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Autore: summers001    30/10/2022    7 recensioni
Oscar&Andrè | probabile OOC | what if?
Si dice che il battito di una farfalla sia capace di provocare un urgano dall’altra parte del mondo. Ma cosa succederebbe allora se nella moltitudine di ripetizioni che la storia compie, ribellandosi alle regole della natura, la farfalla si posasse su un altro fiore?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Effetto farfalla
 
 
Si dice che il battito di una farfalla sia capace di provocare un urgano dall’altra parte del mondo.  Ma cosa succederebbe allora se nella moltitudine di ripetizioni che la storia compie, ribellandosi alle regole della natura, la farfalla si posasse su un altro fiore? 
 
Quella mattina Cyril era stato incaricato insieme al plotone di sorvegliare Parigi. C’erano dei ribelli. Bisognava armarsi, rispondere al fuoco col fuoco. 
 
Cyril era di umili origini. Sua madre si era sposata troppo giovane. Suo padre neanche sapeva in quale buco le avesse infilato il cazzo all’epoca. Avevano vissuto per strada i primi anni. Alla faccia di chi diceva che Parigi era una città per bene. Certo, perché non avevano visto sotto i ponti. Si portava dentro tanta rabbia per questo. Anche se era piccolo se la ricordava bene. 
Sempre troppo tardi, mai troppo presto, però arrivò la svolta. Sua madre conobbe una donna al mercato. Era una cameriera di Versailles, giunta a Parigi per una commissione. Doveva comprare erbe medicali all’epoca della gravidanza di Maria Antonietta. Cyril aveva solo cinque anni allora quando la conobbe. 
 
Andarono così tutti a Versailles, a servire il re, a servire la regina. Suo padre fu ucciso proprio dal re e dalla regina poco dopo. Puzzava d’alcol da fare schifo. Proprio per questo Cyril s’era ripulito. Non aveva mai bevuto, non era mai andato con una prostituta, mai un vizio. S’era arruolato però. Sapeva di non poter puntare in alto, ma almeno così aveva sempre il pranzo nella pancia ed un letto dove dormire. Viveva la sua vita adulta come se fosse stata un riscatto dell’infanzia e di sua madre, Bernadette. Lei, poverina, morì poco dopo. Aveva solo diciotto anni. La fame di Parigi l’aveva segnata troppo e durante un’età critica. E così Cyril si riempì di ancor più di risentimento verso quella città maledetta, che non faceva altro che puzzare ed avere fame. Le torture e le sofferenze, era convinto, fossero state inventate a Parigi. 
 
Quando seppe che i parigini si stavano armando e che il re e la regina avevano intenzione di rispondere all’offesa, Cyril si offrì volontario. Gli altri non volevano. I suoi compagni, alcuni, avevano una famiglia e dei figli là. Cyril invece aveva solo rabbia da riversare. Non avrebbe potuto far parte della fanteria, questo lo sapeva. Non avrebbe potuto esser tra quelli schierati nelle righe nelle piazze, anche questo lo sapeva. Però aveva un fucile e munizioni e polvere da sparo. 
 
Oltre ai parigini c’era un’altra cosa di quella rivolta che lo turbava: i soldati della guardia. Loro erano stati scelti, arruolati, proprio come lui. Non avevano fame, potevano essere brava gente, eppure avevano sputato nel piatto dove mangiavano, avevano tradito la mano che li aveva aiutati, il seno che li aveva allattati. Erano traditori. Proprio come suo padre, quando scopò sua madre e poi cominciò a bere, tradendo la sua fiducia, lasciandoli soli ad aspettare la provvidenza. 
 
A Versailles doveva la salvezza. In più fu proprio lì che conobbe Agathe. 
Agathe aveva i capelli corvini, la pelle chiara che si arrossava al sole, gli occhi azzurri carichi di speranza. Lavorava per i figli di Maria Antonietta. 
Tutti i giorni Agathe svegliava i principini e li aiutava a vestirli. Poi li accompagnava alla colazione e mentre loro mangiavano, lei si affacciava alla finestra dove vedeva le guardie prepararsi per l’addestramento. Gli sorrideva, salutava muovendo le dita, a volte arrossiva quando Cyril le mandava un bacio. Era innamorata, l’aveva capito da tempo e lo sapeva anche lui. Stava aspettando la proposta di matrimonio. Le altre non facevano che dirle che sarebbe arrivata presto, il tempo che lui avesse ottenuto una promozione, altrimenti come avrebbe mai potuto mantenere la famiglia? 
 
Quella mattina sapeva che c’erano stati ordini speciali, perché le guardie non erano allineate in squadroni come al solito. C’era disordine. Nello stesso disordine Cyril stava sbraitando perché il suo comandante lo notasse. Si girò verso i principini, che ancora mangiavano. Guardò le scale. Aveva una brutta sensazione è sapeva di trovarsi davanti ad un bivio.
 
Poteva aspettare che i principini finissero ed accompagnarli da sua madre appena fuori dalla cappella, e quindi andare da Cyril dove gli avrebbe suggerito di fare più attenzione e di tornare, tornare presto. Lo avrebbe incontrato appena in tempo e salutato frettolosamente. Oppure poteva lanciarsi giù per le scale subito. Affrettarsi, correre aggrappandosi alle maniglie per arrivare appena in tempo prima dell’assegnazione dei ruoli. Se l’avesse fatto, avrebbe pensato che era stata una follia ed avrebbe allora deciso di compromettersi fino  alla fine. Avrebbe salutato Cyril e gli avrebbe detto “Torna da me” ancora con l’affanno della corsa. Gli avrebbe legato il suo fazzoletto al polso e Cyril non avrebbe fatto altro che pensare a lei. 
 
Nella storia come la conosciamo, Cyril incontrò appena Agathe, finendo per rimuginare per tutto il giorno su Parigi, su suo padre e sua madre, sull’odio che nutriva, sulla vendetta che doveva compiere. Fu assegnato a controllare i confini dell’Ilè della città, un posto troppo esposto perché i cittadini facessero sciocchezze, lontano dalla periferia turbolenta. Camminò da ponte a ponte, fino a che con la coda dell’occhio non vide qualcosa muoversi alla sua sinistra. Si girò di scatto e vide una macchia indistinta. Erano i soldati della guardia. Prese la mira e sparò. 
 
In un’altra versione della storia invece, il principe Louis Charles raccolse un biscotto e lo tirò a Maria Teresa, scatenandone le ire. I due litigarono, fino a convincere Agathe a correre di sotto, per lasciare la reggia, lasciare quel posto, sposarsi e vivere finalmente felice. Baciò Cyril davanti a tutti, mentre gli altri soldati li fischiavano. Gli legò il fazzoletto al polso come pegno d’amore, gli disse “Torna da me” e solo allora lo lasciò andare. In questa versione della storia, Cyril pensò ad Agathe tutto il tempo e s’offrì lui stesso di pattugliare una zona tranquilla, venendo assegnato all’Ilè de France. Incontrò lo stesso i soldati, ma questa volta in questa versione, Cyril era distratto. Cyril si stava concentrando sul profumo del fazzoletto legato al suo polso, sugli occhi di Agathe mentre se lo scioglieva dai capelli. Pensava a lei, alle sue morbide mani, i morbidi seni, le guance tonde, bianche e rosa. Cyril non fece in tempo a prendere la mira, ma sparò ugualmente.
 
Nella prima versione della storia, Cyril Dubois uccise Andrè Grandier prima di morire egli stesso. Nella seconda versione lo ferì gravemente. In entrambi i casi, non tornò più a Versailles, morendo sotto le mani dei ribelli per un proiettile sparato dal loro comandante. Agathe non lo rivide comunque mai più vivo, rimanendo vedova prima ancora di sposarsi. 



 



Angolo dell'autrice 
Ok, ci ho messo meno di quello che pensavo, merito dei viaggi di lavoro XD 
Allora. Partiamo in maniera fantasiosa. È un'altra storia What if, che vuole riscrivere il finale. Come avrete notato non mi piacciono le narrazioni lineari. 
Che succederà questa volta? Vi annuncio che temo mi ci vorranno più capitoli della precedente, forse un 5-6 (di sicuri ne ho 4, ma mi manca ancora il finale, che arriverà). La frase iniziale è tratta da un celebre film, the butterfly effect.
Spero che vi piaccia anche stavolta. Vi mando intanto un caloroso saluto, spero di ritrovarvi tutti. Aggiornerò quanto prima ;)
  
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