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Autore: Alexander33    01/03/2023    2 recensioni
Una trappola intessuta dalla regina più spietata che mai, decisa ad usare un’arma insolita per battere il suo acerrimo nemico. L’odio si mescolerà all’amore con la complicità di un personaggio inedito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Raflesia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I sospetti di Harlock si andavano stemperando. Alcyone imparava in fretta, e ci aveva preso gusto. Si sdraió sopra di lui e pensó bene di esercitarsi ancora un po’ nell’arte del bacio… a lui non dispiaceva e lo dimostró ampiamente. Poi lo stuzzicó sotto le lenzuola e lo fece ridere.

 

“Sei proprio bello quando ridi. Peccato tu sia uno zotico senza un goccio di sangue nobile nelle vene… e detesti quelle della mia razza…”

 

«È tardi, ora devo andare» si era alzato dal letto e cercava i vestiti, sparsi in giro per la stanza.

 

Alcyone gli saltelló dietro «facciamo la doccia insieme?»

 

Harlock la guardó compiaciuto «mi dispiace, non ho tempo… è stato piacevole passare la nottata insieme.»

 

Le diede un bacio sulle labbra «tu fai pure con calma, io vado a pagare la camera, ti aspetto di sotto.»

 

«Aspetta!»

Harlock si voltó sulla porta 

«Quando partirai? Possiamo rivederci?»

Se si fosse dimostrata desiderosa di rivederlo, pensava Alcyone, forse gli avrebbe tolto definitivamente ogni dubbio su di lei.

 

«Non lo so… ma posso passare a salutarti prima di partire.»

 

Uscito Harlock, Alcyone si chiuse in bagno. Si era tolta il ciondolo con la telecamera e l’aveva dimenticato di proposito appoggiato sul lavandino. Non voleva che Raflesia spiasse anche i momenti intimi, ma era giunta l’ora di fare rapporto.

 

Accostó l’orologio alle labbra e spinse il pulsante per la chiamata.

La voce di Raflesia arrivó quasi immediatamente 

 

«Allora?! Sei sparita da ore! Si puó sapere cosa hai combinato?»

 

«Si, si, hai ragione. Ho buone notizie. Missione compiuta.»

 

«Bene! Hai preso la compressa? Domani mattina manda Gaia allo spazioporto. Ti invieró un kit medico per verificare se la fecondazione è avvenuta.»

 

«credo ci siano molte possibilità che lo sia…» Alcyone ripensava alla notte passata e a tutte le cose che il pirata le aveva insegnato.

 

«Perché ne sei così convinta? Beh, non importa. L’unica cosa importante è la riuscita del piano. Brava cugina! Appena ricevi il kit fa l’esame e comunicami subito l’esito.» chiuse la comunicazione.

 

Alcyone si sentì come una giumenta da riproduzione. Sospiró e si concesse una doccia, e passó lungo tempo sotto l’acqua calda pensando con piacere alle ultime sei ore.

 

Harlock l’aspettava appoggiato allo sprinter, con le mani in tasca e la brezza che gli scompigliava i capelli. Si guardarono vicendevolmente per un lungo attimo, prima di salire sul mezzo e tornare all’osteria.



 

«È giunta l’ora di separarsi.» Esitó impercettibilmente prima di continuare

«sei molto bella… la donna più bella che abbia mai avuto. Ti ho promesso che verró a salutarti prima di partire.» con il pollice le carezzó una guancia

«a presto, principessa!»

 

Ad Alcyone si geló il sangue, e ci vollero parecchi secondi prima che si rendesse conto che quello di Harlock era un vezzeggiativo, e non la prova che era stata scoperta.

 

Gaia e Phebe l’aspettavano: un po’ in ansia per la sua lunga assenza, un po’ curiose di conoscere l’esito della missione.

 

Subito comunicó a Gaia le istruzioni della regina: il mattino dopo sarebbe dovuta andare a ritirare il pacchetto allo spazioporto. Gaia annuì ma non fece ulteriori domande, fortunatamente.

 

L’animo di Alcyone era più leggero, aveva portato a termine la missione e l’ira di Raflesia era stata scongiurata. Sperava solo di poter tornare a bordo della Dorcas al più presto, anche se questo voleva dire che non avrebbe più rivisto Harlock.

 

“Ma che t’importa? Lui è solo una missione da portare a termine. Partorito il suo bastardo potró riprendere la mia vita di prima…” ma non ne era convinta fino in fondo.



 

Gaia era tornata con il pacchetto, lo consegnó ad Alcyone come da istruzioni, poi tornó ai suoi compiti.

 

Corse in camera sua e si chiuse dentro.

Il pacchetto conteneva un’ago e un dispositivo di analisi. 

Con l’ago si punse un dito finché una stilla di sangue verde smeraldo brilló alla luce fioca della stanza.

Con quella sporcó il vetrino del dispositivo e premette il pulsante che avviava l’analisi.

Dopo pochi secondi sul display apparve una luce verde: positivo!



 

«Raflesia, è positivo!»

 

«ottimo! Domani tornerai alla Dorcas.»

 

Alcyone esitó.

 

«Raflesia… è importante che Harlock non sospetti nulla, vero?»

 

«Certamente! Finché non sarai qui, al sicuro, non deve sospettare nulla!»

 

«Bene, perché mi vuole rivedere prima di salpare… se sparissi all’improvviso…»

 

Raflesia non la lasció finire «non ti sarai innamorata come quella stupida di Namino! Stai attenta Alcyone… tu sei diventata importante! La tua salute è prioritaria non fare sciocchezze! Ti do tre giorni…» Chiuse la comunicazione.

 

Era proprio così ligia al dovere? Se fosse partita immediatamente sarebbe stato ininfluente che Harlock avesse nutrito nuovi dubbi. La verità era che voleva rivederlo, un’ultima volta. In fondo, seppur in modo contorto e “sporco” lei portava in grembo suo figlio, o quello che tra poche settimane sarebbe stato l’embrione di suo figlio. Un fardello prezioso: unico, a pensarci bene. L’unione di una mazoniana e un umano era totalmente nuova e sarebbe stata la prima occasione per seguirne lo sviluppo.

   
 
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