Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: pattydcm    23/02/2023    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
54 Una scelta inevitabile
 
Un vento freddo e fastidioso rompe il sonno di Fox, rimandandogli su per le narici l’odore di erba tagliata da poco. Quella sulla quale è sdraiato, però, sembra secca e dura al punto da pungergli la pelle.
Ehi, un momento. Dovrei essere sul sedile della mia auto” pensa ancora assonnato.
Apre appena un occhio e scorge qualcuno fermo in piedi accanto a lui. Scatta a sedere allontanandosi di un metro buono, prima di rendersi conto che colui che lo sta guardando sia un bambino dal volto cinereo e privo di alcuna espressione.
<< Alex? >> esclama e guardandosi attorno si rende conto di essere nella radura perfettamente circolare al centro del fitto bosco. << Perchè sono qui? >>.
<< Credo tu conosca la risposta >> dice il bambino. Fox alza gli occhi al cielo e si lascia cadere sull’erba, stufo dell’aura di mistero nella quale questa guida continua ad avvolgersi.
<< Cos’è, sei incazzato perché abbiamo decodificato la coazione a ripetere nella quale continua a inciampare Mirco? >> gli chiede tra i denti, scoccandogli un’occhiataccia.
Il bambino non risponde. Resta agganciato al suo sguardo e sembra proprio non abbia alcuna intenzione di distoglierlo.
<< Guarda che sono molto bravo in questo gioco. Potremmo stare qui anche per ore, se non hai di meglio da fare >> lo canzona Fox, incrociando le mani dietro la nuca. << Avanti, da bravo, rendici l’esistenza più facile e dicci come possiamo convincere l’Energia Universale a sollevarlo dall’incarico e permettergli di vivere la vita come ogni comune mortale >>.
<< Non potete farlo >>.
<< Non possiamo oppure non vuoi? Perché, sai, se non possiamo per un motivo valido è un conto. Se, invece, sei tu a non volerlo, Alex… beh, allora abbiamo un problema >> dice e persino questa essenza che fa da guida al Guardiano di anime da innumerevoli vite sussulta alla sua provocazione.
Gli occhi scuri del bambino si assottigliano e non lo perdono di vista un solo istante mentre si alza in piedi, costringendolo ad inclinare indietro la testa.
<< Perché non mi hai dato ascolto? >> gli chiede severo.
<< Mi sembrava di avertelo già detto: non prendo ordini da te, né conto di darne a Mirco a meno che non ritenga sia sensato farlo >>.
<< Ed evitargli inutili illusioni ti è sembrato poco sensato? >>.
<< Più che altro incomprensibile. Perché mentre mi parlava delle sue paure mi hai martellato la testa con le tue grida da invasato? >>.
Il bambino distoglie lo sguardo infastidito e prende un lungo sospiro.
<< Lui è un Guardiano di anime, Liber. È stato creato per questo e mi sembrava di averti già spiegato che da innumerevoli reincarnazioni torna a ricoprire lo stesso ruolo >>.
<< E a me è sembrato che Mirco di questa storia dei continui ritorni non ne sia per nulla a conoscenza. Al contrario di te >> sottolinea inclinando appena la testa di lato.
Ancora una volta riesce a cogliere alla sprovvista questo bambino, che, dopo quell’impercettibile moto di sorpresa, torna a puntargli addosso uno sguardo così tagliente da rendere terribile il suo giovane volto.
<< Evidentemente non mi ritieni sveglio come dici >> aggiunge, chinandosi appena verso di lui. << Continui ad omettere informazioni importanti su questo vostro mondo, su di te, su Mirco e sul Guardiano, che ha preso a comparire anche in assenza di spiriti. Come pretendi che possa aiutarlo se non mi metti a conoscenza di come stanno davvero le cose? >>.
<< Il tuo compito non è quello di aiutarlo, ma di tenerlo >>.
<< Tenerlo a cosa? Ancorato alla tua realtà? Assoggettato al tuo volere e a quello della vostra Energia Universale? >> grida puntandogli contro il dito accusatore.
<< Io non ho mai voluto nulla di simile! >>.
<< Allora perchè ti ostini a mettergli i bastoni tra le ruote? >>.
<< Perché se l’Energia Universale dovesse sollevarlo dal suo incarico questa sarebbe per lui l’ultima vita! >>.
Gli occhi di Alex diventano ancora più grandi e scuri dietro le lacrime che ora li riempiono e che lente rotolano lungo le guance cineree per poi cadere su questo prato secco e ispido.
Fox resta senza parole dinanzi al suo pianto. Ha sempre pensato di stare vivendo l’unica vita possibile e anzi rabbrividisce dinanzi alla possibilità che esista una reincarnazione dell’anima, intimorito da quali altre vite terribili potrebbe ritrovarsi a vivere. Gli fa strano, quindi, vedere questo bambino disperarsi all’idea che questa per Mirco possa essere l’ultima.
<< Beh… meglio vivere una singola vita da persona libera che innumerevoli altre da schiavo, non trovi? >> gli sussurra, ma questi scuote forte il capo.
<< Tu non capisci… >>.
<< Allora spiegami >> lo esorta, ma Alex scuote la testa ancora più forte per poi nascondere il viso dietro le mani, sembrando ancor più piccolo.
Sebbene non sia il tipo di persona che elargisce abbracci agli sconosciuti, non si è mai sottratto dal posare la mano sulla spalla di chi sta soffrendo, ma questo pianto non gli provoca alcuna empatia, nonostante sia un pianto reale quello che scuote la guida da capo a piedi.
Forse è perché lo vivo come un parassita invadente?” si chiede, passando la mano tra i capelli.
Per fortuna il bambino libera gli occhi dalla lacrime e china la testa per sottrarsi al suo sguardo.
<< Se recuperasse me e le sue guide potremmo stare ancora assieme in questa e in molte altre vite. Se, invece, fosse libero… non ci rivedremmo mai più >>.
La voce di Alex si strozza sul finire della frase e il capo si china ancora di più verso il torace. Queste poche parole sono un pugno allo stomaco per Fox, che non aveva minimamente pensato a questa eventualità. È egoistico da parte della guida, ma, in fondo, è da quando gli ha consegnato quel pupazzo chiedendogli di averne cura che gli dice quanto tenga a Mirco.
<< Ok >> sussurra, rendendosi conto che il loro problema non è l’Energia Universale, ma questo bambino disperato che ora volge a lui uno sguardo stupito.
<< A dire il vero non è per nulla ok >> precisa subito, colpito da questi occhi neri resi belli e maledettamente umani dal pianto. << L’amore, però, rende egoisti. Una forma di egoismo che ben conosco, purtroppo, dal momento che lo Chef, l’uomo che mi ha messo al mondo, ha tentato di uccidermi perché non concepiva la possibilità che io potessi avere una vita che non contemplasse l’essere costantemente assoggettato al suo volere. Ti invito, quindi, a valutare di compiere la scelta più difficile per chi ama e lasciarlo andare. Non adesso >> dice, bloccando con la mano il suo tentativo di rivolta. << Ora dobbiamo parlare del perché mi hai convocato qui, dato che è palese che non fosse questo il motivo >>.
Alex alza gli occhi al cielo e sebbene sbuffi accetta il suo totale cambio di registro.
<< Sei qui riguardo ai cambiamenti che stai continuando a ricacciare sotto il tappeto da che hai scoperto chi è Mirco e chi ora sei tu per lui. Credo sia arrivato il momento di prenderli in considerazione >>.
Tocca a Fox sbuffare, questa volta. Sì, perché questo viaggio sta per volgere al termine e, un po’ come per la sua inchiesta, è proprio adesso che comincia la parte più difficile.
<< Sai cosa vorrà dire questo, vero? >> domanda ad Alex.
<< Che la sua storia si mescolerà con la tua, come la tua si sta mescolando con la sua, sì >> annuisce, facendo spallucce.<< È una cosa che Mirco avrebbe sempre voluto. Un amico, intendo. Un… fratello maggiore, anche. Qualcuno con cui condividere confidenze e tutte quelle altre cose che fanno della vita un’esperienza piacevole >>.
<< Cosa che fino ad ora mi pare di capire non sia stata per lui >> dice di getto e deve mordersi la lingua prima di aggiungere un caustico ‘e neppure per te’.
Gli occhi di Alex sono immensamente tristi quando si alzano a incontrare i suoi, come se avesse comunque sentito quella domanda e gli stesse dando una silenziosa risposta. Fox si rende conto di non sapere pressoché nulla di lui, oltre al suo essere la guida del Guardiano di anime. Non sa se sia stato vivo a sua volta, chi sia stato, cosa abbia fatto in vita o in quelle vite prima di divenire questo bambino pallido che gli infesta i pensieri.
Si accorge appena di come la sua mano si stia muovendo verso il viso di Alex per posarsi su quella guancia che percepisce fredda al tocco. La guida accetta la carezza, affondando il viso nella sua mano. Chiude gli occhi e per un breve istante un sorriso dolcissimo gli curva le labbra.
Sei solo un bambino, in fondo. Un bambino solo” pensa, muovendo il pollice a scostare il ciuffo di capelli corvini dalla fronte.
Alex riapre gli occhi di scatto, cosa che lo coglie di sorpresa. Questi occhi che devono aver visto innumerevoli vite ora, però, sono amorevoli, sorridenti e bellissimi, al punto da spaventarlo.
Ritrae la mano in fretta, rompendo la magia di quel piccolo momento e il cuore gli batte forte al punto che ora vorrebbe solo potersene andare via al più presto.
<< Lo farai, dunque? >> lo incalza Alex, tornato la fredda maschera inespressiva di sempre.
<< Farò il possibile >>.
<< E questo cosa vorrebbe dire? Sapete entrambi che non potete stare separati. Mi pare tu abbia visto con chi ha a che fare >>.
<< Certo che l’ho visto. Ti ricordo, però, che lui ha una famiglia, una compagna e io non potrò di certo essere sempre al suo fianco anche in questi giorni come lo sono stato nelle ultime settimane >>.
<< Quindi lo lascerai tornare a Vallepiana da solo? >> gli domanda, inarcando un sopracciglio a indicare tutto il suo dissenso.
<< Certo che lo farò >> risponde lui, piccato. << Questo, come il permettergli di andare in vacanza dove più gli aggrada mentre io tornerò a Madrid per portare avanti la seconda parte dell’inchiesta che ho appena concluso >>.
<< Anche grazie a lui >> precisa Alex. << La sua storia si mescola con la tua come la tua con la sua, ricordi? >>.
<< Senti, non puoi pretendere che gli stia appiccicato addosso ventiquattro ore al giorno come facevi tu! Posso capire il tuo punto di vista, ma, cristo, io sono un essere umano, mica puro spirito! >>.
<< Certo, lo so, ma sei un uomo intelligente e sono sicuro che sarai in grado di trovare una soluzione a questa differenza tra la tua e la mia condizione >>.
Una folata di vento avvolge improvvisamente Fox, togliendogli la possibilità di replicare. Gli invade le narici, la bocca, fischia nelle orecchie al punto da obbligarlo a serrare gli occhi.
Quando li riapre si ritrova seduto sul sedile del passeggero dallo schienale reclinato e
sbatte più volte le palpebre guardandosi attorno disorientato dal ritrovare la sua auto ferma nel vialetto di una villetta.
<< Ti ho appena sfiorato il braccio. Non mi aspettavo di causarti un simile brusco risveglio >> gli sta dicendo Mirco.
<< No… tu… non sei stato tu. Io… ma perché ti sei fermato qui? >> gli chiede raddrizzando la schiena.
<< Perché siamo arrivati a Borgaro >>.
<< Di già? >> esclama gettando un’occhiata sull’orologio del cruscotto. << Cristo, sono appena le sette. Ma a che velocità sei andato? >>.
<< 180 >> risponde orgoglioso.
<< Mirco, il limite in autostrada è di 130! >>.
<< Lo so. Ho pensato, però, che date le circostanze sarebbe stato meglio toglierci dalla strada quanto prima >> risponde il ragazzo facendo spallucce. << Mi sono anche fermato per fare benzina e pausa idrica. Ho provato a svegliarti ma dormivi come un sasso, così ho pensato di lasciarti tranquillo e arrivare da me fino alla pensione nella quale ho vissuto in questi ultimi sei mesi >> aggiunge, indicandogli la villetta.
Fox scuote il capo sconsolato nel sentire la ventola del motore fare un rumore allucinante per lo stress al quale è stato sottoposto. Non mette in dubbio, che Mirco fosse mosso da buone intenzioni, ma la sua inesperienza non lo ha portato a considerare il fatto che l’auto fosse stata da poco incidentata e riparata e che per questo sarebbe stato meglio non correre troppo. Il fatto che abbia vissuto in una pensione, poi, lascia intendere che non si sia mai cimentato ai fornelli o nella risoluzione di piccoli problemi domestici e non pensa proprio che i suoi genitori gli abbiano mai permesso di affrontarli neppure a casa sua.
Dovrò insegnargli tutto io e sarà un massacro” sospira, ripensando ai tanti coinquilini che ha avuto nei primi anni trascorsi a Madrid prima di potersi permettere di vivere finalmente da solo. Dei danni fatti da alcuni di loro conserva ancora il triste ricordo, così come delle discussioni che ne sono seguite.
<< Ti senti bene? >> gli chiede il ragazzo, scrutandolo con con questi grandi occhi scuri, del tutto inconsapevole dei rischi che avrebbero potuto correre e Fox non sa davvero come comportarsi.
<< Sì, è che… non sono abituato a dormire durante il viaggio >> risponde, decidendo di essere troppo stanco per occuparsene adesso.
<< E meno male, dal momento che di solito guidi tu >> ride il ragazzo, scendendo dall’auto.
Una signora anziana dai capelli grigio argento esce dalla villetta e gli corre incontro per stringerlo in un lungo abbraccio come fosse una nonna amorevole che stringe a sé il nipote che non vede da tempo. Fox aveva già notato come le persone si affezionino facilmente a Mirco e non saprebbe dire se sia per via del suo essere un’anima pura e innocente, come Alex gli ha detto essere i Guardiani, o se sia per il sorriso perenne che ha sul volto da eterno bambino. Caratteristiche che, però, lo portano ad essere anche la vittima perfetta per chi ha il solo obiettivo di approfittarsi del prossimo.
Mi toccherà insegnargli anche a saper riconoscere chi gli è amico da chi, invece, può causargli danno, se voglio evitare che porti in casa gente che potrebbe creare problemi anche a me” sospira, appoggiando il capo contro il poggiatesta del sedile.
La sua privacy, quella che sentiva minacciata dalla costante presenza di questo ragazzo torna a divenire il suo problema principale. Ha lottato per poter avere un posto che fosse solo suo, dove potesse entrare solo chi decideva lui e solo quando ne aveva davvero voglia. Erano stati così piacevoli quei momenti di solitudine trascorsi nel suo appartamento, soprattutto dopo una lunga giornata di lavoro o di un periodo vissuto gomito a gomito con i colleghi. Poter godere di una doccia calda, girare nudo per casa, lasciare gli abiti per terra, i piatti sporchi nel lavandino, tutte abitudini che non potrà più concedersi in presenza di un coinquilino.
Non sono sicuro di essere pronto ad abbandonare tutto questo” sospira angosciato, guardando dallo specchietto laterale ai due che ancora se la raccontano.
In altre circostanze ti direi di fottertene e pensare a te stesso” gli dice Marco. “Purtroppo, però, ti conosco fin troppo bene, Liber. Se gli accadesse qualcosa mentre è da solo non te lo perdoneresti”.
Suo fratello ha ragione. Il senso di colpa lo ha già provato per essersi dedicato a sua sorella anziché restare accanto al suo assistente. Forse se fossero stati insieme Antonio non lo avrebbe rapito e se anche li avesse portati via entrambi almeno non si sarebbe ritrovato nella scomoda situazione di non sapere dove Mirco fosse finito e cosa stesse vivendo.
Forse se la smettessi di sottovalutare le sue capacità riusciresti a vivere sereno anche sapendolo lontano da te” gli dice Marco. “Come hai detto ad Alex non potete stare sempre appiccicati. Dovrai fartene una ragione ed evitare di morire d’ansia”.
Così, però, dovrei affrontare i miei di problemi”.
Eccola la verità, quella che salta fuori quando meno te l’aspetti lasciandoti senza parole. Spostare l’attenzione su Mirco gli permette di non concentrarsi costantemente su di sé, un po’ come faceva con l’epilessia di suo fratello. È molto più facile accollarsi i problemi degli altri piuttosto che i propri, è questo il vero guaio.
Così, però, non vivi la tua vita ma la loro. Non trovo sia giusto” puntualizza Marco girando per bene il dito nella piaga come solo lui sa fare.
Mirco e la pensionante rivolgono lo sguardo nella sua direzione, segno che tra poco sarà coinvolto in una discussione fatta di frasi fatte e domande su quanto accaduto in questo mese di sagre. Fox stropiccia il viso, cerca di riordinare i capelli e li anticipa uscendo dall’auto. Stringe la mano a questa simpatica vecchina che manco a dirlo lo osanna come un eroe ringraziandolo per aver salvato ‘questo benedetto ragazzo’. Lo invita in casa per un caffè e lui accetta solo per la gioia che ha visto esplodere sul volto del suo assistente, che lo conduce per ogni angolo di questa villetta, felice come un bambino che finalmente può portare l’amico a casa per mostrargli il suo mondo. Fox prova disagio dinanzi al suo bisogno di raccontarsi e condividere quella che è la normalità per chi vive da solo, ma che per lui è una grande novità.
Devi esserti sentito maledettamente solo nel paese in cui sei cresciuto” pensa mentre il ragazzo continua eccitato a parlare a macchinetta di quei primi sei mesi di vita in solitaria e dei guai che ha combinato a causa della sua inesperienza.
In fondo, Fox ha avuto suo nonno nei primi anni di vita e poi Marco fino ai quindici anni. La solitudine l’ha vissuta dopo la morte del fratello ed è stata poi bruscamente interrotta dall’invadenza di Sky Fall e di Mistica, decisi a coinvolgerlo in ogni loro follia fuori dall’orario di lavoro e a volte anche durante.
Si rende conto adesso, seduto sul letto semplice della piccola stanza che è stata un assaggio di mondo per questo ragazzo, di quanto solitaria e triste debba essere stata invece la sua vita.
<< Si può sapere che cos’hai? >>.
La domanda, buttata lì tra un fiume di parole e l’altro, travolge Fox come un secchio d’acqua gelida. Distoglie prontamente lo sguardo da quello curioso del ragazzo e lo rivolge alla stanzetta.
<< È carino qui. La pensionante, poi, ti adora. Scommetto che hai fatto ‘qualcosa di magico’ per lei >> dice strizzandogli l’occhio.
Orgoglioso, Mirco gli racconta di come in effetti abbia aiutato la figlia della donna, morta a soli sei anni a causa di un incidente domestico, a rendersi conto della sua condizione e a fare il salto. Questo ha liberato la casa dall’aura pesante della disperazione che prima l’avvolgeva e anche la signora è sembrata ringiovanire del tutto.
<< Credo anche che qualcosa abbia capito, ma da brava piemontese sa tenere i segreti al loro posto. Io ne ho guadagnato colazioni faraoniche, pranzi al sacco e cene regali, oltre che un forte sconto sulla stanza >> aggiunge dandogli di gomito.
<< Immagino ci sia rimasta male quando le hai annunciato che ti saresti trasferito >>.
<< È stato straziante! >> esclama il ragazzo. << Io avrei voluto lasciare la stanza già a inizio mese, ma ha insistito per ospitarmi gratuitamente finchè non partiremo per le sagre di agosto. In effetti è comodo, perché posso avere più tempo per cercare con calma una sistemazione alternativa >>.
Mirco lascia volutamente cadere nel vuoto quest’ultima frase, segno che anche lui ha ben chiaro quale sia l’unica soluzione per loro possibile ma non abbia il coraggio di metterla a parole. Tocca a Fox, quindi, guardare in faccia questo scomodo elefante che li segue da Lumi, se non addirittura da che si sono stretti la mano nell’ufficio di Renzi.
<< Senti io… ci ho pensato per tutto il viaggio e sono sicuro che anche tu sia giunto alla mia stessa conclusione. Non credo che noi si abbia altra scelta, in fondo >> dice e Mirco annuisce badando bene, però, di non incontrare il suo sguardo. << Tu non puoi stare da solo. Nè qui, nè in qualunque altro luogo. Certo ci saranno per forza dei momenti in cui saremo lontani e per gestirli… beh, dovremo trovare una soluzione. I miei colleghi sanno che sei a conoscenza della mia copertura e se Gray Stone dovesse rompere il cazzo a riguardo saprò come rimetterlo in riga. Per quanto riguarda i rubricanti, potremo dire loro che mi hai chiesto un appoggio per quell’unica settimana che trascorriamo a Torino per evitare di sperperare il tuo già magro stipendio in viaggi e hotel e io, che devo mantenere la maschera del giornalista sfigato e spiantato, non potevo farmi sfuggire la possibilità di dividere l’affitto con qualcuno. Aspettati che facciano girare la voce che ci sia “qualcosa” tra noi >> dice mimando le virgolette con le dita.
Mirco trasale letteralmente a questa ipotesi e senza rendersene conto si allontana anche di un bel po’ dal suo fianco.
<< Anche ci fossero, noi ribatteremo facendo circolare le voci di una tua relazione segreta con Ylenia >> dice, poi, con finta nonchalance.
Fox alza gli occhi al cielo, esasperato. Non è per nulla convinto di questa sua idea per tentare di salvare la collega dal licenziamento, non solo perché comporterebbe doverla mettere a conoscenza della sua vera identità, ma anche perché rischierebbe di avere ancora di più i riflettori dei curiosi puntati addosso. È vero che a volte il nascondiglio migliore per qualcosa di prezioso è quello più in visto, ma pensa proprio che così sarebbe esagerato.
<< Abito in un due camere e cucina a dieci minuti a piedi dalla redazione >> dice, decidendo di tralasciare quell’argomento. << Il padrone di casa è un nostro contatto e non farà storie a sapere che ci sarai anche tu da questo mese. Potrai occupare la camera adibita a salotto dove c’è un divano letto e nella quale, manco a dirlo, io non entro quasi mai. Ovviamente, dal momento che non dovresti essere a conoscenza della mia vera identità, ti chiederà un affitto che non dovrebbe andare oltre i 300 euro al mese >>.
<< Ti ringrazio per questa offerta, ma… ne sei sicuro? >>.
<< Mirco, ci sono tante cose che non ho ancora ben capito, ma una cosa mi è chiara: siamo sulla stessa barca io e te. Sono stato scelto come tua guida vivente e penso che oramai non mi possa più tirare indietro. Se il mio compito è quello di tenerti per impedirti di dare di matto e diventare un pericolo per te stesso e per gli altri, penso che, gioco forza, le nostre esistenze siano destinate a viaggiare insieme >>.
<< E la cosa non ti pesa? >>.
<< Più che pesarmi mi spaventa, ma ad avere paura ci sono abituato, quindi… >> dice, facendo spallucce.
Mirco annuisce mentre porta lo sguardo ad esaminare le sue scarpe da ginnastica. Resta in silenzio per un lunghissimo istante, cosa già di per sè strana per un chiacchierone come lui.
<< Mi piacerebbe sai, che tu… che tu non mi considerassi come un cucciolo indifeso da salvare. Mi piacerebbe che fossimo solo… amici, ecco. È tanto difficile? >> gli chiede alzando appena gli occhi a incontrare i suoi. Fox li rifugge in fretta e questa volta sente lui il bisogno di allontanarsi alzandosi in piedi.
<< Non è difficile >> dice dandogli le spalle. << È solo che… non ho molta fortuna con gli amici >>.
<< Invece a me sembra tu ne abbia e come! >> ribatte il ragazzo, cogliendolo di sorpresa. << Potrà anche aver avuto altri fini che lo hanno portato a viaggiare fino a Bagno Calo con un breve preavviso, ma che Sky Fall ci tenga a te mi è sembrato evidente e anche questa Mistica di cui parlate mi pare ti reputi parecchio importante. Hai una sorella che non vede l’ora di riabbracciarti e poi c’è Marco, che ora sarà anche puro spirito, ma, caspita, ha deciso di restare al tuo fianco e divenire il tuo custode compiendo la più altruistica delle scelte. Capisco sia stato doloroso per te perderlo e questo ti abbia portato a bloccarti nel lasciarti andare alle relazioni, ma… caspita, non ti rendi conto di quanti amici hai? >>.
Si era già reso conto di quanto questo ragazzino sapesse darli forti e decisi i calci nelle palle. Gli ha esposto con un breve giro di parole quanto per evitare di soffrire non ci conceda di amare, cosa che lo ha portato a divenire molto bravo nello svalutare le persone che ha accanto non considerando il bene che gli vogliono per il timore di potersi affezionare a loro e poi perderle.
<< Quindi tu vorresti essere tra questi amici che ho la fortuna di avere? >> gli chiede facendo fatica a sostenere il suo sguardo.
<< Non mi dispiacerebbe. A patto che non ci siano baci e altre smancerie equivoche >> puntualizza, puntandogli il dito contro.
<< Avanti, sottiletta, sono convinto che ti piacerebbe >> lo punzecchia Marco dando il via ad uno dei loro battibecchi. Era da un bel po’ di tempo che Fox non si trovava a doverli zittire come fossero bambini dell’asilo.
<< Non ci saranno smancerie, nè altre terribili ambiguità, te lo assicuro >> dice dopo aver ristabilito l’ordine. << Hai tanta roba da portare via? >>.
<< Non molta, in realtà. Dammi solo il tempo di avvisare Rosanna. Tu, intanto, che ne dici di ingannare il tempo chiamando Ylenia? >>.
Mirco gli strizza l’occhio prima di chiudersi la porta della stanza alle spalle e lasciarlo solo.
<< Devo ammettere che lo avevo giudicato male >> dice Marco.
<< Lo dici solo perché sta perorando la tua stessa causa >> sospira Fox, passando la mano tra i capelli.
<< Eddai, tu stesso le hai detto che l’avresti chiamata una volta arrivato a Torino. Non siamo proprio lì, ma poco ci manca e conoscendo la sottiletta ci metterà tutta la sera a mettere insieme le sue quattro cose >>.
Messo alle strette dalla logica schiacciante del fratello, Fox richiama dalla rubrica il numero di Ylenia e, preso un profondo respiro, clicca sulla cornetta verde e fa partire la chiamata.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: pattydcm