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Autore: almeno_tu_nelluniverso    06/01/2023    0 recensioni
Harry piange, Liam guarda le stelle, Niall cerca di ricordarsi come si fa a suonare la chitarra, Louis ride guardando un film, Zayn fuma una canna e digrigna i denti.
Cinque ragazzi, cinque amici.
Un appartamento a Soho.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La St. Simon è una delle scuole per i ricchi londinesi. Si scende a Picadilly, si cammina per circa tredici minuti e poi ci si trova davanti ad un edificio di mattoni circondato da un grande prato verde, puntualmente curato. Il cancello è alto, chiuso, con il custode che avanti e indietro cammina lentamente, non particolarmente attento a chi si avvicina. Safaa gli ha scritto un messaggio tre giorni prima, chiedendo di vedersi. Lui non ne ha parlato con nessuno, ha fatto finta di niente perché Zayn ha ricominciato a parlargli da poco ed è stanco di mettere in mezzo i suoi amici in questa storia. Quindi lui ha fatto passare del tempo, anche se non sono bastati tre mesi, per dimenticarla, come potrebbero bastare tre miseri e monotoni giorni.
Louis pensa di dirle che a lui non ci deve più pensare.
La campanella suona, in poco tempo un’onda di ragazzini urlanti si riversa nel giardino, lo calpesta, lo attraversa, per poi sfociare sul marciapiede. Louis osserva il custode scuotere la testa, come a maledire ogni persona che sta correndo per non perdere l’autobus, ha la mano che tiene aperta una parte di cancello e sembra molto più scocciato di qualche minuto prima. Louis sta aspettando dall’altra parte della strada, su un muretto in pietra abbastanza scomodo. Comunque non ha fretta, fuma una sigaretta con calma, guarda il fumo sbuffare fuori dalla sua bocca e si stringe nella giacca nera che ha rubato a Liam quella mattina.
Ci hanno sempre messo poco a trovarsi, a sentirsi.
Safaa esce quasi per ultima, è insieme alle tre sue amiche di cui lui non si ricorda il nome. Louis la osserva inclinando la testa, si lecca le labbra di riflesso e accenna un piccolo sorriso quando lei, di scatto, si ferma nella sua direzione. Sono lontani ma è come se fossero attaccati. Safaa liquida velocemente le sue amiche con un saluto, lui le vede dirigersi verso un gruppo di ragazzi mentre la mora sta correndo verso di lui. Louis sospira, perché vorrebbe baciarla, vorrebbe stringerla e vorrebbe dirle che di lei gli manca tutto. Ma la verità è che Zayn gli mancherebbe di più.
“Louis!” Lo urla con enfasi, si avvicina velocemente e lui al suo abbraccio non sa resistere, lei lo avvolge con le braccia piccole, lui la stringe gentilmente mentre il profumo - di rosa - che la contraddistingue gli invade tutto il corpo. “Ciao, Safaa” risponde, a bassa voce. Safaa già da quello scambio di saluti, capisce che qualcosa non va. Il suo entusiasmo, infatti, si smorza improvvisamente: gli occhi sono meno lucidi, le labbra rosee e carnose sono più in basso, il naso perfettamente all’insù un po’ arricciato. “Sei qui, perchè?” È timore, nella sua voce squillante. Safaa ha diciassette anni, ma la verità è che è una delle ragazze più mature che lui abbia mai voluto baciare. “Mi hai chiesto tu ti vederci” ricorda lui, perché non se la sente di dirle immediatamente la verità. Safaa lo guarda, sembra respirare profondamente, poi si siede sul muretto accanto a lui, si sposta una ciocca di capelli mori dal viso e “Ti volevo vedere” conferma lei, senza imbarazzo. Louis annuisce anche io, vorrebbe rispondere, ma la verità è che ha già sbagliato troppo.
“Safaa”.
“So perché sei qui, Louis, e lasciatelo dire, sei un codardo”. A Louis non piace litigare con le persone, ma soprattutto non gli piace litigare con Safaa.
Ecco perché indurisce la mascella squadrata, fa vagare i suoi occhi azzurri per la strada ormai deserta e “Safaa”.
“Si, è il mio nome, e tu sei un codardo, Louis”.
Lei ha la voce tagliente, ma calma, non sta urlando, lo sta accusando, però, e a Louis questo non piace.
“Tu non capisce” spiega, tirando dalla sua sigaretta perché nemmeno sa spiegare, perché semplicemente non può, stare lì. Stare con te.
“Mark Jackson mi ha invitata ad uscire, è un gran figo, penso che lo farò”. E si, Safaa è tremendamente matura, tanto quanto ancora bambina.
Louis sospira, perché: chi cazzo è Mark Jackson? Vorrebbe dire, ma si limita ad annuire, la mano destra stretta a pugno che Safaa non può vedere e “Dovresti proprio farlo” mormora, a voce bassa con i denti stretti. Safaa salta giù dal muretto, le lacrime agli occhi che lui vorrebbe cacciarle indietro.
“Vaffanculo, Louis” urla lei, a quel punto. Una signora si gira a guardarli contrariata e curiosa, Louis invece la guarda e socchiude gli occhi. Non la ferma mentre corre via, non la ferma.
L’unica cosa che vorrebbe fare, comunque, è mandare a fanculo Zayn e baciare Safaa finché ha fiato. Louis lancia la sigaretta per terra, scuote la testa e “Vaffanculo, si” mormora tra sé e sé, lasciandosi alle spalle quella maledetta scuola.


Ha ricevuto un messaggio da Louis che imprecava e diceva che aveva bisogno di fumare una canna. Harry vorrebbe fumare con il suo amico, ma la verità è che Economia è talmente una facoltà bastarda che ha anche l’obbligo di frequenza. Il Lunedì, il Mercoledì e il Giovedì Harry deve andare in Università. E sarebbe perfetto, se non fosse che Angelina in quel posto ci vive, che non fa altro che chiedersi quanti dei suoi compagni di corso si è portata a letto, di quanti lui ha chiamato amici. Harry odia quel posto e di nuovo, Angelina è una stronza.
“Pensi di occupare tutti i posti?”.
Harry, alzando la testa, si ritrova una ragazza castana, dagli occhi verdi - che Liam direbbe quasi quanto i tuoi, se non di più - e un paio di Jeans bianchi che mettono in mostra un fondoschiena elegantemente volgare. Ha il naso piccolo, le labbra sottili e uno sguardo scocciato.
“Allora?”. Ha anche la voce alta, sicura.
Harry si lecca il labbro, guarda i tre posti che sta occupando con oggetti vari e “No, no” mormora, spostando la giacca e il suo zaino.
É un aula grande, lui si è messo in ultima fila proprio per starsene da solo, eppure, da solo alla fine non ci sta mai. Sono le undici e trentatré, il professore di cui Harry non sa nemmeno il nome, è in ritardo di almeno tredici minuti.
“Tu hai già fatto l’esame?” Domanda Harry, guardando la ragazza che sembra più scocciata di lui.
Lei si volta a guardarlo, un sopracciglio alzato e “Se lo avessi già fatto, seguirei le lezioni?” domanda, ovvia. Harry inclina la testa, sorride e annuisce, non fa una piega. Effettivamente, solo Harry non ha passato questo esame per circa sette volte - da due anni.
“Si può sapere perché sorridi?”.
Harry ritorna a guardare la ragazza leggermente infastidito: “E tu si può sapere che cazzo vuoi da me?”. Harry, tolto questo particolare periodo, non è uno che si lascia mettere i piedi in testa. La ragazza risulta leggermente scossa, dalla risposta con tono più scontroso della sua domanda, però ridacchia e “Guarda che ti vengono le rughe, se ti arrabbi”.
Harry ha quasi mal di testa, la osserva ancora più stranito e “Come dici tu” borbotta, leggermente infastidito. Si sposta i capelli con la mano grande, muove leggermente il colletto del suo maglione verde e alza gli occhi al cielo quando “Riesci a stare fermo, per caso?”. Harry si volta nuovamente a guardarla, leggermente basito ma molto di più innervosito. La ragazza scoppia a ridere, forse per lo sguardo stralunato del riccio, che a quel punto è solo toltamene e completamente confuso.
“Mi dispiace, mi dispiace, ma eri qui tutto solo e volevo solo capire se era perché eri strano o solo perché volevi startene per i cazzi tuoi, perdonami”.
Lei ha quasi le lacrime agli occhi da quanto sta ridendo, Harry sorride divertito solo perché la risata di lei fa concorrenza a quella di Louis per quanto è contagiosa.
“Sono Harry, piacere...”. Dice, tendendo una mano verso la ragazza, che si sposta i capelli lisci e lunghi, lo guarda:
“Angelina, piacere mio”. Harry improvvisamente si sente la mano molle, lo sguardo compiaciuto si tramuta in rabbia e gli occhi si fanno più scuri:
“Questa è una presa per il culo” mormora soltanto, alzandosi di botto. Harry raccoglie tutte le sue cose, firma il foglio delle presenze al posto di circa trenta persone, e scappa lontano da quella ragazza. Da quel posto. Da quel fottuto maledetto posto di merda.

 

“Niall, porca puttana, hai preso già tre tipi di biscotti diversi!”. Zayn indica il carrello esasperato, scuote la testa e arriccia il naso per l’odore di disinfettante scadente che caratterizza Tesco.
“Ma sono per dei momenti della giornata diversi!” Si giustifica il biondo, alzando le spalle e facendo spuntare un sorriso innocente sul volto. Zayn, esasperato, scuote la testa e “Sei davvero un idiota” borbotta, sapendo che tanto è una guerra persa, quella con Niall sul cibo. Zayn raccatta un paio di birre, quelle in offerta che piacciono a Liam, poi si gira intorno qualche secondo e “Dov’è Payne?” Domanda a Niall, che si è fermato a contemplare il reparto patatine.
“Sarà alla para farmacia per un sonnifero” alza le spalle, poco concentrato sulla domanda di Zayn. Il moro comunque alza gli occhi al cielo, scuote la testa, ma riconosce che il ritratto di Niall potrebbe essere leggermente veritiero.
“Sono qua, stronzo” borbotta comunque Liam, comparendo da dietro le spalle dei due ragazzi.
“Ops” sorride Niall, afferrando un pacchetto di patatine piccanti che Zayn fulmina con lo sguardo.
“Liam?”. Voltano tutti e tre lo sguardo verso destra, è una voce flebile, quella che ha fatto il nome del castano. Lo sguardo stanco di Liam e il corpo ricurvo sembrano piegarsi dal dolore ancora di più. Meggy ha i capelli biondi più lunghi, è più magra e più triste dell’ultima volta che tutti e tre l’hanno vista.
Era il funerale di Clara. I suoi occhi scuri scrutano Liam attentamente, con il volto inclinato leggermente, si soffermano anche su Zayn e su Niall, ma poi l’attenzione ritorna a Liam, che ha fatto qualche passo indietro e quasi gli viene da vomitare.
“Meggy” è un sussurro spezzato di chi il dolore non lo riesce nemmeno a guardare, per quanto è doloroso, per quanto è fottutamente difficile.
La ragazza si avvicina un pochino a loro, Zayn non smette di guardare Liam, e non si sorprende quando vede il suo migliore amico scuotere la testa, lasciar cadere delle cose nel carrello, girarsi ed andare via di corsa.
Liam corre fuori dal supermercato, e al riparo da tutti quegli sguardi, si concede di piangere, senza preoccuparsi di quanto sia sporco il marciapiede o di quanta gente potrebbe vederlo.


“Non è colpa tua, Meggy” è la prima cosa che Zayn dice, mentre Niall si sofferma a guardare la ragazza appena diciottenne per cui ha sempre avuto una cotta.
Anche prima che Liam si mettesse con sua sorella, prima di tutto. Meggy ha gli occhi pieni di lacrime e lo sguardo perso.
“Io...pensavo...”.
“Non ancora, Meg” la ferma Niall, seriamente. No, non ancora, Liam non sta bene e probabilmente non starà mai più bene per davvero, perché ha perso l’amore della sua vita e perché si è perso anche lui. Niall sa cosa significa. La ragazza annuisce, Zayn però la guarda e “Tu...tu come stai?”.
Male, è evidente. Meggy sorride flebilmente, si stringe nella felpa rossa che indossa e “Oh..io...sto bene, si. I miei genitori stanno...divorziando, credo, però sto...sto bene”.
Ed tutto un grandissimo punto di domanda che nessuno si spiega.
Sto bene, a parte che sta andando tutto a puttane.
Sto bene, a parte che di bene non c’è niente, e niente per davvero.
“Ora devo andare, ragazzi...salutatemi tutti, davvero, salutatemi Liam”. Annuiscono, Niall le sorride con la testa inclinata e “Ciao, Meg” mormora, sotto lo sguardo attendo di Zayn.
I due poi restano soli, si guardano leggermente spaesati e “Andiamo a pagare” mormora soltanto Zayn, mentre Niall annuisce con due grandi occhi da cerbiatta in testa.
Meg gli ha sempre fatto questo maledetto effetto, questa cosa che gli rimane in testa sempre, sempre davvero.
Quella sera, sul balcone di camera di Zayn, mentre lui fuma una canna in silenzio, Liam lo guarda e tra le lacrime sussurra un non riesco a respirare senza di lei, e lei non c’è, e come cazzo si fa?.
Zayn non sa rispondere. Gli mette una mano sulla spalla, gliela stringe e continua a fumare.
Non lo so, non ne ho la minima idea.

 
  
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