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Autore: Fre Angel    09/02/2023    0 recensioni
Tenersi per mano è un gesto istintivo, dolce, ricercato quando si ama una persona. Ma per due uomini innamorati di fine anni Cinquanta anche questo gesto può suscitare mille paranoie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una scossa. Il cervello ha fatto scattare il suo allarme e tutto il corpo è pronto alla ritirata. Il braccio sinistro vorrebbe sparire, ma può solo restare al sicuro sul proprio corpo, lontano da quella mano sconosciuta ma che lo stesso braccio ha immaginato, bramato, per più e più notti nel proprio letto e per le lunghe mattine in bagno.
Solo un attimo. Il braccio trema impaurito sventolando la sua bandiera bianca, ma il volto è fisso alla sua sinistra, sconvolto, incredulo, impaurito, non per il tocco maschile appena ricevuto, ma per la voglia che John non si arrenda e continui. Eppure, pur conoscendo perfettamente questo desiderio che a quanto pare è ricambiato, Paul rimane inerme.
Che succederà dopo? Stringersi la mano non è difficile, lo fa spesso con le donne in un cinema. Poi segue un bacio, poi un altro ancora, poi se la fortuna lo assiste, riesce pure a palpare un seno. Ma cosa accadrebbe con John? Come potrebbero andare avanti dopo quel tocco di mano? Cosa direbbero gli altri? Suo padre? Suo fratello? Perché John non si fa tutte queste paranoie, com’è possibile che riesca a prendergli la mano con semplicità, come se nulla fosse?
Un altro attimo, dove John più cautamente, come si fa con gli animali feriti per dare loro il tempo di fidarsi e capire che le intenzioni degli umani sono d’aiuto, riprende nuovamente la sua mano.
La allontana dalla comfort zone di Paul, per riposarla assieme alla sua sul bracciolo che condividono.
 
John il destro, Paul il sinistro, due specchi quando suonano, due modi completamente diversi di vedere la vita. John il cupo, l’introspettivo, l’impulsivo e Paul sempre sorridente e gentile.
Due opposti che pur mescolandosi rimangono sempre se stessi, come in questo caso, dove le due reazioni diverse non riescono ad avere la meglio e non si negano.
Le mani si toccano, le dita si stringono con insicurezza nello scoprirsi in quella nuova intimità. Si chiedono se sarà uguale come con le ragazze perché l’impulso di andare oltre non si sta fermando davanti alla sottigliezza di scoprire un altro tipo di sesso.
Eppure la mente rigetta ogni pensiero eccitante, ripetendo come quanto questo sia sbagliato, ingiusto, disgustoso, da malati.
Le mani, però, si stringono sempre di più, cominciando a sudare d’impazienza.
 
«Ti sto solo prendendo per mano.» John sussurra all’orecchio di Paul, gli sguardi rivolti allo schermo, anche se nessuno dei due da qualche minuto sta più seguendo il film.
È una frase che rassicura più chi l’ha pronunciata che chi l’ha ascoltata e lì Paul capisce che anche l’altro ha le sue stesse paranoie.
«Sì, ma io vorrei fare molto di più.» Gli risponde guidato dalla sua arroganza.
Il piccolo, delicato, sempre educato nei suoi modi impeccabili Paul. Colui che potrebbe tranquillamente essere scambiato per un membro della famiglia reale. Se lo immagina, John, che chiacchiera amabilmente con la Regina e le chiede del tempo, attento a far andare la conversazioni su cavalli e corgi.
Il sorprendente Paul. Che in una sala buia di un cinema prima scappa, poi ammette senza mezzi termini ciò che neanche il trasgressivo John ha mai ammesso tanto apertamente.
Si guardano, come sempre, allo specchio. L’incertezza ora di John vede la sicurezza lanciata a mo’ di sfida da Paul. La speranza di Paul si riflette sul pensiero di come poterla soddisfare di John.
Le mani, ancora unite si stringono ulteriormente, fino a sciogliersi.
«Seguimi.» gli fa John in modo sbrigativo.
 
 
I campi di Strawberry Fields sono lì vicino, ma John non sa se così abbastanza vicino da aver mantenuto la voglia di Paul, o se invece la paura con i suoi fedeli dubbi ha avuto la meglio nel fargli cambiare idea.
Non una parola durante il tragitto silenzioso, freddo, distante. Non potevano continuare a prendersi per mano, né si sono guardati per timore che qualcuno capisse.
Eccole, le paranoie. Ognuno ha la sua vita, i suoi problemi, il proprio giardino da guardare, che senso ha distogliere l’attenzione da sé per giudicare due ragazzini? Solo un testa di cazzo lo farebbe, un frustrato dalla vita, una persona che non si è mai sentita amata e che riversa le proprie delusioni nei giudizi del prossimo.
Almeno nessuno va a Strawberry Fields col buio e con quel clima, ma per sicurezza è John crede sia meglio addentrarsi il più possibile al riparo da strada e curiosi. Altre paranoie.
Questo punto sicuro sembra non esistere, così è Paul che ferma il passo.
«Vuoi uccidermi?» Paul ride.
Stranamente John non ha una replica, nessuna battuta sagace, nessuna voglia di far vedere chi è il più autoritario tra i due. Si punge le labbra con la lingua dura, gonfia. Fa un passo verso Paul, tenendogli fermo il viso perché non vuole replicare la sua fuga, non ora che ha il coraggio di baciarlo.
La lingua si addolcisce, è morbida contro la sua. Paul non si sottrae, rimane al suo posto ricambiando completamente. Lo stringe a sé, con le mani gelate sui jeans di John, a tenere saldo il suo sedere.
 
Non c’è più tempo per le congetture, la mente è veramente e felicemente arresa a tutto quello che sta succedendo. L’erba umida entra nelle loro narici, associando per sempre quell’odore al primo, vero bacio d’amore. Si alza un leggero vento, gli occhi di entrambi lacrimano e nulla potrebbe essere più perfetto di così perché da bravi ragazzi anni cinquanta, possono nascondere la loro emotività dando la colpa a un fenomeno atmosferico, anche se entrambi sanno la verità, ma a volte è meglio tacersela se questo vuol dire sentirsi più sicuri.
 
In un lasso di tempo che entrambi non saprebbero quantificare, con le labbra bagnate e allo stesso tempo tagliate dai morsi della passione e della temperatura notturna in calo, i due decidono che è meglio rincasare.
«Davvero bello il film.»
Si guardano e scoppiano a ridere, visibilmente rossi in viso.
«Cosa diremo a chi ci chiede la nostra opinione?» fa dubbioso Paul.
«Oh beh, ci inventeremo qualcosa.»
«Tu sei il re dell’essere criptico, io mi perdo nelle parole e ammetto tutto.»
«Allora basta seguirmi.»

Arrivati all’incrocio che segna la divisione per le loro strade, i due proprio non vogliono dividersi.
«Cosa diremo agli altri?»
«Nulla.»
«Lo capiranno…»
«Può darsi.»
«E non pensi che diranno qualcosa?»
«Penso che si dovrebbero fare i cazzi loro.»
«Beh, allora buonanotte.»
«Buonanotte.»
Il sorriso di John è confortante, lo sguardo come un altro bacio che non può essere dato.
   
 
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