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Autore: susiguci    04/04/2023    4 recensioni
Dal Capitolo I
[... Merlin era in ritardo per l'inizio delle lezioni e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.
Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, battendo forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!
'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.
"Oh, Dio! Scusami!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.
"E perché dovrei? So che l'hai fatto apposta!"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"...]
[..."Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…" disse il ragazzo dispiaciuto.
"Già … con il tuo, per l'esattezza"...]
Capitolo I revisionato
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Capitolo X

 

Strings

















 

Il mattino dopo Merlin si concesse un caffè al bar dell'università. Era di buon umore. Era ancora presto e come al solito stava ripassando i suoi appunti sul telefonino. 

"Merlin!" 

Arthur gli andò incontro sorridendo, ma rimanendo in piedi, accanto al suo tavolino. "Buongiorno! Aspetti qualcuno?"

Con quel 'qualcuno' si riferiva ovviamente a Percival.

"No. Percival è occupato in uno dei suoi stage presso un asilo nido. Mi sa che presto dovrà cominciare a cambiare dei pannolini!" rise Merlin. "Ti siedi con me?"

"Stavi studiando…"

"Non preoccuparti. Sono più che pronto per le lezioni di oggi!"

"Vorrei poterlo dire anch'io…" mormorò Arthur sedendosi con la sua tazza di caffè americano.

"Scusa, ma come fai a bere quella roba annacquata?" chiese Merlin con una faccia mezza schifata.

"Il caffè espresso è buono, ma … è poco!"

A Merlin scappò una risatina. "E invece cosa intendevi dire sulle tue lezioni?"

"Non stanno andando troppo bene. Mi sembra di avere sempre troppo poco tempo per studiare. Ma cosa lo dico a fare? Tu, di tempo ne hai molto meno eppure studi tanto lo stesso."

"Non per annoiarti, ma è tutta questione di organizzazione!"

"E invece ti trovo noioso e sleale se vuoi proprio saperlo, Merlin. È quello che mi dicono sempre i professori…"

Merlin aprì bene gli occhi, ricacciando indietro il sorriso. "Perché è vero… Com'era l'altra università, in Francia? Non mi hai raccontato niente di Parigi…"

"La mia università era … ottima, ma non mi trovavo molto a mio agio con i compagni: erano tutti concentrati sulla carriera futura, ma tutto sommato erano ragazzi sotto la media, direi. Poca cultura. Zero ideali … e se lo dico io …"

"Io credo invece che tu ce li abbia. Gli ideali, intendo. Magari li tieni un po' nascosti. Ma capisco che al giorno d'oggi non sia saggio per un giovane sbandierarli ai quattro venti. Inoltre credo che in quanto a cultura tu ne possieda più di quello che credi. Parli francese come se fosse la tua lingua e pensa solo a ciò che hai visto nei viaggi che hai fatto intorno al mondo!" 

"Non per mio merito!"

"Ma neanche per demerito. Non è questo il punto. Hai talmente tanti interessi. Si capisce dalla passione che ci metti quando ne parli. La metà delle cose che dici, io non so neppure cosa sia…" disse Merlin sorridendo "e un'altra cosa importante che ho scoperto su di te è la tua sensibilità nei confronti degli altri…"

"Stamattina sei pieno di benevolenza nei miei riguardi. Non che mi lamenti…"

"Io sono così piuttosto spesso. Sei tu che sei cambiato…"

"Se alludi all'empatia nei tuoi confronti, sì, sono d'accordo, ma con te mi viene naturale. Penso sia tu a causarla. Scommetto che anche i tuoi moschettieri sono molto protettivi con te!"

L'altro socchiuse gli occhi in modo affettuoso. "Tre mamme ansiose! Non saprei dirti chi lo sia di più, tra loro."

"Ci sono dei momenti in cui appari fragile e infondi tenerezza negli altri!"

"Non sono sicuro che mi faccia piacere!"

"Perché no? Sei molto carino quando hai quell'aria da pulcino bagnato!"

Merlin portò gli occhi verso il soffitto. "Parlami di Parigi piuttosto..."

 

Arthur sospirò e il suo volto quasi s'illuminò.

"La città è magnifica. Devi vederla Merlin… camminare per le strade di Parigi, di giorno, di notte, è un'esperienza unica. I monumenti, la natura e una moltitudine di artisti di strada, uno più bravo dell'altro. Da incantarsi per ore a guardarli. Parigi ha portato fortuna al rapporto tra me e Morgana. È molto migliorato. Sono anche riuscito ad aiutarla finanziariamente, una cosa che ritenevo impossibile, a causa del suo orgoglio. Io posso ancora usufruire dei soldi di mio padre, mentre lei, no"

"Sì, Morgana mi ha raccontato. Ma come mai era a casa tua quella volta che venni a truccarla?"

"L'ho invitata io. Mio padre me lo concede ogni tanto, ma solo come ospite e purché non sia presente anche lui. Tornando a Parigi, la cosa migliore che ho visto è l'università di moda di Morgana. È … fantastica. Ogni scusa era buona per entrarci. È lì che ho posato per la prima volta per fare delle foto. Ed è sempre lì che a fine sessione ho partecipato alla mia prima sfilata con gli altri ragazzi…"

"Immagino che ad attirarti fossero proprio … tutti quei modelli, più o meno vestiti. Doveva trattarsi di una tentazione molto forte, giusto?"

Arthur storse lievemente la bocca.

"Mi sa che devo stare attento, adesso! Le tue parole hanno tanto l'aria di essere una trappola."

Merlin mischiò il suo caffè. Forse Arthur aveva ragione.

Ancora prima di parlare, Merlin sentiva già il solito fastidioso groppo in gola. Si chiese se finire per porre l'accento sempre sugli stessi discorsi fosse una sua forma di autolesionismo. Avrebbe dovuto ricordarsi di parlarne con lo psicologo, con cui a breve avrebbe avuto la prima seduta.

"Vuoi che ti risponda o meglio di no?" chiese Arthur fissandolo.

Merlin fece un sorriso tirato. "Meglio di no. Se credi che la tua risposta potrebbe turbarmi così tanto, allora preferisco rimanere nell'ignoranza."

E bevve il suo caffè in un sorso solo. 

 

Merlin si alzò in piedi.

"Grazie per la compagnia. Vado in aula"

"Ma è ancora presto!"

"Mi piace scegliere un buon posto, quando posso. Buona giornata, Arthur"

"Anche a te!"

 

Merlin era un po' deluso da se stesso. Era scappato. La sera prima si era confidato con Arthur e forse anche a lui sarebbe piaciuto aprirsi sulla sua esperienza in Francia. Era giusto. Tra amici era naturale che fosse così. Ma Merlin si fingeva curioso e coraggioso per poi pentirsi. Non si era comportato da amico. Si era comportato da egoista, come al solito. Tutti i suoi amici dovevano stare attenti a quello che dicevano o che facevano, in sua presenza, escluso Gwaine che amava stuzzicarlo, ma entro certi limiti. Merlin in cambio era disposto ad ascoltare e a sostenere gli altri purché non toccassero certi argomenti, che spesso era lui stesso a sollevare. 

A volte si chiedeva come facessero Percival e gli altri a sopportarlo. Perché nessuno lo aveva mandato al diavolo finora? Altro che psicologo! Per lui non sarebbe bastata un'intera schiera di psichiatri!



 

Finita quella settimana estremamente impegnativa, il giorno di Halloween, era arrivato. Merlin stava truccando Morgana al salone, quel pomeriggio.

Aveva spruzzato dello spray verde sulle punte dei capelli.

Su una base per il viso molto chiara disegnò l'ombra degli zigomi con matite di color nero e viola. Truccò pesantemente gli occhi con l'eyeliner nero tirandoli verso l'esterno e verso l'alto, il più possibile.

 

"Merlin, non ho intenzione di mettermi un naso finto, né di applicare orrendi nei pelosi. Voglio essere una bella strega, stasera. Più bella possibile, se capisci quello che voglio dire" quasi rise Morgana.

 

Merlin ribatté: "Mi dici questo solo perché vuoi sentirti dire  che mai e poi mai potresti essere brutta, nemmeno con i bubboni della peste! ... Ho capito: niente cose disgustose! Sono molto curioso di conoscere quest' uomo… perché si tratta di un uomo, vero?"

"Sì!" scoppiò a ridere la ragazza.

"Che gay sarei se dessi per scontate certe cose…"


Era quasi al termine, quando qualcuno alle sue spalle:

"Allora, avete finito?"

"Arthur! Ciao! Due minuti e te la ridò indietro!"

"E io?"

"Tu? Tu cosa vuoi?"

"Devi truccarmi caro! Ho  prenotato."

Merlin si girò verso Morgana: "Sarebbe lui la tua 'amica'?"

Morgana si aprì in una bella risata. "Pensavamo che avresti detto di no!" Non si aspettava assolutamente di dover truccare Arthur. Gli venne quasi da ridere. Spruzzò una gran quantità di fissatore sul viso truccato di Morgana. 

Era soddisfatto, soprattutto dell'elegante spicchio di ragnatela che aveva disegnato sulla fronte della ragazza.


Quando rimasero soli Merlin s'informò⅙: "Da cosa vuoi essere truccato?"

"Vado pazzo per Joker! Guarda!"

E gli mostrò una foto di quelle scaricate da Internet.

 

Merlin iniziò dai capelli, bagnando il pettine per tirarglieli più indietro possibile.

"Meno male che hai fatto allungare i capelli, altrimenti l'effetto non sarebbe molto buono."

Arthur era molto diverso con la fronte scoperta e i capelli scuriti dall'acqua. Quasi un'altra persona. Non si capacitava del fatto che fosse bellissimo anche così. Aveva sempre pensato che la bellezza di Arthur dipendesse molto dai suoi capelli biondi e lisci e dai ciuffi che gli ricadevano seducenti sulla fronte e sugli occhi. Ma si era sbagliato.

Prima miscelò i capelli di Arthur con un gel verde e poi con uno spray verde, per tingere i capelli di Arthur, in maniera ovviamente, temporanea. Gli mise una specie di cuffia con un tubo da collegare al phon, per asciugarli.

Mentre Merlin spennellava il viso e il collo di Artù con un cerone molto bianco, questi parlava: "Ricordo che ti sarebbe piaciuto truccare un uomo, sbaglio?"

"Già. Te lo chiesi pure ma tu rispondesti picche. Non è la stessa cosa però: io non intendevo un trucco da Halloween…"

"È vero. Volevi provare un trucco più classico!"

"No, al contrario: un trucco moderno, un trucco visibile!"

"Non mi andrebbe proprio di sembrare un gay effemminato…"

"Il risultato non dovrebbe servire a quello. Ma temo che, sì, è quello che saresti considerato, tranne da pochi illuminati. Sei a disagio con i gay effeminati?" 

"Non ho detto questo. È solo che io non voglio sembrarlo. Non è come mi sento." 

 

Erano in parecchi i ragazzi gay che tendevano a non frequentare i ragazzi con vestiti o trucchi da donne. A uno potevano piacere o non piacere e ognuno era libero di scegliere chi voleva, ma a Merlin dava molto fastidio questa specie di discriminazione tra gay di serie A e di serie B. Senza contare altre categorie. Era una specie di moda, una gran brutta moda, se i gay si dividevano al loro interno. Non c'era già stata abbastanza discriminazione da parte delle persone e dello stato negli anni passati? Lui, Arthur e Percival non avevano vissuto in prima persona quel periodo di cui però avevano letto e sentito raccontare.

Merlin li trovava simpatici, eccentrici, divertenti e generosi. Ne aveva conosciuti diversi.

Quelli molto più grandi di lui erano spesso pieni di rancore per l'odio che avevano dovuto subire dalla società quando erano giovani. Abusi, insulti, bullismo, discriminazioni a scuola, sul lavoro, isolamenti, minacce, percosse. In quegli anni ne avevano uccisi tanti. L'omofobia era tollerata persino dalle forze dell'ordine: chiudevano un occhio se le vittime erano omosessuali. Merlin pensava di essere stato fortunato ad essere nato in un Paese più aperto, in un momento più giusto, anche se molto restava da fare in termini di diritti, giustizia e parità. 

 

"Sei mai stato con uno di loro?" chiese Merlin.

"No. Ti ho detto che non mi attirano e tu?"

"Dimentichi che anch'io lo sono…"

"Non direi proprio. Non l'ho mai pensato."

"Io mi trucco!"

"In modo molto lieve…"

"Non è quello che mi hai detto la prima volta che ti ho incontrato…"

"Dovevo difendermi. Eri una furia…"

Merlin si mise a ridere. "Per rispondere alla tua domanda, sì, ne ho baciati alcuni…"

"E com'è stato?"

"È stato bello, esattamente come con gli altri. Anche se…"

"Anche se?"

"Il rossetto fa disastri…"

Arthur ridacchiò poi abbassò la voce e sussurrò: "Anche quell'uomo era femminile?"

"No…"

"Ma era così bello?"

"Era bello, sì!"

"Più bello di me?" sorrise Arthur.

"Non sono io, il geloso, tra noi due?"

"Rispondimi, dai. Era più bello di me?"

"No. Contento?"

"Ma, allora cosa aveva…?"

 

Quello, Merlin non poteva dirglielo. Quella volta aveva paragonato il modo di fare di quell'uomo a quello di Arthur. Glielo ricordava molto. All'inizio.

 

"Non lo so, esattamente. Forse era il modo in cui mi faceva sentire… bello, desiderabile, speciale…"

 

"Tutto qui? Secondo me lui ha avuto il solo merito di averti fatto sentire più sicuro di te stesso. Tu sei già bello, d-… e speciale! Lo vediamo tutti. Solo che la tua insicurezza ha spesso la meglio sulla tua capacità di giudizio."

Merlin sentì le guance cominciare a scaldarsi.

"Fermo!" disse Merlin riacquistando il controllo di sé. "E chiudi gli occhi. È difficile disegnare i triangoli, se ti muovi"



 

"Sei bravo, Merlin! Hai fatto di me un magnifico Joker!"

"Grazie"

"Ma come? Mi aspettavo che dicessi che fosse merito del modello, come hai fatto con Morgana…"

"Appunto. Tu sei un modello! Non hai bisogno anche dei miei complimenti!"

"Detti da un professionista valgono di più…"

Merlin sorrise. Arthur gli mise qualcosa nella tasca del grembiule e si portò l'indice vicino alla bocca.

"Mi dispiacerà non vederti stasera alla festa. Da cosa ti vestirai?" chiese Joker.

"Magia, mistero …"

"E piantala!"

"Da angelo della morte…" mentì Merlin divertito.

"Mandami un selfie, vuoi!? E non sparire, ok?"

Poi Arthur andò a pagare alla cassa e se ne andò. 

Merlin aprì la tasca del grembiule. Arthur gli aveva dato 150 dollari di mancia.

'Arthur!'

E con una specie di magone in gola, fece accomodare la cliente successiva.





 

Il salone era ormai chiuso. Erano rimasti solo Merlin e Gwen a riordinare.

"E così… quello era Arthur?" Gwen aveva un tono strano. Un po' freddo e un po' arrabbiato.

"Già!"

"Non me l'avevi detto …"

"Che cosa?"

"Che fosse un figo da paura"

"Sì, invece, credo di avertelo detto più volte, magari in modo più fine … ma, ehi, vuoi farmi ingelosire, per caso?"

"Ma per piacere! Arthur non è gay fino al midollo?"

"Credo di sì!" rispose il ragazzo con un sorriso un po’ sadico.

"Dico solo che potevi presentarmelo. Credevo di essere importante per te…"

"Hai ragione, scusa. Mi ha preso talmente alla sprovvista, venendo qui di sorpresa, che non ci ho pensato!"

"Bell'amico…" si allontanò Gwen.

"Ehi, aspetta! Alla prima occasione te lo presento e ti presenterò anche due amici di Arthur. Sono fantastici!"

Gwen si fermò girandosi verso di lui. "Non ne ho già avuta abbastanza di essere rifiutata? Sia dai gay che dagli etero" disse alludendo a Merlin e a Gwaine. "Non credo proprio di essere in grado di fare cambiare idea a un ragazzo gay."

"Oh, ma loro sono etero. Arthur ci ha tenuto a sottolinearlo, alla sua festa, altrimenti sarebbero stati presi d'assalto da molti dei ragazzi presenti."

"Mh… se sono così fantastici allora ti ringrazio ma meglio di no…"

"Sembrano anche persone per bene…"

 

"Lascia stare, Merlin, ma grazie per il pensiero" mormorò la ragazza sparendo dietro un angolo.

 

'Cavoli!' pensò Merlin. Quante volte erano tornati su quel discorso lui, Gwaine e Gwen. E alla mente affiorarono alcuni ricordi.

 

Quand'era stato che lui e Gwaine si erano resi finalmente conto del problema di Gwen?

Era successo, poco prima che Merlin avesse la certezza di essere gay, poco prima che Merlin incontrasse Arthur. I due ragazzi avevano assistito  più volte a dei tentativi di ragazzi di approcciarsi all'amica. Alcuni erano anche particolarmente carini. Ma la dolcezza e la gentilezza che caratterizzavano la ragazza, veniva meno quando quei ragazzi la corteggiavano o la invitavano fuori. Rispondeva sempre in modo secco e li faceva scappare tutti in men che non si dica.

"È colpa nostra, vero Merlin?" diceva Gwaine.

 

"Sì. È tutta colpa nostra."

 

"L'abbiamo traumatizzata" 

 

"Siamo degli amici di merda!" continuava Merlin.

 

"Ma tu perché non le hai detto di sì?" domandò Gwaine.

 

"Perché sicuramente adesso non sarei più suo amico… "

 

"Vero! Ma forse adesso avrebbe un ragazzo!"

 

"E tu perché non sei andato con lei?" ribatteva Merlin.

 

"Mi sarebbe piaciuto, sai? Ma, mi conosci. Con le ragazze sono uno stronzo. Non volevo trattare così anche lei!"

 

"Ma forse adesso avrebbe un ragazzo… ha diciannove anni e non ha mai baciato nemmeno un ragazzo!"

 

"E poi dicono che fare del bene alle persone è una cosa buona …"




 

Quando poco tempo dopo Merlin fece coming out con i due amici, la ragazza cacciò un urlo di gioia, lo abbracciò e si mise a piangere. 

 

"Perché piangi?"

 

"Scusa Merlin. Sono felice che tu ce l'abbia detto, ma sono felice anche per me… Essere rifiutata da un ragazzo gay ha più senso e fa meno male… qualche dubbio m'era anche venuto, sai? Potevi dircelo prima, però…"

 

"L'ho appena scoperto. O meglio adesso ne sono sicuro."

 

La ragazza si voltò con occhi languidi verso Gwaine.

"Tu, Gwaine, non devi dirmi niente?"

 

Gwaine strabuzzò gli occhi.

"Mi dispiace ma non sono gay, almeno fino ad ora!"

 

"Gwaine, sii sincero" chiese Merlin titubante "sei … deluso?"

 

L'altro ragazzo lo guardò serioso. "No, Merlin. Nessun problema, basta che tu rimanga sempre a distanza di sicurezza da me."

 

Gwen e Merlin si congelarono sul posto.

 

"Dai, vieni qui!" disse Gwaine sorridendo e andò verso l'altro per abbracciarlo.

 

"Certo, che sei un vero stronzo!" disse Gwen scuotendo la testa.

 

"Confermo. Mi hai fatto prendere un colpo" sostenne Merlin.

 

Gwaine portò un braccio sulle spalle di Merlin. "Scusatemi. Ma quando mi capitano queste occasioni, proprio non resisto…"

 

Non c'era tempo per i ricordi in quel momento. Doveva andare a casa, farsi la doccia, mangiare e prepararsi. E aiutare Percival con il suo costume.



 

"Sei un bellissimo diavolo Merlin, anche se fai un po' impressione…"

"È questo lo scopo in fondo, Percival!"

Merlino indossava una aderente tuta rossa con finte fasce muscolari sparse un po' dappertutto e un copricapo con corna nere e orecchie a punta. Aveva il viso completamente colorato di rosso, tranne le labbra, le sopracciglia e il contorno degli occhi disegnati con un eyeliner nero e lucido. Il tocco in più erano un paio di lenti a contatto con grandi iridi nere, con pupilla stretta e gialla, come quella di un gatto. Già da sole le lenti gli davano un effetto molto inquietante e gli cambiavano completamente il viso.

 

"Vieni qui che finisco di truccarti." 

Spennellò viso e collo del suo ragazzo con un fondotinta mischiato a un ombretto verde opaco. Disegnò vene rosse e blu, un po' dappertutto, contornò gli occhi e la parte sottostante con una matita nera e tratteggiò cicatrici con i punti in rilievo. Percival indossava un vestito elegante e un po' abbondante come taglia e guanti come se fossero le mani di un morto. Come tocco finale usò uno spray nero per i capelli.

"Come Frankenstein, ti ho fatto decisamente troppo bello!" concluse Merlin a lavoro finito.


Quando arrivarono a casa di Morgana c'erano già alcune persone. 

Morgana indossava un vestito e un cappello da strega in fitto pizzo nero. 

"Sembri una dea, altro che strega!" disse Merlin a Morgana.

 

"No? Merlin? Ti ho riconosciuto dalla voce… non sembri neanche tu. Non credevo che il demonio potesse essere così affascinante…" rise Morgana, abbracciandolo.

 

"E dove hai messo Harry Potter?" sussurrò Merlin.

 

"Non è ancora arrivato!"

"Si vuol fare desiderare…"

"Credo proprio che sia così!" 

Merlin osservò Morgana. Non era solo bella: era raggiante.

 

In quel momento Gwen, Gwaine ed Elyan fecero il loro ingresso. Merlin li presentò a Morgana e lei fu estremamente carina con loro, soprattutto con Gwen.

Accettò un baciamano un po' aggressivo da Gwaine e ridendo si rivolse a Merlin.

"Ehi! Non mi avevi detto che Gwen fosse di una tale bellezza, persino con i pezzi di pelle staccati!"

Gwen era una zombie molto graziosa e decisamente lugubre con i lembi di pelle cascante fatti con colla vinilica mischiata a fondotinta scuro.

"E invece a me non ha fatto che decantare la tua bellezza, ma devo dire che stavolta non ha esagerato" rispose Gwen con allegria.

 

Elyan era vestito da scheletro con un bellissimo teschio sul viso, dipinto con maestria da sua sorella.

 

Gwaine era un peloso lupo mannaro con una maschera da lupo lunga fino al naso. Aveva anche dei lunghi denti finti. Il lupo si rivolse a Percival mettendogli le mani sulle spalle. "Sei un magnifico Hulk, ma sei un po' troppo vestito o pare a me?"

Merlin rise: "Non è Hulk. È Frankenstein. Tu credi che

avrei potuto portare Percival mezzo nudo ad un festa? Tutti quei peli devono averti dato alla testa"

 

Mangiarono qualcosa, ballarono, bevvero e poi ballarono di nuovo. 

Merlin si accorse della guerriera striata di sangue che si occupava della musica.

Morgana fu al suo fianco per mormorargli. "Quella che stai guardando è la mia amica Morgause. Se ti piace, dopo te la presento" 

"È molto bella. Ha dei capelli biondi favolosi, e adoro la sua armatura antica, ma, primo, sono fidanzato e secondo, lei è una donna…"

"Mh … Non ne sarei così sicuro al tuo posto. È una spadaccina d'eccezione. E non credo le piacciano gli uomini, se non come avversari in un duello...!"

"Che carina … magari stavolta passo…" mentre Morgana si sbellicava dal ridere.

 

Merlin si stava divertendo molto, e anche Percival che faceva gare di bevute con Gwaine. Non avrebbe saputo chi dei due dare come favorito. Sicuramente sapeva chi avrebbe guidato l'auto al ritorno da quella festa. Gwaine sembrava reggere benissimo l'alcool ma Percival aveva una stazza tale che pareva non riempirsi mai. 

Ad un certo punto Merlin adocchiò un vampiro alto e ben piazzato che poco prima non c'era.

 

Doveva essere lui. Morgana smise di ballare per andare incontro al nuovo arrivato.

L'uomo aveva i capelli striati di bianco e pettinati all'indietro. Portava baffi e barba corta, non posticci. Aveva una dentiera con enormi canini e finto sangue rappreso attorno alle labbra. Era abbastanza impressionante e truccato molto bene. Aveva un mantello di raso nero con l’interno rosso, ampissimo e sotto era completamente vestito di nero.

Lo vide spostare i capelli di Morgana da un lato con un guanto bianco e avvicinarsi come per darle un morso. Morgana spostò indietro la testa tanto che le cadde il grande cappello da strega. Merlin la vide ridere con gli occhi che le scintillavano.

 

Poi si diresse al bancone e chiese un Bacardi e cola. Era piuttosto rilassato. Aveva preso un Tavor. Certo che psicofarmaci e alcool erano un mix pericoloso, ma sarebbe stato prudente: avrebbe preso al massimo due long drink poi avrebbe continuato a bere bibite analcoliche.  

Come immaginava dopo un po' Morgana si avvicinò a lui, tenendo per mano il vampiro sorridente, che nel frattempo aveva fatto sparire la scomodissima dentiera. 

"Merlin, lui è la persona che ti volevo presentare: Oswald*. Oswald, lui è Merlin il ragazzo di cui ti ho parlato."

I due uomini si strinsero la mano sorridendo. Merlin si accorse che da vicino l'uomo era molto più giovane e più bello di quello che avesse immaginato.

"Merlin. È un vero piacere conoscerti. Morgana mi ha detto meraviglie su di te. Credo tu abbia un fan sfegatata" disse sorridendo volgendosi verso Morgana.

"La cosa è del tutto reciproca. Morgana è semplicemente straordinaria."

"Beh, credo di averlo capito!"

E di nuovo guardò la ragazza in un modo che … che forse aveva già visto.

 

E tutto avvenne nello spazio di pochi istanti!

Merlin ebbe una specie di lampo nel cervello, anzi di vari, brevi flash: la mano che aveva stretto, la voce profonda e gentile, il modo in cui guardava Morgana. Si chiamava Oswald? 

 

Forse aveva già sentito quel nome.

Oswald! … E sperò con tutte le sue forze che non si trattasse di ciò che temeva,  ma lo sentiva, da come la sua gola si era chiusa. Da come l'aria non gli bastasse improvvisamente più all'interno dei polmoni.

Era lui, il mostro, quell'uomo!

 

Merlin cominciò a sentirsi male, male davvero. Farfugliò: "Siete … davvero una bella …coppia, ma ora devo proprio andare. A dopo …a dopo"

E con un sorriso più simile a un ghigno, si allontanò costringendosi a non correre e uscì in giardino. Tremava come una foglia. "Oddio! Oswald! È qui!" I capogiri lo fecero cadere in ginocchio; il male al petto era più forte. Con mani tremanti cercò di tirare fuori il Ventolin dal marsupio nero legato in vita che era l'unica stonatura nel look da diavolo rosso. Non riusciva più a respirare. Infilò l'inalatore in bocca e schiacciò il pulsante della bomboletta, inspirando a lungo. Avrebbero potuto vederlo tutti che non gli sarebbe importato nulla. Attese qualche secondo e di nuovo inalò il farmaco. Una terza pressione bastò a ripristinare una respirazione sufficiente. Iniziò a piangere, più del solito. Si tolse le lenti e le buttò via, perchè con le lacrime cominciavano a bruciargli troppo. 'Morgana è in pericolo. Cosa devo fare?' si chiese. Era disposto a rovinare la storia d'amore di Morgana?

Se l'avesse detto a Percival, il ragazzone avrebbe steso l'uomo a suon di pugni. Gwaine avrebbe fatto lo stesso. Gwen avrebbe scatenato un inferno di urla e recriminazioni da fare arrivare lì l'intero vicinato. Arthur! Se Arthur avesse saputo che tale "Oswald" alias 'quell'uomo' era in compagnia di sua sorella, l'avrebbe ammazzato subito. E quindi? Cosa doveva fare? Lasciarla in balia di quel mostro? Tirò fuori il cellulare e si allontanò dalla porta del garage.

S'inoltrò nel giardino percorrendo un bel tratto, così da non essere visto da nessuno.

 

"Puoi venire qui? È una cosa importante …molto…per favore!" 

 

Non era riuscito a non contattare Arthur. Se fosse successo qualcosa a Morgana non avrebbe potuto perdonarselo. E nemmeno Arthur gliel'avrebbe perdonato.

 

Sentì dei passi dietro di lui. 

 

Era Oswald. E sentì il sudore colargli sul volto, mischiato al trucco ormai disfatto.

 

"Merlin! Non ti avevo quasi riconosciuto con quegli occhioni ... Ma il tuo nome me lo ricordavo bene e non solo quello" sorrise l'uomo. "Probabilmente anche tu ti rammenterai di me."

 

"Speravo che non ti avrei più rivisto. Vorrei che tu te ne andassi da questa festa e che lasciassi stare Morgana!"

 

"Ma … l'hai vista? È lei che non riesce a lasciar stare me. Se me ne andassi le si spezzerebbe il cuore!"

 

"Cosa vuoi da lei?"

 

"Voglio il suo amore!"

 

"Certo, come volevi il mio" chiosò Merlin disgustato.

 

"No. Stiamo attenti a non mischiare le cose. Con te era piacere, con lei è … lavoro"

Merlin ricominciava a stare male. Ora era lo stomaco a dolergli e provava una nausea insopportabile.

Per un attimo pensò che se gli avesse vomitato addosso, quello stronzo se ne sarebbe andato.

 

"Lavoro?" sussurrò Merlin.

 

"Esatto. Sono un po' a corto di liquidi ed ho intenzione di proporre a Morgana alcuni ottimi affari. Ottimi per me ovviamente"

 

"Devi lasciarla stare…"

 

"O altrimenti? Cosa credi di poter fare?"

 

"Te la farò pagare!"

 

 

Merlin non ci vide più e attaccò l'uomo, che si mise di profilo rispetto a lui, dandogli due gomitate nello stomaco che lo fecero cadere a terra, senza fiato.

 

"Che peccato! Rovinare così il bellissimo ricordo che ho di te. Anche addormentato era così … malleabile. E non ho avuto nessun problema con polizia o carabinieri. Ti ringrazio. L'ho apprezzato molto."

 

"Sei solo un vigliacco. Non hai il coraggio di confrontarti con una persona vera, che abbia una volontà propria!"

"Questo non è vero, ma mi piace avere il controllo totale sui miei amanti. È un po' da egoisti, me ne rendo conto." 

 

"No, è un po' da pazzi." 

 

"La tua opinione non conta.

Non è mai contata. E quindi ora cosa vorresti fare? Dirlo a Morgana? È innamorata di me. Sei sicuro di farle un favore? Questo potrebbe costarti la sua considerazione!"

 

"Vattene!" 

 

"Considerati fortunato Merlin. Con te mi sono accontentato di poco.

Tu sai che alcuni uomini uccidono i loro ragazzi quando sono incoscienti? Ma se non la pianti, potrei riconsiderare la cosa."

 

"Minacciami quanto vuoi ma finché sarò vivo, non potrai più avvicinarti a Morgana! Questo è certo!"

 

Con un smorfia di odio che ne alterava i connotati, l'uomo si avventò su Merlin: lo piegò come fosse un fuscello dandogli alcune ginocchiate al petto e alla pancia. L'uomo era furioso e colpiva Merlin con una ferocia inaudita. Quello stupido ragazzino aveva rovinato il suo bel piano con Morgana. Infine gli prese la testa e la fece sbattere con violenza contro il tronco di un arbusto lì vicino. Merlin cadde a terra privo di conoscenza e l'uomo se ne andò velocemente.
















* Sir Oswald (e non Owen, come avevo scritto in un primo momento) è un personaggio che appare nell'episodio 3x4 dal titolo 'Galvano' della serie. In realtà sarebbe un ottimo cavaliere alleato di Camelot, ma viene ucciso e sostituito da un bieco criminale che vuole vendicarsi di Artù, ricorrendo a un medaglione magico e quindi prende le sembianze di Oswald. È a questo Oswald che mi riferisco nella mia storia. Questo per poter dare al lettore un volto cui riferirsi (per chi lo ricordi) e le caratteristiche di malvagità che lo contraddistinguono nella storia come nella serie. Mi scuso (anche) per questo errore! Grazie a chi è arrivato sin qui a leggere.
   
 
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