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Autore: CarolaKitty96    25/03/2023    4 recensioni
Sherlock non è alle prese con nessun caso, niente di niente, inutile dire che la tentazione di fumare si fa sempre più intransigente e sta combattendo con tutto se stesso per non cedere. Non mangia, a stento beve, se non il the che Mrs Hudson gli porta al mattino e al pomeriggio. E John invece? John ha completamente annullato se stesso dopo le faccende di Sherrinford. Pensa soltanto a Rosie ed al lavoro. A volte va a trovare Sherlock ed insieme riescono a distrarsi come ai vecchi tempi ma sente che qualcosa é cambiato. O forse è sempre stato “ diverso “ ma continua a combattere quella verità da anni oramai, quella vocina nella testa proprio non vuole saperne di ammettere il vero, specie ora.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Ehi, ascoltami. Farò tutto io, okay? Mi occuperò di tutto io. Farò in modo che la polizia pensi che sia stato io. Non avrai colpe. Te lo prometto. »

« E vuoi rovinarti il futuro per me? »

« A cosa serve amare, se non a sacrificarsi? » 

 

————————

 

« C’è comunque qualcosa che non mi torna. »

« Bene Lestrade, capisci anche tu che sarebbe una soluzione fin troppo facile anche per Scotland Yard. »

« Simpatico. No, quello che non mi torna è quale sia il movente. »

« John mi sta contagiando troppo, nutrivo un minimo di speranza in te. I sentimentalismi inutili. »

« Tu non sei sentimentale infatti, però potresti diventare come l’uomo bicentenario, l’hai visto il film, no? »

« No. Non l’ho visto. E non mi interessa. Ora sta zitto. » 

« C’è questa specie di robot che non comprende i sentimenti, ma piano piano poi si sente più umano che robotico tanto da innamorarsi di una umana, però poi muore la prima persona che ha amato e ha sposato un altro .. Davvero commuovente … »

 

Sherlock é costretto a sospirare ed alzare gli occhi al cielo, strofinandosi la mano sulla fronte. Perché ultimamente non fanno altro che parlare di sentimentalismi, di aneddoti, metafore, paragoni ed altre sciocchezze? É estenuante. Ed è ancora più estenuante che nessuno riesca a capire quando ha bisogno di essere lasciato in pace. Se solo la gente avesse un briciolo di intelligenza in più. 

 

« Se concentrassi la tua mente sul caso come la concentrarsi nel ricordarti le trame delle soap opere saresti un grande detective. »

« Quanto sei nervoso ultimamente, più insopportabile del solito. È successo qualcosa? »

« Parlate. Ecco che succede. L’avete già interrogato? »

« No. Non ancora. Ho pensato che prima sarebbe stato meglio il lupo cattivo e poi la nonnina »

 

E lo guarda malissimo Sherlock, storcendo le labbra di lato. Solo allora entra all’interno della stanza, da solo, sedendosi dall’altro lato del tavolo. Il presunto colpevole sta seduto di fronte al consulente, immobile, con lo sguardo vitreo e basso verso il pavimento. Sherlock inclina la testa verso sinistra: tic all’orecchio destro, mani che tremano sotto il tavolo, i piedi che picchiettano sul pavimento, sopracciglia basse, denti che mordono le labbra dall’interno, occhi lucidi. Pensi davvero di fingere di essere un assassino? 

 

« Per cosa l’avresti ucciso? Gelosia? Invidia? Rabbia domestica? Ha rubato la tua ragazza? »

Ma l’altro rimane in silenzio.

« Oh andiamo, saresti un idiota se l’avessi ucciso senza un movente quindi andiamo, sono tutto orecchi. »

« Ma che le importa del movente? Ho confessato. Basta questo. »

« Hai gli occhi lucidi perché hai smesso di piangere due secondi prima di entrare in questa stanza, non riesci a trattenere i tic nervosi, e non riesci a guardarmi negli occhi. Stai proteggendo qualcuno e credimi, scoprirò chi e perché. »

Solo allora, l’uomo guarda Sherlock negli occhi.

« Buona fortuna. Abbiano finito, agente. »

 

————-

 

Nel mentre Sherlock si trova a Scotland Yard, John é andato con Rosie e Mrs Hudson a fare un po’ di spesa. Avrebbe voluto seguire Sherlock nel suo interrogatorio, ma l’altro ha preferito andare da solo, e dunque il dottore con un sospiro solitario si è ritrovato a far compagnia alla padrona di casa, come un normale casalingo.

 

Ti turba non essere lì, sentire il brivido nelle vene, vero tesoro? Sapete cosa lo infastidisce di più? Che abbia ragione! Sempre!

 

« John caro, mi prenderebbe il latte? Non ci arrivo purtroppo » 

« Mh? Si, subito » 

E si allunga quindi John, prendendo il latte anche se con uno sforzo in più, accidenti. Ma non vuole darlo a vedere. 

« Certo, sarebbe utile a tutti avere un compagno come Sherlock, lui si che arriverebbe dovunque con l’altezza. É così alto non trova? »

« Si, è molto alto certo - ehi, cosa vorrebbe dire? » borbotta contrariato, e dopo culla poi la piccola Rosie dandole delle carezze sulle guance.

« Che é basso, ma questo lo sanno tutti. É così dolce sua figlia, John. É proprio diventato un bravo mamma. Potrei insegnarle a cucinare la lasagna. Tutti adorano la mia lasagna. »

E per quanto detesti ammetterlo, John ancora oggi proprio non resiste alla mondanità. E si sente un egoista per due motivi: il primo, perché vorrebbe dare un futuro più roseo a Rosamund, senza pericoli e senza gesti infelici che potrebbero toglierle anche suo padre. E secondo, perché la seconda persona che l’ha salvato dopo essere caduto è stata Mary, e l’ha amata. Moltissimo. Ma la prima persona che l’ha salvato è stato Sherlock, ed una volta senza Sherlock, non è vita per John. Ecco perché si odia tanto.- e poi non è basso, é di statura medio normale!!! 

« Io so cucinare! E non sono basso.. » 

« Oh caro … sta diventando rosso, non si scaldi! Che ne direbbe se stasera cucinassimo insieme, così mi fa vedere le sue qual - scusi » nel mentre Mrs Hudson è scoppiata a ridere dopo aver saputo.. del talento di John, ed anche Rosie sta ridendo, per giunta. 

Quanta pazienza deve avere il dottore, quanta. 

 

————-

 

Sherlock è tornato da poco dall’interrogatorio, e sono già passate quasi 24h dall’inizio del caso. É sera, e sta facendo ricerche al pc per capire con quali istituti Mr Jones aveva a che fare con i suoi investimenti. Specie quello sul quale aveva fatto l’ultimo, di investimento. Ma il foglio è stato strappato. 

 

« Macchie di caffè e scarpe slacciate .. chi è entrato a casa tua la notte scorsa? Cosa vuoi nasconderci, mh? »

Parla ad alta voce ma parla a se stesso come sempre, si desta dai pensieri quando John sbuca dalla cucina con una teglia di lasagna. Alla fine ha davvero dovuto cucinare con Mrs Hudson .. non raccontiamo l’aneddoto che è meglio .. 

« Che ne dici di mangiare ed illuminarmi su quanto è accaduto oggi? »

« La digestione mi rallenta. Il presunto assassino non ha voluto ammettere il suo movente, lampante come la notte adesso che ha voluto proteggere qualcuno. »

« Magari l’hanno ucciso insieme? Le due persone dico. Un pezzetto? » 

« Riconosco un innocente quando lo vedo, non voglio mangiare la cena della padrona di casa, e poi quella lasagna ha un aspetto terribile .. ma sei sicuro l’abbia cucinata lei? Sembra provenire da un bambino di cinque anni .. »

« L’ho cucinata io, in realtà .. okay .. »

« Ah … beh … » silenzio imbarazzante. Di nuovo. Storce le labbra e si alza dalla sedia, osservando prima il piatto, poi John.

« Perché ti sei messo a cucinare? » 

« Perché Mrs Hudson mi ha obbligato, perché tu non mi hai voluto e per .. non lo so. Fare qualcosa di carino. Circa »

« .. Grazie John. »

Almeno per rimediare alla figura fatta in precedenza, eccoli seduti entrambi in cucina, John che mangia e Sherlock .. diciamo che ha assaggiato. Molto diciamo. 

« Davvero non avevi amici in passato? Scusa .. non intendevo quel passato. É solo che .. »

« Non ho più voluto amici da allora, dopo Victor. E la mia mente ha cancellato il ricordo per il trauma. Beh, fino a qualche mese fa. »

« Deve essere stato un inferno per te. La scuola, insomma. Tutto quanto .. »

« L’intelligenza non è una maledizione. Ma si lo è stato. Avevo quindici anni, ma le prese in giro sono ancora vivide nella mia mente. E pensare che l’unica persona da cui volevo rifugiarmi, era proprio Mycroft. Non capisco tutto quell’odio comunque, avevo solo fatto intendere l’incompetenza di metà classe nel nel dissezionare delle rane » 

« Non capisco nemmeno io tanto odio, no .. »

« Beh, comunque. La solitudine è sempre stata la mia migliore amica. Da solo è quello che ho sempre avuto e da solo sempre mi sono protetto. »

« E tuo fratello? »

« Troppo essenziale al mondo per pensare al fratellino problematico. »

« I tuoi genitori? »

« Sempre in giro. E poi perché dar loro preoccupazioni? »

E John sorride. Capisce perché Sherlock sia diventato così .. asettico dai sentimenti. Ma non può fare a meno di pensare che immaginare uno Sherlock così innocente .. é quasi adorabile. Come si potrebbe non amarlo?

« Non sei solo adesso, Sherlock. Ho commesso degli errori in passato, lo so. Mi dispiace. Mi dispiace averti picchiato, mi dispiace averti escluso, mi dispiace averti allontanato. Ma fra i due quello che ha deluso l’altro sono stato io. Non sei da solo adesso, perché non mi permetti di starti vicino? »

« Io non - »

 

Un suono per mezzo secondo, qualcuno ha citofonato al loro appartamento. Margaret fa il suo ingresso, guardandosi intorno.

 

« Sherlock? Sei qui? »

« Margaret? Ciao. Stavamo mangiando ma abbiamo finito, vero John? »

« In realtà avevamo appena cominciat — » ma Sherlock lo guarda malissimo e si alza dalla sedia andando incontro alla ragazza.

« Vieni, siediti. É evidente che qualcosa ti ha sconvolto. »

Di lei si preoccupa, ma di me che ho cucinato per lui, no, pensa John, sospirando.

Allora è vero che sei geloso, tesoro, si vede dal fumo che esce dalle tue orecchie! 

La voce di sua moglie nella testa che continua a martellarla.

« John Watson comunque, piacere »

Margaret guarda il dottore e sorride debolente stringendo la sua mano.

« Salve. Scusate non volevo davvero interrompervi se stavate - »

« Non hai interrotto niente, te lo ripeto. »

« Stavamo cenando ma interrompiamo sempre per un cliente »

« Non sei una cliente, Margaret. » non lo capisce il comportamento di John. Davvero non lo capisce. 

« Parla con me. Sei sconvolta. Capelli spettinati, un calzino bianco ed uno nero, é evidente che sei corsa di fretta da casa per venire quindi dimmi cosa é successo. »

« Non è successo niente .. solo che .. faccio fatica a dormire, spesso e volentieri .. e non so come consolare mia figlia. Piange disperata .. »

« Sei venuta quindi per un consiglio .. da Sherlock .. ? »

« Sono capace anche io di dare consigli umani. » peccato che lo guardano tutti straniti dopo questa osservazione.

« Va bene non è il mio forte. Mai stato. Non so bene cosa dirti Margaret .. ma troverò chi ha fatto questo a tuo marito »

« Non ha già confessato? »

« Non é lui. Sta coprendo un’altra persona, e non vuole ammettere il perché. »

« Pensavo che finalmente Samuel avesse trovato un po’ di pace .. ed invece ancora no .. so che risolverai il caso, Sherlock. Ho sempre avuto fiducia nelle tue capacità. Ricordo come hai aiutato Filomena in terza liceo dicendole che il suo ragazzo la tradiva con quella della sezione C. Come l’avevi capito, non lo capirò mai .. » 

« Anche un bambino di cinque anni riuscirebbe ad annusare quando un ragazzo non indossa il profumo della sua fidanzata ma quello di un’altra. »

« Avessi io le tue doti investigative … non sei cambiato per niente. Mi fa piacere che tu sia sempre rimasto lo stesso. Davvero. Non devi mai cambiare per nessuno.  »

« Non sono mai cambiato per nessuno. »

Nel frattempo John è diventato spettatore mentre osserva  i due parlare. Praticamente è diventato invisibile. Non é che questa  cosa proprio lo fa sentire a suo agio, anzi. Lo fa .. un po’ alterare. Con rispetto, certamente. 

« Tuo marito avrà giustizia, Margaret. Te lo prometto. Non farò condannare un innocente. Domani avrò le informazioni che mi servono e tutto sarà più chiaro » 

« Informazioni? » 

« Mio fratello, John. Mi deve un favore dopotutto. »

« Che favore? »

« Lascia stare » però sorride fra se e se. 

« Vi ho rubato fin troppo tempo .. scusatemi. Grazie di tutto Sherlock - tienimi aggiornata, ti prego. Ti lascio il mio numero. Signor Watson .. grazie per l’ospitalità. » e dona un bacio sulla guancia al detective, lasciando poi il 221B.

John quindi rotea lo sguardo verso l’alto. Umanamente parlando, si dispiace per la donna, non è facile provare ciò che sta provando,  e lui lo sa, d’altra parte invece, si ritrova ad essere assurdamente infastidita dalla vicinanza che ha con Sherlock, e quasi .. geloso, del fatto che lei sappia tanto del suo passato, e lui no. 

 

« Sembrate molto uniti. »

« Si beh .. te l’ho detto. Era una dei pochi a non odiarmi. »

« Ed è anche molto bella »

« Non è il tuo tipo, John. »

« Ma santo cielo, non intendevo in quel senso! E comunque parlavo di te »

« La bellezza é soggettiva. Fisicamente lo so che è molto bella. Non sono cieco. Non è mai stato importante soffermarsi su queste frivolezze. »

« Non hai avuto .. una relazione? In passato dico. Si lo so, non dovrebbe interessarmi, ma dopo Janine e quella donna .. »

« Janine non è stata una relazione. E lo sai. Irene Adler é una questione lontana. Te l’ho già spiegato. I sentimenti sono una distrazione. Indeboliscono la mente, e rendono l’uomo vulnerabile. »

« O magari lo rendono forte. Puoi credere quanto vuoi di essere una macchina, Sherlock, ma non siamo tutti uguali. Ci sono persone che possono deluderti, ma persone che possono sorprenderti. »

« Non riesco a capire perché questi giri di parole, John. Hai conosciuto qualcuno? Puoi dirmelo chiaramente »

« Cosa..? »

« É abbastanza ovvio. Sei tornato a trovarmi, hai voluto seguire un nuovo caso come ai vecchi tempi, addirittura mi hai preparato la cena .. non serviva indorare la pillola. Se ti sei innamorato di nuovo potevi dirmelo direttamente » 

Arguto .. al sessanta per cento, perché con voi è sempre così complicato???

« Per una volta le tue deduzioni sono completamente errate, perché non è possibile che qualcuno faccia qualcosa di carino per te, si metta a cucinare, spari contro un tassista, voglia saltare in aria assieme ad uno psicopatico solo perché magari sta cercando di farti capire qualcosa che non riesci mai a capire da solo! »

« Forse è il caso che torni a casa, John. Rosie non può rimanere tutto il tempo di sotto con la padrona di casa. Per quanto sia brava con i bambini, saranno almeno due ore che si sarà addormentata. »

« Cristo santo .. ma come è possibile io ami uno stronzo del genere .. » borbotta solo fra se e se, alzandosi dalla poltrona.

 

L’hai ammesso.. l’hai ammesso! Allora i miracoli esistono. 

“ Ammetterlo non cambia che rimane uno stronzo. ”

Il nostro stronzo, tesoro. 

 

E nel mentre che John si allontana, Sherlock sospira guardando il teschio che lo osserva inerme.

 

« Lo so cosa stai pensando. Lo so. Ma è meglio così. Non posso perdere anche lui e Rosie » ed ammettendo questa grande verità che gli logora il cuore, riceve una mail sul computer, che legge ad alta voce.

 

“ Mr Holmes, 

Vorrei incontrarla da soli. Vediamo a Regent's Park domani alle 15. 

 

K. “

   
 
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