Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Idalberta    11/12/2022    3 recensioni
Dal testo:
- Artù inizialmente si era rifiutato di credere che Merlino l'avesse tradito in quel modo. Pensava a uno scherzo molto ben organizzato. Poi aveva capito ed era andato su tutte le furie. Con la spada aveva colpito rami e cespugli. Con forza, con rabbia, con cattiveria.
Infine si era seduto per terra, come se non avesse più forze ed era diventato triste. Non lo guardava, cercando di nascondere le lacrime che evidentemente non era riuscito a trattenere.
‘Vattene via’ gli aveva detto ‘Vattene e non farti vedere mai più a Camelot’. -
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gwen, Hunith, Lancillotto, Merlino, Principe Artù
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



La trappola














 

La mattina dopo Merlino salutò sua madre che cercò di nascondergli la sua preoccupazione. Il ragazzo non aveva idea di quanto tempo sarebbe stato via e disse alla madre di non stare in pensiero se non l'avesse visto tornare anche per molti giorni. 

L'unica cosa che servì a rasserenare veramente l'animo di Hunith era l'eccitazione e la felicitá che vedeva negli occhi e negli atteggiamenti del figlio. Da quanto tempo non lo vedeva così!

 

Merlino non possedeva un cavallo come del resto la maggior parte degli abitanti di Eldor e chi lo possedeva non poteva certamente permettersi di prestarglielo per un tempo indefinito. 

Artù e i cavalieri non avevano pensato al fatto di portarsi dietro un cavallo in più, come in genere facevano in queste occasioni.

 

'Poco male' pensò Artù 'Merlin è leggero come una ragazza o forse anche di più. Il mio cavallo sará più che in grado di portarci entrambi a destinazione.' 

Il re fece salire Merlino sul suo cavallo, davanti a lui. Era un modo per cercare di tenerlo maggiormente al caldo.

Hunith aveva fatto il possibile ma Merlino non possedeva abiti molto caldi, per cui ne aveva indossati parecchi, uno sopra l'altro, ma il re temeva avrebbe patito quella temperatura così rigida.

Artù era quasi arrabbiato con se stesso. Era stato poco pratico a partire così in fretta senza pensare minimamente alle esigenze di Merlino. Avrebbe dovuto portare qualche indumento adatto, per lui, ma temeva avrebbe trovato dei motivi per ripensarci se non fosse partito immediatamente quella mattina. Era stato sul punto di farlo quasi ogni giorno di quegli ultimi mesi. La corte, la sua camera e persino le persone non erano più le stesse senza Merlino.

A Camelot non aveva voluto altri valletti personali. Non aveva voluto nemmeno George che già una volta l'aveva sostituito. Si faceva portare la colazione direttamente da un garzone della cucina. Si vestiva da solo, con grande incuria e accettava la presenza di George solo per il bagno.

Anche per i vestiti faceva venire direttamente due lavandaie in camera a prendere i panni sporchi e a rimetterli a posto una volta lavati, creando un certo scandalo a corte, perché le donne che lavoravano per il re, non potevano entrare nella sua camera. Per questo dovevano essere almeno in due. 

Nonostante Merlino come servo non fosse niente di che, la sua mancanza aveva creato un mucchio di noie, senza contare che Artù aveva sentito la mancanza di Merlino come amico, in modo molto più doloroso di quanto avesse pensato.

 

 

Faceva un freddo tremendo, peggio di quello che Artù aveva immaginato. Il re portava un mantello foderato di pelliccia. E disse a Merlin di avvolgersi con esso, con la scusa che in quel modo anche lui sarebbe stato più al caldo.

Merlino fu davvero contento di stare accoccolato con la schiena contro il petto di Artù, che con la sua ampia stazza lo avvolgeva con il corpo, ancora più del mantello stesso. Si sentiva al caldo e protetto. Era felice di essere di nuovo con lui, dopo tanto tempo. 

Per un momento gli sembrò di essere tornato ai tempi felici di quando serviva Artù al castello.

 

Aveva smesso di nevicare ma il terreno era ricoperto da una fitta coltre di neve. Dopo un breve viaggio arrivarono al paese dove alloggiavano i tre cavalieri e raggiunsero la loro locanda. 

Tutti e tre si mostrarono contenti di vedere che Merlino aveva seguito il re.

 

Il servo aveva capito perché mancava Elyan. Era il fratello di Gwen e probabilmente Artù nemmeno lo aveva informato sullo scopo di quella missione. 

Artù aveva bisogno di parlare con lei, magari voleva riportarla a casa con sé. Era la regina di Camelot.

Si vedeva che la amava veramente se era andato personalmente a riprendersela.

Però non riusciva a capire Gwen. Come si poteva preferire un uomo, anche eccezionale come Lancelot, ad Artù. Fosse stato in Gwen non gli sarebbe neppure passato per l'anticamera del cervello. 

Un uomo orgoglioso e geloso come Artù che chinava la testa per amore era una cosa che Merlino non pensava avrebbe mai visto.

Certo era preoccupato per come Artù avrebbe affrontato soprattutto Lancelot.

Ma Merlino era così felice che Artù fosse tornato da lui, che voleva fidarsi di quanto gli aveva detto su Gwen.

 

Non aveva ancora capito come il re avesse intenzione di utilizzare la sua persona. 

Poi gli venne un'idea che lo portò a gioire dentro al suo cuore.

Artù forse aveva voluto il suo aiuto per non esagerare se avesse perso il controllo. Forse voleva essere fermato dal compiere gesti inconsulti,

se non fosse stato in grado di contenersi emotivamente da solo.

Ad esempio se avesse attaccato Lancelot. 

Anche se non poteva essere del tutto sicuro, gli sembrava un' ipotesi possibile. 

In questo modo Artù gli dimostrava la sua fiducia. Avrebbe dovuto mettercela tutta per non deludere il re. 

Ma forse avrebbe dovuto confrontarsi prima con Artù su questa cosa. 

Non era facile. Artù era sempre molto suscettibile su certi argomenti, figurarsi ora che ne aveva i motivi e che si sentiva offeso e tradito. Inoltre anche Merlino doveva ammettere che Artù sembrava essere nel giusto, questa volta.

 

Arrivarono nei pressi del castello di Cenred nel tardo pomeriggio. Era già buio e continuava a fare un freddo terribile. L'appuntamento con il loro informatore era nelle grotte sotto il castello dove c'era un passaggio segreto che portava all'interno. 

Erano già stati lì un'altra volta per liberare Elyan. Quella volta erano stati tutti imprigionati ma erano poi riusciti a scappare e a salvarsi.

 

Artù lasciò i cavalieri all'ingresso della caverna e prese con sé solo Merlino. L'ordine impartito dal re ai cavalieri era di controllare che nessuno entrasse. Sarebbero dovuti intervenire se l'avessero sentito urlare.

Poco dopo essere entrati incontrarono un uomo di mezza età che li salutò con un cenno. 

'

'Vi aspettavo! Venite con me' disse l'uomo. 'Più avanti c'è una stanza dove potremo parlare indisturbati.'

La stanza sembrava più una prigione in realtá. Scavata nella roccia con le sbarre nell'unico lato aperto. L'unica cosa diversa rispetto a una prigione era la presenza di un tavolo e alcune comode sedie.

'

'Posso portarvi un po' di vino, per potervi riscaldare, maestà?'

'Certo, ma lascia aperta la porta' chiese Artù sorridendo.

L'uomo invece richiuse la porta alle sue spalle. Artù e Merlino trasalirono entrambi.

'

'Dimenticavo che il vino è finito, maestá!"

Quando l'uomo si voltò verso di loro, il viso dell'uomo sembrò deformarsi. Artù e Merlino erano a bocca aperta. 

Il volto e il corpo dell'uomo mutarono ulteriormente, quando si resero conto che non si trattava più di un uomo bensì di una donna. 

Una bella donna con folti capelli biondi e con gli occhi neri e cupi. 

'Morgause!' disse Artù.

'Come rubare un giocattolo a dei bambini…' sorrise lei sarcastica.

'Cosa vuoi?' urlò Artù.

'Voi siete il mio regalo per Morgana. Scusa Merlino ma …  tu non c'entri. Avevo capito che non lavoravi più per Artù! Evidentemente avevo capito male! D'altronde me lo dovevo aspettare. Artù ha sempre avuto un affetto particolare per te. Perdonami, ma io non ti trovo poi così affascinante... sei carino, ma niente di più!'

Artù fece una smorfia di rabbia, sia per le parole offensive verso Merlino, che per la brutta situazione in cui si trovavano.

'Se lui non c'entra, potresti lasciarlo andare ... sono solo io il regalo per Morgana, giusto?'

'In realtà... devo ancora farla chiamare. Credo che avrete piacere di avere la compagnia del vostro protetto finché lei non arriva. Visto che vi piace tanto. Io non saprei che farmene. E nemmeno Morgana, per cui credo proprio che morirà assieme a voi...'

Merlino guardò Artù per chiedergli con gli occhi di poter usare la magia e liberarsi da quella spiacevole situazione. 

Artù capì e gli fece con la mano il gesto di aspettare.

Non voleva che Morgause capisse che Merlino possedeva la magia.

Non voleva che lo sapesse Morgana e nemmeno Cenred. Il suo mago avrebbe avuto troppi nemici. Soprattutto le due più pericolose e cioè quelle che come lui, possedevano la magia. Solo che loro erano malvage, mentre Merlino la usava per il bene.

Artù ricordò le parole di Gaius a proposito di Merlino: 'E' il mago più potente che abbia mai camminato sulla terra.' Ma non sapeva se Morgana e Morgause insieme avrebbero potuto avere ragione del suo servo.


Morgause non si vedeva più, ma in compenso arrivarono due grossi energumeni, due soldati mandati a sorvegliarli. 

Artù era indeciso se chiamare i suoi cavalieri o se fare utilizzare la magia a Merlino, con il rischio che le guardie lo vedessero e lo dicessero in giro. 

Artù aprì il suo mantello tenendo i lembi separati con le mani e disse a Merlin: 'Dammi un ultimo  abbraccio, amico mio, perché non so se usciremo vivi da questo posto.'

Merlino lo guardò come se ad Artù fosse spuntata un'altra testa, ma poi capì e si accucciò tra le braccia di Arthur per farsi più piccolo che poteva e il re lo avvolse completamente con il suo mantello. 

Artù aspettò che le guardie si stancassero di guardarli e volgessero il viso da un'altra parte.

Nel frattempo Merlino avvertiva un forte caldo. Quasi non respirava. Il mantello gli copriva anche viso e capo. E Artù doveva avere la febbre, visto il calore che emanava.

A gennaio, in una grotta, non si poteva provare un caldo simile. 

 

Finalmente le guardie voltarono gli occhi dall'altra parte della grotta e Arthur disse a voce bassissima: 'Adesso!'

Merlin mise il palmo fuori da quell'involto di stoffa e sussurrando una formula riuscì a scagliare un gesto magico. La parete di sbarre si staccò tutta in una volta e cadde a terra con un tremendo schianto. 

Le guardie, armi alla mano, si schierarono ai lati dei due appena usciti dalla prigione. 

Artù sfoderò la spada e cominciò a duellare con il soldato più grosso.

Merlino era disarmato: chinò il capo per nascondere gli occhi. Senza pronunciare la formula, riusciva a fare incantesimi poco potenti. Le braccia tese e le formule ad alta voce aumentavano di molto l'effetto della magia. Un incantesimo raggiungeva la massima potenza e distanza con l'uso del bastone, che Merlino utilizzava solo quando vestiva i panni di Dragoon, il grande, il suo anziano alter ego.

Con la sola luce negli occhi, riuscì comunque a creare una piccola frana nel soffitto della grotta, proprio sopra l'uomo che lo stava affrontando. Quando una pietra di medie dimensioni colpì il soldato sulla testa, l'uomo perse conoscenza.

 

Il combattente di Artù era estremamente corpulento e forte. Il re si trovava in difficoltà. Inoltre l'uomo era incredibilmente resistente al dolore. 

Prima Artù lo colpì ad una coscia e pur perdendo sangue a fiotti, l'uomo continuava a combattere  con il re, zoppicando appena. Poi quando Artù lo colpì all'avambraccio con la spada, l'uomo spostò la sua spada nell'altra mano e continuò a combattere.

Artù cominciava ad essere stanco, quando Merlin raccolse una pietra da terra e la sbatté con forza sulla testa del bestione, mandandolo a terra.

Artù gli regalò il suo sorriso più bello e corsero fuori dalla grotta. 

Quando incontrarono i tre cavalieri, Artù ordinò loro di correre ai cavalli e di allontanarsi da lì quanto prima.

 

Più tardi, Artù raccontò ai cavalieri della trappola sventata, ovviamente senza parlare della magia di Merlino.

 

'Era tutta una truffa di Morgana per catturarmi e uccidermi. Morgana deve aver saputo di Ginevra.'

'Solo che adesso dobbiamo ricominciare da capo con una nuova ricerca e non ho idea di dove andare.'

"Maestà vorrei mostrarvi una cosa, potete uscire un attimo?' chiese rispettosamente Merlino.

 

Artù lo seguì all'esterno. 

'Allora cos'é che vuoi farmi vedere?"

Merlino sorrise. 'Niente! Era una scusa per parlarvi a quattr'occhi!'

Artù fece un segno di assenso con il capo.

'Sire, forse so come fare per sapere dove si trovano Ginevra e Lancillotto!'

'Davvero? E come?'

'Maestà, prima però, vorrei che mi deste la vostra parola d'onore che non farete male a Ginevra o a Lancillotto'

Il re era seccato da quella richiesta. Non voleva mentire a Merlino, ma nemmeno poteva dargli la sua parola.

'Facciamo così. Io non toccherò Ginevra, ma credo che sfiderò Lancillotto a duello, in un regolare combattimento.'

Merlino sospirò. Avrebbe dovuto saperlo, visto che conosceva Artù così bene. 

Eppure ci aveva sperato lo stesso.

'Ho capito, maestà. Vi chiedo di pensarci ancora e quando avrete preso una decisione più saggia e più consona al titolo che portate, fatemelo sapere.'

E si inchinò per poi andarsene.

Artù lo guardò andare via con rabbia. L'avrebbe preso a calci nel sedere così volentieri…






 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Idalberta