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Autore: Nao Yoshikawa    01/12/2022    2 recensioni
"Sarebbe bello se esistesse un incantesimo in grado di controllare l'amore". Questo è quello che pensa Yumichika. Non un incantesimo, ma un filtro d'amore è quello che gli viene casualmente "offerto" da Kisuke Urahara. La soluzione più semplice e veloce per fare innamorare Ikkaku di lui. Ma quando il vapore di quel filtro si diffonde per tutta la Soul Society, cose TERRIBILI iniziano a succedere. Chi sarà vittima in questo strano gioco d'amore?
«Cos’è questa cosa?» domandò prendendo in mano la boccetta, pesante e in vetro. Kisuke strabuzzò gli occhi.
«Umh, quella? Ma tu pensa, erano anni che non la vedevo, pensava di averla distrutta. Quello è semplicemente un filtro molto pericoloso che ho creato ai tempi in cui ero a capo del Dipartimento di ricerca e sviluppo. Uno dei miei primissimi esperimenti a dire il vero, ma ho lasciato perdere quasi subito.»
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Ayasegawa Yumichika, Inoue Orihime, Ishida Uryuu, Mayuri Kurotsuchi, Urahara Kisuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il rapimento di Ichigo

Ichigo Kurosaki sapeva che, per ogni periodo tranquillo, doveva arrivare anche quello non tranquillo. Quella mattina si era svegliato con la sensazione che di lì a qualche ora sarebbe stato coinvolto in qualcosa di strano (non un’altra guerra, si augurò). Però era andato a scuola tranquillo, quasi con rassegnazione, aspettando l’invitabile.
Rukia sapeva che non era strettamente necessario coinvolgere Ichigo in quella vicenda, dubitava avesse le capacità per risolvere il loro problema. A spingerlo da lui era stata più che altro l’esasperazione. E poi, insomma, Ichigo li aveva aiutati tante volte, forse una cosa del genere non sarebbe stata poi così atroce da sopportare per lui. O almeno così sperava, e lo sperava anche Yumichika.
«Se si viene a sapere che sono stato io… non oso pensare che mi faranno» disse. Si stava ossessionando con quel pensiero, lo stress gli avrebbe fatto venire le rughe, e questo non andava bene.
«Non esagerare, non ti butteranno certo fuori» Rukia gli fece segno di seguirlo. Era anche una situazione imbarazzante, come avrebbe potuto spiegare a Ichigo che la Soul Society era caduta in uno stato di ebbrezza da innamoramento perenne? Continuando così ci sarebbe stato il caos.
 
Ichigo stava facendo stretching per la sua lezione di ginnastica, ma era comunque guardingo.
Adesso apparirà l’imprevisto. Oramai sono diventato bravo in certe cose.
Si guardò attorno.
Forse una corsetta non gli avrebbe fatto male.
Sento che sta arrivando, lo sento proprio dentro.
Si mise in posizione.
«Ichigo!»
Ecco, lo sapevo. Quale terribile minaccia dovrò mai affrontare oggi?
Si voltò lentamente. Non si aspettava di vedere Rukia in compagnia di Yumichika, di solito lei si muoveva sempre assieme a Renji.
«Rukia. Yumichika? Bizzarro vedervi qui insie-»
Rukia lo afferrò all’improvviso e lo trascinò via con sé, con poca grazia come al solito.
«Ehi? Ma che diavolo fai?!»
Ichigo si ritrovò scaraventato dentro il capanno degli attrezzi. Rukia sembrava un po’ troppo agitata.
«Ahi, che male. Anche per me è un piacere rivederti, eh» borbottò, massaggiandosi il fondoschiena. Rukia aveva un’espressione terribile e Yumichika non era da meno.
«Ma perché abbiamo chiesto aiuto a lui? Non può fare niente.»
«Nemmeno noi, se è per questo!» esclamò Rukia. Ichigo li guardò. Se magari gli avessero spiegato il problema, anziché starsene lì a discutere...
«OH! Allora, si può sapere che c’è? Quando qualcuno di voi si fionda qui all’improvviso, non è mai un buon segno. Che è successo? La Soul Society è collassata su sé stessa? Kenpachi è impazzito e ha sterminato tutti?»
Rukia sospirò.
«Scusa. Non è niente del genere, è peggio. È scoppiata un’epidemia d’amore!»
Ichigo batté le palpebre, confuso. Non era proprio da Rukia scherzare in momenti come quelli, ma appariva tutto piuttosto assurdo a dire il vero.
«Io penso di essere confuso» ammise. Yumichika sbuffò, spazientito.
«Oh, quante storie! Senti, è colpa mia, va bene? Volevo far innamorare Ikkaku di me, così ho rubato un filtro d’amore dall’emporio Urahara. Ma adesso sono tutti sotto l’effetto del filtro. Ci si innamora della prima persona che guardi negli occhi, pensa un po’ che caos!»
Poteva giurarlo, era la prima volta che sentiva di una cosa del genere. Si era già immaginato le peggiori tragedie, e invece era solo quello. Più che spaventoso, sembrava tutto divertente.
«Chissà perché c’è sempre Urahara in mezzo! Ma perché non chiedete direttamente a lui?»
«Perché è in vacanza alle Hawaii» sospirò Rukia.
Certo, ovviamente. Quando c’era bisogno di lui, ecco che Kisuke Urahara spariva.
«E allora chiedete a Kurotsuchi, è lui lo scienziato della Soul Society.»
«Ci abbiamo provato, ma non ha voluto aiutarci!» disse Yumichika allargando le braccia. E poi prese a spiegare com’erano andate le cose con Kurotsuchi.
 
 
Il capitano della dodicesima compagnia era l’unico che poteva effettivamente fare qualcosa di concreto per loro. Né Rukia né Yumichika erano entusiasti all’idea di parlare con lui, ma che cosa potevano fare? Di certo non fare finta di niente.
«La vostra visita qui mi sorprende, ma mi dà anche noia. Che cosa volete?» domandò Mayuri. Avrebbe avuto altre mille cose da fare molto più interessanti e invece doveva ascoltare la richiesta di quei due. Yumichika tossì.
«Ecco… come dire… la Soul Society si trova in uno stato di… come dire… ebbrezza?» guardò Rukia. «Io volevo… usare un filtro d’amore per fare innamorare Ikkaku Madarame di me.»
Era così imbarazzante raccontare quel suo intimo desiderio, ma era necessario dare un quadro completo.
«Potrei vomitare» commentò Mayuri alzando gli occhi al cielo. «E quindi?»
«E quindi il filtro si è disperso nell’aria e ha avuto effetto… sugli altri» Rukia continuò. «Quindi ci chiedevamo… non esiste un antidoto o qualcosa del genere? Tu potresti crearlo, no?»
«Ovviamente potrei» disse Mayuri sprezzante.
«Allora ci aiuterete!» esclamò Yumichika contento.
«Neanche per sogno, perché non mi interessa.»
«C-come non ti interessa?» domandò Rukia. In effetti Kurotsuchi si dedicava solo a ciò che riteneva interessante. Ma non poteva lasciarli in asso così!
«È una cosa noiosa. E poi perché vi disperate tanto? A tutti piace essere innamorati, dovreste solo esserne contenti.»
Yumichika arrossì di rabbia.
«Accidenti, ma perché non mi sono fatto gli affari miei? Maledizione, ma perché Kisuke Urahara ha creato quel filtro?»
Improvvisamente l’attenzione di Mayuri fu di nuovo sui due. Ma Rukia capì subito che non era una cosa positiva.
«Kisuke Urahara, hai detto? L’ha creato lui?» domandò.
«Già. Ma non era collaudato, e si è visto infatti!» borbottò.
Ma perché Urahara tornava sempre a tormentarlo? Col cavolo che li avrebbe aiutati. Avrebbe potuto tranquillamente risolvere i casini che quell’imbecille aveva causato, ,ma visto e considerato i retroscena che solo lui conosceva, col cavolo che lo avrebbe fatto.
«Adesso voi uscirete dal mio laboratorio.»
«Ma capit-» provò a protestare Rukia.
«Uscite, oppure vi userò come cavie.»
 
 
 
«E quindi è andata così. Siamo nei guai! Nessuno ci aiuta! Che razza di egoisti!» si lamentò Yumichika.
Ichigo non lo avrebbe mai detto apertamente, ma si ritenne offeso. Non era stato nemmeno la seconda scelta, bensì la terza.
«Sì, ma continuo a non capire cosa posso fare. Che cos’è questo filtro, com’è fatto?»
Yumichika gli porse la boccetta in vetro.
«Urahara me lo aveva spiegato. Conterrà degli ormoni. Oh, che ne so, non sono mica uno scienziato! Comunque, se lo respiri e malauguratamente guardi qualcuno negli occhi, te ne innamori. Tranne Ikkaku. Perché con lui non è accaduto?» Yumichika si mise a piagnucolare. Se quello sforzo avesse almeno portato a qualcosa di positivo per lui, non gli sarebbe importato molto delle conseguenze. Rukia alzò gli occhi al cielo e scosse a testa.
«Puoi venire con noi, allora?» domandò. Ichigo non sapeva ancora cosa avrebbe potuto fare, però era sempre disposto a proteggere i suoi amici. Che fosse da una guerra, da dei nemici o da uno strano filtro d’amore che ti faceva innamorare del primo che capitava. Era una missione pericolosa, anche per sé stesso, ma non si sarebbe tirato indietro.
«Ah, e va bene, vengo. Ma dobbiamo trovare un modo per proteggerci, non intendo cadere vittima di questa… cosa!»
Era terrificante solo pensarci. Avrebbe anche potuto non dire niente a Ishida, Sado e Orihime… ma non sarebbe stata una vera avventura senza il suo gruppo storico.
Ishida entrò nel capanno degli attrezzi e lo aveva fatto a suo rischio e pericolo, perché di solito le coppiette andavano lì per imboscarsi. Ma a meno che Kurosaki, Kuchiki a Ayasegawa non fossero impegnati in una cosa a tre, poteva star tranquillo.
«Luogo interessante per conversare» commentò, sistemandosi gli occhiali.
«Ishida! Bastardo, non mi dire che hai origliato tutto!» gli urlò contro Ichigo.
«Io non origlio, Kurosaki, ero qui per caso. Una situazione strana.»
«Dimmi qualcosa che non so, quanto meno!»
Alla fine, Ichigo si era rassegnato al fatto che sia Ishida, che Orihime, che Sado, sarebbero venuti con loro. Orihime in particolare aveva preso la cosa in modo curioso.
«Un filtro d’amore? Oh, come si vede nei film! Chi si è innamorato di chi?» bisbigliò a Rukia.
«Emh… beh, Renji e Hanataro adesso stanno insieme» le rivelò. Era ancora incredibile a pensarci.
«…Ma che cavolo…?» domandò Ichigo. «Ma è tremendo. Terribile. Questo vuol dire che potrei innamorarmi di chiunque? O che qualcuno potrebbe innamorarsi di me?!»
Non voleva nemmeno pensare alle possibili opzioni.
«Però su di voi non ha funzionato, mi pare» notò Ishida, sospettoso. Yumichika sollevò un dito come per dire qualcosa, ma non aveva la risposta pronta. In realtà non ci aveva pensato.
«In effetti non so perché su di noi non abbia funzionato, forse non funziona su tutti.»
«Ma che razza di filtro è? Ah beh, lasciamo perdere!» disse Ichigo. «Non abbiamo ancora capito come proteggerci.»
Orihime ci pensò su.
«Non respirando?»
«Non guardando nessuno negli occhi?» tentò invece Sado. Ichigo sospirò. Si stava cacciando proprio in un bel guaio.
 
 
«Ma che bella giornata che è oggi! È come essere in primavera, non lo pensi anche tu, Ukitake?»
«La mia allergia non è molto d’accordo. C’è un odore strano nell’aria, non fa altro che farmi starnutire.»
Kyoraku Shunsui si trovava proprio a suo agio. La Soul Society sembrava essere circondata da un’aura di amore, pace e tranquillità… insomma, il suo paradiso.
«Ah, proprio magnifica la giovinezza, non è vero?» continuò, ignorando Ukitake. «A proposito, chissà dov’è finita la mia dolce Nanao?»
In genere la sua luogotenente era sempre precisa, era lei che gli ricordava i suoi impegni e lo rimproverava quando si comportava in modo troppo indolente.
Ma Nanao aveva dormito troppo quella mattina, cosa assolutamente non da lei. Poi, tutta trafelata era corsa dal suo capitano, il quale però se la stava prendendo comoda, si rilassava e beveva malgrado fosse solo mezzogiorno, tentando anche Ukitake.
«Oh, accidenti» disse Kyoraku, sapendo che Nanao l’avrebbe aspramente rimproverato nel vederlo così. «Dolce Nanao, ma allora sei ancora tra noi! Mentre ti aspettavo, ho bevuto un po’… non arrabbiarti troppo, eh!»
Nanao lo guardò un attimo negli occhi e in men che non si dica fu ai suoi piedi.
«Capitano Kyoraku, non potrei ma arrabbiarmi con voi, lo sapete.»
Aveva assunto un tono così languido e dolce che i due capitani si guardarono, confusi.
«Oh, davvero?» chiese Kyoraku, ringalluzzito. «Vedo che siamo dolci stamatt-»
Si bloccò quando sentì le braccia di Nanao attorno al suo collo. Questo decisamente era strano, sembrava che la sua luogotenente avesse abbandonato ogni inibizione tutt’insieme. Tutto, dal suo sguardo, alle sue movenze, al tono della voce, diceva prendimi, sono tua.
«Siete così virile che mi fate impazzire» sussurrò, togliendosi gli occhiali. Ukitake arrossì e tossì.
«Volete che me ne vada? Sì, forse è meglio che me ne vada. Subito» dichiarò sia in imbarazzo che infastidito.
«Eh? Aspetta un momento. Ehi, Ukitake. Non puoi lasciarmi qui!» gli gridò. «Accidenti, Jushiro questa me la farà pagare cara.»
Non capiva per quale assurdo motivo Nanao si stesse comportando come se lo desiderasse, dopotutto fino al giorno prima era stato tutto così normale.
«Allora, capitano? Non mi negherebbe mai una sveltina veloce, vero? Non ci vedrà nessuno.»
Tutti pensavano che Shunsui Kyoraku fosse un maniaco-amante delle donne, ma questo non era vero. Beh, non del tutto almeno. E di certo non si sarebbe comportato così con la sua luogotenente, oltre al fatto che era sentimentalmente impegnato.
«Dolce Nanao, tu sei bella come un fiore e mi sei tanto cara, ma temo di dovertelo negare eccome. E, soprattutto, devo capire cosa sta accadendo.»
Si alzò, ma Nanao non accennò a muoversi. Anzi, rimase ancorata al suo braccio.
«Non rifiutatemi, capitano. Lo sapete che non posso vivere senza di voi!»
«Oh, beh. Qualsiasi cosa sia successa, è una cosa grossa» commentò Kyoraku.
 
Byakuya era ancora fortemente risentito per essere stato lasciato in asso da Renji. Oh, ma lo avrebbe buttato fuori dalla compagnia, poteva starne certo. Non aveva bisogno di un luogotenente che lo mollava non appena si innamorava. Ma rimaneva comunque offeso e, peggio ancora, non capiva perché fosse successo. Gli venne un sospetto quando vide il capitano Kyoraku costretto a trascinarsi dietro la sua luogotenente.
«Eeehi, capitano Kuchiki. Ti prego, dimmi che sai cosa sta succedendo!» gli disse, sorridendo esasperato.
«Io so soltanto che qui sono impazziti tutti e che il mio luogotenente ha messo da parte i suoi doveri per dedicarsi ad Hanataro Yamada della quarta compagnia.
Gli occhi i Kyoraku parvero brillare.
«Davvero? Ma pensa, non credevo che Abarai avesse certi gusti. E tu cosa ne pensi? È un problema che sia innamorato di un ragazzo?»
Byakuya lo guardò male. Ma perché tutti pensavano che avesse qualcosa contro quella sfumatura dell’amore? D’accordo, lui era ligio alle regole e alla Soul Sociaty non si vedevano spesso coppie di shinigami dello stesso sesso, ma questo non voleva dire che fosse contrario.
«Non è affatto quello il problema. Comunque sotto c’è qualcosa e mi pare evidente.»
«Credi che dovremmo parlarne con il Comandante Generale? Sarebbe esilarante da spiegare!» si mise a ridere Kyoraku. Intanto, Nanao aggrappata al suo braccio continuava a piagnucolare e a esprimere ad alta voce i suoi desideri. Byakuya si innervosì. Quali sconcezze, ma insomma, un minimo di decoro!
«Sì, dobbiamo informarlo e anche in fretta.»
 
 
Quando arrivarono alla Soul Society, Ichigo non notò niente di strano. Sembrava tutto nella norma, eccezion fatta per l’odore dolciastro nell’aria. Si coprì naso e bocca con la manica del kimono, non voleva essere contaminato.
«Pensavo di trovare un casino assurdo e invece qui è tutto tranquillo» alzò lo sguardo, ma Rukia gli diede un colpo in testa.
«Non guardare nessuno! Vuoi cadere anche tu sotto gli effetti del filtro?»
«AHI! E perché dovrei caderci proprio io? Voi state benissimo, mi pare.»
Chad appariva nervoso. Non guardare nessuno, si era detto. Era terrorizzato dall’idea di innamorarsi di qualcuno. Pensa che imbarazzo se si fosse innamorato di uno dei suoi amici.
Non guardare nessuno.
Ishida si guardò attorno, si aggiustò gli occhiali.
«Beh, a me non accadrà di certo.»
«Ma sentitelo!» borbottò Ichigo. «Non credo che i Quincy siano esclusi!»
Si guardarono negli occhi, ma di fatto non accadde niente. O almeno, niente di diverso rispetto a ciò che accadeva di solito. Orihime, che teneva gli occhi incollati al suolo, li sollevò verso Rukia.
«Oh! A loro non è successo niente, allora forse su di noi non…»
Il suo tono si affievolì mentre guardava la Shinigami. Rukia arrossì e si guardò attorno. Stava forse accadendo quello che pensava?
«… Orihime?» la chiamò. La ragazza la guardò qualche istante e poi si avvicinò, afferrando le sue mani.
«Non mi ero mai resa conto che tu avessi degli occhioni così belli. Tu sei carinissima.»
«… Che cosa?»
«CHE COSA?!» esclamò Ichigo. «Orihime si è innamorata di Rukia?»
«Siete dei veri idioti! Ma ci voleva tanto a tenere lo sguardo incollato verso il basso? Che incompetenti!» borbottò Yumichika.
«Guarda che questo è accaduto per colpa tua!» gli ricordò Ishida. «Ora basta, convinceremo noi Kurotsuchi ad aiutarci.»
Non aveva ancora un piano in realtà, ma a qualcosa avrebbe pensato.
«Intanto possiamo andare avanti? Però dovrete guidarmi voi, io non vedo dove vado» disse Sado. Aveva l’idea che avrebbe proseguito il suo viaggio in questo modo. Intanto, Orihime si era incollata a Rukia, strizzandola in un abbraccio dolce e appassionato.
«Posso rimanere qui con te? Oppure, perché non ti trasferisci tu da me? Io vivo da sola, lo sai… come posso sopportare la tua mancanza?»
Rukia si ritrovò più volte schiacciata contro la sua morbidezza e in, particolare, contro il suo seno, ma non poteva dire che la cosa le dispiacesse, perché semplicemente non era così!
«Io… io… a me piacerebbe, lo sai, ma è un po’ complicato» sapeva di non doversi fare illusioni, quello era solo l’effetto del filtro d’amore, ma quanto era bello e piacevole ricevere le dolci attenzioni di Orihime?
Ichigo scosse la testa, guardandole con dissenso.
«Chissà perché ma mi pare che questa situazione non ti dispiaccia poi molto» commentò. In realtà era più che altro in imbarazzo.
«N-non è questo, ma cosa dovrei fare secondo te?» domandò Rukia, rossa in viso e, almeno in quel momento, nella perfetta pace dei sensi.
La prima persona che incontrarono sul loro cammino fu Shinji, il quale non sembrava essere sotto l’effetto del filtro d’amore (per fortuna).
«Ma guarda chi si vede! Ichigo e i suoi amici. Posso supporre che il vostro arrivo qui c’entri con quanto sta accadendo?» guardò con un certo interesse Rukia e Orihime. «E che qui qualcuno sia caduto vittima.»
«C-capitano Hirako, non fare quella faccia da pervertito, non è il momento!» gridò Rukia. «M-ma perché, hai capito qualcosa?»
Shinji fece spallucce, annoiato.
«È chiaro che è scoppiata una pandemia, ma è un qualcosa di indotto, lo capirebbe anche un idiota.»
«Qui l’idiota è Kisuke Urahara e il filtro d’amore che ha creato» si lamentò Yumichika. «N-non che io l’abbia usato per conquistare la persona che amo, ovviamente!»
Shinji li guardò e poi sorrise. Chissà perché non era molto sorpreso che c’entrasse Kisuke, aveva sempre avuto la tendenza a sperimentare.
«Ah, è così? Però, che strano. Se l’ha creata lui, evidentemente voleva somministrarla a qualcuno. Mi chiedo di chi si tratti.»
«ORA NON HA IMPORTANZA!» gridò Ichigo. «Sta di fatto che Urahara è in vacanza e che Kurotsuchi non vuole aiutarci a creare un antidoto.»
«Pff, e che ci vuole? Lo convinco io, bastava chiedere!» disse Shinji, come si si trattasse di una cosa facile come rubare le caramelle ad un bambino.
C’era però una cosa a cui non avevano pensato, e dopotutto non avrebbero avuto motivo di farlo. Zaraki Kenpachi stava rientrando alla Soul Society ed era assolutamente disgustato da quell’aria dolciastra e stucchevole che aleggiava per la Soul Society. Una cosa però aveva risollevato il suo umore: Ichigo era appena arrivato alla Soul Society. Della motivazione non poteva importargli di meno, ma era sempre pronto a sfidarlo, a combattere con lui, era uno dei suoi passatempi preferiti. Quando lo vide in lontananza, lo chiamò a gran voce.
«Ichigo Kurosaki!»
Ichigo si voltò. Ci mancava solo la mania di Kenpachi di combattere contro di lui.
«Eh?» domandò. Si ricordò troppo tardi di una regola che non aveva rispettato sin dall’inizio: NON guardare nessuno negli occhi!
Ma non poteva essere successo davvero, non a lui! Kenpachi si chiese cosa diamine gli stesse succedendo: sentiva il sangue alla testa, battito cardiaco accelerato, adrenalina… ma sì, doveva essere la voglia di combattere. O forse no, era qualcos’altro. Non ne aveva idea, ma non gli importava? Aveva puntato Ichigo e… gli era venuta una gran voglia di rapirlo. Ichigò ingoiò a vuoto e indietreggiò.
«Perché mi guardi così, Kenpachi?» domandò, temendo già la risposta.
Ti prego, ditemi che non è successo, non posso essere così sfortunato!
Accadde tutto molto velocemente: Kenpachi si fiondò su di lui, lo afferrò e se lo caricò in spalla ad una velocità tale da non permettere agli di dire nemmeno un “Ah!”.
«Ehi! Lasciami andare, ma sei impazzito? E-ehi, voi altri, fate qualcosa!» gridò, mentre si allontanava caricato in spalla a Kenpachi come se fosse un sacco di patate.
«Sbaglio o il mio capitano ha appena rapito Ichigo?» domandò Yumichika. Rukia annuì.
«Povero Ichigo, che ne sarà di lui?» domandò. Non poteva nemmeno immaginare cosa volesse dire trovarsi sotto le mire del capitano Zaraki. Shinji si mise a ridere.
«Zaraki è caduto vittima del filtro d’amore? Che pollo! Glielo rinfaccerò a vita!»
«Vi prego, capitano Hirako. La cosa qui è seria» lo supplicò Rukia. Shinji allora smise di ridere.
«E va bene, vi aiuterò. Se Kurotsuchi non vuole aiutarvi, poco importa. Le maniere forti convincono chiunque.»
Ma quali sarebbero state mai queste maniere forti?

Nota dell'autrice
... Ebbene sì, Ichigo è stato rapito da Kenpachi, il quale lo conosciamo, sa essere molto passionale, anche se solo nel contesto della battaglia. Quindi Ichigo dovrà stare attento, mentre i suoi amici pensano ad un piano (e Shinji sembra aver trovato un modo per aiutarli). Ciò che mi è piaciuto di più scrivere è stata la parte di Nanao che sclera dietro Kyoraku (e come darle torto?) e lui che è costretto a trascinarsela dietro, mentre Ukitake è offeso (perché dopotutto lo sappiamo che Ukitake e Kyoraku sono una coppia di fatto). Poi ne ho approfitatto per scrivere ancora di una coppia che amo, ovvero la RukiHime. Orihime è  caduta vittima del filtro, cosa ne penserà Byakuya che ha già piene le tasche di tutto ciò?
Restate sintonizzati per scoprirlo.
Nao
   
 
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