Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Alexander33    07/04/2023    1 recensioni
Una trappola intessuta dalla regina più spietata che mai, decisa ad usare un’arma insolita per battere il suo acerrimo nemico. L’odio si mescolerà all’amore con la complicità di un personaggio inedito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Raflesia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alcyone si ergeva fiera davanti alla scrivania nelle stanze di Harlock, dietro di lui Meeme l’osservava, in silenzio.

 

«Cosa vuoi farmi? Uccidermi?» Una nota incrinata svelava la paura mal dissimulata, il ricordo dell’agente Shizuka ben piantato nella mente, come sinistro monito. I polsi stretti in un paio di manette, il cronografo che aveva usato per contattare Raflesia, sequestrato.

 

Harlock l’osservava, lo sguardo torvo, l’espressione tirata.

 

«Dipende da te. Voglio essere chiaro: esserti fatta scopare non ti procurerà nessun vantaggio. Ti conviene dirmi quello che sai, e tutta questa storia finirá col minor danno possibile per entrambi.»

 

Gli occhi di Alcyone correvano rapidi da Meeme ad Harlock e viceversa, senza fermarsi. Era spaventata, ma cercava disperatamente di darsi un contegno.

 

«Ti ho detto la verità! Ho solo obbedito ad un ordine! Dovevo sedurti… e tornare subito sulla Dorcas…»

 

«Un regalo di Raflesia? Mi ha mandato una puttana ad intrattenermi? Mi credi veramente così stupido?»

 

L’insulto la fece sussultare, strinse le labbra e le lacrime le salirono agli occhi, ma cercó disperatamente di non farle scorrere lungo le guance.

 

Meeme appoggió una mano sulla spalla di Harlock, come per trattenerlo dall’esprimere ulteriormente la rabbia, ma lui l’ignoró.

 

«Mi hai parlato di una trappola. Quale sarebbe? Non mi hai mai fatto domande, non hai mai cercato di carpire informazioni… ma uno scopo lo avevi. Dimmi qual’è!»

 

In trappola! Se avesse confessato, se gli avesse rivelato del bambino cosa sarebbe accaduto? L’avrebbe costretta a interrompere la gravidanza? O l’avrebbe uccisa, così da finire il lavoro in maniera pulita? In qualsiasi caso, era in un guaio tremendo e lei non era minimamente preparata ad affrontare una situazione simile.

 

Harlock si stava spazientendo.

 

«Hai detto di essere una cugina di Raflesia, quindi sei di sangue reale. Cosa puó portare la regina a sacrificare un membro della sua famiglia?»

 

«Tu non la conosci. Per lei non fa nessuna differenza che io abbia il suo stesso sangue. Siamo tutti pedine nelle sue mani. Ha deciso che io le sarei stata utile e questo è quanto.»

 

Battè una mano sul tavolo e si alzó: la pazienza era finita.

 

«Dimmi qual'è il piano della tua regina! Qual’è la trappola che hai contribuito a creare? In cosa consiste?»

 

Non c’era scampo. Che lei avesse parlato o meno il risultato non sarebbe cambiato, ma voleva assolutamente evitare che a farne le spese fosse la creatura che aveva iniziato a germogliare dentro di lei. Abbassó lo sguardo e due lacrime bagnarono il pavimento.

 

«Harlock aspetta…» Meeme attiró la sua attenzione «devo parlarti… è importante.»




 

Mentre Alcyone veniva riportata in cella, Meeme comunicava al capitano ciò che aveva appreso.

 

«Quella ragazza non ha cattive intenzioni, è pulita… anzi! Molto di più…»

Ma Harlock la interruppe.

 

«È una fottuta spia! Ci sono troppe cose che non vanno in questa storia, non farti ingannare dal suo visetto angelico!»

 

«Non mi faccio ingannare! Ascolta: quella ragazza è sola e spaventata e… credo sia innamorata di te… ma non è solo questo.»

 

Harlock rise «Ci conosciamo da tre giorni! Gli amori facili non esistono! Che altro c’è?»

 

«Io… credo stia aspettando un bambino.»

 

Harlock trasalì, poi ribattè deciso «non puó essere!»

 

«Perché dici così? Come fai ad esserne sicuro?»

 

«Perché quando me la sono fatta, lei era vergine. E questo bambino non puó essere mio! Sono passati solo 3 giorni da quando abbiamo dormito insieme. È impossibile!»

 

«… Impossibile per una donna terrestre…»

 

Harlock si voltó, incredulo

«cosa vorresti dire? che…»

 

«Io dico che dovresti farla visitare. Se è come dico, la situazione cambia radicalmente.»






 

Acyone era sdraiata sul lettino dell’infermeria. Le erano state tolte le manette, medicata la ferita sul braccio.  Ora Zero l’osservava con dolcezza. Il viso di Alcyone faceva questo effetto: era talmente bella nei tratti, e dolce, che chiunque reagiva trattandola con gentilezza.

 

«Scopri la pancia cara, per favore…»

 

Harlock era alle spalle di Zero e osservava il monitor dell’ecografo, mentre il dottore muoveva la sonda sul ventre della ragazza. Quasi subito si fermó, e Harlock vide sullo schermo uno sfarfallío veloce.

 

«Non sono un ginecologo, ma posso affermare senza ombra di dubbio che qui abbiamo un bell’embrione di circa 8 settimane… Paragonato a una gravidanza terrestre, intendo. Come funziona nelle donne mazoniane non lo so… e se quel che dite è effettivamente quel che è accaduto, tutto puó essere…»

 

«Cosa intendi dottore?» Chiese Harlock allarmato.

 

«Che non esiste letteratura su una gravidanza generata da un umano e una mazoniana. I tempi potrebbero essere totalmente diversi. Alla luce di ció che sappiamo, questo bambino potrebbe essere tranquillamente tuo capitano. Altro, per ora, non posso dire.»

 

Alcyone cominció a singhiozzare

«non fategli del male! Vi prego! Lui non c’entra niente, non ha colpe!»

 

Meeme si avvicinó premurosa

 

«non preoccuparti, nessuno vuole farvi del male. Vedrai che risolveremo questa situazione…»

 

«…Ecco qual’era lo scopo, non è vero? Dovevi farti mettere incinta. Ma perché?» Harlock guardava furibondo Alcyone che singhiozzava tenendo il viso tra le mani, poi esplose:

 

«Un’arma!» Lo guardó con disperazione, il viso bagnato di lacrime «Raflesia voleva un’arma per ricattarti e al tempo stesso vendicarsi! Per lei siamo solo un esperimento e nulla più, ma io… »

 

Si tiró a sedere sul lettino

«se mi avessi ascoltata, se mi avessi lasciata andare, avrei cercato di risolvere la cosa! Invece adesso… è tutto perduto!»


________________




 

Trangugió l’ennesimo bicchiere di vino.

 

«Non esagerare… poi dormirai poco e male…»

 

«Aaaah Meeme! L’unica scopata senza sentimenti che mi sono fatto, e guarda che disastro…»

 

«Era  una trappola…»

 

«Si… e se avessi ragionato con la testa, invece che col cazzo, tutto questo non sarebbe successo… un figlio! Come posso crescere un bambino? Questa storia è surreale…»

 

«Non vorrai lasciare quel povero bambino nelle mani di Raflesia! E se dovesse fargli del male?»

 

«Certo che no! Ma poi? Dovrei tenere Alcyone con noi, non posso privare il bambino di sua madre…»

 

«Troveremo una soluzione! Per adesso bisogna pensare a come togliere il bambino alla strega.»

 

«Suppongo tu abbia ragione…»

 

«E Tadashi? I suoi sentimenti per la ragazza sono molto forti…»

 

Harlock alzó le spalle

«se ci riesce, puó prendersela. Non sono certo geloso. Magari togliersi lo sfizio gli calmerà i bollenti spiriti…»

 

«Sei cinico! Anche loro sono vittime di questo intrigo! E poi… tu e Tadashi non potete proprio fare a meno di misurarvi, ogni volta che c’è l’occasione…»

 

Harlock si voltó a guardarla «non sono io a cercare la competizione!»

 

«No, è vero. Ma questa volta la vanità ti ha presentato il conto. Se avessi rispettato i sentimenti del ragazzo…»

 

«Vuoi farmi sentire in colpa? Vuoi che vada da lei a convincerla di darsi a Tadashi? Potremmo farne un intrattenimento per la ciurma…»

 

«Stai diventando sgradevole, e questo mi fa pensare… sicuro non ti importi proprio nulla di lei?»





 

———————-





 

«… E così abbiamo a bordo la bionda bambolina… E bravo il capitano! Deve aver ascoltato il mio consiglio. Sarebbe stato uno stupido a non farlo. Chissà che numeri hanno fatto quei due…»

 

«Piantala Yattaran! Non sono fatti tuoi…»

 

«Stai calmo Tadashi! Riflettevo ad alta voce… beh, lo sapevo: nemmeno il capitano è fatto di legno, anche lui ha qualcosa di vivo dentro le mutande…»

 

«Sei disgustoso!»

 

«Non fare il moralista! Anche tu te la saresti ripassata, se ti avesse dimostrato un po’ di attenzioni… ipocrita! Non le toglievi gli occhi di dosso! D’altra parte, non è proprio possibile rimanere indifferenti davanti a un gran pezzo di sventola come quella…»

 

«Smetti di parlare così di lei!»

 

«Tadashi datti una calmata! Adesso che è qui puoi provarci anche tu… magari sei il suo tipo!»

 

Si intromise Kei

«Yattaran lo lasci in pace? Non lo vedi che è cotto? Chiudi il becco e non immischiarti in fatti che non ti riguardano!»

 

«Va bene, ok!» Rispose, alzando le mani in segno di resa «che noia! Tutti permalosi qui! Mai che si possano fare due chiacchiere tra uomini…»

 

Tadashi si era chiuso in un mutismo risentito. Sentir parlare di Alcyone come di una facile, gli faceva ribollire il sangue.







 

La notizia della gravidanza di Alcyone aveva fatto il giro della nave ed era arrivata alle orecchie di Tadashi.

 

E così Harlock aveva profanato quella creatura angelica… e nemmeno l’odio che nutriva per le mazoniane aveva spento la venerazione di Tadashi per Alcyone, che era semplicemente una vittima di quella pazza di Raflesia, e si era dovuta concedere ad Harlock per seguire il piano folle della sua regina.


Con un vassoio di dolci si stava dirigendo alla cella dov’era tenuta prigioniera. Non sapeva se la torta al cioccolato, i biscotti e il the nero incontrassero i gusti della ragazza, ma era sicuro che un gesto gentile le avrebbe fatto capire che non tutti la disprezzavano, su quella nave.

 

Tadashi si annunció, prima di aprire la porta della cella.

Alcyone aveva il viso arrossato: sicuramente si era consumata in lacrime, e questo non fece altro che aumentare i sentimenti di tenerezza del ragazzo.

 

«Ti ho portato qualcosa da mangiare» le rivolse un sorriso.

 

«Ti ringrazio, ma non ho molta fame…»

 

«Prova ad assaggiare qualcosa. Quando si è tristi i dolci aiutano a ritrovare il sorriso…» le posó in grembo il vassoio facendo attenzione a non versare il the.

 

Alcyone prese con la forchettina un’angolo di dolce

«…è buono. Grazie…» nuove lacrime le spuntarono.

 

«Hei! Non devi avere paura… nessuno ha intenzione di farti del male.»

 

«Non ho paura per me, ma per il mio bambino…» disse dopo aver assaggiato anche un sorso di the.

 

«Nessuno farà del male nemmeno a lui…»

 

«Sei sicuro? Io ho i miei dubbi…» soffió sul the che era ancora molto caldo.

 

«Certo che ne sono sicuro. Credi che Harlock voglia farti abortire suo figlio? Contro la tua volontà? Non è un mostro…»

 

«Forse non lo è… ma questo bambino per lui è una minaccia, un inganno… e poi, io sono una mazoniana…»

 

«Beh, ovviamente prenderà le sue precauzioni, ma non vi farà del male.» Si sedette accanto a lei.

 

«Grazie… Tadashi… ti chiami Tadashi, vero?»

 

Lui annuì «non ti ho tranquillizzata, non è vero?…»

 

«Sono in un guaio tremendo! Raflesia mi starà cercando, e sarà pazza di rabbia! Quando capirà dove sono, saprá anche che Harlock è venuto a conoscenza del piano ed io saró spacciata!» Alcyone lo guardava con gli occhi allagati di lacrime.

 

A Tadashi venne naturale farle una carezza e il contatto col viso accaldato di lei lo emozionó.

 

«Non devi stare qui dentro principessa… »

 

«Io non devo proprio stare qui! Mi devi aiutare Tadashi… ti prego!» Lo guardava implorante.

 

«Cosa vorresti da me?»

 

«Devi aiutarmi a scappare! Posso ancora rimediare… posso convincere Raflesia di non avere rivelato nulla, ma più tempo passo a bordo di questa nave meno credibile sarà la mia versione…»

 

Tadashi sospiró: avrebbe fatto qualunque cosa per quella ragazza «Potrei anche farlo, ma tu capisci che non posso esporre il mio capitano e i miei compagni, e dare un’arma contro di noi a quella strega?»

 

Alcyone si inginocchió tra le sue gambe, gli prese le mani e gliele bació

«ti giuro su questo bambino che faró qualsiasi cosa per evitare che diventi lo strumento di vendetta di quella pazza! Credimi!!!»

 

Tadashi non disse nulla.

 

«Io ti piaccio, non è vero?» chiese Alcyone.

 

«Si è vero, mi piaci moltissimo…» esitó prima di continuare «ma ho già esperienza con donne della tua razza… e non sono state piacevoli.»

 

Alcyone si sporse e lo bació con dolcezza, premendo la bocca sulla sua indugiando, con un sospiro. Fu come offrirsi su un piatto d’argento, e Tadashi ne approfittó solo un po’, insinuando la lingua nella bocca di lei, assaggiandola con voluttà, concedendosi la realizzazione di un piccolo desiderio, alla faccia di Harlock.

 

«…non siamo tutte uguali Tadashi. Io non sono una spia, ero semplicemente la dama di compagnia di mia cugina. Non volevo ingannare Harlock… ma non ho avuto scelta, non l’avrei mai fatto altrimenti. Credimi!»

 

Gli occhi di Alcyone erano del tutto privi di malizia

«io ti credo. Ma stai chiedendo molto… tradirei il mio capitano. Non me lo perdonerebbe…»

 

«… Mi vuoi? Se mi concedo a te, mi aiuterai?»

 

Sarebbe stato da vigliacchi approfittarsi di lei in quelle circostanze: Alcyone gli piaceva veramente, e più la conosceva più il sentimento si intensificava.

 

«No. Non sei un oggetto, non voglio approfittare della tua situazione per soddisfare capricci sessuali. Ti aiuteró senza condizioni.» Prese la decisione proprio in quell'attimo, d’impulso, senza pensare alle conseguenze.

 

«Sei un ragazzo speciale Tadashi… grazie. Lo meriteresti più di Harlock il mio amore…»

 

Il sorriso di lei lo ripagó di tutto: le fossette che le si formavano sulle guance, i denti perfetti, bianchi come neve, e gli occhi azzurro intenso che lo guardavano con infinita gratitudine… vederla sorridere era una visione che scaldó il cuore di Tadashi.





 

Tadashi era scuro in volto, e guardava Harlock con espressione cupa.  

Non riusciva a perdonargli di essersi preso la ragazza, lui non la meritava. Non apprezzava ciò che era, non capiva minimamente che prezioso animo si nascondesse sotto l’aspetto dolce ma sensuale di Alcyone.

È vero: non l’aveva costretta, era stata lei a buttarsi tra le sue braccia, quasi pregandolo di prenderla, ma ugualmente non riusciva a farne una colpa ad Alcyone, ma addossava a lui ogni responsabilità. E adesso esisteva un legame tra i due, un legame eterno rappresentato dalla minuscola vita contenuta nel grembo della ragazza. Una fitta di gelosia gli trapassó il cuore, dolorosa e nostalgica. 

 

«Perchè? Non l’hai mai fatto, dovevi cominciare proprio con lei? Proprio con Alcyone dovevi iniziare a scopare per puro divertimento?»

 

Lo guardó infastidito. Sapeva che Tadashi provava dei sentimenti per la ragazza, ma era stato proprio lui a confessargli che Alcyone aveva espresso il desiderio di farsi portare a letto.

 

«Comprendo il tuo disappunto, ma ormai mi sembra tardi per le rimostranze. Non mi importa nulla di lei, puoi prendertela, se proprio ci tieni.»

 

«Se non fossi il mio capitano, ti farei ingoiare i denti, sappilo! Non merita di essere trattata così! Tra non molto ti darà anche un figlio…»

 

«…un figlio che non ho cercato! È stato estorto con l’inganno! Spero che te ne renda ben conto prima di sputare accuse… E non l’ho certo costretta.»

 

Tadashi prese la porta, prima di commettere gesti di cui poi si sarebbe potuto pentire.



 

Gaia e Phebe si erano insospettite, quando, la mattina dopo l’avevano chiamata ripetutamente non ricevendo risposta. La porta della sua stanza era chiusa, e avevano deciso di aprire comunque usando il passepartout.

Il letto perfettamente rifatto, la porta finestra lasciata aperta: o era scappata o era stata rapita.

La prima opzione sembrava la più logica.

Ovviamente erano state duramente riprese da Raflesia, furibonda per questo colpo di testa della cugina. Ormai era palese: si era innamorata di Harlock! Cosa diavolo avesse quell’esemplare di maschio terrestre per rimbambire così tutte quelle chi ci passavano insieme più di qualche ora, rimaneva un mistero!

Alcyone era fuggita con lui? Oppure si era presa del tempo per farsi ripassare per bene? 

 

Aveva più volte provato a contattarla, ma il cronografo che aveva dato alla ragazza risultava spento. La catenina con la piccola telecamera era rimasta appoggiata sul comodino accanto al letto della ragazza.

 

Livida di rabbia aveva ordinato a Gaia di cercarla e subito le due donne erano corse allo spaziporto: se la principessa era col pirata, prima o dopo uno dei due sarebbe stato visto entrare sull’Arcadia, ma con sgomento avevano scoperto che la nave pirata era salpata poche ore prima.

 

Rapita o fuggita di sua volontà?

 

Dalle voci raccolte in giro, il pirata era stato costretto ad una fuga improvvisa.

 

Alcyone incinta era il bene più prezioso e andava recuperata ad ogni costo! Sempre che quella stupida, innamorata e succube del pirata, non rivelasse del suo stato e del piano. E c’era da scommetterci che se passava troppo tempo a contatto con Harlock avrebbe certamente parlato.



 
   
 
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