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Autore: lmpaoli94    27/02/2023    1 recensioni
Un castello maestoso. Una scuola di magia dove alcuni di loro combatteranno per i loro ideali e cercheranno di essere i più forti agli occhi degli altri.
Alcuni di loro cercheranno di trovare l'amore.
Ma trovare il fatidico “E vissero per sempre felici e contenti”, non sarà facile.
Che cosa succederebbe se alcuni dei loro professori potessero togliere di mezzo i loro stessi alunni nel mistero più profondo dove il senso della magia verrà messo a dura prova.
Ci saranno molti protagonisti ma anche tanti antagonisti.
Un unico universo dove il destino verrà sancito grazie ad un diploma.
Chi diventerà il cavaliere della magia tra gli uomini?
E chi sarà tra le donne la principessa della magia?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le vacanze di natale si erano concluse e le lezioni stavano cominciando a riprendere in quel folto panorama della neve.
I ritorni alla scuola furono scanditi da abbracci e da sguardi complici mentre il loro futuro sarebbe rimasto legato ancora a quella scuola.
Molti delle coppie celate nei vari nascondigli stavano conoscendo la luce del sole, ma non la giovane Esmeralda che, dal canto suo, doveva tenere nascosta la sua relazione con Quasimodo.
Il professore di storia della magia fu molto lieto di dare il bentornato agli studenti, alquanto riposati e liberi da ogni pensiero.
Nemmeno Merlino aveva visto il mago Quasimodo così in vena di feste, facendogli capire che il giovane professore stava cambiando.
< Vedo che alla fine ti piace stare qui > fece Merlino tendendogli una mano < Sono davvero contento di vederti sereno. >
< Il rientro di questi ragazzi mi ha riconsegnato la voglia di vivere. Le lezioni sospese mi davano un senso di nostalgia. Proprio come le campane di Notre – Dame. Ma quella storia è soltanto un capitolo chiuso della mia vita. Il mio posto è qui accanto a lei e a questi studenti. >
< Sono contento di sentirtelo dire... Ma non dovresti dimenticarti da dove vieni. Perchè tutto il tuo passato non può essere solo doloroso. >
< Invece sì, Preside. Voglio guardare avanti e pensare solo al mio futuro. Quei legami che mi tenevano stretto a Parigi ormai sono passati. >
< C'è una persona che però non può darti la pace necessaria. E si nasconde qui nel castello. >
< Vediamo di non parlarne, d'accordo? È una minaccia per tutti, ma soprattutto per me e per Esmeralda. >
Distogliendo lo sguardo da Quasimodo, Merlino intravide la giovane ragazza parlare con alcune sue amiche.
< Lei sa di lui, vero? >
< Lo sanno tutti. Ho avuto modo di parlarci qualche giorno fa' e non è minimamente preoccupata. A differenza mia. >
< Solo con l'aiuto di tutto riusciremmo a catturarlo. Purtroppo non ho il totale controllo di questo castello a causa delle sue arti oscure che avvolgono la mia mente. Sono convinto cher si nasconda come un volgare ratto, in attesa di venire catturato. >
< Anacleto e Grillo parlante non si sono pronunciati su di lui? >
< No. Ma credo di aver bisogno di altre spie per trovarlo, altrimenti ci attaccherà senza che noi ce ne possiamo accorgere. >
< A chi sta pensando? >
< Magari a te, Quasimodo. Non c'è nessuno che conosca quell'uomo meglio di te. E poi sei molto migliorato in fatto di duelli magici. >
< Io veramente... >
Quasimodo non sapeva cosa pensare e rischiare ancora la sua stessa vita per un uomo che l'aveva cresciuto nell'ignoranza e in un mondo che sembrava non lo volessero minimamente, gli riapriva una ferita che sembrava rimarginata.
< Preside, ci sono molti maghi più bravi di me. >
< Questo dovresti dirlo a me, Quasimodo. Tu ti sottovaluti troppo e questo è un male. >
< Preside, non che io non voglia aiutarla, ma preferirei concentrarmi su altri programmi. >
< Ad esempio? >
< Ad esempio pensare a crescere gli alunni. Sono loro i combattenti del futuro e ci vuole una guida saggia e ben dotata. Come ha detto lei, le mie arti magiche sono aumentate. Quindi chi meglio di me può addestrarli a dovere? >
merlino scrutò negli occhi del giovane professore che stava nascondendo qualcosa.
Un qualcosa che il suo viso non riusciva a tenere dentro di sé e tale verità sarebbe stata la rovina di uno scandalo evitabile.
< Quasimodo, c'è forse qualcosa che vuoi dirmi? >
Il professore scrutò negli occhi il mago, senza capire dove volesse andare a parare.
< No. Niente. >
< Molto bene... Ma tu sai che se io o altri docenti avessimo bisogno di te... >
< Non mi tirerei mai indietro. Lavorerò nell'ombra per il bene di tutti noi. Ve lo prometto. >
< Grazie. Era quello che volevo sentirmi dire. >
ma tali sguardi seri e alquanto curiosi avrebbero celato la sua vera forza mentre la sentinella del castello fissava alcuni di quei studenti.

 

 

< Ehi, Tarzan! Vieni qui con noi. >
Sentendosi chiamare a gran voce, l'uomo della giungla non poté credere che tale scandalo stava prendendo vita.
< Hai presente Esmeralda? >

< Certo che l'ho presente, Kristoff. Perchè me lo domandi? >
< Perchè alcune voci giunte a me e ad Hans ci hanno detto che quella ragazza è segretamente innamorata di un suo professore. E non è un professore come tutti gli altri ma Quasimodo. >
< Ma che diavolo state dicendo? Non raccontate frottole. >
< Perchè non dovremmo crederci? > domandò Hans < Ci stai forse distogliendo dalla verità? >
< Ma quale verità! Esmeralda fa' parte della mia casata e la conosco da più di te, Hans. >
Ma il giovane nordico non riusciva a fidarsi dell'uomo della giungla, troppo legato ai suoi stessi compagni.
< Non starai mica proteggendola, spero. >
< Perchè dovrei fare una cosa del genere? >
< Voi di Corvonero non fate altro che aiutarvi a vicenda, nemmeno foste dei Grifondoro. Noi di Serpeverde vogliamo solo scoprire la verità. Una verità che è solo questione di tempo. >
< Vuoi forse pedinarla? Guarda che Esmeralda non sarà così stupida come vuoi far credere. >
< Magari qualcuno può fare il gioco al posto nostro. >
< Hans, ma che vuoi dire? >
< Gastone padroneggia la magia meglio di chiunque altro ed è stato proprio lui a tirare fuori questa voce. >
Tarzan, indignato da tale rivelazione, voleva stroncare questa voce sul nascere.
Ma nel vedere alcuni altri suoi compagni passeggiare sorridenti e con sguardo malevolo appena fissavano Esmeralda, capì che ormai la voce si era sparpagliata come una tossina.
< Dove posso trovare il tuo compagno di casata? >
< Credo nel salone dei Serpeverde. Ma a te non è concesso entrarci. >
< Vorrà dire che lo tirerò fuori con le buone. >

 

 

Usando le sue arti magiche per non farsi vedere dai compagni di Serpeverde, Tarzan si ritrovò nel salone di tale casata fissando con sguardo truce il giovane cacciatore.
< E tu che diavolo ci fai qui? Non sei un Serpeverde! >
< Ottima scoperta, spione e dannato uomo del male > replicò Tarzan a gran voce < Mi dici che cosa volevi dimostrare con Esmeralda? >
< Non so cosa tu ti stia riferendo. Ti avverto: lascia subito questo salone, altrimenti... >
< Credi davvero di farmi del male con la tua magia? Vuol dire che non mi conosci ancora appieno. >
< Non ho bisogno di farlo. Ho capito che tu e molti altri siete solo degli inetti. E poi quello che dico sui nostri compagni non sono affari tuoi. >
< Verto che lo sono visto che vuoi ferire una povera ragazza. >
< Esmeralda ci sta prendendo in gioco tutti. Non riesci a capirlo? >
< Anche se volesse amare un professore è libera di farlo! >
< Non se quel professore toglie l'amore ad un grande mago oscuro che attende solo di farsi avanti e distruggervi tutti. >
Nel sentire quelle parole, Tarzan non poteva credere che Gastone avesse venduto la sua fedeltà all'oscurità.
< Lo vedi questo marchio? È la nostra nascita appena il giorno del giudizio colpirà tutti voi. >
il simbolo del drago e della spada lasciò interdetto l'uomo della giungla, fissandolo con sguardo spaventato.
< Ma che diavolo sei tu? >
< Il tuo più grande incubo, Tarzan. Un incubo che non dimenticherai mai. >
Ma prima che Tarzan venisse colpito, l'arrivo di Jasmine evitò il peggio all'uomo della giungla.
< E tu, razza di tigre del deserto? Che cosa pensi di fare? >
< Di farti espellere, sciocco che non sei altro. >
Jasmine fissò il suo compagno di casata con sguardo teso em truce, come se una vera pantera stesse attendendo di attaccare la sua preda.
< Questo farabutto è entrato nel n ostro salone senza permesso. Quindi va punito. >
< Credi veramente che io sia una stupida? > replicò Jasmine puntando la sua bacchetta contro Gastone < Credi che io non sappia il motivo dell'astio che hai nei suoi confronti? >
< E' una spia! E va punito. >
< E tu? Ti sembra di essere una goccia limpida? >
< Sono chi o cosa voglio essere. E non prendo ordini da te! Quindi, o ti togli di mezzo, o ti colpirò insieme a lui. >
Ma Jasmine era assolutamente abile con la magia e talmente veloce da proteggere Tarzan e da farlo smaterializzare insieme a lei dinanzi all'entrata del salone di Serpeverde.
< Ma come... è successo? >
< Evita di fare domande e vattene. >
< Ma io... >
< Subito e non discutere! E ti avverto: vedi di farti gli affari tuoi e di non spiare chi non dovresti. Almeno se non sai contro chi hai a che fare. Mi hai capito? >
Imbambolato per tali parole, Tarzan si limitò a fare un cenno di sì con la testa e sparire nel salone grande del castello insieme a molti altri suoi compagni.
Con lo sguardo assetato di sangue, Gastone uscì dal salone dei Serpeverde per incrociare una Jasmine determinata, mentre il suo odio per i ficcanaso aumentava sempre di più.
< Che cosa volevi dimostrare? Perchè l'hai salvato? >
< Perchè hai già fatto troppi danni, Gastone. Io non riesco a fidarmi di te. >
< Sono affari miei con chi parlo e cosa faccio. >
< Credo che io non sappia quello che ti òlega al mago oscuro? Se solo il Preside sapesse... >

< Non hai le prove. E tali menzogne, ti farebbero espellere. >
< Non lo farebbe mai. >
< Jasmine, vedi di lasciarmi in pace. Mi hai capito? >
< Allora vedi di non fare del male ai tuoi compagni. Mi sono spiegata? >
Senza dire neanche una parola, Gastone si ritirò nella sua stanza per affinare ancora quelle arti magiche che erano diventate la sua unica ossessione.

 

 

Dopo la fine del primo giorno di scuola dopo le vacanze estive, gli sguardi complici di Esmeralda e Quasimodo non passarono inosservati agli altri studenti che li guardavano con dolcezza e con maleficenza.
< Quasi, sarebbe meglio se il nostro rapporto non sia aperto come adesso. >
< Perchè? Cosa ho fatto di male, Esmeralda? >
< Non hai fatto altro che sorridermi per tutta la lezione. Non la smettevi di guardarmi. >
< Lo so. È troppo forte. Non riesco a starti lontano > rispose l'uomo dandogli un bacio sotto il collo.
< Ma lo dovrai fare. Sciocco che non sei altro. >
< Non posso. Sono troppo avvolto dal tuo vortice d'amore. Mi sei mancata nel corso di questi anni. >
< Anche tu mi sei mancato, Quasi. Ma vedi di chiudere la porta. Non vorrei che qualcuno ci scoprisse. >
E anche se la loro era solo una voce messa in giro da chi voleva solo denigrarli, il loro segreto fu scosso da due occhi sconcertati.
< Esmeralda! Professore! Che cosa state facendo? >

   
 
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