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Autore: Strange_writer    20/12/2022    3 recensioni
||STORIA INTERATTIVA|| (Iscrizioni chiuse)
Migliorare.
Un'azione piuttosto complicata ma che è l'obiettivo ultimo del Kaizen Club. Un club elitario, fondato anni addietro per raggiungere un obiettivo: essere alla vetta.
Riusciranno i vostri OC ad entrare a far parte di questo club?
Dal testo:
Una semplice combriccola di studenti accumunati dal sogno di diventare protettori della giustizia. Un gruppo di adolescenti che giocavano a fare i Supereroi. Degli eroi in erba che idealizzavano il mondo esterno. Questa sarebbe stata l’opinione dei più sul Kaizen Club.
Una rete di sicurezza. Una garanzia per il futuro degli eroi. Un rito di passaggio per scoprire se si ha la stoffa per diventare eroi. Questa era l’idea di Shouko Hiragi, fondatore del Kaizen Club.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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KAIZEN CLUB

Kaizen: Kaizen (改善) è la composizione di due termini giapponesi, KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore), e significa cambiare in meglio, miglioramento continuo.

Prologo

Yuma sapeva di essere una persona paziente. Anzi, era uno di quei pregi di cui faceva gran vanto, ma in quel momento dubitava di aver mai posseduto una simile caratteristica.

“Per l’ennesima volta, Harada…”

“Il mio nome è Hamada!”

Protestò il ragazzo dalla chioma rossastra del dipartimento di Management che, da una buona decina di minuti, lo stava importunando. Yuma sospirò cercando di raccogliere la poca pazienza rimasta, non era quello il modo in cui aveva pensato di trascorrere la sua pausa pranzo.

“Hamada-san, non ho intenzione di aiutarti con questo… piano.”

Sebbene la parola usata da Ryo Hamada fosse stata progetto Yuma dubitava potesse essere definito tale. Assomigliava molto di più ad un maltrattamento di identità.

“Ma mi hai ascoltato mentre parlavo? Come puoi non accettare?”

“Purtroppo ti ho sentito tutte e tre le volte che hai spiegato questa tua idea. E tutte e tre le volte acconsentire mi sembra la cosa meno saggia da fare.”

Hamada circondò le spalle del biondo, chinandosi di poco per eliminare quei pochi centimetri di differenza in altezza. Con fare accondiscendente disse poi:

“Ma migliorerebbe di gran lunga la tua immagine! E sappiamo tutti e due che per un eroe in carriera l’immagine è un buon biglietto da visita.”

“Non mi convinci per niente con questa storia! Non ho nessuna intenzione di andare in giro a pattugliare per le strade a petto nudo solo perché ho una faccia poco amichevole!”

Ribattè il biondo in tono spazientito, citando le medesime parole del ragazzo del secondo anno.

“Beh, anche il tuo quirk non aiuta per niente a ristabilire la tua immagine. In fondo è solo un pezzo di stoffa! Non te ne accorgeresti nemmeno.”

Prima che Yuma potesse rispondere che a dicembre la differenza l’avrebbe notata eccome, una risata sguaiata catturò l’attenzione di entrambi i ragazzi. I due, alla vista della ragazza dai capelli biondi che occupava l’ingresso dell’aula, ebbero reazioni completamente opposte. Ryo si illuminò di colpo, come se davanti a lui fosse appena apparsa Miruko in persona invece di Yuki Nakamura, Yuma invece aveva alzato gli occhi al cielo e tirato un profondo respiro: doveva assolutamente contare fino a dieci prima di rivolgere parola alla cugina o la situazione sarebbe potuta degenerare molto in fretta. Ringraziò inoltre il cielo che i suoi compagni di classe fossero tutti in mensa, se qualcuno avesse assistito ad un loro qualsiasi scambio di battute probabilmente avrebbe chiamato qualche professore.

“Ryo, stai sprecando fiato inutilmente. Questo pelle e ossa non sa capire quando una buona opportunità gli si presenta davanti.”

Disse lei in tono sarcastico mentre entrava in aula per affiancare l’amico. Il biondo era arrivato a cinque, sicuramente non sarebbe stato in grado di aspettare altri cinque secondi per rispondere.

“Qualcun altro invece non sa quando non è il momento di immischiarsi in situazioni che non la riguardano.”

L’occhiataccia che i due cugini Nakamura si rivolsero la diceva decisamente lunga sull’antipatia che provavano l’uno per l’altro. Se Ryo non avesse saputo la storia che si celava dietro a quell’astio avrebbe potuto giurare che i due invece che essere cugini fossero ex amanti la cui storia era finita nella più tragica delle maniere. Peccato per lui che quello non fosse il caso, del sano gossip avrebbe potuto migliorarli la giornata.

“Ok, ok. Yuki, placa i bollenti spiriti, stai mandando a rotoli il mio progetto.”

Sussurrò il rosso all’orecchio dell’amica. Il prof Izuma non avrebbe sicuramente ceduto proroghe per il progetto di Immagine Eroica, e non poteva assolutamente permettersi un brutto voto. Per avere il proprio business doveva mantenere il titolo di migliore studente del secondo anno del dipartimento di Management. Doveva essere il migliore, e per quanto bene volesse alla sua amica non le avrebbe permesso di rovinargli i piani, anche se non intenzionalmente. La bionda alzò le mani al cielo con fare innocente.

“Sto solo cercando di aiutarti. È difficile far ragionare questa testa vuota.”

“Ha parlato colei che non sa nemmeno cosa voglia dire ragionare.”

Disse Yuma alzandosi di scatto dalla sua sedia e guardandola in cagnesco. La sua provocazione in risposta a quella di Yuki ebbe il potere di peggiorare ulteriormente l’umore della ragazza. Il rosso esalò un profondo sospiro, ora sì che farle mantenere la calma sarebbe stato difficile. Il prof Izuma, tra tutti i primini, doveva affidargli proprio Yuma Nakamura?
Ma quando aveva varcato la soglia della 1° B si era posto l’obiettivo di uscire dall’aula con la promessa di una collaborazione con Yuma, e non avrebbe cambiato idea facilmente. La soluzione era una sola: aspettare l’intervento divino. Fortunatamente Ryo non dovette attendere molto.

“Cosa sta succedendo qui?”

La voce atona di Hayato fece quasi saltare di gioia il rosso, non era mai stato così contento di vederlo. Yuki si interruppe a metà insulto per lanciare un’occhiata di sbieco al castano.

“Farti i fattacci tuoi ti riesce proprio difficile?”

Il tono velenoso di Yuki non scalfì minimamente Hayato, che dopo un anno sembrava ormai essere abituato all’umore altalenante della ragazza.

“Per quanto mi costi ammetterlo, dovresti veramente farti i fatti tuoi.”

Il tono brusco di Yuma portò il presidente del Kaizen Club ad alzare un sopracciglio perplesso. Non c’erano dubbi: quello davanti a lui era un altro Nakamura. Indubbiamente buon sangue non mentiva. Il sorriso pacato che comparve sul volto del ragazzo fece venire i brividi ai presenti: Yuki e Ryo sapevano perfettamente che era solo una maschera per nascondere una profonda irritazione, Yuma invece sembrava aver avvertito il pericolo anche se ignaro di cosa fosse in lui a farlo sentire a disagio.

“In ogni caso, non sono qui per fare da paciere. Nakamura-san, potresti seguirmi, ho bisogno di qualcuno che apporti una miglioria ai gambali del mio costume.”

“Miglioria? Te l’ho apportata settimana scor…”

L’occhiata di gelida di Hayato fece trasalire la ragazza. Non c’erano dubbi, era estremamente infastidito da qualcosa e Yuki era solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Deglutì a fatica prima di ficcare le mani nelle tasche del blazer scolastico, fingendo indifferenza.

“Vedrò che posso fare… Senpai.”

L’ultima parola la masticò a denti stretti più come una presa in giro per far intendere al più grande quanto lo stesse odiando in quel momento. La bionda lo seguì fuori dalla stanza, prima che Hayato lasciasse la stanza lanciò un’ultima occhiata nella direzione di Yuma studiandolo. Dalle sue osservazione aveva immaginato che fosse l’opposto della cugina, sperava con tutto se stesso che quella fosse stata solo un’eccezione, altrimenti avrebbe dovuto prendere provvedimenti seri durante il processo di selezione per evitare che Yuma potesse anche solo mettere piede nel club. Infine fece un lieve inchino e disse:

“Ci vediamo presto, Yuma Nakamura.”

Prima che il biondo potesse chiedergli come sapesse il suo nome, Hayato era già sparito in corridoio. Parecchie cose lo avevano confuso, in primis il comportamento della cugina in presenza di quel ragazzo mai visto prima, in secondo luogo quel ragazzo gli metteva i brividi, quella compostezza lo metteva decisamente a disagio. Notò poi qualcosa fuori posto con la coda dell’occhio: Ryo, ora seduto al suo posto, aveva aperto il blocco note con cui era entrato in classe.

“Quindi, per quanto riguarda la tua immagine ho deciso: ti concedo di tenere la giacca, ma la maglia deve sparire.”

 
*§*

Angolo Autrice:

Salve a tutti quanti! 
Eccomi qui con un piccolo capitolo intermedio come piccolo regalo di Natale anticipato. Abbiamo occasione di vedere meglio Yuki e Yuma interagire. Questi due bimbi daranno un bel po' di grattacapi ad Hayato e agli altri membri del Kaizen Club, già lo so. Inoltre ho voluto introdurre un nuovo OC: Ryo Hamada. La sua presenza nella storia al momento è un po' ambigua. Dovrebbe essere in realtà un personaggio secondario, ogni tanto lo vedremo apparire ma non sarà sempre presente. La sua condizione potrebbe però cambiare a seconda di alcuni fattori e diventare un personaggio principale. Spero comunque abbiate apprezzato la comparsa di questo piccolo scavezzacollo.^^
In ogni caso le iscrizioni sono ancora aperte e se volete maggiori informazioni e la scheda vi rimando al capitolo precedente dove potete trovare tutto. 
Di seguito vi lascio il prestavolto e qualche informazione sul conto di Ryo.


Kyo Sohma | Fruits basket kyo, Fruits basket, Fruits basket manga
Ryo Hamada| 16 anni| 2° anno, 2 ° J|Sezione Economia |Hoshonin | Quirk: Glowing Finger|Nome in codice: Kekkan
 
Non c’è persona alla Yuei che non riconosca l’affidabilità dell’occhio critico di Ryo. Il suo carattere alle volte un po’ infantile ed invasivo potrebbero ingannare molte persone, ma non appena Ryo fa cadere la maschera, diventa un ragazzo intelligente, attento e perspicace. Se ha un obiettivo sa trovare una marea di sotterfugi per raggiungerlo. Il suo motto è “Un cervello funzionante è più utile di un Quirk potente.”, detta da lui una frase del genere è un po’ ossimorica dal momento che alle volte adotta comportamenti che indicano l’assenza di una profonda riflessione. È parecchio duro con sé stesso e con gli altri, sa riconoscere i propri difetti e quelli altrui e trasformali in pregi è il suo lavoro.

A presto e un bacione a tutti! ;-*


Strange
 
   
 
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