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Autore: Siluan    15/03/2023    3 recensioni
Merlino avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvare Artù.
Finale alternativo che si sviluppa da una delle ultime scene dell'ultimo episodio della serie.
"What if" rigorosamente canon (è l'unica fan-fic che sto scrivendo a NON essere una Merthur).
DISCLAIMER: I personaggi della serie televisiva "Merlin", citati in questa storia, non mi appartengono, ma sono di legittima proprietà dei loro ideatori e della della BBC. Essi sono stati da me utilizzati a solo scopo di intrattenimento personale e senza nessuno scopo di lucro.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drago, Gaius, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Capitolo 11 - Ritrovarsi (parte 1)


“Gaius...” Artù si bloccò subito vedendo Merlino.

I due uomini si alzarono in segno di rispetto verso il loro re ed il viso del medico si aprì in un grande sorriso: “È appena arrivato, Sire. Stavo giusto per venire ad avvertirvi”.

Il re annuì e fece qualche passo verso di loro, senza distogliere gli occhi dal mago.

“Ci ha pensato Ser Leon... ha detto di aver visto Merlino strisciare per i vicoli come un ladro nella notte.”

“Io non stavo strisciando nei vicoli!” obiettò Merlino accigliandosi, in tono leggermente offeso.

Un angolo della bocca di Artù si sollevò leggermente, nel tentativo di non ridere, ma poi si rivolse al medico: “Gaius, per favore, potresti lasciarci?”

“Ma certo,” replicò pronto, “mi sono appena ricordato che devo andare a raccogliere l'artemisia in fiore”, e con un leggero inchino si avviò alla porta, senza smettere di sorridere.

“Grazie”, gli disse semplicemente Artù mentre usciva.

Merlino represse a sua volta un sorriso per la bugia del suo mentore, dato che sapeva benissimo che l'artemisia non fioriva in quella stagione, poi inspirò a fondo, lottando contro l'ansia che all'improvviso gli attanagliava lo stomaco, perché nonostante tutto ciò che gli avevano detto Fionn, Kilgharrah e Gaius, il dubbio di non essere più il benvenuto non lo aveva mai abbandonato del tutto.

Si schiarì la voce e cercò di assumere un tono più spensierato possibile: “Per favore e grazie nella stessa frase? Siete proprio voi?”

Artù lo fissò intensamente per un secondo, poi lo raggiunse e inaspettatamente lo strinse in un caloroso abbraccio, che lui, dopo il primo istante di sorpresa, ricambiò timidamente.

“Sono felice che tu sia vivo, Merlino”, mormorò il re con voce rotta dall'emozione.

Tutti i dubbi si sciolsero all'istante e finalmente la consapevolezza del perdono e dell'accettazione lo pervase come un dolce calore.

“Grazie,” bisbigliò con un filo di voce, “ne sono felice anch'io”.

Le mani gli tremavano leggermente, mentre lottava per ricacciare indietro le lacrime e allo stesso tempo l'ondata di magia cristallina che voleva liberarsi per celebrare la sua gioia: non poteva permettersi scoppi di magia incontrollata in quel momento!

“Quindi non siete in collera con me?” domandò invece per un'ultima conferma, schiarendosi la voce.

Artù si staccò da lui ma tenne le mani appoggiate alle sue spalle, guardandolo con un misto di affetto, divertimento ed esasperazione.

“E per cosa? Perché mi hai salvato la vita, arrivando quasi a sacrificare la tua? Oppure perché hai sconfitto i Sassoni e protetto Camelot con la tua magia? Merlino, credo che nella nostra lingua non ci siano parole a sufficienza per esprimere la gratitudine che io e l'intero regno abbiamo nei tuoi confronti!”

Il mago abbassò lo sguardo imbarazzato: aveva sempre desiderato un riconoscimento per tutto ciò che aveva fatto negli anni, e ora che quel momento era arrivato, stranamente gli sembrava che la cosa non fosse poi così importante.

“Ma vi ho mentito per anni”, borbottò quindi per liberarsi anche dell'ultimo peso che gravava in fondo al suo animo.

Il re emise un sospiro di esasperazione e si sedette sulla sedia accanto alla sua, facendogli cenno di fare altrettanto. Solo quando Merlino fu a sua volta seduto, proseguì: “Vero. Hai omesso alcune informazioni che ti sarebbero valse una condanna a morte, nella vecchia Camelot”.

Fece una pausa ed il mago finalmente alzò gli occhi, incontrando il suo sguardo limpido. Artù sorrise: “Ma le cose ora sono cambiate”.

Merlino prese un profondo respiro e rispose al sorriso: “Sì, me l'hanno detto”.

Si bloccò sussultando, un'espressione ansiosa sul viso, perché si era ricordato solo in quel momento di una cosa importante.

“A proposito, grazie per aver acceso il Faro, i Druidi mi hanno detto che l'avete fatto personalmente... io, non so come ringraziarvi, davvero... non ero neanche sicuro che ve lo sareste ricordato, una volta sveglio...”

Artù scosse la testa e alzò una mano per fermare quel fiume di parole.

“Non devi ringraziarmi, era il minimo che potessi fare.” Gli sorrise di nuovo. “E di quello strano incontro mentre dormivo ricordo tutto, per esempio il fatto che mi davi del tu...” aggiunse sollevando un sopracciglio.

Merlino si sentì avvampare di vergogna, perché lui quel particolare l'aveva scordato.

“M-mi dispiace,” balbettò a disagio, senza sapere cosa poter dire per giustificarsi, “in quel luogo era tutto diverso... io... scusatemi”. Chinò il capo mortificato.

“No Merlino, non hai capito,” giunse la voce del re, che gli mise di nuovo una mano sulla spalla, un tocco che lui trovò rassicurante, “va bene, voglio dire... puoi farlo”.

Il mago sollevò la testa confuso e aggrottò la fronte: doveva aver capito male, sicuramente era uno scherzo!

Ma non c'era traccia di scherno nello sguardo di Artù, che sogghignò invece di fronte alla sua incredulità.

“Mi state prendendo in giro, vero?” domandò quindi Merlino mettendosi sulla difensiva, anche se una strana emozione stava iniziando ad agitarsi al suo interno.

Artù scosse la testa sorridendo e la sua risposta lo spiazzò: “No, affatto. Sei il mio più caro amico, il mio consigliere più fidato, e metterei la mia vita nelle tue mani senza esitazione... Direi che puoi lasciar stare la forma di rispetto, almeno quando siamo in privato.”

Il mago deglutì, lasciando che quell'emozione salisse dallo stomaco al cuore, e sentì gli occhi umidi: ecco, adesso sì che l'altro l'avrebbe deriso per bene! Ma non poté farci niente, le lacrime sfuggirono lungo le guance e gli si mozzò il fiato.

Prese un respiro tremulo, mentre l'aria attorno a lui sembrava diventare più calda e luminosa.

“Grazie,” disse asciugandosi frettolosamente il viso, “è un grande onore”. Non sapeva cos'altro dire.

Artù si ritrasse, con un lieve sorriso imbarazzato, ma di colpo la sua espressone mutò in sorpresa: le fiamme di tutte le candele si erano di nuovo alzate in una danza gioiosa, in risposta alla commozione di Merlino, e centinaia di scintille luminose turbinarono intorno a loro come a voler celebrare il momento.

“Ma cosa?” sbottò sgranando gli occhi.

“Scusate, credo sia colpa mia.” borbottò Merlino, dimenticandosi della concessione appena ottenuta e agitando le mani davanti a sé per disperdere le luci, che come mille lucciole fluttuarono via veloci e scomparvero negli angoli bui della stanza.

Avvertì chiaramente lo sguardo indagatore di Artù su di sé.

“Noi due avremo un sacco di cose di cui parlare”, disse infatti il re.

Merlino si schiarì la voce, ancora un po' in subbuglio, e si alzò. “Volete, cioè, vuoi dell'acqua?” chiese un po' impacciato. “Io ho bisogno di acqua, decisamente.”

Non attese risposta e zoppicò fino all'altro tavolo.

“Che hai fatto alla gamba?” chiese Artù mentre lui tornava con la brocca.

“È il prezzo pagato per essere potuto tornare in vita”, spiegò concisamente con una scrollata di spalle. Versò acqua per entrambi.

“Ma guarirai?” domandò ancora il re prendendo il bicchiere.

Il mago bevve e scosse la testa. “No, è un genere di ferita per cui non c'è cura” sospirò.

Vedendo la ruga di preoccupazione sul volto dell'altro si sentì in dovere di aggiungere: “Ma non preoccuparti, riuscirò comunque a svolgere i miei compiti, in un modo o nell'altro”.

Artù scosse la testa: “Questo non è un problema, non ti avrei ripreso comunque al mio servizio”.

Un gelo improvviso si impadronì dello stomaco del mago.

Alla fine la sua paura più grande era diventata realtà: Artù non lo voleva più al suo fianco.


___________________
NOTA DELL'AUTRICE
Ok, ok, non uccidetemi!!
All'inizio non volevo troncarlo così di brutto, doveva essere un capitolo unico col prossimo, ma si stava allungando più del dovuto e avreste aspettato ancora di più, così ho preferito pubblicare intanto la prima parte (che attendevate con ansia) e prometto che arriverà la seconda entro fine mese.
Grazie della pazienza! ^_^

  
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