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Autore: susiguci    18/02/2023    4 recensioni
Dal Capitolo I
[... Merlin era in ritardo per l'inizio delle lezioni e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.
Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, battendo forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!
'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.
"Oh, Dio! Scusami!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.
"E perché dovrei? So che l'hai fatto apposta!"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"...]
[..."Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…" disse il ragazzo dispiaciuto.
"Già … con il tuo, per l'esattezza"...]
Capitolo I revisionato
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Capitolo IV

Whyle you weren't here














 

L'estate appena trascorsa, quella in cui Merlin aveva compiuto i diciannove anni, era stata una delle migliori che il ragazzo avesse vissuto.

Ed era stata una sorpresa perché pensava che la felicità per lui fosse uno stato ormai irrimediabilmente compromesso. 

 

Aveva continuato a lavorare parecchio anche in estate, ma era riuscito a ritagliarsi qualche spazio per andare al mare. Per la prima volta dopo tanto tempo si era permesso di mettere i libri da parte. Agli esami di maturità aveva ricevuto un'ottima votazione, anche se non il massimo, per cui non era riuscito ad entrare a Cambridge, come avrebbe voluto. Tanto meno poteva usufruire della borsa di studio, messa a disposizione unicamente di coloro che avevano ottenuto la lode.

 

Forse era meglio così. La borsa di studio in ogni caso avrebbe coperto meno di un quarto delle spese universitarie di Cambridge e probabilmente lui e sua madre insieme non sarebbero riusciti a coprire tutte le rimanenti e cospicue spese.

Tra le tante università cui poteva accedere, Merlin optò comunque per un Istituto di tutto rispetto: la Greenwich University*. D'altra parte a Londra non esistevano università scadenti. Ed era situata a sole sette miglia dal suo paese, Abbey Wood, rispetto alle settanta miglia di distanza da Cambridge. Come facoltà aveva scelto biologia molecolare. Aveva dovuto sostenere un'intera sessione di esami tra aprile e maggio per provare ad accedervi ed era stato ammesso, così dopo aver conseguito il diploma aveva passato l'estate senza il fiato sul collo di nuovi esami a fine stagione.

 

Anche se sua madre si prodigava nel lavoro per poterlo mantenere agli studi, Merlin aveva cominciato a fare qualche lavoretto già da un paio d'anni. Attualmente svolgeva tre tipi di lavoro part-time. Tutte le sere, tranne nei weekend, lavorava come barista-factotum in un bar vicino a casa sua, dove lo conoscevano da sempre; di pomeriggio alternava lo studio alle ripetizioni di studenti più giovani e il sabato lavorava come truccatore presso il salone di parrucchieri, dove lavorava Gwen, una delle sue più care amiche. La ragazza l'aveva entusiasticamente presentato ai suoi datori di lavoro. 

Merlin avrebbe voluto fare un corso di visagista per ottenere almeno un primo attestato, ma non era riuscito a incastrare gli orari del corso con i suoi. I due datori di lavoro del salone avevano inizialmente storto la bocca. Senza un titolo professionale non avrebbero voluto assumerlo. Merlin chiese loro di farlo provare gratis per un sabato. In realtà quel giorno ci furono solo tre clienti che chiesero di farsi truccare ma alla fine erano rimaste tutte e tre talmente soddisfatte che Merlin ebbe il lavoro.





 

XXX





 

Dopo aver salutato Arthur quell'ultima sera insieme a casa sua, non si erano mai più rivisti, nemmeno d'estate o per le vacanze natalizie.

 

Per un paio di settimane Pendragon gli aveva inviato da Parigi alcuni messaggi e qualche selfie con famosi scorci francesi alle spalle. In quelle foto Arthur era di una bellezza talmente esagerata, da risultare persino fastidiosa. Avesse almeno usato qualche filtro! Macché! Merlin riusciva persino a notare qualche minima imperfezione: un dente appena più storto rispetto agli altri, due o tre piccole cicatrici sulla guancia, ricordo della presenza di qualche brufolo tenace, la lievissima curva del naso che si notava solo da poche angolazioni e la solita gola più scura, che ombreggiava il pomo d'Adamo più seducente mai visto: colpa della consueta rasatura approssimativa. 

Eppure Arthur rimaneva sempre il più bel ragazzo esistente.

 

Merlin gli aveva risposto gentilmente o in modo ironico, ogni volta. Neanche a dirlo non gli aveva mai inviato scatti suoi. Non si era mai piaciuto in foto: quasi non si riconosceva e ogni volta che faceva un selfie, lo cancellava immediatamente. Apprezzava solo le sue foto da bambino: grandi occhi e bocca sdentata, tenero e buffo. E tollerava le foto in cui appariva da lontano insieme a grandi quantità di persone, come ad esempio nelle foto di classe. Gli aveva inviato, però, un paio di foto dei tulipani, per dimostrargli quanto li avesse graditi e quanto si prodigasse per mantenerli nel migliore dei modi. Aveva scoperto su Internet che non era affatto facile farli crescere bene.

Poi gli aveva inviato le foto di alcuni poster che aveva in camera sua. Il primo era dei Maroon 5. E Arthur gli aveva risposto: "Se avessi immaginato che ti piacevano i vecchietti etero, ti avrei potuto presentare mio padre!"

Al che Merlin aveva riso come uno scemo e aveva replicato: "Se tuo padre fosse come Adam Levine, mi dispiace proprio che tu non l'abbia fatto!"

Infine gli aveva inviato la foto del suo poster preferito. Si trattava di una foto artistica in bianco e nero di un famoso fotografo del passato. Vi era ritratto un uomo nudo, bellissimo, che però presentava molte zone buie a coprire le parti intime. "Questa la trovi di tuo gusto?' scrisse Merlin. Aveva osato troppo?

"É fantastica! Ma perché accontentarsi di una foto così castigata se su Internet puoi vedere quello che vuoi e molto di più?"

"Sono un tipo all'antica. Preferisco il vedo-non vedo e la volgarità gratuita mi indispone!"

"Vallo a raccontare a qualcun altro, che forse ci crede…"

"Lo farò…" rispose Merlin un po' offeso. 

Come aveva fatto l'atmosfera a raffreddarsi tutt'a un tratto? Arthur sapeva essere odioso quando ci si metteva. E non demordeva.

"Se l'ultima foto che mi hai inviato è appesa nella tua stanza, come credo, spiegami com'è possibile che tua madre non sia ancora arrivata a capire che sei gay!"

"Lascia stare mia madre per favore! E bada ai fatti tuoi!"

Dopo un paio di minuti di silenzio Merlin spedì un altro messaggio. 

"Ehi, mi dispiace!"

"Tutto ok, Merlin! Non ti preoccupare! Ora devo andare. Buona giornata!" E per quel giorno non si erano più sentiti. Come si faceva a litigare, tramite messaggi, con uno dall'altra parte del globo?

 

Merlin sapeva che per continuare a mantenersi in contatto con Arthur avrebbe dovuto inviargli qualche messaggio di sua iniziativa e non solamente in risposta, ma senza sapere bene perché, non se l'era mai sentita. Il risultato fu che dopo una settimana i messaggi di Arthur cominciarono a farsi più rari e 'tiepidi'.

Dopo un'altra settimana smisero di arrivare del tutto. L'ultimo messaggio di Arthur riportava. "I tulipani gialli sono simbolo di eterna amicizia. Significano che la persona che li riceve è un po' come il sole nella vita di chi li dona. Ma ho scoperto un altro significato interessante…"

Al che Merlin aveva risposto: "Quale?"

Ma non gli arrivò più alcuna risposta. Andò a vedere su Internet ma le prime sei o sette voci riportavano sempre lo stesso tipo di significati. Si parlava anche di amore ma in modo molto generico. Inteso più come profondo affetto, simbiosi di due anime, o conforto reciproco. Il tutto in termini molto entusiastici che facevano riferimento alla gioia di vivere, all'allegria e al calore umano. Forse Arthur si riferiva a quelle definizioni?

 

La fine dei messaggi da parte di Arthur, Merlin l'aveva presa come un dato di fatto. Non c'era rimasto male, non più di tanto. Da un lato era persino sollevato. Era ancora dell'idea che frequentare un ragazzo come Arthur non fosse salutare per uno come lui.

Cosa avevano da condividere in fondo? Si erano visti due o tre volte poi l'altro era partito. Non c'era stato neppure il tempo di capire se avrebbero potuto diventare amici.




 

L'estate seguente all'incontro con Arthur, Merlin ebbe la sua prima storia vera. Il ragazzo era stato un suo amico d'infanzia. Si erano poi persi di vista quando alle medie avevano scelto due scuole diverse. E dopo anni si erano riconosciuti un giorno per caso nel bar di una piscina. Fecero in modo di incontrarsi ancora. Una sera tra tante, Merlin decise di mettere il ragazzo alla prova. Gli fece guardare un post su Instagram dove Jennifer Lopez si risposava con Ben Affleck e sussurrò: "Donna fortunata, eh?"

L'altro lo guardò incuriosito e si mise a ridere. Fu  contento quando si accorse che il ragazzo non lo trattava diversamente da prima. Ma … aveva capito? 

Poi di punto in bianco ci fu un cambiamento nel comportamento di Will, così si chiamava. Il ragazzo diventò più gentile, più sorridente e lentamente cominciò a mandare qualche 'messaggio' a Merlin che ormai era molto preso. Will si fece via via più audace e poco tempo dopo si misero insieme. Non ci fu nemmeno bisogno di un coming out formale. 

Fu una storia importante che vide Merlin felice a lungo, per quasi un anno. Gli elementi di un vero innamoramento c'erano tutti: il battito del cuore accelerato, il respiro affannoso, i primi baci, la complicità, l'amore e la scoperta del sesso. 

Per questo quando finì, Merlin soffrì moltissimo. Fu estremamente difficile e doloroso per lui lasciare Will. Si era accorto di non essere più innamorato di lui: i piccoli difetti del fidanzato gli risultavano ormai intollerabili e le occasionali liti finivano per lasciarlo furente e prostrato. 

Non era colpa di Will: lui era sempre se stesso. 

Era Merlin ad essere cambiato. E questo lo stupiva e lo rendeva scontento di sé. Aveva ottenuto ciò che aveva sempre desiderato e non gli bastava. Si sentiva superficiale e incontentabile, non molto differente da quell'Arthur conosciuto l'anno prima.

 

Aveva cercato Will ancora un paio di volte, dopo la fine della loro storia. Voleva capire se avesse potuto far tornare il loro rapporto come durante i primi tempi felici. Will non aspettava altro e entrambe le volte finirono a letto insieme. Cosa che servì solo a peggiorare la situazione, ad acuire il dolore e la frustrazione di Will e a far sentire Merlin una … merda. 

Smisero di frequentarsi completamente, anche come amici. Forse Merlin avrebbe voluto, anche solo per sentirsi meno in colpa, ma Will non ci riusciva: probabilmente non gli era ancora passata e il dolore iniziale si era trasformato in astio, se non addirittura in odio nei suoi confronti.



 

L'estate che seguì la rottura con Will era stata molto strana. Con suo sommo stupore aveva scoperto di essere molto popolare tra i ragazzi e si sentiva intimamente lusingato. Probabilmente i capelli un po’ più lunghi gli donavano. Non era più così magro: petto e spalle si erano allargati e si accorse di non essere poi così male. Forse Arthur Pendragon aveva visto giusto su di lui, dopotutto! 

 

Conobbe moltissime persone al mare, ma ne conobbe parecchia anche nel bar dove lavorava, nonostante non fosse certo un gay-bar. 

Baciò qualcuno di quei ragazzi ma non si spinse oltre. Gli bruciava ancora l'esito della sua storia con Will. 

 

E poi c'era stata quella maledetta festa di compleanno, dove aveva conosciuto quel tale misterioso e estremamente affascinante. 

Era dai tempi di Arthur che non conosceva un uomo così attraente e sexy. Merlin aveva bevuto più del solito e dentro di sé aveva già deciso che, se gliel'avesse chiesto, l'avrebbe seguito e, almeno per una volta, si sarebbe lasciato andare. Non gli importava di andare contro tutto ciò in cui credeva: i suoi buoni propositi, i suoi valori etici, dei quali era sempre stato orgoglioso, avevano già ricevuto uno scossone dopo la fine della storia con Will. Il modo in cui lo faceva sentire quell'uomo valeva bene una pazzia.

L'uomo l'aveva blandito e gliel'aveva detto molto semplicemente. 'Tu mi piaci ... Molto … Vieni via con me?'** erano state le sue parole esatte. Merlin aveva sorriso e fatto un cenno affermativo con la testa. Con il cuore in gola per l'emozione aveva bevuto un ultimo drink, che l'uomo gli aveva offerto e … si era risvegliato il giorno dopo in una stanza sconosciuta. 

Era nudo, in un letto non suo ed era solo. Non ricordava niente di niente, da quando aveva accettato di andar via con quell'uomo dalla festa. 

 

Stava malissimo. Aveva un mal di testa terribile e dolori più o meno forti in tutto il corpo. Non appena provò a muoversi, vomitò, più volte. Era poco lucido ma capì di trovarsi in una stanza d'albergo e a fatica raggiunse il telefono per chiedere aiuto al centralino. 

All'ospedale fu visitato e curato. Con suo grande sconcerto, passò inizialmente per un drogato, agli occhi di medici e infermieri. “Overdose” era stata la lapidaria diagnosi di un medico un po' incazzato. 

Come risposta alle sue proteste, Merlin fu visitato nuovamente e scoprì così di essere stato drogato con un potente sonnifero, usato di frequente anche come 'droga da stupro'. 

Ebbe una crisi di pianto quando gli dissero che era stato violentato. Lui non ricordava niente, nemmeno il nome di quel ‘bastardo’.

 

Entrò in una sorta di depressione: smise di andare a lavorare. Con sua madre disse di avere una leggera forma di labirintite che lo costringeva a stare a letto la maggior parte del tempo, ma si sforzava anche di scherzare con lei per non farla preoccupare. 

Hunith però non era tranquilla e chiamò un amico di Merlin: Gwaine. 

Lui gli stette addosso come un falco, riuscendo a farsi dire ciò che gli era successo. Grazie all'amico, Merlin riuscì a reagire in qualche modo e tornò a lavorare, nel giro di qualche giorno. Stava inoltre per ricominciare la scuola. Era l'anno del diploma: smise di uscire con gli amici e di frequentare ragazzi per tutto l'anno scolastico. Buttarsi a capofitto nello studio e nel lavoro gli fu d'aiuto per superare quella brutta storia. Almeno in parte. Gwaine all'inizio, avrebbe voluto accompagnarlo alla polizia per sporgere denuncia. Ma Merlin era convinto che fosse anche colpa sua. Non appena aveva deciso di uscire fuori da quello che riteneva essere per lui il giusto seminato, era stato punito, in uno dei modi peggiori.

La cosa di cui Merlin non riusciva assolutamente a capacitarsi era il motivo per cui il suo aggressore l'avesse prima drogato poi violentato mentre non era cosciente, quando l'uomo sapeva benissimo che Merlin sarebbe stato del tutto consenziente e più che pronto a fare sesso con lui. 

 

Certa gente era fuori di testa!

 

Non disse nulla nemmeno a sua madre: l'avrebbe fatta soffrire troppo, senza contare che avrebbe dovuto palesarle la sua omosessualità.


Dopo gli esami di maturità si era ripromesso di continuare a non frequentare ragazzi per molto tempo ancora. Quell'anno senza interferenze amorose era stato particolarmente ricco di soddisfazioni scolastiche e povero di pene d'amore. Chi aveva detto che senz’amore si stava male? E senza sesso? Sarà stato per il fatto che ogni pensiero sul sesso veniva da Merlin associato a ciò che gli aveva fatto quell'uomo, che cominciò a pensare di essere diventato asessuale.

 

Invece per caso quell'estate aveva conosciuto un gruppo di ragazzi e ragazze molto simpatici, a Canvey Island.

Sembravano ragazzi a posto. Si divertivano, amavano la musica, ballavano. Sembravano essere uguali agli altri ma con il tempo si accorse che non era così. Non erano necessariamente migliori, ma Merlin li preferiva. Nel gruppo c'erano ambientalisti, animalisti, pacifisti e quasi tutti erano impegnati in maniera diversa nel sociale. 'Sarò finito in un gruppo di chiesaroli' si disse non sapendo più cosa pensare. 

Con poche eccezioni quei ragazzi amavano l'arte, lo studio e lo sport. Quando capì che il gruppo non c'entrava con la chiesa, con i boy scout e nemmeno con gli alieni, temette quasi di essere finito in una setta o, ancora peggio, in una di quelle confraternite tipiche delle università americane, dove succedeva di tutto.

 

Qualcuno aveva coniato per loro il termine 'los druidas' in spagnolo, e Merlin lo trovava molto azzeccato come nome. Era stato accettato immediatamente da tutti i componenti e a Merlin faceva piacere, anche se faceva molta fatica a fidarsi completamente di loro e si ripromise di andarci molto cauto.

C'era però questo ragazzo di nome Percival all'interno del gruppo, che lo confondeva. Era il ragazzo più dolce e gentile che avesse mai conosciuto. Se lo ritrovava spesso alle calcagna, ma non gli aveva mai chiesto o fatto capire niente. Percival era un'armadio pieno di muscoli ed era un ottimo giocatore di basket. Aveva un viso molto bello, ma era anche molto timido. Merlin non riusciva a capire come un ragazzo perfetto come lui sotto tutti i punti di vista, potesse avere un sacco di turbe emotive e di complessi. Secondo lui, Percival era affetto da timidezza patologica. I suoi genitori dovevano essere stati pessimi con lui… 

 

Con il passare del tempo Merlin ebbe modo di apprezzare sempre di più il ragazzo. E incominciò a fantasticare su di lui. Percival era l'unico ragazzo che avrebbe potuto toglierlo dal pantano emotivo che da tempo lo invischiava. 

Fu Merlin ad invitarlo a uscire da soli.

Percival accettava puntualmente tutti i suoi appuntamenti, dimostrando di divertirsi ma comunque il ragazzo rimaneva sempre sulle sue. 

Merlin non era nemmeno sicuro che fosse gay.

Tutti quei preparativi furono estenuanti per Merlin: divenne quasi una sfida tra sé e sé. 

Stavano uscendo già da un paio di mesi quando capì che se avesse voluto di più da quel ragazzo avrebbe dovuto fare tutto da solo. Merlin aveva sempre preferito essere corteggiato che non il contrario, anche se in quei casi, lui faceva la sua parte lanciando qualche segnale, se era interessato al ragazzo in questione.  

Dovette quindi rimboccarsi le maniche. Sceglieva i posti da frequentare, i giorni e le ore degli appuntamenti, lo corteggiava nel modo più diretto che riusciva. Questo gli diede modo di capire qualcosa di più su se stesso: quanto era comodo e piacevole prendersi tutti i complimenti e le attenzioni? Quanto era difficile essere coraggiosi (almeno per uno poco sicuro dei suoi mezzi come lui), essere seducenti senza andare oltre la decenza, essere divertenti, base di ogni buon rapporto, etero o omo che fosse? 

Si trattava di mettere a nudo le proprie fragilità, di assumersi le responsabilità che comportava prendere in mano la situazione, di rischiare di ricevere un doloroso 'non ti voglio'.

 

Una sera non poté più e lo fece. 

Lo attaccò al famoso muro, che poi era un grosso palo della luce. L'esile Merlin che letteralmente, attaccava al palo il gigantesco Percival: gli sembrava di vedersi da fuori e si sentì ridicolo. Con le braccia gli si era attaccato al collo, per tirarlo giù verso di sé. Ma non c'era verso. Stava per abbandonare il tentativo, umiliato dalla rigidità fisica ed espressiva dell'altro, quando si sentì sollevare per i fianchi fino all'altezza giusta. Merlin gli aveva sorriso di sollievo e lo aveva baciato con passione. Incredibilmente l'altro aveva ricambiato il bacio. 

Fu un gran bel bacio.

Per non parlare degli abbracci in cui Merlin si perdeva quasi soffocato e inebetito da tanta tenerezza.

Si frequentarono per un mese poi, visto che le cose non andavano mai oltre ai baci e non procedevano in senso fisico come sperava, organizzò una settimana in montagna, la prima vera vacanza della sua vita. E fu qui che fecero l'amore per la prima volta. Ovviamente aveva dovuto fare tutto lui. Si era spogliato, aveva spogliato l'altro e gli si era steso sopra per baciarlo. E fortunatamente, come era stato per il primo bacio, Percival si era lasciato andare.

 

Percival cambiò persino università, per stargli vicino. 

Merlin lo incontrava solo durante le ore di chimica. Il suo ragazzo studiava fisioterapia dello sport. Per le restanti ore frequentavano materie e aule diverse. Stavano insieme solo i fine settimana quando in pratica Merlin si trasferiva da lui.


Hunith non sospettava niente ed era contenta che Percival fosse amico di suo figlio. L’aveva visto qualche volta dalla finestra e lei gli aveva fatto alcune domande: sembrava un bravissimo ragazzo. Peccato che avesse la pelle del viso sempre così rossa. Forse soffriva di psoriasi…

 

Merlin non aveva ancora fatto coming out con lei e non aveva mai fatto entrare alcun ragazzo in casa. Il che era abbastanza strano anche per un ragazzo etero.

C'era da dire che a Hunith un po' dispiaceva che Merlin non avesse mai portato in casa nessuna ragazza. Ma in fondo suo figlio aveva solo diciannove anni. Lei ne aveva sedici quando si fidanzò con Balinor e lui poco di più. Altri tempi!



 

xxx




 

Stava prendendo un caffè al bar della scuola, durante un'ora buca. Si era seduto a un tavolino seminascosto e stava ripassando sul cellulare un argomento importante e ostico come i genomi comparativi dei batteri patologici.

 

Nel frattempo era entrata molta gente ma Merlin quasi non se ne accorse, tanto era preso dalla lettura.

 

Quando fu ora di andare, il ragazzo fece per uscire dal bar. Nella ressa individuò la testa bionda di Arthur, in piedi vicino al bancone. Era vicino a una ragazza alta quasi come lui. Il viso non le si vedeva. Con la mano ogni tanto ravviava i capelli scuri e ondulati, così belli che avrebbero fatto invidia al suo amico Gwaine. Era fasciata da un elegante abito verde mare, che pur essendo castigato, metteva in risalto il suo corpo perfetto. Arthur le teneva un braccio attorno al collo, come se la ragazza fosse roba sua. Che si fosse ravveduto nel frattempo? Fatti suoi. Merlin aveva altro da pensare. Doveva muoversi se non voleva fare tardi a lezione. 

Era soddisfatto di sé. Vedere Arthur quel giorno non l'aveva scombussolato più di tanto e comunque non come era capitato qualche giorno prima, quando l'aveva rivisto sul campo di basket, dopo anni. 

Subito prima di entrare in aula, mentre toglieva la suoneria al cellulare, gli arrivò un messaggio.

 

'Hai finito di scappare?'

 

Lesse il nome del mittente: King Arthur. Così l'aveva nominato una volta, sul suo telefonino. 

Arthur non aveva cancellato il suo numero? Beh, nemmeno lui l'aveva fatto. 

Non aveva tempo per rispondergli. In realtà non aveva voglia di rispondere. Per scrivere cosa poi? Accidenti ad Arthur! Gli sembrava un messaggio sensato da inviargli, quello? Gli venne un gran nervoso. 

Entrò in aula e si sedette vicino a Percival che gli fece un gran sorriso. Merlin gli sorrise a sua volta, poco convinto. Più tardi gli avrebbe detto del messaggio di Arthur e si sarebbe fatto consigliare da lui. No! Meglio di no. Non voleva rischiare di litigare con il suo ragazzo per … niente! Ecco, ora sì che era scombussolato!












 

*Non m'intendo di università inglesi, per cui abbiate pazienza. Anche se le informazioni su Cambridge dovrebbero essere abbastanza veritiere.

 

**In questo punto della storia ci sono vari riferimenti ispirati direttamente alla storia di Jeffrey Dahmer, anche se non è lui l'uomo di cui si parla.

 
   
 
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