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Autore: Dioni    05/11/2022    2 recensioni
Secondo capitolo del crossover Inuyasha/Assassin's creed.
Sesshomaru,Ezio e Toran sono diretti Nella regione dell'Hokkaido,cuore gelido del nord del Giappone per investigare su Otsune,signora degli Ainu e degli yokai del nord che stranamente sembrano collaborare con gli umani e hanyou di quella zona.Ma altri motivi spingono il giovane cane a incamminarsi verso nord dove misteri e scoperte di vite passate lo trascineranno verso un passato misterioso che coinvolge le origini della sua razza e forse della sua famiglia. Ma nel presente un altra ombra si innalza sull'esistenza di Sesshomaru,già minacciata dalle mire dei templari. Il feroce signore della guerra Oda Nobunaga e sulle sue tracce in attesa di porre fine alla sua vita per motivi che solo lui conosce e che aspira a sottomettere l'intera isola del Giappone sotto il vessillo della sua casata,mentre il mondo si apre ad una nuova era di apertura agli stranieri e di industriosa modernità. Sesshomaru questa volta dovrà prepararsi al meglio per affrontare prove alla quale non era pronto ed affrontare un destino più grande di quanto potesse mai immaginare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Corpi a pezzi,armi insanguinate,rabbia,dolore,fatica,il tutto in una manciata di una mezz'ora passata a squartare,decapitare,tranciare,congelare ed elettrificare nemici che,erano letteralmente troppo arrabbiati per morire,ma questo non gli aveva impedito di essere gettati a terra come carne da macello di poco conto. Koga,Ezio,Toran e Sesshomaru erano quelli che si erano affaticati di più durante quello scontro colmo di assurdità sull'odio,il rancore e di magia che permetteva a chi ne entrava in possesso di non essere ucciso. Era solo questione di tempo prima che gli ainu guidati da Marsatap venissero sconfitti e che lo stesso Tengu venisse preso come bersaglio dai cinque che in quel momento stavano ostacolando la sua offensiva verso la totale vittoria della sua orda di fedeli. Koga si diresse verso l'ultimo Ainu ancora in piedi,un piccolo kappa intento a intonare un incantesimo di attacco,ma non fece in tempo che il giovane yoro lo passò da parte a parte e con Goraishi aprirlo in due e gettare le due parti del corpo a casaccio in due punti distanti tra di loro.

Bene,direi che questo era l'ultimo. Adesso però tocca occuparsi di quello lassù.” E indicò lo sciamano dal nero piumaggio,ultimo rimasto di quel gruppetto di Ainu ancora in grado di combattere. Marsatap era intento a difendersi dai colpi di Urtak,che dopo l'attacco a Sesshomaru né aveva approfittato per rispondere agli incantesimi dell'altro sciamano e che solo adesso si rendeva conto della tremenda disfatta che i fedeli della regina ora giacevano a terra,ancora vivi,ma in pezzi o comunque impossibilitati a continuare lo scontro.

No,com'è possibile? Un intero manipolo di seguaci,annientati da un branco di ficcanaso? No,non lo accetto questo,non ho mosso un intera fiumana di fedeli solo per giungere ad un simile fallimento.”

Urtak vide del nervosismo nei movimenti del corpo di Marsatap,sebbene non gli fosse vicino,poteva percepire lo sgomento che pervadeva il suo vecchio maestro,di certo perché non si aspettava un simile risultato,dopo tutte le risorse che stava impiegando per penetrare nell'area più sacra del tempio. Ora Urtak era certo che il loro tempestivo intervento aveva dato buon esito per respingere Marsatap e i suoi invasori,le circostanze e le loro azioni avevano conseguito loro il vantaggio sui loro nemici. La vittoria era a portata di mano.

Arrenditi corvo...”,disse Urtak mentre usciva dal muro di ghiaccio che la pantera aveva creato,a difesa dello shika hanyou , “Il tuo seguito è sconfitto e non faresti in tempo a volare via che ognuno dei presenti qui possa colpirti alle spalle prima ancora che tu riesca a scappare. Non hai via di scampo,mio vecchio maestro.”

Urtak aveva ragione,chiunque di loro avrebbe potuto colpire Marsatap prima ancora che potesse mettersi al sicuro. Eppure non stava tentando la fuga,n'è tanto meno stava cercando di difendersi,al contrario,nonostante la rabbia che provava verso di loro restava fermo,immobile,come se la speranza della vittoria fosse ancora dalla sua parte...e forse non aveva tutti i torti. Però loro non lo sapevano.

Oh Urtak,mio sciagurato allievo,oggi sei stato nuovamente testimone del grande potere che dona la magia del sangue. Sai per certo che questo genere di magia,quando gira nel sangue di un essere vivente lo rende qualcosa di completamente diverso dalla natura originale del soggetto e inoltre,non gli permette di morire. Ma....”

Di nuovo come prima,Il sangue attorno a loro,iniziò nuovamente a prendere vita,ancora una volta,con la mano,chiamò a se il sangue dei caduti e nel farlo,in mezzo ai lamenti e alle urla di dolore ed ira all'improvviso smisero di urlare e i nemici,ancora vivi,ridotti a moncherini e inutili pezzi di carne vibranti,ora tacevano,zittiti,come privati della vita e tutta la loro rabbia,tutto il loro dissenso e la voglia di continuare a combattere cessò di esistere,come la loro vita. Il sangue si alzò,ma questa volta non formò una palla,ma bensì una specie di grossa coppa amorfa e quasi definita,nella quale si riversava al suo interno,tutto il sangue che poteva contenere e lo stringeva a se,nuovamente nel palmo della mano. Era uno spettacolo orrendo,proprio come la vera natura del tengu. Non solo aveva convinto quel vasto numero di Ainu ad assaltare un luogo sacro ad un altra tribù,cosa spregevole da fare tra gli ainu essendo molto religiosi,ma aveva inebriato i sopravvissuti di coloro che erano intenzionati a proteggerlo e a servirlo e lui,li aveva mandati a morire,inebriandoli con un potere ricolmo di violenza e morte. Ma adesso,aveva passato davvero il segno. Ora aveva ucciso anche gli ultimi rimasti in vita,certo,ormai ridotti com'erano non poterono più combattere e con il termine naturale della magia sarebbero morti comunque. Ma lui aveva posto fine alle loro sofferenze prima ancora che potessero spirare per conto proprio,chiamando a se anche la loro linfa vitale. Ma non era rimasto nessun altro all'infuori di Marsatap ancora vivo tra gli ainu nei pressi della statua,perciò,fu naturale capire chi dovesse essere il bersaglio di quella nuova e malvagia contaminazione.

Quello che non sai mezzo cervo, è che anche l'incantatore stesso può essere bersaglio della sua stessa magia,specie quando quest'ultima viene usata per potenziare lo stesso incantatore,perciò...brindo ai caduti.”

E in un solo colpo,tutto il sangue raccolto nella coppa scarlatta,venne trangugiato in un solo colpo,scendendo per il gargarozzo come se fosse acqua fresca e bevendo persino lo stesso calice,poiché anch'esso fatto di sangue. Una strana aura cominciò ad essere percepita,Urtak lo percepiva,mentre allo stesso tempo il vento attorno all'area si fece più forte,sempre più forte. Troppo forte per essere una normale bufera invernale. Il vento iniziava a vorticare,sospinta da energie invisibili e il teschio sporco di sangue,come il suo possessore del resto,emanò nuovamente una strana luce nelle orbite e strani versi proveniente dal becco del tengu,un debole gracchiare udibile a tutti e sospinto dal vento,iniziò a circolare nell'aria. Marsatap allargò le braccia con entrambi i palmi rivolti verso il cielo e li Urtak capì solo in quel momento cosa avessero udito in precedenza prima di giungere nel luogo dello scontro.

COPRITEVI LE ORECCHIE,PRESTO.”, urlò Urtak in preda ad un improvvisa inquietudine,mentre con le braccia fece nuovamente altri gesti,poi,sbatté violentemente i piedi contro il terreno in un piccolo balzò,poi con le mani imitò il gesto di raccogliere due oggetti da terra e di sollevarli con forza verso l'alto,come se li stesse tirando.

SCAGLIE DEL DRAGO SOTTERRANEO.”

Dal terreno di fronte a loro,tre enormi e larghe lastre di pietra,spesse almeno mezzo metro sbucarono dal terreno,tanto alte parevano da coprire la vista verso il tengu,che in quello stesso frangente mosse le braccia per unire le mani in un battito e urlare qualcosa contro il gruppo.

URLO DI KANDAKORO”.

Il becco restò aperto e da esso né un voce così potente e tonante da spezzare le tre lastre di pietra poste a difesa degli altri quattro,che seguirono le istruzioni dell'hanyou alla lettera e persino Sesshomaru,che pareva sempre tanto orgoglioso e testardo,sopratutto nel fare una cosa all'apparenza così stupida,lo fece,sapendo che se proprio come lui,quell'Urtak non prendeva nulla alla leggera,allora doveva essere una veramente importante. L'urlò aveva spezzato le lastre,che crollarono,lasciando solo macerie della loro apparente resistenza e la voce di Marsatap giunse anche al gruppo,compreso Urtak che fu preso in pieno,esattamente come gli altri. All'inizio parve solo come un fischio nelle orecchie,poi si fece più forte,a tal punto che i timpani parvero spaccarsi,per Ezio fu doloroso,per Urtak leggermente peggio,Per Toran quasi insopportabile,ma per Sesshomaru e Koga fu un vero strazio,al pari di una tortura,tanto il loro udito era così sensibile ai suoni che quell'incantesimo fu per loro ben più che solo efficacie. Fu quasi letale. Ma furono fortunati,perché le tre lastre,seppur non avessero retto il potente suono,mitigarono e non poco,l'effetto della magia diretta su di loro,che avrebbe potuto ucciderli all'istante. Ezio essendo umano era riuscito in qualche modo a sopportare il colpo,forse anche perché il cappuccio lo aveva parzialmente isolato acusticamente e quindi il fischio era riuscito con maggior difficoltà a prenderlo,oltre al fatto di possedere qualità fisiche e mentali,che ben pochi umani,anche in quel mondo di mostri e leggende, a possedere. Riprese il controllo di se e con spada alla mano tornò presto a combattere,ma sapeva anche lui che con una spada avrebbe potuto fare ben poco,doveva vedere come stavano gli altri. Vide Urtak che si stava ristabilendo lentamente è si avvicinò al giovane sciamano controllando come fosse messo.

Ehi Urtak...Urtak mi senti?”

Lo shika hanyou lo osservò un attimo è cercò di riordinare i pensieri,mentre scrutava l'assassino con occhi carichi di fatica.

Al meglio di quello che riesco. Siamo stati fortunati a non morire all'istante,le scaglie del drago sotterraneo hanno resistito abbastanza da parare in parte la magia di Marsatap. Ed ora,pagherà caro il suo errore,guarda tu stesso straniero.”

Ezio rivolse lo sguardo verso l'altro sciamano e vide Marsatap,con la testa china e le braccia lasciate molli lungo il costato. Sembrava esausto,tanto quanto lo erano tutti loro dopo che ebbero finito con quegli invasati. Ansimava e gracchiava allo stesso tempo e nel frattempo il vento che turbinava tutt'intorno a loro si era calmato,seppur non avesse smesso di ruotare,come se in quel momento si trovassero nell'occhio di un ciclone,dalle raffiche tranquille,se così si poteva dire.

Ah usato buona parte del potere del sangue per poter lanciare quell'incantesimo. Ora avrà bisogno di un po' di tempo per poter riprendere le energie. Ha abusato delle sue stesse capacità e adesso né paga le conseguenze.”,disse Urtak con le orecchie che gli fischiavano ancora

Non capisco nulla di queste cose e tanto meno di questi stramberie con poteri,magie e cose simili,ma se ha bevuto il sangue non dovrebbe essere completamente impazzito?”,chieso Ezio

Dovrebbe certo,ma ha modificato l'incantesimo su se stesso affinché non lo rendesse folle. Certo,questo lo avrebbe reso più forte e insensibile al dolore,ma avrebbe perso la ragione e ciò gli avrebbe impedito di usare i suoi poteri al massimo delle sue capacità.”

Non ci ho capito molto,ma per ora dobbiamo colpirlo che è più vulnerabile,come facciamo a ucciderlo?”

Prima di tutto abbiamo bisogno che gli altri si riprendano è si preparino a combattere.”

Tu cerca di riprenderti,io vado a vedere come stanno.”

Ezio tirò in piedi Urtak e lo lasciò a se stesso,mentre si dirigeva verso Toran,Koga e Sesshomaru per controllare come stessero. Fece pochi passi e li vide tutti e tre stesi a terra,coscienti e lamentosi,ma ancora vivi e vegeti. Per istinto da gentiluomo si mosse prima verso la pantera,le si mise accanto e tentò di scrollarla,ma non pareva reagire,allora la sollevò da una spalla e le sollevò delicatamente per il collo,alzandole testa e tronco,le guardò gli occhi e vide che reagiva lentamente ed emettendo un suono simile ad un soffio,come un gatto che viene infastidito. Poi si accorse di quello che stava succedendo e il primo volto che vide da quando aveva subito il colpo fu quello dell'assassino,quando istintivamente era un altro volto quello che cercava.

Ehi Toran,Toran,mi senti?”

Si,ah le orecchie,non ci sento bene.”,disse Toran confusa,poi come svegliatasi d'un tratto,il suo sguardo si fece più atteso e debolmente si mise a cercare qualcosa con lo sguardo.

Sesshomaru...dov'è Sesshomaru? Sta bene?”

La ragazza cominciò ad agitarsi,in preda ad un improvviso timore scaturito dal fondo dell'animo. Ma Ezio la tenne ferma,ma senza esagerare con la forza,per timore di farle del male.

Tranquilla,tranquilla,non agitarti. Vedrai che starà a meraviglia,ma ti sembra che un tipo come quello si lascia piegare da una cosa simile? No,quello non ascolta nessuno di noi,figurati se un brutto fischio come questo gli ha fatto qualcosa.”

E fu proprio mentre parlavano di lui,che entrambi videro poco lontano dalla loro posizione,l'inuyokai riprendersi dal colpo subito,ma non poco alla volta,ma tutto d'un getto. All'inizio si era semplicemente mosso,dando i primi segni di ripresa,ma poi si mise subito in ginocchio,poggiando il peso squilibrato del proprio fisico solo sul ginocchio,per poi alzarsi in tutta la sua statura con uno slancio esagerato,come una bestia ferita che cerca di mantenere il controllo delle proprie funzioni,anche quando ormai ha le forze esaurite.

Ehi ragazzone,per un attimo ho pensato che stessi male anche tu,ma credo che le mie preoccupazioni fossero inutili. Dai,prova a svegliare quell'altro.”

E svenuto.”,disse Sesshomaru disinteressato

Svenuto? Che abbia subito il colpo per intero?”

Forse,oh forse quando siamo giunti ai piedi della statua stava già combattendo contro gli Ainu da molto più tempo di quanto facesse,faceva il gradasso,ma probabilmente durante il combattimento ha dato adito a tutte le sue energie e forse il colpo lo ha messo completamente a terra,in ogni caso non sembra in fin di vita. E comunque ora quel tengu e rimasto da solo.”

Quando finì di parlare Sesshomaru spostò la mano libera dietro il cappuccio,affondò l'artiglio nel telo del kimono e lo strappò via,liberando così la lunga chioma argentea,che gli scese dietro lungo tutta la schiena. Finalmente,quella soffocante sensazione di chiuso non lo avrebbe più tormentato.

Sesshomaru che stai facendo?”,chiese Ezio incredulo a quello che aveva appena visto.

Non ho bisogno di mantenere segreta la mia identità,non sono un assassino è tenere quella cosa in testa di certo non mi agevolava. E poi,se è vero che questo uccellaccio è venuto per conto di Otsune è evidente che Akira sappia già della nostra presenza in queste terre. Se a te viene meglio muoverti nell'ombra a me non cambia niente,ma io sono combattente e visto che adesso c'è da combattere,preferisco farlo a viso aperto.”

Il fiorentino non seppe cosa rispondere,sapeva per certo che le parole del ragazzo non erano conformi a quello che stava cercando di insegnargli e questo avrebbe dovuto farlo arrabbiare,visto che dopo il loro scontro,Sesshomaru aveva perso e avrebbe dovuto seguire le istruzioni del credo. Ma d'altro canto,chi era lui per imporgli qualcosa nella quale non credeva e alla quale non era interessato,il credo della confraternita,le sue regole e i suoi dogmi non erano qualcosa che si poteva instillare con la forza,non erano templari e di certo non voleva fare come loro. Era un tipo strano quel Sesshomaru,lo conosceva da solo un mese eppure,era rimasto incuriosito da quel personaggio dalle caratteristiche così originali. Non riusciva ad essere arrabbiato con il giovane dayokai,non condivideva la scelta,ma poteva capirlo.

Non sei proprio un tipo alla quale si possa dire di no vero?”

E mentre i quattro più in basso si riprendevano dal colpo subito,Marsatap continuava a sbattere le ali debolmente,tentando di restare in volo,usando il minor dispendio di energie. L'incantesimo che aveva lanciato aveva richiesto tutto il sangue che aveva assorbito dai seguaci morti durante lo scontro precedente e buona parte delle sue energie. Prezzo necessario per usare tutto quel potere in un solo ed unico colpo. Ma Urtak aveva dimostrato ancora una volta di essere un allievo modello e di saper contrastare un potente attacco come quello con una difesa contraria,di natura contraria alla sua offensiva. Non poteva negarlo,gli aveva insegnato bene,ma dire che era stato solo merito dei suoi insegnamenti sarebbe stato insulto alla bravura del giovane hanyou nelle arte magiche ed ora,doveva confrontarsi con quattro di loro e fortunatamente uno era svenuto per la troppa fatica. Forse era stato un bene che quel lupo si fosse mostrato a lui ben prima dell'arrivo di tutti gli altri. Ma oltre al suo precedente allievo c'era anche quell'altro,quell'inuyokai,ora poteva vederlo bene con i propri occhi,era incredibile quanto assomigliasse all'antico sovrano. Il primo re degli yokai,il primo a governare su quelle lande selvagge ed aver dato alla sua,oltre che alle altre razze assimilate una civiltà. La somiglianza era incredibile,anche con differenze fisiche ed estetiche evidenti,le antiche pitture lo dimostravano,ma per il resto erano identici. Che fosse un discendente ho un cane con una somiglianza casuale con il leggendario re,non aveva importanza. Forse era lui quello che Akira aspettava la comparsa nelle terre degli ainu,poco gli importava,lo avrebbe ucciso,insieme a tutti quelli che Urtak si era portato dietro. Non avrebbe perso,non ora che la fonte era così vicina. Aveva ancora del potere di riserva e il vento soffiava ancora forte,non poteva perdere,non con il vantaggio dalla sua parte.

E così Urtak,hai trovato delle persone molto più forti di quello che credevo,resistere ad un intera ondata di fedeli bagnati da un richiamo del sangue non è da tutti,specie se così in pochi,i miei complimenti.”

Gentile da parte tua corvo. Mi piacerebbe pensare che hai trovato la ragione dopo gli effetti della sconfitta della banda che adesso giace a terra. Ma credo che non intendi arrenderti non è vero? Mio vecchio maestro. Soprattutto vecchio.”, disse Urtak volendolo provocare.

MOCCIOSO ARROGANTE. HAI ANCORA MOLTA STRADA DA FARE PRIMA DI RAGGIUNGERE IL MIO LIVELLO E' L'AIUTO DI QUALCHE STRANIERO,ANCHE SE UNO DI LORO E QUASI LA COPIA ESATTA DELL'ANTICO RE,NON AVRAI RAGIONE DI VINCERE QUESTO SCONTRO,IL VENTO E DALLA MIA PARTE.”

Questo e tutto da vedere.”

Ezio.”,disse Sesshomaru mentre era intento a fissare la figura dello sciamano alato.

Dimmi.”

Immagino che tu non possieda nulla per abbattere un tengu da terra,giusto?”

Avremmo quella cosa da parte,ma non so quali sia la sua vera funzione e non ho idea se possiamo usarla in quella maniera. Non c'è la siamo portata dietro per usarla come arma.”

Già. In questo caso lo sistemo io,voi state indietro.”

Aspetta...”,disse Urtak con tono sicuro e deciso, “Siamo in due. Io posso ancora combattere.”

Anche io.”,disse Toran divincolandosi dalle braccia dell'assassino e mettendosi in piedi,con le forze che gli restavano. Per assurdo,tra tutti presenti era quella che aveva combattuto di meno per tutta la durata dello scontro e buona parte delle sue energie erano ancora disponibili per un ultimo combattimento.

Te la senti di combattere?”,chiese Sesshomaru con tono distaccato.

Se c'è la fai tu,non vedo perché io dovrei essere di meno.”

Sesshomaru n'è aveva la conferma,Toran stava bene e poteva ancora unirsi alla battaglia.

E tu Ezio,che pensi di fare?”

Io? Per quanto mi riguarda quel tipo lassù,finché non lo portate a terra sono completamente inutile. Certo potrei sparargli o lanciargli qualche pugnale,ma francamente con quello che sa fare quello li lo ritengo un impresa inutile. Mi sa che mi occupo del ragazzo qua a terra.”

il dayokai distolse lo sguardo dall'assassino e sapendo che non poteva fare leva sulle abilità di Ezio contava solo due personaggi di supporto. Con Koga a terra ed Ezio completamente inutile contro Marsatap poteva contare solo sulla pantera e lo sciamano. Non sapeva cosa fosse in grado di fare il tengu,ma non si aspettava una battaglia facile.

Va bene,io lo attacco frontalmente,tu Toran dammi supporto da terra e attaccalo sulla distanza e tu Urtak...”

Lascia fare a me.”

Sesshomaru si zittì quando lo sguardo dell'hanyou lo guardò direttamente negli occhi,l'espressione era piatta e statuaria,quasi quanto la sua,non poteva vederlo,ma lo avvertiva,una forte energia si stava formando dentro Urtak e non ebbe più nulla da dire. Non c'è ne era bisogno. Forse,non c'è ne era mai stato. La sua attenzione tornò a Marsatap,con tutte le piume chiazzate da una grande quantità di sangue,come il suo bastone e l'orrido teschio avvinghiato ad esso. Anche con gli evidenti sbalzi d'umore del tengu,forse dovuto al sangue,ai sentimenti d'astio verso Urtak,alla sua incrollabile fede,o a tutto queste cose assieme era chiaro che sapesse quello che faceva. Ormai era certo,la fine dello scontro era giunto,ora,dovevano solo giungere all'epilogo di quella fatica. Ora erano in tre a guardarlo,a sfidarlo apertamente,Bakusaiga era pronta a tagliare,il gelido potere di Toran a congelare e Urtak stava richiamando a se le forze naturali presenti in quel luogo sacro alla sua gente. Ora o mai più. Nessuna parola fu pronunciata,eppure capirono tutti i presenti che l'ultimo scontro aveva inizio. Il primo a scattare fu nuovamente Sesshomaru,Balzò in aria diretto contro Marsatap,pronto a tagliare di netto la testa del corvo umanoide,ma non fece in tempo a raggiungerlo che una violenta folata di vento lo spostò dalla sua traiettoria e lo fece sbalzare lateralmente e a quel punto Marsatap strinse con forza il bastone e diresse lo sguardo del teschio verso il guerriero scoperto,ma non fece in tempo a fare qualcosa,che una serie di dardi di ghiaccio partirono da sotto e bersagliarono Marsatap,ferendolo a malapena,ma distraendolo a tal punto da perdere la mira sul bersaglio e fargli mancare il colpo,che consisteva in una rapida folata di vento affilato come una lama,che andò da tutt'altra parte verso l'alto. Ma Marsatap non restò fermo ad aspettare e rispose ai deboli colpi della pantera e con il bastone chiamò a se una grande e larga nuvola proveniente dal cielo grigio e dando la direzione con un violento colpo verso il basso la nuvola si spostò a velocità inaudita,come un macigno che cade dal cielo. Toran non aveva mai visto una nuvola comportarsi in quel modo,ma anche a lei era chiaro che se si fosse schiantata su di lei,le avrebbe fatto veramente male,se non ucciderla sul colpo. Ma la nuvola non giunse mai su di lei,poiché quando fu quasi vicino alla pantera,Urtak fece altri segni con le mani e con voce gutturale iniziò a parlare,dissolvendo la nube che avrebbe dovuto ucciderla. Ma la mossa del giovane sciamano non finì qui,poiché affondò una mano nella terra sacra e l'altra verso le rapide correnti aeree è intonò una nuova formula.

RISUCCHIO DELL'ABISSO.”

Nel punto del terreno sotto Marsatap si creò un largo buco dell'ampiezza di sei metri e nel mentre una potente corrente d'aria discendente si scontrò contro lo sciamano dal nero piumaggio,spingendolo con molta forza verso il largo foro fuoriuscito dalla terra. Il suo interno era nero,come una sorta di oscurità proveniente da chissà dove. Non aveva idea di come Urtak fosse riuscito ad evocare una cosa simile e di certo lui non gliela aveva insegnata,fatto stava però,intuiva che una volta dentro,non sarebbe successo nulla di buono,per tanto,avrebbe fatto meglio a reagire e alla svelta. Sempre usando il bastone e senza pronunciare neanche una singola parola,fendette l'aria della corrente con un rapido colpo orizzontale,spezzando così la connessione che c'era tra il vento e la terra scomparve e infine rimase solo un grosso buco nella terra,neanche tanto profondo,giusto per farci cadere qualcuno all'interno,ma a parte questo nulla di straordinario. Marsatap decise di passare all'attacco e come primo bersaglio della sua offensiva di rivolgersi al primo che lo aveva attaccato all'inizio dello scontro,l'inuyokai. Spiegò le grandi ali nere e con un potente battito scattò nella direzione di Sesshomaru,con forza e rapidità che raramente aveva percepito nel suo corpo e quella,era una di quelle occasione. Non era un amante degli scontri violenti,ma doveva ammetterlo,sentire tutta quella magia del sangue,seppur non con la stessa intensità dei suoi defunti accompagnatori,era qualcosa di inebriante e lui,ne sentiva la potenza in una piccola dose,abbastanza debole da permettergli ancora di pensare e usare la magia,ma abbastanza carico da aver rinnovato le sue energie. Sesshomaru lo vide arrivare e nel mentre cercava di riprendere il controllo del suo corpo in quella corrente d'aria,fece un veloce capriola all'indietro riacquistando stabilità e spingendosi in avanti con tutta la forza che aveva nelle gambe,come una freccia scagliata da un arciere,si preparò allo scontro diretto. Una volta vicino a Marsatap poggiò entrambe le mani sul manico e tirò un fendente orizzontale,nel tentativo di decapitarlo,ma lo sciamano fu più rapido,dimostrando che anche un tengu poco avvezzo al combattimento fisico,aveva un controllo migliore dei propri movimenti in aria,suo elemento naturale. Passò sottò Sesshomaru e con una mano lo afferrò alla caviglia,poi aprì le ali e in un poderoso colpo delle stesse,si lanciò in alto,trascinando con se Sesshomaru,che capovolto a testa in giù non poté far altro che tentare di opporsi e la velocità raggiunta dal corvo era tale che l'inuyokai non riusciva a raggiungerlo con la sua spada. Stavano andando in alto,più in alto di quanto Sesshomaru si aspettasse,vide che superava l'alta statua sacra ai cervi superata di poco,mentre le strane correnti di quel vento inusuale li circondavano e davano forza alla spinta di Marsatap verso il cielo. Vide la grande testa dell'uccello nero girarsi verso di lui e guardarlo,con quei grossi occhi da corvo.

Sei la pallida imitazione di un vero re,cane. Una brutta copia di chi un tempo era riconosciuto con la giusta misura di che e degno di questo titolo. Al contrario tu...”

Non finì la frase che con la forza della sua malvagia magia lo lanciò sopra la sua testa,mentre lui immobilizzò come se fosse atterrato su terra solida,vide il guerriero nuovamente impotente e decise di dargli il colpo di grazia e questa volta non avrebbe fatto solo uso del suo bastone. Aprì nuovamente le grandi ali nere verso Sesshomaru,chiamò a se l'aria attorno a lui per farla incanalare nella bocca del teschio,che si aprì da sola,come se fosse dotata di vita propria.

Sei solo un miserabile che pensava di essere qualcosa di più un povero sprovveduto. BOATO DI KANDAK...

Ma non pronunciò in tempo l'incantesimo che da sotto di loro,qualcosa stava per scontrarsi contro la schiena del Tengu. Pareva un grossa stalattite di ghiaccio,molto simile a quella che aveva usato Toran durante lo scontro contro Sesshomaru nella città sepolta. La grande punta gelata saliva in cielo,sospinta da un vento molto forte e quando Marsatap si accorse dell'attacco in arrivo fu troppo tardi. Emise un forte urlo quando la punta lo raggiunse e lo colpì dietro,fu colpito e quasi non rimase ferito,il sangue che aveva bevuto lo rendeva più resistente agli attacchi fisici,ma l'effetto principale del colpo,non era quello infilzarlo. La schiena si fece più rigida e le sue ali facevano fatica a muoversi,mentre il ghiaccio che lo aveva colpito si stava diffondendo sul retro della gabbia toracica,rendendogli i movimenti quasi impossibili. Si sentì stupido in quel momento,mai avrebbe sospettato che un attacco di ghiaccio potesse raggiungerlo a quella distanza,così lontano dalla terra,non poteva essere stata la ragazza da sola,no,Urtak aveva certamente collaborato a quel colpo e lui avrebbe fatto meglio a procurarsi un altra barriera,ma ormai era troppo tardi. Sesshomaru poteva solo intuire come una cosa simile fosse capitata,ma non aveva tempo da perdere con quelle cose e potendo cogliere l'occasione al volo lo fece.

Adesso tocca a me...DANNATO CORVACCIO.”

Sesshomaru si preparò all'ennesimo scatto,concentrò tutta la forza nelle gambe e chiamò in parte anche il fondo delle sue energie per potersi dare più slancio possibile. Doveva finirla li,una volta per tutte,perché sapeva che il vecchio tengu questa volta aveva rischiato seriamente di ucciderlo. Si lanciò verso Marsatap e quest'ultimo nel vedendolo arrivare si preoccupò per davvero,doveva attaccare e in fretta.

ACULEI DEL VENTO”.

Usò ancora il teschio e non avendo il tempo di lanciare un solo ed unico potente attacco decise di cambiare tattica optando per un altra strada. Avrebbe sfruttato la potenza di tanti piccoli attacchi concentrati su un solo bersaglio,passando dalla potenza netta alla velocità d'esecuzione. La discesa del cane fu velocissima mentre sentiva l'aria di sotto farsi sempre più resistente al suo passaggio,con Bakusaiga pronta a tranciare il suo avversario,questa volta avrebbe dato il tutto e per tutto nel colpo che avrebbe dovuto garantirgli la vittoria. Mentre scendeva vide qualcosa venirgli incontro,poté dare solo una breve e fugace occhiata per definire cosa fosse e all'inizio gli parvero gocce di pioggia che salivano verso di lui,poi lo raggiunsero e iniziarono a tagliarlo,numerosi piccoli tagli si stavano infrangendo sul suo corpo,prendendolo dalla testa ai piedi. Singolarmente non facevano troppo male,ma tutti insieme riusciva a lacerargli la pelle e a farlo sanguinare,come se si stesse scontrando frontalmente contro centinaia di aghi acuminatissimi,fino a giungere sotto la pelle. Non aveva idea di cosa fossero,ma se il tengu credeva di poterlo fermare in quel modo,allora non comprendeva a pieno che anche Sesshomaru sapeva essere resistente,molto più che usando magia e trucchi di qualsivoglia sorta. Con il braccio che teneva la spada si parò il viso al meglio che poteva ponendosi di fronte al volto la mano chiusa a pugno,che stringeva Bakusaiga e con gli occhi protetti al meglio che poteva, riusciva a intravedere la sagoma di Marsatap,mentre gli puntava contro il teschio con la bocca aperta,comprendendo che era da li che veniva all'attacco. Ora Sesshomaru lo vedeva chiaramente,doveva solo essere più vicino,più vicino,ancora un po'. E li fece la sua mossa. Mise di restare in difesa e preparò la spada per poter attaccare attaccare di punta,con la spada messa di punta per poter infilzare il suo avversario come un pollo su uno spiedo mentre con l'altra mano,continuò a a difensersi dai piccoli tenendo la mano libera aperta. Doveva colpirlo,ora o mai più. Marsatap lo vide arrivare come un falco in picchiata e per quanto si sforzasse,per quanto aria potesse accumulare dai forti venti che aveva generato e che li stesse incanalando nel teschio era tutto inutile. Non poteva chiamare un attacco più forte per timore di avere poco tempo di usarlo,non poteva scappare,poiché le sue ali si era quasi completamente ghiacciate e faceva fatica a stare in aria,ormai lo vedeva arrivare,vedeva il scintillio della lama,vedeva il forte guerriero piombargli addosso e con i suoi grandi occhi neri non poté fare a meno di guardarlo,quello straniero,quella copia di re che presto gli sarebbe stato addosso e lui,non poteva fare più nulla per fermarlo. E infatti,Bakusaiga che trapassava il suo ventre,fu una chiara dimostrazione di quella supremazia. Sesshomaru lo aveva infilzato,trapassato da parte a parte e per esserne sicuro,Sesshomaru si strinse a lui,artigliandogli una spalla e con il tengu,precipitare verso il suolo,con poche energie ancora in corpo per poter fare qualcosa durante la caduta. Era sfinito,complici anche i numerosi colpi che Marsatap gli aveva precedentemente lanciato. adesso poteva solo andare verso il basso. I due cominciarono a scendere sempre più veloci,mentre l'aria,che prima girava in maniera incontrollata,quasi fosse una tempesta,ora invece sembrava calmarsi e anche se il cielo sopra le loro teste non si faceva più chiaro era evidente che il vento non soffiava più in maniera così forte ed agitata,anzi,gli parve strana,a contatto con la pelle la sentiva non solo con la calma di una brezza invernale ma quasi soffice,come ad accarezzarlo,a toccarlo dolcemente. Poi,si accorse che mentre scendeva insieme al tengu,la loro discesa rallentava,via via sempre meno frenetica,accompagnata da una grande e dolce corrente discendente,che attutiva la loro caduta,ora aveva la certezza che la sua non fosse solo una sensazione,ma anzi,che qualcuno fossi li con loro in quel momento. Stancamente si guardò attorno e non vide nulla se non roccia,aria,un cielo grigio e...una donna. Non gli pareva reale,la vedeva,nel vento,sembrava un fantasma,tanto trasparente pareva che per un attimo gli parve di vedere solo aria,ma la percepiva,era li,abbastanza vicina da poterne definire solo i contorni. Il Vento,una brezza gentile,una donna...era lei,ne era certo.

Kagura?”

La vide per un attimo,un attimo soltanto. Un immagine della mente,ma la vedeva chiaramente,i capelli neri raccolti in una piccola coda,iridi rosse,labbra rosse che gli sorridevano tra il dolce e il beffardo e quel lungo e stretto kimono viola,con quella manica blu della sottoveste che le copriva il braccio destro. Nessun ventaglio,nessuna grande piuma sotto i piedi,solo lei e il vento. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Scendava piano,insieme a Marsatap vivo,ma ancora per poco,troppo debole per reagire,troppo debole per poter attaccare,ma ancora in forze per poter dire giusto poche parole.

Non sei un re,non il nostro antico eroe,una pallida imitazione,ecco...che cosa sei.”

Poi esalò l'ultimo alito di vita,poi si spense,il bastone gli scivolò di mano e precipitò. Sesshomaru liberò la lama dal corpo di Marsatap e lo fece cadere,insieme al suo bastone,era finita,aveva vinto,avevano vinto. Per quanto odiasse ammetterlo Sesshomaru aveva speso troppe energie durante lo scontro precedente e il tengu si era rivelato un avversario molto più ostico e potente di quello che aveva immaginato è se questo Sciamano era stato difficoltoso non osava immaginare cos'altro gli avrebbe mandato contro quella terra selvaggia e inospitale. Folli invasati,magia oscura e quell'inuyokai,Ichiin,il primo re,era davvero così importante questa gente? E quel luogo,quella zona sacra dei cervi,perché era così importante per Otsune occuparlo? E infine,Kagura,perché era li? Era morta,era divenuta vento e come tale era libera,ma allora perché era li,con lui,nell'Hokkaido? Non sapeva nulla,nulla sembrava avere senso. Pian piano scese a terra,vicino alla base della grande statua,con Toran ed Ezio che gli correvano incontro mentre Urtak era accovacciato vicino ad un Koga disteso,ma lamentoso e fortemente indebolito. Un rumore di corno echeggiava nell'aria proveniente dal campo di battaglia tra gli ainu e defunti custodi in quell'istante videro la massa dei vivi invasori abbandonare il campo di battaglia,abbandonare lo scontro e darsi alla fuga. I difensori avevano vinto.

Ehi ragazzo,francamente non ho capito niente di quello che è successo contro questa specie di pennuto umanoide,ma lo hai ucciso,bravo. Come ti senti?”,disse Ezio con un certo entusiasmo nella voce

Come uno che è appena uscito vincitore da uno scontro. Quindi bene.”

Per quanto cercasse di mantenere quell'atteggiamento da duro,era chiaro come la luce del sole che Sesshomaru non avrebbe saputo reggere ancora per molto. La fatica accumulata durante il combattimento contro l'orda degli ainu immortali e Marsatap che aveva usato i suoi poteri contro di loro per tutto quel tempo li aveva privati di molte forze e solo combattendo uniti erano riusciti a vincere contro il rancoroso sciamano dalle piume nere. Lo videro li,morto,esattamente come gli stessi seguaci che lo avevano seguito e poi erano stati finiti da colui che avrebbe dovuto aiutarli a vincere e non per essere usati come difesa personale da usare contro i nemici di Otsune e pertanto suoi. Lo scontro era finito,avevano vinto e potevano dire di aver messo tutto se stessi nella battaglia. Stanchi,sporchi,feriti,ma vittoriosi. Un importante smacco ai piani della sacerdotessa regina.

Comunque Toran...”,disse Sesshomaru rivolto alla pantera, “Sei stata brava con quel colpo,non mi aspettavo riuscisse a raggiungere quel tengu,mi sei stata d'aiuto.”

Le tue parole mi confortano,ma non ci sarei mai riuscita senza l'aiuto di Urtak,mi ha detto di lanciare un colpo e lui lo avrebbe reso più potente. Mi ha dato una pacca sulla spalla e il frammento di ghiaccio e diventato una punta molto,ma molto più grande. Non ho la ben che minima idea di come ci sia riuscito.”

Davvero?”

Lei annuì con la testa e subito Sesshomaru rivolse lo sguardo verso l'hanyou più lontano da loro,mentre stava aiutando un Koga intontito e lento nei movimenti a riprendersi dal brutto colpo. Chi era davvero questo Urtak e cosa celava realmente quel posto? Il fatto che fosse un posto non lo convinceva abbastanza per poter credere che fosse l'unica spiegazione per tenere lontani il popolo dei cervi alla quale era dedicata,che c'entrasse qualcosa l'antico re? E poi,Koga,perché era qui prima del loro arrivo e da dove era giunto? Ma più importante di tutto,Kagura,perché si era manifestata in quel luogo? Perché mai proprio a lui? Per ora si sarebbe goduto la vittoria,poco male,un servo della regina Otsune era morto e adesso lei poteva contare su meno risorse da schierare e se le testimonianze erano vere,allora anche Akira,se era realmente in quelle terre,sarebbe rimasto danneggiato dalla sconfitta del corvo,forse non direttamente,ma almeno era un inizio. Il primo passo in avanti era stato fatto. Ora restava solo di farne altri,per completare il suo percorse che lo avrebbe portato verso il maestro templare. Quanto gli piaceva rovinare le aspettative di Akira.


Nel frattempo,a grande distanza dal tempio.


Su una collina distante,protetta dalla folta vegetazione del luogo,un piccolo gruppo di individui,vestiti con bianche pellicce tessute in maniera elaborate e con annessi cappucci a coprire il capo e alla vita erano strette cinture tinte di rosso,con monili in osso a forma triangolare,usate come fibbie. Erano assassini. Intorno a loro un folto numero di combattenti erano stesi a tetti,tutti morti,ma non erano i classici fanatici religiosi che seguivano il verbo della falsa regina,no,questi erano vestiti di tutto punto con armi e armature delle terre più a sud dei loro confini,tra loro c'erano yokai,hanyou e umani e tutti avevano una cosa in comune oltre l'equipaggiamento. Una croce vermiglia sul petto,non c'erano dubbi. Templari. Tra gli assassini presenti sul posto ve ne era uno,una figura massiccia,dalle spalle larghe,indossava una pesante armatura di metallo,leggermente dissimile da quelle dei soldati morti in mezzo a loro e dall'aspetto grezzo e ruvido e alle spalle teneva un mantello di una pesante pelliccia marrone,ma a vederla faceva un certo timore indossata da un uomo così grosso. I dettagli dell'armatura erano piuttosto primitivi,con zanne e artigli d'orso sparsi su bracciali e stinchi e al collo portava un piccolo monile a forma dello stesso animale con la bocca aperta. Le armi che si portava appresso erano un pesante martello,dal manico di legno ricoperto di tacche e la testa a sfera e uno scudo rotondo ma,di legno,con una serie di tre strisce diagonali a rappresentare una artigliata. Guardava in direzione del tempio e sapeva bene cosa stesse succedendo al suo interno.

Signore,signore...”

L'uomo incappucciato si girò verso la voce che lo stava chiamando e si rivolse ad uno degli assassini,una giovane yoro che cercava di attirare la sua attenzione.

Cosa c'è ragazzina?”

Signore,non crede che dovremmo recarci anche noi al tempio?

No,non ancora,hai visto anche tu lo scontro che si è tenuto poco fa in quel posto in rovina e poi la nostra presenza serve qui,a impedire che altri bastardi templari vengano a dare man forte ad Akira e alla sgualdrina regnante.”

L'uomo corazzato si girò nella direzione opposta al tempio e iniziò a incamminarsi verso il fondo della collina,passando in mezzo ai corpi dei soldati templari,seguito immediatamente dalla ragazza.

Se le informazioni della maestra Yuki sono giuste allora il figlio di Inutaisho e anche accompagnato dalla signora delle pantere e da un maestro assassino che si trova nel luogo e nel tempo sbagliato,per non parlare di Urtak,quello si che sa fare bene il suo mestiere. Se c'è anche Koga tra di loro hanno già trovato un alleato sicuro di cui fidarsi. Noi per ora abbiamo altro da fare. Che il giovane cane faccia pure le sue scoperte,d'altronde,non è anche quello che aveva fatto anche sue padre in queste terre,no?”

  
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