XXI

Per tutto il tragitto verso casa l'Impala viaggiò con il solo rumore del motore nell'abitacolo.

Castiel guardava fuori dal finestrino e Dean sembrava estremamente concentrato nella guida.

L'angelo si rammaricò di essersi aperto a Dean, quel pomeriggio. Probabilmente aveva detto la cosa sbagliata. Non avrebbe dovuto, considerando quanto ci tenesse a preservare il loro rapporto. Guardò il sole eclissarsi dietro le vette, disegnando giochi di luce tra le pale di un mulino a vento.

Poi abbassò lo sguardo sulle sue mani, abbandonate in grembo.

Proseguirono in silenzio finché Dean fermò la macchina nel parcheggio vicino al bosco. Subito dopo scesero e si incamminarono verso casa.

Una volta giunti nella baita, Dean andò in cucina e tornò con due birre.

Ne porse una a Castiel che la afferrò distrattamente, evitando il suo sguardo.

“Ok. Sediamoci.”

Propose Dean, avvicinandosi al divano.

Castiel lo raggiunse sospirando.

“Dean, scusa. Non avrei dovuto dirti quella cosa…era inopportuna.”

Dean bevve una lunga sorsata, poi rispose, un po' a disagio.

“Ok. Sono cose che capitano.”

Ci fu un momento di pausa, in cui nessuno dei due proferì parola.

“Dean…”

Sospirò Castiel sentendosi squarciare il petto dalla tristezza e dell'angoscia.

“Non è un problema che tu me lo abbia detto. Davvero.”

Gli assicurò Dean regalandogli un sorriso genuino e dolce.

Castiel si sentì rapire da quegli occhi che lo osservavano con rispetto e delicatezza.

“Non ti ho…turbato?”

Dean abbozzò un piccolo sorriso.

“No Cass. È solo che…non ci sono abituato.”

Garantì e Castiel si sentì più leggero.

Quindi a Dean andava bene.

“Questo significa che posso baciarti?”

Domandò, illuminandosi.

“Maledizione, Cass! No che non puoi!”

Tuonò Dean allargando le braccia con aria sconvolta.

Castiel lo vide arrossire e tracannare grandi sorsate dalla bottiglia. Rimase perplesso a guardarlo. E poi realizzò che forse Dean non voleva spingersi troppo oltre.

Castiel pensò che a lui andava bene anche così, d'altronde era felice semplicemente standogli accanto.

“Ok Dean, come preferisci.”

Lo rassicurò con tono benevolo.

Dean si passò una mano sulla faccia e assunse un'espressione provata.

“Cass, scusa, io…non volevo essere brusco. Voglio dire…non puoi prendere e chiedere queste cose alle persone.”

Castiel si corrucciò.

“Perché no?”

“Perché sono cose che si fanno e basta, senza chiedere.”

Ora finalmente era tutto chiaro. Castiel annuì debolmente e rispose pacato:

“Ok.”

Prima che Dean potesse ribattere annullò la distanza che li separava e premette le labbra contro le sue.