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Autore: MaryFangirl    11/12/2022    0 recensioni
Bruno si sposa, ma Camilo ha altri piani per lui.
Una storia d’amore e di accettazione della mortalità. (Bruno/Camilo)
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Bruno Madrigal, Camilo Madrigal
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: Incest, Mpreg
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Questa è una fanfiction tradotta dall’inglese, potete trovare i dettagli dell’originale qui sotto. 
 
Titolo originale: Tell me that you love me
Link storia originale: 
https://archiveofourown.org/works/36791236/chapters/91784170 

 
Ciao a tutti! Se avete aperto il link, vuol dire che anche a voi questa coppia piace, o siete quantomeno curiosi...io posso ufficialmente affermare che la Brumilo è la mia personale ossessione del 2022 ed è entrata di diritto nel mio Olimpo delle OTP. Sì sono parenti, sì hanno tanta differenza d'età, sì è una coppia che forse ha poco senso dato che Camilo è un personaggio abbastanza marginale e non ha alcun tipo di scambio con Bruno nel film (ma non smetto di sperare in una serie su Encanto, perché ci sono davvero tanti aspetti che meritano di essere approfonditi), ma questo non cambia che mi facciano semplicemente impazzire. Sorry not sorry.
 
Avviso:
la fanfiction originale, qui tradotta dall'inglese, ha contenuto esplicito dal punto di vista sessuale, ma poiché su EFP non è consentito descrivere nel dettaglio questo tipo di scene in caso di coppia incestuosa, la versione postata qui sarà censurata, per non sforare oltre il rating arancione - ci saranno allusioni, descrizioni di baci e di alcune cose leggermente più spinte, verrà sottinteso quello che accadrà ma senza scendere nel particolare, ogni elemento che sfocia nel rating rosso a tutti gli effetti sarà eliminato, non inficiando affatto sulla comprensione della trama – diciamolo, spesso e volentieri le scene osé sono molto intriganti da scrivere e da leggere, ma non hanno granché utilità a livello della narrazione, salvo in alcuni casi XD
Non disperate, però, la versione integrale sarà pubblicata su AO3, sito che adoro perché non ha praticamente nessun tipo di proibizione, sarà possibile leggerla anche senza registrarsi/loggarsi. Il mio profilo è al seguente link: https://archiveofourown.org/users/MaryFangirl

Altre considerazioni: Tutti i personaggi coinvolti in rapporti sessuali sono maggiorenni. Come anticipato, la storia è incentrata su una relazione di natura romantica e sessuale tra zio e nipote; è presente in maniera lieve la dinamica dom!Camilo/sub!Bruno e soft BDSM; è presente la tematica Mpreg.

Se ritenete che tutte o una delle indicazioni di cui sopra possano rendere la vostra lettura fastidiosa o non di vostro gradimento, sconsiglio di proseguire.
In caso contrario, chiudo qui (finalmente, ma mi piace essere molto chiara per evitare equivoci) e vi auguro buona lettura.

 
 
È il giorno del matrimonio di Bruno, tutti in città saranno presenti. Metà per festeggiare, l’altra metà per smentire la propria incredulità. Nessuno si aspettava che Bruno si sposasse. Nemmeno lo stesso Bruno. Ma miracolosamente è qui, in piedi davanti allo specchio, vestito con un completo nero e i capelli raccolti in una coda, ordinato e pulito, la barba curata e leggermente rasata, con una rosa bianca sull’occhiello, gentile concessione di Isabela.  
 
Bruno non si riconosce. Vede le rughe sul viso, soprattutto intorno agli occhi. Sta invecchiando. È consapevole di non avere molto tempo e, a differenza delle sue sorelle, non ha messo su famiglia. Non ha trovato un modo per mantenere intatta l’eredità dei Madrigal. Quindi aveva deciso che quella era la decisione giusta, era l’unico modo. Per rendere orgogliosa la sua famiglia, sua madre. Si fissa ancora una volta e deglutisce a fatica. 
 
Oggi si sposerà, avrà una moglie, dei figli, una famiglia e una bella casa. Dovrebbe essere felice. Sorride e si asciuga i palmi sudati contro i pantaloni. In fondo, però, sa di non essere felice. Non può esserlo. Non con lei. 
 
La sposa è bellissima, affascinante, gentile. È molte cose che Bruno non è. Rende luminosi anche i giorni più bui e il potere che ha su tutti è sbalorditivo. Bruno è sorpreso che abbia scelto lui rispetto a chiunque altro. Si chiama Selma, la figlia del macellaio locale. La dolce, affettuosa, intelligente Selma, che ride alle battute di Bruno e non lo giudica mai quando è nervoso. Lo ascolta divagare sulle sue telenovele con i topi e a volte lo aiuta con le trame. Ricorda a Bruno le cose belle della vita, che è amato e desiderato. Gli dice che non ha mai amato nessuno tanto quanto ama lui. È perfetta in tutti i sensi. Perfetta per Bruno. Ma Bruno pensa che non potrà mai essere abbastanza perfetto per lei. 
 
Bruno ricorda il giorno della proposta. Tutti si erano precipitati in casa per preparare, la cucina brulicava mentre le pietanze venivano cucinate. Abuela supervisionava ogni dettaglio. È quasi comico come tutti si siano dati da fare perché la proposta fosse perfetta, soprattutto dopo che l’ultima era stata un disastro. Casita era piena di attività, sua sorella Julieta distribuiva cibo che secondo Bruno sarebbe durato per una settimana mentre Pepa camminava avanti e indietro. Una tempesta si formava lentamente nell’atrio. Felix faceva del suo meglio per calmare la moglie. 
 
“Vita mia, andrà tutto bene! Bruno ha tutto sotto controllo” sussurrava, strofinando delicatamente il braccio di Pepa. I suoi occhi frenetici saettavano dappertutto. Con le dita pettinava i riccioli intrecciati, respirando profondamente per controllarsi. 
 
“Cieli sereni...cieli sereni” diceva ripetutamente, come un mantra, più e più volte fino a quando la nuvola si dissipava, lasciando soffici rivoli di pioggia sulle piastrelle.  
 
Bruno ridacchia, scuotendo la testa. Sua sorella si è sempre preocupata per lui, un po’ troppo per i suoi gusti. Ma era comunque grato che la famiglia si fosse preoccupata tanto di rendere la serata perfetta. Anche quando lui stesso aveva silenziosamente desiderato che andasse male. Che qualcosa lo distogliesse dal procedere. Ma, l’uomo fa progetti e Dio ride. 
 
E Dio aveva riso, riso e riso. Finché Bruno non si era inginocchiato davanti a Selma, tenendo aperta una piccola scatola con uno splendido anello di smeraldi. Bruno aveva osservato la donna davanti a lui, gli occhi lucidi di lacrime. La sua bocca si era leggermente aperta mentre inspirava. Aveva avvertito tutti gli occhi su di sé, il silenzio era quasi assordante. Aveva sentito le pareti chiudersi su di lui e in una frazione di secondo aveva pensato di alzarsi e fuggire. Gli sguardi pesavano su di lui, ma non così tanto come gli occhi nocciola che lo fissavano dall’altra parte del tavolo. Bruno non aveva dovuto voltarsi per sapere chi fosse. Non aveva avuto il coraggio di guardarlo. Il silenzio era proseguito per qualhe altro secondo prima di sentire un peso schiantarsi su di lui. Ricadendo sul pavimento con un guaito, le sue braccia avevano trovato appiglio attorno alla vita della donna. 
 
“È un sì?” aveva cinguettato Mirabel, sporgendosi per guardare i due sdraiati sul pavimento. 
 
“Sì! Certo! Sì!” 
 
Lo stomaco di Bruno si era chiuso, ma non si era lamentato. Il suo sorriso era diventato mite ed educato. Era la sua rovina. 
 
.  
 
La chiesa è ancora vuota, splendidamente decorata con fiori giallo su ogni panca. La seta bianca avvolge ogni colonna, il tappeto di una tenue sfumatura rosa ha petali sparsi su di esso. Le candele lungo l’altare sono spento. È stupendo, per una sposa stupenda e una stupenda coppia, pensa Bruno. Guarda i fiori, ne afferra uno delicatamente. Osserva il giallo e il sorriso che cerca di trattenere vacilla. Vorrebbe che le cose fossero diverse, vorrebbe essere in qualsiasi altro posto tranne che qui. Ogni pensiero viene interrotto da un leggero colpo di tosse alle sue spalle. Bruno si gira e vede il prete, l’uomo a cui aveva profetizzato la calvizie. L’altro non deve apprezzarlo molto, dallo sguardo tagliente che sta ricevendo. 
 
“Ah, padre, mi dispiace, non l’avevo vista” 
 
“Non preoccuparti, figliolo, immagino tu abbia altro per la testa. È un grande evento, dopotutto” 
 
Bruno ridacchia goffamente e giocherella con le dita, annuendo come un bambino. 
 
“Ah, beh sì...non avrei mai pensato che questo giorno sarebbe arrivato” dice debolmente. -Vorrei che non fosse mai arrivato- pensa. 
 
“Che ne dici di confessarti, molte coppie lo fanno prima di sposarsi. Sono sicuro che tua madre Alma sarebbe felice di sapere che abbiamo parlato prima della cerimonia” 
 
Bruno esita a rispondere, aprendo la bocca per parlare ma non trovando alcun suono. Non è sicuro di quando abbia smesso del tutto di credere nella chiesa e in Dio. Inizialmente la religione non aveva un ruolo importante nella sua vita, anche se forse un po’ di speranza e fede ora gli sarebbero utili più che mai. Quindi annuisce e segue il prete nel confessionale. Lo spazio è un po’ angusto, ma c’era da aspettarselo da una piccola scatola di legno all’angolo della chiesa. Un piccolo crocifisso è appeso alla porta. Bruno siede di fronte al prete che lo guarda con un sorriso inquietante, le mani in grembo. 
 
“Allora, dimmi figliolo, cosa ne pensi della tua sposa?” 
 
“Penso che sia bellissima, ha una risata molto dolce. A volte penso di sognare, perché come potrebbe una persona perfetta come lei stare con qualcuno...di imperfetto come me?” Bruno alza le spalle e si gratta la nuca. Funzionano così le confessioni?, si chiede distrattamente. 
 
“E pensi di essere imperfetto? Quando tu, come tutti noi, sei stato creato a immagine e somiglianza di Dio?” fa notare il prete, espirando dal naso. I suoi occhi si stringono sull’uomo che si contorce sulla sedia. 
 
-Se Dio è un tipo eccessivamente ansioso, che ha vissuto dietro le pareti per 10 anni avendo solo dei topi con amici e, oh dimenticavo, che sposa una donna che non ama per il bene della famiglia, perché è innamorato di qualcuno che sa che non potrà mai avere né in questa vita né nella prossima, allora sì. Proprio l’immagine della perfezione- vorrebbe dire Bruno, ma si morde la lingua ed espira. 
 
“Beh, se la mette in questo modo...” 
 
“La ami?” 
 
La domanda è semplice ma per Bruno è carica di significato. Qualcosa a cui non sa rispondere con la sicurezza che sperava. 
 
“Certo...” dice con un debole sorriso al quale il prete presta attenzione. Sul suo volto compare un sorrisetto, innervosendo Bruno nel profondo. 
 
“Le tue parole non sembrano corrispondere alle tue azioni, figliolo” 
 
“Io...cosa intend-” 
 
“Vedo come mi guardi. Come reagisci quando lei ti tocca, quando ti bacia. Non mi sembra amore” 
 
Il respiro di Bruno si blocca in gola, e balza in piedi. Le gambe della sedia sfregano contro le venature del legno. 
 
“Camilo” 
 
Bruno sibila rabbiosamente, il calore nello stomaco si accumula in lui. Il cuore gli batte forte. Guarda il prete trasformarsi in suo nipote. Vestito con un abito nero, i riccioli formano un’aureola intorno alla testa, è l’immagine della perfezione. Il ragazzo si alza, torreggiando su Bruno. 
 
“Zio” risponde freddamente, facendo indietreggiare Bruno contro il muro. Le braccia lo intrappolano, i suoi occhi sono scuri e socchiusi, la lingua scorre sui denti. Camilo sembra pericoloso e Bruno si sente sul punto di esplodere. Il respiro di Bruno accelera, gli occhi guizzano intorno all’area chiusa per una via di fuga. Pensa di poter sopraffare Camilo, ma viene presto smentito quando viene nuovamente bloccato contro il muro. 
 
“Camilo, che diavolo stai pensando? Pepa sarà preoccupata” 
 
“Oh, calmati, zio Bruno. Le ho detto che ti avrei aiutato a prepararti” sussurra Camilo, appoggiandosi contro Bruno. La sua lingua scivola lungo il suo padiglione. Sente Bruno rabbrividire e un lieve gemito gli sfugge. Camilo ridacchia sommessamente. Preme i fianchi contro l’uomo, facendogli sentire la propria durezza contro il bordo dei pantaloni. 
 
“Camilo...non possiamo, è sbagliato” dice Bruno, il respiro fermo in gola mentre Camilo rotea i fianchi e si schiaccia su di lui. Le dita di Bruno affondano nella sua spalla, le nocche diventano bianche mentre il suo corpo dondola contro Camilo. 
 
“Ma è così bello” 
 
“Cosa vuoi? Cosa vuoi da me, Camilo?” supplica Bruno debolmente, la nuca premuta contro la parete di legno. I suoi occhi si chiudono mentre Camilo preme ancora una volta contro di lui. Le mani di Camilo sono sui suoi fianchi, spingono Bruno a muoversi, strappando a entrambi un gemito. 
 
“Voglio che tu...mi dica che mi ami. Che mi hai sempre amato e che non hai mai amato lei” sussurra Camilo, con tono velenoso. Si scosta per guardare Bruno, una mano gli afferra i capelli. Le dita si arricciano tra le ciocche, le unghie corte sfiorano il cuoio capelluto. Costringe Bruno a guardarlo. Gli occhi di Bruno sono di un verde tenue, ma scorge un bagliore, la sua bocca è leggermente aperta. 
 
“Tu...sai che non posso farlo” dice Bruno e Camilo fa schioccare la lingua, infastidito. Se Bruno non vuole dirglielo, Camilo deve convincerlo. Bruno guarda Camilo abbassarsi, spalanca gli occhi mentre il ragazzo preme le labbra all’altezza del suo membro. 
 
“Camilo” dice prima di gemere alla sensazione del palmo dell’altro contro la sua erezione. La sua mano si sposta tra i riccioli di Camilo. 
 
“Fermami ora se non mi vuoi. Dimenticheremo che sia successo” dice Camilo, alzando lo sguardo su Bruno, che lo osserva con vergogna. Non dice di no e non gli chiede di smettere. Non può lasciare andare l’opportunità che gli viene così generosamente offerta. Camilo afferra la cerniera di Bruno tra i denti, ne assapora il metallo prima di tirarla giù. Il suono della zip che si apre è assordante nella piccola area ristretta in cui si trovano. 
 
Bruno pensa che la vista di Camilo che lo afferra in mano sia paradisiaca. Camilo lo tocca pigramente, diffondendo gli umori già fuoriusciti sull’asta. Bruno si contrae.  
 
È caldo contro il suo palmo e Camilo giura di riuscire a imprimere nella propria memoria la consistenza di ogni vena. Bruno emette rumori peccaminosi, pensa. I suoi gemiti sono attutiti dal dorso della mano. Camilo apprezza il fatto di sentire quei suoni prima della futura moglie. 
  
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