206 - Olfatto
“Covid” sentenziò il dottor Watson.
Non ci fu nessuna risposta dal suo interlocutore, se non un lento inarcarsi del sopracciglio destro, creando un’espressione a metà strada tra la sfida e il perplesso, sul volto del consulente investigativo.
“E’ inutile che mi guardi così, hai mal di gola e hai perso l’olfatto, quindi è quasi sicuramente covid”.
“Da quando sei in grado di fare deduzioni?” sputò fuori con fare seccato Holmes.
“Fa parte del lavoro di un medico, se non lo sapessi, comunque nessun problema, ho un tampone rapido in cucina, vado a prenderlo, così avrai qualcosa di più scientifico a cui appellarti” poi il dottore sparì dietro la porta della camera, per riapparire pochi istanti dopo con una bacchettina tra le mani guantate. Il viso coperto da una mascherina.
Delicatamente il medico introdusse il tampone nella cavità nasale dell’amico, roteò leggermente, in fine l’estrasse e andò a inserirla nel test, sul quale poco dopo apparvero due stanghette.
“Covid” ripeté Watson “avevo ragione! Quindi adesso tu te ne stai chiuso in camera, vado a prenderti una tachipirina per alleviare il mal di gola e poi ti preparo qualcosa per cena. Ah, dimenticavo, e mi devi delle scuse”.
Il dottore sorrise dietro la mascherina nel pronunciare l’ultima frase, poi si chiuse la porta della stanza alle spalle.
“Covid” sentenziò il dottor Watson.
Non ci fu nessuna risposta dal suo interlocutore, se non un lento inarcarsi del sopracciglio destro, creando un’espressione a metà strada tra la sfida e il perplesso, sul volto del consulente investigativo.
“E’ inutile che mi guardi così, hai mal di gola e hai perso l’olfatto, quindi è quasi sicuramente covid”.
“Da quando sei in grado di fare deduzioni?” sputò fuori con fare seccato Holmes.
“Fa parte del lavoro di un medico, se non lo sapessi, comunque nessun problema, ho un tampone rapido in cucina, vado a prenderlo, così avrai qualcosa di più scientifico a cui appellarti” poi il dottore sparì dietro la porta della camera, per riapparire pochi istanti dopo con una bacchettina tra le mani guantate. Il viso coperto da una mascherina.
Delicatamente il medico introdusse il tampone nella cavità nasale dell’amico, roteò leggermente, in fine l’estrasse e andò a inserirla nel test, sul quale poco dopo apparvero due stanghette.
“Covid” ripeté Watson “avevo ragione! Quindi adesso tu te ne stai chiuso in camera, vado a prenderti una tachipirina per alleviare il mal di gola e poi ti preparo qualcosa per cena. Ah, dimenticavo, e mi devi delle scuse”.
Il dottore sorrise dietro la mascherina nel pronunciare l’ultima frase, poi si chiuse la porta della stanza alle spalle.