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Autore: Alexander33    27/02/2023    1 recensioni
Una trappola intessuta dalla regina più spietata che mai, decisa ad usare un’arma insolita per battere il suo acerrimo nemico. L’odio si mescolerà all’amore con la complicità di un personaggio inedito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Raflesia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena messo piede nella stanza d’albergo, Alcyone si fiondó con una scusa nel bagno.

 

«Devo fare pipì!»

 

In realtà doveva prendere una delle capsule che le aveva dato Raflesia. Senza quelle il piano sarebbe fallito. L’inghiottì con lo stesso stato d’animo con il quale avrebbe inghiottito una compressa di cianuro.

 

Non c’era tempo da perdere. Per il timore che Harlock si scocciasse e la piantasse lì senza concludere, decise che mostrarsi disponibile era il modo più veloce e sicuro per arrivare al dunque.

Alcyone sciolse il fazzoletto che teneva sui capelli e una cascata di boccoli d’oro dai riflessi rosati scese leggera fino alla vita. Continuó togliendosi il vestitino bianco e la camicetta che portava sotto. 

Rimasta in biancheria intima si fece ammirare, orgogliosa della sua bellezza.

 

Harlock era rimasto senza parole, ad osservare quella sorta di streap che piacevolmente si svolgeva dinnanzi a lui. Jordan gli ricordava antichi dipinti raffiguranti dee pagane dell’amore.

 

Ma perché quella piccola snob lavorava in quel tugurio? E perché subito si era resa così disponibile?

 

Era importante? In quel momento era più importante soddisfare la brama del suo amico che stava nascosto, per poco, nei pantaloni. Già lo sentiva premere, ansioso di darsi da fare.


Harlock le fece il gesto di sedersi sulle sua ginocchia. Alcyone ubbidì, conquistata dal suo modo di fare sicuro.

 

«non così…»

La fece sedere a cavalcioni con le cosce che gli cingevano i fianchi. D’istinto Alcyone le strinse e doveva aver fatto la cosa giusta perché lui la prese per i fianchi e l’attiró più vicina.

 

Arrossì violentemente e balbettó «puoi stare tranquillo…»

 

«come dici?»

 

«sì, insomma… puoi andare tranquillo… prendo precauzioni…»

 

«bene… magnifico!»

 

Erano a tiro di bacio, il suo occhio la fissava intensamente. Quel contatto stranamente la eccitava, e sentiva le labbra formicolare: desiderava toccare le sue.

 

“Non posso provare attrazione per questo zotico!”

 

Ma per la riuscita del piano forse era meglio così.

 

Lentamente Harlock avvicinò il viso ulteriormente unendo le loro labbra e dando il via al primo vero bacio di Alcyone, mentre con le mani tracciava invisibili percorsi sui fianchi e le cosce della ragazza che gemette piano.

 

«sei un pezzo di legno… sei sicura di volerlo?»

 

Maledetta Raflesia! Glie l’avevo detto che mi avrebbe scoperta subito!

 

La vergogna la fece balbettare 

«certo che sì! Sono solo tanto emozionata…»

 

«vediamo di scioglierti…» così dicendo le infiló una mano tra le cosce, accarezzando il tessuto di pizzo delle mutandine.  

 

Alcyone squittì sorpresa e represse a stento l’istinto di tirargli uno schiaffo, ma poi scoprì di volerne ancora e mosse i fianchi verso di lui.

 

«brava… adesso va bene…»

Continuó per un po’ finché i gemiti della ragazza divennero concitati.

“Cavolo! Raflesia aveva ragione…” adesso comprendeva perché Shizuka avesse perso la testa per questo plebeo… con un trattamento simile anche lei faceva fatica a resistere.

Allora Harlock spostó la mano dall’inguine di Alcyone al suo, aprendo la patta dei pantaloni.

 

“Oddio! Ci siamo! E adesso?”

 

Prese la mano di Alcyone e la portó a stringere quel che c’era sotto. Lei singhiozzó in un sentimento di forte repulsione ma che allo stesso tempo era anche grande desiderio.  

 

Vedendo che la ragazza si era immobilizzata pensó bene di aiutarla mettendo una mano sopra la sua guidandola nel movimento.

 

“Un buon insegnante” pensó affascinata dalle due mani che si muovevano insieme in questo gioco proibito.

 

Harlock aveva capito che non era esperta e dopo qualche attimo la fece scendere dalle sue ginocchia e la mise a sedere sul comó della stanza accompagnando le sue gambe a stringergli i fianchi.

 

Nuovamente cercó le sue labbra mentre con mani esperte sganciava il reggiseno che finì a terra.  

Seno perfetto: ne troppo grande ne troppo piccolo, quella ragazza era un gioiello da letto. Nessuno l’avrebbe rifiutata.

Mentre continuava a baciarla con ingordigia, soffermandosi a lungo intrecciando la lingua con la sua, abilmente le sfiló il microscopico slippino che finì a fare compagnia al reggiseno.

Con un tocco leggero la sfioró proprio lì, mormorandole all’orecchio

 

«adesso sei pronta»

 

Nel momento clou sentì un dolore bruciante ma duró poco. La danza in cui la stava accompagnando portava in paradiso.


Finirono a letto per un secondo round. Come battesimo del sesso era stato niente male.

 

«perché non me l’hai detto?» le chiese Harlock dopo l’ultimo amplesso, accendendosi una sigaretta,  guardandola mentre lei, come una gatta assonnata, si stiracchiava languida al suo fianco.

 

«cosa?» chiese Alcyone sgranando gli occhi azzurri.

 

«che non eri mai stata con un uomo.»

 

«Già… adesso mi posso vantare di essere stata a letto con una leggenda…» esitó «come prima volta è stata una splendida esperienza sotto ogni aspetto…»

 

“Accidenti… non sospetterà qualcosa?”

Il tentativo di un complimento lusinghiero non era stato raccolto, lui la guardava ancora sospettoso.

 

Alcyone dopo un po’ arricció il naso «potresti spegnerla? Non sopporto l’odore del fumo…»

 

Harlock la guardó stupito, poi spense di malavoglia la sigaretta.

 

«Dimmi… cosa ci fa una bambina viziata come te in un postaccio come questo?» disse Harlock «E perché? Perché una bellissima ragazza, ricca e di buona famiglia, si ritrova qui, e fa di tutto per venire a letto con me?» incalzó.

 

Alcyone sbarró gli occhi, il panico le serró la gola, era spaventata, ma non poteva tradirsi

 

«Pe… perché dici così? Te l’ho già detto… ho sentito parlare di te e ne sono rimasta affascinata… sei una leggenda. E volevo che la mia prima volta fosse indimenticabile in tutti i sensi… Poi sei capitato al locale e ho pensato di sfruttare l’occasione… perché dici che sono viziata e di buona famiglia?»

 

«Facile. Le mani.» e le indicó.

 

«hai le mani perfettamente curate. Non sei una abituata a lavorare.»

 

Alcyone era sì viziata, ingenua e a volte immatura, ma sveglia e intelligente. Allungó una mano e prese la sua, osservandola.

 

«Anche le tue sono mani curate… eppure sei un guerriero. O sbaglio?»

 

«No, non sbagli. Sei voluta venire a letto con me proprio per questo, non è vero? E comunque io porto i guanti, quasi sempre.»

 

“Infido e pericoloso… se mi scoprisse farei la fine di Shizuka” Pensó Alcyone rabbrividendo, e intanto immaginava gli spermatozoi che nuotavano dentro di lei, nella folle corsa verso la vita.

“Speriamo che almeno uno giunga alla meta, o dovró riprovarci e non so se sarà ancora possibile. Sto già rischiando tanto adesso.”

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