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Autore: lmpaoli94    07/03/2023    1 recensioni
Un castello maestoso. Una scuola di magia dove alcuni di loro combatteranno per i loro ideali e cercheranno di essere i più forti agli occhi degli altri.
Alcuni di loro cercheranno di trovare l'amore.
Ma trovare il fatidico “E vissero per sempre felici e contenti”, non sarà facile.
Che cosa succederebbe se alcuni dei loro professori potessero togliere di mezzo i loro stessi alunni nel mistero più profondo dove il senso della magia verrà messo a dura prova.
Ci saranno molti protagonisti ma anche tanti antagonisti.
Un unico universo dove il destino verrà sancito grazie ad un diploma.
Chi diventerà il cavaliere della magia tra gli uomini?
E chi sarà tra le donne la principessa della magia?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Merlino non aveva nessuna intenzione di uscire di più dal suo ufficio.
La sua codardia e la sua stessa paura l'avevano imprigionato in un luogo in cui nessuno avrebbe potuto entrare per salvarlo.
Nemmeno Anacleto e il Grillo Parlante potevano fare qualcosa per smuovere il suo animo visto che il suo stesso ufficio era stato chiuso con una magia impossibile da poter decifrare.
Quelle lettere strane e quegli anagrammi che erano molto diversi in quel mondo sconosciuto, mentre le preoccupazioni di tutte quelle creature che avevano fatto tutto per lui, aumentava sempre di più.
< Non ci siete ancora riusciti? > domandò Quasimodo ritrovandosi dinanzì alla porta dell'ufficio di Silente mentre Anacleto e Grillo parlante non sapevano più cosa fare < Gli altri professori? Hanno provato a fare qualcosa? >
< Sì. Ma non ci sono riusciti. >

< Secondo me è magia oscura. Sappiamo tutti che Merlino era attratto da simili descrizioni. L'avevano spinto in un mondo molto diverso da questo. Un mondo dove poteva sentirsi potente. >
< Non dire scempiaggini, Quasimodo. Merlino non avrebbe mai adoperato la magia oscura! >
< Questo vuol dire che non conosci ancora il tuo padrone, gufo dei miei stivali. >
< Ma come ti permetti?! Se posso posso trasformarmi in una creatura che ti ucciderebbe allìistante-. >
< Mi dispiace per te, ma abbiamo già seppellito la povera Jane e non abbiamo tempo per vedere altri uccisioni. >
< Frollo è molto vicino a noi > mormorò Grillo Parlante prendendo la parola < Ci vede volubili e molto fragili. In qualsiasi momento ci potrà attaccare. E noi come potremmo difenderci senza il miglior mago del mondo? >
< Secondo me l'abbiamo troppo sottovalutato. >
Mentre Quasimodo tentò in ognio modo di offendere la potenza e il rispetto del suo preside, fu solo Anacleto che prese posizione.
< Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio. >
< Se Merlino fosse davvero potente come vuole farci credere, allora sarebbe qui accanto a noi con un piano ben congegnato per attaccare il suo alter ego. Perchè è quello che Frollo è. >
< magari si scoprirà che Frollo e Merlino sono due fratelli separati dalla nascita: il primo si è votato alle forze del male, mentre il secondo... >
Nemmeno il Grillo Parlante era sicuro di parlare bene del mago.
Le sue attitudini a nascondere le sue abilità nella magia e le voci contrastanti che lo dipingevano come un cattivo, avevano spinto la saggezza dell'animale a non credere solo alle apparenze.
< Adesso stai fascendo stupide congetture pure tu, Grillo? Sì può sapere da che parte state?! >
< Dalla parte della ragione. E merlino non è quello che ci vuole far credere. >
< Quasimodo, te l'ho già detto: parla ancora male del preside e farai una brutta fine. >
< Vuoi forse gettarmi nel lago ghiacciato? Oppure ti trasformerai in una creatura mitologica o magica e mi ucciderai distruggendo mezzo castello? Allora fai pure! Ma non me ne andrò di qui finché non avrò parlato con lui. >
< Tutti noi vorremmo parlarci ma non ci riusciamo! >
< Allora troviamo un modo per aprire questo portone e scopriamo quello che il mago ha in mente. È l'unico modo. >
< E tu Quasimodo, come insegnante di storia della magia, che cosa vorresti cavarne? Non sei abile come Malefica o altri professori. >
le parole di Grillo parlante non sminuirono minimamente le abilità dell'ex campanaro.
Muovendosi con fluttuazioni inverosimili mentre si stava concentrando e chiudendo gli occhi, Quasimodo scagliò la sua magia contro quel divisorio che era diventato come un muro insormontabile.
E mentre il castello tremò sotto il suo dominio, la porta che racchiudeva l'ufficio di Merlino non si sgretolò minimamente, lasciando interdetto il giovane mago.
< Ah! Credi ancora che Merlino sia uno stupido inetto? È proprio vero che hai ancora molte cose da imparare, caro Quasimodo. >
< Lo riconosco, va bene. Ma non mi darò per vinto. >
< Sarebbe tutto inutile > fece Malefica allarmata per quello che era appena successo < Evoi tutti dovreste evitare di rimanere qui a perdere tempo. Non ci sono possibilità per entrare. Non l'avete capito? >
< Ma Malefica... >
< Taci, sgorbio di un insegnante e fammi parlare. >
< Ma come osi?! >
< Scagliare la tua magia non ti servirà a niente. L'ultimo incantesimo ti ha molto indebolito e per prima cosa, non c'è tempo per farci la guerra a vicenda. Oppure anche tu vuoi essere contro i nostri propositi? >
Alla fine, dovette essere Malefica e la sua inappropriatezza con la magia a fermare i propositi di un mago che aveva giurato fedeltà all'unico preside della scuola che avrebbe risolto qualsiasi problema.
Ma da quando Merlino aveva visto un mago qualunque padroneggiare una simile magia potente, non poteva che dipingersi come un mago debole che non avrebbe potuto fare niente contro chi era giovane e padroneggiava la magia molto meglio di lui.
Ma Merlino era l'unica guida di quel mondo.
Quel mondo che non risplendeva più dopo che l'oscurità aveva preso il sopravvento e il modo in cui il male prendeva il sopravvento era data da quella sicurezza e da quel maligno che ormai aveva avvolto l'animo di un qualsiasi mago, anche mezzosangue, a vagare con lo sguardo fisso verso l'ignoto mentre il sole rimaneva lontano da quel presente.

 

 

< Sei stato bravissimo, Gastone. Davvero capace di avere il sangue freddo nel riuscire in atle impresa. Non so cosa dire. Sono estasiato. >
le belle parole di Frollo non scossero minimamente l'animo di Gastone, che ancora non aveva capito quello che realmente aveva fatto.
< Adesso però non mi dire che ti stai pentendo, Gastone. Non lo accetterei mai. >

ma il ragazzo continuava a non rispondere, ancora scosso o solamente dispiaciuto.
< Tremotino, tu che lo capisci meglio di me, cosa intendi credere? Gastone non vorrà mica... >
< No. Il simbolo che ha sul braccio ci lega indissolubilmente a te, mio Signore. Non potremmo mai detrarci da quello che abbiamo fatto e se tu muori, non ti seguiremo. Non potremmo vivere in un mondo che non ci appartiene. >
Mentre Frollo non si convinceva di quelle parole, Gastone sentì i suoi sensi di colpa pervaderlo.
< Non ho mai ucciso nessuno prima d'ora. Per questo mi sento così. >
< Ti ci dovrai abituare, ragazzo mio. È la scelta da fare quando si sposa le forze del male. E tu hai del talento, ragazzo mio. Talento che prima non riuscivo a vedere. >
< e' confortante sentirglielo dire mio Signorine, ma ancora non sono riuscito ad essere quello per cui ho studiato. Quello per cui volevo immaginare: un mago perfetto che non pensa minimamente ad essere un mezzosangue. >
< Anch'io sono tale ma non me ne faccio una colpa. La magia ha voluto benedirci e io ho assoluto bisogno di questo segno divino. Perchè mi spinge ad essere diverso da quello che ero: una persona migliore. >
< E' vero. Ma certe volte non veniamo capiti. È questo che ci rilega nel buio. >
< Esatto. Ma è solo questione di tempo e noi guideremo questo parallelo mondo della magia che ci ha unito. Devi solo continuare a credere in te stesso. È questo quello che voglio. >
mentre le parole di Frollo sembravano una benedizione per quell'animo confuso di Gastone, il vecchio inquisitore ci mise poco a fare cambiare idea al cacciatore.
Abbracciandolo e trascinandolo verso di lui come segno di fede e di un legame sempre più forte, Tremotino sentiva le preoccupazioni invadergli, mentre quel legame oscuro avrebbe sancito una prospettiva imprevedibile.

 

 

Il passare delle ore non poteva sicuramente aiutare il proseguo di quell'alleanza che non sarebbe mai tornata a vigilare su quel mondo.
E mentre i professori continuavano le lezioni in quella scuola come se niente fosse, una figura femminile dal carattere introverso e misterioso pensò di ritrovarsi dinanzi a quel dilemma.
Aveva come lo sguardo compiaciuto e trasognato, ma la giovane maga non pretendeva nella sua riuscita, ma sapeva benissimo che niente era impossibile.
E mentre si stava guardando in quello specchio pesante che era riuscita a portarsi con le sue stesse forze, Anacleto e Grillo Parlante si guardavano sorpresi e confusi.
< Ehi, ragazzina? Ragazzina! >
Sembrava che la maga in questione non volesse ascoltarli, facendo finta di niente e continuando nel suo compito.
< Ma cosa sta facendo, Anacleto? > domandò Grillo mentre fissava quella figura guardarsi dritta allo specchio.
< Non lo so ma vorrei tanto saperlo. >
< E se fosse una minaccia? >

< Quella ragazzina che ha le sembianze di una bambina? Ma fammi il piacere, Grillo. >
< Non voglio soprassarvi ma credo che l'unico modo per guardare lo sguardo del nostro preside è giocare d'astuzia oltre che con la magia. E questo specchio può davvero fare al caso nostro. >
La ragazzina era assolutamente certa di quello che stava facendo, ma Anacleto non riusciva a convincersi di quelle parole.
< Vuoi forse smaterializzarti nell'ufficio di Merlino attraversando quello stupido specchio? Il Preside non è così stupido come puoi credere. Avrà pensato a tutto. >
< Avrà è una condizione che non implica tale sicurezza. E adesso vedrete come. Se volte, potete seguirmi >
Mentre lo specchio cominciò ad illuminarsi, la ragazzina lo oltrepassò senza problemi seguita dai due animali che una volta riapriti gli occhi, non poteva ancora crederci.
< Ma questo è... >
< L'ufficio di Merlino. >

 

 

Guardandosi intorno, Anacleto e Grillo non lo videro da nessuna parte, facendogli pensare che quell'ufficio in cui si trovavano, era tutta una montatura architettata dalla ragazza.
< Mi sta aspettando. Lo sento... Ma io e Merlino dobbiamo parlare da soli. Quindi ci potete scusare? >
< Come potremmo fare ad uscire di qui? La porta è chiusa e lo specchio... >
Come un cenno della bacchetta, Alice aprì la porta dell'ufficio lasciando ancora confusi i due animali.
< Ragazzina, si può sapere cosa hai in mente? >
< Voglio solo convincere il mio preside ad ascoltarci. Tutto qui. >
< Andate pure. Io e Alice ci sentiremo a nostro agio. >
< Ma preside! Allora è tutto vero! >
< Nessuno sa giocare e ingannare la magia con Alice > fece Merlino ritrovando un sorriso perso < E adesso lasciateci da soli. Dobbiamo parlare. >
Uscendo da quell'ufficio come se niente fosse successo, Merlino non la smetteva di fissare Alice.
< Sei migliorata. >
< Ho imparato dal migliore. Il trucco dello specchio è di sua invenzione, mio Signore. >

< Sono il tuo preside, Alice. Non scordartelo. >
< Ma finché siamo soli lei è il mio unico maestro. Mi ha cresciuta salvandomi dai miei stessi incubi. E questo io non posso scordarlo. >

mentre Merlino non poté trattenersi dall'abbracciare Alice, sentiva in cuor suo che la sua magia si stava affievolendo mentre la vecchiaia stava avanzando.
Non si sentiva più potente come un tempo e vedere quella creatura pronta per il grande passo, rendeva il suo stesso futuro ricco di incomprensioni e di possibili stravolgimenti.
Come un futuro distopico in cui Merlino non avrebbe mai fatto parte.
Un futuro in cui la magia non sarebbe mai scomparsa e che il frutto dell'ardore di quel luogo in cui Merlino ha visto crescere sarebbe durato fino all'infinito.
Ma ora doveva farsi parte e trovare il coraggio nel confessarlo.
< Non potrà mai farlo. >
< Come? >
< Merlino, sa molto meglio di me che io riesco a captare ogni singolo pensiero che il suo subconscio cova nelle profondità nella sua mente. E lei deve capire che non sarà mai un problema per questa scuola, ma una risorsa che potrà darci la mano in ogni ambito in cui il nostro destino lo richieda. E lei fa' parte di tale destino. Di quello di tutti. >
< Perchè allora la morte di Jane mi fa' capire che ho fallito? >
< Perchè quella ragazza non meritava di vivere, mio Signore. E lei non avrebbe potuto fare niente per salvarla. Nemmeno se quella sentinella si fosse fatta gli affari tuoi. Il suo corso in questa vita era finita. E il nostro unico peccato è non averglielo confessato. >
< Tutto ciò ci spinge a credere che siamo dei mostri. >
< Siamo solo due maghi realistici, Merlino. Dobbiamo convincerci che c'è sempre uno spirale da intraprendere per capire chi realmente siamo. E il nostro futuro non può essere indissolubilmente lontano dal bene di questa scuola. Ma lei e tutti gli altri tra professori e studenti non riescono a capirlo. Per questo non farò altro che arrabbiarmi per cercare di cambiare il senso della nostra vita. Con o senza il suo aiuto. >
merlino non sapeva cosa credere e mentre la sua forza di volontà stava riacquistando vigore, Merlino non poteva credere che la sua apprendista maga lo aveva convinto a ricredersi e quel suo sguardo magnetico lo avrebbe ancora fatto sentire debole.
Ma non era uno sguardo di sottomissione, ma di voglia di rivalsa.
E Merlino non avrebbe mai smesso di guardarla.

   
 
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