__Color
cioccolato♥
Essere
svegliata da un naso umido e freddo non è molto piacevole.
Eppure
il mio cane, Ercole, insiste nel farlo ogni mattina, pur sapendo che mi da
immensamente fastidio “e piantala!” ovviamente a lui non importa assolutamente
che io mi svegli di cattivo umore, purché mi dimostri la sua devozione canina.
Ormai
sveglia, mi metto a sedere sul letto e Ercole ne approfitta per poggiare le
zampe anteriori sulle mie ginocchia e tentare di leccarmi la faccia, ottenendo
in risposta una spinta decisa del mio braccio. La mia mano però, parte in
direzione della sua testa e gli fa qualche carezza affettuosa.
Nonostante
sia indisciplinato, è come un membro della famiglia.
È
un bellissimo labrador color miele, con gli occhi scuri e liquidi e privo di
qualunque pulsione aggressiva. L’ho visto ringhiare e attaccare solo quando un
uomo per strada ha tentato di rapinarmi.
Sottolineo
il “tentato”.
Non
c’è riuscito.
Ercole
probabilmente prende la mia coccola come un invito a leccarmi ancora, perché prende
lo slancio e si butta a peso su di me, schiacciandomi sul letto “Ercole,
spostati! Adesso!” finalmente avverte la minaccia e scende, continuando però a
scodinzolare.
Ha
due anni e mezzo, è ancora un cucciolo e per lui ogni occasione è buona per
giocare.
Finalmente
mi alzo, mi trascino fino all’armadio e lo apro.
Sono
un tipo disordinato, davvero molto, molto disordinato.
Afferro
un paio di pantaloncini di jeans che arrivano a metà coscia, una canottiera
gialla, un gilet viola e un paio di sneackers dello stesso
colore quindi mi catapulto in bagno, sperando che non sia occupato da mio
padre.
Libero.
Grazie a Dio.
Dopo
tre mesi di pura inattività, ricomincia la scuola. Oggi, precisamente.
Mentre
mi lavo, mi vesto, mi trucco e mi sistemo i capelli, vi spiego un po’ come
funziona la mia scuola e vi racconto qualcosa di me.
I
miei si sono trasferiti negli Stati Uniti quando io avevo due anni.
Avevo
già cominciato a dire qualche parole in italiano e i miei non mi avevano mai
parlato in inglese, di conseguenza è stato un po’ difficoltoso, da piccola,
imparare a parlare correttamente.
A
quattro anni però, parlavo benissimo l’inglese e discretamente l’italiano.
Tornando
in argomento “scuola”, ovviamente non esistono le classi, ma i corsi.
Ci
sono quelli obbligatori, come matematica, inglese, storia e grografia poi quelli aggiuntivi.
Io
frequento arte, scrittura creativa, chimica e il corso pomeridiano di moda.
Lo
so, sono un po’ secchiona, ma vi giuro che non sono nerd, anzi, di computer non
ne capisco molto, mi limito a capirne qualcosa di HTML e a saper usare i
programmi che mi servono.
Bene,
toletta completata.
Esco
e mi do un’occhiata nello specchio a figura intera che ho appeso all’anta
dell’armadio.
Non
mi sono mai piaciuta particolarmente.
Ho
i capelli castano scuro con dei riflessi rossicci che si vedono solo quando il
sole li colpisce in un determinato modo, quindi pochi hanno avuto il privilegio
di vederli e ho due ciocche bianche ai lati del collo, ovviamente decolorate,
la pelle chiarissima e che tende ad arrossarsi al sole e gli occhi castani che Selenia, la mia migliore amica, insiste nel voler definire
“color cioccolato” e io, puntualmente la riprendo. Le cose vanno chiamate con
il loro nome e i miei occhi sono semplicemente “castani”.
Afferro
il mio zaino grigio a pallini fucsia e mi scapicollo di sotto.
Mia
mamma e mio papà stanno bisticciando perché nessuno dei due vuole andare a
lasciare mia zia all’aeroporto. Io sogghigno. Grazie a Dio non ho ancora la
patente.
Mi
vedono, si fermano e sorridono “tesoro, buongiorno” dice mia madre, offrendomi
un biscotto. Mio padre mi passa un braccio intorno alle spalle “che ne dici se
ti accompagno a scuola?” io sorrido, scettica “lo fai perché vuoi farmi un
favore o perché vuoi evitare la sfacchinata fino all’aeroporto?” lui fa finta
di pensarci e io lo spingo via, afferro il biscotto e dopo averli salutati
velocemente, esco, accarezzando Ercole all’ingresso.
Abito
vicino la scuola, quindi vado spesso in bicicletta e essendo ancora estate,
decido di prenderla oggi.
Appena
arrivo, attacco la bici con la catena e mi volto, con l’intenzione di dirigermi
nell’atrio, ma un tornado con i capelli mi si scaraventa di sopra, soffocandomi
in un abbraccio da orso “Ariel!” si, mi chiamo come la principessa dei mari,
non infierite, d’accordo?
“Sel” la mia migliore amica è il mio opposto.
Non
ho mai conosciuto qualcuno con una tale voglia di vivere, eccetto Ercole forse
“allora? Com’è andato il viaggio? Sei tornata ieri e ancora non mi hai
raccontato nulla! Hai scoperto un mondo sotterraneo? Mangiato strani cibi?
Oppure hai vissuto un’appassionante e coinvolgente storia d’amore estiva?”
ovviamente lei sapeva perfettamente che io non avrei mai vissuto
un’appassionante e coinvolgente storia d’amore estiva. O un qualsiasi altro
tipo di storia d’amore “si Sel, sono stata a Las
Vegas, ho perso tutti i miei risparmi a poker e ho sposato una donna irlandese
di nome Mary Anne, ma grazie a Dio il matrimonio è stato annullato in quanto io
ero ancora minorenne” Selenia ride sarcastica “spiritosa…eppure sono certa che le proposte non ti sono
mancate” aveva ragione.
Non
mi consideravo una ragazza molto bella, ma a quanto pare qualche ragazzo aveva
gusti strani. Se vi piacciono le ragazze minute e non troppo alte, allora, ehi!
Sono la ragazza che fa per voi!
Io
accenno un sorriso “e tu? Hai vissuto qualche appassionante e coinvolgente,
storia d’amore estiva?” Selenia sospira e scosta i
suoi lunghi capelli neri, vivacizzati da delle ciocche azzurre che ha fatto
insieme a me, lo stesso giorno in cui io ho decolorato le mie “beh, giusto una
o due, ma niente di che” i suoi occhi azzurro-verdi brillano di una luce gioiosa
e io non ho idea di come faccia.
I
miei a malapena sono aperti.
Rido
e insieme ci incamminiamo verso l’atrio.
Io
e lei siamo amiche dalla prima media e già allora, non ero un tipo molto
socievole eppure lei è riuscita a penetrare le mie barriere grazie ad un
sorriso. Un giorno lei si è seduta accanto a me e io per qualche motivo, le ho
sorriso.
Da
quel momento siamo praticamente inseparabili, nonostante tutti si chiedano che
cosa ci faccia un tipo solare, energico e vulcanico come Selenia
con un tipo calmo, scorbutico e chiuso al limite dell’introversione come me.
Quando
si dice “gli opposti si attraggono”.
Mi
insinuo nella folla che si è accalcata attorno alla bacheca, a controllare l’orario
e leggo con soddisfazione che inglese, storia e matematica, le ho in comune con
Selenia.
Lei
frequenta i corsi di musica, teatro e chimica che purtroppo, quest’anno non
frequentiamo insieme. Mi volto e cerco di tornare da lei, ma una spalla mi urta
fortemente, facendomi barcollare.
A
malapena mi volto e ringhio un “e levati dai piedi!” quindi mi infiltro tra due
tizi che sono sul punto di darsele di santa ragione e raggiungo Selenia che mi guarda speranzosa “quali lezioni abbiamo in
comune?” io le elenco sulle dita “inglese, storia e matematica” lei sorrise,
raggiante “Si! Storia! Finalmente potrò copiare da te durante i compiti in
classe” scoppio a ridere “il tuo affetto mi commuove” Selenia
fa spallucce e mi passa un braccio intorno alle spalle “che abbiamo a prima
ora?” io consulto l’orario che mi sono appuntata sul palmare “Inglese” la sento
sbuffare “da segarsi le gambe dalla noia” io mugugno un distaccato “non ti
sembra un po’ drastico?” Selenia fa una giravolta e
io noto divertita che un paio di ragazzi si voltano a guardarla, sorridendo. È molto
bella “io mi definirei…decisa, ecco!” scuoto la
testa, esasperata “ancora mi chiedo per quale motivo non mi arrendo alle tue
assurdità” Selenia ride e risponde “perché sei
cocciuta, testarda e razionale e nonostante ciò, sei un’artista straordinaria”
io arrossisco lievemente “siamo arrivati” Selenia
sorride, maliziosa. Sa che i complimenti mi mettono a disagio e mi imbarazzano.
In
questi momenti la prenderei per i capelli, ma mi limito a superarla e a
prendere posto.
La
mia migliore amica si accomoda accanto a me e io ne approfitto per darle il mio
regalino dalle vacanze “tieni” lei prende il pacchetto, al colmo della gioia e
lo scarta.
Uno
strillo si propaga per la classe, attirando gli sguardi dei nostri compagni. Io
rido piano e lei mi salta al collo “ti adoro!” e agita il diario personalizzato
che le ho regalato.
La
copertina è di una stoffa morbida, scozzese, azzurra, bianca e nera, nella
parte superiore campeggia una toppa di stoffa con la scritta –Let’s Rock- il dorso è nero, di una stoffa pelosa e nella
parte inferiore della copertina, ho appiccicato delle sagome in stoffa di due
ragazze stilizzate, una con delle ciocche azzurre e un sorriso a trentadue
denti e un’altra con le ciocche bianche e uno sguardo esasperato. Selenia ha le lacrime agli occhi e con una vocina acuta mi
sussurra “è bellissimo” io sorrido, un po’ in imbarazzo, ma mi limito a
stringerle discretamente la mano per un attimo, infine ci giriamo entrambe
verso la professoressa che ha appena fatto il suo ingresso in classe “bentornati
ragazzi” noi rispondiamo confusamente. Dobbiamo rifarci l’abitudine.
La
Professoressa Christine è una delle mie preferite, adoro il suo modo di
insegnare e il suo metodo di approccio con gli studenti, con severità, ma non
con crudeltà, non ha preferiti e la sua ironia è sottile ma efficace. Lancia un
sorriso a tutti e si appoggia alla cattedra “allora, prima di cominciare il
racconto delle vostre vacanze, devo presentarvi qualcuno, un nuovo compagno che
si è trasferito da poco in questa città” la porta si apre e un ragazzo fa il
suo ingresso.
Un
sospiro collettivo si solleva dalla componente femminile della classe.
Esclusa
la sottoscritta ovviamente.
Il
novellino è un tipo atletico, alto, abbronzato, con gli occhi azzurro ghiaccio,
i capelli color mogano e un sobrio paio di occhiali. Nessuno guardandolo
avrebbe mai pensato al termine –quattrocchi-, anzi, dall’espressione adorante
delle mie compagne, credo che nessuna di loro stia pensando alcunché al momento.
Si fa avanti e si ferma accanto alla professoressa “lui è Alexander Devil” cognome assurdo, penso, ma le ragazze continuano a
limitarsi a guardarlo, con gli occhi a cuoricino.
Selenia non è
ancora a quel livello, ma ha uno sguardo ammirato, segno che lo trova carino.
Capisco però che in realtà non le piaccia particolarmente. Ho sempre capito al
primo colpo quando un ragazzo le piaceva o meno. Mi volto di nuovo verso
Alexander e vedo che mi sta guardando, mi sorride e agita la mano. Io rimango
scioccata. La professoressa mi guarda “vi conoscete, tu ed Ariel?” io mi
affretto a rispondere “No, assolutamente no, non l’ho mai visto prima” lui
continua a sorridere “sicura?” io annuisco e il suo sorriso si trasforma in
ghigno “sbaglio o stamattina mi hai intimato ringhiando di togliermi dai piedi?”
apro la bocca per contraddirlo, ma ho un flash-black:
“Mi volto e cerco di tornare da lei, ma
una spalla mi urta fortemente, facendomi barcollare.
A malapena mi volto e ringhio un “e
levati dai piedi!” quindi mi infiltro tra due tizi che sono sul punto di
darsele di santa ragione e raggiungo Selenia che[…]”
Arrossisco e gli scocco un’occhiata gelida “ah,
eri tu” lui continua a sogghignare “noto con piacere che ti sono rimasto
impresso nella memoria” non rispondo e mi chiudo nel mio silenzio offeso.
Sento lo sguardo di Selenia
che mi perfora la nuca, mi volto e vedo che sta sorridendo “che hai da ridere?”
lei fa spallucce “oh, niente” emetto un brontolio seccato e incrocio le braccia
sul petto, rifiutandomi di guardare ancora Alexander, che adesso sorride
innocentemente al resto della classe, suscitando nelle ragazze, un sospiro
estatico.
Per qualche motivo, lo trovo odioso.
Spero di non avere più alcun contatto con lui
per tutto il resto dell’anno.
Lui starà lontano da me e io starò il più
lontano possibile da lui.
Facile, no?
-
-
-
-
-
-
-
Spazio
autrice:
(la speranza è l’ultima a morire)
---
È uscita fuori così,
a grande richiesta (…?) ho deciso di scrivere la mia prima fan-fiction a capitoli.
Questo è il primo, ma continuerò la storia solo se
riterrete che ci sia una buona base…
…o forse la continuerò
a prescindere xD dipende da come
mi sveglierò la mattina.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo u.u
Se lo adorate (ottimismo a go-go)
Se vi piaciucchia
(ottimismo a go-go)
Se vi garba (ottimismo a go-go)
Se vi fa
semplicemente schifo (ottimismo a…uhm,
no questo no)
Vi avverto comunque, che postare regolarmente, non sarà
facile,
ho appena iniziato il mio ultimo anno al liceo e lo
studio verrà prima di tutto u.u
Mi impegnerò,
comunque, per aggiornare almeno una volta alla settimana.
(mi sono resa conto di aver scritto cocciuta e testarda nella stessa frase come se avessero due significati diversi xDxDxD perdonate l'errore e glissate)
Vado a pranzare =D
Besos♥
♥Liù*