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Autore: Master_Lautnecrep    19/12/2022    0 recensioni
Il protagonista di questa storia non può comunicare con le altre persone e tenta di studiare un metodo per salvare il suo migliore amico da una fine imminente.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ieri.

Come il giorno prima e come quello prima ancora, la pioggia andava a frantumare le sue lacrime sull’asfalto della strada, quasi a voler richiamare l’isteria di un cielo che non vedo, non osservo, più da molto tempo.

 

Non ricordo quando sia stata l’ultima volta di una caduta d’acqua così lunga. Onestamente, in questi pochi mesi di attività, non credo di averla mai vista.

L’altro giorno ho visto il signor Alfredo mentre discuteva ancora con l’uomo dei camion. Di tanto in tanto li ho sentiti lamentarsi dei ritardi delle consegne causate da quel clima e il signor Alfredo ha detto che erano due o tre anni che non pioveva così.

Io probabilmente non ero nemmeno nato.

 

Se non per occasioni particolari, giornate come queste invitano soltanto a sperare che qualche nuvola tramuti il prima possibile in un temporale e che un fulmini mandi in black out l’intera linea.

Magari lo facesse ora. Io e i miei fratelli potremmo dormire e, nella speranza, risvegliarci con qualcosa di più interessante.

Passano diversi operai da queste parti, ma oggi neanche l’ombra di uno di loro. Avranno rimandato i lavori. Quindi neanche i fratelli all’interno avranno da lavorare.

 

Oggi lo strazio vale per tutta la squadra.

Forse un po’ egoistico, ma questo mi fa sentire un po’ meno solo.

 

E’ curioso.

Qualche settimana fa vidi due ragazzi passeggiare e passare più volte dalle mie parti. Non ricordo di averli mai visti e non credo nemmeno fossero al corrente dei lavori che sono in corso qui. Era notte e probabilmente scelsero quel percorso per chiacchierare e fare due passi.

Tra una sigaretta e l’altra, sentii uno di loro dire all’altro che non tutti hanno la fortuna di scegliersi il proprio lavoro.

 

Quanta verità.

Se avessi potuto, mi sarei commosso.

 

Questo lavoro, questo incarico, non lo scelto io.

Lo faccio, lo so fare e non so il perché.

Lo faccio e basta.

---

PETRA

Con tutta quest’acqua dubito che il tizio che corre passerà oggi.

Un signore che, potrei scommetterci la mia carriera, non avrà meno di cinquant’anni, che spesso passa di qua in tenuta sportiva.

Ammirevole. A quell’età tenersi in forma con tale energia non credo sia da tutti. Nemmeno i padroni li ho mai visti affaticarsi tanto.

 

Ricordo una volta di averlo visto fermarsi per prendere fiato. E pensai a quanto debba essere inutile e sopravvalutato respirare.

 

Ecco. Ecco uno degli elementi belli della mia vita.

Neanche ho il coraggio di pensare a come sarebbe stato se ne necessitassi anch’io.

 

Osservai uno sprazzo di mondo per la prima volta senza nemmeno avere il tempo di chiedermi dove fossi, che venni subito inserito prima all’interno di una busta di plastica, poi in una bara di carta.

Stranamente profumata.

Lo so perché quando venne riaperta, uno dei padroni, il più giovane, fece una smorfia di soddisfazione chiudendo gli occhi e aprendo le narici.

 

La mia esistenza è cominciata come una barzelletta. O una commedia all’italiana di fine anni duemila.

Se normalmente la prima cosa che un bambino vede appena nasce possa essere il medico curante e la propria mamma… Io avevo un signore paffutello di mezz’età, annoiato dalla vita, che mi strofinava il muso con un panno.

Stavo per salutarlo. Volevo almeno chiedergli chi fosse.

Ha riposto il panno su di un bancone, mi ha sollevato e mi ha spedito come uno di quei pacchi che i colleghi del signore del camion, di tanto in tanto, scaricano nei pressi della mia zona.

 

Avrò aspettato mesi… Non scherzo… mesi… prima qualcuno mi tirasse fuori da li.

Ho provato a chiamare aiuto. Ho provato. Ma fu tutto inutile.

Fui costretto a rassegnarmi. A sperare di non esistere. Di non esistere più.

 

Solo dopo capii di non poter essere sentito.

Ho perdonato il signore paffutello.

---

WANLI CHANGCHENG

Mio fratello mi ha appena detto che a breve il tempo dovrebbe migliorare. Lo sa perché ha sentito il signor Alfredo parlare con uno dei padroni.

Erano molto vicini alla sua postazione, non ha potuto fare a meno di ascoltarli.

 

Effettivamente, il cielo sembra piangere di meno oggi. Forse, anche lui si sta rassegnando.

Potrei trarne un insegnamento. D’altronde, se il cielo smette di piangere, comincia istantaneamente a splendere.

Nessuno sembra notare questo. Quanto spreco.

 

Tutta questa umidità è maledetta.

Si infiltra dappertutto e lascia degli aloni di muffa che crescono nel silenzio come l’effetto di un veleno.

Non vedo l’ora che torni un po’ di sole. E son sicuro che la pensi uguale anche il povero Alby.

 

Alby è un abete adulto, posizionato a pochi metri da me.

E’ l’unico a farmi compagnia. In momenti come questi mi da una grande forza. Resistere a così tanta acqua senza mai, mai, lamentarsi.

E anche questa volta, assorbirà tutte quelle lacrime e tornerà allegro come se non fosse successo niente.

Per poi riprendere a fare il buffone ogni volta che che gira un po’ di vento.

Mi fa morire quando lo fa.

 

Un buon amico.

 

Una notte ho visto un ciclista scendere dalla sua bici ed urinargli addosso.

 

Maledetto.

Se solo avessi potuto, lo avrei preso e messo all’interno di una bara di carta come hanno fatto con me.

 

Gliela farò pagare. Pagherà per quello che ha fatto.

 

Appena vedo gli uomini della legge gli dirò tutto.

 

Hai sentito Alby?! Resisti amico mio! Gliela faremo vedere noi!

---

AMPHITHEATRUM

Non mi sento molto bene. Devo avere qualcosa che non va.

Non riesco ad avere più controllo di quello che vedo, la mia vista ogni tanto si annebbia.

A volte, si oscura del tutto.

 

Ne ho parlato con i miei fratelli, pensando possa essere stata tutta l’acqua che ho sopportato. Loro stanno bene, anche quelli posizionati in esterna come me.

 

Forse mi sono ammalato.

Ne ho anche parlato con Alby.

L’ho rassicurato. Gli ho detto che presto starò bene. Non voglio che pensi che mi possa succedere qualcosa e lui rimanga solo.

 

Ora che il tempo è migliorato, finalmente, potrò approfittarne per asciugarmi un po’. Sperando che l’umidità non abbia lasciato molto del suo veleno.

 

Oh. hanno ripreso i lavori.

Due camion si sono parcheggiati vicino alla mia postazione, dando la loro schiena verso l’ingresso. Lo fanno spesso, così i colleghi del signore dei camion possono lavorare meglio e con meno fatica.

I miei fratelli, quelli posizionati all’interno mi hanno un po’ parlato del contenuto di tutte quelle scatole.

Hanno fatto un po’ fatica a descrivermi quello che hanno visto. Strani macchinari. Congegni fatti di ferro, di legno, di plastica… e tanti fogli. Tanti, tanti, blocchi di fogli.

 

Ehi. E’ arrivato anche uno dei padroni.

 

Sta parlando con il signore dei camion.

 

Gli ha appena detto che nella struttura c’è un’infestazione di roditori. E’ nervoso… dice che gli hanno rovinato qualche pacco portato dentro in precedenza.

Ne parlerò con i miei fratelli.

 

Pe… perché stanno guardando Alby…? Ohi! Lui non centra niente!

---

CHICHEN ITZA

Continuo a non sentirmi bene. Non riesco a riprendermi.

Oggi mi sono addormentato due volte sul posto di lavoro. Ne ho parlato con i miei fratelli, eventualmente bisognerà comunicare le mie condizioni alla centrale non appena ci sarà possibile.

Il cielo è più sereno ultimamente e anche se persino le strade si siano asciugate, io continuo a non essere in forma.

 

Ma non m’importa.

Non più.

 

I padroni… vogliono… vogliono sbarazzarsi di Alby!

 

Non ha… non ha fatto niente. Non ha fatto niente di male!

Cosa gli costa modificare un po’ i loro progetti e lasciarlo in pace?!

 

Dannati. Ne hanno parlato con una tale disinvoltura…

Freddi e disinteressati. Come se non contasse niente. Niente!

“Quello deve sparire.”

Punto. Senza nemmeno un sussulto. Senza esitazioni. L’hanno condannato e poi hanno ripreso a parlare di come sbarazzarsi dei topi.

 

Maledetti! Spero gli mangino e gli distruggano tutto quello che stanno costruendo. Tutto.

 

Non ti preoccupare Alby, ce la caveremo!

 

Guardalo.

Tranquillo. Sereno. Come se non gli importasse nulla.

O forse è solamente ben conscio di non poter fare niente, nemmeno se lo volesse.

 

Eppure deve esserci un modo.

Non voglio vivere con l’idea di non poter fare niente e accettare tutto quello che mi viene imposto. Non voglio restare fermo a guardare mentre portano via il mio amico.

 

Devo riuscire a mettermi in contatto con gli uomini della legge.

Loro sapranno cosa fare.

---

MACHU PIKCHU

Nelle ultime settimane, io e i miei fratelli abbiamo osservato bene i padroni.

Volevo conoscerli meglio e mi sono fatto aiutare.

Volevo studiarli e capire e capire perché abbiano preso una decisione così grottesca nei confronti di un innocente.

Abbiamo lavorato bene. Ci tenevamo costantemente in contatto, così che io potessi avere più informazioni possibili di loro, anche quando si allontanavano dalla mia zona.

 

In tutto dovrebbero essere cinque. Hanno tutti età diverse fra loro, il più piccolo è un giovane che non avrà più di tredici anni e il più vecchio ne avrà più di trenta. Si assomigliano incredibilmente fra loro, potrebbero addirittura essere fratelli. Alcuni atteggiamenti e modi di comunicare li accomunano, eppure conservano dei tratti che li contraddistingue.

E’ come se fossero nati dalla stessa madre, ma cresciuti con padri diversi.

Oppure che siano tutti destinati allo stesso baratro morale.

E’ curioso.

Se osservati e immaginati uno vicino all’altro, in ordine d’età, sembrano le fasi di una vita sofferta appartenente alla stessa persona.

 

Io e i miei fratelli ne abbiamo viste di persone… mai ci era capitato di vedere individui simili. Delle volte, non sembrano neanche del tutto umani. Pare si muovano come se condividano i loro pensieri.

So che non è così, ma… Insomma. Per chi stiamo lavorando?

 

Stanotte uno di loro, il più vecchio, ha portato la sua compagna di vita all’interno della struttura. Avevo già visto quella donna, una creatura meravigliosa.

 

Mio fratello, uno dei tre che lavora all’interno, mi ha raccontato molto di loro.

Mi ha detto di come lui sia molto devoto e legato alla sua amata.

Lo vide fragile. Un uomo tagliato dal dolore, reduce da chissà quali mali questo mondo abbia avuto in serbo per lui, inerme e tremolante dinanzi ad una persona che io stesso, all’inizio, confusi per un angelo.

Lo vide in ginocchio. Lo sentì promettergli che la vita sarebbe stata presto migliore per loro.

 

Gli promise di donargli l’ottava meraviglia del mondo.

---

TAJ MAHAL

Oggi è un giorno meraviglioso.

Un giorno di festa.

 

Se potessimo, io e Alby staremmo ancora ballando dalla felicità.

Anche se a dir la verità, lui è da un quarto d’ora che lo stava già facendo. Oggi c’è un po’ di vento.

 

Questa notte, qualcuno ha cercato di intrufolarsi nella struttura.

Mio fratello sospettava già da un po’ che prima o poi ci avrebbero provato, saranno già quattro o cinque giorni che li vediamo girovagare nelle vicinanze.

Probabilmente speravano di trovare qualcosa di chissà quale valore. Oppure del rame… Ho sentito diversi passanti lamentarsi che da queste parti vi siano alcune persone molto pratiche nel recupero illecito di questo metallo.

 

Ma non importa.

Purtroppo questi sconosciuti e indesiderati ospiti non avevano fatto i conti con me e miei fratelli.

Hanno avuto giusto il tempo di rompere una vetrata. Non appena li abbiamo avuti alla giusta distanza, li abbiamo neutralizzati svuotandogli addosso tutto il nostro arsenale.

Se non la si conosce, l’intera struttura è intricata come un labirinto e con tutto quel lacrimogeno e quelle luci non sono riusciti nemmeno a lasciare l’edificio.

Solo il loro compagno di vedetta fuori è riuscito ad andarsene. Ma a quello ci ho pensato io.

 

A breve dovremmo avere un colloquio con gli uomini della legge.

 

Sarà la mia occasione.

 

Alby, mi raccomando. Non fare lo scemo come tuo solito.

Mentre quegli stolti entravano sei stato bravissimo. Adesso cerca di restare il più rilassato possibile. Cosi che ti possano vedere bene e impedire ai padroni di farti del male.

Non farmi fare brutte figure.

Loro sono persone importanti, possono aiutarci.

---

CRISTO REDENTOR

Bene. Eccoci qua.

Si… Buon giorno.

 

Dunque, come potete vedere, io e miei fratelli socio-collaboratori abbiamo operato nella sorveglianza dell’intera struttura con chiarezza ed efficienza, sin dalla nostra prima ora di attività.

Potete perfettamente osservare in queste immagini di periodi precedenti all’atto incriminato la bellezza e la grazia di questo innocente abete, ottimo per il mantenimento e la cura dell’ambiente che ci riguarda. D’altronde se not…

 

Oh, si… certo. I miei fratelli hanno consumato un ottimo esercizio. Potete osservare voi stessi la stessa identica autovettura trascorrere più volte lo stesso tragitto.

 

Si. Ecco. Proprio così.

 

Suggerisco di non accelerare il trascorrere di questi contenuti. La facilità con quale dettagli importanti possano sfuggire durante la visione è elevatissima.

A breve mostreremo un momento molto interessante. Si dia il caso che i nostri datori di lavoro abbiamo intrapreso la decisione, del tutto insensata e priva di giustificazione, di procedere con la rimozione di… ecco, lo potete osservare di nuovo… questo abete, di cui posso personalmente confermarne l’innocenza e l’ingiustizia a cui verrà costretto.

Ignorate le mie difficoltà. Le mie mancanze occasionali sono tutte legate a condizioni di salute di cui mi sto personalmente prendendo cura. Le mie incompetenze, confermo, non hanno in alcun modo influenzato ne il lavoro dei miei fratelli ne l’esistenza, utile e benefica, dell’abete.

 

Queste immagini vi saranno sufficienti sia per la condanna definitiva degli intrusi che per il recupero dell’uomo mancante che io, come potete vedere, ho severamente sorvegliato per tutto il tempo.

 

In cambio dell’esercizio da me conseguito con impegno e dedizione, malgrado il mio discutibile, ammetto, stato di salute, chiedo clemenza da parte dei miei datori di lavori nei confronti dell’abete.

 

Grazie. Per qualsiasi altro, sono a vostra disposizione.

---

COGITATIO MAUSOLEUM

Notte.

 

La scorsa notte ho rivisto ancora quei due ragazzi.

Stessa passeggiata. Stessi mozziconi che cadevano al suolo come i bossoli di un’arma da fuoco che quando colpisce ferisce l’anima.

Il più alto con gli occhiali si rivolse all’altro per dirgli qualcosa che probabilmente non dimenticherà facilmente. Gli disse che il tempo è ciò che di più prezioso abbiamo, perché una volta donato non può più tornare indietro.

 

Ho pensato a quella frase per molte ore. La notte concluse il suo cammino, incitando il giorno a proseguire al posto suo.

Neanche mi ero accorto di quanto me ne stessi infischiando di questo prezioso tempo.

 

Il disprezzo per qualsiasi ha trascinato anche a me nella noia e nella rassegnazione.

 

E’ passato anche il ciclista. Deve aver scelto questa meta come sosta abituale, solo che questa volta ha dovuto appoggiare la sua bici sul muretto appena fuori dalla mia portata.

Alby è stato portato via qualche giorno fa. L’ho implorato di essere forte e che in un modo o nell’altro sarei andato a prenderlo, mentre lo staccavano dal suolo e lo caricavano su un mezzo di trasporto.

 

I miei fratelli hanno giaciuto in silenzio con me.

Vogliono che lo accetti. Che accetti le mie sorti e che prenda la vita con serenità per tutta la sua durata.

 

Come avrebbe fatto Alby.

 

Beh… forse… posso farlo.

D’altronde, questa è la mia ultima settimana di lavoro.

Gli uomini della legge hanno dichiarato le mie pessime condizioni come irreversibili, e l’azienda che mi ha incaricato verrà a prelevarmi per essere sostituito.

 

Proverò a fare come il cielo.

Proverò a smettere di piangere.

---

-Alfredo?

 

-Signore…

 

-Hai novità su quelle bestie?

 

-Le trappole e i veleni hanno fatto il loro lavoro. Adesso bisognerà solo prevenire il problema in futuro. Questo territorio è un po’ malandato e il degrado che ne è conseguito ha permesso che i roditori proliferassero. Suggerisco premuro e più attenzione nella chiusa di varie infiltrazioni. In particolare, nei condotti ventilati dei sotterranei.

 

-Perfetto. L’errore è stato comunque nostro, avremmo dovuto organizzare la tabella di marcia in maniera differente e procedere con i trasporti solo in un secondo momento.

 

-I danni non sono eccessivi e comunque tutti recuperabili. L’unico fastidio sono riusciti a crearlo con quella videocamera.

 

-Quella dall’ingresso secondario, giusto?

 

-Si, esatto.

 

-Ti sei occupato di quella?

 

-L’hanno sostituita l’altro giorno. Ho seguito la ditta io stesso. I topi avevano danneggiato i circuiti dell’impianto che la collegavano alla linea principale, causandogli un corto.

Ho recuperato tutto il materiale registrato e… signore…

 

-Che succede?

 

-Ho analizzato le registrazioni dei momenti di blackout. Gli ultimi presentavano anomalie… curiose. Le inquadrature erano difettose, offuscate, come le precedenti, ma le ultime in particolare lasciavano chiare una zona specifica dello schermo. Come se si fosse sforzata di mantenere lucida quella particolare zona.

 

-Questa è forte. E cosa mostrava in quel punto?

 

-L’albero che avete fatto sradicare, signore.

   
 
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