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Autore: Amaranthine    23/02/2023    1 recensioni
La vita di Lucius Malfoy procede secondo i piani. Con l'inizio del settimo anno è diventato Caposcuola, frequenta Narcissa Black, una splendida Purosangue che ha intenzione di sposare dopo la scuola, e presto si unirà ai Mangiamorte, di cui è già un fervente sostenitore.
Non si aspetta certo che una Hufflepuff impicciona arrivi a scombinargli i piani. Soprattutto perchè è pure una Nata Babbana...
[Questa è una raccolta di flashback scritti per la mia fanfiction Serpensortia, ma sono pensati per essere letti anche come una storia a sè. Troverete infatti anche dei capitoli inediti].
- Aggiornamenti sporadici -
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Andromeda Black, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Ted Tonks
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ciao! Se avevi già letto i precedenti primi capitoli di questa storia, ti avverto che li ho modificati. Questo piccolo prologo è un modo per vedere se le reazioni dei lettori saranno positive o meno. In ogni caso, ho una trama piuttosto interessante in mente, stavolta, e tornerò a lavorarci tutte le volte che potrò. Avviso che userò i nomi dei personaggi in inglese, anche quello di Silente, per motivi di comodità: così quando dovrò tradurre i miei capitoli non rischierò di fare leggere ai lettori stranieri di AO3 i nomi dei personaggi in italiano (è già capitato, sigh).

 

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Prologo










 

Hogwarts, 1971

 

Nella Sala Comune di Slytherin, alla luce delle fiamme danzanti, si erse un giovane Lucius Malfoy. Con i capelli biondi perfettamente pettinati all'indietro e il viso aristocratico, emerse dalla penombra con un'aura di eleganza sinistra. Prima di ritirarsi per la notte, si era tolto la divisa di Hogwarts per indossare la lunga veste nera che mosse con grazia mentre si avvicinò al camino, il cui fuoco danzava nei suoi occhi grigi come se riflettesse l'ardore ambizioso di chi intratteneva.

Il fuoco gettò sfumature oscure sui suoi lineamenti affilati, accentuando il suo sguardo penetrante. La sottile curva del suo sorriso sembrava nascondere dei segreti indicibili. Osservò cautamente i suoi compagni che discutevano vicino a lui in un mormorio indistinto e asfissiante come un veleno. Il loro atteggiamento era composto, ma intriso di un'aura di minaccia latente.

Tra il gruppo di confabulatori, spiccò la presenza di Narcissa Black. Elegante e imponente, la secondogenita dei Black era una figura dominante tra i suoi compagni. Indossava abiti che sfoggiavano l'emblema di Slytherin con una grazia quasi regale, e i suoi capelli biondi cadevano morbidi sulle spalle come una cascata d'oro. Il suo viso era perfetto, scolpito come una statua antica, con lineamenti affilati.

Nonostante la sua freddezza, quegli occhi azzurri, acuti e penetranti, erano rivelatori della sua più grande passione. Il modo in cui guardava Lucius, come se il compagno fosse il centro del suo universo, svelava un amore profondo e incondizionato. Anche quando Narcissa era coinvolta in discussioni con gli altri compagni, il suo sguardo si ritraeva spesso su Lucius, come se cercasse il suo consenso o volesse decifrare i suoi pensieri. Come se sperasse di vederlo geloso, il più delle volte trovava in lui proprio ciò che cercava.

Le sue mani, belle e impeccabili come quelle di una dama, tenevano con delicatezza la bacchetta. I suoi occhi non si distolsero mai dal suo amato. Il suo amore era una fiamma costante che bruciava nel buio della Sala Comune di Slytherin.

Neanche Lucius, circondato da quell'aura di potere e mistero, poteva fare a meno di essere affascinato dalla presenza di Narcissa. Era sempre stato così, con lei. La trovava affascinante. Ogni linea del suo viso, ogni gesto, sembravano scolpiti in un'arte che sfidava il tempo.

Ammirava la sua forza, la determinazione con cui brandiva i vessilli della purezza del sangue; era la Purosangue perfetta, al pari di lui, e questo fatto non gli sfuggiva. Tuttavia, per Lucius, il loro legame era un dovere, prima ancora che un piacere. Vedeva in Narcissa una compagna ideale, la partner perfetta per la sua scalata al potere. Il loro matrimonio, non ancora programmato ma certamente imminente, era una mossa strategica, una connessione che serviva gli interessi delle loro famiglie e del loro lignaggio. Nonostante il rispetto e l'affetto che provava per lei, e pur sapendo che il loro destino era intrecciato, Lucius era consapevole che i sentimenti di Narcissa bruciavano molto più dei suoi.

La luce fioca della stanza gettava ombre sinistre sui loro volti giovani ma determinati. Lucius iniziò a parlare con una voce sussurrata e controllata, come se ogni parola contenesse un oscuro segreto:

"Mi sono giunte delle voci. Voci molto importanti, che riguardano il nostro Oscuro Signore. Hogwarts è il cuore pulsante del mondo magico, e sembra che rappresenti uno dei suoi interessi più grandi. Chissà quanto ci sarà riconoscente, se dei ragazzi come noi lo aiutassero a raggiungere il suo scopo: conquistare il Castello, piegarlo al suo oscuro volere."

McNair, un giovane con un'aria risoluta e occhi penetranti, ascoltò attentamente, con il suo sguardo che sembrava scrutare le profondità delle parole di Lucius. Goyle e Crabbe, due giovani robusti e muscolosi, erano appoggiati vicino al camino; le loro espressioni erano dure ed esprimevano mancanza di ingegno, ma sembravano pronti ad obbedire senza esitazione a ogni comando di Lucius.

"Il Signore Oscuro sarebbe un preside migliore di Dumbledore." Sussurrò Narcissa, stringendo il pugno attorno alla sua bacchetta, animata dal suo fervore maligno e combattivo. "Hogwarts sarebbe ripulita da quegli sporchi Mudblood e trasformata in un tempio per soli Purosangue, secondo il volere di Salazar Slytherin; e noi studieremmo le Arti Oscure invece di quelle sciocchezze di Difesa. Se c'è qualcosa che possiamo fare per aiutarlo, allora facciamolo." Il suo sguardo ardente rivelava un intenso desiderio di cambiamento.

McNair, Crabbe e Goyle annuirono con cautela, i loro sguardi rivelando la paura latente di essere scoperti. Tuttavia, nella Sala Comune di Slytherin, anche i suoni erano carichi di un'atmosfera sinistra. L'ambiente era pervaso da un incessante sussurro sommesso, come il lamento misterioso delle creature marine che sembrava emergere dalle profondità oscure del lago. Attorno a loro, i sussurri degli studenti erano come il movimento silenzioso dei serpenti nell'erba; gli sguardi che si scambiavano erano freddi e scrutatori, e ogni parola era valutata attentamente prima di essere sussurrata nell'aria. I rumori dei libri che si aprivano e si chiudevano con un tonfo e delle piume che graffiavano la pergamena riempivano l'aria, interrotti soltanto da qualche risata amara o un commento sprezzante. Il fruscio delle vesti di seta e velluto mentre gli studenti si muovevano con eleganza faceva da sottofondo.

Lucius si preparò a prendere la parola con calma. Incrociò lo sguardo intenso di Narcissa e incastrò le loro iridi con la più solenne devozione: "Narcissa adorata, il tuo ardore è una dolce, oscura melodia che fa battere il mio cuore. Ascoltarti scioglie in me ogni dubbio, se mai ne ho avuti, sull'averti scelta come futura sposa. Posso già vedermi tra qualche anno, a sedermi alla destra del Signore Oscuro, con te sempre al mio fianco. Io e tu, una cosa sola."

La ragazza bionda tremò di passione per quelle parole, la bocca leggermente socchiusa, come se in cuor suo sognasse già di cadere tra le braccia del suo amato. "Lotteremo perché ciò avvenga." Affermò con decisione.

"E sia. Aiuteremo il Signore Oscuro a diventare il legittimo padrone di Hogwarts. Lotteremo per lui e per il sangue puro dei maghi."

"Toujour pour." Era il fanatico sussurro di Narcissa.

"Come faremo?" La domanda diretta di McNair riportò i due amanti coi piedi per terra. "Dumbledore è un debole, ma non è uno stupido. Non permetterà mai al Signore Oscuro di avvicinarsi a Hogwarts."

"Lo farà, se troveremo il modo di indebolire la sua influenza sulla scuola."

"Sarebbe a dire?"

Un ricordo risalente al mese precedente si affacciò nella mente di Lucius. Uscendo dalla stanza, dopo una lezione, camminava con passo fermo e sostenuto, quando era inceppato in una ragazza bionda di Hufflepuff. Aveva già avuto la sfortuna di conoscerla perchè frequentava il suo stesso anno, e l'unica cosa che aveva appreso di lei in sei anni di scuola era che fosse una Mudblood, e tanto bastava. Jane Jensen, questo era il suo nome babbano, doveva sapere che tipo fosse, perchè gli stava sempre alla larga. Quel giorno però, per colpa del corridoio troppo affollato, il suo corpo lo aveva urtato, prima di ritirarsi rapidamente, spaventata e in imbarazzo, costringendo la giovane a scusarsi in fretta.

Lucius si era fermato, e il suo sguardo aristocratico si era posato su di lei. Con una voce aspra, aveva sussurrato a bassa voce, così che solo lei potesse sentire: "Bada a dove cammini, lurida Mudblood."

Le sue parole erano state taglienti come lame, sprezzanti e offensive. La giovane, ferita da quelle parole, si era chiusa in se stessa ulteriormente, gli occhi pieni di lacrime e il volto contratto dall'umiliazione. Stranamente non aveva reagito, ma alcuni amici della ragazza lo avevano fatto al posto suo. Avevano sentito, per cui si erano indignati e avevano iniziato a protestare contro di lui, cercando di convincerlo a scusarsi.

La tensione era aumentata, ma Lucius restava impassibile, il suo viso non mostrava alcun segno di pentimento o rimorso. Gli amici della ragazza, frustrati dalla mancanza di giustizia, si erano poi rivolti al professor Slughorn, sperando di trovare in lui il coraggio di prendere provvedimenti contro il giovane Malfoy. Ma l'insegnante non l'aveva fatto.

Tuttavia, la giustizia cercata dagli Hufflepuff sembrava essere stata messa in moto da forze più alte. Quella stessa sera, durante la cena nella Grande Sala di Hogwarts, Lucius si era ritrovato una lettera indirizzata a lui, redatta dal preside della scuola, Albus Dumbledore. La lettera era breve ma inequivocabile: come punizione per il suo comportamento, Lucius era obbligato a seguire una lezione di Babbanologia. Suo padre Abraxas si era ribellato a quell'umiliazione, ma non c'era stato nulla da fare. Sebbene a pochi importasse dei Babbani, si era diffuso un venerando rispetto nei confronti del preside che era più forte di qualunque magia. Lucius aveva infine dovuto assistere a una materia che mai avrebbe voluto affrontare, e il risentimento lo consumava ancora dall'interno.

"Dobbiamo sfruttare le sue debolezze. I Mudblood sono il suo punto debole. Da quando il Signore Oscuro ha riunito attorno a se i suoi seguaci, in questa scuola si respira per contrappeso una sorta di insopportabile devozione nei confronti di quella feccia. Dobbiamo fargli capire che non sono così innocui come crede che siano. E quando sarà completamente assorto dal problema dei Mudblood, noi penseremo ad avvantaggiare il Signore Oscuro."

McNair annuì in segno di comprensione, Crabbe e Goyle mostrarono i pugni. Erano pronti ad eseguire il piano.

Poco dopo, Lucius e Narcissa si ritrovarono in un angolo oscuro della sala comune di Slytherin, lontani dagli occhi indiscreti degli altri studenti. Una luce fioca danzò sul loro viso.

I loro sguardi si incontrarono come due stelle in un cielo notturno, profondi e penetranti. Gli occhi azzurri di Narcissa fissarono quelli grigi di Lucius; l'uno era il riflesso dell'altro.

Il ragazzo si avvicinò a lei con grazia e sicurezza, e i suoi capelli biondi caddero con eleganza mentre si chinò. Le sue mani, fredde come il marmo, sollevarono il mento di Narcissa con gentilezza, avvicinandola ancora di più. Lei sospirò leggermente. Era pronta a seguirlo ovunque, fino alle profondità più tenebrose delle Arti Oscure.

L'intera scuola sembrò svanire mentre il mondo si strinse intorno a loro. Il loro contatto fu elettrico, carico di promesse. Le loro labbra si incontrarono in un bacio appassionato che espresse una fame ardente. Le mani di Lucius si avvolsero con delicatezza intorno alla vita di Narcissa, mentre le sue dita si intrecciarono nei suoi capelli biondi come seta.

Dopo il bacio, rimasero vicini l'uno all'altro, i loro occhi ancora fissi e le loro labbra leggermente arrossate dall'intensità del momento. Non ebbero bisogno di parole. Sapevano che il loro legame fosse destinato a durare per sempre.



 

   
 
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