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Autore: berettha    03/03/2023    2 recensioni
“Wormy ha ragione, mangiare ti farà sentire meglio.”
“Volete solo usarmi come scusa per farvi un giro.”
“Forse”, ammise James, “Ma l’obiettivo principale è il tuo benessere Moony.”
“Lo è sempre stato, Moony.” Annuì grave Sirius.
“Forza Moony!” Lo pregò Peter.
Remus sospirò, lasciando cadere la testa contro la spalla di James. “Va bene.”
|| Scritta per la sfida del mese #Springbingo del gruppo facebook Non solo Sherlock ||
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Scritta per la challenge #Springbingo del gruppo Non solo Sherlock, <3 https://www.facebook.com/groups/366635016782488 
Tw: Linguaggio volgare, lievemente omofobo.

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𝐧𝐨𝐭 𝐚𝐧𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐲. 
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Remus si sdraiò sulla pancia, nascondendo il volto nel cuscino. 
Si ficcò la federa in bocca, spingendola sempre più a fondo con le dita, sperando così di fermare le onde di bile e i gorgoglianti geyser che si infrangevano contro le pareti del suo stomaco. 
“Ti gira la testa?” Gli chiese Peter. 
“Mh mh.” Remus annuì, per poi alzare lo sguardo verso di lui, lasciando perdere la federa su cui posò la guancia: calda e umida aveva adesso preso l’odore delle medicine che aveva dovuto prendere quella mattina Remus, di cui sentiva ancora il sapore in bocca. 
Lo vide scavare con le mani dentro il pacchetto di patatine che teneva tra le gambe, portarsene una manciata in bocca. “Per me è un calo di zuccheri.” Si pulì le dita sul tessuto dei jeans, lasciando lunghe strisce unte e salate su essi. “Dai ti accompagno alle cucine, almeno mangi qualcosa di dolce e ti riprendi. Pad? James? Venite?”  
“Solo se il segaiolo qui presente non mi vomita sulle scarpe nel tragitto.” Vide Sirius alzarsi dal suo letto, dove era intento a scrivere un tema per Kettleburn, con i piedi sul cuscino e mille fogli sparsi di fronte a lui. 
“Ci metteremo nei guai.” Bofonchiò Remus. La testa gli pulsava seguendo il ritmo del suo cuore. 
“Moony, smettila di pensare troppo.” Saltò giù dal letto anche James, portandosi al suo fianco. Sentì una sua mano scivolargli sotto l’ascella, costringendolo ad alzarsi, “Wormy ha ragione, mangiare ti farà sentire meglio.”  
“Volete solo usarmi come scusa per farvi un giro.” 
“Forse”, ammise James, “Ma l’obiettivo principale è il tuo benessere Moony.”  
“Lo è sempre stato, Moony.” Annuì grave Sirius. 
“Forza Moony!” Lo pregò Peter. 
Remus sospirò, lasciando cadere la testa contro la spalla di James. “Va bene.”  
 
“Eh? Visto che ti senti meglio?” Peter tenne in alto il suo bicchiere di whisky come per fare un brindisi, ma a metà del gesto sembrò cambiare idea, trangugiando in una sola volta tutto il suo contenuto. 
Un leggero rossore iniziò a diffondergli sulle guance, lo stesso che già colorava i volti di Sirius e James. 
Remus sapeva di non poter bere, l’alcol non andava bene con le medicine che era costretto a prendere ogni giorno. 
Era scritto anche su una piccola nota che gli lasciava ogni singola volta Madama Chips, attaccata ai flaconcini arancioni che andava a ritirare ogni settimana.  
Solo carta e inchiostro, ma come sembrava guardarlo minaccioso quando andava a prendere i farmaci nell’armadietto del bagno. Il fatto che fosse scritto a mano, poi, gli dava proprio una fitta di malessere tra le costole: immaginarsi l’infermiera chinata sulla sua scrivania a scrivere quel biglietto per ricordare a Remus di non mischiare alcol e farmaci, era troppo da sopportare. 
Ma lo stesso, quando Sirius gli avvicinò il bicchiere di plastica alle labbra, non poté fare a meno di prenderne un sorso. 
Scusa Madama Chips. 
Il whisky scivolò caldo e terribile lungo la sua gola, peggiorando il dolore allo stomaco ma migliorando decisamente quello alla testa. 
“Hai mangiato la cioccolata, Moony? Mia mamma me ne ha sempre dato qualche tocco, dopo gli allenamenti. Ti giuro, fa benissimo.” Prongs gli ripassò l’ennesimo mattoncino di Toblerone, ormai sciolto per averlo tenuto tutto quel tempo in mano. 
“Grazie Jamie.” 
Curare un attacco di nausea con cioccolato e alcol, forse non era una mossa troppo intelligente, ma Remus apprezzò lo stesso. I suoi amici che si facevano in quattro, solo per lui. 
Remus era, e non mancava mai di sentirsi, profondamente amato. 
Sirius si lasciò cadere su di lui, e qualche ciuffo di capelli neri gli finì in bocca. Li sputò via, scatenando le risate degli altri due. 
“Moony Moons, quanto puoi bere prima di finire in ospedale con un tubo nello stomaco?”  
“Nemmeno un goccio, in realtà.”  
“Non mi dire che leggi veramente il bugiardino dei farmaci. Se stai a leggere quella roba ti ritrovi più malato di quanto non lo eri prima, Moony, fidati. Un bicchiere non ha mai ammazzato nessuno e non puoi lasciare che un pezzo di carta prenda decisioni al posto tuo. È così che ci infinocchiano, quelli ai piani alti.” Peter stritolò il bicchiere di plastica nelle sue mani, formando una sfera molto schiacciata ai lati. 
Nell’aria c’era già odore di umidità, sudore, scarpe da ginnastica e adesso anche di alcol da due soldi. Remus arricciò il naso. 
“Wormy, ti voglio bene, ma qualche volta mi imbarazzi terribimente.” Riprese Sirius, “Ma è anche vero non possiamo sempre ubriacarci senza di te, Rem.”  
“Infatti non lo faremo,” James si alzò da terra, stiracchiandosi le gambe. “ho gli allenamenti. Wormy, vieni anche tu? Mi pare venga Desdemona a vederci stasera, se vuoi fare la tua mossa è il momento ideale.”  
“Corro.” Rispose Peter, allontanandosi con lui lungo il corridoio. “Ci vediamo.”  
“Ciao Petey, ciao Prongs.” Li salutarono con la mano, come facevano i bambini. 
Anche Remus avrebbe dovuto alzarsi, specialmente dopo esser rimasto per due ore seduto a terra, con la schiena poggiata al muro e le gambe distese sul pavimento. Ma sapendo i dolori che gli avrebbe dato la sua anca per punirlo di quella posizione scomoda, per il momento decise di posticipare l’inevitabile. 
“Sirius? Tu rimani?”  
“Certo che rimango.”  
“Grazie.”  
“E di cosa? Passami un pezzo di cioccolato.”  
Remus frugò nelle cartacce che James aveva lasciato dietro di sé, “E’ finito, Pad.”  
“Non ci posso credere!” Si lasciò cadere sopra di lui nuovamente, alzando le braccia al cielo in modo teatrale, “Te lo sei mangiato tutto. Tutto!”  
“E vuoi sapere un segreto?”  
“Sirius Orion Black è sempre pronto per sapere un segreto.”  
“Io odio il cioccolato.”  
“No. Sono io che odio te in questo momento, segaiolo del cazzo.”  
Risero entrambi, mentre Sirius continuava a vuotarsi la bottiglia di whisky nel misero bicchierino di plastica.  
“Però t’ha fatto bene, no?” Gli chiese, mordicchiando distrattamente il bicchiere. Si tolse un pezzettino di plastica dalla punta della lingua, e lo lanciò contro il muro davanti a loro prima di riprendere il discorso. “Il cioccolato. Niente più testa che gira.”  
“Sì,” Ammise Remus, “mi è passata.”  
“Dovresti usarlo come una specie trucchetto, sai, quando diventerai insegnante. Sono sicuro che se distribuirai cioccolato a quei piccoli mostri che ti ritroverai davanti, loro ti ameranno fin da subito.”  
“Non farò l’insegnante.”  
“Oh. Vedremo. Professor Lupin.”  
“Sta zitto.”  
   
 
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