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Autore: RoriStark    12/11/2022    1 recensioni
giuro che migliora dopo i primi capitoli!! hahaha BTW Bleach con l'introduzione di un OC che viene chiamato a lavorare per la soul society come shinigami! Ecco le avventure di una piccola shinigami che capitombola nell'intreccio di vite del seiretei. Bleach e' stata la mia prima ossessione e spero davvero di dare onore a quest'opera!
Genere: Azione, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Sosuke Aizen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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"Rosso come il sangue
bianco come le ossa
rosso come la solitudine
bianco come il silenzio
rosso come i nervi di una belva
bianco come il cuore di un dio
rosso come l'odio che sgorga sciogliendoti
bianco come il dolore che ti agghiaccia
rosso come l'ombra che divora la notte
come un sospiro che trapassa la luna
splende di bianco, si spegne di rosso."
(Volume 17 - Rosa Rubicundior, Lilio Candidior - Yoruichi)

 

 Himawari aveva deciso di non pensare più, smetterla di rimuginare su quello che stava accadendo. Ma ogni volta che se lo ripeteva, finiva sempre per cadere nella spirale dei suoi pensieri. Era strano, assurdo, ridicolo, ripeteva la sua stessa voce, un'eco nelle pareti del suo cranio. Era finita  lì per vendicarsi, non per fare una scampagnata. Era la prima volta che una sensazione tanto logorante ed opprimente la colpiva. Cosa le stava facendo dentro,quel Quincy? Perché le sconquassava le viscere ogni volta che parlava, che la guardava

che sorrideva

Forse avrebbe dovuto fare marcia indietro. Tornare da Rin ed aspettare Sosuke, ammettere di essersene andata e fare ritorno a casa, a chiedergli aiuto, scusarsi con lui per tutto. Poi Perot di nuovo, il Sio cervello si fossilizzò testardo, all'idea che ora, non poteva più tornare indietro, senza pagarne le conseguenze. Il pensiero,le fece gelare il sangue nelle vene e si chiese se mai, avrebbe più rivisto Sosuke.  Le foglie scricchiolavano sotto i sandali di paglia, lasciando nell'aria un buon profumo di pioggia. Sentiva i calzini umidi ed avrebbe tanto voluto tornare a casa. 

 

Ma ora

Non doveva più pensare 

Doveva agire

 

La Shinigami diede uno sguardo fugace a Jugram, che intanto camminava di fianco a lei, in silenzio, con la spada ancora al suo fianco, non aveva sguainato. Avanzava cauto  verso il loro bersaglio. Il Quincy che li stava sfidando, era alto e robusto. Non era un armadio come l'omone di prima, ma se la cavava in fatto di muscoli e stazza. Indossava il solito abito bianco, con pochi dettagli a distinguerlo dagli altri. Qualche drappo sulle spalle ed una cintura rossa alla vita. Aveva i capelli rasati corti e biondicci, più scuri di quelli di Jugram. Se ne stava lì,come una statua Silente dalle folte sopracciglia nere e aggrottate. Un netto contrasto ,con tutto quel bianco. Gli occhi azzurri ,erano fissi su di loro, stretti in due fessure luccicanti. Li attendeva a braccia aperte ed un ghigno famelico,le noccoliere brillarono quando un raggio di sole vi cadde sopra dopo aver perforato una nube in cielo. Fu di nuovo una fatica, costringersi a non pensare, quando Jugram diede un'occhiata in tralice a Himawari e le fece un cenno col capo, sulle labbra un mezzo sorriso che le agitò le farfalle nello stomaco. Lei annuì,cupa in volto, ingoiando la sua paura e qualcos’altro, che aveva deciso di non saggiare affatto e buttarlo giù nello stomaco come una medicina troppo amara per essere saggiata. Un veleno per quelle farfalle che le zitti' di nuovo. 

Gli occhi di Aizen
uccisero quelle farfalle



Con un movimento rapido ed uno sbuffo concentrato, i  due combattenti, scattarono in avanti, avvolti da un turbinio di foglie, quando la distanza tra loro si dimezzó abbastanza dall'essere ragionevolmente considerata pericolosa per entrambi. Anche il loro avversario, scattó con un pesante slancio verso di loro. L'omone,riempì l'aria di una malevola risata folle, i pugni stretti fino a conficcarsi le unghie nei palmi. Himawari vide il movimento del Quincy, lo osservò studiandolo con attenzione, meticolosa. Notò che nella sua corsa, i suoi occhi erano saettati verso di lei, il corpo del Quincy leggermente piegato nella sua direzione. La Shinigami puntò un piede e scartó di lato, piegandosi in un arco perfetto per evitare un pugno scintillante in piena faccia. Le noccoliere del Quincy erano pregne di energia blu, chiaramente cariche di reishi. In cuor suo, sapeva che non volevano ucciderla sul colpo, altrimenti, non avrebbero avuto nulla da mangiare. I Quincy non riciclano le anime, loro le eliminano dall'esistenza,con un semplice *puf*. Le anime delle loro vittime, andavano, Dio solo sapeva,dove. Sicuramente, ucciderla con quelle armi sarebbe stato un colpo di zappa ai piedi. Per mangiare la sua anima dovevano prenderla viva. Approfittò del balzo dell’avversario su di lei, la sua guardia abbassata, per menare un fendente sul suo tendine d’achille. Lo tagliò come se fosse stato burro e un fiotto di sangue schizzò sulla sua faccia mentre scivolava via. Osservò il quincy rovinare a terra e rotolare nella polvere, mentre imprecava verso di lei. Jugram intanto, era scattato al lato opposto di Himawari. Con uno scattó, si era affiancato di nuovo a lei ed osservava l’avversario, che ringhiando, cercava di rialzarsi a fatica. La rabbia brillava nei suoi occhi. La sua voce era un filo sottile e tagliente, fatto di puro odio. Lei sorrise passandosi un pollice per pulirsi quel sangue dall'occhio. Sorrise beffarda, sputando nella polvere

“ma brava, puttanella Shinigami…ma questo non impedirà al grande  Kerstin Otis di prendere la tua vita…”

“non è il vostro capo a desiderare la mia anima? “


chiese lei, con tono confuso e leggermente sarcastico. Ma la domanda se la stava ponendo davvero. Kerstin, emise una risata gorgogliante, mentre puntava i piedi a terra, il sangue continuava a fiottare dalla sua ferita. La sua voce tuonò beffarda,nonostante il suo svantaggio evidente. Strinse le noccoliere facendo schioccare le ossa, un ghigno sinistro stampato sulla faccia. Aveva preso l’aspetto di un grosso, brutto gargoyle, tanto era incazzato, non sembrava quasi più umano

“potrei dire di sì…ma se io ti prendo, sarò io il capo…diciamo che nel nostro clan, c’è in corso una lotta al potere…mi stupisce che tu ti stia fidando del tuo compagno"


Fece una pausa improvvisa, come se volesse pensare a qualcosa. Poi incrociò le braccia al petto e e finse di guardarla con finta compassione.La testa si piegò con una strana e sinistra angolazione. Prese ad armeggiare con le mani, come se stesse raccontando una storiella

 

"sai come funziona coi polli, prima li ingozzi, poi te li mangi. Io potrei accontentarmi di te,adesso, magari il tuo amico vuole renderti più appetitosa…uccidendo noi, i suoi avversari”

 

Himawari si voltò quasi in slow-motion verso Jugram. Chiedendosi che faccia stesse facendo. A quanto pare, non aveva per nulla apprezzato l’osservazione del suo nemico.  Aveva smesso di sorridere, i suoi occhi erano ridotti in due fessure, dietro di esse, due smeraldi brillavano alla luce fioca della sera. La voce della shinigami gli arrivò come un sussurro, tremava come corde di violino pizzicate male

 

“Walth?...”

 

Jugram si voltò con un guizzo del capo verso di lei. Si sentì mancare la terra sotto i piedi. Era abituato a vederla arrossire, non sbiancare. Era bella, quando i loro sguardi si incrociavano e le sue gote si tingevano di rosso. Ora invece, la sua pelle era cerulea, quasi malaticcia. La presa sull’elsa era incerta. Jugram sentì il cuore perdere un battito, quando lei vacillò. Fece un passo avanti, lei ne fece uno indietro. Haschwalth si arrestò, una mano tesa verso di lei, dietro di loro , Kerstin se la rideva di brutto,godendo della vista del suo semino appena piantato.

 

“Himawari, guardami, non devi ascoltarlo”

 

La shinigami si strinse forte, la mano ancora stretta sulla zanpakuto. Guardava il Quincy con occhi sgranati, la sua mente era un connubio di terrore e confusione. Era vero? No, impossibile, glie lo aveva detto. Eppure, se fosse…La volpe non lo dice alla gallina che sta aspettando di vederla abbastanza grassa per cominciare a scavare sotto al pollaio. Il predatore, prima di mangiare la sua vittima, si avvicina. Himawari fece un’altro passo indietro quando lui si mosse appena. Poi , la voce del Quincy avversario  tuonò dietro di loro

 

“Ranso tengai!!”

 

entrambi si voltarono di scatto, quando videro Kerstin partire di nuovo all’attacco. Erano impreparati, lei era impreparata e lui si era distratto. Fu un istante, gli occhi dell’avversario brillarono di una luce cruda e intensa, mentre dalle sue noccoliere uscivano delle lame fatte di Reishi. Ora che lo osservava, l’uomo era avvolto da reishi, come se fosse stata una marionetta mossa da fili di energia. Era una tecnica Quincy, ma lei non aveva mai combattuto un Quincy in  vita sua, ne aveva solo sentito parlare. Cosa doveva fare? Scansarsi? Parare? Incassare?

morire?

Il suo avversario si stava gettando su di lei con un’ignoranza bovina,la bava che gli grondava dalla bocca e gocciolava via in aria alle sue spalle

 

“Himawari!”

 

si sentì spingere all’improvviso per le spalle. Troppo peso perchè riuscisse a stare in piedi, così finì con le ginocchia sbucciate sul selciato. Non capì cosa era successo, finchè non vide i capelli biondi di Jugram pioverle sul naso. Lei alzò lo sguardo ed il quincì era lì, in ginocchio di fronte a lei. Istintivamente la ragazza lo avvolse con le braccia, premendo le mani sulla sua schiena, ma lo sentì sussultare all’improvviso, emettendo un ringhio di dolore. Himawari sobbalzò di riflesso, allontanando le mani. La shinigami sbirciò oltre la sua spalla,per guardarsi i palmi. All'improvviso, la ragazza smise di respirare, gli occhi sgranati sulle sue mani sporche di qualcosa...qualcosa di umido...qualcosa di 

Rosso

sulle sue mani, grondava caldo, scintillante e denso, il sangue del Quincy dai capelli del colore del grano. La voce di Himawari aveva il suono del pianto, spezzato dal terrore,dal dolore e qualcosa di profondo

 

“Walth?..”

 

la voce di Jugram era sottile e densa come fumo, quando le arrivò alle orecchie, spostandole i capelli con un soffio

 

“scappa…scema…”

 

Il tempo rallentò, fino a ridursi ad un raccapricciante strascichio. Himawari avvolse  di nuovo Jugram con le braccia.  Una mano insanguinata sulla sua nuca, una sulla vita dove sembrava non essere ferito. Se lo strinse addosso come una coperta, qualcosa di caro, qualcosa di prezioso, che non doveva piu' essere toccato da altri. Sussulto', mentre il Quincy si accasciava su di lei con un sospiro stanco ed un ringhio sommesso. Gli occhi di lei, sgranati dalla sorpresa, le labbra dischiuse in un'espressione spaurita, confusa. Gli massaggiò i capelli morbidi, ne respirò il profumo. un braccio di Haschwalth le circondò le spalle, reggendosi a lei. Lo sentì tremare ed istintivamente lo strinse più forte che poteva. Aveva paura di sentirlo cadere in pezzi da un momento all’altro. Ed era colpa sua, lo aveva distratto, ci era cascata, era una fottuta strategia. Qual figlio di puttana. O forse era colpa sua e basta?
 

"Himawari...scappa..."
 

Cosa aveva combinato?

 

Kerstin li aveva superati di una decina di metri, a causa del forte slancio e della frenata in scivolata. Si era voltato, leccando via il sangue di Jugram dalle noccoliere.  Rispose allo sguardo di Himawari con una risata secca e dura, mentre si piegava per scattare di nuovo verso di loro. Un turbinio di foglie e polvere vorticò dietro di lui, la sua risata tuonò come un monito definitivo. Himawari doveva fare qualcosa, ma non poteva muoversi. Doveva attaccare, ma non poteva impugnare la sua zanpakuto, non poteva lasciarlo cadere a terra. Non era giusto. Non ne avrebbe comunque avuto il tempo. Sentì una rabbia selvaggia rimbombarle nelle tempie,no, lei non era una cazzo di donzella in difficoltà. Doveva fare qualcosa e lei aveva già in mente cosa sperimentare su quel figlio di puttana cannibale. Una mano si tese verso l’avversario. Non aveva tempo per recitare la formula, così, fece appello alla sua rabbia. La sentì scorrere nelle vene come metallo fuso. Cacciò via le lacrime dagli occhi con un battito di ciglia, strinse i denti. La reiatsu colava dalla mano come inchiostro nero e denso. La sua voce era decisa, pericolosa. 

 

“hado numero novantanove….Kurohitsuji!!”

 

La corsa folle del quincy, venne fermata improvvisamente, come se i suoi piedi fossero delle calamite ed il terreno fosse fatto di ferro. Venne inchiodato sul posto, mentre una grande pressione lo costrinse ad inginocchiarsi sul selciato. L’uomo riuscì a guardarsi attorno solo per vedere un enorme bara nera, fatta di pura energia,  chiudersi attorno a lui fino a sigillarsi. Questo diede il tempo ad Himawari di fare una cosa, la più urgente, portare al sicuro Jugram. Con uno shumpo, indetreggiò fino all’albero più vicino, aiutandolo a poggiarsi al tronco. La shinigami si guardò le mani,ancora sporche di sangue, tremava come una foglia, ma strinse forte i pugni e indurì il cuore

 

“non vado da nessuna parte,senza di te..."

gli passo' una mano tra i capelli, piego' il viso fino a poggiare la guancia sudata e sporca di terra, contro quella del Quincy. Un sussurro alle sue orecchie

"scusami, Walth”

biascicò reprimendo lacrime di rabbia, tristezza,paura. Frugò nella tasca e trovò un gingillo che faceva proprio al caso suo. Era un dispositivo che si usava spesso in battaglia. Urahara era un tipo strambo, stronzo delle volte, ma cazzo se era un genio. Himawari si fece un taglio sul dito con l’unghia e lasciò colare il liquido sul cubetto verde che teneva in mano. Questo prese la forma di un coniglietto che pareva fatto in stile origami. La shinigami si avvicinò al quincy lentamente, con il coniglietto stretto in una mano. 

 

“fammi vedere…”

 

gli posò la mano libera sulla spalla, tirando appena verso di sè per sbirciare il danno. Le lame avevano tagliato a fondo, quasi fino all’osso, segnando due solchi sulla schiena del quincy come artigli di un grosso predatore. Il sangue aveva ormai reso la divisa bianca del quincy di un unico colore rosso. Il sangue le si gelò nelle vene

 

“perchè ti sei messo davanti?scemo…scemo!”

 

lui sorrise appena,mentre piegava il volto verso il suo orecchio, la tempia si poggiò su quella della shinigami, stanca, le braccia ciondolarono ai suo fianchi. La voce di Jugram le solleticò di nuovo l’orecchio

 

“li volevi tu, questi?”

 

sussurrò il Quincy, la sua voce densa come fumo le fece accapponare la pelle. Le mani si strinsero sulla stoffa della sua divisa. La shinigami si concesse di abbandonarsi per un attimo contro di lui, piegando la guancia contro la sua con un sospiro lento.

 

“me li meritavo…”

 

ribattè lei quasi con durezza. Sul viso un espressione imbronciata, quasi da bambina

 

“sciocchezze…”

 

Concluse lui con un ghigno esangue Himawari lasciò andare il coniglietto, che scivolò alle spalle del Quincy, sprigionando una luce verdastra di energia, che fermò il sangue all’istante e prese a curare le sue ferite. La shinigami trovò altro tempo per stringerlo di nuovo, attenta a non fargli male. Affondò il viso nei suoi capelli e chiuse gli occhi, mentre sentiva che anche lui, la stava stringendo piano. La voce di lei si spezzò di nuovo, ma stavolta, due lacrime le rigarono le gote, infiammandole di rosso. La mano di lei gli passò tra i capelli, il labbro tremolò

 

“non farlo più…ok?”

 

sussurrò scostandosi da lui, gli posò una mano sulla guancia, sporcandolo di sangue. Piegò il capo come per ammirare ancora una volta quegli occhi verdi. Sorrise appena e continuò con la voce che divenne un sussurro stanco, sebbene il tono fosse di finto rimprovero

 

“non farti male per colpa mia”

 

con il pollice gli accarezzò uno zigomo, tracciandone il segno con una striscia cremisi. Si morse il labbro, annuendo a chissà quale pensiero

 

“non fare il cavaliere per me, io ce l’ho un ragazzo, sai? E poi, sono una shinigami, me la cavo sempre. Non fare lo sciupa femmine con me...mi fai battere il cuore troppo forte, poi non riesco a concentrarmi...”

 

disse con tono leggero, sebbene esitante. Sembrò rimproverarlo come una mamma, elencando i suoi ordini in modo quasi scherzoso. Come se volesse dargli una scusa idiota per farlo desistere dal proteggerla a costo della sua sicurezza. Himawari non voleva più vederlo sanguinare, nemmeno per un’istante. Sbattè le palpebre impregnate di lacrime e scosse il capo. Si diede due schiaffetti sulle guance come per riprendersi da quello strano momento. Tornò quindi a sorridere al quincy, era in salvo e lei, lo avrebbe protetto. Era abbastanza forte e parecchio arrabbiata. Lui la guardava rapito, in silenzio. Lascio' che la voce della shinigami riempisse quel vuoto che aveva addosso, dentro. Una voce dolce come poche,gentile,innocente. Eppure, era forte, combattiva, una guerriera delicata come un fiore, tagliente come una lama

 

“torno subito…”

 

la shinigami si alzò lentamente. Raccolse la zanpakuto e si voltò verso la bara che intanto, alle sue spalle, si era sgretolata. Aveva lasciato il segno sulla pelle del Quincy, tagli ovunque, la sua guardia spezzata, le noccoliere a terra in pezzi insanguinati. La stessa figura del quincy sembrava un cadavere sbocconcellato. A malapena sembrava reggersi in piedi, mentre guardava la ragazza avvicinarsi lenta come la morte. Le lacrime si erano asciugate, lasciando sue solchi sulle gote sporche di terriccio . Lo guardò con l’odio vuoto di una stella sul punto di implodere. Il quincy cercò di muoversi, ma lei fu più rapida. Con uno shumpo lo raggiunse, ne scaturì poi una pedata che lo mandò al tappeto. Il Quincy imprecò, tossendo e sputando grumi di sangue. Le labbra e i denti erano screziati di rosso. Con la coda dell'occhio,  guardava la ragazza dai capelli rosa piantare la suola della scarpa sulla sua tempia. La testa del Quincy affondò nel fogliame. Era la prima volta che la shinigami strappava una vita, la vita di un essere umano,eppure era incazzata, troppo incazzata per esitare, per pensare. La vita di un Quincy, stava per essere strappata dalle mani di una shinigami, di nuovo.  Estrasse la zanpakuto e la posò sulla sua gola. La sua voce, forse più tagliente della sua lama

 

“assapora gli ultimi momenti..”

 

Con un guizzo del polso, tagliò nervi, tendini ed osso. gli  afferrò lo scalpo e con uno Strattone netto gli spiccò la testa dalle spalle. Un fiotto di sangue guizzò dal suo collo mozzato, grondando a terra come se si fosse rotta una tubatura.La ragazza sollevò il suo trofeo,lo osservò pensosa. Fece infine spallucce, posandola a terra e con un calcio la spinse via, osservando l’espressione instupidita del Quincy ormai defunto.La testa si fermò a pochi metri da lei. La guardava ancora, nei suoi occhi  sbarrati, si leggeva chiaramente lo stupore per aver capito di essere stato ucciso. Dalle labbra dischiuse le parole mai dette “mi ha ucciso, mio Dio, mi ha ucciso” ma solo la voce di Himawari scivolò verso di lui nel vento. Un sussurro, una preghiera. 

 

“l’eterno crepuscolo ti accolga…”

 

si scostò da quella scena. Si voltò verso Jugram, gli occhi socchiusi in direzione del Quincy. Lo vide alzarsi lentamente, scrollandosi di dosso la polvere. Rimase immobile, mentre lui la raggiungeva in un paio di falcate. Lei rimase immobile mentre rinfoderava la sua arma. Lasciò cadere le braccia ai fianchi,guardandolo con un sorriso stanco. Jugram si fermò ad un metro da lei, la sua voce soffiò nel vento, mentre la osservava con un certo rapimento, nel vederla in quello stato.  Era bella, ora capiva cosa aveva spinto Aizen Sosuke a considerarla una Shinigami da conto. Lui sapeva molto più di quanto diceva, ma era un segreto. Non poteva mostrare i suoi veri poteri, era troppo presto, era pericoloso. Stranamente però, quella ragazza era una continua sorpresa per lui. Quella Shinigami, riusciva a scivolare via da ogni sua previsione. Era una continua incognita, una zona d'ombra che non riusciva a comprendere

 

“è la prima volta che ti vedo strappare una vita umana. Come ti senti?”

 

lei sorrise e piegò indietro il capo, portò una mano insanguinata contro la guancia e vi fece un segno simile ad una lacrima. La sua voce era un sussurro tombale. Gli restituì uno sguardo da far tremare le budella

 

“vicina a Dio.. "

 

All'improvviso,la sua ombra si fece più scura,densa,pesante. La Shinigami sgranò gli occhioni cremisi in direzione dell'ombra. Una mano artigliata, ossuta e dalle dita eccessivamente lunghe ed artritiche, uscì dalle ombre, afferrandola per una gamba. Himawari si sentì graffiare la pelle, le unghie la perforarono e lei gridò cadendo rovinosamente in ginocchio con un sussulto. Sentì le ferite alle ginocchia lacerarsi, strinse i denti, soffocando un gemito di dolore

 

"Himawari!! "

 

La Shinigami sentì che altro stava sbucando da quell'ombra.C'erano zanne? Occhi?

 

Merda

 

sapeva benissimo a chi appartenevano quelle macabre estremità. Ma era indebolita, stanca e non avrebbe mai pensato che altro sarebbe spuntato dal nulla. Ma come aveva detto Kerstin, c'erano altri contendenti. Come gli squali, avevano sentito il sangue strillato ed erano accorsi. Si sentì affondare, qualcosa la atrattonò, la trascinó nell'ombra, inghiottendola. La mano tesa in aria ad afferrare il nulla, mentre anche Walth subiva lo stesso servizio. Himawari calciò una zampa via da lei, spinse un paio di mandibole zannute con le mani, ignorando i denti affilati tagliarle i palmi. Tese una mano insanguinata verso il Quincy, puntellandosi col gomito, affondando gli artigli nella terra fino a distruggersi le unghie. 

 

"Walth!! "

 

La Shinigami gridò e le loro dita si sfiorarono di nuovo, ma non riuscì ad afferrarlo. Venne strattonata indietro e lei gridò dal dolore

 

"Himawari?! "

 

Ci fu un ironico plop, le due figure vennero inghiottire dal terreno di foglie ed il silenzio tornò a regnare in quel bosco. Ironicamente, beffardamente, come se nulla fosse successo. Rimase solo il cadavere del Quincy, la sua testa altrove, le figlie che cadevano sopra di lui come una pietosa coperta. 

 
  
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