Videogiochi > League of Legends
Ricorda la storia  |      
Autore: Nocturnia    21/12/2022    0 recensioni
Avrebbe potuto essere la storia di un uomo che trova una figlia.
Avrebbe potuto insegnare il perdono e il riscatto - la speranza e il sollievo.
Avrebbe potuto dipingere una ragazzina dagli occhi blu e il sorriso pieno di vita - un uomo che da lei era stato cambiato in meglio, superando i torti del passato, le sconfitte nel suo animo.
Avrebbe potuto se.

[Arcane Universe] [Jinx, Silco, Sevika, Singed, Karvyq, Caitlyn, Vi]
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jinx, Sevika, Silco
Note: Movieverse | Avvertimenti: Violenza
- Questa storia fa parte della serie ' Lying by your side'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Broken people don't hide from their monsters.
Broken people let themselves be eaten."
- Francesca Zappia -




Bubblegum




Break my bones and reset me
Piece by piece you break me

Non ha colore la neve mentre cade su Zaun, sapore.
Jinx la osserva con un misto di curiosità e meraviglia, rovesciando il palmo della mano verso l'alto.
Si deposita tra i suoi capelli, lungo la linea emaciata delle spalle - un cosino di otto anni che ne dimostra molti di meno.
Ne raccoglie una manciata prima che diventi grigia e nera, compattandola in una palla a cui aggiunge poi due bottoni - uno rosso e uno azzurro.
Ride tra sé e sé, tra le ciglia lacrime che ha già pianto - voci che non tacciono mai.
"Jinx."
Si volta, incontrando lo sguardo silenzioso di Silco, quello irritato di Sevika.
Dietro di loro un uomo vestito di blu e argento la studia in silenzio, nei suoi occhi un qualcosa che non riesce a definire - una consapevolezza dolente, triste.

Come se avesse già visto quella scena.

Silco le allunga la mano guantata di porpora, abbozzando un sorriso solo per lei - storto, incerto.

Come loro.

Jinx gliela stringe senza alcuna paura.


1.

Un giorno questa città ci rispetterà: queste le parole di Vi.
Un giorno non chineremo più la testa, la promessa.

Bugiarda.

Jinx calpesta il cranio di un enforcer, ruotando la pistola tra le dita.
"Un po' pallido questo albero." chiosa, e Vi la fissa supplice - come se potesse essere ancora la piccola e indifesa Powder.
Arma il cane, arcua l'indice sul grilletto - alle sue spalle il muso di Fishbone si apre un ghigno crudele, beffardo.
"Vediamo di colorarlo per bene." mormora, umettandosi le labbra - secche, spaccate al centro.

Morte.

Vi flette le cosce, solleva i pugni chiusi infilati nei guanti Hextech.
Jinx ride e il cielo esplode.


Pick up the cross 'cause it's killing time
How can I scream when the pain is

Biscotti rosa e gialli, una tazza sbeccata piena di cioccolata.
Jinx aggrotta le sopracciglia, sulla punta del naso una macchia di fuliggine e sotto le unghie olio e grafite.
Si inclina verso il tavolino, annusando.
Intreccia le mani dietro la schiena, titubante - incerta.
Ed è una creatura ombrosa, Jinx: dietro i suoi mille colori si nasconde un esserino percosso, fratturato.

Rotto.

Ha paura di fare qualcosa di sbagliato,

di essere sbagliata

eppure grida la sua esistenza, divampando e distruggendo.
È un paradosso, Jinx, perché per quanto voglia passare inosservata tutto in lei brucia, urlando e squarciando e trascinando dietro di sé voci morte, fantasmi che pensava di aver dimenticato.
Tocca con la punta dell'indice un biscotto, negli occhi un baluginio affamato, vorace.

Che divorerà anche lui.

Silco la osserva con la coda dell'occhio, continuando a scrivere; solleva il capo solo quando percepisce la sua presenza al suo fianco, una bambina con in mano un vassoio più grande di lei.
Glielo porge, mordendosi il labbro inferiore - un gesto che fa sempre quando è nervosa.
"Sono per te." le dice lui, quieto.
Jinx insiste, posando il vassoio sulla scrivania e recuperando la tazza dal tavolino.
Si siede ai suoi piedi - un'altra abitudine entrata ormai a far parte della loro quotidianità - aggrappandosi con la mano libera all'orlo del suo cappotto.
"Sono per noi." sussurra, così piano da essere poco più di un respiro.
Silco rimane immobile per qualche secondo, studiandola bere la cioccolata in piccoli sorsi - traendone il massimo e facendola durare il più a lungo possibile.

Un'altra impronta dei figli dimenticati di Zaun.

Le porge un biscotto, prendendone uno per sé - trattenendo un sorriso quando la vede sbriciolarlo dentro una cioccolata già ampiamente zuccherata.
Jinx gli posa la tempia contro la coscia e osserva il cielo tingersi di bianco.


2.

Sangue tra i denti, lungo il mento.
Jinx è sicura di averne ormai sputato fuori molto più di quanto un corpo possa contenerne, ma nulla ha importanza - non più.
Ed è liberatorio, eccitante: è una fottuta scossa elettrica su per spina dorsale, nel cervello - direttamente lungo le braccia fino alla punta delle dita.
È il sapere che è finita; che questo è il punto zero, l'epilogo.
La consapevolezza che non c'è più nulla da fare, che, finalmente, puoi smettere di preoccuparti perché finisce qui, e ora.
Questa è l'ultima pagina: queste le ultime righe.
Jinx solleva il capo, attorno a lei schiudersi bocche di fumo e denti d'acciaio - il ponte tremare, contrarsi come un insetto inchiodato al muro.
Vi la fissa dall'altra parte della storia, negli occhi lo stupore degli stolti, la sorpresa degli illusi - di chi si era creduto vincente, e giusto.
"Ehi, sistah." le dice, nella voce un'inflessione rauca, viscerale.
Piltover geme, le strade urlano - la neve brucia.
"Pronta per il gran finale?" mormora, e gli occhi di Vi mutano in quelli che ricordava - nell'ombra-fantasma di Vander.
Jinx carica Fishbone sulla spalla destra e ride.


Such a release I get the courage
To pick up the nails 'cause it's killing time

Nastri dorati e ghirlande di legno e cristallo.
Un abete che straccia il cielo, ne sfida l'altezza - la grandezza.
Cannella e un retrogusto di menta, sui polpastrelli l'appiccicoso dello zucchero, tra le dita un bastoncino sul quale svetta una mela candita mangiata a metà.
Sevika la fissa dall'alto al basso, il mantello rosso appesantito da una pelliccia color delle castagne.
Alza un sopracciglio quando la vede starnutire, scostandosi appena e sospirando.
Jinx si passa la punta della lingua sulle labbra, tirando su con il naso - le guance rosse, tra le ciglia polvere e neve.
"Copriti." le dice Sevika, arrotolandole la sciarpa attorno il collo e tirando - strappandole un guaito sopreso.
"Se ti ammali e poi muori diventerà insopportabile." continua, sollevandole anche il cappuccio e lasciandole scoperto solo un ciuffo di capelli.
Jinx si rannicchia dentro il cappotto che le ha comprato Silco, un capo importato da Piltover e che aveva fatto rimbrottare più di qualche thug giù al Last Drop.
Sevika guarda la bambina con un misto di compatimento e rabbia, la protesi ricordarle ogni giorno di cosa fosse capace quella scimmia psicotica alta un metro e un barattolo.
Un ragazzino esce dall'emporio di fronte a loro, accanto a lui una donna che potrebbe essere sua madre così come la sua tata.
Sevika schiocca la lingua contro il palato, abbozzando un sorriso selvaggio quando la donna lo trae a sé, scoccandole un'occhiata intimorita.
Gli uppside hanno paura di loro e questo la fa sentire bene - appagata.
Gli uppside credono che un ponte possa dividerli - proteggerli - ma gli zaunitiani prosperano invece nell'oscurità, affilando denti e unghie, rancori e vendette.
Sevika sputa a terra, il ragazzino sgrana gli occhi - viene strattonato verso un'auto parcheggiata a qualche metro.

Crack.

Si volta, il bastoncino flesso tra le dita di Jinx, nel suo profilo una rigidità improvvisa, feroce.

Che diventerà l'apogeo di una forza distruttiva e assoluta.

Sta per toccarle una spalla quando Silco riemerge dall'edificio in cui era entrato - l'Inquiry Athenaeum - attraversando la strada e tirando il bavero del cappotto verso l'alto.
Sevika compie un passo in avanti, Jinx la supera, correndogli incontro e cominciando a vomitare parole su parole.
Silco inclina il viso verso di lei, annuendo di tanto in tanto e sfiorandole una guancia in punta di dita.
Jinx sembra risplendere sotto le sue attenzioni, la mela candita dimenticata nella mano che non è impegnata a disegnare figure immaginarie nell'aria.
Quando Silco si ritrae sono impronte di sangue quelle che lascia dietro di sé.


3.

Karvyq guarda la distruzione creata da Jinx e la vede per quella che è: una punizione e un'espiazione.

Per se stessa; per tutti loro.

Ignora le dita che si aggrappano al suo mantello, i gorgoglii umidi di chi sta soffocando nel proprio sangue - spezza il braccio a un enforcer con il tallone del suo stivale rinforzato.
Si ferma, immobile nel mezzo di una tempesta di neve e cordite.
"Morirà." lo raggiunge la voce di Sevika, rotta - esausta.
"Non è forse quello che volevi?" le ribatte, asciutto.
Sevika lo affianca, digrignando i denti e reggendosi la protesi contro il fianco.
"Io... sì. Sì, lo volevo." replica, ma nei suoi occhi c'è una forma di malinconia velenosa, che se lasciata crescere diventerà rimorso.
Karvyq sorride senza allegria a una consapevolezza che non ha mai salvato nessuno.


Kill me, heal me
Kill me, heal me
On and on

"Da dove viene il Natale?"
Glielo domanda in una notte senza stelle, l'esplosione dell'ennesima fabbrica aver reso l'aria densa, pesante.

Tossica.

Silco posa il rapporto dell'incidente, fissandola.
"Dipende a chi lo chiedi." le ribatte, e Jinx solleva verso di lui occhi enormi, di un blu quasi nero.
"A te." è la risposta, seguita da un sopracciglio alzato.
Ed è diventata audace, Jinx, una ragazzina di quasi tredici anni seduta tra granate non innescate e polvere esplosiva.
Silco libera un suono a metà tra la risata e lo sbuffo, reclinandosi all'indietro.
"Ogni nazione ha la sua versione." comincia, assorto "Ma presuppongo non ti sia di alcun interesse la strega della Demacia o il ladro della Ionia, uhm?"
Jinx lo fissa come se avesse detto una cosa molto stupida, incrociando le braccia al petto ossuto - una cosa che Sevika non perdeva occasione di ricordarle, facendola imbestialire.
"Conosco la storia di Morwenna: consegna doni o dispensa castighi durante i dodici giorni del Natale e le sue punizioni non sono affatto simboliche. Se trova un bambino che ha compiuto qualcosa contro la sua legge ne estrae con violenza gli organi interni per rimpiazzarli con paglia e roccia." puntualizza, alzando un dito.
"Una cosa che trovo molto divertente." aggiunge poi, ridacchiando.
Silco abbozza un sorriso storto, accogliendola sulle sue gambe quando Jinx vi si arrampica, ancora ridicolmente piccola per una ragazzina della sua età.
"E quello stupido ciccione vestito di rosso non mi interessa." prosegue, piegando le labbra in una smorfia.
"Piltover ha solo copiato la leggenda di Shurima su di un gigante dispensatore di regali o di carbone: non volevano certo la loro meglio gioventù ne fosse impressionata." le spiega, sfregando tra il pollice e l'indice la treccia mezza disfatta.
Jinx si rilassa sotto le sue mani, socchiudendo gli occhi.
"La Grande Caccia, la chiamavamo." inizia, sciogliendole i nodi nei capelli ed estraendo una spazzola dall'ultimo cassetto della scrivania.
"Nel folklore di Zaun vi potevano prendere parte gli spiriti dei morti insieme ai vivi, creando una processione che avanzava come un'armata e se qualcuno osava pararsi loro davanti veniva punito severamente." mormora, pettinandola con cura - nell'aria un vago sentore di lavanda e cordite.
"Se invece si sceglieva di contribuire alla caccia si veniva ricompensati in monete, materiali preziosi oppure con animali vivi."
Jinx ridacchia, sbilanciandosi in avanti e aggrappandosi alle sue ginocchia per mantenere l'equilibrio.
"Una caccia agli uppside." gongola, muovendo i piedi su e giù.
Silco le divide i capelli in tre sezioni, intrecciandoli tra loro e fermandoli con la custodia svuotata di un proiettile.
Jinx si volta si scatto, quasi colpendolo con la punta della treccia.
"Chi ne uccideva di più riceveva il premio più grosso?"
Silco le cerca gli occhi, trovandoli già nei suoi.
"Zaun non ha mai avuto molta fortuna contro Piltover." si limita a risponderle, ma Jinx sembra invece riflettere sulle sue parole, soppesandole.
"Però se costruissi un'arma abbastanza grande e potente la situazione potrebbe cambiare."
Silco inclina il capo verso la spalla, studiandola con attenzione.
"Potremmo vincere." insiste Jinx, negli occhi quel baluginio che precede un'idea.
"Potremmo fargliela vedere." sussurra, e per un attimo il futuro è , davanti a lui.

Disegnato dall'ambizione, scritto nella follia.

Silco tace e ascolta Jinx diventare quel futuro.


4.

L'aria si riempie dell'odore acre della combustione, il cemento si spacca sotto la frequenza dei colpi di Jinx.
Karvyq lascia che una scudisciata di proiettili gli sfiori i piedi, rimane immobile mentre Piltover brucia - il Pilt rumoreggia, inquieto.
Sevika lo affianca, ciondolando leggermente in avanti.
"Cosa vuole fare?" mormora, e Karvyq sorride - comprende.
Getta il mantello blu oltre le spalle, allargando le braccia attorno a sé e tramutandole in due lame gemelle.
"Non l'hai ancora capito?" ribatte, flettendo i muscoli della schiena, quelli delle cosce.
Sevika gli getta un'occhiata incerta, nella quale la verità emerge lentamente - con stupore.
Jinx viene sbalzata all'indietro e Karvyq può vedere chiaramente il lato destro del corpo esploderle - spruzzare sull'impiantito un fiotto di rosa e nero.
Compie un passo in avanti,

"Però se costruissi un'arma abbastanza grande e potente la situazione potrebbe cambiare."

le protesi in argento sibilare, tagliando la cacofonia dello scontro, la polvere.
La Grande Caccia ha appena avuto inizio.


Kill me, heal me
Kill me, heal me
On and on

Sono tutti morti e rifiutano di esserlo.
È morto Silco in quel fiume, un cadavere che si era unito a mille altri prima di lui.
È morta Jinx tra quelle fiamme, lasciata bruciare fino a diventare cenere e rimpianto.
È morta Sevika in quel vicolo delle Black Lane, quando il respiro le era mancato e altri come lei avevano pensato di averla punita abbastanza.
È morto Karvyq quando Aurelie si era uccisa con il suo nome sulle labbra, nel cuore.

Sotto le palpebre.

Sono morti, eppure comandano, respirano, esigono, distruggono.
Sono morti e forse questo è il loro personale inferno di occasioni perdute e rimorsi - di se e di ma.
Sevika arma il braccio meccanico, Jinx ride - sopra di loro un vischio di sangue e ossa.
"Il carico." dice solo, spingendo la protesi all'indietro e piegando le dita in un pugno chiuso.
"Dove si trova?" continua, lo shimmer donarle strana luminescenza sotto la pelle, negli occhi.
Lygon deglutisce, scuote la testa - sta per risponderle quando un boato l'assorda, facendola curvare su se stessa.

Bam!

Riapre gli occhi, cercando di mettere a fuoco la scena davanti a sé - la camicia di Lygon ancora stretta tra le dita della mano sana, la sua testa un ammasso molliccio e rosso da cui spuntano i denti inferiori e un bulbo oculare ancora attaccato a una poltiglia pulsante, viscida.
"Seeesh, non te l'avrebbe detto comunque."
Sevika si volta, fissandola; Jinx risponde al suo sguardo, quindici anni e una fame insaziabile - una voragine dalla quale riemerge ogni voltà più spietata, più feroce.
"Questo." le dice, picchiettando con la canna della pistola sulla spalla del marinaio "Lo rende un affiliato di Gangplank."
Jinx spinge di lato il corpo di Lygon con un calcio secco, soffiando via i pezzi di cervello rimasti appiccicati alla camicia poco sopra la scapola destra.

Un serpente di mare arrotolato intorno a un pugnale corto.

"E quello stronzo capisce una sola parola." conclude, snudando i denti in un sorriso delirante, divertito.
"Se-se-seeevika." cantilena poi, incrociando le braccia dietro la schiena e cominciando a saltellare all'indietro.
Sevika solleva il mento, Jinx rovescia il capo verso il cielo - ride, e la neve diventa ghiaccio, infine tempesta.
"E poi non voglio fare tardi: stasera Silly mi ha promesso uno di quei dolci rotondi e pieni di frutta candita che gli uppside mangiano ogni Natale ." chiosa, ma nella sua voce non c'è nulla di infantile o gentile.
Sevika comincia a camminare, superandola in silenzio - nell'aria il lezzo del sangue, quello dolciastro della carne bruciata.
Jinx canticchia al suo fianco una melodia stonata e fuori tempo.


5.

C'era stato un tempo per il dialogo; il parlè, come l'aveva chiamato il barone d'argento.
C'era stato un tempo per la speranza; flebile, ridicola.

"Siamo ancora sorelle, Vi?"

C'era stato un tempo per l'amore e le sue diramazioni; per crescere senza soffrire a ogni respiro.
C'era stato.

Ed era morto tra le sue braccia - la colpa un pendolo che sbatteva tra le pareti ormai consunte della sua anima.

Jinx getta di lato la pistola - rotta - ruota il fianco, afferrando l'impugnatura del cannone e percependo un osso cedere sotto il suo peso.

Non era quello che volevo. Non per te.

Jinx snuda i denti, tira così tanto gli angoli delle labbra che non è più un sorriso, ma un taglio sanguinolento e paralizzato in una smorfia dell'orrore.
"Ma è quello che voglio io." mormora, aprendo il fuoco e falciando gli enforcer in un ventaglio di metallo e fuoco.

È quello che mi merito.

Vi urla, e non c'è più supplica nella sua voce, ma rabbia e desolazione.

Sdegno e paura.

Jinx coglie con la coda dell'occhio un puntino rosso farsi spazio al centro della fronte, capisce - si abbassa,

troppo lenta,

vuole evitare il colpo, deve farlo perché non è ancora finita, non può, il suo premio avrebbe dovuto essere un altro e...

Clang. Tung.

Jinx riapre gli occhi, si proietta su di lei un'ombra nera e argento - lo scintillio di due lame gemelle tramutate in scudo, nell'aria ambra e legno.
Karvyq affonda la punta delle spade nel cemento, lasciandole schiudere in un muro che assorbe i successivi proiettili, vibrando come mercurio liquido.

"Non sembri nemmeno uno di noi con le tue preziose sete e quella scopa su per il culo."

Negli occhi del barone d'argento la guerra non è mai finita.


Breathing your love
You're ferocious

Per gli altri è solo un cane sciolto; una bomba innescata, un composto chimico altamente infiammabile e instabile.
Per Sevika è un problema; il riflesso di una città il cui ventre è ormai avvelenato, tossico.
Silco osserva il suo silenzio, la quieta compostezza con la quale gli porge un pacchettino rosso e oro.
C'è una malinconia poetica in Jinx; una vibrazione che pochi riescono a percepire sotto la cacofonia dei suoi gesti.
È una corda sottile, difficile da afferrare - l'unica cosa in lei che non tagli, e ferisca.
È quel momento tra il sonno e la veglia - quel respiro che precede il salto; quello spazio tra un istante e l'altro che racconta una bambina sperduta, nemica di se stessa.
Jinx si morde il labbro inferiore - un gesto che fa sempre quando è nervosa - cercando di tirarsi le dita della mano destra - un'altra abitudine che tradisce la sua agitazione.
Ti ci impiccherai con quella corda, mormora la sua coscienza, ma Silco la ignora, prendendo il pacchetto e abbozzando un sorriso solo per lei.

Intimo, privato; in cui l'affetto si mescola a un anelito che non ha nulla di paterno.

C'è una scimmia blu fosforescente che abbraccia un topo magro e con un occhio cremisi disegnata nel biglietto, sotto di loro decine di persone stilizzate con delle croci sulle palpebre e pozze di sangue ai loro piedi.
Piltie, recita la scrittura spigolosa di Jinx.
Silly, c'è scritto sopra il ratto.
Io, il nome che sormonta le orecchie della scimmia.

Non Powder (mai più), non Jinx (non oggi).

Silco scarta il pacchetto mentre Jinx lo studia con attenzione, dondolando sui talloni.

Cling.

Gli scivola tra le dita un fermacravatta a forma di squalo, l'orbita sinistra un rubino di Noxus - sotto i polpastrelli riconosce la consistenza dell'oro bianco della Demacia, la lavorazione artigianale delle botteghe orafe di Piltover.
"C'è un'aggiunta." gli dice, sporgendosi verso di lui e scivolandogli sulle cosce.
"Guarda." continua, aprendo la clip del fermacravatta e indicando un piccolo cristallo scuro.
Silco la fissa, sorpreso.
"In questa forma è inerte, ma se lo sciogli in acqua diventa velenoso." gli spiega, orgogliosa.
"Molonezite." mormora, e Jinx sorride, soddisfatta.
"Esatto, Silly! Così quando ti troverai a una riunione difficile potrai sempre sistemare le cose." chiosa, abbracciandolo e rilassandosi contro il suo corpo - la finta tranquillità dietro la quale si era nascosta dissolversi e diventare conforto, respiro.
Silco le circonda le spalle con il braccio libero e la trae a sé come se fosse la cosa più naturale del mondo.


6.

Caitlyn lo vede. Lo riconosce.

Il barone d'argento.

Nel mezzo di un ponte che sta crollando si è erso a protezione di un'assassina - una creatura che Zaun aveva vomitato in faccia a Piltover come acido.
Tra i suoi pensieri c'è ancora quella notte - un cielo rosso, una terra nera.
Sotto le dita il sangue di sua madre, intrappolato in gola tutto quello che non era riuscita a dirle - a confessarle.
Caitlyn indurisce lo sguardo, imbraccia il fucile - prende la mira.
Il puntatore laser si ferma sulla fronte di Jinx; le basta premere il grilletto.
Le basta arcuare all'indietro l'indice e il cranio di Jinx si sgranerà in un grumo di ossa e cervella.
Le basta poco: inspirare,

"È mia sorella; è Powder."

espirare.

"Il suo nome è Jinx!"

Caitlyn spara,

"La città ha bisogno di guarire; adesso lo vedo come non mai."

il rinculo le brucia la spalla, i muscoli.

"Non puoi guarire ciò che non è mai stato sano, Caitlyn. Un giorno lo capirai da sola."

Il barone d'argento si volta e vede.


You're in my lungs
Resuscitate

"È la tradizione." gli dice, indicando le travi del soffitto.
"Davvero?" le risponde, divertito - paterno.
"Yep." ribatte, alzandosi sulla punta dei piedi.
"Qui oppure in Demacia?" mormora, inclinando il viso verso di lei.
"Ha importanza?" è il sussurro, un respiro che infrange il suo.
Silco intreccia le dita nei suoi capelli, la conduce verso di sé - Jinx sorride, baciandolo senza rimpianti.
Sopra di loro dondola un vischio di sangue e promesse.


7.

Lo scudo devia il colpo della Kiramman, le terminazioni nervose bruciare - gridare dallo sforzo a cui vengono sottoposte.
Karvyq si volta, inclinandosi di trequarti verso Jinx; la studia in silenzio, immobile mentre il mondo scricchiola, tramutandosi in una confusione di metallo e urla.
Le manca una parte del fianco destro e resiste all'impulso di coprirla con il proprio mantello quando nota il seno tumefatto, strappato via all'altezza del capezzolo.
Jinx inspira,

rantola

il petto che si alza e si abbassa a un ritmo disarmonico, irregolare.
Deglutisce, fissandolo da sotto in su, e solo in quel momento si rende conto che il suono umido che aveva sentito mentre creava lo scudo era l'occhio sinistro di Jinx che esplodeva fuori dall'orbita.
"Ti ha colpito." le dice, stupendosi della sua stessa voce - roca, violenta.
Jinx lo guarda come se fosse lui il nemico, sul fondo della pupilla rimasta una scintilla cieca, che non vede null'altro che fantasmi e mostri.
"Il tuo occhio." continua, e Jinx si tocca la guancia, ritraendola sporca di sangue e muco.
Sbatte le palpebre un paio di volte, confusa.
"Non è grave." gli risponde, così quieta da essere irreale.
"Non sento male." è la sua spiegazione, seguita da una risatina a mezza bocca.
"Non sento niente." gracchia, sollevandosi sulle ginocchia - sbucciate, di cui riesce a intravedere il bianco dell'osso.
E capisce, Karvyq: comprende.
Ci sei passato anche tu, in fondo, mormora Lilian dalla sua coscienza.
Karvyq si alza, dietro di loro gli enforcer disperdersi, Piltover bruciare dei mille fuochi appiccati dalle esplosioni delle scimmie meccaniche di Jinx.
"Avrai il tuo premio, ragazzina." sussurra, e lei gli sorride, ricordandogli la smorfia con la quale Aurelie si era lanciata nel vuoto.
Karvyq scioglie i muscoli delle spalle, argento ai polsi, lungo il cuoio degli stivali.
"Ci penso io a tua sorella." le promette, e Jinx si muove di conseguenza, lasciando cadere a terra il cannone a canne rotanti.
La neve è diventa rossa e nera sotto le loro lacrime.


Craving your electricity
Feet to my pain you give

Un carillon d'argento e zaffiro. Un passo a due - stivali eleganti calpestati da un paio di anfibi dai lacci rosa fluo.
Jinx ride quando Silco trattiene un gemito dolorante, si toglie le scarpe, muovendosi in punta di piedi.
Ed è elegante a suo modo, Jinx: una vibrazione costante, irrequieta. Una melodia che ha senso solo nella sua (loro) testa, la bellezza della follia vestita di pelle e nuvole.
È una creatura che gli assomiglia a un livello profondo, buio come le miniere nelle quali era cresciuto.
Un passo avanti, due indietro - allora lo stavi facendo apposta, uhm? - e Jinx gli risponde con un sorriso furbo, divertito.
Silco schiocca la lingua contro il palato, alzando un sopracciglio - scettico, per nulla convinto.
"Immagino che tu non sappia niente anche della bomba di vernice che ha colpito la stanza di Sevika." le dice e non è una vera domanda.
Jinx fa finta di rifletterci sopra, continuando a muoversi insieme a lui.
"Nope." gli risponde, inarcandosi contro il suo petto e soffiandosi via una ciocca dalla fronte.
Silco libera un hum hum poco convinto, nel silenzio di un Last Drop dormiente solo una melodia senza tempo, i loro respiri.
Mentre la città si accende loro bruciano.


8.

Per un attimo - un frammento di realtà - le sembra che il mondo si sia capovolto e di essere caduta in un oceano profondo e nero.
Sevika socchiude la bocca, rovesciando il capo verso l'alto - nel cielo disperdersi lampi di bianco e blu, sotto la lingua l'odore della carne bruciata, quello metallico dell'elettricità che avvampa, arrampicandosi lungo la sua pelle come le zampe di un ragno.
Digrigna i denti, strappandosi la protesi dalla spalla e gettandola di lato - osservando i sottili fili di fumo levarsi dai cilindri di shimmer.
Si copre gli occhi con la mano rimasta, cercando di intravedere cosa stia succedendo sul ponte - la gente di Zaun raccogliersi alle sue spalle in un mormorio confuso, eccitato.
"L'ha fatto davvero."
Sevika inclina il mento di lato, incrociando lo sguardo lattiginoso di Singed.
"Cosa?" ribatte, ma una parte di lei sa già la risposta.
Singed rimane impassibile, guardando dritto davanti a sé mentre il ponte collassa e insieme a lui il Sun Gate, sancendo la fine del prodigio di Piltover, cancellando la sua promessa d'essere un faro nel futuro di Runeterra.
C'è meraviglia nella distruzione, le aveva detto Silco in uno di quei rari momenti in cui si era mostrato esposto, ferito da una vita che aveva sempre preso, mai dato.

"Un tempo anche io avevo una figlia."

E tornano a galla quelle parole, riemergendo come un cadavere mai seppellito - un ricordo malmostoso, tenace.
La terra trema e la voce di Jinx si squarcia.


Wings to my fear your peace
Inhabits my blood
Your love is thick

C'è qualcosa di bellissimo e terribile che gli stritola il cuore ogni volta che guarda Jinx.
C'è la consapevolezza che non potrà esserci per sempre - la tristezza di sapere che arriverà un giorno in cui l'infezione avrà la sua vittoria e lui non vedrà più Jinx sorridere, né piangere.
C'è la dolente malinconia di un amore conosciuto tardi, dei se e dei ma - quel pungolo rovente che ti uncina tra le costole, strappando e ricordandoti che nulla è eterno.

Anche se tu ci hai provato; Janna sa quanto tu ci abbia provato.

Jinx dondola i piedi in aria, spargendo briciole di cioccolato ovunque - gesticola davanti a sé mimando il suo ultimo incontro con qualche sfortunato al bar del Last Drop.
Silco la osserva spazzare via un frammento di biscotto dal lenzuolo, la luce che filtra dalla finestra rendere il suo profilo nudo opalescente, irreale.
"Gli ho detto che il suo puntale di merda poteva ficcarselo su per il culo." chiosa, rovesciandosi a pancia in su.
"Chi vorrebbe mai un bambino alato sulla cima dell'albero? Un piltie, ecco chi." continua, sdegnata.
Jinx si solleva, incrociando le gambe tra di loro e stiracchiandosi all'indietro.
Getta un'occhiata ai suoi biscotti - ancora intatti - negli occhi un baluginio furbo, chiassoso.
"Non li mangi, Silly?"
Silco espira una boccata di fumo, abbozzando un sorriso.
"Forse." le risponde, e Jinx scivola verso di lui, circondandogli la cosce con le proprie.
"Allora dammeli." esige, incrociando le braccia al petto.
Silco getta la cenere nel bicchiere vuoto, percorrendo in punta di dita la linea arrotondata dei suoi tatuaggi - nuvole azzurre che si schiudono attorno il seno destro, lungo fianco, disperdendosi verso il basso e terminando sopra un ciuffo blu come i suoi capelli.
"E come si dice?" ribatte, inclinando il capo verso la spalla e continuando nella sua esplorazione.
Jinx socchiude gli occhi, umettandosi le labbra.
"Li voglio." insiste, e Silco alza un sopracciglio, sfiorandola tra le cosce con l'indice e il medio.
"Chiunque ti abbia educato ha fatto un pessimo lavoro." mormora, premendo - trovandola ancora umida, morbida.
Jinx sospira, liberando poi una risatina leggera, senza peso.
"Chi mi ha educato mi ha insegnato che noi non chiediamo." sussurra, chinandosi verso di lui e affondando sulle sue dita.
"Noi prendiamo." e lo bacia come la prima volta - lo farà fino al suo ultimo respiro.
I biscotti cadono a terra, dimenticati.


9.

Non era mai stata lei l'obiettivo.
Il dolore colpisce da tergo, mai di petto: questo le aveva insegnato Zaun. Questo le aveva fatto dimenticare Cait.
Violet cerca di liberarsi dell'uomo dalle protesi d'argento, non ci riesce - evita per pochi centimetri un affondo che le avrebbe sicuramente squarciato l'addome.
Non ne ricorda il nome,

il terrore ha cancellato ogni altro pensiero che non sia lei

ma in quel momento non ha importanza perché deve avvertirla, deve toglierla dalla rotta di collisione, deve salvarla e...

Crack.

Il guanto si spacca, la punta della lama dell'uomo glielo strappa dalla mano come se fosse fatto di carta.
Vi solleva il guanto rimasto intatto, parando il secondo colpo - l'uomo non arretra, non le permette di respira, di pensare.

Colpisce e colpisce e colpisce - un rullio senza requie, un'eleganza di morte e violenza.

Si abbassa, scivolandogli tra le gambe e afferrandogli una caviglia; l'uomo ruota sul piede sinistro come un ballerino, schiacciandole le dita e frantumandole l'anulare e il mignolo.
Vi ingoia un grugnito, rotola nella polvere - si rialza con uno scatto secco della schiena.
Si pulisce la fronte con il dorso della mano, sputando sul cemento un bolo di saliva e bile.
"Ci ucciderà tutti." grida, digrignando i denti.
"Farà esplodere la città." insiste, allargando le braccia attorno a sé.
"Dovresti volerla fermare anche tu." aggiunge, l'aria tingersi di blu e bianco - un oceano in cielo, un inferno in terra.
L'uomo stende le labbra in un sorriso inquietante, feroce - tra le pieghe della camicia intravedersi un tatuaggio dai bordi arrossati, che sanguina a ogni respiro.

Una cicatrice e un ricordo.

Il missile frantuma la barriera del suono e cade.


Kill me, heal me
Kill me, heal me
On and on

I can't live without it

Se potesse rimanere con lui per sempre lo farebbe.
Se potesse arrotolarsi dentro il suo petto come una di quelle bambole in legno di Freljord lo farebbe senza pensarci due volte, contenta di poter dormire avvolta dal suo calore, nel suo sangue.
Se potesse invertire il tempo, il destino; se fosse giovane e poi vecchia e poi di nuovo giovane - se l'immortalità esistesse la regalerebbe a entrambi per poter continuare a guardare il mondo insieme.
Silco le sfiora la guancia con il pollice, raccogliendo una lacrima solitaria.
Jinx preme le labbra tra loro, scuotendo la testa e aprendosi in un sorriso che non riesce a ridere - piangendo come la prima volta che gli si era buttata tra le braccia.
Le rivolge un'occhiata consapevole, morbida; nell'occhio azzurro tutto l'affetto di un padre, in quello rosso il desiderio di un uomo che avrebbe ridotto in ginocchio città e imperi per lei.
"Jinx." mormora, e in cielo esplodono i fuochi d'artificio, illuminando Zaun in una cascata d'oro e cremisi.
"Tu non morirai, vero?" gli chiede, e sa che Silco le mentirà: lo fa sempre quando gli pone quella domanda.
"No, Jinx: non morirò." le promette, e lei sceglie di crederci ancora una volta - ancora per un po'.

Sei una maledizione, una disgrazia. Lo distruggerai, esattamente come fai con tutto quello che tocchi.

Jinx serra le palpebre tra loro, nascondendogli il viso nel cappotto e ascoltando le voci di Mylo e Vander essere soffocate da quella di Silco - quieta, rassicurante.
Il nuovo anno lascerà di loro solo cenere e rimpianti.


10.

La Grande Caccia è finita, i morti hanno ricevuto il loro tributo.
Piltover si sveglia in un'alba di polvere e ossa, Zaun si addormenta cullata dal calore di corpi reclamati, memorie consumate.
Karvyq posa lo sguardo sul Pilt che scorre sotto il ponte crollato, il lungo mantello blu scuro che ondeggia pigramente alle sue spalle.
"Non l'abbiamo trovata." lo raggiunge la voce di Lilian, delicata - quasi timida.
"E non la troverete." ribatte lui, asciutto.
Lilian lo affianca, sfregandosi le mani lungo le braccia.
"Forse una gamba o un piede; probabilmente nemmeno quelli." continua, osservando i flutti rabbiosi del fiume.
"Il Pilt l'ha ingoiata e non risputa mai niente." aggiunge, assorto.
Lilian sposta lo sguardo da lui al fiume, avvicinandosi al bordo smangiato del ponte.
"È caduta o si è gettata?" gli chiede, e Karvyq non riesce a trattenersi dall'afferrarla per una spalla e riportarla verso di sé, avvolgendola nel suo mantello.
"Ha importanza?" mormora, quieto.
Lilian sembra rifletterci sopra, annuendo.
"Sì. Per me sì."
Karvyq inclina il viso verso di lei, sugli zigomi schizzi di sangue e terra.
"Si è semplicemente lasciata andare." replica, spostandole un ciocca di capelli dalla fronte.
Lilian lo guarda, regalandogli lo stesso viso di quando lo aveva sfidato da sotto un cumulo di cadaveri tra i quali vi erano stati anche i suoi genitori.
"Ha scelto, Lily: tutti noi lo facciamo, prima o poi." conclude, allacciandole gli alamari a forma di cardellino al collo.

E un giorno toccherà anche a me.

L'amore non aveva mai salvato nessuno.




****




So, did you created any thing while you were alive, Jinx?

Fishbone si disgrega sotto la combustione dell'energia dell'Hexcore, bruciandole la spalla, la guancia - e Jinx urla mentre la pelle si solleva in fiocchi rosati e traslucidi, unendosi alla neve che ha ricominciato a cadere.
Apre l'occhio rimasto, prende la mira - sorride mentre il missile a forma di squalo attraversa l'orizzonte, ustionando il cielo, le speranze di Piltover.

"Tu mi hai strappato qualcosa, sistah."

Il ginocchio sinistro cede, la rotula esplode in un pop! che le ricorda quello dei grani di mais quando Silly glieli aveva mostrati per la prima volta dopo un'importazione dalla Ionia, il modo in cui scoppiettavano contro il coperchio del tegame - la serata che avevano passato nel suo studio mangiandoli e lei l'aveva preso in giro perché erano senza sale ed erano insipidi e lui le aveva sorriso e il mondo non le era sembrato poi così schifoso e...

"Ora io lo toglierò a te."

Jinx crolla in ginocchio, mantiene la presa salda sull'impugnatura di Fishbone - grida, e ne esce un fiotto compatto di sangue e shimmer.
La vibrazione dell'Hexcore rallenta, si spegne quasi del tutto - Fishbone libera un solo, debole, rantolo.

Jinx.

Il missile colpisce in pieno il tetto del distretto degli Enforcer, lo corrode dall'alto al basso, aprendolo come se un gigantesco pugno vi si fosse abbattuto sopra.

Fottiti, puttana piltie.

Jinx cade in avanti, Fishbone le scivola via dalle mani - vuoto, deformato dalla forza stessa dell'Hexcore.

Oh, mio prezioso dandelion seed.

L'acqua è fredda, i suoi pensieri leggeri, senza peso.

Silly?

Jinx sbatte la palpebra rimasta una, due volte; apre la bocca - sangue tra i denti, giù per la gola.

Tump.

Silenzio.

Avevi promesso.
Lo so.
Eppure mi hai lasciato da sola.
Non avrei voluto.
... non importa, Silly. Non importa più. Sono tornata a prenderti.

Sul fondo del Pilt Jinx sorride e chiude gli occhi.


Yes, I gave birth to so many monsters in me.

Macerie e polvere; questo è rimasto del suo futuro.
Piltover si veste di un lucore rossastro, luminarie addobbate a festa trasformate in cappi e visceri.
La neve le si arrotola attorno le caviglie, lungo le guance - per le strade voci e preghiere.
Zaun, inneggiano.
Zaun, ripetono.
Zaun, accusano, e Vi compie un passo in avanti, poi un secondo - inciampa, mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé.
Gli enforcer rimasti la ignorano, corrono da una parte all'altra della città cercando di salvare il possibile - di soccorrere chi ancora ha almeno un arto attaccato.
Si ferma, osservando ciò che resta del dipartimento centrale degli Enforcer.

"Queste siamo le nuove noi, sistah."

Sposta un mattone, poi un altro; si taglia con una scheggia di vetro grande come il palmo della sua mano, solleva un tubo in plastica, poi un'asta di metallo - un portapenne a forma di cane, la foto di uomo abbracciato a una bambina sdentata.

"Sei mia sorella, Powder."

Qualcuno la urta, facendole perdere l'equilibrio - sotto i detriti allargarsi una pozza scura, densa.

"Ti ucciderà. Non puoi tornare a Zaun."

Vi tira su con il naso, non si rende di conto di stare piangendo nemmeno quando le lacrime le bagnano il guanto rimasto - la pelle scorticata della mano nuda.

"È una mia responsabilità, cupcake."

Gratta con le unghie la superficie porosa di un muro, scava - annaspa nella sua stessa miseria.

"Hai sentito anche tu le ultime notizie da Zaun; la città è nel caos. La seconda in comando di Silco ha preso il potere, ma lei è ancora là fuori, Vi."

Libera un gemito frustrato, un singulto che diventa una risata isterica, ferita.

"Le parlerò: devo farlo."

Chiude le dita in pugni chiusi, sbattendoli ripetutamente su ciò che resta dell'insegna in ottone del dipartimento.

"Non servirà. È andata troppo oltre. Per Janna, lo era già prima, ma non hai voluto vederlo. Non hai potuto accettarlo."

Vi inspira,

"Mi stai dando la colpa di quello che è successo a tua madre? Al Concilio? Be', sappi che ci sto già male senza che me lo ricordi ogni giorno, cupcake."

si blocca a metà del gesto di espirare, soffocando in un grumo di dolore e rimpianto, amarezza e rimorso.

"... Jinx ha scelto chi essere, Vi. Ha scelto da che parte stare - per chi combattere e chi amare. Forse è tempo che lo faccia anche tu."

Grida, ma non c'è più nessuno ad ascoltarla - ad afferrarla mentre cade, frantumandosi sotto il peso dell'assenza.

"Non l'ha mai amato. Non è possibile. Lui l'ha resa un'arma, un cannone ben puntato su Piltover e sono sicura che se..."
"Smettila."

Vi si morde il labbro inferiore, togliendosi il guanto Hextech e allungando la mano verso quella di Cait - l'unica cosa ancora integra di lei.

"Tu le credi."
"Sì."
"... Powder non avrebbe mai fatto..."
"Powder è morta. L'ha detto anche quel tuo amico dei Firelight. È rimasta solo Jinx."

Gliela stringe, percependola ancora calda - dita affusolate, lisce, attorno al cui anulare luccica l'anello con il blasone della famiglia Kiramman.

"E Jinx non ti appartiene, Vi. Non è mai appartenuta a nessuno se non a lui."

Violet si trascina sopra un cumulo di detriti strisciando le ginocchia, accasciandosi poi in avanti - segue la linea del polso di Cait, scorgendo un braccio avvolto nella stoffa blu della divisa di ordinanza.

"Lasciami provare un'ultima volta. Se non funzionerà farò come dici tu."

Lo trae a sé delicatamente, attenta a non strapparlo da qualsiasi parte sia rimasta intatta di Cait - percepisce lo stomaco contrarsi quando la spalla termina in costole divelte da cui penzolano un polmone schiacciato, alcune strisce di muscolo e intestino.

"Potrebbe essere troppo tardi."

Vi chiude gli occhi, piegandosi in avanti e lì rimanendo - vinta, sconfitta.

"Non lo sarà, cupcake: te lo prometto."

Attorno a lei i fantasmi sono venuti a reclamare il loro tributo di sangue.




****




Your love,

Avrebbe potuto essere la storia di un uomo che trova una figlia.
Avrebbe potuto insegnare il perdono e il riscatto - la speranza e il sollievo.
Avrebbe potuto dipingere una ragazzina dagli occhi blu e il sorriso pieno di vita - un uomo che da lei era stato cambiato in meglio, superando i torti del passato, le sconfitte nel suo animo.
Avrebbe potuto se.

Silco la osserva tagliare la gola al mercante in un gesto fluido, pulito.
Il sangue fiorisce sulle labbra di Oliver, lungo il suo collo; scivola a terra, addensandosi in una pozza scura e appiccicosa.
Jinx arcua un angolo delle labbra all'insù, ruota il pugnale tra le dita - inclina il mento di Oliver all'indietro, lasciando che lo squarcio si apra, diventando una bocca rossastra e ingorda.
Silco inala una boccata di fumo, non arretra quando il sangue gli raggiunge la punta degli stivali - sposta appena il regalo di Natale di Jinx verso destra perché non si sporchi.
Espira, cerca gli occhi di Jinx - li trova già nei suoi.
Oliver si spegne in un gorgoglio flebile, umido; muore osservando un abete storto e addobbato con scimmie stilizzate e dall'espressione nevrotica, folle.
Silco le tende la mano,

figlia mia

Jinx gliela afferra senza alcuna incertezza, sollevandosi sulla punta dei piedi come una ballerina - fiorendo sotto il suo sguardo paterno.
Avrebbe potuto essere la storia di un uomo che trova una figlia; un'epopea di redenzione e compassione.

Ah ah ah.

Jinx snuda i denti e cerca sulla bocca di Silco l'assoluzione da se stessa.


my gift.

Cade la neve e ricopre tutti loro di bianco e silenzio.
Si appoggia sul corpo prostrato dal dolore di Vi, lungo le spalle rigide di Sevika.
Scivola lungo il mantello di Karvyq, tra le dita che stringono a sé un cardellino dorato e dalle ali troppo leggere per volare in quella notte di sangue e cenere.
Avvolge Piltover in una coltre pallida, sulla quale riluce una stella che penzola inerte da un albero bruciato e annerito.
Sfiora appena Zaun, sorella dimenticata che brinda sulla carcassa della più fortunata - della preferita a cui spettava sempre il posto migliore a tavola.
Riveste il Pilt, diventando ghiaccio e vetro - una tomba sotto la quale riposano le promesse di Jinx, quelle di Silco.
Un bambino offre le mani al cielo, arricciando il naso sotto la sciarpa azzurra - chiedendosi perché questo Natale abbia il sapore della cenere e della tristezza.
La neve continua a cadere, incurante di tutti loro.




"Perhaps, somewhere, some day,
at a less miserable time,
we may see each other again."
-
Vladimir Nabokov -



Note dell'autrice: la storia è stata scritta per il Calendario dell'Avvento di Fanwriter.it.

Potete trovare questa storia anche nella versione inglese su AO3 - Bubblegum

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > League of Legends / Vai alla pagina dell'autore: Nocturnia