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Autore: OrnyWinchester    28/10/2022    6 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Come avevano ipotizzato Sam e Dean, qualcuno si trovava nel rifugio, poiché la grossa botola in ferro con incisa la Stella dell’Acquario era aperta e mostrava il passaggio per accedere al bunker.
“Sembra proprio che avessi ragione, Sam. Qualcuno è entrato in questo posto e, se escludiamo i Rappresentanti dei Letterati ancora in vita che sono sorvegliati e al sicuro, solo Merlino poteva avere la chiave e conoscerne l’esatta ubicazione.”
“Quindi, è molto probabile che lo Spirito del Tempo sia laggiù insieme a Merlino, non è così, Dean?”
“Immagino di sì. Non resta che scoprirlo, Sammy.”
Sam inspirò l’aria a pieni polmoni ed espirò subito dopo; poi, rivoltosi al fratello, disse:
“Andiamo, allora. E’ giunto il momento della resa dei conti!”
Si incamminò oltre l’ingresso, seguito da Dean, e insieme scesero ancora una volta la scalinata che tanto ricordava loro quella presente a Lebanon. Quando mancavano ormai pochi gradini, due voci furono ben distinguibili alla loro attenzione: una era quella di Merlino, calda e gioviale anche quando assumeva un tono perentorio; l’altra, più imponente e autoritaria, era loro sconosciuta. Percorsero velocemente la distanza che li separava dai due e, quando raggiunsero Merlino, lo videro davanti ad una specie di gabbia. Era tanto grande da occupare in pieno il centro della stanza e le sue sbarre, in apparenza di metallo, erano chiaramente il frutto di un incantesimo del giovane mago per tenere rinchiuso l’uomo che stava prigioniero al suo interno. Fu così che si trovarono finalmente faccia a faccia per la prima volta con colui che aveva causato loro tutte quelle vicissitudini.
“Merlino, è tutto a posto?” chiese subito Sam, preoccupandosi per lui.
“Sì, Sam. Grazie.” lo rincuorò questo. “Per il momento non c’è niente da temere. Ho capito che era lui l’ancora che teneva quegli spettri legati a questo mondo; così, dopo aver iniziato a combattere, ho finto di fuggire e l’ho attirato fin qui, facendolo cadere in trappola e bloccandolo nella prigione magica che vedete. Almeno in questo modo potremo cercare di ottenere delle risposte e per il momento Camelot dovrebbe restare al sicuro. Tuttavia, non ho la più pallida idea di quanto possa reggere l’incantesimo; perciò, dobbiamo prestare attenzione ad ogni suo minimo movimento.”
“Ti aiuteremo noi, non preoccuparti, Merlino.” disse a sua volta Dean, scrutando con disprezzo lo Spirito.
“Mi ha riferito di chiamarsi Saturnus e di venire dal vostro tempo, ma questo lo avevate già capito. Dice di essere giunto qui per mezzo di un accordo con un essere molto potente che voleva eliminare tutti i membri dell’associazione che ha luogo in questo rifugio. Purtroppo, per il momento non sono riuscito a carpirgli altro: è molto reticente a parlare!”
“Se permetti, Merlino, vorrei provare io a sciogliergli la lingua!” affermò Dean, serio.
“Non ho nulla in contrario!”
“Bene! Allora cominciamo!” disse, rivolgendo un’occhiata torva a Saturnus. “E ti conviene essere collaborativo!”
Lo Spirito del Tempo rimase immobile nella gabbia magica creata da Merlino, determinato a non proferire parola e ad attendere che il sortilegio terminasse, restituendogli la libertà e permettendogli di portare a compimento il suo piano.
“Ascoltami bene, figlio di puttana. Non ho intenzione di perdere altro tempo con te, quindi stai pur certo che troverò il modo di farti parlare. Mi hai capito?” inveì Dean, furente. “Per quale motivo ti trovi qui e perché hai viaggiato nel tempo per allearti con Morgana?”
Saturnus sorrise e si limitò a scrollare le spalle. A quel punto Dean si girò verso Merlino, dicendo:
“Pensi che ci potrebbero essere dei problemi con l’incantesimo che lo tiene bloccato se introducessi dentro a quella gabbia qualcosa?”
“Non credo. E’ lui che non può uscire, ma questo non impedisce a qualcosa di entrare!”
“Bene!” esclamò Dean, prendendo in mano un’asse di legno che si trovava in un angolo del rifugio e colpendo con violenza Saturnus ad un fianco. “Allora? Rispondi?”
Vista la scarsa collaborazione dello Spirito, a quel colpo ne seguirono molti altri, alcuni dei quali fin troppo cruenti, che gli lacerarono la carne e da cui iniziò a scorrere un fiume di sangue.
Lo Spirito del Tempo, per quanto fosse un essere incorporeo, aveva avuto bisogno di un “tramite” in carne ed ossa mediante il quale poter interagire con gli altri e questo non lo esimeva dal provare sensazioni prettamente umane. Dean conosceva questo aspetto della “possessione”, poiché erano anni che aveva a che fare con demoni, spiriti, spettri e tante altre creature simili; per questo motivo aveva convenuto che stimolare la soglia del dolore di un essere che non era avvezzo a provarne poteva essere perfino più efficace rispetto a chi vi era abituato. Saturnus, infatti, ripresosi dai primi colpi, non riuscì a reggere i successivi, così come alcuni dardi scagliati dalle balestre che i fratelli avevano portato con loro dopo la battaglia.
“Basta! Smettila!” sbottò lo Spirito.
“Allora inizia a parlare, figlio di puttana!” gli intimò il più grande dei Winchester.
Alla fine, estenuato dal dolore, cominciò il suo racconto, seppur lasciando ampie lacune nel discorso.
“Sono giunto qui dal vostro tempo.” esordì, rivolto a Sam e Dean. “Ma questo lo sapevate già, come ha detto il mago. Dopo la caduta degli angeli mi sono ritrovato per la prima volta libero di decidere, senza dipendere da qualcuno e senza dover rendere conto a nessuno del mio operato. Così ho iniziato a “lavorare” unicamente per il mio tornaconto; nulla di diverso da quello che fate voi esseri umani.”
“Con l’unica differenza che dalla tua posizione puoi manipolare il tempo e le sorti delle persone come se nulla fosse, mentre questo gli umani non possono farlo!” aggiunse Sam, indignato. “Senza contare il fatto che hai tradito in tutti i modi possibili la missione per la quale si rende necessaria la tua stessa esistenza.”
“Non ho scelto io il ruolo che mi è stato imposto e, ora che sono libero, farò in modo che le cose cambino per tutti! Non siete solo voi a bramare il libero arbitrio! O credete che questo vi spetti di diritto e vi renda dei privilegiati rispetto ad ogni altra entità del cosmo?”
“Le domande qui le facciamo noi!” rispose Dean, offeso dall’insinuazione di Saturnus. “E comunque, in che modo diventare il galoppino di Abaddon ti avrebbe reso libero?! Spiegamelo bene perché è questo il senso di libero arbitrio che non comprendo!”
Saturnus si limitò a sbuffare, ma rimase in silenzio; questo atteggiamento urtò molto Dean, che lo trafisse nuovamente con l’asse nei punti del corpo già feriti per causargli una maggiore sofferenza.
“Aaaahhhh!” gemette Saturnus con rabbia.
“Quando si nomina la tua padrona, stai zitto, non è vero?” “Risparmiati tutte le frasi fatte sulla libertà, sull’uguaglianza e quant’altro. La verità è che l’unica cosa di cui ti importa è avere potere sugli altri e manipolarli come marionette, proprio come fa Abaddon con te! Magari ti avrà offerto un qualche ruolo di rilievo al suo fianco, se e quando si compirà il vostro piano, non è così? Beh, ti dico una cosa che probabilmente ancora non hai capito in questo tuo delirio di onnipotenza: ad Abaddon non interessa assolutamente niente di nessuno e, quando avrai adempiuto al compito per cui le servi, non esiterà a sbarazzarsi di te in men che non si dica!”
Lo Spirito mostrò inquietudine nell’ascoltare le parole di Dean, poi, dopo un attimo di silenzio, molto provato dagli spasmi lancinanti che provenivano da quel corpo umano, tornò a parlare.
“Quando l’ordine di questo tempo verrà sovvertito, anche il futuro subirà delle ripercussioni. E voi potreste anche non esistere affatto, oppure essere dei banali poveracci senza alcun mezzo per fermare…”
“Abaddon, dico bene?” domandò Sam, ma di nuovo Saturnus non rispose. “Toglimi solo una curiosità! Perché hai spedito anche me e Dean in questo tempo, se il tuo obiettivo era quello di neutralizzarci?”
“Non sono stato io!” affermò convinto lo Spirito del Tempo. “Evidentemente ho sottovalutato il controllo che alcuni angeli ancora possiedono sul mondo e sugli umani. Credevo che in quel caos le mie azioni sarebbero passate inosservate, ma mi sbagliavo. E’ chiaro che lassù c’è ancora qualcuno che ha a cuore le vostre sorti e quelle del mondo che si è generato dal corretto fluire del tempo.”
“A chi ti riferisci?” tornò a chiedere Dean.
“Non lo so di preciso. Io conoscevo solo il Principe celeste che vigilava sul mio operato, ma lui non ha il potere di farvi viaggiare nel tempo. E’ qualcuno che lo possiede ad avervi mandato qui per ostacolarmi.”
“Non c’è più nessuno con quel potere, ormai!”
“E’ chiaro che non è così. La vostra presenza qui dimostra l’esatto contrario. Vi state sbagliando di grosso!” confermò Saturnus.
Sam e Dean si lanciarono un’occhiata perplessa, non riuscendo ancora a capire chi potesse averli condotti a Camelot per fermare gli oscuri propositi di Abaddon e di Saturnus.
“Non vorrei mettervi fretta, ma credo che l’incantesimo si stia esaurendo.” interruppe il momento di silenzio Merlino.
“A cosa vi serve Morgana nell’attuazione del vostro piano?” chiese rapidamente Sam.
“Avevo bisogno di qualcuno che mi consentisse di muovermi come dovevo in questo tempo e di certo con la sua magia e con la sua brama di potere era lei la persona più indicata ad essere un’ottima alleata. Dovevamo agire in questo preciso momento per evitare che la misera associazione che si riunisce qui diventasse quella potente degli Uomini di Lettere del vostro tempo. Così, con la fama che ha nel luogo da cui tutti noi veniamo, quale alleato migliore di lei?! I miei piani collimavano con i suoi e avevamo tutti e due da guadagnarci in questa storia. Finalmente avremmo potuto rivalerci su una storia che ci ha emarginato entrambi.”
“Certo. E anziché ispirare la gente del tuo tempo verso il progresso, verso grandi conquiste e meravigliosi propositi, hai preferito giungere in quest’epoca già così complessa e riscrivere una storia con cui non avevi nulla a che fare e che era compito di un altro Spirito gestire. Davvero molto onorevole da parte tua, così come mostrarti come il comandante dell’esercito di Morgana.” sbottò Merlino, proprio appena prima che l’incantesimo svanisse e Saturnus si liberasse.
A quel punto, lo Spirito del Tempo strinse la mano a pugno e tutti e tre i presenti accusarono una fitta dolorosa allo stomaco di intensità crescente, fino a piegarli come se le loro viscere stessero prendendo fuoco.
“Un altro regalino di Abaddon?” chiese Dean, mostrando un velo d’ironia anche in quel momento drammatico.
“No, di Morgana. L’ho convinta ad accrescere i miei poteri per avere la possibilità di espugnare Camelot.”
“Ma non ci sei riuscito!” disse Merlino, piegato in due dal dolore.
“No, perché non mi ha parlato delle tue doti e non mi ha rivelato la tua identità, Emrys.”
“Nemmeno lei ne è a conoscenza!” sospirò Merlino, quasi senza forze.
“Almeno non tutto è ancora perduto! Quando le rivelerò chi sei in realtà, le sarà molto più facile eliminarti e colpire Artù.”
“Devi prima riuscire ad uscire da questo posto!” esclamò Sam, anch’egli contorcendosi, sofferente.
“Confido di essere fuori di qui in qualche minuto.” disse Saturnus, spavaldo. “Non mi sembra che abbiate molte possibilità di fermarmi. Così, anche se le cose sono andate diversamente da come sperato, avrò lo stesso risultato, con Camelot nelle mani di Morgana, gli Uomini di Lettere mai esistiti sulla faccia della Terra e voi due periti in un tempo di cui non fate nemmeno parte!”
“Non credo proprio.” urlò Merlino al suo indirizzo. “Ormai non ho nulla da perdere. Tanto vale provare.”
“Provare cosa?” lo guardò infastidito lo Spirito.
Il mago cercò di mettersi dritto come meglio poteva, poi raccolse le forze per usare la magia.
Forbearnahn! Forbaern aeltaewlice! Astrice!
Tante fiamme circondarono Saturnus e cercarono di bruciarlo da ogni punto possibile; alcune di esse provenivano direttamente dal corpo che occupava, come se stesse cercando di implodere. Tuttavia, la potenza dello Spirito continuò a mantenere vivo anche quel contenitore parzialmente consumato dal fuoco e spezzato dalla forza della magia. Questa azione, però, era riuscita a far cessare la morsa di Saturnus sui tre ragazzi, che ebbero così modo di liberarsi dal suo giogo perverso.
“Non posso crederci!” esclamò un affaticato Merlino. “E’ riuscito a resistere nonostante la grande complessità di quell’incantesimo!” “Non so cos’altro provare su di lui e non posso nemmeno permettergli di uscire di qui e andarsene in giro a rivelare il mio segreto!” sbatté i pugni a terra il mago.
“Non temere, Merlino. Forse posso fare io qualcosa per fermarlo.” lo consolò Sam, mentre estraeva un foglio di pergamena da una tasca.
“Che vuoi fare, Sam?” chiese Dean al fratello con grande nervosismo.
“Non ti preoccupare, Dean. Non si tratta di niente di troppo rischioso. Spero solo che funzioni: ci eviterebbe un sacco di problemi!” rispose Sam teso, ma fiducioso.
Aprì il foglio di pergamena, se lo passò tra le mani, poi lesse l’incantesimo in latino che vi aveva appuntato un paio di giorni prima.
Spiritum Temporis evoco te, nunc perveni ad me, Spiritus Temporis!
Le sue parole sembravano essersi perse nell’aria e Saturnus, di risposta, mostrò un mezzo sorriso tra le labbra annerite.
“I vostri tentativi non servono a nulla. Non vi rendete conto che noi Spiriti del Tempo siano entità troppo potenti per poter essere controllate da voi, miseri umani?” “Perché credete che siamo stati relegati a controllori del tempo sotto le indicazioni dei Principi celesti? E’ stato tutto per via dell’immenso potere di cui disponiamo: abbiamo la possibilità di modificare il tempo a nostro piacimento e voi non potete farci niente.”
Una folata di vento riempì il rifugio, poi una voce alle loro spalle disse:
“Loro no, ma io sì.”
L’espressione sul volto di Saturnus si fece di colpo seria e preoccupata e i tre si voltarono all’unisono per scoprire a chi appartenesse la voce che avevano appena sentito. La figura di quello che sembrava essere un uomo, ma con un’aura più brillante e luminosa, si mostrava davanti a loro con un cauto sorriso.
“Tu chi sei?” chiese Dean di soppiatto.
“Eh, Dean, lascia perdere. Non essere così irriverente!” lo redarguì Sam.
“Che vuoi dire, Sam?” domandò ancora.
“Non preoccuparti, giovane Winchester. Voi non avete nulla da temere da me perché non appartenete a questo tempo e non potrei recarvi alcun danno nemmeno se volessi.” spiegò questi, prima che Sam potesse ribattere qualcosa.
“Sei tu che lo hai chiamato con quell’incantesimo, Sam?” lo incalzò ancora Dean.
“Sì, sono stato io perché credo che sia l’unico che possa davvero aiutarci a sistemare tutta la faccenda.”
“Lasciate che sia io a spiegarvi.” disse la figura appena apparsa. “Io sono Timeio, lo Spirito che presiede questo tempo e ho risposto alla vostra chiamata per rimettere in ordine ogni cosa. Ti ringrazio, dunque, giovane Winchester, per avermi dato la possibilità di salvaguardare la mia missione, una missione dettata dall’alto, da cui non posso esimermi, così come non avrebbe dovuto chi è giunto dopo di me.”
“Tu puoi risolvere i problemi che ha creato Saturnus?” chiese Merlino con un po’ di timore nella voce.
“Farò tutto quello che posso affinché il suo passaggio in questo tempo non influenzi troppo il futuro. Purtroppo non posso cancellare tutte le nefandezze di cui si è macchiato, Emrys.”
“Tu mi conosci?” domandò con ansia Merlino.
“Certo che ti conosco. Sono una sorta di custode di questo tempo e tu, Emrys, sei la persona che più mi rende fiero della mia missione.” esclamò con ammirazione. “Vedete, noi Spiriti del Tempo siamo coordinati dai Principi celesti, affinché ogni uomo acquisisca la consapevolezza del proprio tempo e delle idee che lo permeano. Quando ciascuno agisce liberamente, con la cognizione del proprio destino, egli diventa una parte essenziale del progresso della civiltà, contribuendo all’evoluzione dell’umanità, così come a quella di noi Spiriti che la guidiamo.”
“Cavolo!” si lasciò sfuggire Dean, soddisfatto.
“Per questa ragione, Emrys, tu sei la persona che meglio comprende e meglio incarna la mia missione, una luce verso il futuro. Ed è a te che devo tutto in quest’epoca buia. La tua impresa in questo tempo permetterà al mondo di evolvere verso un futuro radioso, ma, se la tua azione dovesse venire meno per colpa di uno Spirito ribelle e poco saggio, non potrei mai perdonarmi di non essere intervenuto per impedire al mondo di restare nell’oscurità.” spiegò Timeio.
“Grazie, immagino.” replicò Merlino, che, pur non avendo compreso bene tutto il discorso dello Spirito, si rese conto di essere un alleato importante per questo.
“Al contrario, sono io a dover ringraziare te e voglio farlo in modo concreto, liberandovi del fardello che Saturnus si è preso la briga di rappresentare.” “Mai nessuno Spirito ha osato tanto; qualcuno ha svolto meglio la sua missione, qualcuno peggio; altri hanno valicato lo spazio entro il quale era consentito loro agire. Ma, ripeto, mai nessuno si è macchiato di simili atti e di tanta superbia, al punto da farsi portatore supremo di false idee anche in tempi non propri.”
“Che succederà ora?” chiese Sam in tono rispettoso.
“Saturnus verrà con me e, se per qualche motivo ha eluso il controllo dei Principi celesti nel tempo che gli era stato assegnato, sarà giudicato in questo tempo che tanto si è speso per distruggere.” sentenziò Timeio, rivolgendosi poi direttamente a Saturnus. “Ora ti condurrò al cospetto dei Principi celesti che verranno messi a conoscenza di tutte le tue azioni nefaste e che decideranno cosa ne sarà di te, quale punizione sarà più giusto arrecarti. Ti sei macchiato di vergogna e hai gettato discredito su tutti gli Spiriti del Tempo che ti hanno preceduto: non oso pensare a cosa avresti potuto fare se io non fossi intervenuto, chiamato da questo giovane.”
“Tu non conosci tutti i fatti che accompagnano il mio tempo. Il mondo non si trova più in ordine, al seguito delle regole che governano la nostra azione, bensì è il caos a regnare e…” cercò di giustificarsi Saturnus.
“No, basta.” lo interruppe Timeio. “Non devo sapere più di quanto sia necessario. L’unica cosa certa è che hai cercato di portare quel caos di cui tanto ti riempi la bocca anche in questo tempo, in cui non hai alcun ruolo e in cui assolvevo il mio compito al meglio delle mie capacità. Hai cercato di distruggere l’equilibrio di tempo e spazio e la cosa peggiore è che sei ancora qui a cercare scuse, senza avere la benché minima idea di quali gravissime conseguenze questo avrebbe comportato sul mondo intero!”
“Anche noi Spiriti del Tempo dovremmo essere liberi di scegliere come assolvere la nostra missione…”
“Continui a parlare di una “missione” che hai tradito in ogni modo immaginabile. Risparmia le parole per i Principi celesti, che magari vorranno essere più clementi di me.” concluse Timeio, mentre afferrava il corpo occupato da Saturnus per un braccio.
“Adesso cosa accadrà nel nostro tempo?” lo interrogò Dean.
“Non cambierà molto. E’ vero che questo Spirito non ha portato a termine la sua missione, ma di certo un altro prenderà il suo posto. Io non ho modo di intervenire su questo, ma sono sicuro che i Principi celesti, messi a conoscenza del disordine del vostro tempo, sapranno agire al meglio. Dobbiamo tutti confidare in questo.” spiegò lo Spirito.
“Scusa, Timeio. Ho ancora una domanda per te.” disse nuovamente Dean.
“Ti ascolto.”
“Come abbiamo fatto io e mio fratello a finire a Camelot? Voglio dire, pensi che possano essere stati i Principi celesti ad inviarci qui per fermare il tuo amico?”
“No, questo lo escludo. I Principi celesti non hanno questo tipo di potere, ma è possibile che, accertato il pericolo, si siano rivolti a chi lo possiede per risolvere la situazione. C’è molta fiducia nelle azioni degli uomini degni, benché a volte si dica il contrario.”
“E chi possiede questo tipo di potere?”
“Gli Arcangeli!”
“Solo gli Arcangeli?”
“Non escludo che qualche altra entità possa riuscire nello stesso scopo, ma in definitiva direi di sì, solo gli Arcangeli.”
“Grazie, Timeio.”
“Sono io ad esservi riconoscente. E spero che il mio intervento possa aver arginato le conseguenze nefaste di una simile circostanza.” disse lo Spirito, accennando un ringraziamento con la testa all’indirizzo di Sam, Dean e Merlino. “Comunque, trovo curiosa una cosa.” disse, tutt’ad un tratto.
“Cosa?” domandarono all’unisono Sam e Dean.
“Che proprio voi, giovani Winchester, siate stati inviati in un luogo a cui siete inevitabilmente legati.”
“In che senso?” chiese Dean, quasi trasalendo. “Ti riferisci agli antenati degli Uomini di Lettere?”
“Anche. In effetti, anche questo aspetto è interessante. L’associazione che contribuirete a portare avanti è sorta proprio qui: non credo sia una coincidenza!”
“Di che sta parlando, Sam?” disse piano Dean, interpellando il fratello.
“E’ per “Winchester”, non è vero?” affermò Sam, a cui Dean rivolse un’occhiata interrogatoria.
Lo Spirito fece un mezzo cenno di assenso con il capo, poi aggiunse.
“Vedo che mi hai compreso. Ma non è saggio parlarne oltre, poiché è bene che io non mi intrometta nel futuro e voi nel passato.”
“Hai perfettamente ragione, Timeio.” “Ah, un’ultima cosa! Per caso sai come possiamo fare per tornare a casa nel nostro tempo?”
“No, non lo so con certezza. Ma ritengo che Emrys potrà esservi utile in questo. Conto sulla tua discrezione, giovane mago, affinché tutto vada per il meglio.”
“Farò quanto è in mio potere. Grazie ancora per essere accorso in nostro aiuto.”
“Grazie a tutti voi.” concluse Timeio, poi afferrò Saturnus con maggiore forza e scomparve con lui in una specie di esplosione di luce.
“Wow! Quella sì che era un’uscita ad effetto!” esclamò Dean, stupefatto. “E, tra l’altro, Sam, cos’era quella storia di “Winchester”?”
“Niente di troppo importante, in realtà. Ti racconterò quello che so in un altro momento. Adesso sono davvero stanco e dovremmo tornare al castello prima che notino la nostra assenza.”
“Sam ha ragione. Si sta facendo tardi e non oso immaginare quanto sarà furente con me Artù per essere sparito subito dopo la battaglia!” gli fece eco Merlino.
“Allora, andiamo.” disse Dean. “E sigilliamo per bene questo posto. E’ meglio non averci a che fare per un po’. E’ stato davvero stressante neutralizzare quello Spirito.”
   
 
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