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Autore: _Bri_    09/12/2022    16 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - Iscrizioni aperte fino al 10 gennaio]
Anno 2014.
La Academy for Peculiar Children accoglie giovani maghi e streghe con poteri speciali che hanno bisogno di essere aiutati nella gestione della propria facoltà particolare. Situata nel villaggio magico di Orange Lake e fortemente voluta dai reduci del dottor Steiner, anche quest'anno l'Accademia apre le porte ai nuovi studenti; purtroppo qualcuno non vede di buon occhio la scuola e fa di tutto per farle chiudere i battenti. Riusciranno studenti e insegnanti a salvarla?
Genere: Dark, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Peculiar Children
Prologo

 
31 agosto 2014
 
“SCIAME DI CALABRONI ASSALE COPPIA DI AUROR IN SERVIZIO”
E di nuovo si getta un cattivo sguardo sulla Academy for Peculiar Children
 
Durante la notte del trenta agosto due auror stavano eseguendo un giro di perlustrazione a Orange Lake, quando d’improvviso sono stati colpiti da uno sciame di calabroni impazziti. Fortunatamente sono stati in grado di lanciare incantesimi scudo e sono stati ricoverati al San Mungo per lesioni non gravi. A seguito delle dichiarazioni dei due, pare evidente che lo sciame non abbia agito in modo canonico, bensì sembrava fosse spinto da qualcuno .
Il Ministero ha già aperto un’indagine a tal proposito vista la vicinanza con la Academy for Peculiar Children. È chiaro che la preside Roxanne Borgin dovrà rispondere a più di una domanda… (segue a pag. 8)
 
Con un gesto secco e uno sbuffo esasperato, Roxanne gettò la maledetta copia della Gazzetta del Profeta lontano dalla sua vista. Esasperata da quanto aveva letto, si alzò di scatto e cominciò a borbottare fra sé e sé con tono sempre più alterato, fin quando un lieve bussare alla porta del suo studio non pose fine a quel tanto bofonchiare contro il quotidiano.
 
<< Avanti. >> La voce uscì quasi cavernosa dal bellissimo volto della strega, la quale con movimenti meccanici legò alla bene e meglio i capelli scuri sopra la testa. Fortunatamente, nonostante i suoi cinquantaquattro anni, erano molto rari i fili bianchi a brillare fra le lunga cascata color pece.
 
<< Deduco tu l’abbia letto. >> Una nota voce femminile scivolò oltre la fessura della porta che ancora la divideva dall’interno dello studio. La direttrice distese appena il volto e fece cenno alla più giovane di entrare.
 
<< Vieni pure, Martha. Sono furiosa, furiosa! Possibile mai che non abbiano alcuna intenzione di lasciarci stare? >>
 
Ricevuta l’approvazione, Martha Zeller fece il proprio ingresso, per poi avvicinarsi a Roxanne e poggiarle con delicatezza una mano sulla spalla sinistra: << Vuoi sentire Victor? Sappiamo che è lui ad approvare ogni articolo della Gazzetta del Profeta. >>
 
Roxanne annuì: << Gli ho mandato un gufo con una strillettera poco fa. Lo voglio far vergognare davanti a tutti i suoi dipendenti! Oh, Martha, perché diamine ce l’avranno con noi? >>
 
L’altra tirò dietro l’orecchio una ciocca bionda sfuggita all’acconciatura, poi scosse il capo e dalle labbra scivolò un leggero sospiro: << Non ne ho idea, ma sono certa che se Victor ha fatto uscire un articolo del genere, vuol dire che qualcuno lo ha obbligato. Non infierirebbe mai, non lui… non contro questo istituto. >> Martha allargò le braccia per indicare metaforicamente il vasto territorio dell’Accademia. Roxanne sospirò di nuovo e si permise, dopo anni di confidenza con la sua amica, di perdersi per un momento nei propri pensieri. Pensò alla prima volta che aveva messo piede su quel terreno insieme a Yann e allo sguardo che si erano scambiati, consapevoli che finalmente avevano trovato ciò che cercavano. Laddove si stendeva la terra incolta avrebbero costruito l’edificio centrale dell’Accademia, mentre più in là, in direzione del villaggio di Orange Lake, sarebbero sorti i campi d’allenamento per i giovani studenti bisognosi del loro aiuto. Accennò un sorriso, delicatissimo, nel rendersi conto che bene o male erano riusciti a dare vita a ogni loro sogno. La loro scuola, quella che Yann aveva desiderato costruire, non mancava di nulla: palestre, maneggi, campi sportivi, piscine all’aria aperta, piste di pattinaggio, fucine, serre, dormitori. In quel posto avevano messo tutti loro stessi, versando sudore in ogni angolo di quella che sarebbe diventata la Academy for Peculiar Children. Perché mai qualcuno desiderava così ardentemente recare loro danno?
 
<< Non è certo la prima volta che ci attaccano apertamente. >> Roxanne tornò a parlare, poi portò una mano alla fronte con un movimento elegante benché enfatico: << Non ho il coraggio di dirlo ad Yann; credo che potrebbe partire e fiondarsi alla Gazzetta del Profeta solo per mettere le mani intorno al collo di Victor. >>
 
Benché l’immagine le avesse strappato un sorriso, Martha scosse il capo: << Credo sia meglio che tu vada a parlarci, io intanto sentirò Philip, magari può andare lui stesso a parlare con Vicky e cercare di capirci qualcosa. >>
 
<< Lascialo stare, sarà molto impegnato al San Mungo. >>
 
Martha regalò un bellissimo sorriso a Roxanne, prima di asserire non ci fosse alcun problema a riguardo.
 
<< Andrei io stessa, ma domani inizia l’anno scolastico, ho ancora un mucchio di cose da organizzare per i ragazzi e troppo poco tempo per farlo. Chissà se Jules se la sta cavando meglio di me. >>
 
<< Non credo che ciò sia davvero possibile, sei puntigliosa quanto la sottoscritta, sono certa che non avrai null’altro da fare. Ora scusami… >> Roxanne si avvicinò alla grande finestra dai vetri cangianti che adornava il suo studio e con un paio di mandate la spalancò << …ma devo assolutamente andare a parlare con Yann, ci vediamo questa sera a cena e cortesemente, chiudi tu la finestra per me, comincia ad essere umido a quest’ora. >>
 
Martha annuì e rimase ad osservare le fiamme blu che avvolsero la figura di Roxanne Borgin, che in poco più di qualche istante prese le sembianze di un maestoso falco pellegrino; la bionda strega seguì con gli occhi chiari il volo di Roxanne, poi fece come le era stato chiesto e richiuse la finestra con meticolosità, grazie a un colpo deciso di bacchetta.
 
*
 
La musica degli Alt J, armoniosa e peculiare, risuonava ben oltre la sua stanza, posta nella mansarda della villetta che i suoi genitori avevano fatto costruire dieci anni prima. Essa era separata dall’imponente edificio dell’Accademia da un maestoso olmo e un modesto giardino, sul quale risiedevano le strutture delle serre.
Loras inclinò di lato il capo e fece qualche passo indietro, prendendo le distanze dal caldo paesaggio boschivo che aveva appena finito di realizzare. Accennò un sorriso, squisitamente malinconico come solo Loras sapeva elargire, poi allungò le lunghe dita della mano sinistra per sfiorare le fronde di un albero; a seguito di quel tocco esse si animarono. Non si limitarono a prendere vita, come tutti i quadri magici sapevano fare, bensì il groviglio di foglie sembrò farsi consistente, al punto che una folata di vento fu in grado di trasportarne alcune all’interno della stanza.
Loras guardò con pazienza una delle foglie danzare trasportata dal vento, per poi planare, placida, dinanzi alle sue scarpe. Si chinò quindi per afferrarne il picciolo e con una frizione leggera di pollice e indice, cominciò a farla piroettare a destra e a sinistra.
Quando la lasciò, quella cadde a terra e poco dopo si dissolse; solo a quel punto Loras sembrò rilasciare il respiro che –neanche se ne era reso conto- aveva trattenuto fino a quel momento. Quando avrebbe potuto smetterla di disegnare o dipingere solo cose innocue? Dopo l’incidente i suoi genitori e gli altri insegnanti si erano premurati di parlargli con delicata chiarezza: fin quando non sarebbe stato in grado di controllare il suo potere, avrebbe dovuto frenare il suo estro creativo. Inutile dire che per Loras quella era una vera e propria sofferenza, perché tramite quella comune forma d’arte il giovane mago non si limitava ad esprimere sé stesso, bensì riusciva a tirare fuori un notevole concentrato di malessere che, a cadenza regolare, andava ad incastrarsi e fare il nido nel suo stomaco.
No, alberelli e fogliame non avevano lo stesso effetto benefico di produrre nidi di tarantole, troll di montagna o mandrie di erumpent, ma purtroppo Loras doveva accontentarsi.
Il mago sobbalzò quando sentì gridare il proprio nome, per questo con un colpo di bacchetta abbassò il volume dello stereo e si sbrigò ad aprire la porta. Si ritrovò una donna minuta dai capelli dorati a fluttuargli a pochi centimetri dal viso.
 
<< Mi hai fatta spaventare! Non sai quante volte ho bussato, temevo ti fossi sentito male! >>
 
La voce soave di Jules arrivò come un piacevole cinguettio alle sue orecchie e Loras mise di nuovo su un mite sorriso, poi chinò il capo in segno di scuse.
 
<< Scusami tanto, non avevo sentito, ero preso da… beh, quella roba lì. >> le ultime parole di Loras presero forma in un soffio di pura mestizia e la strega, ancora a un paio di palmi da terra, puntò i grandi occhi sul dipinto del più giovane.
Lo conosceva da sempre, Jules. Loras era un membro della loro strampalata famiglia, messa su dai sopravvissuti a quel giardino maledetto costruito da Robert Stainer; sapeva bene cosa lo facesse star bene e cosa, invece, era in grado di strizzargli l’anima e farlo soffrire. A quel punto non disse nulla, si limitò invece a planare a terra e chiedere il permesso di entrare.
 
<< Certo che sì, sei sempre la benvenuta. >> Disse con scarso entusiasmo Loras; Jules non se la prese per quel tono apatico, perché sapeva non essere lei il problema.
 
<< Domani torneranno i tuoi amici e arriveranno dei nuovi ragazzi, non sei contento? >>
 
<< Beh, sì, almeno la smetterò di passare tutto questo tempo solo con i miei e pochi altri. Mia madre sta cominciando a diventare assillante e papà… Merlino solo sa quanto sia imbarazzante ultimamente. Sta cercando di parlare con me in merito a persone che potrebbero piacermi; ti rendi conto? >>
 
Jules si lasciò sfuggire una risata: << Non ti nascondo che non ce lo vedo proprio Yann a fare discorsi del genere; però ti vuole un mondo di bene e si impegna. È il miglior padre che conosca, Loras. >>
 
A quell’affermazione il giovane si rabbuiò: << Con tutti gli altri magari; sicuramente con te lo è stato, ma con me sta sbagliando su ogni fronte. >>
 
<< Se non ci fosse stato lui in quel Giardino, io non sarei qui, tesoro. >>
 
Non appena Loras si rese conto della sua indelicatezza, tentò di correre ai ripari balbettando qualcosa di scarsamente comprensibile, ma Jules scrollò la testa e allungò una mano per stringere quella del giovane: << Non ti devi giustificare, anche io ho provato per i miei genitori le stesse cose che tu sembri provare per Yann e Roxanne, credo sia normale. Si chiama adolescenza, dobbiamo tutti venirci a patti prima o poi. Senti, sto andando a fare un giro per controllare che i campi siano in ordine per domani, poi devo mandare un gufo ad Alon. Vieni con me? Ti va? >>
 
Loras lanciò un ultimo sguardo al dipinto, prima di annuire, spegnere la luce della sua stanza con un colpo di bacchetta e seguire i piccoli passi di Jules.
 
*
 
Una densa nuvola di fumo aleggiava per la stanza, mentre Jesse organizzava il suo baule con scarsissima voglia. Ad ogni sbuffo di sua madre, poggiata allo stipite della porta, la nuvola andava addensandosi sempre più, ma quello era nulla in confronto al continuo borbottio che l’ormai ex grifondoro era stato costretto ad ascoltare da tre mesi a quella parte.
 
<< Vuoi stare lì tutto il tempo? Mi sto innervosendo mà. >>
 
La strega tirò un’altra boccata alla sigaretta con un gesto così nervoso, da scompigliarle la chioma bionda.
 
<< Ringrazia che a controllarti non ci sia tuo padre; e portami rispetto, Jessie! Sono tua madre, non uno dei tuoi maledetti amichetti con cui ti piace fare casino. >> La bellissima donna assottigliò gli occhi di intenso blu – suo figlio, sfere nere e profonde ad osservare in giro, li aveva ereditati da suo marito- e puntò il dito in direzione del baule: << Cos’è che hai messo lì? Fammi vedere, forza! >>
 
Jesse roteò vistosamente gli occhi, prima di spostarsi di lato e permettere a quell’isterica di sua madre di poter ispezionare il baule: << Tu stai andando fuori di testa, non ho messo niente di strano qui, solo noiosissimi libri per noiosissime lezioni! >>
 
Adelaide ignorò l’insulto di suo figlio; l’unica cosa che importava davvero in quel momento è che Jesse non si stesse portando dietro nulla di compromettente. Una volta resasi conto che fosse tutto in ordine – non avrebbe mai ammesso di essersi sbagliata-, tornò a fumare con nervosismo e le parole uscirono dalla sua bocca con tono fastidiosamente stridulo.
 
<< Ti rendi lontanamente conto di quello che hai combinato? Sei un incosciente, ecco cosa sei! Per fortuna che tuo padre è andato dalla preside McGranitt con il capo cosparso di cenere. Santa strega, ecco cos’è! >>
 
Adelaide continuò a rimproverare suo figlio, mentre quest’ultimo tornava a sistemare con pazienza il baule. Se avesse potuto avrebbe silenziato la voce di sua madre con un colpo di bacchetta, ma sapeva che se avesse anche solo tentato di fare una cosa del genere, lei lo avrebbe spedito fuori di casa a calci, tanto era furiosa.
Pensò che non vi era affatto bisogno di ricordargli che se non avesse accettato di recarsi all’Academy for Peculiar Children, non solo non avrebbe mai più rimesso piede ad Hogwarts, bensì non avrebbe mai avuto la possibilità di prendere i M.A.G.O., mai più. Così Jesse Zabini era stato costretto, contro la sua volontà, ad accettare quel pietoso accordo.
Non aveva alcuna intenzione di cambiare scuola, perché quello voleva dire lasciare i suoi amici, la squadra di Quidditch e tutto il resto; e poi aveva sempre sentito parlare di quell’istituto come di una scuola per pazzoidi problematici.
 
“Alla Peculiar Children ci finiscono quelli che non stanno bene con la testa!” Gli aveva sottolineato con veemenza il suo amico Charles, alzando il tono della voce e attirando così l’attenzione di un sacco di altri studenti che stavano consumando l’ultima colazione dell’anno. Erano giorni che Jessie si prendeva commenti del genere e cominciava a non poterne più; perché lui sapeva di non essere proprio come tutti gli altri, il suo potere stesso lo dimostrava, ma fino a quel momento quella sua peculiarità lo aveva fatto sembrare un fico. Con l’espulsione da parte della McGranitt e l’out out che aveva dato ai suoi genitori –“Vostro figlio passerà l’ultimo anno all’Academy for Peculiar Children, dove gli verrà insegnato a gestire il suo potere e non usarlo per bullizzare i suoi compagni.”-, le cose si erano ribaltate e la gente aveva cominciato a sussurrare fosse uno stramboide.
 
Jesse non sopportava essere definito così e attribuiva quelle brutte voci sul suo conto alla decisione che la preside, assieme ai suoi genitori, di fargli cambiare scuola avevano preso; non aveva nemmeno preso in considerazione che, forse, quel che aveva fatto era decisamente grave e lo aveva reso parecchio instabile agli occhi dei suoi coetanei.
 
<< Dico, mi stai ascoltando Jessie?! Sono dieci minuti che sto parlando da sola o sbaglio?! >> Nel frattempo Adelaide aveva acceso una seconda sigaretta, poi aveva cominciato a lanciare incantesimi per velocizzare il processo di sistemazione dei bagagli del figlio, infilando nel baule vestiti talmente piccoli che ormai Jesse non indossava più, ma il ragazzo non aveva intenzione di farlo notare a sua madre, ci avrebbe pensato più tardi a sistemare di nuovo i suoi bagagli.
Finita la sfuriata e la seconda sigaretta, Adelaide sembrò tranquillizzarsi. Quel che fece su avvicinarsi al suo unico figlio maschio, afferrargli il volto con le mani e parlargli guardandolo dritto negli occhi.
 
<< Ascoltami bene tesoro, questa per te è un’occasione unica, lo capisci? Manderemo cesti per Natale alla preside di Hogwarts fin quando vivrà, per averti concesso una cosa simile. A lei e ai genitori di quei ragazzi, si intende. Quindi ti rendi conto che non potrai sbagliare? >>
 
<< Lo so. Altrimenti mi espelleranno e non potrò più prendere il diploma. >> Ripeté con scarsa convinzione Jesse.
 
<< E sarai costretto ad almeno due anni di lavori socialmente utili. Vuoi andare a pulire i gabinetti della metropolvere di Londra per due anni? >>
 
<< No che non voglio. >>
 
<< Per colpa tua, tua sorella avrà un sacco di grane a scuola. >>
 
<< Ci sono i miei amici, baderanno loro a lei, non ti devi preoccupare. >>
 
Adelaide si allontanò di scatto e gettò le braccia al cielo con enfasi: << I tuoi amici non dovranno nemmeno pensare di avvicinarsi a Violet, sono stata chiara?! >>
 
Così la strega tornò a propinare l’ennesima scenata a Jessie, mentre quest’ultimo riponeva con pazienza pergamene e calamai all’interno di un altro baule, nell’attesa che quello show finisse il prima possibile.
Se lo scotto da pagare per non sentire più la voce petulante di sua madre era trasferirsi alla Academy for Peculiar Children, Jesse pensò che forse ne sarebbe valsa la pena.
 


 
Buonasera a tutti lettori cari. Alcuni di voi (fondamentalmente chi mi segue su instagram), erano già a conoscenza di questo progetto. In realtà, senza dilungarmi troppo sulla questione perché non è questa la sede più appropriata, la scelta di pubblicare questa interattiva dipende da quella ben più triste di sospenderne una appena iniziata sul fandom di Death Note che, per motivi personali, non mi sento di portare avanti. Ho deciso quindi di riconvertire la storia –parliamo sempre di un istituto per “ragazzi speciali”- e adattarla al fandom di Harry Potter.
Fatta questa doverosa premessa, forniamo come sempre un po’ di contesto e spiegazioni: vi erano mancate le mie note chilometriche?
 
Forse qualcuno di voi avrà riconosciuto parecchi dei personaggi di questo prologo; ebbene sì, Roxanne, Yann (grazie Eniente), Martha (grazie Em), Jules e Victor sono oc miei e di alcune vecchie partecipanti dell’interattiva ormai conclusa “Il Giardino segreto”. Chi desidera saperne di più può imbarcarsi nella lettura – io ne sarei ovviamente felice-, mentre per gli altri vi basti sapere che tutti i personaggi nominati, fuorché Roxanne, possiedono poteri particolari e che proprio per questo motivo sono stati, nel 1994, rapiti e studiati dal terribile dottor Robert Steiner, Mangiamorte fedelissimo di Voldemort, per sfruttarne le capacità e riuscire a tornare indietro nel tempo per riportare in vita il Signore Oscuro.
Tutto è bene quel che finisce bene, Roxanne e Yann che intanto si sono sposati e hanno dato alla luce il piccolo Loras decidono, per volere di Yann di tirare su un istituto che potesse aiutare giovani maghi e streghe che vivono la sua stessa condizione e che hanno difficoltà a gestire il loro potere speciale. Viene così fondata nel villaggio magico Orange Lake –di mia invenzione- la “Academy for Peculiar Children”, un istituto che viaggia in parallelo con Hogwarts. Come nel caso di Jesse che avete conosciuto poco fa, gli studenti che vengono accolti sono appunto giovani che devono essere aiutati e molti degli insegnanti che si trovano alla APC, hanno appunto il compito di guidarli.
Alla APC vengono studiate le normali materie di Hogwarts, quindi vi saranno docenti che si occuperanno di questo come accade nella scuola di magia e stregoneria che tutti conosciamo; inoltre vi saranno delle ore extra, in cui verranno tenute delle lezioni da alcuni maghi e streghe con poteri particolari (come Jules, che sostanzialmente sa volare o come Yann, che sa manipolare il fuoco) e gli studenti potranno usufruire di questo grandissimo sostegno. Chi possiede poteri “mentali”, verrà seguito da Martha e magari da altri insegnanti che voi stessi potrete creare, mentre chi possiede dei poteri “fisici”, verrà seguito da Yann o Jules.
In tutto ciò c’è qualcuno a cui proprio non va giù che esista questa scuola, che forma dei ragazzi potenzialmente molto potenti, ragion per cui qualcosa accadrà nel corso dei capitoli.
 
Ragazzi e insegnanti si ritroveranno nei guai e con le dita puntate contro di loro: riusciranno a salvare la Academy for Peculiar Children?
 
Un po’ “The Babadook” (la storia che, purtroppo, sospenderò) un po’ “Wednesday” (si, ho adorato quella serie), un po’ Miss Peregrine(da cui ho già attinto in passato), questa storia teen in cui emergeranno complotti e si risolveranno misteri è il mio ultimissimo progetto per questo Natale, spero che lo apprezzerete.
 
Di seguito qualche dettaglio:
 
Breve descrizione della Academy for Peculiar Children:
 
L’istituto si trova a Orange Lake, un villaggio magico nato alle pendici dello Scafell Pike, montagna che fa parte della catena montuosa Southern Fells, situata nella contea Cumbria all’interno del “Lake District National Park” (grazie come sempre Wikipedia). Vi è un grande edificio centrale che è la vera e propria Accademia, in cui vi sono i dormitori, aula magna e refettorio, le aule e gli studi degli insegnanti. Intorno all’edificio centrale vi sono campi sportivi, palestre, maneggi.
I dormitori sono formati da stanze per lo più quadruple e solo in alcuni casi triple; ogni stanza ha il proprio bagno personale e ogni studente ha il dovere di tenere in ordine e pulito il proprio ambiente.
 
Regole della Academy for Peculiar Children:
 
-Non si può assolutamente uscire a proprio piacimento dal territorio dell’Accademia. Questo vale anche per gli studenti maggiorenni, proprio come ad Hogwarts.
 
-L’accesso alle serre deve avvenire sotto supervisione.
 
-Vi è un coprifuoco che scatta alle 23 e che deve essere rispettato da ogni studente (ovviamente, questo viene puntualmente infranto da qualcuno). Il sabato rappresenta un’eccezione.
 
-Gli studenti possono usare la magia, ma i poteri speciali devono essere adoperati con estrema cautela. Le regole impartite dagli insegnanti devono essere rispettate, pena la sospensione o l’espulsione.
 
-Ogni studente è obbligato a frequentare le lezioni extra per imparare a gestire il proprio potere.
 
-Ogni studente è obbligato ad avere dei colloqui con dei magiterapeuti almeno una volta al mese. Se necessario, possono usufruire del servizio quando più è loro utile.
 
-L’intero edifico è zona elettrificata sottoposta a potenti incantesimi di protezione e non bisogna tentare di neutralizzarli in alcun modo.


Regolamento
 
  • Le schede vanno inviate entro e non oltre il 6 Gennaio  alle ore 19:00 attraverso messaggio privato con oggetto “Nome del vostro Oc – Puculiar Children”.
 
  • Potete inviare fino a due personaggi a testa purché:
    • di diverso ruolo (uno studente e insegnante, per intenderci. Gli insegnanti potranno insegnare le materie canoniche, oppure potranno aiutare gli studenti con i loro poteri extra. In questo secondo caso anche loro dovranno avere un potere particolare). Ci tengo a precisare che gli insegnanti, in generale “gli adulti” tutti della storia potranno essere sospettati e accusati di quanto accade sia nell’Accademia che al di fuori di essa. In poche parole i vostri personaggi adulti potranno essere indagati. Invece per quanto riguarda gli studenti, questi (sperando non esageriate, siamo pur sempre in una scuola in Gran Bretagna), potranno venire da ogni parte del mondo e, coadiuvati dalla costruzione di un background credibile, potranno anche essere orfani ospiti fissi della APC.
 
  • Nella prenotazione indicate il genere e l’età. Vi ricordo che i ragazzi possono avere 15/17 anni.
 
  • Essendo un’interattiva vi chiedo il piacere di essere partecipi, non solo perché nel corso dei capitoli vi farò delle domande, ma anche perché altrimenti si perderebbe il senso di fare una storia del genere. Lo faccio ogni volta, lo so, ma vi chiedo perciò di essere partecipi. Sappiate comunque che se dopo 2 capitoli non dovessi più avere vostre notizie, nel 3° comunicherò l’eliminazione del vostro Oc.
Ovviamente se aveste dei problemi, di qualsivoglia natura, che non vi permettessero di essere presenti basta farmelo sapere e concorderemo insieme una soluzione senza che il vostro oc sia costretto a rimetterci (e vista la linea thriller della storia, rimetterci vorrebbe poter dire perdere la vita, ops).
 
  • Accetto: Storie personali mediamente complicate e poteri complessi. Sono pur sempre ragazzi della Academy for Peculiar Children, non mi aspetto di ricevere tutti personaggi totalmente stabili. Possono essere anche orfani e quindi vivere in pianta stabile nell’Accademia.
 
  • Non accetto: Mary o Gary Stu; NON esagerate con i problemi dei vostri personaggi, perché non ho alcuna intenzione di trattare con leggerezza tematiche delicate e personaggi con patologie estreme o storie troppo complesse non sarei in grado di trattarli, ragion per cui se doveste calcare la mano, non potrò prendere in considerazione i vostri Oc.
 
Infine voglio aggiungere che questa storia vuole essere un giallo da risolvere, ma anche un teen drama, in cui le storie di questi adolescenti complicati si intrecceranno non solo in maniera drammatica, ma anche romantica. Si, questo vorrà dire che ci sarà spazio per l’ammore.
 
Ovviamente sono a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda. Mi trovate ovviamente qui, ma anche su instagram (e su ig posso sicuramente rispondervi più rapidamente). Mi trovate come Bri_efp.
Vi lascio alle schede e ai trafiletti dei personaggi; Loras e Jesse saranno i miei oc, mentre gli insegnanti saranno personaggi secondari.
 
 
 
SCHEDA STUDENTI
 
Nome e Cognome:

Data di nascita (gli studenti possono avere dai 15 ai 18 anni):

Categoria speciale (licantropo, metamorphomagus, Veela):

Orientamento sessuale:

Aspetto fisico:

Prestavolto (deve essere necessariamente un personaggio reale):

Carattere:
 
Pregi e difetti:
 
Facoltà particolari:

Background del personaggio (specificare se prima di arrivare all’Accademia, ha frequentato Hogwarts, se sì, specificare il percorso scolastico):
 
Famiglia e rapporto con essa:
 
Da quanto tempo è all’Accademia e per quale motivo è entrat*?:
 
Bacchetta:

Patronus:

Molliccio:

Amortentia:

Ricordo felice:

Amicizie/ inimicizie:
 
Passioni/abilità (potrebbero essere legati o meno alle sue facoltà particolari):

Amore ( Nel caso sia fidanzato, scrivete un paio di righe su questa persona):
  
Altro:
 
 
SCHEDA PROFESSORI/INSEGNANTI
 
Nome e Cognome:

Data di nascita (gli insegnanti possono avere dai 30 anni in su):

Categoria speciale (licantropo, metamorphomagus, Veela)*campo non obbligatorio:

Orientamento sessuale:

Aspetto fisico:

Prestavolto (deve essere necessariamente un personaggio reale):

Carattere:
 
Pregi e difetti:
 
Materia insegnata e/o corso disciplinare per la gestione del potere:
 
Facoltà particolari (gli insegnanti non devono averne necessariamente):

Background del personaggio:
 
Famiglia e rapporto con essa:
 
Per quale motivo è entrat* all’Accademia come insegnante?:
 
Bacchetta:

Patronus:

Molliccio:

Amortentia:

Ricordo felice:

Amicizie/ inimicizie:
 
Passioni/abilità (potrebbero essere legati o meno alle sue facoltà particolari):

Amore ( Nel caso sia fidanzat*/sposat*, scrivete un paio di righe su questa persona):
  
Altro:
 
 
Loras Reinhardt
17 anni, 10 Marzo 1997
Eterosessuale
 
 
Loras è letteralmente cresciuto fra “i diversi”, quelli che molti per lungo tempo hanno considerato come fenomeni da baraccone; questo gli ha indubbiamente permesso di sviluppare una sensibilità unica nel suo genere. Loras è sensibile, malinconico, emotivamente fragile; in lui il malessere si concretizza ed è costretto a usare il proprio potere per tirare fuori questi “accumuli di negatività” che finirebbero per farlo soffrire molto.
Estremamente empatico, non è l’anima della festa, ma è tenuto in grande considerazione dai suoi amici e non fa fatica a socializzare.
 
 
Jesse (Jessie) Zabini
17 anni, 1 Novembre 1996
Eterosessuale
  

Dinamico, sopra le righe, accentratore, dalla personalità sfaccettata, Jesse è un candidato perfetto per la Academy for Peculiar Children. Dalla natura controversa, da un lato è empatico, passionale, di compagnia, grintoso, dall’altro in lui è presente un piglio oscuro, che può mettere a disagio chi si trova ad avere a che fare con lui. Forse proprio perché riconosce di essere storto, non sopporta che lo si giudichi strano.
 
 
 
Roxanne Borgin
54 anni – Direttrice della APC

 
Yann Reinhardt
51 anni –manipolazione del fuoco- Insegnante

 
Jules Airgood
33 anni –manipolazione dell’aria- Insegnante

 
Martha Sophie Zeller 
47 anni – visione - Insegnante

 
Victor (Vicky) Adam Selwyn
47 anni –potere scudo- direttore de “La Gazzetta del Profeta”
 
Piccola nota a margine per dirvi che ovviamente le immagini degli insegnanti non rispecchiano la loro età. Il fatto è che i loro pv sono questi qui e non ho la pozione di invecchiamento a portata, perciò vi chiedo di usare un po’ di immaginazione (anche se immaginarsi la splendida Eva Green più vecchia dei suoi 42 anni è un vero sacrilegio).

 
 
 
 
 
 
   
 
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