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Autore: AndyWin24    30/11/2022    6 recensioni
Una mattina Merlino trova per puro caso un vecchio libro di fiabe e, incuriosito, si mette a sfogliarlo. Così facendo, però, scatena involontariamente un potente sortilegio che colpisce Camelot e i suoi abitanti, trasformandoli nei personaggi delle storie narrate. Scoprirà ben presto che per far tornare tutto com’era prima esiste solo un modo: dare ad ognuno di loro il proprio lieto fine.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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C’era una volta…
 
   Merlino sbadigliò assonnato mentre usciva dalla sua camera e guardava fuori dalla finestra.
   “È ancora presto.” pensò distrattamente. Il buio della notte aveva appena lasciato spazio ai primi raggi del sole. C’era tempo prima di dover andare a svegliare Artù, così si riempi una piccola ciotola con del porridge e si mise a fare colazione. Quando fu sul punto di portare il cucchiaio alla bocca, d’improvviso sentì un rumore provenire dal ripostiglio.
   “Che succede?” chiese più a se stesso che a qualcuno in particolare. Gaius era uscito diverse ore prima per curare un pover’uomo che aveva avuto un incidente nella notte, quindi sapeva di essere completamente solo nell’alloggio.
   Dopo alcuni sguardi un po’ perplessi in direzione del frastuono, decise di andare a controllare. Una volta aperto il vecchio sportello cigolante, però, non sembrò notare nulla di strano: la vasca delle sanguisughe era come l’aveva lasciata il giorno prima; le ampolle di scorta, che Gaius teneva da parte, erano integre e ben disposte; il secchio per le pulizie non si era ribaltato ed era ancora dritto. Stava per tornare a sedere, quando poi vide qualcosa sporgere da dentro una bacinella.
   “E questo come ci è finito qui?” si chiese afferrando un vecchio libro impolverato.
   Rigirandoselo tra le mani incuriosito, con un soffio gli diede una spolverata nel tentativo di riuscire a leggere il titolo.
   ““C’era una volta”
   Quel nome non sembrava dirgli molto. Aprendolo, tuttavia, si accorse immediatamente che doveva trattarsi di un libro delle fiabe, di cui però non aveva mai sentito parlare. Lo stato in cui erano le pagine e la copertina indicava che il volume doveva essere molto antico. Ciò che non gli quadrava, era come fosse possibile che non lo avesse mai visto nemmeno una volta nelle librerie di Gaius in tutti quegli anni in cui aveva vissuto con lui. Men che meno si spiegava in che modo fosse finito lì, in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie dove il medico teneva anche alcuni arnesi utili per il suo lavoro.
   Ciononostante, dopo aver esitato per qualche minuto sul da farsi, scrollò le spalle e poggiò il grosso volume sul tavolo, di fianco alla colazione, iniziando a sfogliarlo pagina per pagina. Del resto, in quel momento non aveva niente di meglio da fare ed era contento di potersi intrattenere in qualche modo.
   Leggendo le varie storie narrate, notò con disappunto che per una buona parte non vi era alcun senso logico, non per lui almeno. I fatti e le vicende che si succedevano sembravano curiosi e divertenti, certo, ma non ne capiva la verosimiglianza, pur trattandosi di novelle per bambini. Per esempio, gli risultava improbabile credere a come un’anziana donna e a sua nipote fosse stato possibile uscire dalla pancia di un lupo senza l’uso della benché minima magia; o che addirittura un burattino potesse prendere vita e diventare un bambino vero, così, con la sola forza di volontà. A lui anni prima era servita una notte intera di tentativi e molta fatica per riuscire ad animare una semplice statua di un cane, figuriamoci un essere umano in carne ed ossa! Comunque, scorrendo con gli occhi una dopo l’altra diverse stramberie di quel genere, arrivò ad una pagina completamente bianca ad eccezione di una singola frase.
   ““Anes be endeníehst”.” lesse ad alta voce come incantato.
   D’improvviso, il libro prese a traballare. Merlino, spaventato, si alzò di scatto dalla sedia e si allontanò di qualche passo. Le pagine iniziarono a sfogliarsi da sole ed una specie di scia luminescente uscì dal tomo.
   Puff!
   La scia cambiò forma in un istante. Al suo posto apparve un essere alquanto alto e dai lunghi capelli neri. Se non fosse stato per la pelle verdastra, sarebbe stato sicuramente paragonabile ad un uomo in tutto e per tutto.
   “Ah! Che bello!” esclamò mentre spostava lo sguardo prima a destra e poi a sinistra, facendo oscillare le larghe vesti strappate.
   “Chi sei?!” domandò Merlino con un tonfo al cuore.
   “Grimm, lo spirito del libro. Per servirti.” rispose il tipo con un inchino.
   “Cosa? E perché sei qui?”
   Grimm lo indicò con un’unghia lunga e affilata.
   “È tutto merito tuo. Sei stato tu a liberarmi. E di questo ti ringrazio.”
   Il giovane mago scosse la testa.
   “No, io non ho fatto niente. Ho solo letto…”
   “Esatto!” lo interruppe l’altro, sorridendo “Tu hai letto l’incantesimo che poteva risvegliare me ed il libro dal nostro lungo sonno. Ora, finalmente, sarò libero di divertirmi anche in questo mondo. Dove siamo, a proposito?”
   “…Camelot.” rispose Merlino, sbigottito.
   “Camelot…” ripeté Grimm sorridendo “Bene! Mi piace come posto. Sarà perfetto per ciò che ho in mente!”
   Merlino stava per chiedergli spiegazioni, quando ancora una volta un vortice di luce uscì violentemente dalle pagine del libro.
   “Che sta succedendo?!”
   Grimm si sedette su una sedia ed incrociò le gambe sopra il tavolo, completamente a proprio agio e rilassato. Con un dito, prese poi un po’ di porridge avanzato dalla colazione del ragazzo e lo leccò soddisfatto.
   “Il sortilegio che hai liberato insieme a me sta per abbattersi su tutta Camelot.”
   “Che… che significa?” chiese, coprendosi il viso a causa del forte vento generato dalla magia del tomo.
   “Semplice!” disse Grimm, distendendo le braccia rinsecchite “Queste terre ed i suoi abitanti stanno per trasformarsi nei luoghi e nei personaggi delle fiabe raccontate in questo libro. Fantastico, non trovi?”
   “No!” gridò Merlino, esasperato “Questo non deve accadere! Dimmi subito cosa posso fare per fermare tutto! Ti prego!”
   “Mmmmh… Non so se voglio dirtelo… Però, d’altro canto, tu mi hai liberato e sono in debito con te. Quindi, d’accordo! Perché no?!”
   “Parla, allora!” lo incalzò il ragazzo “Cosa devo fare?”
   “Dopo che il sortilegio avrà finito d’incantare Camelot, tu sarai l’unico che avrà ricordi di ciò che è stato prima della sua venuta.” spiegò lo spirito “ Se riuscirai a condurre i protagonisti delle mie storie al loro lieto fine, allora io annullerò l’incantesimo e riporterò tutto com’era prima.”
   “Il… lieto… fine…” ripeté Merlino come ipnotizzato da quelle parole.
   “Esatto! Buona fortuna, Emrys! Si comincia!” concluse Grimm, schioccando le dita.
   Merlino, di colpo, venne investito dalla scia lucente dell’incantesimo. Dopodiché la sua vista si annebbiò e ci fu solo il buio.
   
 
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