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Autore: CarolaKitty96    27/03/2023    3 recensioni
Sherlock non è alle prese con nessun caso, niente di niente, inutile dire che la tentazione di fumare si fa sempre più intransigente e sta combattendo con tutto se stesso per non cedere. Non mangia, a stento beve, se non il the che Mrs Hudson gli porta al mattino e al pomeriggio. E John invece? John ha completamente annullato se stesso dopo le faccende di Sherrinford. Pensa soltanto a Rosie ed al lavoro. A volte va a trovare Sherlock ed insieme riescono a distrarsi come ai vecchi tempi ma sente che qualcosa é cambiato. O forse è sempre stato “ diverso “ ma continua a combattere quella verità da anni oramai, quella vocina nella testa proprio non vuole saperne di ammettere il vero, specie ora.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La mattina precedente .... 

 

« Non hai idea di ciò che mi stai chiedendo, Sherlock »

« Chiamasi: favore. Non so se conosci la parole nel vocabolario inglese. » 

« Stai chiedendo un favore a me. Sai cosa significa? »

« Che me lo farai perché fra poco sarai in debito con me? »

« In debito.. e cosa te lo fa pensare? »

« Guarda in basso » 

 

Mycroft si ritrova ad abbassare lo sguardo e notare che l'omino dell'impiccato é stato completato. Oh, dannazione!!! Pensa il maggiore degli Holmes, lanciando contrariato la penna per poi battere impaziente la punta dell'ombrello sul pavimento. Sherlock, al contrario del fratello invece, si concede il sorriso della vittoria, facendo le labbrucce di un bambino di sette anni. 

 

« Incredibile. Sono riuscito a batterti con la parola " ambiguamente ". Non è da tutti. »

« Curioso che tu abbia scelto proprio quella parola, Sherlock. Cosa ti rende ambiguo? O cosa hai notato di così ' ambiguo '? »

« Non cambiare argomento, / Myke /. Hai perso. Mi devi un favore. »

Ed il maggiore degli Holmes si ritrova ad alzare gli occhi al cielo, e l'orologio, per giunta, alzando poi un sopracciglio.

« Quale favore? »

« Mi serve tutto ciò che puoi scoprire su Samuel Jones. Dove ha depositato denaro negli ultimi giorni. » 

« Perché dovrei farti questo favore? »

« Perché mi vuoi bene, perché non vuoi che si sappia che perdi all'impiccato, e perché in questo modo se acconsenti subito non farai tardi al tuo appuntamento »

« Appuntamento. Ma come ti viene in mente. »

« Oh, ti prego. Ti sei tagliato i capelli, comprato un abito nuovo, sbiancato i denti ed hai comprato un nuovo dopobarba che francamente fa vomitare. Ambiguo, non credi? Chi é? »

« Facciamo così. Ti farò quel favore. E mi aprirò sui miei sentimenti quando tu accetterai i tuoi. Accetti questa ambiguità? »

Sherlock rimane in silenzio e lascia andare via il fratello, rivolgendogli poi una linguaccia alle sue spalle da bravo maturo quale é. 

 

« Gne gne gne quando tu accetterai i tuoi »

 

 

-------------- 

 

Oggi, ore 14:58. 

 

Puntuale come un orologio svizzero, Sherlock si reca all'appuntamento della mail ricevuta la sera precedente. Non ha più avuto contatti da John, e nemmeno lo stesso Sherlock lo ha cercato, forse dargli del tempo per stare da solo con Rosie, forse perché in quel momento é lo stesso detective che ha bisogno della solitudine per comprendere al meglio come agire in presenza del dottore. Ogni giorno che passa sta diventando sempre più complicato gestire quell'agglomerato di sentimenti che si fanno sempre più intensi, e più la paura di perderlo aumenta, più Sherlock diventa scostante. A volte pensa che se non fosse tornato dalla Siria, e fosse rimasto " morto " agli occhi del mondo, forse tutto sarebbe andato per il meglio. Ma alla fine dei conti, Sherlock é troppo dramaqueen per rimanere nascosto per troppo tempo. Ma questo non significa che se potesse rendere John felice, non lo farebbe. É il come farlo il problema. Quel dottore che l'ha reso più umano del previsto e questa é l'unica deduzione alla quale é arrivato quando era troppo tardi. Ma non è il momento di pensare a John, fortunatamente quel caso lo sta tenendo occupato come dovrebbe, e la mente di Sherlock può concentrarsi su qualcosa di stimolante. Eccolo, l'ospite dell'appuntamento. anzi, eccola. 

 

« Mr Holmes scusi se le ho dato appuntamento qui »

« Lei é la figlia di Samuel, ricordo il suo volto »

« Katrine. Si. »

« Appena uscita da scuola. Quanti anni hai? 16? »

« Quasi diciassette. Senta, io so qualcosa che potrebbe aiutarla. L'altra mattina, ho visto quell'uomo trasportare qualcosa, forse l'arma .. »

« Quale uomo? »

« Quello che é in prigione! Lo stronzo che ha ucciso il mio papà. L'ho visto, era lui! »

« Perché non l'hai detto alla polizia »

« Ho perso mio padre, mi è concessa un po' di paura. Comunque, l'ho visto andare verso Piccadilly.. ora devo andare. Ho il corso di teatro  » e la ragazza corse via lasciando Sherlock a rimuginare sugli ultimi avvenimenti. Piccadilly, la mattina del delitto. Tutto sta assumendo ancora meno senso, ed è ciò che sta amando di più. 

 

----------- 

 

D'altra parte invece il buon dottore é andato a trovare Greg per pranzare insieme. Peccato che quando John é nervoso é sempre o di poche parole, oppure di troppe parole. In quel caso, troppe. E tutte contro Sherlock. 

 

« Ma ti rendi conto? Scambiare un gesto amichevole per un tentativo di abbonirlo. Ma roba da pazzi. »

« É Sherlock, di cosa ti sorprendi dopo tanti anni? »

« Magari vorrei un  grazie sincero? Hai ragione ma di cosa mi sorprendo a fare. Oltretutto credendo dovessi dirgli che abbia una relazione. E pensa pure di avere ragione visto che nemmeno mi ha chiamato. Nemmeno un aggiornamento sul caso. Il blogger escluso. »

« Non hai più avuto una relazione, da.. lo sai. »

« No. Non me la sento »

« Una frequentazione? É molto che non ti sento nemmeno raccontare di una donna »

E John si ritrova ad arrossire perché é vero. Da molto non esce con qualcuno, ma molto per davvero.

« No, beh.. sono stato impegnato »

Si a scrivere e Sherlock e poi a cancellare i messaggi. Eccola la vocina di sua moglie che gli martella la testa.

« Sherlock credo sia interessato a qualcuno »

« .. come interessato a qualcuno? »

« Beh l'altro giorno ho visto che scriveva molto preso e quando ho cercato di sbirciare si é subito infuriato. Per me, ha una cotta. Sisi. »

« Non ne sapevo nulla. Perché non so mai nulla??? Potrei indagare.. fare quello che fa lui con me.. » borbotta cercando di nascondere quella evidente gelosia nel sapere o credere che il consulente abbia un interesse diverso da lui. Greg invece sorridere da dietro la birra ma non lo da a vedere.

« Bravo, si indaga. E tanto che ci sei, chiedigli a che punto é con il caso visto che ai miei messaggi non risponde!! »

John annuisce pagando il pranzo ad entrambi, poi si alza dal tavolo e saluta Greg con un cenno della mano prima di andare a chiamare un taxi. Nel mentre l'ispettore alza le spalle e scuote la testa.

« Senza un aiuto, non ci arriveranno mai... Speriamo in bene.. » 

 

--------------- 

 

« Piccadilly.. no. Non ha proprio il minimo senso. » e per un momento, un breve momento, li seduto al 221B, Sherlock può finalmente entrare nel proprio palazzo mentale e tentare di collegare i pezzi. Il corpo é stato ritrovato vicino Downing St. Fra le 7 e le nove del mattino. Trascinato nel vicolo per non destare sospetti, un uomo si dichiara colpevole la sera stessa, non cominciando il suo alibi e nemmeno il suo movente. Samuel Jones ha prestato soldi a qualcuno o qualcosa due giorni prima di morire, ma il foglio col nome è stato strappato. La moglie ha un alibi e la figlia pure. Non ci sono amanti e chiunque l'abbia ucciso aveva una stretta vicinanza con la vittima. Downing St. Piccadilly. Cosa non mi stai dicendo, Samuel?

Il silenzio prosegue almeno finché non sente una voce ovattata continuare a chiamarlo. 

 

« Sherlock? Ehi, Sherlock.. » 

 

E solo allora Sherlock fu riportato alla realtà e riapre gli occhi, trovandosi davanti il dottore. Vicino. Fin troppo vicino. Quasi tanto che puo sentire il suo odore. Può sentire il suo dopobarba, può avvertire il suo calore, il suo respiro, ed a momenti anche il battito del suo cuore. Perfino il modo in cui lo chiama é diventato ipnotico per Sherlock. Fanculo. 

 

« John. Ero solo nel mio palazzo mentale. Da quanto sei qui? »

« Abbastanza da vederti immenso ed immobile come una statua. Cercavo di chiamarti da cinque minuti »

« Non ti ho proprio sentito. Perché sei qui? »

« Ho bisogno di un motivo per venire a trovarti? Hai più avuto aggiornamenti sul caso? »

« Sto aspettando la risposta di Mycroft. Hai di nuovo bevuto birra? »

« No. L'ha bevuta Greg »

« Mh. Vuoi del thé? »

« Volentieri, si.. » 

 

Adesso tocca a John fare il consulente investigativo. Come capire se Sherlock Holmes ha davvero una cotta? Forse dovrebbe vedere il suo cellulare? Ma sarebbe violazione della privacy. O forse potrebbe.. iniziare l'argomento in modo disinvolto.. 

 

« John, cosa vuoi dirmi? Sento la tua testa pensare, pensare e pensare »

« No, niente. É che.. tu che sei il più grande detective al mondo, come lo capiresti se una persona ha un interesse romantico per qualcun altro? »

E Sherlock alza lo sguardo verso John, e sospira. Eccoci qua. John che gli chiede consigli su come capire. John ha un interesse e vuole comprendere se é  ricambiato. John lo lascerà di nuovo. É tutto un circolo. E da bravo amico, deve aiutarlo. Ancora.

« Le nozioni basilari. Battito accellerato, pupille dilatate, rossore sul viso, balbettio improvviso, sudorazione, non riesce a guardarti negli occhi, non sopporta se ti senti con qualcun altro o vuoi qualcun altro - » ecco. Sta parlando troppo. Deve smetterla.

« Lo capirai se quella persona é interessata a te. Non ti sminuire, non avrai una mente eccellente come la mia ma sei un buon partito per le donne » 

Ma cosa aveva capito Sherlock?, e John sospira pensando che ha usato un pessimo metodo per capire. Però adesso sa che se vede Sherlock nervoso, o che balbetta se si parla di qualcuno, forse..

Ah, fanculo. Tira fuori le palle e diglielo. Avete quarant'anni, non dodici, muovete il culo. 

 

Ed alla fine sua moglie tutti questi torti, non li ha. 

Quindi alla fine John si avvicina lentamente all'amico e gli prende la mano, quasi come se fosse il gesto più naturale del mondo.

« Senti Sherlock.. non parliamo più molto oramai, e mi fa male questo. Ma vorrei solo capissi.. che io ci sono sempre stato per te, continuerò sempre ad esserci per te.. » toglie la mano John e continua a parlare osservando il tavolo.

« Ne abbiamo passate tante insieme, forse troppe per delle persone normali ma dopotutto noi non siamo persone normali, giusto? Ed ho passato troppo tempo a negare i miei sentimenti, ora non posso più farlo.. quindi volevo dirti che .. »? Ma quando alza lo sguardo, Sherlock non c'è. Se ne è andato. « Figlio di puttana. » esclama John alzando le braccia verso l'alto, esasperato. Solo dopo trenta secondi Sherlock sbuca dalla porta, con indosso cappotto e sciarpa.

« Muoviti John, abbiamo finalmente le informazioni che ci servono!! » e corre giù per le scale felice come un bambino.

« Quanto vorrei ucciderlo.. » commenta fra se e se prendendo il giubbotto per uscire dall'appartamento.  

 

---------------

 

E nel mentre viaggiano nel taxi, Sherlock osserva il telefono, leggendosi le informazioni che Mycroft gli ha comunicato. John che nel mentre lo guarda con espressione interrogativa.

« Ti degni ti spiegarmi  senza credere che io abbia capito? »

« Collegi. John. Samuel Jones ha versato soldi ad un importante collegio fuori londra.  Stiamo andando lì. »

E difatti in un’ora o poco più eccoli arrivare a destinazione. Collegio privato, significa suore. Ed una volta entrati all’interno, Sherlock subito trova una suora ad aspettarli.

« Sapevo sareste venuti. Siete della polizia? Povero Samuel .. povero .. »

« Potrebbe gentilmente dirci quante mr Jones sovvenzionava il vostro istituto? »

« Ultimamente molto spesso. É sempre stato molto generoso con noi. »

« E le ha comunicato di aver avuto screzi con qualcuno? »

« Non posso dirglielo questo. Non posso. C’è il segreto professionale mi dispiace »

« Signora .. un uomo è morto, ed un altro sta per essere condannato ingiustamente, quindi parli!! » 

« Sherlock! Lo scusi, sorella .. »

« Non posso parlare signor Holmes, le ho detto tutto ciò che so » 

 

Dopo aver parlato con la sorella, John e Sherlock tornano al 221B, ma stavolta, invece di salire, si mettono a camminare per le vie. 

« Tutto sta prendendo una forma John. Tutto. C’è solo un piccolo tassello che mi manca »

E si avvicina ad un amico senzatetto lasciandogli una banconota da cinquanta ed un biglietto. 

Poco dopo i due tornano a camminare.

« Mr Jones che sovvenziona un collegio, è quello stesso collegio viene strappato per non farci capire la verità. Lo capisci? Tutto sta prendendo forma ed è bellissimo!! »

« Si. Capisco. Anzi. No. Non capisco .. andiamo a cena? » 

« Non ho fame. Domani faremo tornare in vita un innocente. »

« Guardati. Che tieni alla vita degli altri. Sei più umano, eh? »

« Non essere ridicolo. Tengo solo a fare giustizia. E provare che avevo ragione. »

« Nah. Inganni tutti ma non me. Sei contento di salvare un innocente. Inutile che neghi. Comunque .. se hai una cotta va bene » 

« Cosa? »

« Se hai una cotta va bene. É umano anche questo »

« Io non ho una cotta, John. Non ho mica dodici anni. »

« Allora perché sei così strano? »

E stavolta però si fermano in mezzo ad una strada e fanculo alla gente, per davvero. John vuole capire.

« Perché .. non so come comportarmi. Okay? Ho solo bisogno di capire »

« Capire cosa? Siamo io e te contro il resto del mondo. Sempre stato così. Cosa c’è da capire? »

« Tu non capisci. Ti prego, non insistere »

« Allora guardami negli occhi e dimmi che vuoi allontanarmi » afferma John convinto, avvicinandosi al detective quel giusto che basta per sfiorare il suo naso e fissarlo intenso negli occhi. Quegli occhi color ghiaccio che l’hanno folgorato dalla prima volta.

« Io non .. » e bastava tanto così. Tanto così, che entrambi stavano pianissimo accorciando la distanza, e piano socchiudendo gli occhi.




( LO SO, bastarda ad averlo interrotto così, ma è stato piu forte di me. Allora, che ve ne pare? Avete capito chi è stato? E come finirà fra i nostri idioti? Spero di tenervi ancora incollati allo schermo, KISSINI <3 )
   
 
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