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Autore: SterekIsTheWay120    23/02/2023    2 recensioni
[Ff sterek ambientata alla fine del film di tw]
«Figliolo dovresti tornare a Beacon Hills...» [...]
«...si tratta di Derek...» [...]
«Stiles, Derek è morto stanotte.»
Stiles distrutto torna nella città che ha rappresentato il loro 'nido d'amore' tanti anni addietro, per partecipare al funerale del suo ex marito e per affrontare il lutto con il proprio figlio e la cognata.
AVVERTENZE:
· la stydia non si è mai canonizzata.
· mpreg (non è una omegaverse, ma se Jeff Devis può far risorgere Allison, io posso far nascere Eli direttamente da Stiles)
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Mpreg, Spoiler!
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Derek Hale era morto e il suo sacrificio lo aveva reso un vero alpha. Tuttavia a quale prezzo? Aveva abbandonato Eli, il suo amato figlio. Nato dalla sua storia con Stiles, l'amore della sua vita. La loro piccola meraviglia, se si considera che il giovane Stilinski era sopravvissuto per miracolo al parto. Era una fortuna che il legame tra compagni che li legava potesse modificare persino un corpo umano al fine di portare avanti la stirpe. Tuttavia l'amore e il legame speciale che li univa non era bastato...

«Figliolo dovresti tornare a Beacon Hills...» disse lo sceriffo, omettendo il motivo di quella richiesta insolita. Suo figlio da dopo la rottura con Derek non aveva più passato più del minimo tempo necessario nella sua città natale.

«Io e Derek eravamo d'accordo che Eli sarebbe stato con lui fino alla settimana prossima. Sai che a me non fa piacere tornare e Cora non ha tempo di venire a prenderlo prima.»

Cora era stata la miglior cognata-sorella-zia del mondo negli ultimi dieci anni, da dopo il divorzio. La lupa provava un grande affetto per l'umano e si era innamorata alla follia del suo nipotino già alla sua nascita. Non aveva mai approvato particolarmente la separazione del fratello da Stiles, tuttavia s'impegnava a fare da "cuscinetto" alla coppia, che a stento comunicava, per far pesare il meno possibile la cosa a Eli.

«Stiles non hai capito, Eli ha bisogno di te.»

«Gli è successo qualcosa? Sta male? Ti prego dimmi che non gli è successo nulla papà» disse il giovane, la voce chiaramente incrinata dalla preoccupazione.

«Oh no, lui sta bene, be fisicamente parlando... la verità è che si tratta di Derek, ma volevo dirtelo di persona» rispose titubante. Nonostante il leggero astio dovuto alla separazione, lo sceriffo sapeva che suo figlio amava ancora il suo ex marito, nonostante avesse provato più di una volta a rifarsi una vita con altri uomini ed altre donne, perciò era terrorizzato all'idea di come avrebbe appreso la notizia che Derek Hale era morto.

«Papà, cos'ha Derek?» domandò allora, con in testa mille scenari di catastrofi differenti. In dieci anni non avevano mai 'sgarrato' con i momenti di affido di loro figlio, se non per questioni incredibilmente gravi, come la volta in cui Stiles era rimasto gravemente ferito durante un'incursione. «Papà?» domandò sta volta con la voce tremolante, data l'esitazione del padre.

«Stiles, Derek è morto stanotte.»

E in quel momento il poco del cuore di Stiles che era riuscito a rimettere insieme dopo la rottura col suo compagno, andò in pezzi.

Stiles era al lavoro quando lo aveva chiamato suo padre per annunciargli l'accaduto, non aveva fatto in tempo a spiegargli meglio le circostanze perchè il giovane agente nel sentire "Derek è morto" aveva lasciato cadere il cellulare, accasciandosi sulla sedia della sua scrivania e sentendosi mancare l'aria, con un attacco di panico in corso.

In quel momento, senza fiato e nel panico più totale, realizzò. Durante la notte era stato male, si era svegliato di soprassalto urlando, sentendo una gran morsa di dolore al petto, prima di sparire e lasciarlo con un lieve fastidio al torace. Quello che era stato come uno squarcio invisibile, doveva essere il legame che si spezzava.

Solo con l'intervento di Meredith, sua collega e partner sul lavoro, era riuscito a calmarsi dopo un bel po' di tempo dall'attacco di panico. Si era calmato, ma tutti gli arti gli tremavano e le lacrime lottavano per uscire dai suoi occhi. Prese alcuni respiri profondi prima di riuscire a riprendere il cellulare «cosa gli è successo?»

«Stiles, Mason ha mandato Corey a prenderti. Quando sarai qui ti spiegherò ogni cosa» rispose semplicemente, da lì il ragazzo capì che c'era altro, ma non pronto ad affrontare il tutto tramite una telefonata lasciò correre e riattaccò la chiamata.

Spiegò la situazione alla sua partner, che prontamente lo mandò a casa a prepararsi dicendo che si sarebbe occupata di tutto lei. Giusto il tempo di precipitarsi al suo appartamento a recuperare tutto il necessario, che Corey lo aveva raggiunto, per scortarlo di nuovo a Beacon Hills, la città che da dieci anni evitava per non dover fronteggiare tutti i ricordi.

Quando lo sceriffo aprì la porta di casa, guardò un attimo il figlio, poi lo strinse forte a sè in un abbraccio. «Forse dovresti andare da Eli, è nella tua stanza» disse staccandosi «poi ti spiegherò tutto» lo rassicurò. Stiles annuì semplicemente, prima di correre letteralmente su per le scale, per raggiungere suo figlio.

Lo trovò a letto, raggomitolato sotto una montagna di coperte. Il tessuto tuttavia non nascondeva i tremiti e i singhiozzi strozzati che provenivano dal di sotto. L'umano si avvicinò piano, sedendosi sul letto e cominciando ad accarezzare la figura coperta del figlio. Solo allora l'adolescente sbirciò dalle coperte, spalancando gli occhi alla vista del padre.

«Papà» esclamò prima di alzarsi a sedere e di buttarsi a capofitto su di lui abbracciandolo forte, mentre le lacrime continuavano a sgorgare.

«Sono qui Eli, sono qui» disse stringendolo a sè.

Padre e figlio passarono così lunghi minuti, confortandosi l'un l'altro. Ad un certo punto però Eli si staccò, tirò su col naso e guardò l'unico genitore che gli era rimasto, ponendogli la domanda "decisiva": «qualcuno ti ha già raccontato tutto?» Stiles negò e allora l'adolescente si fece forza, a raccontare per filo e per segno ogni evento.

Allison non morta, ma bloccata. Scott, Lydia e Malia che compievano un rituale per riportarla indietro, lei che tornava in vita, senza i ricordi che la legavano a Scott, tuttavia col ricordo dell'odio che aveva provato per Derek, cominciando così la caccia all'ex alpha, attentando anche alla vita di Eli stesso.

Solo allora il giovane licantropo aggiunse un nuovo individuo al racconto: il nogitsune, che aveva contribuito a manipolare Allison contro i licantropi. Stiles trattenne il respiro e faticò a tenere sotto controllo l'ansia provocata dai ricordi di quell'essere. L'idea che quel mostro si fosse avvicinato a suo figlio però lo turbava ancor di più.

«Papà cominci ad emanare un forte odore» disse preoccupato il ragazzino. L'uomo allora si riprese un'attimo dai suoi pensieri spalancando gli occhi «riesci ad usare i tuoi sensi soprannaturali?»

Eli annuì, illuminando gli occhi di un intenso giallo dorato «è successo tutto così in fretta, ancora non li comprendo bene, ma papà lo ha visto» disse accennando ad un sorriso triste. Il genitore lupo lo aveva sempre spronato a trasformarsi e continuava a proporgli di insegnargli tutti i "segreti" dell'essere lupo, il giovane però era in qualche modo bloccato, non ne era in grado... e Derek si dava la colpa di questo.

«Devi averlo reso davvero orgoglioso» esordì l'umano stringendogli una mano sulla spalla «l'odore che hai sentito, credo fosse la puzza dell'ansia, o la paura, o tristezza... non ti nascondo che sono incredibilmente turbato da tutto questo, quindi i miei sentimenti sono come delle montagne russe. Io non potrò aiutarti molto con tutto questo, ma tua zia... lei lo farà, ti insegnerà tutto quello che tuo padre ha trasmesso a lei.»

Proprio in quel momento la porta si aprì di scatto, facendo entrare una Cora Hale sconvolta che corse ad abbracciare i due. Una volta staccati, Eli si spostò un po' sul letto, lasciandola sedere vicino a loro.

«Non riesco ancora a crederci» esordì la lupa, prima di rituffarsi tra le braccia del cognato e cominciando a lasciar uscire le lacrime che doveva aver trattenuto fino ad allora. 

L'umano le accarezzò i capelli, avrebbe davvero voluto confortarla, ma anche lui era a pezzi e non sapeva da dove cominciare a consolarla. Così gli disse la novità di Eli, pensando che avrebbe potuto distrarla almeno un po'.

Lei lo guardò, con gli occhi ancora colmi di lacrime e tirando su col naso «è davvero fantastico cuccioletto, finalmente!» illuminò gli occhi e il nipote fece lo stesso in risposta.

«Hey coca, Eli mi stava spiegando tutto l'accaduto, te la senti di sentirlo ora?» domandò Stiles, usando di proposito il nomignolo della lupa, nella speranza di strapparle un piccolo sorriso. Coca, era nato da suo figlio quando era ancora piccolo, non era in grado di dire il nome correttamente, così lei era stata ribattezzata la zia coca.

«Non credo che potrei mai essere pronta, ma devo sapere. Gli altri sono stati disposti a dirmi solo che ha scelto di sacrificarsi.»

E come discutere per questa scelta del branco? Nemmeno a l'umano avevano lasciato riferire nulla. Temevano la reazione di un semplice uomo, non avevano idea di cosa aspettarsi da una lupa mannara.

«In breve, il nogitsune si è tolto le bende e sotto lui era... una specie di lupo. Papà, Scott ed io lo abbiamo affrontato, riuscendo a bloccarlo. A quel punto papà e Scott lo hanno tenuto fermo e Parrish avrebbe dovuto bruciarlo. Papà ha cacciato Scott dicendogli "Scott tu sei l'alpha, ora lui fa parte del tuo branco", poi si è rivolto a me dicendomi di badare a te e di dirti che ti aveva sempre amato» il cuore di Stiles perse un battito.

Derek lo amava ancora. Allora perchè in dieci anni non aveva tentato di risanare i rapporti? L'umano era convinto di essere rimasto il solo tra i due a provare qualcosa, quindi aveva semplicemente rinunciato a combattere.

Flashback delle loro ultime litigate si fecero insistenti nella sua testa. In passato si erano detti parole terribili in alcuni di questi litigi finali, ma la loro ultima lite fu la decisiva, la goccia che fece traboccare il vaso.

«Derek ma ti vedi? E' possibile che non riesci a non comportarti da stronzo totale?» urlò il minore.

«Non lo sono forse sempre stato?» rispose semplicemente il licantropo con nonchalance che mandò ancora di più su tutte le furie l'umano.

«Non così, si lo eri un po' all'inizio, ma almeno mi hai sempre portato il rispetto che meritavo. Non mi sarei mai sognato altrimenti di accettare il nostro legame. Non avrei mai accettato di rischiare la vita per mettere al mondo un figlio, con un individuo come te» sbottò arrabbiato oltre ogni limite e sull'orlo di un pianto nervoso. Non credeva pienamente in quelle parole dettate dalla rabbia, soprattutto perchè amava Eli con tutto sè stesso e avrebbe rischiato la morte altre milioni di volte solo per averlo. Amava tantissimo anche Derek, ma da un po' ormai il suo carattere era cambiato, rendendo la loro convivenza impossibile.

«Stai rinnegando il nostro legame?» domandò il lupo senza lasciar trasparire alcuna emozione.

«Forse.»

«Bene, allora non vedo cosa ci facciamo qui insieme, è inutile provarci, faremmo solo star male nostro figlio» e quello fu l'ultimo litigio effettivo. Derek quella sera fece le valigie, lasciando casa loro e rifacendosi vivo solo qualche giorno dopo con un documento di divorzio.

Stiles troppo ferito, da tutti gli ultimi scontri, firmò tutto in maniera impulsiva, lasciando a Derek la loro casa di Beacon Hills e trasferendosi definitivamente nell'appartamento di Washington.

«E' poi è stato bruciato dal fuoco infernale di Parrish» s'intromise una voce. Peter entrò nella stanza con un'aria stanca «sono venuto a farvi le mie condoglianze» disse semplicemente guardando di sottecchi la lupa.

Le ultime ore erano state devastanti per lui. Vedere Derek bruciare aveva riaperto vecchie ferite dolorosissime che credeva di aver superato da tempo. Il nipote non lo trattava nei migliori dei modi, dopo tutti i casini che aveva combinato, ma nonostante questo non riusciva a non volergli bene, dopotutto, era l'unico membro della famiglia a considerarlo ancora un parente visto che Cora al contrario del fratello non aveva mai tentato di costruire un rapporto con lui e sua figlia... lei era complicata.

Cora lo fissò senza dir nulla ed Eli fece lo stesso, «grazie Peter» disse semplicemente Stiles «grazie da tutti noi.» L'uomo colse il congedo e se ne andò.

«Papà non è solo bruciato, i suoi occhi... sono cambiati» spezzò il silenzio l'adolescente «sono diventati rossi come quelli di Scott.»

«Derek è diventato un alpha?» spalancò gli occhi la ragazza, «un vero alpha» specificò il cognato.

«Presumo di si» rispose il giovane «ma questo non cambia nulla purtroppo.»

.

«Sono ancora amareggiato nei confronti da voi» disse l'agente «avreste dovuto chiamarmi. In caso di pericolo, avrei ignorato i motivi che mi tengono distante da questa città.»

Scott, Malia e Lydia erano andati a casa Stilinski, per confortare gli Hale rimasti e Stiles, tuttavia lui oltre al dolore del lutto stava provando un gran risentimento nei confronti del branco, dei suoi amici.

«Non volevamo risvegliare in te i ricordi nel nogitsune quando abbiamo saputo che Allison era bloccata. Non pensavamo che la situazione sarebbe precipitata, non abbiamo avuto il tempo» si giustificò l'alpha, guardando triste quello che per lui era sempre stato un fratello. Aveva appena riavuto in dietro il suo primo amore, mentre il suo migliore amico perdeva il suo, si sentiva decisamente a pezzi.

«Avrei preferito rivivere i ricordi di quel mostro» disse con rabbia «piuttosto che non saperne nulla. Avrei potuto contribuire, magari avrei potuto salvarlo

«E' stato uno sbaglio, ce ne rendiamo conto» biascicò Lydia, che da quando lo aveva salutato aveva sfoggiato un comportamento a dir poco strano, sembrava particolarmente addolorata.

«Lydia almeno tu» sibilò «sei la mia migliore amica, nemmeno una telefonata! Ha dovuto chiamarmi mio padre. Lui stava già badando a mio figlio ed ha dovuto preoccuparsi anche di me, perché non mi hai chiamato?»

Stiles era davvero ferito da questo fattore, si sentì anche in colpa di essersi rivolto solo alla banshee visto che ce l'aveva in egual modo con l'alpha e con gli altri, si sentì ancora peggio quando la ragazza biondo fragola scoppiò a piangere.

«Non c'è l'ho fatta!» urlò prima di uscire correndo dalla casa. Malia gli corse dietro, mentre Scott guardò l'amico, con un'espressione ferita e scioccata al tempo stesso, uscì un momento dopo, al seguito delle ragazze senza salutare.

.

«Stiles, penso che Eli dovrebbe prendere la jeep» esordì lo sceriffo tagliando un pezzo di carne. Vista la delicata situazione di lutto in cui erano entrati tutti i presenti di quella cena , il discorso jeep gli sembrava quello più tranquillo per non soccombere al tetro silenzio che vigeva in casa.

Inoltre, lui stesso aveva bisogno di pensare ad altro che non fosse Derek. Aveva sentimenti contrastanti nei confronti di quell'uomo che era diventato suo genero. Aveva colto con diffidenza la sua unione con Stiles dapprima, ma si era ricreduto col tempo, vedendo quanto rendesse felice il suo unico figlio e quanto sembrasse esserne innamorato. Inoltre, quindici anni addietro, lui e Stiles avevano avuto quel dolce frugoletto.

Era stato scioccante scoprire che il singolare legame che univa i due, potesse modificare il corpo di un essere umano, al fine della riproduzione tra compagni dello stesso sesso. Uno shock ed una benedizione, visto che Noah desiderava davvero tanto diventare nonno e per un certo tempo si era rassegnato all'impossibilità della cosa, ma poi ecco il 'miracolo'. Quel bambino dolcissimo lo aveva fatto impazzire fin dai primi passi, per non parlare di quando aveva finalmente cominciato a parlare fluentemente! Così uguale a suo figlio, che gli sembrava di rivivere tutto dall'inizio con un piccolo Stiles che però sfoggiava i tratti degli Hale.

Poi c'era stato il fatidico divorziò, che lasciò sconcertati tutti, in primo luogo, perchè i due sembravano così ben assortiti e felici insieme, da sembrare perfetti, in secondo luogo, perchè non si aspettavano che un legame tra compagni potesse essere semplicemente trascurato così. Noah Stilinski aveva provato a lungo a scucire la verità ai due diretti interessati, riguardo la loro rottura, ma senza alcun risultato. Per un po' aveva anche odiato il giovane Hale, pensando male di lui su base infondata. Alla fine si era rassegnato, vedendo come i due, nonostante il rammarico l'uno nei confronti dell'altro, si impegnassero per loro figlio, riuscendo a crescerlo in serenità senza troppe difficoltà.

«La jeep è ferma da troppo tempo, inoltre con la quantità di scotch che le ho messo nelle parti meccaniche del motore, dubito funzionerebbe» rispose semplicemente Stiles, giocando con la forchetta come un ragazzino ed omettendo ciò che gli aveva riferito il meccanico, l'ultima volta che aveva sperato di poterla sistemare.

Eli si agitò sulla sedia e la zia fiutò ansia nell'odore del nipote, mentre interveniva «a dire il vero, da quando l'hai messa in deposito, Derek ci ha messo mano.»

«Davvero?»

«Si» riprese parola Noah «ha cominciato a lavorarci tre anni fa. Ne ha impiegati due per recuperare ogni singolo pezzo ed eliminare quelli vecchi non funzionali, è nuova dal punto di vista meccanico.»

Stiles era sorpreso, ma poi si ricordò quello che gli aveva detto il figlio nel pomeriggio, "poi si è rivolto a me dicendomi di badare a te e di dirti che ti aveva sempre amato", se lo aveva sempre amato, perchè era sembrato scocciato quando gli aveva affidato la jeep ormai al capolinea?

«Il mio meccanico di Washington dice che rimangono non molti centinaia di chilometri da percorrere a questa Jeep e che aggiustarla sarebbe una spesa troppo grossa e inutile» disse l'umano «ho voluto percorrere questi ultimi chilometri con lei per riportarla qui.»

«Il meccanico che ti fai non ha trovato una soluzione per la tua jeep e tu la riporti a Beacon Hills per cosa?» ribattè Derek.

Il più giovane ignorò la provocazione «volevo chiederti di lasciarla al tuo deposito, chiaramente ti pagherò. Voglio solo saperla al sicuro.»

«Quindi è questo che stai facendo, porti qui una fonte di ricordi preziosi, così da accatastare ulteriori ricordi in questa città. Non me ne frega nulla dei soldi, tieni per te un po' di ricordi passati!» sbottò il lupo andandosene dall'ufficio della sua officina.

Stiles ci era rimasto male, ma quella sera stessa suo padre gli riferì che Derek lo aveva chiamato ed aveva acconsentito di tenere la jeep, sarebbe venuto lui stesso a ritirarla non appena l'agente sarebbe tornato a casa sua.

«Ci penserò, in ogni caso Eli deve ancora prendere la patente, c'è tempo.»

«A tal proposito, devo confessarti una cosa» prese parola l'adolescente «potrebbe essere che negli ultimi tempi io l'abbia usata... papà e nonno hanno cercato di impedirmelo, ma io ho continuato a rubarla dal deposito...»

Stiles non sapeva davvero cosa dire, da un lato era arrabbiato di non esserne stato informato prima, dall'altro riconosceva che quello era proprio suo figlio, combina guai quanto lo era stato lui da adolescente.

.

«Siete sicuri di non voler stare qui per la notte?» chiese nuovamente lo sceriffo, preoccupato per i tre che aveva davanti, che intendevano passare la notte nella vecchia casa di Derek e Stiles.

«Certo Noah, staremo bene, almeno lì avremo ognuno la nostra stanza» rispose Cora, ostentando sicurezza, quando nel profondo stava provando solo nervosismo. Tutto in quella casa avrebbe urlato Derek, ma di certo non potevano fermarsi dallo sceriffo, che in casa non era attrezzato per ospitarli tutti quanti comodamente.

«Non preoccuparti papà» disse semplicemente Stiles salutandolo e avviandosi alla chevrolet cruze rossa di Cora.

Quando si fermarono davanti all'abitazione, erano le dieci passate. Entrarono in silenzio e si diressero al piano superiore, dandosi la buona notte a vicenda. L'umano raggiunse la stanza che un tempo condivideva con la sua metà ed esitò sulla porta, scrutando l'interno. Quasi nulla era cambiato da allora se non il colore della parete, ora di un tenue color verde. L'uomo fissò con insistenza il letto, inebriandosi nel frattempo dell'odore di Derek che impregnava la stanza e scappò. Andò a rifugiarsi nella stanza degli ospiti, come un codardo.

.

Si svegliò ad ora di pranzo, con il profumo dell'inconfondibile zuppa di lenticchie di Cora. Si alzò stiracchiandosi e sbadigliando in contemporanea, era più stanco di quando si era messo a letto, prendere sonno era stato più difficile del previsto ed aveva passato ore a rigirarsi nelle coperte. Arrivando in cucina, constatò che doveva essere stata una pessima dormita anche per gli altri due, viste le loro occhiaie profonde.

«Buongiorno Stiles, dormito bene?» domandò la lupa, già sapendo la risposta.

«Divinamente» rispose ironicamente sedendosi al tavolo.

Eli gli porse una tazzina di caffè, mentre Cora prendeva dei piatti dalla credenza. Stiles non riuscì ad evitare di notare la vecchia tazza bianca, con sopra disegnato un lupo, vicino alla scritta "with love, to my Sourwolf" ed un po' sbeccata ai bordi, oltre che piena di graffi. Lui teneva ancora quella tazza, che gli aveva regalato l'umano per il loro secondo anno insieme... erano passati 17 anni da quell'anniversario.

«La cerimonia è alle 14» disse Cora sedendosi a sua volta al tavolo, dopo aver servito la zuppa ai famigliari «arriveranno a breve con la corona funebre, Malia mi ha avvisata che Peter non ha voluto alcuna bara vuota per lui... se tu la vuoi ne prenderemo una da seppellire, anche se non sarà qui per il funerale.»

«Non importa, seppellire una bara vuota non mi farà stare meglio, una lapide basterà.»

Dopo mezz'ora, consegnarono la corona funebre, la misero in salotto e diedero una sistemata affinchè potessero tutti mettersi comodi durante la cerimonia. Stiles ebbe appena il tempo di uscire una ventina di minuti a fare una commissione, poi quando furono quasi le 14, arrivarono tutti, persino persone che non vedeva da molto tempo come Isaac, Jackson, Ethan, Theo, Braeden...

La cerimonia fu tranquilla, intima, toccante nel momento in cui alcuni si fecero avanti per parlare di Derek. Quando si fece avanti Scott, Eli non resse più e si allontanò, per non scoppiare in lacrime davanti agli altri, fu seguito prontamente dal nonno.

«Eli» lo chiamò «queste sono tue, la Jeep ora è tua» disse consegnandogli le chiavi. Stiles era stato dopo pranzo a recuperarle all'ufficio del deposito ed aveva affidato allo sceriffo il compito di darle al giovane. Ci aveva pensato bene, da dopo che il padre aveva sollevato la questione ed era giunto alla conclusione che era la cosa giusta lasciarla ad Eli.

«Papà è d'accordo?»

«E' stato lui a darmele per te, lui ama profondamente quella Jeep, penso sia difficile lasciarla andare del tutto.»

«Papà invece la odiava» disse l'adolescente riferendosi all'altro suo genitore, con tristezza.

«No, non la odiava, ma credo provasse sentimenti contrastanti per lei. Vedi su quella Jeep... i tuoi genitori hanno dei ricordi, vi hanno vissuto tanti momenti e tante avventure. Dopo che si sono lasciati e Stiles l'ha riportata a Beacon Hills... be immagino che per Derek sia stato difficile vederla ogni giorno, forse lui l'ha aggiustata per questo, perché anche se magari non lo voleva, la Jeep doveva diventare tua» disse lo sceriffo, posando una mano sulla spalla del nipote.

«Grazie» disse semplicemente il ragazzo, prima di uscire dall'abitazione.

La cerimonia era giunta al termine, tutti stavano uscendo e Stiles era sulla porta con Cora per salutarli e ringraziarli delle condoglianze, l'uomo però si accorse che nel salotto era rimasta solo la bionda fragola, intenta a guardare i fiori e ad accarezzare con un dito la foto che ritraeva il licantropo. L'uomo allora decise di avvicinarsi a lei.

«Lydia, scusami per ieri» esordì, la ragazza si girò lentamente a guardarlo, con gli occhi lucidi.

«Stiles è tutta colpa mia» dichiarò la ragazza scoppiando definitivamente in lacrime. Lui la abbracciò, stringendola forte «no Lyds, ero arrabbiato, me la sono presa con te inutilmente, non è colpa tua.»

«Invece si Stiles» singhiozzò, staccandosi per guardarlo negli occhi «avete sofferto così tanto per colpa mia.»

«Cosa stai dicendo? Non ti seguo!»

«Mi dispiace così tanto! Sono stata una sciocca paranoica ed ho rovinato tutto ciò che avevate di bello» ammise ancora, ma il tutto risultava insensato alle orecchie dell'uomo.

«Cosa diavolo stai blaterando?» ringhiò Cora, intromettendosi, preoccupata da quelle parole senza senso logico.

«Derek ti ha lasciato a causa mia» specificò allora la banshee.

«Cosa diamine vuol dire? Io e lui ci siamo lasciati per via dei litigi!»

«Già e quelli quando sono iniziati?» sorrise triste fissandolo, mentre con un pugno si asciugava le lacrime dal viso.

Stiles ci pensò e quando arrivò alla risposta lei lo precedette «al quinto compleanno di Eli.»

Il branco si era riunito a casa Hale-Stilinski per festeggiare insieme il quinto compleanno di quel piccolo terremoto. Stiles stava aiutando Eli a capire come funzionasse la macchinina telecomandata che aveva ricevuto in regalo da Malia, quando si accorse di Derek e Lydia che parlavano, prima di uscire dalla porta insieme.

I due andarono in guardino, lontano dal caos e da orecchie indiscrete.

«Di cosa dovevi parlarmi?» domandò allora il lupo, impaziente di rientrare.

«Io ecco...» la ragazza esitò, non sapeva come affrontare la questione, Derek la incitò a continuare con lo sguardo e allora riprese «ho avuto un sogno, o forse era una visione, piuttosto riccorrente negli ultimi due mesi.»

L'uomo allora si preoccupò visibilmente «una visione? E di che si trattava?»

«Vedo sempre voi, tu Stiles ed Eli» rispose la ragazza, con lo sguardo terrorizzato al ricordo di quel sogno «siete felici, state andando da qualche parte in macchina, tal volta con la Jeep e tal volta con la Camaro. Ogni volta un cervo esce dal ciglio della strada e vi fa sbandare, provocando un incidente...»

Derek la guardò, sconcertato «ogni volta vedo Stiles morire e tu... tu sei vivo, ogni volta ti rendi conto che per lui non c'è più nulla da fare per salvarlo e allora cerchi di soccorrere Eli, ma lui... lui non riesce a guarire! Tu urli, piangi e preghi mentre cerchi di attivare la sua guarigione, ma non ce mai nulla da fare, ogni volta ti ritrovi a piangere la loro morte.»

Hale con lo sguardo perso, disse semplicemente «non parlarne a nessuno, per favore.»

Poi entrambi rientrarono, come se non fosse successo nulla e Derek sorrise alla vista di Stiles che litigava con il controller della macchinina telecomandata, mentre Eli lo incitava ad essere più veloce a capire come funzionasse.

«Io gli ho riferito di una visione che avevo avuto, in cui voi tutti... morivate» spiegò la banshee «lui da allora si è impegnato a provocare le liti, affinchè tu lo lasciassi, sapeva che non poteva lasciarti di punto in bianco e sopratutto sapeva che se tu avessi saputo della visione, non lo avresti comunque lasciato, mettendovi tutti a rischio.»

Il ragazzo era senza parole e così la lupa vicino a lui «Stiles lui non ha mai smesso un attimo di amarti, per colpa mia però ha avuto paura di perdervi. Ha preferito perdere la vostra vita perfetta insieme, piuttosto che rischiare che la mia visione si avverasse.»

«Non è colpa tua» disse allora, ancora stordito dalla verità appena appresa «tu hai solo riferito la tua visione e lui ha solo avuto paura. L'unica cosa di cui potrei arrabbiarmi è il fatto che hai mantenuto fede alla tua parola di non dirlo a nessuno, includendo me in quel nessuno, ma... capisco perchè lo hai fatto.»

.

«E' un dolore che provo costantemente» spiegò il giovane Stilinski.

Erano passate due settimane dalla morte di Derek e Stiles si era preso un permesso dal lavoro per elaborare il lutto e stare vicino al proprio figlio. Dormiva pochissimo e stava costantemente male a ripensare a quanto avesse perso, tuttavia non tutto era dolore emotivo.

Dalla notte in cui il lupo era morto, Stiles provava un dolore al torace, sopportabile, ma che era costante, questo preoccupava l'umano. Il problema, era che questo dolore si diradiava dal suo marchio di unione, un morso poco sopra il cuore, che Derek gli aveva fatto durante la "celebrazione" del loro legame di compagni.

«E va avanti dalla morte di Derek?» domandò il druido.

«Esattamente.»

«Puoi descrivermi quello che ti è successo quella notte?»

«Mi sono svegliato urlando, sembrava che qualcosa mi stesse squarciando il petto, poi tutto è passato, circa. E' rimasto questo dolore costante» spiegò.

«E per caso ti è capitato di avere visioni?»

Il ragazzo lo guardò, non capendo dove volesse andare a parare il veterinario «a dire il vero si, ma sto dormendo pochissimo, sono sicuramente allucinazioni dovute alla mancanza di sonno. Anzi, dovrei davvero prendere in considerazione di farmi prescrivere dei sonniferi...»

«Non voglio illuderti, ma quel dolore costante è il legame che ti unisce a Derek, non è del tutto stato spezzato e credo che lui si stia attaccando ad esso» disse l'uomo.

«Mi stai dicendo che Derek è in realtà ancora vivo?»

«Ti sto dicendo che non è ne vivo, nè morto. E' bloccato nel limbo tra vita e morte, come è successo ad Allison, ma si sta aggrappando al briciolo del vostro legame che resta, per non morire definitivamente.»





Spero che questa one shot vi sia piaciuta! Ho volutamente lasciato questo finale aperto, così in caso da riprenderla e renderla una vera e propria storia in futuro. La potete trovare anche sul mio profilo di wattpad: @ aloneinthedark120, in bacheca pubblico qualsiasi aggiornamento, se foste interessati all'eventuale continuo :)
Vi ringrazio per la lettura <3

   
 
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