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Autore: Marty004    29/10/2022    1 recensioni
E se ci fosse un altro sopravvissuto tra gli Uchiha? Magari una ragazza della stessa età di Sasuke e che pare assomigliare molto a Orochimaru? Dopo il tradimento del ninja leggendario, l'organizzazione Alba sembra proprio aver trovato un ninja, di ignota identità, in grado di prendere il posto vacante. Orochimaru, che nel corso degli anni non ha mai perso di vista i movimenti dell'organizzazione, decide di affidare a Sasuke (che ha lasciato la Foglia ormai da 3 anni) il compito di ottenere informazioni sul decimo membro di Alba.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Altri, Nuovo Personaggio, Orochimaru, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden
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La visita al Dipartimento di Sviluppo e Ricerca le aveva fatto dimenticare per un po’ tutti i pensieri legati a Sasuke, che da qualche giorno la stavano opprimendo. Ma mentre percorreva i vicoli del villaggio scaldati dal tiepido sole di Marzo, dirigendosi verso casa, il cuore di Yuki si riempì di nuovo di una profonda angoscia. Naruto tardava a tornare. E il non sapere assolutamente nulla su cosa ne era di Sasuke e il non poter fare niente per lui, cominciava a diventare insopportabile.
Si chiese se, in fondo, i ninja della Foglia fossero realmente affidabili come credeva e se fossero davvero così determinati a riportare a casa il loro genin.
Perché lei era ancora lì, senza fare nulla?
Il pensiero che, forse, avrebbe fatto molto meglio ad agire di testa propria e a fuggire da Konoha per tentare di salvare l’amato, le aveva assalito la mente.
Sasuke le mancava. Le mancava così tanto da non riuscire più a percepire neanche i confini di se stessa; un’anima incompleta che vaga in un limbo senza via d’uscita. Il profumo della sua pelle, la voce calda, il calore del suo petto, le mani e le sue labbra sul proprio corpo; Yuki sentiva di avere una vera e propria fame di tutto questo.
Di nuovo, l’occhio destro sembrò sul punto di prendere fuoco.
Agonizzante, la ragazza sollevò lo sguardo sui tetti degli edifici che la circondavano e vide il ninja della squadra Anbu che la osservava.
Aveva uno strano presentimento. Non sapeva spiegarsi il perché, ma qualcosa le diceva che non poteva più temporeggiare.
L’animo le divenne tutt’a un tratto risoluto e i suoi passi verso casa si fecero più veloci.
 
Con una mano sull’occhio destro che pulsava violentemente, Yuki aprì velocemente la porta dell’appartamento. Questa volta sentì di essere pronta. Qualcosa voleva a tutti i costi uscire dalla suo bulbo oculare. Si precipitò in bagno, davanti allo specchio, fece un profondo respiro e chiuse gli occhi. Concentrandosi, lasciò andare quel fuoco che fino a quel momento aveva cercato di contenere.
Riaprì lentamente gli occhi e l’immagine riflessa mostrò chiaramente dei segni geometrici sull’iride rossa dell’occhio destro: lo Sharingan ipnotico.
Anche se in fondo aveva immaginato qualcosa di simile, Yuki provò un improvviso senso di stupore e paura di fronte a quella vista. Indietreggiò di scatto andando a sbattere contro il mobile alle sue spalle.
Questo non era possibile.
Solo gli Uchiha di sangue puro potevano aspirare a un simile potere. Itachi non poteva essersi sbagliato.
D’un tratto le tornò in mente la dolce sensazione delle mani di Itachi sulle proprie tempie e il calore del pollice che le accarezzava la palpebra destra, scostandole dei capelli. Fu quando le diede l’ultimo addio nella casa sella signora Akiko. Itachi doveva averle trasmesso dei poteri con quel semplice gesto.
Yuki cominciò a sentirsi male. Lo stomaco sembrò contorcersi e polmoni si paralizzarono interrompendo il flusso d’aria. Sudando freddo si accasciò a terra, piegandosi su se stessa. Non aveva mai voluto un potere simile. Perché mai Itachi glielo aveva ceduto? Si era presentato di fronte a Pain senza una parte dei suoi poteri? Se non le avesse fatto quel dono, forse sarebbe ancora vivo e non un mucchio di cenere nascosto nel suo armadio.
Il pensiero del corpo del ragazzo che brucia lentamente nel fuoco le provocò un’opprimente sensazione di disgusto. Anche al corpo del bambino che lei stessa aveva creato, era toccata la stessa sorte. Tutto ciò che aveva era bruciato e svanito come sterpaglie.
Immaginò la candida pelle di Sasuke arrossarsi sotto le fiamme ardenti. Non lo avrebbe permesso, per nessun motivo al mondo. Forse era per questo che Itachi le aveva donato lo Sharingan ipnotico: le aveva affidato il suo prezioso fratello.
Cercando di riprendere fiato, Yuki si rialzò, andò verso l’armadio nella sala e lo aprì. Poggiata a terra, c’era l’urna che le aveva dato Kisame.
Si voltò alla finestra, gettando gli occhi sul tetto dell’edificio in cui solitamente si appostavano i ninja che la sorvegliavano; i due Anbu erano di nuovo distratti in una conversazione tra loro.
 
Con una pila di pesanti fascicoli tra le mani, Tenzou percorreva la strada centrale di Konoha che lo avrebbe portato dritto al palazzo dell’hokage. La signorina Tsunade gli aveva chiesto di portarle una serie di documenti dal quartier generale degli Anbu, prima di congedarlo. Dato che, a quanto pareva, quel giorno Shizune era molto impegnata all’ospedale, il compito ingrato di fare da galoppino all’hokage era toccato a lui. Era davvero esausto e non aveva neanche avuto il tempo di cenare.
Era ormai mezzanotte passata e nonostante la strada fosse ben illuminata non c’era quasi nessuno in giro. Sentendo i morsi della fame, provò a sbirciare nel vicolo in cui si trovava la locanda in cui andava spesso, ma vide che, come tutte le attività commerciali di Konoha, a quell’ora era chiusa. Sospirò pensando che molto probabilmente non sarebbe riuscito a toccare cibo fino all’indomani mattina.
Improvvisamente si ricordò che sull’edificio alla sua destra, due dei suoi colleghi stavano svolgendo il loro turno notturno per la sorveglianza di Yuki Miura. Inizialmente, per evitare che la ragazza potesse imparare a conoscere le abilità dei suoi sorveglianti, tutti i membri della squadra Anbu, Tenzou compreso, erano stati chiamati a turno per tenerla d’occhio. Ma a quanto pareva, Yuki non faceva proprio niente di sospetto nella sua quotidianità e dopo circa un mese, era stato deciso che quattro membri della squadra, due per le ore diurne e due per quelle notturne, sarebbero stati più che sufficienti per quel lavoro.
Tenzou aveva fatto fatica a fidarsi di quella ragazza, ma dato che tutti sembravano d’accordo sul fatto che fosse affidabile, alla fine se ne era convinto anche lui.
Alzò lo sguardo verso il tetto dell’edificio per porgere un segno di saluto ai colleghi, ma con un certo stupore, non li vide. Provò a strizzare gli occhi e a cercare i due ninja sugli edifici circostanti, ma non c’era proprio nessuno.
Lo assalì un pessimo presentimento e velocemente, con un balzo saltò sull’edificio su cui avrebbero dovuto trovarsi i suoi due colleghi. E li trovò distesi a terra incoscienti.
Immediatamente pose la pila di documenti a terra e si precipitò su di loro chiamandoli per nome e scuotendoli per le spalle. Gettò una rapida occhiata in direzione dell’appartamento di Yuki, ben visibile da quel punto e, come aveva immaginato, la finestra che dava sul balcone era completamente spalancata, mentre l’interno era al buio e sembrava deserto. Di fronte a una scena simile, era impossibile non sospettare della ragazza e Tenzou si chiese preoccupato quali fossero le sue reali intenzioni. E chissà che cosa aveva fatto ai due ninja.
Come se gli avesse letto nel pensiero, una voce familiare lo rassicurò: << Non preoccuparti. Non sono feriti. Sono solo sotto l’effetto di una potente Arte illusoria >>.
Tenzou sollevò lo sguardo in direzione di quella voce e vide Kakashi in piedi, con la schiena appoggiata alla cisterna ed estremamente concentrato sul chakra, visto il sigillo composto con la mano destra.
<< Kakashi, tu qui? >>
<< Già. Immaginavo potesse accadere qualcosa del genere >>
<< Lo sapevo.. Non dovevamo fidarci di un membro di Alba! E se l’avesse aiutata qualcuno? >>
<< Ne dubito >>
<< Bisogna avvertire subito l’hokage >>
<< No, non ancora >>.
Tenzou sgranò gli occhi pensando di non aver capito bene: << Come? >>.
Kakashi sciolse il sigillo e si avvicinò tranquillo all’uomo: << I miei cani l’hanno già rintracciata. Non è uscita dal villaggio, almeno per adesso. Prima di avvertire l’hokage voglio vedere che cosa ha intenzione di fare. Tu che cosa fai? Vieni con me? >> e dicendo così, balzò giù dall’edificio.
Tenzou fu in procinto di ribattere qualcosa, ma dato che il senpai non gliene lasciò il tempo ci rinunciò e pensando che non sarebbe stato saggio lasciarlo da solo in quella situazione, lo seguì di corsa.
I cani di Kakashi li condussero al campo d’addestramento che si trovava all’interno del quartiere degli Uchiha. I due si appostarono dietro i fitti cespugli e osservarono la ragazza seduta sul molo con le gambe a penzoloni sul lago. Prima di congedarsi, Pakkun aveva detto che lui e gli altri cani l’avevano trovata così, seduta su quel molo. Sembrava che stesse abbracciando qualcosa, ma dato che dava loro le spalle, non si riusciva a vedere che cosa fosse. Si sentiva anche lievemente il suono della sua voce, ma da quella distanza era impossibile capire che cosa stesse dicendo.
Poi, all’improvviso, si alzò in piedi e osservò l’oggetto tra le sue mani che sembrava essere una sorta di vaso. Pensierosa aprì il coperchio e fissò l’interno. Fece per rovesciare il contenuto nel lago, ma si fermò di colpo.
<< Che cos’ha in mano? Che sta facendo? >> chiese Tenzou ormai in ansia per la situazione.
<< Immagino che quelle siano le ceneri di Itachi >> rispose Kakashi con la sua solita calma.
<< Le ceneri di Itachi?! Ma.. come fa ad averle? >>
Ma l’uomo non rispose a questa domanda e continuò ad osservare la ragazza.
Di scatto, Yuki richiuse l’urna e si diresse a passo deciso verso un albero. Lo osservò per un attimo e poi, ai piedi di esso, si mise a scavare una buca a mani nude. Quando la buca fu abbastanza profonda, tremante, riafferrò l’urna, le diede un bacio e la seppellì. Ricoperta la buca si rialzò e sul tronco dell’albero intagliò il simbolo della Foglia. Restò ferma per qualche secondo a contemplare quella rudimentale tomba e poi corse via.
Kakashi e Tenzou la seguirono senza esitare e si fermarono nei pressi del tempio di Nakano, dove videro che Yuki stava per entrare.
<< Lo sapevo.. >> disse Kakashi sottovoce.
<< Che cosa? >>
<< Lo scoprirai presto. Coraggio, andiamo! >>.
Una volta che la ragazza fu entrata nel tempio, i due ninja si avvicinarono silenziosamente e non appena si assicurarono che non ci fosse alcun pericolo, irruppero nell’edificio. All’interno, uno dei tatami era stato sollevato e una scalinata conduceva nei sotterranei. Senza pensarci due volte, i due la percorsero, finché non trovarono la figura di Yuki davanti alla famosa stele.
<< Buonasera Yuki >> disse Kakashi in tono canzonatorio.
La ragazza, che doveva aver sentito i passi poco prima, non sembrò affatto sorpresa e voltando solo la testa di lato, osservò i due ninja con la coda dell’occhio. E in quel semplice gesto si poté notare chiaramente lo Sharingan nel suo occhio sinistro.
<< Guarda un po’, il maestro Kakashi e il capitano Yamato >> disse Yuki con aria di sfida.
<< Si può sapere che diavolo stai combinando?! >> le urlò Tenzou.
Ma Kakashi rispose prima della ragazza: << E’ semplice. Questa stele contiene delle informazioni segrete sullo Sharingan, tramandate per generazioni dagli Uchiha, che a quanto pare ti sono necessarie. Ho sempre sospettato che anche tu possedessi l’abilità oculare >>
<< Ah, davvero? >>
<< Sai? Durante gli allenamenti combattevi proprio come combatte qualcuno che è abituato ad avere lo Sharingan, ma che per qualche motivo non può usarlo >>
<< Ma che bravo Kakashi, non ti sfugge nulla! >> disse Yuki con sarcasmo.
<< Già, e ti dirò di più: se sei qui, significa che hai intenzione di ottenere lo Sharingan ipnotico. Oppure, significa che l’hai già ottenuto. Allora? Quale delle due? >>.
La ragazza scoppiò a ridere: << Chissà >>
<< Non ti conviene prenderti gioco di noi! >> sbottò Tenzou.
Kakashi emise un lungo sospiro: << Onestamente Yuki, a me non sembri una cattiva persona e, come Naruto e Sakura, anch’io credo alla tua storia. Ma ti conviene dirci perché ci hai tenuto nascosta una cosa del genere e soprattutto quali sono le tue intenzioni, perché non avrai una seconda possibilità >>.
A quelle calme e minacciose parole, Yuki emise un sospiro e si voltò completamente verso i due.
<< E va bene. Ho ereditato lo Sharingan e sì, hai indovinato, ho ottenuto lo Sharingan ipnotico >> la ragazza rimase per un attimo in silenzio; non poteva dire di aver tenuto nascosta quell’informazione perché Danzo e gli anziani saggi avevano in odio gli Uchiha. Ma di colpo, per fortuna, la venne un’illuminazione: << Ve l’ho tenuto nascosto perché mio padre non ne è a conoscenza. Capirete che se venisse a sapere che la sua stessa figlia possiede l’abilità oculare che ha sempre cercato di ottenere, la mia incolumità sarebbe compromessa. E so che c’è qualcuno tra i piani alti di questo villaggio che è in stretto contatto con lui >>
<< Ti riferisci a Danzo? >> chiese il capitano Yamato.
Yuki fece un lieve cenno d’assenso: << Sin da quando ho scoperto di possedere lo Sharingan, Itachi mi ha imposto di tenerlo segreto per evitare che la notizia si diffondesse tra le cinque terre e che qualcuno potesse mettere le mani sull’abilità innata degli Uchiha. Tengo questo segreto da tutta la vita; non ve l’ho tenuto nascosto perché avessi cattive intenzioni >>
<< E a che cosa ti serve sapere che cosa c’è scritto su quella stele? >> chiese Kakashi sospettoso.
<< Dal momento che non sono un Uchiha di sangue puro, credo che sia stato Itachi a donarmi lo Sharingan ipnotico, ma non ne sono sicura. Sono venuta qui per ottenere qualche informazione in più. Dopodiché.. >> Yuki fece una pausa per riflettere su ciò che stava per dire. La sua spiegazione in fondo poteva anche essere sufficiente per rispondere alle domande di Kakashi, ma poiché quest’ultimo non era affatto uno sciocco, decise di cogliere la sfida e giocare a carte scoperte: << Dopodiché andrò a cercare Sasuke. Se provate a fermarmi, non avrò pietà >>.
Kakashi la guardò dritto negli occhi con aria seria: << I patti non erano questi. Ti abbiamo garantito che avremmo organizzato una squadra una volta che.. >>
<< Non so che farmene delle vostre garanzie! >> Yuki, alterata, lo interruppe: << Naruto ha promesso che sarebbe tornato dopo un mese; ebbene non è tornato >>
<< L’allenamento per dominare le arti eremitiche non è una passeggiata. Tu dovresti saperlo bene. Probabilmente necessita di più tempo del previsto >>
<< Mentre noi stiamo qui ad aspettare che Naruto diventi forte abbastanza, Sasuke è tenuto prigioniero da Orochimaru! >>
<< Ma non possiamo affrontarlo impreparati. Per questa missione serve cautela >>
<< Non posso stare qui senza fare niente, lo capite?! >> la voce di Yuki tradì tutta la disperazione accumulata nel suo animo: << Non rischierò di perdere l’unica cosa che mi è rimasta per aspettare voialtri. Preferisco morire piuttosto che perdere anche lui. Raccolgo le informazioni che mi servono sullo Sharingan ipnotico e poi lascerò il villaggio >>.
In tutta risposta, Kakashi trasse un sospiro: << E va bene. Se puoi aspettare fino a domattina, verrò con te >>
<< Che cosa?! >> il capitano Yamato rimase a bocca aperta e anche Yuki lo guardò stupita.
<< Immaginavo che sarebbe successa una cosa simile e a questo punto credo che se anche provassimo a impedirtelo, troveresti comunque il modo per fuggire da questo villaggio e andare a salvare Sasuke da sola. Per cui, tanto vale che qualcuno ti accompagni, così le probabilità di successo aumenteranno >>
<< Sarebbe davvero disposto a rischiare tanto? >> chiese Yuki insospettita.
<< Sasuke è un mio allievo. Sono determinato quanto te a sottrarlo dalle grinfie di Orochimaru >>
<< Ma.. Kakashi! Cosa dirà l’hokage? >> provò a ribattere Tenzou.
<< All’hokage ci penso io. Le avevo già fatto presente la mia opinione riguardo a quanto Yuki avrebbe resistito a questa situazione >>.
La ragazza, senza parole, scrutò a fondo lo sguardo dell’uomo per capire se poteva fidarsi o meno.
<< Tuttavia >> Kakashi riprese il suo discorso con tono canzonatorio: << L’hokage deve essere messo al corrente del tuo Sharingan. Le chiederò di archiviare l’informazione come top secret, riferendole le motivazioni che ci hai fornito, ma dovrò comunque rivelarle che ci hai tenuto nascosto qualcosa di alquanto importante >>.
Yuki abbassò lo sguardo pensieroso. Non le andava molto l’idea che l’hokage sarebbe venuto a conoscenza della sua abilità innata; non era ancora in grado di capire se poteva fidarsi completamente di quella gente, oppure no. Ma Kakashi sembrava un tipo a posto; l’aveva aiutata molto in quelle settimane al villaggio e la proposta che le aveva fatto era alquanto vantaggiosa.
Sentendosi con le spalle al muro, alla fine la ragazze cedette: << E va bene. Aspetterò fino all’alba. Questa volta, vedi di non fare tardi, altrimenti partirò da sola >>. Con quel rimprovero fece per superare i due uomini, diretta verso l’uscita del sotterraneo, ma Kakashi la fermò sorridendole e poggiandole una mano sulla testa: << Vedrai che andrà tutto bene. Riusciremo a riportarlo a casa >>.
Yuki gli rivolse uno sguardo che tradiva tutta la sua preoccupazione; avrebbe tanto voluto credergli, ma nella sua vita poche cose erano andate per il verso giusto e quel brutto presentimento che la assillava da tutto il giorno proprio non voleva andarsene.
<< Ti aspettiamo fuori >> disse Kakashi e i due uomini uscirono dal sotterraneo.
Rimasta sola, la ragazza evocò di nuovo lo Sharingan ipnotico e provò a rivolgere un ultimo sguardo alla stele. C’erano diverse incisioni che non riusciva a decifrare a quello stadio di abilità e tutto quello che riusciva a leggere, non suggeriva niente che già non sapesse tramite Itachi. Lo Sharingan ipnotico è un potere che possono raggiugere solo gli Uchiha di puro sangue, tramite lo stato psicologico di profonda sofferenza a seguito di un evento doloroso. Non c’era nulla che facesse riferimento alla trasmissione di tale potere.
Pur consapevole che non ne avrebbe mai avuta la certezza, Yuki uscì da quel sotterraneo rimanendo nella convinzione che Itachi aveva voluto farle un regalo d’addio. Il modo in cui era riuscito a fare una cosa simile, lo sapeva soltanto lui. In fondo, era davvero uno di quei geni che nascono una volta ogni cento anni.
Kakashi e Yamato la scortarono fin sotto casa e dopo aver preso con sé i due membri della squadra Anbu ancora incoscienti, si diressero entrambi al palazzo dell’hokage.
Yuki aprì la porta dell’appartamento tirando un sospiro; mai avrebbe pensato che sarebbe tornata così presto all’ovile come una pecorella obbediente. Ma in fondo, forse era andata meglio così.
Non appena entrò, sentì l’aria gelida proveniente dalla portafinestra che dava sul balcone, in fondo all’appartamento. Si tolse velocemente le scarpe all’ingresso e senza neanche accendere le luci andò dritta verso di essa. Tra le tende svolazzanti, lo sguardo le cadde sull’edificio su cui di solito si appostava la squadra Anbu e provò un lieve rimorso per aver usato lo Sharingan ipnotico sui due che erano di turno quella notte. Pensando che in quel momento non poteva fare altrimenti, chiuse di scatto la portafinestra e tirò le tende, rimanendo completamente al buio.
E in quell’esatto momento, una mano le serrò naso e bocca con un fazzoletto, impedendole di urlare, mentre un’altra mano cercava di trarla a sé da dietro le spalle, impedendole i movimenti. Colta di sorpresa, Yuki provò a dimenarsi e ad attivare il segno maledetto, ma l’odore acre del fazzoletto penetrò nella sua testa e in pochi secondi cadde in un sonno profondo.
   
 
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