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Autore: LadyYuna94    16/01/2023    1 recensioni
Sequel della mia "Guard Me For Eternity" che è necessario aver letto prima di cominciare questa
"La tua anima gemella giace in un corpo perduto nel passato e rigenerato per un nuovo futuro [...] La sua mente è plagiata e la sua nera arma scintilla come una fiamma nel buio. Una fiamma distruttrice che ha sete di potere [...] Ricorda, figlia del solstizio d’estate, solo tu puoi vincere il gelo nel cuore di un’anima spenta e dimenticata"
Lyn Kon è la meravigliosa figlia adolescente di Rei ed Elena; il giorno del suo sedicesimo compleanno parte per la Cina insieme ai suoi genitori e, come membro della Tribù della Tigre Bianca, deve sottoporsi ad un rito di passaggio, nel quale le verrà predetto il futuro dal Grande Saggio della Tribù. Ma la profezia di cui l'anziano parla non presagisce nulla di buono...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 30:

- Lui sa di sicuro dov’è Lyn, vengo con voi!- disse in fretta Elena, mentre Rei, Takao, Max e il Professore indossavano i soprabiti per uscire di casa e recarsi alla Tana della Tigre Bianca.
- No, ce la vediamo noi, tu resta qui con Emily, Hilary e i ragazzi, nel caso Lyn torni- le propose accattivante Rei.
- Invece no, vengo con te- tentò ancora la donna, ma suo marito le prese dolcemente il cappotto dalle mani.
- Elena, amore mio, ascoltami...- cominciò lui, mentre sua moglie respirava profondamente.
- Non dormi da giorni e a stento hai toccato cibo, non posso portarti con me quando sto andando ad incontrare una delle persone più pericolose con cui abbia mai avuto a che fare- disse Rei, tenendole le mani, mentre Elena si torturava il labbro inferiore dal nervoso.
- Sai bene di cosa parlo- riprese lui gettando un po’ indietro la testa, per darle modo di vedere le cicatrici che portava dal collo in giù. Cicatrici che lei conosceva alla perfezione. Elena allora sospirò.
- Sai che è stato lui a farmi questo, lui ha ordinato a Boris di attaccarmi e di farmi del male e ho un conto aperto da ventisette anni con quello stronzo- disse Rei duro, facendo scintillare i suoi occhi ambrati.
- E’ proprio per questo che non posso permetterti di andare da solo- lamentò Elena, con voce implorante.
- Ma non sarò solo, ci saranno Takao e gli altri con me, tranquilla- cercò di rassicurarla, stringendole un po’ di più le mani.
- Lo sai che il mio compito è sempre stato quello di proteggerti e assicurarmi che non ti accada nulla e non posso esporti a certi rischi, ancor di più ora che sei incinta- disse lui poggiandosi con la fronte contro quella di sua moglie.
- Non puoi chiedermi di scegliere tra i nostri figli, Rei. Li amo entrambi per farlo- disse la donna con le lacrime agli occhi.
- Non ti sto chiedendo di farlo, ma ti chiedo di stare qui al sicuro insieme al piccolo e ci penserò io a trovare Lyn e a riportarla a casa sana e salva, te lo giuro- concluse lui ed Elena annuì, ricacciando indietro le lacrime a fatica.
- Torna presto da me- gli disse, quando lui si allontanò e fece per uscire.
- Lo faccio sempre, lo sai- rispose lui prima di chiudersi la porta alle spalle e facendole, come era solito suo, l’occhiolino.

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Nel tragitto in auto tra villa Tornatore e il ristorante di Rei, piombò un silenzio tombale.
Nessuno degli ex campioni di Beyblade ebbe il coraggio di proferire parola, fino all’istante in cui, entrando al ristorante, il receptionist riconoscendo il suo capo gli fece direttamente strada al tavolo dove Vorkov stava bevendo un limoncello di fine pasto.
Era seduto da solo e alle sue spalle, in piedi, c’erano tre uomini dritti e con le braccia dietro la schiena, i volti nascosti da grossi occhiali dai vetri scuri. Takao sgranò leggermente gli occhi a quella vista.
- Fantastico, abbiamo compagnia- mormorò sottovoce a Max.
- Ragazzi, avete fatto presto- disse Vorkov mostrandosi allegro, mentre tutti si accomodavano con sguardo serio di fronte a lui.
- Un digestivo? Offre la casa- propose divertito facendo un sorrisetto a Rei, che se ne stava lì con gli occhi stretti a due fessure e le braccia incrociate.
- Vi ricordate dei miei campioni della Borg? Furono i match più sensazionali del torneo- riprese dopo qualche secondo indicando dietro di sé e, i tre alle sue spalle si avvicinarono al tavolo.
- Yuri, il freddo della Siberia ti fa invecchiare male- cominciò sarcastico Takao, vedendo che il rosso seduto proprio di fronte a lui era parecchio cambiato dall’ultima volta che si erano sfidati.
- Non che i Monsoni abbiano avuto un effetto benefico su di te, invece- rispose a tono il russo, mentre Sergeij sedette di fronte a Max e Boris, con sguardo di sfida prese posto di fronte a Rei che osservava ogni suo movimento.
- Ti trovo in forma, Rei, le cicatrici sono guarite bene, vedo- lo salutò con una battutina tagliente quell’uomo che aveva ormai i capelli sale e pepe pettinati all’indietro, una barba molto folta e i soliti minacciosi occhi color ghiaccio, che Rei ricordava persino nei suoi incubi.
Il cinese strinse i pugni e fu Max a posare una mano sulla sua per invitarlo a calmarsi.
- Non cedere alle provocazioni- gli ricordò il biondo, continuando a fissare Sergeij che lo guardava con aria di sufficienza.
- Che cosa vuoi, Vorkov, perché sei tornato?- chiese Takao, tagliando corto con i convenevoli.
- E soprattutto, dov’è mia figlia?- aggiunse a tono Rei.
- Strano a dirsi, ma come ti ho già anticipato al telefono, io non so assolutamente dov’è tua figlia, anzi stavo giusto per chiederti se hai avuto notizie, poiché si trova sicuramente in compagnia del mio di figlio- rispose lui serafico, per poi vuotare il bicchierino di amaro.
- Basta cazzate, sappiamo benissimo chi è questo tuo segretissimo figlio- lo aggredì Takao e lui sbattè le palpebre di tutta risposta.
- Beh, non avrei potuto mantenere il segreto per sempre, quindi...- si limitò a rispondere l’uomo allargando le braccia.
- Cosa hai fatto al nostro amico?- chiese Max, lanciandogli uno sguardo truce.
- Kei ha vinto un giro nella spa più all’avanguardia esistente sul pianeta, un giro lungo ben venticinque anni- cominciò Vorkov con un sorrisetto beffardo.
- Quindi la storia dell’ibernazione è vera, ci siete riusciti dunque- si intromise il prof sgranando gli occhi.
- Il ragazzino è preparato, vedo- mormorò Vorkov, indicando il prof.
- Senti, o ci racconti tutto, o sarò felice di mostrarti il mio set di coltelli e questi tre bambocci non avrebbero neanche il tempo di prendermi- minacciò Rei, ostentando sicurezza.
- Suvvia, ragazzo, adesso ti racconto tutta la storia, non agitarti- gli disse Vladimir.
- Dopo tutto, come ti ho già detto, siamo tra gentiluomini- concluse e poi chiese ad uno dei camerieri di Rei di portare da bere per tutti.
Solo quando tutti i presenti avevano il bicchiere riempito di vino, Vorkov cominciò a parlare.
- La sconfitta contro di voi fu bruciante alla finale, lo ammetto-
I ragazzi lo osservavano attenti, in attesa di qualunque parola gli uscisse di bocca.
- Ciò che è successo dopo, però, era fuori persino dalla mia portata- continuò serio, per poi fare un sorso di vino.
- Quando ho saputo che era stato proprio Kei a sacrificarsi contro il Team delle Tenebre, non potevo crederci, così ho ordinato ai miei soldati di recuperare il suo corpo, non appena la battaglia fosse finita e lo stadio rimasto abbandonato ad un cumulo di macerie- confessò.

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Ventisette anni prima…
- Signore, qui c’è qualcosa!-
I vigili del fuoco e i militari di Mosca, dietro una generosa offerta di Vorkov, scavano da due giorni senza interruzioni tra le macerie di quello che una volta era uno stadio, quello dove si era tenuta la finale di coppa del mondo di Beyblade.
Era stato un evento sensazionale, organizzato quasi un anno prima da tutte le associazioni di Beyblade esistenti e il clima innevato e profondamente suggestivo della capitale russa, aveva fatto sì che la scelta dello stadio per la finale fosse arrivato ad unanimità.
I padroni di casa sentivano di avere la vittoria già in tasca, ma quei quattro ragazzi venuti dal nulla avevano messo fine al dominio incontrastato dei russi. 
Poi l’arrivo del Team delle Tenebre aveva rovinato tutto, distruggendo ogni cosa e soprattutto, mandando all’aria i piani della Borg.
Vorkov si precipitò in direzione del pompiere che lo aveva chiamato, mentre altri due tiravano fuori dalle macerie un ragazzo senza vestiti, ferito e sporco, apparentemente senza vita.
L’uomo riconobbe subito essere colui che cercava e il suo sorriso si allargò, nonostante la situazione si preannunciasse piuttosto critica.
- Respira ancora, ma è messo male- si affrettò ad aggiungere uno dei paramedici.
- Sarà sopravvissuto all’attacco, ma stare sotto le macerie per tutte queste ore deve aver peggiorato la sua condizione- disse ancora il medico, mentre armeggiava con le maschera dell’ossigeno e si faceva aiutare per adagiare il giovane su una barella.
- Kei, figliolo, mi senti?- mormorò Vorkov, sfilandosi il guanto nero di palle e chinandosi sul ragazzo. Gli accarezzò i capelli con fare paterno.
- Signore, non sappiamo se il ragazzo supererà la notte- si sentì di avvisarlo il paramedico.
- Portatelo ai miei laboratori- ordinò Vorkov che aveva avuto una delle sue brillanti idee, ad osservare il corpo esanime di quel giovane che era tanto forte quanto ribelle.

- E’ l’unico modo e se vuoi restare qui e lavorare per me, devi fare quello che dico io!- stava urlando Vladimir ad uno dei suoi collaboratori, mentre gli uomini che avevano tirato fuori Kei dalle macerie, lo stavano conducendo nella stanza sulla barella, la coperta termica addosso e una flebo attaccata al braccio.
- Stiamo per cambiare la storia, capisci?- mormorò Vorkov entusiasta.
- Aiutatelo ad alzarlo dalla barella- ordinò ancora l’uomo ai tre che avevano salvato Kei e facendo un cenno del capo al medico che stava parlando con lui.
Kei venne sistemato all’interno di una vasca coperta di lastre di ghiaccio più o meno spesse. Dall’aspetto serafico che aveva dipinto sul viso, sembrava stesse dormendo, pensò Vladimir.
- Dottore, proceda- disse tranquillo il capo e il medico, dopo aver armeggiato con una pulsantiera, premette un tasto rosso e la grossa capsula si chiuse, mettendosi in posizione verticale, dal cui oblò si riusciva a vedere soltanto il viso di Kei.
- Deve restare qui finché non avremo trovato il modo di riportarlo indietro - disse soddisfatto Vorkov mentre ammirava il suo esperimento prendere vita.
- Ma signore, la crioconservazione umana è illegale, ci potrebbero essere gravi conseguenze e poi non sappiamo se realmente potrà svegliarsi il ragazzo, ci sono ancora così poche conoscenze nel campo – disse il medico, cercando di far ragionare ancora l’uomo.
- Non mi importa niente! Ho smosso mari e monti per riavere il corpo di Kei tutto intero, quindi come ho già detto, finché non riaprirà gli occhi, questo sarà il suo posto – riprese nuovamente Vorkov.
- Signore, la prego, il suo corpo ha subito danni irreparabili, noi…-
- NOI CI METTEREMO A LAVORO SUBITO! - urlò Vorkov e da quell’istante, nei sotterranei di quel monastero a Mosca, non si fece altro che trovare una cura, un farmaco, una qualsiasi cosa in grado di risvegliare Kei dall’ibernazione e renderlo la macchina da guerra perfetta che Vorkov sognava di controllare da sempre.

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- E dopo che cosa è successo?- chiese Takao serio.
- Beh, dopo anni di dure ricerche, soltanto un paio di anni fa con un farmaco di mia invenzione sono riuscito a riportare il ragazzo in vita- concluse soddisfatto Vorkov, mentre gli altri restavano in silenzio, piuttosto scioccati e disgustati dal racconto.
- Ancora non capisco perché tu abbia fatto tutto questo- cominciò Rei osservando Vorkov attento.
- Non sei esattamente quello che si può definire un buon samaritano e poi Kei ti aveva tradito tornando in squadra con noi e mandando a monte i tuoi piani di conquista, se non ricordo male- commentò il cinese.
Vorkov sorrise serafico, abbandonandosi con la schiena contro la sedia.
- Checché se ne dica, Kei è sempre stato come un figlio per me, è cresciuto tra le mie braccia- disse l’uomo.
- E proprio come il figliol prodigo della Bibbia, anche lui un giorno sarebbe tornato da me- concluse.
- Senti, scienziato da strapazzo, dacci un taglio- sbottò Takao.
- Non ci incanti con le tue belle paroline, perciò o ci dici il motivo per il quale hai congelato il nostro amico come un ghiacciolo per più di vent’anni, o te ne pentirai amaramente- minacciò il giapponese, ma Vladimir continuò a mantenere il suo sorriso tranquillo.
Era proprio quell’atteggiamento a dare sui nervi a Takao. Da sempre.
- Nonostante mi consideri un cattolico fervente e Dio ci insegni a mostrare l’altra guancia, io sono pur sempre un essere umano e come tale nutro rancore e vendetta nei vostri riguardi- disse l’uomo, avvicinando e allontanando le dita affinché si incontrassero, davanti al viso con un movimento ritmico.
- Vieni al dunque- lo invitò Max.
- Sono qui per proporvi un torneo- sentenziò Vorkov.
- Cosa?- domandò Rei sorpreso.
- Ho sentito che i vostri ragazzi sono giovani promesse del Beyblade, ne sono felice, combatteranno contro il mio Viktor, scusate... Kei- proseguì, allargando il suo sorriso.
- Consideratela come una sorta di sfida ufficiale, ma giocata tra noi, non andrà ad interferire con le competizioni maggiori- avvisò l’uomo.
- Perché non iscrivervi al mondiale come tutti gli altri? Ci incontreremo sicuramente lì- propose Takao, restando in guardia.
- Perché è una faccenda personale questa, ma come tutte le sfide ufficiali deve esserci un premio in palio, ovviamente- disse l’uomo con tono accattivante.
- Non mi piace- mormorò il prof sottovoce all'ex capitano, che annuì debolmente.
- Bene, allora se vinciamo noi, lascerai Kei libero di vivere la sua vita e tu non ti farai vedere mai più- suggerì Rei, prendendo la parola.
- Mi sembra ragionevole- concordò Vorkov, dopo qualche secondo di riflessione.
- Ma se vinco io...- riprese, con sguardo di sfida.
- Dovrete consegnare i votri Bit Power senza fare storie- sentenziò, passando in rassegna lo sguardo dei campioni seduti di fronte a lui.
- E’ una follia, you’re mad- mormorò Max.
- Te lo sogni, ciccio, le nostre creature sacre resteranno lì esattamente dove sono, nei bit chip dei Bey dei nostri figli. Pensa ad un altro premio, che so, ad una Ferrari per esempio- suggerì Takao tagliente.
- Hai paura di perdere, campione?- chiese Yuri con un mezzo sorriso.
- Oh, credimi, potranno passare anche altri trent’anni, ma ti farei ugualmente il culo a strisce, vecchio mio- rispose a tono il giapponese.
- In ogni caso, qui si tratta di dare fiducia ai vostri figli- li interruppe nuovamente Vorkov.
- Li avete cresciuti e allenati a vostra immagine e somiglianza, ma vedremo se sapranno tenere alto l’onore dei leggendari Bladebreakers- concluse soddisfatto Vorkov.
Takao, Max, Rei e il Professore si scambiarono brevi occhiate eloquenti. Sembrava non esserci proprio scelta.
- Allora è deciso- disse il russo alzandosi dalla sedia.
- Vi occuperete voi di organizzare l’incontro, a noi va bene qualsiasi cosa. Avete ventiquattr’ore per comunicarmi una data che dovrà essere da oggi a due settimane, non oltre- ordinò il capo della Borg, mentre si metteva il soprabito.
- E’ stato un onore rivedervi, ci vediamo in campo- disse, prima di congedarsi col suo seguito, mentre i ragazzi rimasero lì, con gli sguardi bassi.
- Che si fa? Siamo davvero nella merda adesso- sibilò il prof, una volta rimasti soli.
- Non ci resta altro da fare. Dobbiamo combattere- disse Max rassegnato.
- Abbiamo due settimane per rendere i nostri figli delle macchine da combattimento perfette per l’incontro con Kei- commentò Takao sicuro.
- Lo conosciamo, sappiamo come combatte e Lyn si allena con lui da mesi, non dovrebbe essere difficile- si accodò Rei.
- Ragazzi vi ricordo che in palio ci sono i Bit Power, andiamoci cauti con l’ottimismo- li redarguì il Professore.
- Non c’è scelta, combatteremo, vinceremo e salveremo i nostri animali sacri e Kei, come non abbiamo potuto fare anni fa, siete con me?- chiese Takao e Rei e Max annuirono convinti.
- Bene, sarà divertente fare di nuovo il culo ai russi- mormorò il presidente della BBA, con il suo sorrisetto sghembo.

 

   
 
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