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Autore: Siluan    03/01/2023    2 recensioni
Merlino avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvare Artù.
Finale alternativo che si sviluppa da una delle ultime scene dell'ultimo episodio della serie.
"What if" rigorosamente canon (è l'unica fan-fic che sto scrivendo a NON essere una Merthur).
DISCLAIMER: I personaggi della serie televisiva "Merlin", citati in questa storia, non mi appartengono, ma sono di legittima proprietà dei loro ideatori e della della BBC. Essi sono stati da me utilizzati a solo scopo di intrattenimento personale e senza nessuno scopo di lucro.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drago, Gaius, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Capitolo 5 - Speranza


Il re di Camelot si svegliò di colpo e si alzò a sedere con gli occhi sbarrati.

“Il Faro di Azadreth...” sussurrò.

Ginevra si mosse piano accanto a lui: “Mmmm... cos'hai detto?” biascicò.

“No, niente, ma devo parlare con Gaius... ci vediamo dopo a colazione”, rispose lui dandole un bacio veloce ed alzandosi.

La regina confusa lo osservò lasciare in fretta la stanza.

 

“Gaius!”

Artù bussò forte, ma non attese la risposta ed irruppe nelle stanze del medico, il quale si sollevò a sedere sul letto, confuso e assonnato.

“Sire... è successo qualcosa?” domandò con voce impastata.

“Io... non lo so... forse” borbottò il re indeciso, i ricordi del sogno che iniziavano a svanire.

Il medico lo osservò inarcando un sopracciglio e lui si affrettò a proseguire, prima di scordare tutto: “Gaius, hai mai sentito parlare del Faro di Azadreth?”

Il vecchio ci pensò un attimo, poi scosse la testa: “No, non mi sembra”.

Poi notò lo sguardo deluso del sovrano e ed aggiunse: “Perché? Di che si tratta?”

Artù sospirò e si sedette di fianco a lui, coprendosi per un attimo il viso con le mani.

“Io... non ne sono sicuro... forse ho immaginato tutto...” mormorò poi incerto risollevando e scuotendo la testa.

“Vi ascolto” lo esortò Gaius in tono gentile.

Il giovane cominciò a raccontare la bizzarra esperienza che aveva vissuto in sogno, e man mano che parlava i dettagli riaffioravano chiari e nitidi nella sua memoria.

Quando ebbe finito, il medico rimase a fissarlo con aria pensierosa; Artù lo osservò a sua volta, cercando di capire cosa passasse nella sua mente.

“Pensi che sia impazzito, vero?” chiese infatti con un sospiro. “Venire a svegliarti alle prime luci dell'alba solo per raccontarti un sogno strampalato...”

Gaius scosse piano la testa: “Lo avrei pensato di qualsiasi altro sogno, ma questo... il mio istinto mi dice che vale la pena indagare più a fondo”.

“Grazie” mormorò solamente il re, sentendosi stranamente commosso.

Il vecchio gli sorrise, con quell'espressione di affetto paterno che era solito rivolgere sempre a Merlino.

“Datemi solo il tempo di fare colazione e poi inizio subito le ricerche in biblioteca” aggiunse alzandosi in piedi.

Artù si alzò a sua volta: “Oh già, colazione... Gwen mi starà aspettando... per favore, tienimi informato di qualsiasi sviluppo” concluse avviandosi alla porta.

“Ma certo” rispose Gaius con un leggero inchino.

* * *

Artù era stato distratto per tutto il giorno e aveva seguito gli affari di stato il minimo indispensabile, delegando ad altri tutto ciò che poteva.

Continuava a vedere davanti a sé lo sguardo che gli aveva rivolto Merlino un attimo prima di svegliarsi, e si chiedeva se davvero potesse essere stato qualcosa di più di un sogno.

Era pomeriggio inoltrato e stava siglando una serie di documenti, quando bussarono alla porta; non aveva neanche terminato la parola 'avanti' che Gaius entrò in fretta con aria eccitata: “Sire, ho delle novità su ciò di cui abbiamo discusso stamane”.

Il re trattenne per un attimo il fiato, poi si rivolse all'addetto al protocollo: “Abbiamo finito”.

“Sì, Sire” rispose l'altro raccogliendo tutte le carte e uscendo dalla stanza con un inchino.

Non appena soli Artù lo interrogò subito, ansioso: “Dimmi! Hai scoperto qualcosa?”

Trattenendo a stento un sorriso, il medico si sedette ed annuì: “Ci è voluto un po', ma alla fine con l'aiuto di Geoffrey abbiamo trovato un paio di vecchi libri in cui viene menzionato il Faro di Azadreth” .

“Quindi esiste! E che cos'è?”

“Beh, come dice il nome, è un faro, anche se non nel senso letterale del termine... è una sorta di luce mistica, che serve a guidare le anime che si sono smarrite...”

“Come Merlino...”

“Come Merlino” ripeté Gaius, che ora sorrideva apertamente.

Anche Artù sorrise incredulo, mentre la speranza si riaccendeva in lui.

“E dove si trova? Come facciamo ad accenderlo?” incalzò il re sempre più euforico.

L'espressione del medico si fece seria: “Questo purtroppo nei testi che abbiamo non è menzionato, ma sono entrambi libri che parlano di antiche tradizioni druidiche”.

Artù si accigliò: “E pensi che i Druidi saranno disposti ad aiutarci?”

“Non vedo perché no... sono quasi sempre stati pacifici ed amichevoli, nonostante venissero perseguitati da Uther... volevano solo vivere in pace, ed ora, con Voi, ne hanno la possibilità... inoltre avevano un grande rispetto per Merlino, sono certo che saranno felici di poterlo aiutare.”

Il giovane re annuì piano, con un profondo respiro: “È deciso allora, partirò per Ascetir domani stesso”.

“Ed io verrò con Voi”, aggiunse subito Gaius, “È di Merlino che stiamo parlando, non pensate neanche lontanamente di lasciarmi qui!”

Artù gli sorrise: “Certo che no, amico mio”.

  
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