XXV

Castiel non sapeva cosa Dean volesse comunicargli. Probabilmente voleva dirgli che non era il caso di dormire abbracciati, ma poi aveva desistito.

Si avvicinò a lui, mentre addentava le sue uova seduto al tavolo e lo guardò: sembrava chiuso nel suo mondo, impenetrabile, incomprensibile come al solito.

Lasciò andare un sospiro e si versò del caffè nella tazza. Poi si sedette davanti a lui.

“Dean…” cominciò, e il cacciatore gli rivolse uno sguardo ampio. “Non posso vivere senza di te.”

L’aveva ammesso con sincerità e semplicità. Lo vide tossicchiare e battersi un pugno sul petto. Continuò:

“Sei tutta la mia vita. Il senso delle mie giornate. L’anima più bella che Dio abbia creato.”

“Ok, Ok!”

Sbraitò Dean tra una sorsata di caffè e l’altra.

“Voglio stare sempre con te.”

Concluse Castiel sorridendogli e pensando a quanto lo amasse, in ogni suo piccolo gesto o atteggiamento tipico, persino quelli più scontrosi.

“Ok Cass, dammi un minuto.”

Rispose Dean abbandonando la tazza di caffè e guardandolo trafelato.

Castiel attese un po’ e poi gli domandò con voce incerta:

“Se per te va bene…”

Dean rimase spiazzato a guardarlo. Poi cominciò ad avere qualche tic nervoso e si sistemò meglio a sedere.

“Uhm…senti Cass, quello che c’è tra di noi…ci ho pensato e...non ho intenzione di ostacolarlo. Va bene?”

Castiel sgranò gli occhi incredulo.

Dean riprese a parlare:

“Non mi è mai successo. Voglio dire…così. Con un angelo. Con un uomo.”

Castiel inclinò appena la testa da un lato e si affrettò a dire:

“Vuoi che mi cerchi un altro tramite?”

Dean scosse immediatamente la testa a quelle parole.

“No. Non è questo il punto.”

Calò un silenzio imbarazzato. Poi Dean proseguì:

“Voglio solo dire…che per me è strano. Non è importante che tramite tu ti scelga. Però, ormai sono abituato a questo e non voglio che lo cambi.”

Castiel non riusciva a seguire il filo del suo discorso e si ritrovò ad arricciare le sopracciglia guardandolo perplesso.

Dean si mordicchiò un labbro, poi sbottò:

“Ok, senti Cass. Provo qualcosa per te. Che va al di là di tutto.”

Castiel si sentì come se tutta la luce dell’universo lo attraversasse di colpo, regalandogli la beatitudine dei mistici che raggiungono il Nirvana.

Dean tese le labbra in una piccola smorfia e continuò:

“Ci ho pensato su stanotte e...questo, qualsiasi cosa sia, mi va bene.”

Castiel, con un inizio di pianto tra le ciglia, sentì la grazia scorrere nel suo corpo con impeto, il cuore scaldarsi e riempirsi di gioia incommensurabile e non poté fare a meno di commuoversi.

Dean rimase a guardarlo esterrefatto, come se non si aspettasse una reazione del genere.

“Ti amo, Dean.”

Riuscì a farfugliare nel pianto.

Dean si alzò in piedi, lo raggiunse, gli carezzò dolcemente la nuca e depositò un bacio trai suoi capelli.

“Ti amo anch’io, Cass.”

Castiel si alzò in piedi ed emise un suono scomposto, mentre piangeva.

“Oh, Dean…”

Fu tutto ciò che riuscì a dirgli.

Dean gli carezzò dolcemente una guancia e lo guardò con affetto.

“Non te ne andare mai. Promettimelo. Promettimi che resterai sempre con me.”

Castiel esplose a piangere e lo attirò a sé, abbracciandolo stretto.

“Lo prometto.”

Rimasero così, avvinghiati, mentre Castiel singhiozzava nell’incavo della sua spalla e il mondo attorno sembrava scomparire e confondersi nell’intensità di quell’emozione devastante che gli squarciava il petto, facendogli perdere la ragione.

Chiuse gli occhi e si perse nell'odore di Dean e nel suo calore, mentre dalla radio partirono le note di The One di Elton John. E seppe, nel profondo del suo cuore, che l'avrebbe amato per l'eternità, più di qualsiasi altra cosa al mondo.