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Autore: Djehuty    14/03/2023    1 recensioni
Warning! Spoilers (per chi non abbia terminato la serie). Ambientato dopo il finale della 15esima stagione.
Trama: Dean è in paradiso e sente la mancanza di Castiel allora decide di rivolgergli una preghiera. (Destiel)
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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XVIII

Dean fu felice di allontanarsi dal palco.

Gli era bastata un'occhiata alle movenze dell'indiano che cantava per capire che se non se ne fossero andati Castiel l'avrebbe trascinato in quella ridicola danza. E non aveva nessuna intenzione di fare una cosa del genere davanti a suo padre.

Si avventurarono tra le bancarelle e Dean si fermò a guardare alcune sculture interessanti. Prese in mano King Kong in stile vintage, con la bocca spalancata e i pugni sul petto. Lo posò e osservò la statua di un coccodrillo vestito da cameriere che reggeva un vassoio. Infine si imbatté in una pecora di resina, colore rosa shocking, che aveva una zampa in meno-l'arto era stato sostituito con un pezzo dorato che lo riproduceva grossolanamente.

Dal momento che in paradiso si poteva prendere ciò che si voleva senza pagare, ammiccò con una smorfia e osservò contento l'oggetto che teneva tra le mani, immaginandola in bella vista all'entrata di casa.

“Dean, che cosa hai trovato?”

Domandò Castiel affacciandosi da dietro la sua spalla.

“Dolly la zoppa. Viene a casa con noi.”

Decretò solennemente, voltandosi.

“Le hai dato un nome?”

“Dovevo.”

John tornò da loro con un vassoio e tre tazzine d'argento colme di thè. Dean si infilò Dolly la zoppa nella tasca del cappotto. La parte posteriore della statua emergeva dalla tasca-troppo piccola per contenerla-ma non se ne curò.

Sorseggiarono la bevanda assaporandone il gusto delicato e dolce, grazie alla generosa quantità di zucchero.

Quando ebbero finito, John si diresse verso una bancarella di rosari appartenenti a diverse religioni. E Castiel si interessò a delle cassette di cantautori sconosciuti. Dean lo vide scegliere un brano di un certo Shahram Shabpareh e sorrise guardandolo con affetto. Castiel era semplicemente unico. Riusciva a fare cose imbarazzanti emanando purezza d'animo, come nessun altro al mondo riusciva a fare.

Improvvisamente sentì la necessità di prenderlo per mano, come per assicurarsi che nessuno glielo portasse più via. Quindi si accostò a lui e lentamente-sentendosi insicuro come un quindicenne al primo appuntamento-sfiorò con i polpastrelli le dita di Castiel, il quale si girò di scatto a guardarlo con gli occhi spalancati.

Prese la mano di Castiel nella sua, che ricambiò la stretta e gli rivolse uno sguardo sognante. Dean distolse subito l'attenzione e tossicchiò, poi disse:

“Andiamo a vedere cosa fanno laggiù.”

Arrivarono mano nella mano di fronte ad uno stand con dei cigni di plastica che galleggiavano spinti dalla corrente su una piccola vasca rialzata, di forma circolare.

“Volete provare la pesca miracolosa? Abbiamo molti premi in palio e non fanno schifo come quelli sulla Terra!”

Propose loro una gitana che indossava una veste variopinta blu e azzurra e aveva grossi orecchini a cerchio infilati nei lobi.

“Dean, non si riferisce alla pesca miracolosa descritta nel vangelo secondo Luca, presumo…”

Domandò Castiel perplesso.

Dean sbottò a ridere.

“No, Cass, è solo un gioco che si chiama così.”

Specificò Dean ridacchiando.

“Cinque paperelle.”

Gli comunicò la donna.

Dean lasciò la mano di Castiel e afferrò l'asta con l'occhiello che la gitana gli offrì.

“Ti faccio vedere come si fa. Sono piuttosto bravo.”

Gongolò Dean sorridendo a Castiel e poi studiando i cigni.

Sapeva che quelli più pesanti e più lontani erano solitamente quelli che davano un maggior punteggio. Ma probabilmente il discorso non si applicava al Paradiso.

Dean ne pescò cinque tirandoli su con gesti decisi e li ripose in un cestino.

Castiel seguiva con interesse tutta l'operazione.

Poi il cacciatore li rigirò e lesse ad alta voce i numeri. Non era andata male.

“Il tuo punteggio è 121. Ecco, puoi avere uno di questi sul lato destro.”

La donna indicò loro diversi peluches.

“Sceglilo tu, Cass.”

Disse sorridente Dean, curioso di vedere che cosa l'angelo avrebbe trovato di suo interesse.

Castiel ispezionò velocemente gli orsacchiotti e i fenicotteri rosa, passando oltre.

“Quello.”

Disse infine, indicando un essere peloso e informe, di colore grigio.

“Seriamente?”

Chiese Dean a bocca aperta.

La donna consegnò a Castiel quello che apparentemente si chiamava il BouBou. A Dean fece venire in mente il nome di qualche strana creatura catalogata nel diario di suo padre. Ed in effetti, ne aveva le sembianze.

Cass lo esaminò soddisfatto e lo ripose nella busta che la donna gli aveva dato per trasportarlo.

Si allontanarono dallo stand e Dean non poté fare a meno di chiedere:

“Perché hai scelto lo Yeti?”

Castiel sorrise.

“Lo trovo simpatico. Non credo sia uno Yeti Dean, il suo nome è BouBou.”

“BouBou. Giusto.”

Rispose Dean ironico. Ma Castiel non ci fece caso e lo ricambiò con uno sguardo dolce.

“Grazie.”

“Figurati…per un BouBou.”

Ironizzò, tornando a prendere la mano di Castiel con apparente nonchalance.

 

  
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