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Autore: Flofly    26/11/2022    7 recensioni
Ci sono dolori di cui non si può parlare al mondo. Dolori che sembrano impedirti di respirare anche quando sei costretta a sorridere a beneficio di un mondo che senti distante da te.
"L'ansia di non essere all'altezza era rimasta, così come la voce della sorella lontana che le rimbombava in testa anche ora che era diventata tutto quello che ci si aspettava da lei. Tutto, tranne una cosa. Non era diventata madre, la piccola Coraline".
{Questa storia partecipa alla challenge “Citazioni in cerca d’autore (Oscar edition)! – II edizione speciale” indetta da RosmaryW sul forum Ferisce Più la Penna}
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Narcissa Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Attenzione: in questa storia si fa riferimento ad aborti spontanei e alla depressione e al dolore di una donna che vorrebbe solo essere madre. Capisco che possa essere un TW piuttosto potente quindi se per te è una tematica delicato ti voglio solo dire che ti sono vicina.
A livello temporale questa storia si colloca in un punto imprecisato prima della nascita di Draco. E' una mia convinzione personale ma ritengo molto plausibile che nel caso di Narcissa e Lucius il fatto di avere un solo figlio non sia esattamente una scelta di coppia. Ovviamente è  una mia pura speculazione.
Ultima nota: 

{Questa storia partecipa alla challenge “Citazioni in cerca d’autore (Oscar edition)! – II edizione speciale” indetta da  RosmaryW sul forum Ferisce Più la Penna}

 
 


Prompt“E Coraline piange, Coraline ha l’ansia, Coraline vuole il mare ma ha paura dell’acqua, e forse il mare è dentro di lei” (Coraline, Maneskin)

 

Atelofobia

 Quelle paure di cui non ti ho mai detto

 
E Coraline piange, Coraline ha l’ansia
 
 
Coraline, Coraline, non piangere Coraline
 
Quel buffo nomignolo era stato un’idea di Andromeda, un nome segreto per quando la vedeva sopraffatta dalle lacrime di rabbia trattenute a stento.  L’aveva preso da un vecchio libro dai disegni oscuri e inquietanti, esteticamente così diverso dalla delicata ed elegante Narcissa Black eppure con gli stessi grandi occhi spalancati sul nulla.
Cosa c’era di sbagliato in lei? Perché non poteva essere coraggiosa come Bellatrix o intelligente come Andromeda? La terza figlia femmina, tanto bella quanto inutile, quella cui neanche si erano degnati di dare il nome di una stella.
“La mia piccola Coraline” - Andromeda la blandiva con voce dolce tenendola stretta a sé sino a quando non la sentiva rilassarsi nel suo abbraccio lasciando che il suo dolore di non essere abbastanza si sciogliesse in lacrime.
Ma l’ansia di non essere all’altezza era rimasta, così come la voce della sorella ormai lontana che le risuonava in testa anche ora che era diventata tutto ciò che ci si aspettava da lei. Tutto, tranne una cosa.
Non era ancora diventata madre, la piccola Coraline.



 

Coraline vuole il mare ma ha paura dell’acqua

 
Il dolore tornava ad ondate, come una corrente maligna che la risucchiava al ritmo delle sue paure più nascoste. Durante il giorno poteva quasi fare finta di niente, immergersi in un fiume tormentoso di chiacchiere futili ed echi di risate false, ma nel silenzio della notte tutto ciò che riusciva a sentire era il suo essere imperfettamente vuota.
I giorni erano mutati in mesi e poi in anni in un circo infinito che alternava la gioia più pura alla discesa implacabile nella disperazione quando quella piccola vita che cresceva in lei veniva spazzata via, cancellata come le orme sulla sabbia dalla risacca gelida dell’Oceano Atlantico.
E lei si era lasciata trascinare negli abissi di un dolore così forte da mozzarle il respiro. Aveva dovuto lottare per tornare a galla, per non lasciarsi andare nel torpore invitante della mente che si dissociava dal corpo, dal suo stesso elegante corpo così curato e ben vestito che la tradiva nel peggiore dei modi.
Eppure una parte di lei si era attaccata ferocemente a quell’idea di un bambino solo suo che sapesse di lei e di Lucius, da cullare e a cui cantare le ninne nanne che nessuno le aveva mai insegnato. Qualcuno che la chiamasse Mamma. Con Lucius si erano detti che non importava, che si sarebbero bastati. Lui la stringeva nel sonno e le diceva che l’amava, ma non era abbastanza.
La piccola Coraline non riusciva ad accettarlo. Non poteva accettarlo.

Coraline, non piangere Coraline.

Un bacio leggero sul collo e due braccia che la cingevano a sé, un altro abbraccio in cui ritrovarsi.
Forse era davvero la volta in cui Coraline sarebbe cresciuta. Forse quel bambino sarebbe arrivato. O forse no. O forse sarebbe rimasta solo lei, la piccola Coraline dai grandi occhi ora aperti sulla vita.

 

 
e forse il mare è dentro di lei

 
   
 
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