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Autore: LaTuM    13/11/2022    1 recensioni
"Voglio tutto il romanticismo possibile e voglio tutta la passione e l'istinto, spegnere il cervello e lasciar fare agli ormoni e alla voglia che ho di te. Quindi sì, ho studiato, mi sono preparato perchè quando sarà il momento voglio godermi tutto: con la testa, con il cuore e con il cazzo."
"Poetico" rispose Kei facendo sfociare il sorriso in una risata.
"E' il mio tratto distintivo" rise a sua volta Tetsurou prima che il suo sorriso venisse catturato dalle labbra del biondo, affamate e desiderose di mettere a tacere quella raffica di parole imbarazzanti, ma di cui Tsukishima si ritrovava a condividere ogni sillaba.
|KuroTsuki - post Nazionali|
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Gatto e la Luna'
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Storia di un Gatto che amava la Luna (e della Luna che amava il Gatto)

Diclaimer: Haikyu! non mi appartiene e da questa storia non ci ricavo neanche uno zellino.

Nelle puntate precedenti de Il Gatto e la Luna:
1. Come il Gatto catturò la Luna

2. E venne la Luna che morse il Gatto
3. Il Gatto sul tetto che scotta
4. La Luna che beffò il Gatto


Storia di un Gatto che amava la Luna

(e della Luna che amava il Gatto)



Quando Kei aprì gli occhi ci mise un secondo a mettere a fuoco dove si trovasse – e no, per una volta non era colpa della sua fastidiosa miopia – ma semplicemente gli ci volle qualche attimo per riconoscere le pareti della camera di Tetsurou. Si ritrovò a sorridere come un cretino al pensiero che il giorno prima avevano vinto magistralmente la Battaglia della Discarica contro il Nekoma e perso miseramente la partita contro il Kamomedai eppure, alla fine, quello che era il loro fine ultimo – vincere contro i loro storici rivali - alla fine era stato solo un modo per trascorrere la giornata in attesa di quelle ore che erano riusciti a passare insieme.

Quando Tetsurou glielo aveva proposto, quando anche il Karasuno era caduto, Kei non aveva esitato a rispondere affermativamente. Le problematiche logistiche le avrebbe affrontate successivamente, ma non aveva resistito all’idea di concludere quella giornata bella, euforica e al tempo stesso frustrante e carica di rimpianti, in un modo assolutamente fuori personaggio ma semplicemente… perfetto.

Non avevano fatto nulla, il padre e i nonni di Kuroo erano in casa e tranne che indossare l’uno la divisa dell’altro e scambiarsi qualche bacio più o meno – più più che meno – eccitato, avevano parlato, parlato tantissimo, molto più di quanto avevano fatto nei mesi precedenti via Line e in videochiamata.

Avevano parlato così tanto che in piena notte Tetsurou era dovuto scendere in cucina a riempire le rispettive borracce.

Kei si girò piano nel letto – nell’abbraccio di Kuroo – per voltarsi verso il comodino dove aveva appoggiato il telefono. Fece per allungare un braccio e prenderlo quando la voce di Tetsurou lo raggiunse in un borbottio indistinto.

Eh?” si ritrovò a sussurrare il biondo sentendo poi il corpo dell’altro muoversi dietro di lui, sfilando la faccia dall’incastro di cuscini in cui aveva cercando di soffocarsi come suo solito.

Ti ho chiesto se fossi già sveglio...”

La voce roca del moro s’infranse sulla pelle del collo di Kei, infilandosi insidiosa sotto il colletto della divisa bianca del Nekoma che ancora indossava. Non faceva freddo, ma la vicinanza così improvvisa e il braccio dell’altro che lo aveva stretto con fermezza gli mandò una scarica di brividi di eccitazione.

Anche troppo...” gli rispose Kei afferrando il telefono constatando che c’era solo un messaggio di Sugawara che lo informava che Hinata aveva ancora la febbre alta e che sarebbero pariti alle nove per tornare a casa.

Che ore sono?”

Le cinque e tre minuti” rispose Kei mentre impostava una sveglia per le sette. Se fosse partito da lì per le otto sarebbe arrivato anche in anticipo. Ma sicuramente quel cretino che aveva a fianco gli avrebbe fatto fare tardi, quindi le sette era l’orario minimo accettabile per non farsi lasciare a Tokyo (anche se non gli sarebbe dispiaciuto).

Erano stanchi tutti e due, ma sembrava che i loro cervelli sapessero che il tempo a loro disposizione era davvero poco e non volevano fargli sprecare nemmeno un attimo. Tempo per dormire ne avrebbero avuto (Kei di sicuro, Tetsurou un po’ meno, visto gli imminenti esami di ammissione all’università, ma per quanto si atteggiasse da cretino, era intelligente, persino troppo… non era tanto un problema di se, quanto più di dove sarebbe stato ammesso).

Sei mio ancora per un’ora e cinquantasette minuti” mormorò Kuroo spingendosi verso di lui, facendo aderire il suo petto alla schiena di Kei, andando inspirare il suo profumo e sfregando il naso sulla pelle del collo, accanto all’attaccatura dei capelli.

Cinquantasei, oramai” rispose il biondo, inarcando la schiena di riflesso, alla ricerca di un contatto maggiore con il corpo dell’altro dietro di lui. Per tutta risposta Tetsurou, colto di sorpresa e con il cervello già in panne nel sentire il corpo flessuoso di Tsukki spingersi verso di lui, gli morse lievemente quel lembo di pelle, affamato e desideroso di assaggiarlo e farlo suo. Tirò leggermente il tessuto per avere un maggior accesso a quella pelle chiara a deliziosa e morse, succhiò e strinse a sé Kei, desideroso di lasciargli un segno inequivocabile sulla pelle. Non l’avrebbero scoperto, non subito per lo meno, non se Kei non si fosse tolto la maglia. E se anche fosse successo, non era del tutto certo che gli sarebbe dispiaciuto se quella squadra di folli sapesse che Tsukishima era suo, e suo soltanto. E la mano di Kei sulla sua nuca che lo spingeva ulteriormente verso di sé affinché non lasciasse il lavoro incompiuto, diede la conferma a Kuroo che il desiderio era reciproco. Anche lui voleva un marchio e avrebbe fatto di tutto per poterlo sfoggiare con orgoglio facendo morire d’invidia tutti gli altri membri della squadra.

Kei...” mormorò Tetsurou sulla sua pelle del biondo, inebriato dal suo odore.

Tsukishima si girò nell’abbraccio e strinse tra le dita i capelli del moro, mordendogli le labbra e scendendo fino al collo, mordendo e succhiando la pelle sensibile – troppo sensibile – fino a che nella penombra non riuscì a distinguere un segno evidente in quel lembo di pelle tra la clavicola e il collo.

Questo è giocare scorretto” mormorò Kuroo sulla labbra di Kei.

Piantala, che non volevi altro” fu la replica impietosa del biondo che non si fece problemi ad avventarsi sulle labbra del maggiore e insinuare la lingua nella sua bocca.

Kuroo si rese conto che Kei era sempre in grado di stupirlo, non faceva in tempo a pensare che il biondo del Karasuno fosse timido e asociale ed ecco che lo spiazzava con le sue parole e con i suoi gesti, l’aveva considerato pudico e frigido, eppure era stato lui il primo a fargli vedere le stelle e portarlo all’apice del piacere con la sua stessa bocca non molte settimane prima.

Kei era una sorpresa e Tetsurou non vedeva l’ora di scoprire cos’altro il biondo avesse in serbo per lui.

Se continuiamo così, non ci torni più al Karasuno” riuscì a dire Kuroo tra un bacio e un morso, insinuando una gamba tra quelle del biondo “Non sulle tue gambe, per lo meno.”

Sbruffone” disse Kei spingendo il bacino verso quello dell’altro “Di certo non ci voglio tornare in queste condizioni.”

Se il cervello di Kuroo stava già dando segni di cedimento, le ultime parole di Kei lo avevano mandato in corto circuito. Kenma avrebbe detto qualcosa tipo Kuroo.exe ha smesso di funzionare, ma in quel momento il cervello di entrambi sembrava essere migrato verso sud.

Nonostante la richiesta iniziale di Tetsurou di indossare solo le rispettive maglie e nient’altro, alla fine avevano tenuto i boxer. Non erano da soli in casa… già era imbarazzante spiegare perché un tizio di una squadra di Miyagi si fosse fermato a dormire a casa sua. Spiegare perché avessero dormito insieme mezzi nudi era un discorso che Kuroo non era ancora sicuro di voler affrontare con la sua famiglia.

Evidentemente però il cervello di Tsukki funzionava ancora un minimo – largo circa, quanto meno nel contesto – e senza farsi problemi o domande, infilò una mano (gelida) nei boxer di Kuroo, facendolo sussultare e al tempo stesso gemere nel bacio.

Cazzo...” sibilò chiudendo gli occhi e imponendosi non comportarsi come un ragazzino alle prime armi.

Fece un respiro profondo concentrandosi sul piacere che i movimenti di Kei gli stavano regalando e, a sua volta, portò una mano sulla schiena del biondo, facendola scendere inesorabilmente fino alle sue cosce per poi risalire e intrufolarsi curiosa sotto la stoffa dei boxer, andando a stuzzicare l’apertura dell’altro quel tanto che bastava per farlo ansimare e gemere per quella prospettiva di piacere che Kuroo non si decideva a dargli.

Il moro scese a baciargli il collo, mentre con il bacino si spingeva verso la mano di Kei prima di abbassargli i boxer e ricambiare le attenzioni con le stesso fervore.

Sembrava di essere tornati a quella sera al campus, quando per la prima volta si erano scoperti e toccati, quando Kuroo gli aveva fatto promesse che aveva l’assoluta intenzione di mantenere e quando Kei si era lasciato andare, togliendosi la maschera del frigido centrale che considerava la sua squadra solo un club.

La stanza stava cominciando a rischiarasi per via della luce notturna che aveva iniziato a farsi meno intensa, ma nessuno dei due in quel momento aveva tempo o interesse da dedicare a una cosa banale come il sole che sorge e l’inizio di un nuovo giorno. Tutto quello che contava era poter percepire il calore dell’altro, pelle contro pelle, le loro bocche che si cercavano senza sosta e le gole che cercavano di trattenere gemiti e sussulti. Kei era del tutto perso e assuefatto dal profumo e dal sapore di Kuroo, la testa gli girava e l’unica cosa che sembrava tenerlo ancorato alla realtà era il corpo dell’altro, la sua voce roca che lo spronava a continuare in una litania incomprensibile di ‘si’, ‘ti prego’ ‘ancora’, ‘cazzo, Tsukki’.

Kei era più silenzioso, ma con la mano libera continuava a stringere i capelli di Kuroo, guidandolo nell bacio come voleva, costringendolo a esporre il collo alla sua mercé, tempestandolo di baci e di morsi di cui era certo l’altro sarebbe andato fiero.

Tets-” fece per dire Kei, affondando i denti nella spalla del moro, soffocando quell’ultimo gemito mentre riversava il proprio piacere nella mano di Kuroo.

Oddio, Kei, sei qualcosa di...” non finì la frase, articolare parole di senso compiuto in quel frangente era troppo difficile, portò la mano ancora sporca su quella di Kei che non aveva smesso di muoversi e aumentò il ritmo, finché non venne a sua volta, continuando a mormorare parole sconnesse sul collo del biondo.

Entrambi con il fiato corto avevano la mente troppo annebbiata per accorgersi che, intorno al loro, il tempo stava pian piano ricominciando a scorrere, inesorabile e tiranno.

Che schifo” constatò Kei poco dopo osservando le rispettive mani e divise sporche impresentabili.

A fine partita non sono messe molto meglio...” gli fece notare l’altro sospirando e con un sorriso da ebete dipinto sul viso.

Hai dei fazzoletti?” domandò Kei cercando di mascherare il proprio di sorriso da ebete, riuscendoci malissimo.

Primo cassetto… ovviamente.”

Ovviamente” gli fece eco Tsukki girandosi per aprire il cassetto del comodino.

Quando infilò la mano alla ricerca del pacchetto di fazzoletti però le sue dita incontrarono ben altro e all’improvviso sentì un moto di rabbia, delusione e un po’ di eccitazione al tempo stesso.

E questi?!” gli chiese scocciato lanciandogli addosso i preservativi che era riuscito ad afferrare.

Kuroo alzò un sopracciglio perplesso prima di arrossire imbarazzato.

Non è come pensi! Giuro! Perché… a cosa stai pensando, di preciso?”

Che li tieni qua, per ogni evenienza...”

Sì. Cioè, no.”

Decidi, quale delle due?”

Kuroo fece un sospiro rassegnato e anche piuttosto imbarazzato.

Diciamo che non… volevo essere impreparato. L’unica evenienza contemplata sei tu, Tsukki… se guardi bene c’è anche del lubrificante, nuovo e sigillato. Il perché abbia solo metà scatola di preservativi così nel comodino è una storia troppo ridicola – e probabilmente altrettanto imbarazzante – per essere raccontata.”

Abbiamo ancora tempo...”

Kuroo sospirò, affondando il volto nel collo di Kei, cercando di nascondere l’imbarazzo.

Io e Bokuto siamo andati a comprarli, volevamo sentirci adulti che fanno cose da adulti e abbiamo smezzato. Peccato che chi ce li ha venduti ha pensato che li avremmo usati tra di noi. E quindi il mio cassetto ospita dei preservativi taglia Bokuto. NON RIDERE! Te l’ho detto che era imbarazzante.”

Abbastanza...” mormorò Kei tornando a sorridere mentre afferava finalmente i tanto agognati fazzoletti che passò anche a Kuroo perché si dessero una ripulita sommaria.

Voglio solo che se un giorno capiterà…”

Quando, capiterà...” lo corresse Kei con apparente indifferenza ma bastò per far inceppare (di nuovo) il cervello di Kuroo.

Beh, ecco, se, cioè, quando… Ma ti senti?! Tu mi vuoi morto! Voglio dire… voglio che non ci sia niente che possa interromperci.”

E quindi hai fatto i compiti?”

Per forza. Non so un cazzo Tsukki a riguardo. Sì, ho avuto una ragazza, ma sai che roba. Non è andata bene, mi pare ovvio. Li preferisco alti, sociopatici e inappetenti.”

Idiota” gli rispose Kei senza riuscire a nascondere un sorriso prima di portare una mano al viso di Tetsurou e scostagli leggermente quel ridicolo ciuffo che gli copriva in parte gli occhi. A Kei piacevano gli occhi di Kuroo, erano caldi e in grado di abbracciarti senza il legittimo proprietario muovesse un muscolo.

Te l’ho detto, voglio il pacchetto completo. Voglio andare al cinema ogni week-end, così sceglieremo un film a turno che sicuramente all’altro non piacerà perché io sono un cretino romantico appassionato di super eroi e a te piacciono i monster-movie e i cartoni animati. Voglio uscire a cena e scambiarci le ordinazioni lamentandoci che abbiamo dei pessimi gusti, passare un pomeriggio chiusi dentro un negozio di articoli sportivi e provare ogni singolo paio di scarpe mentre mi guardi male e sbuffi perché non sono capace di decidermi. Voglio trascorrere il tempo sdraiato con te e su di te, ascoltare il tuo respiro e toglierti il respiro baciandoti come se fosse la prima volta ma mai l’ultima. Voglio tutto il romanticismo possibile e voglio tutta la passione e l’istinto, spegnere il cervello e lasciar fare agli ormoni e alla voglia che ho di te. Quindi sì, ho studiato, mi sono preparato perché quando sarà il momento voglio godermi tutto: con la testa, con il cuore e con il cazzo.”

Poetico” rispose Kei facendo sfociare il sorriso in una risata.

E’ il mio tratto distintivo” rise a sua volta Tetsurou prima che il suo sorriso venisse catturato dalle labbra del biondo, affamate e desiderose di mettere a tacere quella raffica di parole imbarazzanti, ma di cui Tsukishima si ritrovava a condividere ogni sillaba.


*


Tsukishima!”

Kei si irrigidì sentendo tutti gli sguardi dei suoi compagni di squadra posarsi su di lui.

Si può sapere dov’eri finito?!”

Mentalmente Kei si ritrovò a ringraziare Kuroo e la sua – inizialmente idiota, ma ora geniale – idea di fermarsi in un kombini vicino alla stazione a prendere dei nikuman da offrire una volta che avrebbe fatto ritorno alla locanda.

Non che questo l’avrebbe messo al sicuro dal professor Takeda o Daichi – anche se sperava che Sugawara lo aiutasse – ma almeno il cibo sarebbe stata una buona scusa per tappare la bocca a buona parte dei giocatori del Karasuno, ancora giù di morale per la recente sconfitta.

Sono andato a prendere la colazione” rispose senza inflessioni nella voce, alzando il sacchetto di plastica in cui erano stati stipati i panini ancora tiepidi.

Un numero imprecisato di sopracciglia si alzarono di fronte a quell’inaspettato – e quindi alquanto sospetto – gesto particolarmente gentile e altruista da parte sua.

Nessuno di noi ha passato una bella serata. Hinata sta ancora male e la sconfitta brucia a tutti…” cercò di giustificarsi consapevole quanto fosse out of character questa sua iniziativa. E forse in effetti lo faceva sentire un po’ meno in colpa all’idea che in fondo lui non aveva passato affatto una pessima serata. Il corpo caldo di Kuroo stretto contro il suo era un ricordo ancora ben impresso nella sua memoria e no, il pensiero dei baci, della loro pelle accaldata che creava una piacevole frizione e delle loro voci che si chiamavano e mormoravano parole irripetibili gli fecero venire i brividi di piacere. Non doveva cedere. Lo sguardo penetrante e inquisitorio di Daichi però era alquanto difficile da sostenere.

Beh, Tsukki! E’ decisamente inaspettato da parte tua ma molto apprezzato!” disse Sugawara venendo in suo aiuto e, prendendo il sacchetto dalle sue mani, iniziò a distribuire il cibo che conteneva come un bravo maestro dell’asilo che si prendeva cura di un branco di poppanti.

Poi mi devi raccontare un po’ di cose...” gli disse l’alzatore del terzo anno avvicinandosi e osservandolo con attenzione “Ma immagino che vi siate... consolati a vicenda” concluse sfiorandogli con una mano il colletto della polo che stava indossando “Non credo ci sia bisogno che te lo dica e mi chiedo come sia riuscito a convincerti ma… non toglierti la felpa. Per quanto un po’ tonti, credo che vederti con indosso la divisa del capitano del Nekoma sarebbe abbastanza ovvio anche per loro.”

Kei annuì con aria colpevole ma, in fin dei conti, non riusciva a sentirsi minimamente in torto per aver trascorso la serata con il suddetto capitano mentre il resto della sua squadra stava cercando di accettare quella sconfitta. Lui e Kuroo erano stati battuti lo stesso giorno e Kuroo proprio dal Karasuno. Consolarsi a vicenda – per quanto messa così gli faceva solo venire voglia di alzare gli occhi al cielo – era stato inevitabile ma decisamente gratificante.

Tsukki… stai bene?” gli aveva chiesto Yamaguchi avvicinandosi all’amico con il panino – probabilmente oramai freddo – in mano.

Kei si girò nella sua direzione dopo aver appoggiato il borsone che gli aveva porto Sugawara (quello grosso e pesante con la maggior parte dei bagagli che aveva lasciato alla locanda e che non aveva portato a casa di Kuroo) nel vano del pullman dove stavano cominciando ad accatastare i loro bagagli.

Sì, Yamaguchi… non sono riuscito a prendere sonno stanotte” si giustificò lui. In fondo era abbastanza vero, lui e Tetsurou non avevano dormito moltissimo.

A un certo punto mi sono svegliato ma non c’eri...”

Ero andato in un’altra stanza a leggere. Non volevo disturbare nessuno” ammise sentendosi un po’ in colpa per le bugie che stava propinando all’amico. Avrebbe dovuto dirgli la verità, ma con calma, una volta tornati a casa senza orecchie indiscrete e compagni di squadra rumorosi al limite della tollerabilità umana.

Tu come stai?” gli chiese recuperando una caramella alla fragola che gli aveva infilato Kuroo nella tasca del giaccone mentre lo salutava con un ultimo (ma non davvero ultimo) veloce bacio in stazione.

Tadashi alzò le spalle, addentando finalmente il nikuman che aveva in mano.

Deluso, ovviamente, ma erano forti e la nostra squadra è andata in pezzi...”

Sarà per il prossimo anno” lo consolò Kei facendolo sorridere.

Sono felice di sentirtelo dire, Tsukki...”

Kei sorrise e andò ad arricciare con le dita il bordo del colletto della polo che stava indossando.

Non l’avrei mai pensato… ma anch’io.”



Note dell’autrice:

Doveva iniziare come una robina fluff… non capisco perché sia uscito mezzo p0rn, ma dettagli.

Per il momento con questa credo si possa dire conclusa questa piccola serie.

Spero vi sia piaciuta, io mi sono rilassata e divertita a scrivere di questi due che sono, sopra ogni cosa, la mia assoluta OTP per questo fandom.

   
 
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