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Autore: cassiana    14/02/2023    5 recensioni
David è in crisi perchè non sa cosa regalare a Ginger per il loro primo San Valentino insieme. Ginger vorrebbe solo una cosa.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, David Gilmour
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'David & Ginger '
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Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.


Titolo: Il regalo migliore
Fandom: Pink Floyd
Rating: G
Relazione: David Gilmour/Ginger Gilmour
Note: Completamente random ma non volevo par passare inosservato questo San Valentino! Inoltre dedico questa storia a Londonlondon che mi ha dato l’idea!
Warning: Fluff fluffety fluff, slice of life, David può essere un cretino
Sinossi: David è in crisi perchè non sa cosa regalare a Ginger per il loro primo San Valentino insieme. Ginger vorrebbe solo una cosa.




Il regalo migliore




La settimana precedente il San Valentino 1972 fu per David piuttosto stressante. No, non per le prove, i concerti e il lavoro in studio e neanche per avere avuto a che fare con Roger e gli altri compagni di band. David si sentiva in colpa, sapeva di aver trascurato la sua ragazza negli ultimi mesi e questo lo metteva sotto pressione. Certo Ginger non gli aveva detto nulla, ma troppe volte aveva notato il suo visino scurirsi, o era tornato a notte fonda mentre lei già dormiva, o aveva trangugiato un panino di carne al volo nonostante lei gli avesse già preparato un salutare piatto di verdure. David odiava le verdure e normalmente si sarebbe sforzato, ma in quel periodo andava troppo di corsa per badare a quelle cose. Ma fu quando una notte lei gli si era avvicinata con gli occhi da gattina e una chiara intenzione sul viso e lui aveva finto di non accorgersi e si era rigirato dandole la schiena e aveva udito quel piccolo singhiozzo trattenuto che si era sentito come se avesse ricevuto una pugnalata al cuore. Si era dato dello stronzo insensibile, un bastardo che aveva sradicato quella ragazza splendida dalla sua vita e dalla sua famiglia pur di averla con sé e ora la trattava già come se non gli importasse più di lei. Ma non era vero, ovviamente, solo che lui non aveva idea di come fosse la convivenza con una donna. Non aveva avuto modo di vedere come si conducesse una relazione sana, i suoi genitori erano sempre via e i suoi amici non erano certo un esempio di virtù. Ma era deciso a farsi perdonare, voleva rendere il loro primo San Valentino insieme meraviglioso e indimenticabile…solo non aveva idea di come fare. E questo lo rendeva irrequieto e suscettibile. Una sera, mentre facevano una pausa, chiese con noncuranza a Rick:

"Che farai per San Valentino?"
"Vuoi un invito?"

Rispose ammiccando il tastierista accendendo l'ennesima sigaretta, dopo una boccata di fumo rispose:

"Non lo so, credo un mazzo di fiori. Tu che farai Nick?"

L’altro si lisciò i baffi e sorrise:

"Pensavo di portare Libby a fare un giro di shopping e comprarle quello che vuole."
"Tzk, classico atteggiamento iper consumista…”

Lo rimproverò Roger sedendo accanto a David e porgendogli uno spinello mezzo fumato.

“Beh, tu che farai?”

Lo rimbeccò Nick rubando la canna a David che emise un lamento irritato. Roger allungò le labbra in un sorrisetto saccente:

“Ostriche e champagne naturalmente…”

Rick e Nick sghignazzarono, ma David si grattò un orecchio con le labbra atteggiate in un piccolo broncio. Nick gli chiese:

“E tu, Romeo, che regalerai alla tua bella ragazza americana?”
"È vero! Questo è il loro primo San Valentino insieme: devi organizzare qualcosa di speciale!"

Infierì Roger. David sbuffò: come se non lo sapesse.

"Non so, mi sento come uno di quei conigli che scavano scavano, corrono corrono e si avvicinano alla morte."
"Che melodrammatico. "

Chiosò Rick mentre Roger tirò fuori il suo quadernino nero e scriveva.

"Che diavolo stai facendo?"

Lo interpellò David al che Roger rispose con sussiego:

"Mi appunto l'idea."
"Ricordami di chiederti i crediti semmai diventasse una canzone."

Scherzò David. Lo presero in giro ancora un po' fino a che David seccato se ne andò non senza aver rivolto a tutti loro un generico dito medio di commiato.
Il giorno prima di San Valentino David non aveva ancora le idee chiare, anzi si era perso a sviluppare un'idea musicale e non si era accorto del tempo che passava. Aveva anche mezzo litigato con Ginger per telefono quando le aveva detto che non aveva il tempo di tornare a casa per pranzo e lei gli aveva risposto aspra:

"Non hai mai tempo per me! - poi aveva giunto così piano che quasi David aveva perso le parole - ..per noi."

David guardò l'ora e si rese conto che fosse tardissimo, forse avrebbe tardato anche per la cena. Di corsa prese le sue cose e filò fuori dagli studi EMI e intanto ancora non aveva la minima idea su cosa regalare a Ginger il giorno successivo. Scorreva nella mente le parole dei compagni di band e si ripromise di fare tutto: le avrebbe comprato i fiori più belli e portata nel migliore ristorante. Portò le labbra in avanti pensieroso chiedendosi se non fosse un po' impersonale e si scompigliò i capelli frustrato.
Mentre camminava un luccichio in una vetrina attirò il suo sguardo e tornò sui suoi passi per osservare meglio. Un sorriso gli sollevò un angolo delle labbra: almeno una cosa l'aveva trovata. Non era nemmeno una gioielleria, solo un negozietto di artigianato, ma quel gingillo gli aveva fatto subito pensare a Ginger. Quando tornò a casa notò che lei aveva gli occhi e il naso rossi e prese per buona la sua risposta che fosse raffreddata e quando gli presentò un passato di verdure che David possibilmente odiava anche di più di quelle bollite, lo sorbì mitemente nonostante fosse perdipiù acquoso e insipido. Evidentemente Ginger non doveva averci messo poi troppo amore nel cucinarlo. Poi guardarono in silenzio un po’ di televisione, passandosi uno spinello e quando il programma terminò Ginger se ne andò a letto senza chiedergli se volesse raggiungerla, dandogli solo un freddo e casto bacetto della buona notte. Mentre le immagini scorrevano sullo schermo David però nel frattempo aveva rimuginato sul giorno successivo e sulle parole infelici che si erano scambiati al telefono poche ore prima. Quando le labbra di Ginger si posarono fredde sulle sue lui immediatamente tirò fuori la lingua, ma lei si era distaccata veloce:

“Scusa, sono stanca.”

David aveva sbattuto la testa contro lo schienale del divano imprecando. Rimase per un po' a osservare il soffitto e dopo diversi minuti di riflessione lentamente sorrise: le stesse parole che gli si erano conficcate così dolorosamente nel cervello gli diedero anche un’idea per il giorno successivo. Si sfregò le mani l’una contro l’altra e si attivò.
La mattina successiva Ginger si affacciò in cucina attirata dai rumori e da un odore di bruciaticcio e rimase sulla soglia incantata dalla visione che le si presentò: David era ai fornelli, i capelli lunghi tutti arruffati, indossava solo un paio di pantaloni della tuta e uno dei suoi vezzosi grembiuli che le avevano regalato per scherzo le amiche. Aveva una sigaretta che fumava tra le labbra e stava mescolando qualcosa in padella canticchiando. Quando si voltò aveva uno sbaffo di farina sulla guancia e il sorriso più dolce: era adorabile. Spense la sigaretta da qualche parte ed esclamò:

“Amore, torna a letto: prenderai freddo e ieri eri già tutta raffreddata!”
“Cosa stai facendo?”
“Sto preparando la colazione. Una vera colazione americana, per te. Cioè senza le schifezze buone come il bacon. E volevo fare i pancake, ma non sapevo come si fanno così ho preparato delle crepes. E visto che non abbiamo lo sciroppo d’acero ho usato il miele.”

Ginger scosse la testa divertita e ridacchiò, gli si avvicinò e gli fece una carezza pulendogli il viso dalla farina:

“Sembra tutto buonissimo e tu sei stupendo.”

David sorrise compiaciuto e abbassò la testa nascondendo il viso dietro ai capelli: si imbarazzava sempre quando gli facevano i complimenti. Ginger lo cinse da dietro guardando nella padella e gli diede un bacio sulla spalla nuda, David si rigirò e le baciò le labbra e questa volta quando aggiunse la lingua lei non si tirò indietro, anzi partecipò entusiasta. Quando si staccarono le fece una carezza col dorso della mano e la spronò:

“Dai, torna a letto. Arrivo fra un minuto.”

Ginger ubbidì di buon grado, iniziava a sentire freddo con i piedi nudi e con solo la camicia da notte. Naturalmente era ancora ferita e un po’ arrabbiata per il comportamento di David, ma si era resa conto che lui ci stava provando davvero ed era tanto innamorata di lui così decise di dargli una possibilità di meritarsi il suo perdono. Quando lui la raggiunse aveva fra le mani un vassoio che appoggiò accanto a lei sul letto. Sopra aveva sistemato una tazza di caffè americano già zuccherato e con il latte come piaceva a lei, un bicchiere di succo di arancia fresco e il piatto con le crepes. Una l’aveva ritagliata a forma di cuore e spalmata di marmellata di fragole. A Ginger si sciolse il cuore dalla tenerezza: era così dolce e romantico! Lui la guardava con gli occhi da cucciolo pieni di trepidazione:

“Volevo dirti che mi dispiace per come sono stato stronzo gli ultimi tempi, io….”

Si fermò e si grattò la nuca con una smorfia, non era bravo in queste cose. Ginger si sporse verso di lui e lo prese tra le proprie braccia, gli baciò la testa e l’orecchio e la mascella. Lui mugolò e le catturò le labbra con le proprie con l’intenzione di sdraiarla, ma il tintinnio delle tazze lo fece desistere.

“Ti amo tanto..lo giuro!”
“Lo so. Solo che a volte è difficile, mi sento sola e sei l’unica persona che conosco qui, quasi.”

David le piantò un altro bacio sulla fronte e la incitò a mangiare. Lei fece del suo meglio, deglutì a fatica le crepes secche e desiderò che David avesse portato altra marmellata perchè non avevano il minimo sapore. Infatti lui le rubò un morso del dolce e fece una smorfia:

“Cavolo, ho dimenticato lo zucchero! Scusa…lascia perdere ste porcherie, ti compro qualcosa più tardi.”

A Ginger venne da ridere:

“Non fa niente, l’importante è che siamo insieme ora. Immagino che fra un po’ dovrai andare via.”

Aggiunse rabbuiandosi un poco, ma decisa a non dare a vedere quanto ci rimanesse male. Ma David la gratificò con un largo sorriso:

“Invece no! Ho cancellato tutti i miei impegni per stare tutto il giorno con te!”
“Oh, questo è il regalo più bello!”

Ginger si affrettò a posare il vassoio a terra e si gettò tra le braccia del ragazzo baciandolo con fervore. Questa volta David ebbe migliore fortuna nel trascinare la ragazza sulle coltri e scambiare con lei baci sempre più roventi. Dopo qualche minuto che pomiciano David però sollevò la testa e le disse:

“Aspetta, ho un’altra cosa per te!”

Ginger lo osservò incuriosita mentre lui andava a rovistare nella tasca del giaccone e tornò con una scatolina piatta. All’interno c’era una delicata catenella d’oro da cui ciondolava una piccola stella stilizzata. Ginger la accarezzò con delicatezza:

“E’ bellissima!”
“La stella più bella sei tu.”

Mormorò David mentre gliela allacciava al collo. Le posò un bacio leggero sulla nuca che la fece rabbrividire, lei si rivoltò tra le sue braccia e fu il suo turno a spingerlo contro il materasso. Dopo parecchi minuti trascorsi a pomiciare con sempre più passione David si fermò per chiedere:

“Vuoi sapere qual è la cosa più bella di questo San Valentino?”
“Cosa?”
“Il tempo passato insieme a te.”

Ginger affondò il viso contro il suo petto: era tanto felice.
   
 
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