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Autore: EcchanEcchan    12/12/2022    5 recensioni
ATTUALMENTE IN PAUSA! I'm back guys! Una piccola AU senza pretese per ricordarci quanto sono belli Inuyasha e Kagome insieme.
Kagome ha venticinque anni e la sua relazione non potrebbe andare peggio di così. Inuyasha di anni ne ha ventisette ed è arrivato a Tokyo per stare vicino alla sua ragazza Kikyo, che ha una migliore amica inspiegabilmente irritante e carina.
Dal testo:
"Inuyasha annuì, senza staccare lo sguardo da Kagome. “E’ carina” pensò mentre la osservava sistemarsi la scollatura del vestito. Pensieri poco casti attraversarono la mente del mezzodemone, mentre si stupiva di sé stesso. Era fidanzato, che diamine!"
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Page 06
L’autunno lasciò ben presto spazio all’inverno e alle prime nevicate della stagione, Tokyo aveva qualcosa di magico in quel periodo. La convivenza tra il mezzodemone e la giovane procedeva, non benissimo, ma procedeva. Inuyasha era terribilmente testardo e irascibile, soprattutto quando non aveva nicotina in circolo, mentre Kagome tendeva a frignare un po' troppo spesso per i gusti del suo coinquilino.
Sbuffò, mescolando la cioccolata calda. “Sango, io te lo giuro, è davvero insopportabile” piagnucolò.
“Oh andiamo, non può essere così male. Sappiamo entrambe che ti piace lamentarti, e non è mica colpa sua se ha quei capelli lunghissimi, in questo periodo è normale perderne a mazzi! Io sto praticamente diventando calva.” Ridacchiò l’amica. “Piuttosto… Koga?”
Kagome alzò gli occhi al cielo “Oh non me ne parlare, un altro che non sopporto. Secondo me ha due personalità, prima è romantico e attento e un secondo dopo fa lo stronzo.” Assaggiò la cioccolata “Come vorrei che questa roba fosse corretta con del whisky”. Sango sorrise mentre osservava l’amica, sembrava proprio una bambina con quell’espressione corrucciata. Uno scampanellio le distrasse dalla loro conversazione e si girarono verso la porta del locale. Fece il suo ingresso Kikyo, con una faccia completamente stravolta, il mascara le colava sulle guance e sulle labbra era rimasta solo un’ombra del suo amato rossetto rosso. Si sedette vicino a Sango, tenendo una faccia da funerale. “Cosa è successo?” si allarmò Kagome, dimenticando completamente il suo umore lamentoso di pochi istanti prima.
Kikyo la osservò con sospetto, i rapporti tra loro due si erano un pochino raffreddati quando, tempo prima, lei e Inuyasha si erano presi una pausa. Tuttavia, quando erano tornati insieme, avevano ripreso a frequentarsi anche le due ragazze. Nessuna menzionò mai quel breve allontanamento, era bastato uno sguardo durante una serata al bar. “Non è che se te lo dico andrai a raccontarlo al tuo coinquilino?” disse acida, per poi tirare fuori dalla borsa griffata uno specchietto e un pacco di salviettine. “Ma che ti salta in testa, sei diventata idiota tutta insieme?” ringhiò Sango. Kikyo non si degnò di rispondere, si limitò a sistemare il disastro che aveva in viso come meglio poteva.
“Abbiamo litigato, di nuovo”. Sango alzò gli occhi al cielo “ma non mi dire, stavolta cosa è successo di così terribile? Si è forse dimenticato di venerarti come la dea che sei?”.
Kagome ridacchiò, Sango adorava provocare Kikyo. “Sango sono felice che le cose tra te e Miroku siano una favola da sbandierare al mondo, ma qui parliamo di cose serie. A quanto pare sono una primadonna irritante che non sorride per non farsi venire le rughe, secondo quell’imbecille di un mezzodemone.”
Sango per poco non si soffocò con il caffè, Inuyasha non sapeva proprio dosare la quantità di verità che una persona può sopportare. Erano amiche da anni, e la ragazza sapeva quanto Kikyo fosse piena di sé. Frequentarla non era stato un problema semplicemente perché né lei, né Kagome, l’avevano mai fatta sentire in competizione. Durante le feste non si mettevano mai in mostra prima che lo facesse lei e non provavano nemmeno a soffiarle il titolo di “reginetta del ballo”, non perché fossero intimidite -beh forse Kagome un pochino si-, ma perché non volevano ferirla, sapevano bene che lei avesse bisogno di quelle attenzioni per placare almeno un minimo l’eco dei suoi pressanti genitori.
“Si ma perché ha fatto questa sparata?” chiese Kagome mentre guardava con disappunto la poca panna montata rimasta nella tazza. Kikyo distolse per un attimo lo sguardo dal suo riflesso, osservò l’amica e girò la testa in segno di stizza “a quanto pare non sono accomodante come la sua coinquilina”. Kagome squittì, guardando Sango allarmata, la quale fissava prima una e poi l’altra con occhi spiritati. “Cosa intendi?”
“Umpf… gli ho detto che dopo otto mesi insieme sarebbe il caso di venire a cena a casa dei miei genitori. Non era molto contento ma mi stava assecondando, ha dato di matto quando gli ho detto che, come minimo, avrebbe dovuto fare qualcosa per quelle orecchie” fece una pausa per sistemarsi il rossetto “e per quei capelli… e non parliamo del modo di vestire e il comportamento rozzo!” schioccò un bacio in direzione del suo riflesso e sorrise compiaciuta, labbra di nuovo perfette.
“Non si può certo dire che tu sia stata molto gentile. Se ti danno fastidio tutte queste cose perché ci stai insieme, scusa?” sentenziò Sango. “Beh lo hai visto? Ha quel fascino un po’ da bad boy ribelle, con traumi familiari alle spalle. Ed è un bravo ragazzo, però non basta per fare colpo sui miei genitori… sapete come sono. Non lo accetteranno mai così com’è.”
Kagome osservava le due ragazze davanti a lei battibeccare, sempre più frastornata. Non poteva certo contraddire del tutto Kikyo. Inuyasha era una bella gatta da pelare, ma non aveva certo bisogno di cambiare solo per dare il contentino a qualcuno. “E tra l’altro ha pure detto che ai suoi genitori non piacerei… figurarsi, me li immagino proprio come lui, antipatici e irascibili.”
“Da quanto so suo padre è una persona importante a Kyoto e non solo… e sua madre è molto gentile” azzardò Kagome.
“E tu che ne sai scusa?” sibilò Sango. “Beh abbiamo chiacchierato qualche volta, e Izayoi-sama di recente gli ha fatto recapitare una scatola piena di dolcetti fatti in casa.” Sorrise Kagome.
“Sai pure come si chiama sua madre?” sbuffò Kikyo “assurdo, la mia migliore amica sa più del mio ragazzo rispetto a me. Non ce la posso proprio fare.”
 
Kagome rincasò quasi all’ora di cena e vide il suo coinquilino intento a borbottare qualcosa, mentre faceva avanti e indietro per il soggiorno. “Se continui così ci lascerai un solco” disse lei mentre si sfilava il cappotto bianco. “Ti prego, non è giornata”
“Beh ti ho visto così e ho pensato avessi bisogno di parlare con qualcuno abbastanza accomodante” sorrise.
Inuyasha si fermò e la sua testa scattò in direzione della ragazza, scrutandola con i suoi grandi occhi ambrati. “Cosa ti ha raccontato quella maniaca del controllo?”.
“Oh nulla, so che avete litigato ma mi ha fatto giurare sulla sfera dei quattro spiriti che non ne avrei parlato con te, ma se vuoi raccontarmi la tua versione ti ascolto” disse sedendosi sul divano.
“Cosa diavolo è la sfera dei… oh accidenti, ma che mi importa di queste stronzate. Mi vuole far conoscere il suo vecchio e insiste per conoscere i miei. Assurdo, non trovi? Ma siamo nel Sengoku che devo avere l’approvazione della famiglia per farmela?” si accomodò anche lui sul divano, con decisamente meno grazia rispetto a Kagome.
“Punto primo, stai comunque parlando della mia migliore amica, perciò modera i termini o ti do una cucchiaiata sui denti. Punto secondo, pensi che non lo sappia? È sempre stata così, fissata con la perfezione e la disciplina. Sta cercando di farti capire che l’opinione che avranno i suoi genitori è importante, perché tu sei importante per lei. Trovate un compromesso, e non tirarmi in mezzo alle vostre discussioni.” Sospirò
“Quand’è che sarebbe questa cena?”
“Domani” brontolò il mezzodemone. “Sai già cosa indosserai?” lei lo osservò con un mezzo sorriso. Inuyasha la guardò di sottecchi, con le orecchie canine abbassate “no”.
“Allora deciditi e quando ti pettinerai i capelli, ti prego di passare la dannatissima aspirapolvere”
“Oh andiamo! Ancora con questa lagna? Sei noiosa, ragazzina”
Kagome gli fece una linguaccia, per poi andare a stendersi in camera sua. Era esausta, fare da paciere tra quei due era snervante.
Inuyasha rimase a rimuginare stravaccato sul divano. Erano passati mesi da quella sera e Kagome sembrava non ricordare assolutamente nulla, ma lui sì. Eccome se ricordava. Quel bacio continuava a fare capolino nei suoi sogni più di quanto volesse ammettere. “Al diavolo, sono stato un totale idiota.”
Prese il cellulare e inviò un messaggio a Miroku, aveva troppa voglia di bersi una birra in compagnia di qualcuno che prendesse le sue parti.
“Kagome sto uscendo, vado a bere qualcosa con Miroku” urlò dal soggiorno, sperando che la sua coinquilina lo sentisse. Nessuna risposta, probabilmente stava leggendo o qualcosa di simile ai suoi soliti passatempi da secchiona noiosa.
 
“Ehilà amico” il giovane gli arrivò alle spalle, circondandogliele con un braccio “ti ho spaventato?”.
“Figuriamoci, ho sentito il tuo odoraccio a chilometri di distanza. Piuttosto, in che postaccio mi hai fatto venire?”.
Miroku rise e scosse la testa “non saprei, ci vengono spesso le ragazze. Di giorno è un locale noioso, ma quando cala la notte…”. Si beccò un pugno sulla spalla. “Sei un idiota”
Presero posto in un tavolino in fondo al locale e ordinarono due birre. “Sentiamo, la tua ragazza è una dittatrice e la tua coinquilina la difende, vero?” disse, mentre osservava non troppo distrattamente il sedere di una delle cameriere. “Sango ha vuotato il sacco, eh?”
“Oh no, mi ha messaggiato mentre ne stavano parlando”
Pazzesco pensò Inuyasha sono proprio due vecchie comari. “Che dire, ho il mondo contro.” Disse sconfitto il mezzodemone.
“Ahah ma che dici amico, io sono dalla tua parte. E anche Sango, a dire il vero. Conosciamo tutti quanti Kikyo e sappiamo quanto a fondo sia infilata la scopa che ha nel culo.”
Inuyasha abbozzò un sorriso, grato di aver conosciuto quello strambo tizio che in poco tempo era diventato suo amico. Si ritrovò a pensare a quanto fosse stato solitario durante la sua vita, mai relazioni profonde o durature; questo era finito quando aveva incontrato Kikyo. All’inizio era bello, lei non si era avvicinata con irruenza, ma aveva capito ed era entrata in punta di piedi nella sua vita, ma dopo poco erano arrivate le richieste e la pretesa di cambiare, di diventare “più umano”, come diceva lei. L’aveva persino seguita a Tokyo, convincendo sé stesso che andava bene così. Certo, lei lo voleva cambiare, però era stata anche l’unica ad avvicinarsi senza timore e con rispetto. In più, grazie a quel trasferimento, aveva legato anche con persone nuove. Qualcosa di positivo doveva pur esserci in quella relazione.
I suoi pensieri vennero interrotti da un’esclamazione di stupore. Inuyasha dava le spalle alla porta, perciò non poteva vedere l’oggetto della sorpresa del suo amico, ne dedusse che fosse appena entrata qualche ragazza, anche se l’odore che gli era arrivato alle narici era incredibilmente familiare e molto poco femminile. Si voltò e vide Koga. Il demone lupo non li guardò nemmeno, e andò dritto verso il bancone, dove una ragazza dai folti capelli rossi preparava dei cocktail.
Miroku fece per alzare il braccio, cercando di attirare l’attenzione del demone al bancone, ma Inuyasha lo fermò. “Ehi ma che fai?”
“Sssh, Kagome mi aveva detto che stasera lui doveva lavorare.” Bisbigliò il mezzodemone. “E quindi? Avrà finito prima e sarà venuto a bere qualcosa.”
“Non ci metterei la mano sul fuoco, quei due sembrano in confidenza.” Li scrutò con attenzione, poteva percepire un certo legame tra i due, ma con la confusione, la musica e la moltitudine di odori diversi i suoi sensi erano disorientati.
“Beh credo che anche lei sia un demone lupo, magari sono cugini!”
Inuyasha alzò gli occhi al cielo, o il suo amico era un idiota o sapeva qualcosa che non poteva rivelare.
Miroku era abile a nascondere i suoi veri pensieri, sapeva benissimo che quella non era la cugina di Koga, così come ricordava ancora meglio ciò che Sango gli aveva raccontato tempo prima. Capelli rossi, non poteva certo essere una coincidenza. Cambiò discorso, cercando di distrarre Inuyasha, ma tenne sempre un occhio addosso a quei due, non si sarebbe certo lasciato scappare un’occasione del genere.
Era mezzanotte passata e decisero di tornare a casa; quando si avvicinarono al bancone per pagare, Koga finalmente si accorse di loro e la sua espressione mutò. Il sorriso che aveva stampato in viso fino a due secondi prima lasciò spazio a stupore e disagio.
“Ehi ma che ci fate qua?” era nervoso e non erano certo necessari i sensi super sviluppati di Inuyasha per capirlo. Miroku dissimulò, sentendo la voce di Koga distolse la sua attenzione dal cellulare e si guardò intorno, fintamente spaesato. “Oh ma guarda chi abbiamo qui, il nostro stakanovista preferito, hai lavorato pure oggi fino a tardi?” sorrise.
“Oh umm… si certo, sai ho un progetto da finire entro la settimana prossima” deglutì pesantemente.
“Capisco” disse tagliente Inuyasha “noi ce ne andiamo, peccato non averti notato prima, avremmo potuto bere qualcosa insieme”
“No ma sono appena arrivato!” rise nervosamente il demone lupo. Bugiardo pensò il mezzodemone sei qui da due ore buone.
Uscendo dal locale Miroku non si staccò nemmeno per un secondo dal cellulare, intento a scrivere chissà che cosa.
“Bene, io vado. Tu torna dritto a casa, niente deviazioni per strip club o simili”. Miroku annuì e alzò una mano in segno di saluto, senza guardarlo. Aveva ancora la testa china sullo smartphone. Inuyasha scrollò le spalle e si voltò, iniziando a camminare verso la sua macchina, era stanco e voleva solo fumare una sigaretta nel suo letto.
“Oh” Inuyasha si voltò al richiamo dell’amico “non una parola con Kagome, eh?”
Inuyasha annuì, dubbioso. Non capiva perché quell’avvertimento.
 
Le parole di Miroku gli furono chiare quando tornò a casa e vide Kagome rannicchiata sul divano, completamente addormentata. Sul tavolino una tazza di thè ormai fredda e il cellulare della ragazza.
Il suono dei passi di Inuyasha la fece svegliare e sorrise nella sua direzione, con lo sguardo ancora assonnato.
“Che fai?” chiese lui. “Sto aspettando…” sbadigliò “… che Koga mi chiami, era a lavoro.” Prese il cellulare in mano “oh mi ha mandato un messaggio poco fa… peccato, volevo sentirlo almeno cinque minuti al telefono”
“Che dice?” Inuyasha era curioso come una scimmia. “Ehi quante domande stanotte! Nulla comunque, è ancora bloccato in ufficio e non vuole che aspetti sveglia, si farà sentire lui domani mattina” si alzò dal divano e si stiracchiò. “Vabbè, vado a dormire. Buonanotte!”
 
Il mezzodemone restò a fissare il punto in cui Kagome era appena sparita. Avrebbe voluto farle almeno cenno a ciò che aveva visto al locale, ma le parole di Miroku fecero di nuovo capolino nel suo cervello. Decise che, per una volta, avrebbe dato retta all’amico, non sapeva spiegarsi perché, ma sembrava la cosa più sensata da fare.
 
 
EE’s corner
GUARDA CHE FACCIA GUARDA CHE FACCIA NON SE LO ASPETTAVA
Ok basta. Ciao gente! Come va? Io demmerda (dalla redazione mi dicono che è proprio il termine scientifico che descrive la mia situazione attuale). Non lo so, sono triste e scoraggiata ultimamente, quindi ho deciso di scrivere perché Inuyasha e Kagome mi danno sempre un sacco di soddisfazione e amore. Non so quando aggiornerò di nuovo, dipende da quanto ci vorrà perché la mia insonnia sparisca e io la notte torni a DORMIRE anziché cercare anime, manga, manhwa e fanfiction che sazino la mia voglia di enemies to lovers.
Divagazioni inutili a parte, spero che il capitolo vi piaccia almeno un pochino… capitemi, lo sto scrivendo alle quattro del mattino dopo la terza (?) notte insonne di fila.
Un bacetto.
   
 
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