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Autore: Jeremymarsh    07/12/2022    2 recensioni
"La sera in cui Berenilde trovò quel bambino alto e magro di fronte casa sua, i suoi vestiti erano già da tempo logori, i capelli biondi bagnati e il viso troppo pallido anche per lui il cui incarnato non era mai stato scuro. Ai suoi piedi una piccola borsa il cui contenuto era rovesciato a terra e non ammontava nemmeno a un cambio; dalle impronte su di essa capì che probabilmente era stato proprio Thorn l’artefice del gesto, anche se ora sembrava il ritratto della tranquillità."
[Piccola raccolta di Missing Moments che esplorano il rapporto tra Berenilde e Thorn]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Berenilde, Thorn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A modo mio



 

“Siete stati più spericolati oggi mentre giocavate?” chiese Berenilde al bambino di nemmeno sei anni mentre gli medicava il taglio sopra il sopracciglio. Cercò di non mostrare la propria preoccupazione e di mantenere il tono calmo e impassibile, ma non dovette poi faticare molto perché era abitudine per lei. Ciò nonostante, la piega che stavano prendendo gli eventi non le piaceva affatto e avrebbe voluto poter far di più. Sapeva di non potersi intromettere nei loro giochi, che padre Vladimir avrebbe trovare un’altra scusa per definire Thorn un debole bastardo e, soprattutto, che il piccolo fosse felice di poter giocare con il fratellastro e la sorellastra – anche se questi gli stavano chiaramente provocando le ferite di proposito.

“Sì, zia,” pronunciò atono Thorn, la schiena innaturalmente rigida e composta. Lei fece finta di non sentirlo tirare su con il naso o di non vedere lo strano luccichio nei suoi occhi visto che stava cercando di nasconderle il suo stato d’animo, ma anche la sua eccessiva serietà la preoccupava. Allora, prima di rimandarlo fuori, si premurò di passargli un altro fazzoletto, accennando solo al fatto che era buona maniera portarne sempre uno in più e tenerlo a portata di mano. Thorn, in risposta, lo posò nel taschino in alto del suo vestito – anche questo troppo serio per i suoi anni – e si incamminò adagio per tornare dai fratelli. Non corse né mostrò alcun segno di eccitazione e ciò provocò l’ennesima morsa al petto di Berenilde che, però, all’esterno rimaneva la dama impassibile che conoscevano tutti.

E mentre lo guardava andar via sperò soltanto che il suo cuore già duro rimanesse tale solo per coloro che lo meritavano e che aprendolo a quelli che considerava i suoi primi veri amici non rimanesse in seguito scottato nello scoprire i loro reali sentimenti.

 

***

 

“Godefroy e Freya ti stanno insegnando di nuovo a usare gli artigli?” Berenilde chiese a un Thorn un po’ più grande mentre gli medicava quella che sarebbe diventata un’altra cicatrice.

“Sì, zia,” pronunciò atono Thorn, lo sguardo inespressivo puntato sul muro dietro di lei. Questa volta non dovette fingere alcunché perché il bambino non stava tirando su con il naso né aveva lacrime da nascondere. A quel punto, sapeva che Thorn doveva essersi accorto di ciò che davvero il fratellastro e la sorellastra pensavano di lui o degli sguardi disgustati della loro madre, ma a lei non lo avrebbe mai rivelato né sarebbe mai venuto in cerca di consolazione. Non funzionava così con dei Draghi e né lei glielo avrebbe offerta perché sapeva che doveva crescerlo così che potesse indurire la sua corazza e imparare a resistere alla vita ricca di soprusi e pregiudizi che lo aspettava.

Eppure, mentre copriva il taglio con una garza sentì lo strano impulso di stringerlo al petto prima di lasciarlo andare e ricordargli che lei ci sarebbe stata sempre per lui. Invece, si assicurò che la ferita fosse ben coperta e poi gli impartì una lezione che sperava potesse aiutarlo nell’affrontare Godefroy e Freya. “Solo perché loro ti stanno mostrando come usare gli Artigli al meglio non vuol dire che tu debba trattenere i tuoi. Molto spesso la lezione teorica coincide con quella pratica. Fa vedere loro quanto hai imparato; ringraziali per quanto hanno fatto.”

E mentre lo guardava andar via, sperò che avesse letto tra le righe e compreso il vero significato di ciò che aveva voluto dirgli.

 

***

 

“Anche oggi hai dovuto trattenerti più a lungo degli altri?” Berenilde chiese a un Thorn adolescente mentre tornava dall’Intendenza ben oltre l’ora di cena. Cercò di non concentrarsi troppo sui cerchi scuri sotto gli occhi, le guance scavate o sulla schiena curvata che tradiva la sua stanchezza.

“Sì, zia,” pronunciò lui atono senza fermarsi né aspettare mentre proseguiva lungo il corridoio. “Sapete che è quello che devo fare per potermi assicurare un posto all’Intendenza; quello che tutti hanno dovuto fare.”

Berenilde dovette mordersi la lingua per non ribattere acidamente che chiunque altro avrebbe già conquistato il posto senza fare quegli orari; non voleva discutere con il nipote né stancarlo ulteriormente dopo la giornata che aveva avuto. Allora, allungando il passo, lo raggiunse e si offrì di chiamare una domestica per preparare un pasto caldo, ma il tentativo fu inutile.

“No, mi recherò direttamente nelle mie stanze. Buonanotte, zia.”

E mentre lo osservava andar via si chiese se si sarebbe mai fermato in quell’infinita corsa che si era prefissato, anche solo quel che bastava per accorgersi che a lei era sempre andato bene così com’era, anche solo quel poco per leggere l’amore che provava per lui in ogni suo gesto.

 

***

 

“Ieri notte sei rimasto di nuovo all’Intendenza?” Berenilde chiese a un Thorn ormai uomo quando lo incontrò quella sera a tavola. Il suo aspetto non era trasandato nonostante avesse dormito nel suo ufficio – o, piuttosto, non dormito –, ma lei lo conosceva abbastanza da poter riconoscere i segni della sua stanchezza così come quelli della rabbia che, però, mal celava. 

“Sì, zia,” pronunciò Thorn atono mentre si sfilava il pesante cappotto e lo porgeva a una domestica insieme a una ventiquattrore. Controllò l’orologio da taschino mentre prendeva posto davanti a lei e poi cominciò a tagliare metodicamente i ravanelli nel suo piatto senza tradire alcuna espressione. “I compiti di un Intendente non finiscono mai.”

Non se sei tu quell’Intendente,” pensò lei tra sé e sé bevendo dal calice che aveva in mano. Sapeva benissimo quanto gli abitanti del Polo gli dessero filo da torcere o cercassero di ottenere favori su favori senza alcuna considerazione verso la sua persona. Dopo tutto, anche se aveva conquistato una delle cariche più alte, Thorn rimaneva il figlio bastardo di suo fratello e di una traditrice e, come tale, non meritava alcun riguardo. “E per ciò che concerne quel compito?” chiese poi, riprendendo a mangiare.

“Tutto prosegue come previsto,” aggiunse solamente lui.

E mentre lo guardava tagliare le verdure crude senza mai mangiarle, mille pensieri e preoccupazioni per la testa, Berenilde non si rese conto che, questa volta, il suo amore e le sue buone intenzioni nascosti dietro gesti indiretti lo avrebbero portato su una via ancora più pericolosa di quella che aveva percorso finora.

 

***

 

“Vi sentite bene, zia?” chiese un Thorn ormai diverso alla zia, notandola distratta, mentre aiutava la moglie a infilarsi il pesante cappotto. Il tempo lì al Polo era sempre particolarmente freddo e anche se molte cose erano cambiate da quando il vecchio mondo si era riunito al loro, il clima su quell’arca non era una di quelle.

“Sto bene, Thorn, ero solo sovrappensiero.” Gli sorrise osservando ancora con gioia tutti i cambiamenti a cui era andato incontro da quando era tornato da lei – da loro. Poi si avvicinò per salutare entrambi, prese il viso di Ofelia a coppa prima di abbracciarla come non avrebbe mai osato fare un tempo e ripeté il gesto con Thorn che la lasciò fare con riluttanza.

“E poi hai anche il coraggio di dire che sono io la svampita,” bofonchiò Roseline lì accanto mentre si apprestava a sistemare la sciarpa al collo della nipote come se fosse ancora una bambina; l’indumento in cambiò la schiaffeggiò per aver osato e allora se ne andò via offesa, preferendo concentrare le sue attenzioni su Vittoria che le accettava sempre silenziosa.

Quando se ne andarono, Berenilde osservò la coppia attraversare il vialetto dalla finestra e sorrise, la mente per una volta libera dalle preoccupazioni, sicura ora che Thorn riconoscesse il significato di tutti i gesti del passato. E lei, invece, non dubitava che anche lui, da sempre, l’avesse amata a modo suo.





 



Questa One-shot è probabilmente una delle mie preferite della raccolta insieme alla prima, quindi spero davvero vi sia piaciuta ❤.

   
 
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