentare, come quella inglese, dove il popolo poteva avere decisioni. I monarchi avevano solo potere di governare sulle colonie senza istituire nuove leggi, ma approvarle in caso vi fosse unanimità nella decisione del popolo di abrogarla. Non vi era denaro, ma un bracciale dove si registrava la quantità distribuita ad ogni singola persona nella colonia, in modo da comprendere meglio i dati forniti per i primi anni. Gli analisti notarono uno sfruttamento alimentare eccessivo per alcuni periodi dell’anno, corrispondenti all’inverno azulliano. Notando ciò si razionò in maniera diversa il supplemento alimentare in base alle calorie corrispondenti, in base a peso ed altezza, che ogni terrestre necessitava. Il piano alimentare ebbe successo grazie anche allo studio degli scienziati e dietologi che volevano evitare errori successi sulla Terra.
Ogni trent’anni i sovrani si riunivano per controllare l’andamento delle colonie sul nuovo pianeta. I primi trent’anni passarono veloci e non vi furono problemi. Le comunicazioni con le altre navicelle sparirono e nessuno ormai aveva notizie di ciò che accadeva negli altri pianeti. Vi era un nascituro ogni tre anni, dati delle statistiche che non preoccupavano le colonie, che s’ingrandivano lentamente. Gli scienziati scoprivano nuove specie e notarono anche che l’uomo terrestre si era adattato in maniera repentina al nuovo pianeta. I dottori notarono che molti terrestri, ormai azulliani, non avevano alcuna abbronzatura, dovuta forse alla quasi assenza di raggi UVA e UVB ed inoltre alla non esposizione costante alla luce eliosiana.
Passarono trecento trent’anni ed il summit dei sovrani delle colonie si accingeva ad essere preparato, proprio nella colonia Europa. In quei trecento trent’anni si successero almeno tre re e due regine della casata reale Europea. Fra i reali di ogni nazione Europea ci fu un accordo di far subentrare solo i re o le regine meritevoli e decisi unanimemente dal popolo della colonia tramite votazione segreta. Così fu anche nelle altre colonie di Azullia, i quali presero spunto da quella che era una tradizione nuova ma equa.
<<Regina Gloria non credo sia il suo compito chiedere al popolo un così tanto sforzo.>> sentenziò un uomo alto, con la pelle scura come la notte ed i capelli neri rasta fino alle spalle. Aveva un vestito lungo fino a metà polpacci colorato rosso ed i bordi di esso in oro. Sotto al vestito aveva dei pantaloni bianchi con i bordi sempre oro ed ai piedi dei sandali di pelle marrone scuro. Il Re Kwaku, sovrano della colonia africana, guardò una donna sulla cinquantina davanti a sé con un suntuoso vestito in raso color carta da zucchero, che le faceva risaltare gli occhi grigi, quasi azzurri, e la sua carnagione quasi olivastra. I capelli biondo cenere erano raccolti in uno chignon basso e due ciocche di capelli ricci davanti, vennero lasciati di proposito fuori posto per rendere la donna in qualche modo suntuosa e regale. <<Io posso comprendere che vogliate scoprire di più sul pianeta, ma i nostri studiosi, oltre a dare istruzione ai bambini e le bambine delle colonie, studiano costantemente le risorse del pianeta. Mi sembra eccessivo oltremodo di voler comprendere quella che è->>
<<Re Kwaku, se mi permette, ha pienamente ragione ma…penso che non siamo a piena conoscenza di Azullia.>> Interruppe la donna, ovvero la sovrana della colonia Europea, la Regina Gloria. <<In trecento anni abbiamo solo scoperto il quindici percento di questo pianeta, senza domandarci il perché di alcune elementari questioni. Io comprendo che gli studiosi siano concentrati su innumerevoli compiti, ma come ha già detto, i cittadini, i nostri coloni, non devono essere sottovalutati per le loro innumerevoli conoscenze.>> Disse la sovrana europea.
<<Quindi propone una selezione tra i coloni ed i più competenti partiranno per una spedizione subacquea e studiare al meglio le profondità di Azullia? >> Chiese una donna curiosa dalla carnagione color caffè e dai capelli ricci neri intrecciati a metà testa. Questa si girò e guardò la regina con i suoi occhi color notte. La regina Gloria sorrise e mise una mano su una delle maniche color porpora con disegni geometrici ocra del vestito fatto di canapa della donna, la regina della colonia oceanica, Millawa.
<<Esattamente! Tutti vi potranno partecipare. Verranno selezionati solo due persone per ogni singola colonia, ovviamente coloro che avranno ottenuto il maggior punteggio nel test, che verrà strettamente preparato da alcuni scienziati di ciascuna colonia.>> Rispose entusiasta la sovrana europea guardando gli altri sovrani. <<Gli unici che non potranno partecipare sono gli stessi scienziati e studiosi.>>
<<Ma perché questo interesse improvviso regina Gloria?>> Chiese molto curioso un uomo sulla sessantina con capelli grigi corti ed occhi sottili dietro un paio di occhiali. L’uomo indossava un prezioso kimono maschile color grigio scuro con alcune parti di esso bianchi. Guardò molto intensamente la regina che non si fece intimorire dal re Satoshi, sovrano della colonia Asiatica.
La regina sollevò lo sguardo dal sovrano asiatico e guardò una ragazza con capelli ricci lunghi castani e occhi blu come il mare. Indossava un bellissimo vestito fatto in cotone dal color verde smeraldo che le faceva risaltare la pelle chiara. La ragazza era seduta in un angolo della stanza del summit che aspettava trepidante il turno di parlare. Salutò con un inchino i sovrani e prese in mano un telecomando che azionò il proiettore della stanza.
<<Questo è un frammento di marmo azulliano, molto simile in qualche modo a quello lavico, trovata qui da dei pescatori della colonia europea mentre usavano le loro reti per catturare il pesce. Come ben notate ha delle incisioni che sembrerebbero un alfabeto simile a quello celtico terrestre.>> Disse la ragazza mentre mostrava quell’immagine con diversi simboli che venivano comparati al celtico irlandese sullo schermo, spiegando come fossero simili fra loro ai sovrani delle colonie. <<Mesi fa è stato trovato, grazie a dei costruttori della colonia americana, un oggetto simile ad una falce, costruita completamente in azullite. Ora, non vorrei essere paranoica, ma penso che prima di noi terrestri ci fosse stata un’altra popolazione che si è istinta durante l’innalzamento degli oceani ad Azullia. Non abbiamo mai cercato nelle profondità degli oceani e sicuramente non lo sapremo mai, se non indaghiamo sulla storia integrale di questo pianeta e sul perché ed il percome di un’estinzione di massa di una possibile popolazione azulliana.>> Concluse la ragazza mentre distolse lo sguardo dall’oggetto falciforme azzurro per postarlo sui cinque sovrani.
<<Principessa Marina sa che quell’oggetto è andato perduto qualche settimana fa?>> Disse una donna dalla carnagione bianca mentre portò dietro l’orecchio una ciocca lunga di capelli rossi fuoco, che fecero scoprire alcune delle lentiggini che aveva sul volto. Gli occhi color ambra guardavano in maniera sospetta la ragazza davanti allo schermo con sguardo estremamente confuso.
<<Regina Grace non vorrà accusarmi per qualcosa che non ho assolutamente compiuto? Come ha detto lei, è stato perduto e non trafugato. Chi, è permettete di dirlo, lo avrebbe rubato? È un oggetto estremamente prezioso e qui nelle colonie è assolutamente imperdonabile saccheggiare o fare semplice frode verso le persone in primis ed alle colonie soprattutto.>> Disse la principessa mantenendo uno stato di quiete con il proprio corpo anche se era visibilmente arrabbiata dalle parole che aveva appena sentenziato davanti ai cinque sovrani.
La regina americana abbassò lo sguardo verso le proprie mani, che per qualche ragione si tenevano strette l’una all’altra, come per dare immenso conforto a sé stessa.
<<Come avete compreso dalla principessa Marina, questo pianeta ha bisogno di essere scoperto.>> Disse la regina europea guardando i sovrani. <<Chi è a favore di questa proposta?>> Chiese la donna orgogliosa.
I sovrani all’unanime alzarono la mano in segno di approvazione, ma poi la sovrana americana si alzò e guardò la principessa. <<Io approvo ma ad una condizione. Vorrei che la principessa Marina fosse a capo della spedizione.>> Non appena quelle parole uscirono dalla bocca della sovrana, la regina Gloria guardò la ragazza che era molto sorpresa dalla proposta, quanto lei.
<<Io? >> Chiese la ragazza indicandosi.
<<Si. Principessa Marina penso che voi siate la persona che ha studiato queste informazioni e che è preparata in questo ambito.>> Disse poi il re africano. <<Appoggio anche io questa proposta.>> Disse in seguito annuendo agli altri sovrani che fecero lo stesso movimento.
<<Va bene, allora la principessa Marina sarà il capo della spedizione.>> Concluse la Regina Europea. I sovrani si alzarono ed uscirono dalla stanza ed in essa rimasero in silenzio la regina Gloria e la principessa.
<<Madre, io…>> Mormorò la ragazza con la testa abbassata.
<<Marina, devi adempiere al tuo compito, discorso concluso. Ora vado, devo sbrigare alcune incombenze importanti.>> Disse la regina alzandosi e non guardandò neppure la figlia. Uscì dalla stanza lasciando la ragazza da sola in essa. Non appena si chiuse la porta la ragazza si sedette su una sedia e guardò ancora quella falce azzurra sullo schermo pensando a come fosse possibile che da una semplice ricerca, fosse passata ad una missione che non doveva assolutamente fare. La madre stessa le aveva chiesto di fare una ricerca essendo una delle migliori archeologhe della colonia. Non voleva assolutamente passare all’azione dato che la regina stessa, l’aveva tenuta rinchiusa in quelle che erano le sue stanze a causa della “pubertà”, almeno era quello che pensava fino ai suoi diciotto anni. La maggior età non la fece liberare da quella che era la sua prigione. Se si fosse comparata ad un personaggio si sarebbe sentita Elsa di Frozen. Riusciva a contenere in maniera instabile quelli che erano dei poteri a lei sconosciuti e che non comprendeva come fosse possibile averli ottenuti. Né il padre o la madre li avevano, o il fratello maggiore, o i suoi antenati, e la cosa peggiore era che diversi scienziati l’avevano studiata a fondo per comprendere come fosse possibile controllare l’acqua o respirare sotto di essa o ancora parlare con gli animali dell’oceano azulliano. Non aveva nemmeno la forza di piangere in quel preciso istante e si stava domandando come potesse ancora vivere in quel modo così assurdo. Era arrabbiata, con sua madre, sé stessa e quelle specie di poteri che non voleva assolutamente.
Improvvisamente la porta si aprì e un ragazzo dalla pelle chiara e gli occhi grandi, a forma di mandorla e neri come la notte, entrò. La ragazza girò lo sguardo e gli sorrise in maniera triste. Il ragazzo si avvicinò lentamente alla principessa e si sedette accanto a lei.
<<Sai non avrei mai immaginato di diventare così tanto fortunata da poter uscire da questo posto un giorno… ma non pensavo di farlo ora che non riesco a controllarmi. Oggi è stato letteralmente un miracolo che non si siano mostrati davanti agli altri sovrani delle colonie, soprattutto davanti alla regina Grace.>> Disse al ragazzo mentre si torturava le dita delle mani. Era agitata e aveva estrema paura di quello che poteva succedere in quella spedizione. Aveva paura di fare male a qualcuno o fare qualcosa di peggio.
<<Marina guardami.>> Disse il ragazzo asiatico mentre prendeva le mani della ragazza nelle proprie e le accarezzava. La ragazza lo guardò ed improvvisamente sul suo volto comparse un piccolo sorriso. Era talmente innamorata di lui e nascondeva quei sentimenti da anni ormai. <<Io forse sono l’unico che confida nelle tue capacità e che non ha mai smesso di credere in te. Ci conosciamo da quando avevo dieci anni e non ricordo mai un secondo che tu mi abbia attaccato o fatto del male. Ti fai troppi pensieri negativi ancor prima di poter iniziare qualcosa, come quella volta quando avevamo quindici anni e volevi parlare con quell’archeologo famoso della tua colonia ma ci hai rinunciato perché pensavi di essere noiosa. Ti eri persino preparata dei bigliettini su dei probabili discorsi da poter fare. Poi è successo quello che è successo e ci siamo messi a ridere come degli stupidi per quella scena, tanto che tua madre e mio padre ci sgridarono.>> Disse il ragazzo mentre la guardava e rideva un pochino per quel ricordo. La principessa fece la stessa cosa al solo ricordo di quella serata finita in maniera alquanto tragicomica, più comica che tragica in realtà. Lo svenimento di una delle principesse della colonia Asiatica. La ragazza si era prontamente appostata davanti al più famoso archeologo della colonia europea, il professor Gustav Kanth, il quale, ormai ottantenne, aveva iniziato la conversazione. Tutti, o almeno la maggior parte delle persone nella colonia europea, sapeva benissimo che l’uomo da anni soffriva di meteorismo, ma a quanto pare la principessa non era del tutto a conoscenza di quel piccolo problema fisico del professore, che malauguratamente procreò un peto così forte e maleodorante che fece, letteralmente e fisicamente, svenire la principessa Hikari. Nel mentre la ragazza sveniva, le mani si protesero davanti all’uomo prendendo saldamente le sue braghe, che mostrarono l’intimo rosso vivace dell’uomo. Da quel giorno il professore indossò delle bretelle ai pantaloni ed in più una cintura.
<<In questo caso non è meteorismo ma poteri che non riesco a controllare, sempre se si possono chiamare poteri o variazioni genetiche.>> Disse Marina con gli occhi lucidi guardando il ragazzo. <<Seungchan, io so che ti fidi troppo di me, anzi forse sei l’unico oltre a mio fratello, ma non sono affidabile e la cosa che mi ha fatto arrabbiare di più è proprio mia madre che mi ha chiuso per anni nella mia stanza, liberandomi nei giorni importanti e rinchiudendomi appena finito il tutto, per poi approvare una proposta e dicendomi di adempiere ai miei doveri, sapendo che sono pericolosa.>> Aggiunse arrabbiata la principessa che fece in qualche modo esplodere un bicchiere di vetro, fortunatamente lontano da loro due. <<Ecco appunto… >> mormorò la ragazza mettendosi le mani sul viso.
<<Ehi, sei solo arrabbiata e ti devi sfogare. Non sono ferito, vedi?>> Sussurrò vicino al viso della ragazza prendendo di nuovo le sue mani accarezzandogliele delicatamente. Si guardarono negli occhi e il ragazzo diede un piccolo bacio sulla fronte della principessa, per poi abbracciarla forte. <<Ti proteggerò, te lo prometto.>> mormorò infine il ragazzo.
La ragazza iniziò a piangere fra le braccia del ragazzo che amava, ma non sapeva se stesse piangendo per quello che era successo con la madre, per le sue innumerevoli paure o per il ragazzo che era estremamente dolce nei suoi confronti, tanto da confondere i suoi pensieri ed il suo cuore. Si rese conto di essere minuscola fra le sue braccia e che non aveva mai ricevuto un simile abbraccio da lui e neppure da altre persone. Tutti erano molto freddi nei suoi confronti o avevano paura di lei e di quello che poteva accadere, ma Seungchan era l’unico che era rimasto accanto a lei per tutti quegli anni.
<<Perché mi stai abbracciando?>> mormorò la principessa al ragazzo. Non alzò lo sguardo, si sentiva in imbarazzo e sicuramente il suo viso era rosso come le mutande del Professore Kanth.
<<Non lo so, il mio corpo si è mosso da solo.>> Rispose in maniera schietta il ragazzo. Nemmeno lui sapeva cosa gli fosse accaduto in quel momento, voleva confortarla e vederla in quel modo lo faceva sentire inutile. Voleva solo la sua felicità. <<Voglio solo vederti sorridere, quando lo fai sei carina.>> Mormorò prima di rendersi conto di quello che aveva appena detto.
<<Eh?>> Disse confusa Marina allontanandosi leggermente da lui ed arrossendo ancora di più. Vide il ragazzo con il viso rosso quanto il suo.
<<N-Non intendevo… io… scusa… >>Disse in completo panico balbettando. <<Non so cosa mi succede.>> Continuò arrossendo di più.
<<Si chiama amore idioti… >> Disse una voce maschile dietro di loro.
<<Zack!>> Dissero entrambi mentre si girarono di colpo a guardare il ragazzo biondo scuro dagli occhi blu per poi staccarsi dall’abbraccio ormai diventato troppo imbarazzante. Erano entrambi rossi in viso e non riuscivano nemmeno più a guardarsi negli occhi.
<<Ditemi che vi siete limonati. Finalmente dopo anni vi siete dati un bacio e vi siete confessarti. Pure i muri lo sapevano a momenti.>> Disse Zack andando verso di loro.
<<Zack modera i termini.>> Disse Seungchan guardandolo ed arrossendo in maniera violenta. <<Non ci credo che sia un principe, non hai proprio educazione linguistica.>> Continuò
<<Mio caro principe Seungchan hai capito perfettamente la parola; quindi, questo vuol dire che i miei termini linguistici inappropriati li comprendi ugualmente.>> Sentenziò Zack ridendo.
<<Scusate? Ci sono ancora io qui. Io capisco che termini linguistici inappropriati siano la base di una discussione alquanto animata, ma sono una donzella in pericolo e nessuno mi aiuta.>> Sentenziò in maniera tragica guardando i due che girarono il loro sguardo verso Marina. I tre si misero a ridere sonoramente nella stanza che riecheggiava di quel momento felice dopo quel momento al dir poco imbarazzante. Improvvisamente qualcuno bussò alla porta ed una donna sulla trentina interruppe il gruppo.
<<Principe Seungchan, vostro padre vi sta cercando.>> Disse la donna con i capelli scuri raccolti in una treccia bassa che si allungava in avanti sul petto.
<<Si sto arrivando.>> Rispose alla donna che uscì dalla stanza. Il ragazzo guardò l’amico e sorrise. <<Puoi darci due secondi Zack?>> Chiese al ragazzo che uscì dalla stanza sorridendo senza dire nulla. Aveva compreso che cosa voleva fare sicuramente. <<Marina… io non sono bravo a capire i miei sentimenti ma ti posso assicurare che non faccio le cose a caso. Mi faccio guidare dal cuore quando sto con te, mai dalla testa. Accade solo con te e sono felice che questo accade.>> Sussurra mentre gli prende la mano ed intreccia le proprie dita con le sue.
<<Seungchan… io…>> Mormora guardandolo con il viso rosso.
<<Marina non mi interessa se hai dei poteri o variazioni genetiche, a me interessi tu e solo tu, con o senza poteri. A me piaci tu, completamente tu.>>Dice sorridendo mentre la guarda dolcemente negli occhi. La ragazza fa lo stesso e sorride ed annuisce. Il principe si avvicina al suo viso con il proprio e le bacia la guancia. <<Quando vorrai e sarà il momento ci limoneremo, come ha detto il signorino Zack.>> Sussurra ridacchiando mentre vede la ragazza fare lo stesso.
<<Va bene mio principe.>> Mormora ridendo un pochino e guardandolo lasciarle piano la mano ed uscire poi dalla stanza. Dopo poco uscì da quella stanza anche lei e trova Zack fuori la porta ad aspettarla.
<<Che è successo? Vi siete baciati? Eddai sorellina dimmelo!>> Dice tutto curioso mentre le prende il braccio e lo agita a destra e sinistra.
<<Fratello puoi per favore calmarti? Com’è possibile che tu sia il fratello più grande fra noi due? Sei così… ahi!>> Urla dolorante per il braccio. <<Sai che nostro nonno è sopravvissuto per più di cento anni facendosi gli affari propri? >> Disse guardandolo.
<<Eddai sorellina dimmelo!>> Canzonò mentre la guardava.
<<Niente limone, stiamo solo insieme… o almeno ci proviamo. Io… non voglio lui soffra per colpa mia o dei miei poteri.>> Disse guardandolo un po’ titubante per quello appena accaduto.
<<Marina… sai che lui farebbe di tutto per farti stare bene e ti vuole più del bene che un amico ti avrebbe in cambio.>> Dice sorridendo e prendendole la mano. <<E poi almeno tu sei felice. Guarda me! Sono un principe e soprattutto sono gay. Non posso nemmeno dire pubblicamente che mi piace il baccello perché altrimenti disonorerei la nostra casata.>> Disse ridendo e guardando la sorella minore.
<<Zack, gli unici che hanno pregiudizi sono i nostri genitori. Io rinchiusa in camera per dei poteri che non so gestire, tu gay che non puoi assolutamente dire niente. La regina Grace ha una compagna e nessuna la giudica per questo, forse solo mamma.>> Dice guardandolo mentre camminano mano nella mano come due bambini.
<<Vero solo nostra madre, ma solo perché è una regina.>> Mormorò sbuffando. <<Odio essere un principe.>>
<<Che mood sinceramente.>> Disse in modo sincero prima di ridere per il suo linguaggio come anche il fratello sorpreso da quelle parole.
<<Eccola la mia sorellina ribelle!>>Disse ridendo Zack. Probabilmente il fratello maggiore era uno dei pochi che poteva comprenderla appieno in quella situazione. Erano cresciuto insieme fino a quando non fu chiusa in camera sua. Seungchan e Zack erano amici da tempo e lei conobbe il principe tramite il fratello maggiore. Non lasciava mai il loro fianco a causa di quello che poteva accadere alle altre persone. Si ricordava benissimo il giorno del coming out del fratello. Lei era rinchiusa in camera sua ma Zack riuscì ad intrufolarsi in camera sua tramite il condotto di areazione. Non era sorpresa e l’unica cosa che fece fu abbracciarlo anche se aveva immensa paura di fargli del male, ma il fratello sapeva che non gli avrebbe fatto niente. Zack gli raccontò che un ragazzo, un certo Victor, gli aveva rubato un bacio mentre erano in superficie e che gli era piaciuto e non disgustato come il primo bacio avvenuto fra lui e Lana, una ragazza della colonia americana. Aveva compreso che i ragazzi erano più attenti delle ragazze ed in cuor suo sapeva già che era così. In quell’istante Marina realizzò che il fratello era sempre stato lì vicino a lui e che tutto poteva andare per il meglio, anche se sarebbe stato difficile.
   
 
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