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Autore: Aranel95    01/11/2022    1 recensioni
Towa Higurashi, che si era trovata a viaggiare nel tempo tra epoca Sengoku ed era moderna, decide di tornare per un po’ nel mondo moderno (dopo la sconfitta di Kirinmaru) per dedicarsi alla scrittura di un libro che narrasse tutte le leggende legate al mondo al di là del pozzo. A darle ispirazione, sarà la lettura dei tarocchi, le cui figure ricordano personaggi che la stessa Towa ha conosciuto. A leggere le carte, sarà Midori, la sua nuova e strana compagna di classe, arrivata da poco al Saint Gabriel.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Moroha, Nuovo personaggio, Setsuna, Towa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 L’incantesimo dei ritornanti 

 

Moroha POV

“Ma come ti sei potuta dimenticare di noi, ieri?! Ti abbiamo aspettata tutto il giorno!!!”

“Sono andata da Midori…” proferisce Towa, entrando in casa di nonna Haruka.

Avrei preso Towa a schiaffi molto volentieri, di prima mattina, ma mi viene troppo difficile. E poi, sarebbe stata Setsuna a gonfiare me come un pallone se soltanto mi fossi azzardata a toccare la sua sorellona. Pazienza. Ma questa Midori me la paga!

“Era necessario?! Quella tipa ha uno strano odore e una strana aura!” le ripeto. 

“Aura?! Io non ho percepito nulla!” mi risponde con aria svampita.

“Ma allora sei scema!” 

“Moroha, gradirei che smettessi di urlare, sono le 7.30 del mattino!” mi risponde Setsuna, già incazzata. 

“La nonna è al mercato e il bisnonno è già in piedi, perché rompi??” 

“Perché danno fastidio a me, le tue urla.” 

Sbuffo, vedendola accogliere Towa come se nulla fosse accaduto il giorno prima.

Già, il giorno prima, passato in casa sotto ordine di mia nonna e costretta dal bisnonno a fare i miei esercizi spirituali! Setsuna ha passato tutto il giorno a fare le faccende e solo nel pomeriggio, abbiamo potuto discutere su questa tipa. E se gli insegnamenti di mia madre e dell’anziana Kaede non fossero stati davvero utili, non avrei avuto modo di percepire la strana aura che quella Midori emana.

“Ma che ha stamattina Moroha?!” sento Towa chiedere a Setsuna. 

Eh?! Mi ha presa per pazza?! 

“Nulla, ma quello che dice di Midori è vero.” 

Che bello, per una volta Setsu prende le mie difese senza darmi della stupida o della matta! 

“Ma…” Towa sospira, mettendo giù il suo zaino. “Va bene, ma che ne dite se ne parlassimo davanti ad una buona colazione?!” 

“Giusto!!!” rispondo io, con entusiasmo. 

Ancora non avevamo fatto colazione ma nonna ci aveva preparato tutto per poter mangiare tutte e tre insieme. Towa sembra comunque mortificata: forse siamo state troppo aggressive con lei, comportandoci come delle bambine gelose e stupide. È giusto che si faccia le sue amicizie, ma noi in quanto suoi familiari, dobbiamo avvertirla del pericolo che corre con certe persone. 

“Sentiamo, cosa vi ha insospettite?” ci chiede, sedendosi finalmente a tavola, dopo aver preso la salsa di soia. 

“Ieri ho sentito una forte energia spirituale provenire da qualche isolato più avanti.” le dico, gustando un pezzo di frittata. “E il bisnonno mi ha detto che in quel luogo, un tempo, sorgeva il tempio custodito da Kikyo.”

“Questo lo sapevo pure io.” mi dice, mangiando anche lei. 

“Ma è anche vero che in quel luogo non riesce a viverci nessuno.” mi dice Setsuna. “Il campo di energia spirituale e demoniaca che si è creata nel corso dei secoli ha reso il luogo invivibile anche per la famiglia Higurashi.” continua Setsuna.

“Già, il bisnonno aveva venduto il terreno e chi lo ha acquistato lo ha abbandonato. Midori vive lì a quanto ci avevi detto, no?” 

“Sì, dista pochi minuti da qui… ma come fate a sapere con precisione queste cose?!” 

“Perché questa aura proveniva proprio da lì! Abbiamo chiesto informazioni al bisnonno e abbiamo confrontato le mappe!” dico, con un po’ troppo entusiasmo. “Ora ci confermi che lei abita in quel posto, non mi sono sbagliata!” 

Setsuna tira fuori una mappa di quello che era il villaggio di Musashino, il villaggio di Kaede per intenderci! Vedo Towa scuotere la testa, confusa. 

“Facciamo qualche passo indietro. L’altro ieri non vi piaceva l’odore, ora la sua aura. Ieri avete sentito questa aura provenire da lì e… Io non ve lo avevo mica detto dove abita Midori!!! Non è che per caso mi avete seguita?!” 

Beccate. L’idea di usare l’incenso camuffa odore è stata di Setsuna, non mia! 

“Sì, ti abbiamo seguita.” risponde Setsuna. “O meglio, abbiamo seguito questa strana aura e abbiamo sentito il tuo odore. Poi quello di Midori.” 

“E avete fatto due più due…” risponde Towa sospirando. “E vi siete preoccupate.” 

“Se ti va, potremmo andare da Kaede, stasera.” propone Setsuna. 



 

Towa POV

Stasera?! Ma avevo promesso a Midori che sarei passata! Però se dicessi a quelle due che devo andare da lei… posso sempre scriverle un messaggio e dirle che non potrò venire, semplice. Accetto la proposta di quelle due e, prima di mettermi a scrivere la mia storia e a fare un po’ di compiti per l’indomani, prendo il cellulare dalla mia borsa. 

Forse è troppo presto, magari Midori starà dormendo oppure…

BZZZ!

Un messaggio, proprio da Midori! Forse avrà anche lei qualcosa da dirmi. Lo apro e lo leggo per capire cosa sia successo. 

Ciao Towa, perdonami se ti scrivo adesso ma volevo dirti che oggi non sto tanto bene. Vediamoci direttamente domani a scuola, sicuramente fino ad allora mi sarò ripresa. 

Xoxo 

Midori.

 

Mi dispiace che stia male ma da un lato meglio così. Le rispondo dicendole che le avrei scritto anche io perché ho avuto un imprevisto e le ho augurato pronta guarigione. Tuttavia, il discorso di stamattina mi sta dando di che pensare: è davvero possibile una cosa del genere? Io non ho percepito nulla, ma Moroha ha ereditato il potere spirituale di sua madre e credo sia normale che abbia sentito questa cosa, però… a me Midori, non sembra proprio una persona crudele. 

Poi magari, sono io quella fessa che crede a tutto e tutti. 

Faccio spallucce e cerco di cancellare dalla mia mente questo pensiero. Siedo proprio sotto l’albero millenario, l’albero attraverso il quale arrivai per la prima volta in questa epoca, l’albero che ha legato il destino delle nostre famiglie per tanto tempo… La batteria del PC è carica a sufficienza per poter scrivere un po’ e poi andare a fare i compiti. Le carte di ieri, ammetto, mi hanno un po’ messo soggezione ma mi hanno dato alcune idee. Per esempio, io conosco già un’imperatrice… Di eremiti, ho molte storie da raccontare, soprattutto tra quelle che lo stesso Miroku mi ha narrato. Le stelle… che carta meravigliosa! In epoca Sengoku, è bellissimo poterle osservare visto che non esiste minimamente inquinamento luminoso e le stelle sono l’unica fonte di luce notturna - assieme alla splendida luna. L’impiccato e la temperanza mi hanno scombussolata un po’, a dire il vero… poi, nell’epoca antica, gli impiccati erano all’ordine del giorno perché i criminali venivano giustiziati a quel modo. 

“Stai scrivendo?” 

Mi volto vedendo Setsuna sedersi accanto a me. Che bello quando è così, dolce e serena. La vedo allungare lo sguardo verso lo schermo del PC, curiosa come un cucciolo che vede un giocattolo per la prima volta.

“Sì e spero che un giorno i nostri amici e parenti possano leggerlo.” 

“Ma questa idea da dove ti è venuta?” 

“All’inizio volevo narrare semplici storie di demoni ma, una volta conosciuta Midori, ho pensato di abbinare a ogni personaggio, una carta dei Tarocchi…”

Setsuna sembra abbia capito che mi sia un po’ risentita per quello che hanno fatto ieri. Non sono così sciocca da non sapermi difendere! E poi Midori, nonostante abbia questa forte aura spirituale, non mi ha certo fatto del male! 

“Towa, ascolta… se smettessi di colpo di frequentare quella Midori è peggio. Ti direi di continuare a conoscerla ma non affezionarti troppo.”

“Va bene, Setsuna. Se mi consigli di fare così…” 

Vedo mia sorella rimanere seduta accanto a me con la testa poggiata sulla mia spalla, mentre scrivo. Moroha si era messa a fare un po’ di lavoretti con il bisnonno… è tutto così bello e tranquillo. 

Ma chissà chi è mai Midori…



 

Kagome POV

Chissà cosa starà facendo Moroha… un po’ mi manca e un po’ quel pozzo mi tenta. Non so se potrò attraversarlo come un tempo, ma sicuramente sapere che mia figlia si trova dall’altro lato, mi fa desiderare di voler andare lì e stare un po’ con mia madre, il nonno e Sota. Il pensiero di tornare dalla mia famiglia d’origine viene per un attimo messo da parte quando vedo la famiglia che mi sono creata qui, nell’epoca Sengoku, e che adesso ho grazie al mio matrimonio: vedo infatti Inuyasha arrivare assieme a Rin mentre chiacchierano allegramente. Certo che tutti e due cognati vanno proprio d’accordo: quando Rin era ancora piccola e io ero mancata per tre anni, andava spesso da Inuyasha a confidarsi (testimonianze di Kaede!). Adesso vederla donna, con il suo bel pancione, che sorride e chiacchiera allegramente come quando era bambina, mi riempie il cuore. 

Anche se per me, rimane ancora un mistero come Rin si sia potuta innamorare di uno come Sesshomaru… Certo, sono testimone dei suoi sospiri d’amore quando aveva già 15 o 16 anni e aspettava il ritorno del suo demone, sperando ogni volta che potesse farle la proposta. 

Alla fine, le sue speranze hanno avuto i risultati aspettati! 

“Buongiorno Kagome!!” mi saluta allegramente, avvicinandosi al mio campo di erbe mediche.

“Ciao Rin, come stai??” 

“Bene, anche se… beh, sono tormentata dai soliti malesseri.” mi dice ridacchiando e accarezzandosi il pancione. 

“Oh, sei venuta nel posto giusto!” le dico mentre le raccolgo qualche erba medicinale per curare i malesseri della gravidanza. 

Mentre lo faccio, però, noto che Inuyasha è più irrequieto del solito. Già la sera prima, dopo la preghiera alla tomba di Kikyo, era a dir poco nervoso e arrabbiato. Immagino anche il motivo… ma se Kaede ha voluto questo continuando a volere bene alla sua defunta sorella, era giusto rispettare la sua volontà. Voglio dirgli qualcosa ma la presenza di Rin mi frena. Guardo mia cognata e sospiro, accantonando l’idea di parlare con quel testone. Porgo il cestino a Rin la quale, come sempre, annusa l’odore di quelle piante che a lei piace tanto. 

“Verrà un infuso delizioso!” 

“Certo.” 

Poi, vedo Rin voltarsi verso Inuyasha, assorto nei suoi pensieri, e poi voltarsi verso di me. 

“Sai, Kagome-chan, Kaede mi ha detto che l’aria, ieri, era pesante. Nei pressi della tomba di Kikyo-sama…”

“Per via di Inuyasha?” le chiedo a bassa voce.

“No…” mi dice lei, sedendosi su di un sasso grande. “Mi ha detto che era proprio l’aria che circonda le tombe di Kikyo-sama e di Naraku a rendere il tutto pesante. E mi ha confessato che già, quindici anni fa, aveva sentito uno stesso fermento, ma non ha voluto dirci niente perché eravamo incinte e non voleva farci allarmare.” 

“Oh… ma che tipo di fermento?” 

“Non saprei dirti. Mi ha detto di riferirti questa cosa, così lei potrà spiegarti meglio.” conclude sorridendo. 

Un fermento… Già. Fermento è proprio la parola che ha definito, in qualche modo, tutta la vicenda passata. Ed era stata proprio la Sfera, quella maledetta Sfera a causarlo. Ha infiammato così tanto lo spirito di Onigumo prima e quello di Naraku poi da tormentare le vite di tutti coloro che osavano mettersi sul loro cammino. Io posso comprendere che Inuyasha non condivida la scelta di tenere in questo luogo quello che resta di Naraku. Sono resti innocui, ormai, ma la paura di Inuyasha che quel maledetto possa ritornare… 

Ritornare. 

Inuyasha non sembra avere intenzione di rimanere tutto il giorno al villaggio quindi, pensa bene di accompagnare Rin al palazzo di Sesshomaru… preferiva stare con suo fratello piuttosto che al villaggio solo per un brutto presentimento, incredibile! Decido allora di tornare a casa e andare da Kaede. Le parole di Rin mi hanno messo un tarlo in testa e difficilmente andrà via, finché i miei dubbi non saranno chiariti. Trovo l’anziana sacerdotessa intenta a schiacciare con il mortaio alcune erbe, diverse da quelle che avevo appena raccolto: si tratta di erbe purificanti che monaci e sacerdotesse usano per purificare l’area attorno al proprio tempio, bruciandole. 

“Kagome.”

Kaede mi guarda, con la sua aria stanca e con la benda sull’occhio che non toglie mai. Mi siedo accanto a lei e inizio a smistare le altre erbe mediche raccolte, a Rin avevo già dato un abbondante cestino di quelle contro le nausee. Rimango in silenzio per un po’, ascoltando la litania che Kaede stava recitando a voce molto bassa; poi, la vedo voltarsi verso di me, con aria seria. 

“Hai visto Rin, è così?” 

“Sì. Mi cercava per delle erbe contro la nausea e mi ha detto che avete parlato…” 

“Kagome, devi sapere che…” dice, facendo una pausa e sospirando. “ Devi sapere che il malumore di Inuyasha non è infondato.

“Cioè?!” chiedo preoccupata. 

Prima di rispondermi, Kaede porta fuori le erbe appena macinate e inizia a bruciarle vicino l’altare. Certo che così facendo mi fa venire più ansia, per tutti i kami! 

“Sai cos’è l’incantesimo dei ritornanti?” 

Scuoto la testa. O meglio, ricordo i malefici di Urasue, la strega che riportava in vita i cadaveri creando corpi di terracotta con la terra tombale dei suddetti defunti. Ma ormai la strega era morta da tempo. 

“Si dice che, quando una o più anime che hanno condiviso lo stesso destino iniziano ad agitarsi, è perché c’è qualcosa o qualcuno che si prepara a farli ritornare.” 

“Eh?! Dici che c’è un oggetto o una persona che vorrebbe riportare in vita Kikyo e Naraku?!” 

Sarebbe terribile. Una nuova battaglia come quella passata, senza Sfera degli Shikon, ma ugualmente dolorosa e terribile.  

“Non allarmarti, Kagome. La mia è solo una congettura, però tieni sempre gli occhi ben aperti, mi raccomando.”

Annuisco, ma sono tremendamente preoccupata. 

Spero che Moroha rimanga dall’altro lato. Non voglio che affronti il passato dei suoi genitori. 



 

Midori POV

Ricontrollo nuovamente il cellulare: il display segna mezzogiorno in punto. Mi alzo svogliatamente, intenta a raggiungere il bagno e a controllare che fosse tutto okay. L’orrenda cicatrice non c’è più ma il mio volto appare stanco e la mia bellezza quasi sfiorita. 

“Maledizione. Ogni sera quel maledetto sogno e, come se non bastasse, anche quell’orribile sfregio sul mio volto.” 

Sembrava come se avessi dei rami sul volto, o no… forse non erano rami, forse zampe. Zampe molto sottili. Tremendo. Chiudo gli occhi, cancellando dalla mia mente quel brutto ricordo e decido di lavare il volto. Ai miei piedi, sento una presenza soffice e calda. Sorrido e abbasso lo sguardo verso il mio fidato amico. 

“Eri preoccupato per me?” 

Prendo Tato tra le mie braccia e lo coccolo, beandomi della morbidezza del suo pelo. Sono contenta che stasera Towa non possa venire, non è il caso che capisca subito cosa stia succedendo… non deve spaventarsi. 

Mi avvio in cucina per preparare del tè e, nell’attesa che l’acqua sia sufficientemente calda, faccio una rapida doccia per far scivolare via ogni residuo di inquietudine. 

Quanto mi sento sola… 

Vorrei non essere ciò che sono, vorrei non essere qui, ma devo farlo per le persone che amo. Magari loro due nemmeno mi considerano, nemmeno provano amore per me, però… loro sono tutto ciò che ho. Essere nata da un'unione infelice rende anche me infelice ma, come lo hanno fatto le giovani Taisho, anche io devo lottare per la mia famiglia. 

La famiglia che proprio i loro padri hanno strappato a me! 

Fiiiiiiiiuuuuuuuuu

Il mio sangue sporco ribolle nelle mie vene… sì, sporco, proprio come quello di quelle tre stupide ibride! Sporco perché sono nata da un desiderio carnale, sporco perché le anime che mi hanno generato avevano l’oscurità nel cuore. Inizio a mischiare le mie carte, ad accendere degli incensi e delle candele, a muovere il pendolo di ossidiana, a pregare i kami

Una.

Poi un’altra. 

Un’altra carta ancora! 

Tutte con il dritto. 

Tutto andrà come ho previsto, il destino è dalla mia parte. 

Apro il piccolo cassettino che c’è sotto il mio tavolo e prendo uno di quei fantocci che lui mi aveva dato prima che potessi venire qui, in questo mondo. Pungo il mio dito, bagno il fantoccio con il mio sangue e poi conficco il piccolo pugnale riposto anch’esso nel cassetto. 

“Maledico voi, principesse mezzodemone. Voi e la vostra famiglia.” 




SWISSSSHHHH….!!!!

Buio. Le candele si spengono e rimango da sola con il buio.

 
  
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