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Autore: Usagi    12/09/2009    2 recensioni
Alla fine della guerra contro il Regno di Zaibach, Hitomi è pronta per lasciare Gaea e ritornare a casa. Ma se fosse proprio Gaea a non concedere questo ritorno? Potrà Hitomi lasciare Gaea, consapevole che la sua vita e quella del pianeta sono strettamente collegate? Una lotta contro il tempo, dei segreti da svelare, per salvare il pianeta creato dai desideri della Stirpe degli Uomini-Draghi-Divini dalla distruzione completa.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Cieli di Gaea '
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The Vision of Escaflowne

«Il Richiamo della Terra»


16
L’Abbraccio della Terra

« Nell’eterno futuro, sotto lo stesso cielo,
sotto i chiari raggi della stessa Luna. »

 

« Ciò che adesso puoi vedere è invisibile; ciò che adesso puoi udire non ha alcun suono.. »
Hitomi aprì gli occhi. Un mondo di luce, ecco cosa riusciva a vedere. Come nelle sue visioni, tutto sembrava avere un senso.
« Chi sei..? » domandò, sussurrando, intuendo nella voce una presenza femminile.
« Bevi l’antico e la distante verità ti sarà mostrata… Adesso, abbandona il tuo corpo. »
Hitomi chiuse gli occhi, lasciandosi accarezzare da quella luce che l’avvolgeva completamente.

« Hitomi!! »
Con un battito d’ali, Van si portò nuovamente d’innanzi al viluppo di rami dalla quale emergeva Hitomi, avvolta in uno stato perenne di incoscienza. Emanava una calda luce dorata, che era stata in grado di disattivare l’energyst dell’Escaflowne.
D’un tratto il corpo di Hitomi cominciò a muoversi e le braccia si distesero per abbracciare i rami che assecondando quel movimento si stringevano a lei, fondendosi con la luce.
« E’ cominciato. Non puoi fare più nulla, ragazzo. Adesso il futuro di Gaea è nelle sue mani. » mormorò Dornkirk dissolvendosi nel nulla.
« No!! Hitomi! Hitomi! » a pieni polmoni, continuò a chiamarla.
E brandendo la spada, cominciò nuovamente a farsi breccia, sperando che non l’avrebbe ferita. Hitomi era racchiusa nelle profondità del fitto della ramificazione. Aprendosi un varco, cercò di entrarvi anche lui, non avrebbe potuto raggiungerla in altro modo.

Hitomi scivolava nella luce, come se stesse cadendo. Una sensazione di meraviglioso appagamento sembrò rassicurarla. Poi, d’un tratto lo vide. Gaea, era meravigliosa.
Ne vide le foreste lussureggianti, gli specchi d’acqua cristallini, gli animali correre nelle praterie.
« Questa sensazione.. è la beatitudine? » mormorò a se stessa, una domanda che non conosceva suono in quella dimensione, ma solo voce.
« Ogni cosa è Uno, e tutto diventerà una sola cosa. Tutto è collegato ad esso. »
« Perché.. mi trovo qui? Tu sei, Gaea? »
« L’avidità degli uomini, il loro continuo combattersi a vicenda, mi sta distruggendo. La terra assorbe il sangue versato e la corrode. »
D’un tratto si vide lei stessa seduta sui talloni, d’innanzi ad un grande albero. La coscienza si trasmise a lei comunicando il suo dolore.
« L’inizio è stato inevitabile, la fine è solo una conseguenza. Nulla potrà mai cambiare. Questa esistenza è falsa. E’ un tentativo inutile. »
« Si.. Non cambierà mai nulla. Nonostante quanto io mi preoccupi, nonostante quanto lui conti per me, nessuno potrà mai comprendere il dolore del mio animo. » rispose Hitomi, abbassando il capo.
« Diventa una cosa sola con me altrimenti, cercherò di mettere fine al mio stesso movimento. A Gaea, benedetta dai desideri delle persone, non è permesso di crollare. »
« Si. Tutto diventerà nulla ed anche io.. preferisco non vedere quel futuro dove io non ci sarò.. si. Tornare al nulla, tornare al tutto. Gaea.. Fino alla fine di tutto. »

« Hitomi, ti prego apri gli occhi! » Esclamò Van, ancora con la spada in pugno, cercando disperatamente di aprire un varco per raggiungere Hitomi. Mancava oramai così poco.
D’un tratto si sentì afferrare da qualcosa. I rami, avevano ripreso a muoversi. Si stringevano attorno a lui e nel contempo sbocciavano, minuscole foglioline davano origine a migliaia di boccioli. Gli avevano afferrato le spalle e cercavano di impedirgli i movimenti, quel piccolo santuario dove la luce dorata sembrava esserne il fulcro stava catturando l’energia di Hitomi per rinascere a nuova vita.
« Hitomi!! » allungò un braccio, a meno di un metro da lei, cercando di sfiorarla, di toccarla, ma ancora era troppo lontano.
Si oppose con tutte le sue forze alla stretta che voleva costringerlo a fermarsi. Mosse un passo e poi un altro mentre Hitomi svaniva diventando una cosa sola con la luce e l’immenso albero.


Hitomi sorrise, un vento caldo le scompigliava i capelli.
« Questa è la felicità per chi accetta di unirsi al tutto. »
« Non vi è nessun altro in questo luogo? » domandò d’un tratto, guardandosi attorno, i prati e le colline verdeggianti non gli restituivano l’immagine di nessuna forma simile a lei.
« La gloria per chi va verso il tutto non può essere condivisibile se non con se stessi. Ogni cosa qui ha perso la sua reale forma ed è concretizzato nel volere di questo movimento. »
« Hitomi..!! Hitomi!! »
Una voce raggiunse le sue orecchie, distante, troppo distante per essere compresa.
« Questo è.. il mio nome? »
« Il tuo nome costituisce il tuo essere e tu in questo momento sei una cosa sola con me. La tua individualità si sta progressivamente unendo alla mia »
Hitomi si rabbuio, abbassando il capo.
« Quindi questo vuol dire, che se sarò in ogni luogo è come se non esistessi, non avendo una forma non riuscirò ad esistere! »
« Il tuo essere sarà il tuo stesso movimento, la tua reale presenza sarà concepita dalla terra, nutrita dall’acqua e accarezzata dal vento, sarai la vita. »
« Hitomi! Hitomi! »
« Eppure, questa voce.. io la conosco.. »

I rami, oramai fioriti, avevano creato dei grossi solchi nella pelle di Van, egli aveva le braccia completamente avviluppate ma cosa che lo preoccupava di più era che anche Hitomi stava cominciando a perdere di consistenza, poteva chiaramente vedere come le sue braccia, rivolte in alto fossero attorcigliate ai rami in fiore, fiori bianchi e meravigliosi. Per poter entrare all’interno del groppo di rami era stato costretto a far sparire le sue ali, altrimenti non avrebbe potuto accedervi.
Davanti a lui, senza riuscire a fare nulla, Hitomi continuava a sparire nella luce, inglobata dalla stessa.
« Hitomi, ti prego apri gli occhi! »
La vide appena muoversi, un impercettibile movimento delle dita delle mani, ma forse, si disse, non era che il ramo che come un serpente, racchiudeva il suo intero braccio destro e apriva naturalmente il suo palmo da dove nacquero altri meravigliosi fiori.
Decise di sperare. Non poteva fare altrimenti. Ignorando la presa costrittiva dei rami, continuò ad avanzare lentamente, un passo dopo l’altro, di pochi centimetri.
« Hitomi, Hitomi! Torna indietro! »

« Questa non è la realtà.. non ci sarà nessuno qui. »
« Si, hai ragione. Eppure, questo è il luogo che tu hai scelto per salvare Gaea. »
« Gli abitanti di Gaea.. i loro desideri potrebbero evitarne l’inevitabile distruzione? »
« Gli uomini hanno la capacità di creare il proprio destino, di renderlo reale. Si, riuscirebbero anche ad evitare la distruzione di Gaea se lo volessero. »
« Hitomi!! Torna indietro! »
Hitomi la udì ancora una volta, quella voce così carica di coraggio e di disperazione. Invocava il suo nome. Lo riconobbe, finalmente.
« Ragazza che provieni dalla Luna dell’Illusione, tu sei stata la prima ad avere fiducia nei desideri delle persone che ti stavano accanto. Tale potere, ti ha unito a me. Se lo desideri, non è necessario che i nostri esseri si uniscano in uno solo. »
« Io.. non lo so, non so cosa sia giusto. »
« Non hai più fiducia? »
« Non è così. E’ solo che c’è qualcosa che non posso lasciare. Non posso abbandonarlo. »
« Fino a quando vorrai continuare a vivere io vivrò. Se saremo una cosa sola, io continuerò a vivere con te e tu continuerai a vivere con me. »
« Eppure.. tu continuerai a vivere, anche se io non diventerò una cosa sola con te? »
« Solo se avrai fiducia e se non lascerai questo mondo, fino a quando i suoi abitanti non conosceranno l’Amore. »
« L’Amore? »
« Si: Amore. Non ricordi quando hai capito anche tu, il valore di questo sentimento? Questo può salvare Gaea dalla distruzione. »

Van era oramai allo stremo delle forze, aveva capito che l’albero stava prendendo la sua energia esattamente come stava facendo con Hitomi, i fiori ed i frutti che crescevano rigogliosi, non erano altro che il risultato dell’utilizzo dell’energia e della forza di entrambi. Aggrappandosi disperatamente a quell’unico ramo che ancora lo separava dal corpo di Hitomi, cercò di spezzarlo utilizzando solo la forza delle sue mani. Dopo pochi istanti, ricrescette. Era intriso di luce dorata e quando ritentò a reciderlo era inspiegabilmente resistente, come metallo.
« Hitomi.. se tu non apri gli occhi.. se tu adesso non ritorni, non avrà alcun senso vivere! » urlò, sforzando più che poteva, i muscoli delle braccia.
Hitomi era diventata più che un contorno, nella quale si riuscivano a distinguere appena i tratti del viso. La sua essenza fisica stava sparendo, il suo corpo era completamente imprigionato dall’albero. Van se ne accorse: era lei l’albero!
Van abbassò il capo, serrando i denti, cercando di trattenere le lacrime, oramai prossime a solcare i suoi occhi.
« Proprio adesso che avevo capito quanto tu fossi importante per me, proprio adesso che la guerra è finita.. Non lasciarmi, Hitomi.. »

« Mi dispiace, non posso essere una sola cosa con te. Io sono io. Non posso diventare te. »
« Con la forza del tuo amore, potrò ancora vivere a lungo. I sigilli sono stati spezzati e non sarò più costretta a vivere secondo i desideri di coloro che sono periti a causa della Macchina di Atlantide. Se tu vuoi amare, Hitomi, io potrò attingere questa forza da te e continuare e prosperare. »
« Non lasciarmi, Hitomi. »
Van. Hitomi sobbalzò, guardandosi alle spalle, il sole sorgeva proprio dietro di lei. Il sole di un nuovo giorno, un giorno meraviglioso, pieno di speranze. Di futuro. Di fiducia.
« Ti sta chiamando. »
« Devo andare da lui. Se restassi qui, sarei comunque sola e ti condurrei alla morte, ma così, tornando in quel mondo dove ho incontrato persone meravigliose e gentili, allora potrai nutrirti dai nostri desideri e continuare a vivere. »
Hitomi aveva preso la sua scelta. Non sarebbe rimasta in quel luogo.
Non era necessario sacrificare la sua vita per dare un futuro a Gaea. Tutto ciò che bastava era solo..Amore e fiducia.
« Avresti ottenuto la felicità eterna ed il completo appagamento, se fossi divenuta una cosa sola con me. Le tue sofferenze ed i tuoi dolori sarebbero stati sublimati e ogni tua paura sarebbe scomparsa. »
« Lo so, eppure c’è solo una cosa che non puoi darmi ed è per quella cosa che io adesso devo tornare. »
« Perdonami: ho condiviso le mie sofferenze con te, perché solo tu potevi porre fine a tutto questo, ma adesso che hai capito, ti prego: crea insieme a lui, un mondo di pace e di prosperità. »
Hitomi, riacquistando una nuova consapevolezza fisica e recuperando la sua realtà corporea  si separò da quell’albero e fece il tipico inchino giapponese.
« Lo faremo. Ti ringrazio infinitamente per averci concesso una seconda opportunità. »
« Speravo che tu fermassi e sciogliessi i sigilli, in altro modo, io avrei continuato a vivere con loro ed il tuo sacrificio sarebbe stato necessario. Necessitate di un futuro. Ed io non sarò mai sola. »
Hitomi sorrise, lieta che Gaea non dovesse più patire solo i sentimenti di guerra e di odio ma che avrebbe potuto vivere anche solo di amore.
Si girò, dando le spalle all’albero, il sole nascente sembrò indicarle la strada che le avrebbe concesso di tornare.
« Raccogliere il coraggio! » mormorò mettendosi in posizione: sarebbe stata una lunga corsa e non voleva più indugiare.
Scattando in avanti e cominciando a correre, Hitomi sentì che avrebbe potuto riacquistare la sua forma e tornare dalla persona che amava e che avrebbe continuato ad amare.

Quando infine Van riuscì a spezzare l’ultimo ramo che lo separava dal corpo immobile avvolto dalla luce di Hitomi, esso era ridotto a più che un’ombra, una proporzione indistinta a malapena riconoscibile come una figura umana.
« Hitomi! » mormorò, allo stremo delle forze, ignorando la forte presa dei rami avviluppati nel suo corpo che continuavano a tenerlo fermo a bloccare i suoi passi, estremamente vicino ad Hitomi. Allungò la sua mano, riuscì a sfiorarle il viso, prima che le sue dita passassero oltre affondando nella sua pelle, sentì la sua consistenza quasi del tutto dissolta. Gli mancò il respiro: non poteva permettere che ciò accadesse.
« HITOMI!! » La sua rabbia, il suo dolore e la sua disperazione si concretizzarono in un ultimo e forte urlo. Non poté fare a meno di piangere, mentre sfiorava il suo volto.
Poi accadde qualcosa che non si sarebbe aspettato. Il viso di Hitomi si mosse impercettibilmente e le sue labbra si schiusero.
« Van.. »
Il suo sussurro, la sua voce spezzata. Credeva di star sognando.
Poi rivide ancora una volta le sue labbra muoversi e le parole fluire stanche.
« Van.. »

Ed in quel momento, finì tutto. Non con un boato, ma con un sussurro.

 

****

Ciao a tutti!
Anche questo capitolo ha riscosso moltissime visite! Ma passiamo direttamente ai commenti!
leidia: Eccoti accontentata! Spero che questo capitolo ti piaccia! Fammi sapere! ;D
Amber: Ciao! Vedo che hai un ottimo spirito di osservazione! ;D Quando ho scritto questa parte non avevo ancora visto l'Anime di RomeoxJuliet, è stato una sorpresa vedere quanto avessi inconsciamente carpito. Tuttavia in questo capitolo si evidenziano grosse differenze. Se hai letto dal primo capitolo la storia, dovresti rammentare la prima visione di Hitomi, quella dove lei sta precipitando e poi viene "salvata" dal ramo che si avviluppa contro di lei come un serpente. Ebbene, già da quel primo capitolo era stata focalizzata in questo modo la scena. Eppure, Hitomi non si sacrifica per le colpe degli abitanti, ma si sacrifica per ristabilire l'equilibrio che era stato infranto quando Dornkirk aveva adoperato la macchina di modifica del Destino. Nel mio immaginario, anche il Popolo di Atlantide avrebbe dovuto porre un sacrificio umano come compie adesso Hitomi, tuttavia loro preferirono creare - ancora forti del loro potere - un nuovo mondo, dove poter ricominciare, senza sacrificare nessuno. E' evidente che non ci sarebbe stata una seconda scelta, il potere immenso di Atlantide è sparito, anzi una piccola parte è concentrato in Hitomi. Il titolo è in effetti un omaggio, l'ho messo di proposito, perché volevo dare un indizio ed in qualche modo ricordare l'affinità (del tutto casuale, ci tengo a dirlo) con questa parte di storia. Spero che nessuno si offenda, spero mi farai sapere cosa ne penserai di questo capitolo, dove anche se la scena può in effetti rammentare l'ultimo episodio, fondamentalmente non si tratta della stessa cosa. Se riesci a toglierti lo schema di somiglianza nella testa e leggi il capitolo senza pensare ad alcun riferimento, ti accorgerai che è molto più diverso di quello che pensi. Fammi sapere!


Alla prossima settimana con il prossimo capitolo!! ^___*

Ciao!
 

  
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