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Autore: ChemistryGirl    02/04/2023    6 recensioni
[STORIA INTERATTIVA – ISCRIZIONI CHIUSE]
Anno 2025
Ivy Bane e Do Hyun Kim, sotto gli pseudonimi di Imp e Gumiho, sono tra i ricercati più pericolosi e inafferrabili di sempre. Negli ultimi anni si sono fatti beffe di ogni corpo di polizia, sia magico che babbano, riuscendo sempre a sfuggire per un soffio a ogni cattura o trappola messa in campo. Ora però si trovano nei guai: non solo la più spietata organizzazione criminale al mondo è sulle loro tracce, ma anche Min Joon Bahk, uno dei migliori Auror dell’Interpol magica, ha deciso di costituire una task-force con il preciso scopo di catturarli. 
Hyun e Ivy hanno però un piano in mente, che non solo porterà a loro ricchezza e fama, ma che svelerà molti segreti sepolti e soprattutto giustizia per molti innocenti. Per riuscire nei loro intenti hanno però bisogno di una mano: chi accetterà di unirsi a loro in questa missione adrenalinica e pericolosa?
E tu, da che parte starai?
-Storia ispirata alla serie cinematografica Ocean’s Eleven-
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Prologo
-parte 3-

 

 
23 Marzo 2025,
Londra, Regent’s Park
 
 
Seduto su di una panchina, Min Joon studiava con occhio critico il salice piangente che distava da lui una decina di metri mentre mescolava i colori sulla tavolozza. I rumori che lo circondavano come l’acqua del ruscello, le oche e le anatre starnazzanti e il chiacchiericcio dei passanti, seppur forti non lo infastidivano, anzi lo circondavano come una coperta calda e confortevole. La pittura aveva su di lui un potere calmante, poco importava che fosse nel pieno di un’indagine: l’essere lì lo aiutava a svuotare la mente e a ritrovare l’equilibrio che aveva perso dopo gli eventi catastrofici di Berlino. 
Quando ebbe ottenuto la tonalità di verde desiderata, mise a fuoco la tela sul cavalletto e iniziò a tratteggiare le foglie del salice mentre il cielo pian piano si tingeva di rosso e arancione. Una folata di vento gli scompigliò i capelli, intanto che una figura slanciata, che superava il metro e ottanta, con un lungo soprabito nero lo affiancò. 
L’artista sollevò gli occhi scuri sul nuovo venuto che si era leggermente inclinato per osservare il suo lavoro << Qualche consiglio? >> 
<< Da me? Non ti conviene, lo sai che non sono assolutamente in grado di dipingere. >> 
L’Auror l’osservò sedersi al suo fianco per poi accavallare le gambe con eleganza mentre un sorriso serafico gli incurvava le labbra << Cosa ci fai qui Aiden? >> 
<< Una passeggiata? >> lo sbuffo derisorio del coreano portò l’uomo ad ampliare il sorriso << Oh quanto sei diffidente e pensare che sei stato tu a contattarmi per primo. >> 
Intingendo nuovamente il pennello, Min Joon distolse l’attenzione dai lineamenti affilati del suo vicino per concentrarsi nuovamente sulla sua tela << Più di due settimane fa, ormai. >> 
<< Meglio tardi che mai. >> udendolo sbuffare per la seconda volta, Aiden non riuscì a trattenere una bassa risata << Allora, vuoi sapere quello che so o no? >>
<< Cosa vuoi in cambio? >> 
<< Uno scambio di informazioni. >> l’americano si passò l’affusolato e pallido indice sulla mascella glabra per poi picchiettarsi il mento intanto che studiava l’ambiente circostante con uno strano luccichio negli occhi a mandorla << In fondo sono un giornalista e il mio sesto senso mi dice che presto accadrà qualcosa di davvero interessante. >> 
Senza scomporsi, il mago continuò a tracciare con il polso fermo le minuscole foglie che venivano mosse dal debole vento che si era sollevato << Da quando ti interessano i miei ricercati? >>
<< È indubbio il fatto che abbiano un certo charme, inoltre il loro comportamento ha stuzzicato la mia curiosità. >> 
Concluso uno dei rami, il coreano dirizzò la schiena e studiò per qualche secondo il suo operato. Soddisfatto, passò nuovamente il pennello sulla tavolozza mentre lanciava un’occhiata di sfuggita al reporter << Sai, non ho mai capito come potevo categorizzarti: se come alleato o potenziale pericolo. >> 
Fu il turno di Aiden di lasciarsi sfuggire uno sbuffo derisorio << Classificare le persone in buone o cattive deve essere un vizio delle forze dell’ordine, eh? Questa narrativa è troppo semplicistica e non rientra nel mio stile. >> si passò una mano fra i folti capelli corvini per allontanarli dal viso << Fintanto che i nostri obbiettivi coincidono possiamo ritenerci a vicenda delle risorse affidabili, ma soprattutto utili. Ti consiglio di accettare, altrimenti non avrò problemi a rivolgermi a qualcun altro. >> 
La mascella del pittore si contrasse brevemente, ma mantenne la sua solita calma e continuò a dipingere << Quindi vuoi che ti aggiorni sul caso man a mano? >> 
<< Esatto, un semplice e innocuo scambio di informazioni. Un do ut des. >> 
L’Auror fissò il dipinto come se questo gli potesse dare le risposte che cercava e, dopo una manciata di minuti di assoluto silenzio, annuì con fare deciso.
Il giornalista sollevò un angolo della bocca in un mezzo sorriso soddisfatto quando vide l’altro acconsentire e continuò a osservarlo mentre tornava a muovere il pennello sulla tela con abilità << Ebbene, non sei l’unico che sta formando una sua squadra. >> 
Quelle parole fecero paralizzare Min Joon, che non riuscì a evitare di voltarsi di scatto verso l’informatore << Cosa hai detto? >> 
<< Suvvia, girati e torna a fare quello che stavi facendo. Non stavamo interpretando i ruoli di due sconosciuti che chiacchierano del più e del meno? >>
L’artista strinse la mascella, poi fece quanto gli aveva consigliato l’uomo facendo un respiro profondo per calmarsi << Come fai a saperlo? >> 
<< Conoscere cose che non dovrei è il mio lavoro. >> il reporter studiò con attenzione le persone intorno a loro per capire se qualcuno aveva notato lo scatto del suo vicino. Quando appurò che nessuno prestava loro attenzione, distese il braccio sinistro sullo schienale della panchina assumendo una posizione rilassata << Si vocifera che Imp e Gumiho stiano andando in giro a reclutare alleati. >> 
<< Per fare cosa? >> 
L’americano sollevò leggermente le spalle << Ovviamente questo nessuno lo sa, anche se si suppone che stiano pianificando un colpo bello elaborato se hanno bisogno di sette persone in più. >> 
Il pittore inarcò le sopracciglia stupito << Sette? >> 
<< Già, un bel balzo in avanti per quei due. >> il giornalista guardò da sotto le palpebre a mezz’asta il suo vicino, beandosi nel mentre degli ultimi e tiepidi raggi solari  << Questa mattina Gumiho ha giustiziato il voltagabbana che ti ha fatto la soffiata su Berlino. >> 
Questa volta l’Auror non fece una piega e continuò a dipingere senza mostrare un minimo di sorpresa. Quell’epilogo era quasi scontato, tant’è che aveva offerto protezione all’informatore di cui non conosceva l’identità, ma questo, nonostante i suoi avvertimenti, l’aveva rifiutato. Non poteva sentirsi in colpa per quanto accaduto, in fondo aveva fatto il possibile. L’unico responsabile era colui che aveva premuto il grilletto.
<< Come mai sei certo che sia stato lui? >> 
<< Per questo. >> 
Min Joon prese al volo il piccolo oggetto dorato che il suo improbabile alleato gli aveva lanciato dopo averlo ripescato dalla tasca del suo pastrano. Quando si rese conto di quello che aveva fra le mani, sgranò gli occhi e li puntò sul corvino che arricciò il naso aristocratico.
<< È una copia, l’originale è nella sede centrale tedesca degli Auror. >> 
L’agente dell’Interpol spostò lo sguardo dal piccolo oggetto all’americano << Mi spieghi come fai già ad averlo fra le mani se l’omicidio è avvenuto solo questa mattina? >>
<< Ho i contatti giusti. >> disse semplicemente l’uomo, scrollando le spalle.
Aggrottando la fronte perplesso, l’Auror si rigirò fra le dita il bossolo di metallo su cui era stato inciso un ometto stilizzato che, grazie a un incantesimo, si muoveva e pareva che non facesse altro che parlare; ruotando poi l’oggetto dalla forma tronco-conica notò chiaramente la parola Spia. L’espressione del mago non mutò mentre passava il polpastrello del pollice sulla scritta e rifletteva sul fatto che a Hyun piacesse lasciare questo genere di ricordini nei nidi da cui aveva sparato: una sorta di rivendicazione e monito al tempo stesso.
<< Quant’è prevedibile. >> 
Aiden, che aveva udito quel borbottio, gli lanciò un’occhiata perplessa per poi alzarsi << Quando avrai qualche informazione interessante contattami. >> 
<< Non lo vuoi indietro? >> 
Il reporter, che aveva sprofondato le mani nelle tasche del soprabito, non si voltò neppure per controllare cosa gli stesse allungando l’altro << Vedilo un po’ come un regalo per una felice collaborazione. >> 
L’artista annuì, seguendo con lo sguardo la figura decisamente più misteriosa del suo nuovo alleato che si dirigeva verso il piccolo ponte di legno che si trovava affianco al salice piangente. Diverse domande gli affollavano la mente, ma una fra tutte spiccava fra le altre: come faceva un babbano ad avere contatti così profondi e importanti nel mondo magico?
Quando l’americano raggiunse l’altro lato del ruscello i lampioni iniziarono ad accendersi uno alla volta come a voler seguire i suoi passi, Min Joon si rese così conto che il sole era ormai completamente tramontato e che l’imbrunire avanzava velocemente. Distogliendo lo sguardo dal giornalista, il mago ripose il bossolo nella tasca dei pantaloni e si apprestò a riporre tutto il suo materiale da pittura.
 
 
§§§
 
 
Svizzera, Zurigo
 
 
Il crepitio del fuoco riempiva la stanza intanto che l’unica occupante era adagiata sul divano e non distoglieva gli occhi scuri dal danzare delle fiamme. La pelle color cioccolato veniva accarezzata dalla luce soffusa delle lampade e del fuoco facendola risplendere in una maniera sensuale e mettendo in evidenza i meravigliosi tatuaggi che le abbellivano il decolté, il collo e le braccia. Il corpo, in parte disteso, ricordava nella posa quello di una pantera, le lunghe gambe erano avvolte da pantaloni di pelle mentre un semplice top di pizzo metteva in evidenza il seno generoso.
Spostandosi alcune treccine dietro la spalla, la donna si portò alle labbra il calice di vino e ne prese un lungo sorso. La sua mente, che era sempre affollata di pensieri, venne distratta da un breve bussare alla porta, che la portò a sporsi oltre lo schienale del sofà, appoggiandosi con fare annoiato, e dare così l’ordine di entrare al nuovo venuto. Uno dei suoi uomini, alto e ben piazzato, vestito con un semplice completo scuro si fermò sulla soglia e indirizzo lo sguardo verso di lei, senza però guardarla negli occhi << Sono arrivati. >>
Savannah Knight non provò assolutamente nulla a quelle parole: né eccitazione né paura, solo uno strano intorpidimento dato dall’abitudine. Si passò la lingua rosea sulle labbra carnose, sistemò il septum che si era leggermente spostato e adagiò il calice sul tavolino che si frapponeva fra lei e il camino. Dopo di che si sollevò con grazia felina dal divano, infilò un cardigan morbido e un paio di sandali dal tacco alto, che, insieme alla sua notevole altezza, le consentivano di svettare sulla maggior parte delle persone. Superò con regalità e senza degnare di un’occhiata il biondo che era venuto a chiamarla e che si era subito spostato di lato per cederle il passo.
L’Ape Regina nell’Arnia era l’essere più temuto e rispettato di tutti, nessuno osava guardarla negli occhi o contraddirla, men che meno deluderla o anche solo infastidirla. I racconti raccapriccianti che la seguivano non erano leggende o dicerie messe in giro per spaventare i nemici e mettere a proprio posto i subordinati, ma la semplice e cruda verità. Lei, come anche quelle che avevano ricoperto il ruolo prima della sua ascesa, era stata allevata dagli Apicoltori come una macchina da guerra: spietata, priva di emozioni e con un intelletto superiore alla media, in modo da poter far fronte a ogni richiesta e situazione, senza mai vacillare. 
Chi faceva parte dell’Arnia aveva inevitabilmente le mani sporche di sangue, ma lei, lei era di tutt’altra categoria. Il primo omicidio lo aveva commesso a nove anni, uccidendo una sua compagna nonché rivale e da allora non si era più fermata. Esattamente come avveniva in un vero alveare, quelle che venivano chiamate Api Vergini dovevano combattere tra di loro per conquistarsi la corona, ma soprattutto per sopravvivere.
Lei non si era semplicemente imbrattata, lei grondava sangue. 
Savannah pensò brevemente che, da qualche parte nel mondo, in un luogo inespugnabile un gruppo di ragazzine venivano addestrate per uccidersi l’un l’altra. Una di loro, un giorno o l’altro, le si sarebbe parata davanti per destituirla e l’idea le provocò solo un lieve fastidio: l’ultima che ci aveva provato aveva fatto una brutta fine. Il suo teschio però era diventato un ottimo abbellimento per la sua scrivania.
Le treccine le sfioravano delicatamente la schiena mentre camminava per i corridoi privi di finestre dell’edificio. Quando giunse di fronte all’enorme porta di legno lucido si arrestò e attese in silenzio, dopo pochi secondi le ante si aprirono permettendole di entrare, per poi richiudersi dolcemente dietro di lei producendo un impercettibile tonfo. L’enorme sala era occupata esclusivamente da un lungo tavolo rettangolare: sui due lati più lunghi erano distribuiti gli otto Apicoltori, mentre nel capo più corto, quello parallelo a lei, troneggiava l’Anziano. Sulle pareti alle spalle di ogni scranno vi erano poi delle porte che fungevano da passaggio tra la sala riunioni e un luogo sicuro specifico per ogni Apicoltore, sconosciuto sia a lei che a ogni componente della stanza. In fondo per loro l’anonimato era la cosa più importante di tutti e per tale ragione la proteggevano con grande attenzione; infatti la porta poteva essere aperta solo dall’Apicoltore a cui era destinata e da nessun’altro.  
Poiché non vi era alcuna sedia per lei, Savannah si limitò ad accostarsi al tavolo e a fare un inchino in segno di rispetto alle donne e agli uomini che la stavano studiando da dietro le loro maschere veneziane. 
<< La nostra amata Ape Regina si è unita a noi, finalmente. >> tuonò con voce pacata l’Anziano che allargò le braccia come a volerla abbracciare da lontano. 
Savannah non sorrise, si limitò a ripetere il solito copione di sempre inclinando leggermente il capo << Grazie per avermi invitata. >> 
La donna sentì lo sguardo del suo superiore esaminarla da capo a piedi, benché non potesse esserne certa vista la distanza e la maschera che lui indossava. In ogni caso rimase perfettamente immobile e imperscrutabile, sapeva qual era il suo posto e cosa doveva fare. Sapeva anche che l’Anziano era una figura molto potente tra gli Apicoltori. Veniva eletto dagli altri e il suo ruolo era di mediatore, non aveva voce in capitolo nelle decisioni a meno che non ci fosse uno stallo e aveva il diritto di appropriarsi della sua Arnia, prendendone il comando, in caso di necessità. Insomma un re travestito da servitore.
<< Vorremmo essere ragguagliati su cosa è successo a Berlino. >> 
<< Gumiho è penetrato nell’attico di Thorsten Koch, il direttore dei nostri eventi. È stato però intercettato quasi subito dalla guardia di sicurezza e dagli Auror, non ha avuto così modo di rubare molto. >> 
Uno degli Apicoltori, dal forte accento francese, si sporse leggermente verso il tavolo in modo da vedere la sottoposta << Cosa è riuscito a prendere? >> 
Savannah si spostò alcune treccine dietro l’orecchio destro abbellito da una serie di piercing << Appena abbiamo avuto occasione di controllare la scena e il computer abbiamo appurato che hanno sottratto solo alcuni documenti di poca importanza e non legati a noi. >> 
<< Come è potuto accadere una cosa del genere? >> 
La donna spostò nuovamente l’attenzione sull’Anziano, di cui poteva vedere solo i folti capelli neri striati d’argento << Il Signor Koch non rientra tra le persone sotto la protezione dell’Arnia non avendo documenti sensibili e non rappresentando un elemento importante, per tale ragione si è rivolto a un servizio di sicurezza esterno. >> 
L’uomo annuì pensieroso per poi intrecciare le mani sul ripiano lucido del grande tavolo << Credo che sia il momento di concludere il contratto con il Signor Koch e trovare un nuovo direttore, negli ultimi tempi gli eventi a mio parere erano diventati monotoni. Siete d’accordo, miei cari? >> 
Visto che il consenso fu unanime, Savannah, che teneva le mani dietro la schiena per mantenere ancora più diritta la sua postura, non fece una piega << Comunicherò l’interruzione della nostra collaborazione al suo ufficio e le relative penali nel caso decidesse di divulgare qualsivoglia tipo d’informazione. >> 
<< Più che con il suo ufficio tratta direttamente con lui, abbiamo bisogno che capisca quanto sia importante il suo silenzio. >> 
La strega inclinò il capo in maniera regale << Certamente. >> 
Un altro Apicoltore, dalla lenta cadenza californiana, prese la parola << Credo che sia giunto il momento di liberarci di Gumiho e Imp, stanno diventando fastidiosi. >>
Una donna minuta e dai lunghi capelli neri, con una maschera rossa e dorata, si voltò verso quello che aveva appena parlato << Perché mai dovremo sporcarci le mani? Non sono una minaccia. Inoltre l’intero Interpol magico è sulle loro tracce, bisogna solo dar loro più tempo. Prima o poi li cattureranno. >> 
<< E se non lo facessero? >> 
La corvina si strinse nelle spalle << Ce ne occuperemo quando diventeranno davvero un problema. Al momento abbiamo cose ben più importanti a cui pensare. >> 
<< Per esempio? >> 
<< Forse la tua memoria inizia a perdere colpi, ma se non mi sbaglio il prossimo mese ci sarà l’asta. >>
Una serie di mormorii si diffuse per il lungo tavolo, ma che si spensero non appena l’Anziano sollevò la mano sinistra << Il nostro duo di criminali non sarà un problema fin tanto che l’agente Bahk è sulle loro tracce. Il suo desiderio di vendetta lo porterà al successo, ne sono certo. >> intrecciando nuovamente le mani, l’uomo inclinò leggermente il capo << Senza poi contare che la nostra collega ha sollevato una questione di vitale importanza per la nostra azienda. Dunque, come procedono i preparativi? >> 
<< Siamo a buon punto, molte personalità di spicco hanno accettato il nostro invito. Alcune celebrità stanno facendo carte false per potervi prendere parte. >> l’Apicoltore dal forte accento francese gonfiò il petto come un tacchino orgoglioso.
<< Bene. I partecipanti sono importanti tanto quanto i pezzi che verranno esposti, ma non abbassiamoci ad accettare dei divi, a meno che i loro conti in banca non siano degni di nota. >> l’Anziano sollevò il mento << Le opere? >> 
L’Apicoltore si adagiò contro lo schienale << Sono pronte per essere spedite. >>
<< Il diamante Blu? >> 
<< Lo porterò io stesso alla sede dell’evento. >>
L’Anziano spostò lo sguardo nuovamente sull’Ape Regina << È importante che ogni cosa fili per il verso giusto, per questo penso che la persona più adatta a gestire la sicurezza sia Jahan Ahmadi. >> 
Il volto dell’iraniano venne subito in mente a Savannah che rimase impassibile << Glielo riferirò. >> 
<< Meraviglioso. >> l’uomo si scambiò un breve sguardo d’intesa con i suoi colleghi << Credo che a questo punto la riunione si possa concludere. >> 
Al cenno affermativo di tutti i presenti, l’Anziano decretò lo scioglimento del consiglio. Savannah si portò la mano destra all’altezza del cuore e fletté il busto in segno di commiato. Nessuno ricambiò il saluto e, quando anche l’ultima porta si fu chiusa, sollevò il capo. Gli occhi scuri non mostravano nessuna emozione, semplicemente si voltò e uscì dalla stanza.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Buona domenica a tutti! 
Ammetto che non pensavo di scrivere una terza parte, ma un paio di giorni fa mi sono venute in mente queste due scene e ho deciso di buttarle giusto. Spero che possano tenervi compagnia visto che ho posticipato la scadenza della consegna delle schede al 12 Aprile. 
In ogni caso, come avrete potuto notare vi ho presentato non solo una delle grandi passioni di Min Joon, ovvero la pittura, ma anche due nuovi personaggi secondari: Aiden e Savannah. Di seguito vi metto un loro breve trafiletto. Mi auguro che vi possano incuriosire quanto hanno fatto con me mentre li ideavo. 
Suppongo che ci risentiremo con la selezione.
A presto,
Chemy
 
 
 
 
Aiden Lee
Ink
Giornalista freelance
Americano, Babbano, 34 anni, Eterosessuale
 
Uomo dalle mille sfaccettature Aiden Lee, talmente tante che non è chiaro come sia fatto realmente. L’unica cosa certa è che il suo obbiettivo è quello di portare a galla la verità, indipendentemente da quale sia. Benché babbano conosce benissimo il mondo magico, sia quello alla luce del sole sia quello più nascosto e pericoloso. I suoi elementi caratteristici sono la sua grande ironia e adattabilità, oltre alla sua incredibile sagacia. Estremamente misterioso, spesso e volentieri irritante e ingannevole. Ha un cuore tenero, ma che a causa di eventi passati si è indurito.
 
 
Savannah Knight
Ape Regina
Capo dell’Arnia
Origine e Stato di Sangue sconosciuto, 33 anni, Asessuale
 
Più che una donna Savannah è un vero e proprio automa. È stata allevata per essere l’Ape Regina dell’Arnia ed è sicuramente la migliore mai esistita fino a ora. Priva di emozioni, non sa cosa significhi provare rimorso, senso di colpa o dolore per quello che ha fatto o farà. Sa stare al suo posto, in quanto le è stato inculcato fin da piccola verso chi deve inchinare il capo, ma pensare che non abbia orgoglio è l’errore più grande che si possa commettere. Vive la sua vita con logicità e monotonia, da un po’ di tempo a questa parte prova un vago senso di noia verso ogni cosa.
   
 
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