Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Mitsuki91    08/04/2023    0 recensioni
"Era ancora convinto che Lily avrebbe spalancato gli occhi, un giorno. Che avrebbe visto il mondo pieno di marciume e ipocrisia che li circondava.
Che sarebbe stata pronta per parlare della seconda via d'uscita."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Mulciber, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note iniziali: L'idea di questa fic nasce in un delirio in dormiveglia di riflessione fra alcuni meta che lessi su tumblr in merito e la frase che la Rowling aveva lanciato anni fa da qualche parte sul fatto che Severus voleva diventare Mangiamorte per far "colpo" su Lily, cosa che se uno ci pensa a mente fredda pensa che si debba essere drogata per spararla così grossa. Condita di Snily angst perché sì, lo sapete come sono, alle origini si torna sempre.
Buona lettura! Fatemi sapere che ne pensate.

La via d'uscita



Per quanto Severus conoscesse la magia e utilizzasse le sue piccole, frammentate e sparse nozioni per incantare Lily, fu solo ad Hogwarts che si rese conto di quanto la sua educazione fosse stata manchevole in tutto ciò che veramente contava per far parte di quel mondo. E anche allora - anche allora! - ci mise anni a mettere insieme i pezzi, anni di indizi e suggerimenti a mezza voce, anni di osservazione silenziosa e di una lenta e strisciante ansia che crebbe in lui come un mostro nel suo petto, divorando ogni cosa.

Perché cosa mai avrebbe potuto capire il piccolo e undicenne Severus, cosa avrebbe dovuto dedurre da un semplice gesto di amicizia, dal fatto che proprio Lucius Malfoy gli indicasse il posto accanto al proprio subito dopo lo Smistamento? Il fatto che sorridesse fiero di averlo lì, al tavolo dei Serpeverde; lui, che non era nessuno!

Che non era nessuno.

Era stato troppo travolto, allora, e troppo innocente, e troppo amareggiato dal destino di Lily per accorgersi di quanto significativo fosse stato quel gesto. Malfoy era solo un cognome: sì, uno dei cognomi più importanti del mondo magico, fin qui lo sapeva, sua madre non l'aveva lasciato proprio incompetente sull'identità della nobiltà magica… Ma agli occhi di un undicenne, il ragazzo biondo con il sorriso affabile si riduceva a Lucius, Prefetto, incaricato di seguire i primini, cortese nel suo ruolo, e forse con uno scintillio di simpatia per lui dietro i suoi occhi. Niente di più.

Anche i suoi compagni di stanza, Mulciber e Avery, gli erano sembrati simpatici. Forse un po' più reali, forse un po' più spontanei - stavano vivendo tutti le stesse esperienze, alla fine, no? La magia di Hogwarts che incantava i suoi studenti per la prima volta - e sì, erano dei Purosangue, ma non facevano parte delle sacre ventotto, quindi forse erano anche più umani e veri? O forse era solo il fatto di dover condividere con loro i giorni e soprattutto le notti?

Erano ragazzini, alla fine. Proprio come lui. Che gli avevano teso la mano e offerto amicizia e lui, affamato d'affetto come sempre , non aveva esitato a ricambiare.

Poi aveva continuato a vivere la sua vita anche al di fuori della sala comune di Serpeverde.

Lily .

Approfittavano di ogni lezione insieme, e si erano trovati una piccola stanza appartata vicino alla torre di Divinazione - era più un salottino che un'aula; una sorta di Sala Comune senza stendardi ma tutta per loro - in cui passare i pomeriggi, sia a fare i compiti e studiare sia a chiacchierare come i buoni amici che erano. Poi Severus tornava dai Serpeverde dopo cena ed era accolto da sorrisi e pacche sulle spalle, da pettegolezzi e battute, dallo sguardo sorridente di Lucius e dal casino esagitato di Mulciber e Avery. Tutti sapevano dove lui passasse le giornate e a nessuno importava. Non aveva mai tenuto nascosto l'affetto che lo legava a Lily - perché, poi? - così come Lily non aveva mai tenuto nascoste le sue origini Babbane - era una fiera Grifondoro e se ne vantava con orgoglio - e tutti sembravano tranquilli e felici, quindi, che male c'era? 

Severus afferrava la felicità a piene mani.

L'unico neo era costituito da quel Potter e dalla sua banda di bulletti del quartiere.

Niente di serio, comunque , si ripeteva Severus. Qualche spintone nei corridoi lo poteva sopportare, e Lily frenava quasi sempre le sue risposte piccate afferrando il suo braccio. "Sii superiore" gli sussurrava nell'orecchio e si faceva più vicina, così vicina che la rabbia scemava e lui distoglieva lo sguardo dai quattro, andandosene con lei a testa alta, ignorando le risate e prese in giro. Poi forse, vedendo che così non attaccava, Potter decise di farla diventare una cosa pubblica: non erano più - solo - scherzi all'angolo del corridoio ma battute urlate in Sala Grande, il disprezzo delle regole nel cercare di colpirlo proprio sotto l'occhio vigile degli insegnanti, cercando di approfittare dell'unico momento di distrazione - spesso programmato da uno del gruppo - per poter aver sempre una scusa plausibile, un dinego di responsabilità sorprendentemente efficace. L'ingiustizia lo pervadeva, allora: ma non c'era solo Lily a frenarlo, anche Mulciber e Avery gli intimavano di lasciar stare e, se presenti, facevano scudo a lui e a Lily con la loro sola presenza, mandando a monte i piani dei Malandrini con gran disappunto di Potter.

Dopotutto, era sopportabile. La sua Casa aveva una grande stima di lui, Severus aveva dimostrato un grande talento magico per un primino, e Potter era solo un altro undicenne borioso e viziato. Nessuno a parte quei quattro utilizzava il soprannome odioso che era nato sul treno e, se il resto della scuola rimaneva indifferente ai suoi drammi personali, i Serpeverde erano bravi nell'instillare in lui quel senso di casa e appartenenza che bramava da tutta la vita.

Era felice.

Hogwarts sarebbe stato il suo riscatto, ne era sicuro.

 

***

 

Le prime crepe in quella realtà perfetta si manifestarono un uggioso pomeriggio di fine settembre, all'inzio del suo secondo anno a Hogwarts.

Lily aveva saltato le lezioni del mattino e lui stava pensando ad un modo per cercare di intrufolarsi a Grifondoro - aveva cercato di chiedere a Mary Macdonald durante Trasfigurazione, ma lei si era limitata a un'occhiata sprezzante mentre si allontanava velocemente da lui - quando lei apparve nel loro salottino privato.

Lily era pallida e aveva gli occhi gonfi di pianto e, senza una parola, si fece cadere accanto a lui sul divano, poggiando la testa sulla sua spalla.

Il cuore accelerò per un secondo i battiti.

"Lils… Che succede?" chiese Severus, non osando muoversi per non rischiare di interrompere quel delicato contatto.

"Ho litigato… Con Mary".

Severus strinse le labbra, in attesa.

"Lei mi ha detto… Ha detto che passo troppo tempo con i Serpeverde…" Severus sbuffò, non riuscendo a trattenersi "Che… Che sono la loro p… Protetta".

Sembrava avesse cambiato idea sull'ultima parola da usare, esitando appena prima di pronunciarla. Severus si leccò le labbra, cercando una risposta.

"... Non capisco dove sia il problema" disse infine "Mulciber e Avery sono simpatici, e se Potter la smettesse di tormentarmi, anche loro mi ronzerebbero meno intorno. Sarà il caso di avvertire Potter, se questo è un problema per Mary" concluse, sarcastico e acido.

Lily rimase in silenzio alcuni istanti.

"Ha detto cose terribili sui Serpeverde" sussurrò infine, come se la realtà fosse troppo grande per essere pronunciata ad alta voce "Ha detto che sono tutti pazzi, che sono seguaci d-di T-Tu-Sai-Chi, che o-odiano quelle come me, c-che se continuo a mischiarmi a l-loro, loro… P-potrebbero divertirsi con me e…"

"Lily" la interruppe Severus. Sciolse le loro posizioni solo per mettersi con il busto rivolto verso di lei e poggiarle le mani sulle spalle, costringendola a guardarlo in faccia oltre le lacrime che le si erano gonfiate sotto le palpebre "Queste sono bugie . Tu conosci Mulciber e Avery! Sono mai stati meno che cortesi con te? Ti hanno mai fatto del male?"

Il labbro inferiore di Lily tremò appena, poi lei fece un cenno di dinego. Severus esalò un piccolo respiro.

"È vero che casa Serpeverde non è vista benissimo, a scuola. Non sono stupido" aggiunse "Ed è vero che c'è qualche pazzo esaltato antibabbani e… Insomma. Ma io sono un Mezzosangue, Lily, e tutti sono miei amici. Mi fanno i complimenti per la mia conoscenza della magia, persino Lucius Malfoy, e lui è all'ultimo anno! E si complimentano anche con te, ricordi? Dicono che sei una leggendaria pozionista in erba, ricordi?" un lieve sorriso emerse sulle sue labbra "Visto? Nessuno ti odia. Come osa quella Macdonald dire cose così idiote? Non è forse lei che ha dei pregiudizi?"

Lily tirò su con il naso; infine annuì.

"Mi dispiace che tu stia male per questo" disse infine Severus. Lily gli si buttò fra le braccia e lo strinse forte.

Battiti di cuore che inciampano l'uno sull'altro, mentre chiude le braccia sulla sua schiena.

"Grazie, Sev. Sei un vero amico".

"Il migliore, giusto?"

"Il migliore".

 

***

 

Poi decise che quella faccenda andava affrontata di petto, in qualche modo. Severus non era stupido, e sapeva che la fama di Serpeverde non era del tutto immeritata. Sapeva che c'erano esaltati anche all'interno della Sala Comune, e altri più pacati e moderati che comunque non contraddicevano la linea di pensiero estremista… Non del tutto, e si capiva il loro pensiero nei sussurri tranquilli che si scambiavano fra loro in Sala Comune oltre l'orario di Coprifuoco.

Persino Mulciber e Avery, persino loro, Severus li ha sentiti usare parole come "lurida Sanguesporco" all'interno del loro dormitorio, buttata lì nel mezzo di una battuta sprezzante.

Eppure…

Eppure i fatti parlavano più delle parole, vero? E i fatti dimostravano che loro erano gentili con Lily.

Perciò Severus ha sempre pensato che i due, e gli altri, fossero solo un po' il prototipo dei ragazzini ricchi e viziati che si fanno uscire dalla bocca cose che non pensano davvero, o comunque a cui non attribuiscono la stessa gravità. Un po' come Potter, no? Può farsi il paladino della povertà accogliendo nella sua cerchia di amicizie il malatino Lupin o lo sfigatello Minus, ma è indubbio che lui e Black vengano da due famiglie schifosamente ricche alla maniera Purosangue e, se è vero che i Potter non hanno i voti al Wizengamot, è anche vero che nondimeno James Potter ha l'arroganza di chi si sente superiore. Però, ecco, persino lui … Di fronte alla possibilità di torturarlo e ucciderlo si farebbe qualche scrupolo, no? Severus non pensava che sarebbe mai arrivato a tanto. Erabo solo stupidi screzi scolastici, piccoli atti di bullismo mascherati da rivalità. Facevano male, facevano infuriare, stuzzicavano la sua vena sadica e vendicatrice, ma non erano a livelli da Mangiamorte ! Non gli facevano venir voglia di uccidere Potter e Black e gli altri due, non era mica uno psicopatico!

Così entrò in dormitorio, dopo una cena tardiva, dove Mulciber e Avery si stavano cambiando per la notte.

"Possiamo parlare?" chiese, serio, il tono urgente che tradisce comunque un certo nervosismo.

"Uh? Certo, Severus" Mulciber finì di infilarsi la maglia del pigiama e si accomodò sul suo letto a gambe incrociate. Avery gli si mise accanto subito dopo, e Severus si sedette, rigido, sul bordo del proprio letto, rivolto verso di loro.

"Cos'è successo?" gli chiese Avery.

Severus strinse appena le labbra, pensieroso.

"È solo… Vorrei parlare un attimo di casa Serpeverde".

"Casa Serpeverde?"

" Di come viene vista… Dagli altri".

" Ah " il viso di Mulciber si accigliò appena "Ascolta, Severus…" iniziò, un pelino incerto "Quello che agli altri non piace è che Serpverde ha un forte senso di… Comunità".

"Tutti pensano che siccome i Serpeverde sono ambiziosi, questo significa che ci mangeremo la testa a vicenda nella scalata verso il potere" intervenne Avery "E non è così. Noi abbiamo cura dei nostri".

"E… Tu-Sai-Chi?" aggiunse, in un sussurro, timoroso della risposta.

Mulciber e Avery si scambiarono un'occhiata incerta.

"Severus… Cosa sai del Signore Oscuro?" chiese infine Mulciber.

"Quello che dicono i giornali" rispose Severus, amareggiato, perché quello che dicevano i giornali non gli piaceva. Affatto.

Mulciber sospirò.

"Sono sicuro che tu ti sia fatto un'opinione precisa ma, Severus, la realtà non sempre è come sembra".

"Sta portando avanti una guerra contro Babbani e Sanguemarcio" sussurrò di nuovo Severus, stringendo i pugni sulle lenzuola.

"Quella è Bellatrix" mormorò Avery, ma Mulciber gli diede una gomitata fra le costole per interromperlo.

"Severus, guardami" gli disse infine, dopo che Avery aveva smesso di mugugnare per il dolore. Severus, riluttante, alzò lo sguardo "Io e Avery ci siamo mai comportati male con Lily?"

Ed è qui, il punto. Perché devono essere i fatti a parlare, e i fatti…

Severus scosse la testa, e Mulciber sorrise.

"Tu hai scelto Lily come amica. Non importa che sia una Sanguemarcio, così come non importa che sia una Grifondoro, no? Lei è tua . E tu sei dei nostri . È ovvio che sarà sempre ben voluta, a Serpeverde".

Severus sbatté le palpebre. Dovrebbe essere rassicurato, e invece era… Confuso.

"Anche il Signore Oscuro lo terrebbe in considerazione, Severus. Lui ha a cuore i suoi Mangiamorte".

Severus aprì la bocca, poi la richiuse. Gli sembrava di avere troppe domande e nessun modo di ottenere risposta…

Avery sbadigliò.

"Possiamo parlarne un'altra volta? Ho sonno".

Severus annuì appena, poi si alzò per cercare il proprio pigiama nel baule. Era tardi e sembrava che la questione non fosse affatto chiusa, e lui… Non sapeva cosa pensare.

Si infilò a letto, le luci vennero spente, eppure Severus non si addormentò, e rimase a fissare il soffitto del baldacchino per ore, fino a che la stanchezza non vinse sulle sue palpebre.

 

***

 

Mulciber scoprì che Macdonalds aveva fatto piangere Lily.

Era la prima volta che usava Sanguemarcio come insulto, e lo fece mentre difendeva la sua migliore amica. Si era impuntato: Lily era loro , e una piccola e petulante mezza strega non avrebbe dovuto cercare di mettersi in mezzo.

Severus non era presente allo scontro verbale ma, quando ne venne a conoscenza, sospirò e si coprì il viso con una mano. Sapeva già cosa l'avrebbe aspettato, e difatti una Lily furiosa si fece loro incontro in Sala Grande.

"Come hai osato!" sputò , rivolta a Mulciber, che la guardò perplessa. Lily aveva le guance rosse e un diavolo per capello e rimase rigida e eretta, fiera e orgogliosa di fronte al ragazzo che fino a poche ore prima considerava un suo amico.

Mulciber strinse le labbra.

"Lily, non avrebbe dovuto dirti certe cose" le rispose, calmo, poggiando le posate sul tavolo e girandosi con il busto verso di lei. Il silenzio sembrò scendere sul tavolo dei Serpeverde mentre tutti si girarono a fissarlo.

"E hai ben pensato di insultarla chiamandola Sanguemarcio ?!" incalzò Lily "Perché, secondo te io cosa sono? Non capisci che le hai semplicemente dato modo di confermare tutti i pregiudizi che già aveva su di voi?"

Mulciber abbassò lo sguardo, ma strinse anche i pugni.

"Sei mia amica, non volevo che fossi ferita" rispose ancora.

"Beh, complimenti! Ora sono sia ferita che non più tua amica!" esclamò Lily, alzando le braccia, esasperata "Mi state rendendo una paria all'interno della mia stessa casa" aggiunse, piano, quasi sottovoce rispetto alla scenata di pochi istanti prima "E questa cosa finisce qui, ora".

Lily se ne andò a grandi falcate e Severus era già in piedi, e le corse incontro dopo una breve occhiata a Mulciber. Il tavolo dei Serpeverde si era messo a confabulare e aveva fatto in tempo a sentire qualche "Sanguemarcio" borbottatto, e a vedere Avery che dava una pacca sulla spalla a Mulciber, ma Severus era già alle calcagna di Lily poco dopo.

"Lils" la chiamò, appena fuori dalla Sala Grande. Il suo cuore batteva all'impazzata - paura, paura che lei, che lei - ed è il terrore puro quello che Lily sicuramente vede nei suoi occhi non appena lui le afferrò un braccio. La risposta pungente morì sulle sue labbra a vederlo in quello stato, Severus ne era certo. Eppure, per questa volta, non gli importò se era la sua debolezza a salvarlo.

Non importa se lei lo vede debole, purché non se ne vada.

Purché non lo abbandoni.

Lily si lanciò un'occhiata attorno, nervosa, e poi lo trascinò prima in un corridoio e poi in un'alcova, dietro una statua, nascosti agli occhi degli altri.

"Lily, Mulciber ha fatto una sciocchezza, stavo cercando di spiegargli il perché quando sei arrivata, ma lui, lui… Voleva sinceramente proteggerti, lui…"

"Chiamando Mary una Sanguemarcio ?!" sibilò Lily, di nuovo arrabbiata.

Severus boccheggiò.

"Non è… Non è come pensi" le rispose, disperato, frugando disperatamente nel proprio cervello di modo da trovare il modo più efficace di comunicare il pensiero che si era fatto durante il loro primo anno. Lily mise le mani sui fianchi, in attesa.

"Mulciber, lui, loro…" iniziò, incespicando "Sono dei ragazzi ricchi e viziati, Lils, sono… l'equivalente di Potter e Black" Lily alzò un sopracciglio, sempre furiosa, e iniziò a battere un piede sul pavimento "Quello che voglio dire è che probabilmente hanno sentito in famiglia usare la parola come un insulto ma non sanno davvero cosa significa, voglio dire, per loro è un insulto e basta, no? Come quando io do a Potter dell'idiota, ecco…"

"Fammi il piacere" lo interruppe Lily, gelida "Visto che li hai tirati in ballo, Black è cresciuto fra i Serpeverde, e mai una volta ha chiamato me o Mary Sanguemarcio , neanche per sbaglio. Come fai a dire che gli è scappata ? Non ha sei anni, ne ha dodici! Non è scusato!"

Severus perse un battito e quasi incespicò nei suoi stessi piedi, pur essendo fermo. Ha capito che quella è una battaglia che perderà.

Però…

Non può perdere Lily per un errore di Mulciber, che diamine!

"Lily" aggiunse quindi, posandole le mani sulle spalle "Lily, sono il tuo migliore amico" sussurra, quasi disperato.

La furia di Lily evaporò in quell'istante. All'improvviso lei sembrò capire perché Severus sembrasse così disperato, tanto da essere incoerente.

Sospirò, poi lo abbracciò.

"Certo, Severus" gli disse, il volto affondato nel suo petto. Severus la strinse come se non volesse più lasciarla andare, e affondò il viso nei suoi capelli. Tremava, quasi; era il sollievo alle sue parole "Tu sei diverso. Non c'entri niente con l'idiozia di Mulciber".

Erano le parole più belle che Severus avesse mai sentito. E quell'abbraccio…

Merlino, ha sognato quell'abbraccio da anni.

Poi anche il loro momento si interruppe, quando sentirono dei passi avvicinarsi. Lily lo lasciò andare e gli sorrise, prima di uscire da dietro la statua e tornare verso la Sala Grande per il proprio pranzo.

Severus rimase ancora diversi minuti imbambolato a fissare il muro, il sollievo talmente invadente da essere paralizzante.

 

***

 

Lily mantenne fede alla parola data e non parlò più né a Mulciber né ad Avery, limitandosi ad ignorarli e andarsene via se loro provavano ad avvicinarsi. Severus rimase nervoso per almeno due settimane, barcamenandosi fra Lily e i due compagni di casa, fino a che non fu Mulciber a cercarlo, forse perché intuì i suoi pensieri e ebbe pietà di lui.

"Senti" esordì, facendosi cadere sul divano accanto a lui in Sala Comune "Non ce l'ho con te se continui a passare il tempo con Lily. So che lei è la tua migliore amica, va bene? E anche se adesso non ci parla, questo non cambia il fatto che Serpeverde si prenderà cura di lei fintantoché tu sceglierai di stare con lei".

"Cosa?" esclamò Severus, colto alla sprovvista.

Mulciber sorrise appena, amareggiato.

"Ho sbagliato e lei non accetta le mie scuse" continuò "Lo capisco. Ma non devi privarti della sua amicizia per un mio errore. Lei non ha fatto niente di sbagliato, sono stato io".

"... Oh " riuscì solo a commentare Severus, instupidito. Mulciber gli diede una pacca sulla spalla e si rialzò.

"Quindi smettila di andare in giro con la faccia di una cane bastonato, Severus. Sei sempre uno dei nostri e Lily è sempre la tua protetta".

Mulciber era quasi dall'altra parte della Sala Comune quando Severus si girò sul divano, si sporse dallo schienale e urlò un: "Grazie!" che fa girare parecchie teste verso di lui.

Mulciber si limitò a sorridere e alzare il pollice verso di lui.

Severus non riuscì a fare a meno di ricambiare il sorriso e ricominciò a vivere nella serenità.

 

***

 

Poi iniziarono i sussurri.

Qualche commento di qua, qualche frase di là. Non venivano dalla stessa persona, non era una voce unica. Ma si insinuavano nella mente di Severus, scavando dubbi fra le sue crepe di incertezza.

Era la casa Seperverde che dipingeva l'immagine di un Signore Oscuro molto diverso da quella che leggeva sui giornali.

Severus rimase in silenzio, e ascoltò. Non faceva domande dirette, perché aveva paura di sentire le risposte. Aveva paura di spezzare il delicato equilibrio che si era instaurato fra lui, Lily e Casa Serpeverde.

Eppure era sotto gli occhi di tutti.

Severus non aveva smesso di essere il beniamino di Lucius Malfoy fino a che lui non si era diplomato, e Lucius ne aveva tessuto le lodi a chiunque così tanto che aveva fatto sì che il professor Lumacorno lo invitasse nel suo club esclusivo. Anche Lily faceva parte del Lumaclub e nessuno, nessun Serpeverde la insultava o le parlava male.

La sua relazione con Lily era pubblica, sotto gli occhi di tutti, e nonostante ciò che dicevano a Grifondoro, Tassorosso e Corvonero, Severus continuava ad essere amato e rispettato nella sua Casa. E non nonostante la sua amicizia con una Sanguemarcio. Ciò che gli aveva promesso Mulciber si era rivelato vero: Lily è sua , quindi intoccabile. Nessun Serpeverde si azzarderebbe mai a insultarla, tantomeno farle del male. Se lo facessero Severus lo verrebbe a sapere subito e i colpevoli sarebbero punti, perché questo era il codice di condotta all'interno della Casa, no? C'era un reciproco rispetto fra di loro, quali che fossero le convinzioni e i condizionamenti esterni .

Lucius Malfoy avrà pure potuto vantarsi in Sala Comune di essere già stato al cospetto del Signore Oscuro molte volte, che sarà sicuramente scelto e che ricoprirà un ruolo di prestigio all'interno dei Mangiamorte, ma questo non significava che avrebbe torto un capello a Lily, nonostante lei sia una Sanguemarcio… Anzi. Anzi .

Lily non potrebbe essere più al sicuro di così. Non potrebbe essere più protetta di quanto non lo sia ora, grazie alla loro amicizia.

Era una regola non scritta ma fondamentale, impressa nel sangue di ogni Serpeverde.

E il suo aver preso le distanze da Mulciber e Avery le aveva giovato persino, alla fine. Vero, aveva perso due amici sinceri, ma aveva smesso di essere una paria in Grifondoro. Con una punta di amarezza, Severus rifletté, anche grazie all'ossessione che Potter aveva per lei.

Le sue amiche e soprattutto Macdonald mal sopportavano che Severus fosse ancora nella sua vita, questo lui lo sapeva, ma Lily aveva reso ben chiaro a tutti che lei non rinuncerà al suo migliore amico - e la cosa lo riempie di soddisfazione e orgoglio e battiti accelerati e farfalle nello stomaco - e che tutti devono farselo star bene, così la maggior parte di loro ingoiava il rospo. Tranne Potter e la sua banda ma, beh, era inevitabile, no?

Severus odiava Potter, lo odiava davvero ancor di più perché la pubertà sembra che lo abbia attraversando senza sforzo solo per modellare un ragazzo perfetto che stava già iniziando a spezzare qualche cuore a nemmeno quattordici anni, mentre lui si sentiva sempre goffo e impacciato e malatticcio e con la voce strana e… Ma Lily studiava tutti i pomeriggi con lui , non con Potter, e di questo Severus ne era neanche troppo segretamente contento e soddisfatto, quindi ignorò la sua brillante carriera nel Quidditch così come cercava di ignorare dispetti e prese in giro da parte dei Malandrini per concentrarsi solo sui suoi amici.

Più difficile da ignorare, invece, era la rivalità acida fra Mulciber e Macdonald - perché, Severus lo sapeva, ora che lui non aveva più niente da perdere il suono della parola Sanguesporco è diventato come una caramella leziosa sulle sue labbra, e Mulciber ne faceva un grande uso per vendicarsi della ragazzina che aveva messo fine all'amicizia fra lui e Lily. Non poteva biasimarlo, ma era sempre nervoso dopo uno dei loro scontri, e Lily era sempre cupa quando lo incontrava subito dopo.

Eppure non ne parlava, e Severus ringraziava Salazar per quella benedizione insperata.

Una sola volta Lily gli aveva detto, in un sussurro rigido: "Le ho detto che tu sei diverso, Sev" e quella frase era un talismano che portava nel cuore ogni volta che pensava che Mulciber avesse esagerato.

Quindi l'unico motivo di dubbio, le uniche incertezze che scavavano in lui, erano quei sussurri spezzati che coglieva in Sala Comune, quelle lodi stucchevoli che sapevano di ragionevolezza moderata ogni volta che un suo compagno parlava del Signore Oscuro. Anche Mulciber e Avery avevano iniziato a parlarne, in dormitorio, e ormai non erano più solo i segreti di qualche ragazzo più grande, facili da ignorare. Severus osservava i due compagni, ma non commentava mai.

Non chiedeva.

Vuole che l'ignoranza lo protegga, anche se il dubbio lo stava logorando, e il ritorno a casa dopo il quarto anno rappresentò un balsamo di freschezza e pace nel suo cervello che reclamava risposte.

Era estate, le cicale frinivano sugli alberi, probabilmente non sarebbe stato costretto a stare in casa più del necessario e poteva quindi concentrarsi solo su ciò che conta davvero: Lily.

Le giornate passate al fiume, piene di risate ed esperimenti e congetture e pettegolezzi, furono forse l'ultimo periodo spensierato della sua vita. Con uno strano senso di presagio nefasto, Severus ci si aggrappò con tutto se stesso.

 

***

 

"Sarò sincero con te, Severus"

Mulciber gli si era avvicinato in uno dei rari pomeriggi in cui è solo - perché Lily abbia voluto seguire quella porcheria di corso che è Divinazione è, per lui, un mistero - e si fece cadere pesantemente sull'erba accanto a lui, all'ombra del salice in riva al lago, che era uno dei suoi posti preferiti in tutta Hogwarts. Erano i primi di settembre e faceva ancora abbastanza caldo per poter stare nel parco senza mantello.

Mulciber si afferrò le ginocchia e ci poggiò il mento sopra, pensieroso, osservando il lago.

"In merito a cosa?" chiese Severus, colto di sorpresa. Era abituato a un Mulciber irriverente, sarcastico e ironico, sottilmente crudele a dirla tutta, e quest'espressione così seria stonava troppo sul suo viso, tanto da mandarlo in panico.

"Questo è l'anno dei G.U.F.O." rispose Mulciber "Dove verrà deciso il nostro futuro… Il primo passo, diciamo. Severus, so che tu ascolti e non chiedi" aggiunse, girandosi finalmente a guardarlo. Severus deglutì "Ma ti dirò come funziona il mondo, il nostro mondo, Severus. Nel caso in cui tu non te ne sia già accorto".

Era ancora mortalmente serio, e Severus chiuse il libro che stava leggendo e lo poggiò sul prato accanto a lui.

Ecco, dunque. Il momento della verità. Le rispose che non voleva sentire.

Le crepe di incertezza che vibravano perché, lo sapeva, lo sapevano tutti, Severus non era stupido.

"Questo non è un mondo giusto, Severus" iniziò quindi "Tu sei un mago brillante. È evidente, i professori tessono le tue lodi, in Serpeverde sei stimato e a ragione. Ma se tu volessi giocare rispettando le regole , Severus, te lo dico: non diventeresti nessuno, fuori di qui".

"In che senso?"

Non che Severus abbia una chiara idea su cosa voglia dal proprio futuro, ad ogni modo. Al terzo anno aveva scelto le materie che più lo affascinavano dalla breve descrizione delle stesse, ma non aveva in mente una carriera precisa. Si era in qualche modo adagiato sul fatto che ora debba concentrarsi sui suoi G.U.F.O., e che avrà tutto il prossimo anno per pensarci prima di mettersi sotto con i M.A.G.O..

"... Conosco un segreto" rispose infine Mulciber, sussurrando appena e guardandosi intorno, furtivo, per accertarsi che nessuno lo senta. Per sicurezza impose anche un lieve incantesimo di riservatezza "Un segreto che riguarda il Signore Oscuro".

Severus sente un groppo salirgli in gola. Non voleva sentire, non voleva ascoltare, eppure… Eppure era inevitabile.

"Tu e lui siete più simili di quello che credete" continuò Mulciber, guardando di nuovo verso il lago "Papà, e chi è della vecchia guardia , vorrebbero insabbiare la cosa… Sai, per l'immagine che il Signore Oscuro si sta costruendo nei confronti del nemico, ma qualcosina ho colto. Non so esattamente quale sia il suo passato: so solo che, prima che Lui ritrovasse le proprie origini in Salzar Serpeverde, era ritenuto per qualche motivo un Sanguemarcio…"

" Cosa?! " esclamò Severus, colto alla sprovvista. Mulciber lo ignorò.

"Era comunque lo studente più brillante che Hogwarts abbia mai avuto… Dopo Silente, quantomeno. Si è diplomato con il massimo dei voti in tutti e dodici i M.A.G.O…." Mulciber tornò a guardarlo negli occhi, sempre mortalmente serio "Sai dove i suoi M.A.G.O. l'hanno portato?"

Severus scosse la testa, e Mulciber strinse le labbra.

"A diventare il commesso di un negozio".

" Cosa?!" esclamò ancora Severus, colto totalmente alla sprovvista. Un mago con dodici M.A.G.O con votazione massima a fare il commesso…?!

"Sembra una bugia, vero?" commentò Mulciber, amaro e sarcastico "Eppure è vero. La società magica… Lo ha lasciato indietro, semplicemente perché non faceva parte di una famiglia ricca o quantomeno Purosangue. Anche l'ultimo di noi, anche un Weasley , per diamine, basta che usi il suo nome e ottiene un incarico al Ministero della Magia. Tutti gli altri… Non hanno possibilità".

Severus era ancora a bocca aperta, scioccato. Mulciber gli mise una mano sulla spalla e lo fissò intensamente negli occhi, cercando di comunicare qualcosa di fondamentale.

"È per questo che quando è salito al potere il Signore Oscuro ha instillato il codice di condotta in tutti noi, Severus. È per questo che casa Serpeverde protegge se stessa. Lui era potente, Severus, molto più potente di qualsiasi altro mago Purosangue noto; forse persino più di Silente. E sì, ha esplorato le arti oscure, chi non lo farebbe, con in dono un potere come quello? E sarebbe potuto tornare dai suoi vecchi compagni e distruggerli, Severus… Avrebbe potuto attuare la sua vendetta nei confronti di chi l'ha lasciato andare, di chi non gli ha dato un'occasione. Invece è stato magnanimo, e ha dato loro una visione . Certo, inizialmente ha dovuto dimostrare il suo potere. E a chi ancora non era convinto, ha sbattuto in faccia il peso della propria eredità ritrovata: i Serpeverde dovevano seguire il diretto discendente di Salazar, no? Ma lui non ha dimenticato, Severus. Sa cosa significa un talento sprecato, sa cosa significa crescere ai margini della società. Ha promesso al mondo magico, a noi , che nessuno sarebbe stato discriminato per le sue origini, ma che chiunque avrebbe avuto modo di dimostrare il proprio talento e di crescere sotto la sua ala. Unirsi a lui non significa unirsi solo a una causa… Significa trovare una famiglia. Significa sapere che non verrai mai tradito, Severus".

Severus deglutì. Le parole di Mulciber si erano instillate in lui, sconvolgendolo con il dubbio. Tutto ciò che aveva sentito in questi anni… Tutti i sussurri spezzati in Sala Comune, e l'orgoglio con cui Serpeverde sembrava parlare del Signore Oscuro…

"Pensa a Lily" sussurrò infine Severus, e quello ebbe il potere di stordirlo. Lily… Lily?

Mulciber gli tolse la mano dalla spalla, e tornò a fissare il lago.

"Quale pensi che sarà la sua strada dopo Hogwarts?" gli chiese Mulciber "È una strega brillante, molto brillante. Ma soffrirà il destino delle regole del mondo magico: non le basterà avere i meriti , fintantoché non avrà un cognome . Sai che sto dicendo la verità, Severus… Sei intelligente. Abbiamo studiato un sacco di maghi e streghe famose in questi anni: quanti degli inventori di incantesimi e pozioni erano nati babbani? I testi ora non lo dicono esplicitamente , nella maggior parte dei casi - presumo direttive del preside Silente, che si veste di una patina falsissima di parità e giustizia - ma i cognomi non mentono, sono sempre quelli, Severus. Ti sei mai chiesto il perché ? Davvero pensi che tutti i Sanguemarcio siano idioti?"

Severus si voltò a fissare il lago a sua volta, il viso affondato nelle mani, la bocca nascosta ma aperta in un grido muto di terrore. Cercò nella sua mente, nella sua brillante e vasta mente, passando in rassegna in pochi secondi tutti i maghi e le streghe famose che avevano studiato nel corso degli anni, eppure…

Eppure era vero.

Si rese conto con un moto di panico che Mulciber stava dicendo la verità .

Mulciber fece il solito sorrisetto da schiaffi, ora.

"È l'unica via d'uscita, Severus" gli disse "Non credere a tutto ciò che dicono i giornali… Sono certo che il Signore Oscuro crederebbe in te . E in Lily. Lui sa cosa significhi crescere fuori dalle regole. È merito suo se casa Serpeverde oggi è quella che è. È merito suo se un Malfoy tratta con rispetto e alla pari sia me che te; se ho potuto esserti amico senza pregiudizi, Severus, lo devo a lui. Pensaci" concluse infine, sporgendosi verso di lui e costringendolo di nuovo a guardarlo "Ho saputo che a Natale terrà una… Riunione, per incontrare i nuovi pupilli della sua Casa. Sono solo voci, non so dove né quando… Ma pensaci. Potrei fare in modo di essere invitati, e potremmo essere i più giovani a sedere alla sua tavola. Pensaci…"

Severus, gli occhi ancora sgranati, mortalmente confuso, annuì.

Mulciber sorrise, quindi, di un sorriso enorme e sincero, e gli diede l'ennesima pacca sulla spalla prima di alzarsi e allontanarsi, lasciandolo lì, solo con i propri pensieri.

 

***

 

E la cosa terribile era che Severus era troppo intelligente; che era uno studioso, e che cercava le fonti delle sue informazioni con diligenza e precisione.

La cosa terribile era che Severus aveva iniziato a passare i pomeriggi in biblioteca, alla ricerca di un mago o una strega famosi che avessero origini Babbane.

E non ne aveva trovati.

O, certo, qualcuno c'era, indubbio. Alcuni autori ammettevano, quasi esitando, che il grande inventore era di umili origini , senza mai esplicitamente parlare di Babbani, girando attorno alla questione. Ma il motivo per il quale queste persone venivano portate alla ribalta, le loro invenzioni celebrate e prese sul serio, era sempre perché ormai il soggetto aveva contratto matrimonio all'interno di una famiglia Purosangue, rinunciando al proprio cognome per essere ammesso nell'elite del mondo magico.

Severus iniziò a studiare la genealogia delle famiglie magiche, quindi. Perse intere nottate nella sua ricerca, sonno e vista che si consumava mentre tratteggiava un quadro ben preciso dell'altra società magica del Regno Unito, sottolineando cognomi ormai estinti in favore di una discendenza patrilineare, e l'aggrapparsi disperato delle Sacre Ventotto al proprio albero genealogico, nel timore di essere cancellate e di andare incontro alla rovina della dinastia.

Oh, non tutti erano Purosangue così estremisti, ovviamente. Un esterno poteva contrarre matrimonio all'interno di una famiglia Purosangue e venire accettato come tale nelle fasce più tolleranti della popolazione. Ma era sempre il Sanguemarcio o il Mezzosangue con il cognome sbagliato a dover rinunciare alla propria identità, a prescindere dal sesso, per essere riconosciuto come membro effettivo della società.

Per essere ascoltato.

"È per questo che il Signore Oscuro si è scelto un nome senza cognome" gli sembrava di sentire il sussurro di Mulciber, mellifluo, in una delle innumerevoli volte in cui avevano parlato ancora "Lord Voldemort. Dimostra che non ha bisogno di affidarsi a una Famiglia, perché basta il suo potere affinché venga riconosciuto".

Più Severus sfogliava libri, più i suoi pugni si stringevano sulle pagine, facendogli impallidire le nocche. Più la verità si infilava nella sua testa, più lui riusciva a guardare il mondo fuori dal castello con occhi nuovi.

Sentiva il disgusto dell'ipocrisia della gente, di Silente, corrodergli le vene.

"Pensi che il preside sia immune a questi schemi, Severus? Lui è il primo Purosangue. Ha giocato seguendo le regole, e ha aspettato anni prima di dare la caccia a Grindelwald; anni in cui maghi e babbani sono morti a centinaia. Anni necessari affinché la sconfitta di Grindelwald gli portasse il successo necessario. Lui ha usurpato la discendenza di Merlino, è salito al potere nella più alta carica del Wizengamot. Fa tanto l'eroe buono, il martire che non accetta l'incarico di Ministro della Magia, ma io ti dirò la verità ora, Severus: il ministro non è che un burattino, una farsa. Il vero potere lo si ha con il Voto, e ora Silente dirige tutta la macchina che fa sì che uno lo possa usare. Se non è fame di potere questa, io non so che cosa sia".

Severus tremava, mentre concludeva la sua ricerca, mentre le crepe dentro di lui si spezzavano e il marcio del mondo si spalancava ai suoi occhi.

Non esisteva una vera scelta.

Severus era ora costretto a guardare in faccia al proprio futuro e a considerare con quali regole giocare.

Per lui.

E non era pura ambizione, oh no. Non era neanche il bruciante senso di ingiustizia.

I suoi occhi che la cercavano, fra la folla.

Sapeva che il Signore Oscuro ricercava e premiava i talenti. Sapeva che Casa Serpeverde era unita sotto la sua ala. E sapeva anche quali follie si compiano in suo nome.

Per Lily.

Severus doveva fare in modo di proteggerla.

 

***

 

Aveva provato a parlarne con lei.

No, non dell'idea di diventare un Mangiamorte… Non era stupido fino a questo punto.

Aveva provato a parlare con lei di come funzionava la società magica attuale.

Non c'era peggior sordo di chi non voleva sentire.

Lily prima aveva riso. "Sciocchezze", gli rispondeva ogni volta.

Peró il suo sguardo si incupiva un po' ogni volta.

"Severus, basta" mormorò alla fine, decisa. Mancavano due giorni alle vacanze di Natale.

Mancavano due giorni al suo incontro con il Signore Oscuro, che Mulciber aveva organizzato per lui.

Severus scosse la testa, amareggiato.

"Per come la vedo io, Lily, abbiamo due sole vie d'uscita" sussurrò, continuando a camminarle accanto, diretti in Sala Grande.

Lily sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

"Lo so, lo so… Sposare qualcuno di Purosangue?" ribatté, sarcastica. Non che lui l'abbia esplicitamente detto e, Salzar, non vuole che Lily pensi che quella sia una possibilità. Nondimeno era vero "Aspetta… Due?" aggiunse poi lei, fermandosi e trattenendolo per un braccio. Si era fatta seria e la tempesta era in arrivo dietro i suoi grandi occhi verdi.

Severus scosse la testa e abbassò lo sguardo, liberando il braccio dalla sua presa per continuare a camminare. I battiti del suo cuore gli assordarono le orecchie e, lui lo sapeva, sarebbe potuto finire tutto in quell'istante.

"Severus" lo richiamò piano Lily, una leggera nota di panico nella voce.

Severus non rispose, ma chiuse gli occhi e continuò ad avanzare. Lily lo raggiunse poco dopo, ed era di nuovo in silenzio.

Ancora accanto a lui.

Severus esalò un tremulo sospiro il più silenziosamente possibile e continuò a camminare, senza avere il coraggio di osservare la sua espressione.

 

***

 

Il Signore Oscuro era un uomo alto e affascinante, i capelli scuri e mossi e il volto che denotava una natura non totalmente umana - pallido, con due occhiaie profonde come lividi viola e occhi di un verde malsano, quasi veleno -. Sembrava innaturalmente giovane e li accolse nel maniero dei Lestrange con un sorriso affabile e complimenti leziosi.

Il ricevimento era organizzato nella perfetta maniera Purosangue e piccoli capannelli di persone sussurravano fra loro, chi vicino all'enorme buffet e chi vicino al camino, mentre Elfi Domestici passavano fra le persone offrendo calici di Vino Elfico.

Severus si passò un dito fra il collo e la cravatta, a disagio nella sua divisa Serpeverde di seconda mano: era stata una richiesta del Signore Oscuro, che voleva tutti gli studenti distinguibili dagli adulti.

Lucius Malfoy lo trovò in mezzo alla folla e gli si avvicinò con un sorriso enorme, posandogli una mano sulla spalla e iniziando a chiacchierare con lui, chiedendogli della scuola e dei G.U.F.O.. Severus rispose, cortese, e si complimentò con lui per il suo recente matrimonio, cosa che avviò Lucius nel parlare della sua signora, Narcissa, con un affetto smisurato e gli occhi lucidi di emozione. Infine, finiti i convenevoli, Lucius lo strinse a sé e lo fece passare in mezzo alla folla.

"Ho parlato al Signore Oscuro molto bene di te, Severus" gli confidò Lucius "E lui mi sembra molto interessato a conoscerti".

Severus deglutì, mentre l'ansia ritornò prepotente, ma non vuoleva fare brutta figura con il mago più potente del mondo magico, quindi si costrinse a camminare e sorridere, ringraziando. Arrivarono al cospetto di Lord Voldemort e lui si svincolò elegantemente da una conversazione con il padrone di casa, Rodolphus Lestrange, e portò l'attenzione su di lui.

"Ah, sì, Lucius. Immagino che questo sia il pupillo di cui tanto mi hai parlato".

C'era qualcosa di leggermente sibilante nella melodia della sua voce, e Severus chinò il capo verso di lui.

"Sono molto onorato, mio Signore".

Lord Voldemort sorrise.

"Bene, bene… Giovanotto, ti andrebbe di fare un giro nel parco? I Lestrange tengono con particolare cura i loro giardini. Certo, non troveremo pavoni come da te, Lucius! Ma nondimeno la vista è spettacolare".

Qualcuno ridacchiò, Severus annuì, e la mano di Lucius venne sostituita da quella di Lord Voldemort sulla sua spalla. I due camminarono in silenzio per alcuni istanti, uscendo dalle ampie vetrate, protetti da un ben congegnato incantesimo riscaldante mentre passeggiavano nel parco, che era un'esplosione di colori e piante e fiori in piena fioritura.

"I Babbani devono rinchiudere le loro piante in una serra per ottenere questo effetto in pieno inverno… Non è affascinante cosa può permettere di creare la magia?"

"Sì, Signore" risponse Severus, nervoso.

Lord Voldemort si girò quindi a guardarlo, sempre sorridendo affabilmente.

"Severus Piton" disse il suo nome accarezzando ogni sillaba, ogni S lievemente arrotondata sulla sua lingua "Ho sentito grandi cose di te".

"E io ho sentito grandi cose di lei, mio Signore".

Lord Voldemort spalancò appena gli occhi, poi ridacchiò leggermente.

"Ma certo! Ma certo" rispose "Posso sapere quali? No, non parlare… Fammi vedere ".

Non c'era niente che Severus potesse fare, perché non appena i loro occhi si incrociarono il mondo si interruppe.

Lord Voldemort cadde, cadde dentro i suoi ricordi e l'esperienza fu così folle, il vorticare così caotico, che Severus barcollò appena, sorretto solo dalla stretta del Signore Oscuro.

Era tutto troppo confuso e veloce per capire cosa stava succedendo. Lord Voldemort scavò dentro di lui con l'esperienza di decenni e lo lasciò senza fiato - sapeva, lo sapeva che lui era il più grande Legilimens della storia, che era in grado di guardarti dentro senza neppure usare la bacchetta, eppure fra il saperlo e il provarlo c'era un abisso.

"Vedo, mio caro" commentò infine Lord Voldemort, lasciando la presa sui suoi ricordi e liberandolo dalla sua morsa "È indubbiamente un modo di comunicare utile questo, sì sì. Si scoprono tante cose. Eppure mi chiedo, dovrei consigliarti di studiare Occlumanzia? La nostra mente dovrebbe essere un tempio sacro, dopotutto, e io so che tu hai il talento necessario. Anche la fazione di Silente non esita a utilizzare certi trucchetti e sarebbe molto… Spiacevole, sai, se il preside venisse a sapere del nostro incontro in un modo così poco elegante. Non che possa farci molto" ridacchiò infine Lord Voldemort "Non può certo ammettere di aver violato la mente dei suoi preziosi studenti, e il castello qui è ben protetto. Ecco perché è così facile prendermi gioco di lui: non riesce mai a rinunciare alla sua patina di moralità apparente. Ma vieni, Severus: parliamo".

Lord Voldemort lo portò alla panchina più vicina e lo fece accomodare accanto a lui. Severus era ancora stordito dall'intrusione; stava cercando di combattere la nausea mentre si sforzava di tenere il filo di ciò che il Signore Oscuro stava dicendo.

"Ho visto ciò che si cela nel tuo animo, Severus Piton. Ciò che ti spinge verso di me e ciò che ti allontana. Sono qui quindi per rassicurarti" gli posò una mano sul ginocchio, sempre sorridendo "Ciò che il tuo amico Mulciber ti ha detto è vero, dalla prima all'ultima sillaba. Non ha mai saputo i dettagli e quindi ho intenzione di rivelarteli, giovane amico, se prometti di mantenere il segreto" Severus annuì: cos'altro potrebbe fare? Inoltre era affascinato dalle sue parole. Lord Voldemort sembrava avere il potere di incantarlo con un solo sguardo "Sono cresciuto in un orfanotrofio Babbano. Ebbene sì! Ero ignaro delle mie stesse origini. E ho vissuto sulla mia pelle la discriminazione che questo comporta. Non temere per la tua amica, Severus! Mulciber ha ragione ancora una volta: lei è una tua protetta, e casa Serpeverde non le farà del male. Colpiamo solo chi ci attacca e, se dobbiamo mandare un messaggio preciso, scegliamo con cura le nostre vittime. Sei più tranquillo, ora, Severus?"

"S-sì" riuscì a balbettare Severus, annuendo. Lord Voldemort strinse appena la presa sul suo ginocchio.

"Ottimo. Ho anche visto che hai cercato con dovizia e impegno le conferme alle parole di Mulciber: bravo, mi piace che i miei Mangiamorte siano intraprendenti. Noi siamo una squadra, una grande Famiglia, e non solo un esercito. E hai constatato con i tuoi occhi che ciò che ha detto era vero".

"Sì, Signore" mormorò Severus, stringendo le labbra e abbassando lo sguardo. Lord Voldemort gli tolse la mano dal ginocchio e, con un dito, gli alzò il mento per costringerlo a guardarlo di nuovo negli occhi. Erano vicini, e Severus si sentì turbato da quel verde acceso nelle sue iridi.

Verde veleno.

"Sotto la mia ala nessuno ti giudicherà per il tuo cognome, Severus. Solo per il tuo talento. E io ho visto, oh sì, ho visto che hai talento da vendere. Questo varrebbe, ovviamente, anche per la tua amica Lily".

Severus deglutì di nuovo, il battito che aveva iniziato ad accelerare, la paura che si trasformava in speranza…

Lord Voldemort lo lasció andare, scostandosi da lui e sorridendo di nuovo.

"Pensaci, Severus. Va bene? Dopo il diploma, fra due anni, torna da me. Sarò fiero di accoglierti nelle mie fila".

Severus annuì ancora, cercando di tenere sotto controllo le proprie emozioni, e Lord Voldemort si alzò in piedi e allungò una mano verso di lui.

"Torniamo alla meravigliosa festa, ti va?"

Severus gli prese la mano e Voldemort lo tirò in piedi con uno strattone, tanto da farlo inciampare e cadere addosso a lui. Per istinto Severus aveva alzato la mano libera e si ritrovò a stringere la stoffa della sua veste ad altezza del petto. Il terrore lo pervase, ma Lord Voldemort scoppiò a ridere - una nota di crudeltà - e lo strinse in un abbraccio che gli ricordò la stretta delle spire di un serpente. Poi lo lasciò andare, e Severus fu di nuovo libero dalla sua morsa.

Lord Voldemort sorrideva, la bocca contratta in modo troppo ampio e quasi doloroso, mentre i lividi sopra i suoi zigomi promettevano incubi nella notte e il veleno dei suoi occhi parlava di infiniti Avada Kedavra lanciati.

Per un istante, Severus ebbe paura; un terrore irrazionale che nasceva dalle viscere e lo inchiodava al pavimento.

Infine Lord Voldemort si girò, dandogli le spalle, e insieme tornarono nel castello dei Lestrange, dove gli altri Mangiamorte e futuri tali li attendevano.

 

***

 

Aveva iniziato a studiare Occlumanzia.

Non perché glielo aveva suggerito il Signore Oscuro, o meglio non solo, ma perché non aveva alcuna intenzione di sentirsi di nuovo così impreparato la prossima volta.

La prossima volta.

Lily aveva osservato i libri, l'espressione leggermente cupa e indecifrabile per alcuni istanti, poi aveva commentato che non era male imparare a proteggere la propria mente, e aveva chiesto se potevano esercitarsi insieme.

"Certo", aveva risposto Severus. Poi aveva fatto sparire i libri per un po' e, quando era con lei, si dedicava all'ideazione e al perfezionamento di alcuni incantesimi, scribacchiando ai margini del suo libro di Pozioni.

C'erano cose che semplicemente lei non poteva sapere.

E no, non si trattava solo del suo incontro con il Signore Oscuro. Anzi. Forse quello avrebbe voluto condividerlo, prima o poi, per poterla scuotere, per riuscire a farle comprendere la verità del loro mondo imperfetto.

No, erano altre le cose che non poteva condividere.

Erano i sogni che lo tormentavano ogni notte, quel desiderio bruciante di toccarla, quella necessità viscerale di cadere sulle sue labbra. Il volerla stringere, il volerla baciare. Il volerla spogliare, a volte piano per adorare ogni centimetro della sua pelle, a volte con così tanta urgenza dal strapparle i vestiti. Il suo volerla avere.

Sua.

Eppure Severus si limitava a sognare, e a godere di lei per quanto lei lo consentisse, insieme in quei pomeriggi rubati al mondo, chini sui libri così vicini quasi da sfiorarsi, il cuore che martellava in gola e le guance rosse di desiderio inespresso, che Lily sembrava non capire - o volutamente ignorare.

Timido, Severus. Era troppo timido, e non abbastanza, e lei… Lei…

Lei non avrebbe accettato il suo corteggiamento finché lui non fosse riuscito a spalancarle gli occhi sulla realtà dei fatti.

Aspettava, Severus. Aspettava come aveva fatto per i primi quattro anni, timoroso di esternare troppo le proprie convinzioni dopo il suo rifiuto netto di ascoltare; convinto che ci fosse un modo di preservare questo equilibrio semplicemente non parlando, non chiedendo, nascondendosi sotto ai tappeti e ignorando le prime crepe che erano sorte fra loro dall'inizio di quell'anno. E anche Lily sembrava pensarla così.

Dopo quel giorno, poco prima di Natale, non aveva più chiesto quale fosse la seconda via d'uscita.

Si concentravano su altro, studio e compiti e creazione di incantesimi e G.U.F.O. imminenti e… Teorie strampalate.

L'ultima, che li aveva portati quasi a litigare, riguardava Remus Lupin. Severus aveva tenuto conto delle sue visite in infermeria degli ultimi mesi - era disperato, voleva trovare qualcosa che li distraesse dagli argomenti che non voleva affrontare - e aveva esposto la sua teoria a una Lily Evans che appariva minuto dopo minuto sempre più scocciata.

"Non capisco perché ti fissi. Anche se fosse vero, non vuol dire niente".

"È pericoloso, Lily. Diamine, dorme nel tuo dormitorio! Non esiste modo di…!"

Ma Lily a quel punto si era alzata in piedi, piccata, rovesciando a terra il libro di Incantesimi Avanzati che teneva in grembo.

Severus si era subito zittito.

Non voleva litigare con lei, e ultimamente i loro pomeriggi erano già tesi dai casini che stavano combinando Mulciber e Macdonald bacchettandosi fra loro.

"Silente non lo permetterebbe mai!" urlò Lily.

Severus si alzò in piedi di fronte a lei e le mise le mani sulle spalle. Era contrito.

"Hai ragione. Scusa".

Lily sospirò, esasperata. Infine lo strinse per alcuni istanti, veloce.

Giusto il tempo perché il suo cuore impazzisse più del solito.

"Non so cosa ti prenda, Severus. Non voglio litigare. Remus è mio amico".

"Hai ragione" mormorò Severus piano, nei suoi capelli, prima che Lily si allontanasse da lui.

"Oggi non è giornata" sentenziò "Ci vediamo domani" prese la sua cartella e marciò fuori dal loro salottino, lasciandolo solo.

Solo, ad osservare una porta di legno chiusa con forza.

 

***

 

La verità era che le crepe nel suo rapporto con Lily si stavano frantumando in massi sempre più grossi e friabili.

Macigni che rotolavano fra loro, privandoli a poco a poco del legame speciale che avevano avuto sin dal primo istante.

E Severus era troppo testardo, troppo codardo , per accorgersene e correre ai ripari. Era ancora convinto che Lily avrebbe spalancato gli occhi, un giorno. Che avrebbe visto il mondo pieno di marciume e ipocrisia che li circondava.

Che sarebbe stata pronta per parlare della seconda via d'uscita.

Le giornate si erano allungate e Potter e la sua banda stavano alzando sempre più il tiro nel tormentarlo. Severus stringeva i denti e i pugni e cercava di avanzare a testa alta, ma ormai lo stavano facendo uscire dalla grazia di dio, mandandolo ai matti.

Avevano iniziato a usare i suoi incantesimi contro di lui.

E Lily non faceva altro che parlare di portare pazienza e tollerarli. Non riusciva a sopportarlo, non da lei .

La gelosia corrodeva ogni minuto che passavano insieme ed esplodeva nel momento in cui Potter si parava sulla sua strada, lui e il suo sorriso strafottente e crudele . E non ne aveva motivo, no, Severus razionalmente lo sapeva: Lily non aveva mai degnato più di uno sguardo disgustato Potter, nonostante il suo insistente corteggiamento, ma non razionalmente … Era consapevole del proprio aspetto a confronto di quello di Potter, sì. E non sarebbe necessariamente bastato quello ad acuire il suo odio: Lily aveva reso ben chiaro i propri sentimenti verso i Malandrini, del gruppo era amica solo di Lupin che lui sapesse, mal sopportava Potter e non era una ragazza superficiale che badava solo all'aspetto fisico, questo lo sapeva.

Ma erano i macigni, le briciole del loro rapporto che si sgretolava sotto le sue dita a renderlo così insicuro, e la gelosia corrodeva la sua anima con il marciume, rendendolo crudele al pari di quel pallone gonfiato di Potter.

Quando si trovava al cospetto della banda o di uno di loro, la razionalità andava a farsi benedire in favore di una rabbia schiumosa che perdurava per ore persino dopo il loro passaggio. Fu per quello che quando Black lo stuzzicò con il segreto del Platano Picchiatore non riuscì a vedere l'evidente trappola dietro i suoi occhi accesi di divertimento e presa in giro.

O, forse, era ancora quel piccolo seme di speranza nato durante il primo anno; la sottile voce della ragione che gli suggeriva che Potter i suoi erano sì dei bulli idioti, ma non pericolosi. Non avrebbero mai cercato di ucciderlo, giusto?

E forse solo Potter condivideva con lui quel pensiero perché - quale ironia! - la sua espressione di terrore nel trovarselo davanti alla fine del tunnel del Platano Picchiatore fu impagabile, e per questo ancora di più terrorizzante.

Severus fece in tempo a sentire il grugnito oscuro del Lupo, i suoi artigli contro il legno marcio e scricchiolante, che Potter gli fu addosso, a spingerlo indietro.

"Sei pazzo?!" gli sussurrò all'orecchio, mentre ignorava la sua bacchetta premuta fra di loro, contro la sue costole, e lo sollevava di peso per costringerlo ad arretrare.

Era come essere in un incubo.

Sopra la spalla di Potter, Severus fece in tempo a vedere il muso del Lupo emergere da una porta, prima che altri rumori - uno squittio e un ringhio più profondo - distrassero il Mostro abbastanza da distogliere la sua attenzione da lui e dalla schiena di Potter. Severus sentì un rumore e poi vide il Lupo scomparire, come tirato all'indietro da una fune invisibile.

Avevo ragione , riuscì a pensare Severus, è un Lupo Mannaro.

Poi le urla di Potter raggiunsero le sue orecchie. Severus tornò alla realtà con un sussulto e si accorse di essere ancora fra le sue braccia, malamente incastrato in quel tunnel dal soffitto troppo stretto mentre Potter premeva contro di lui e cercava di avanzare contro la sua resistenza.

Di farlo uscire .

Severus si svincolò dalla sua presa e si girò, pronto a mettere le ali ai piedi con Potter al seguito. Lontano dal Mostro… Lontano dalla tana del Lupo.

Ovviamente Silente venne allertato subito dopo l'incidente.

Severus, ripresosi dallo spavento, stava facendo i conti con l'amara realtà dei fatti che Black aveva veramente tentato di ammazzarlo . Teneva lo sguardo su Potter, ascoltando le sue bugie con la bocca spalancata, incredulo di come lui si stesse dipingendo come un eroe agli occhi di un serio e terribile Silente.

"... E, E poi ho sentito che qualcuno aveva scoperto il punto debole del Platano in Sala Comune, sa, e siccome sono uno dei migliori amici di Remus avevo paura che qualcuno potesse testare la teoria! È successo stasera, non c'è stato tempo di avvertire nessuno! Sono uscito, da solo, e, e, e sono andato a controllare il Platano, e ho visto Mocc… Voglio dire Piton… Andare verso il Platano e, e, e non potevo permettere che venisse morso o peggio… !"

Severus si sforzò di chiudere la bocca, stringendo i denti fra loro. L'incredulità lasció il posto alla furia cieca.

"È stato Balck a dirmelo" sibilò fra i denti, interrompendo la manfrina di Potter e guardandolo negli occhi con odio "Mi ha sfidato lui ad andare stanotte nel parco a provare che quello che diceva era vero!"

Potter ammutolì, poi lo fissò intensamente per alcuni istanti. Infine si girò di nuovo verso il preside.

"Sono stato io" disse infine "L'ho detto io a… Piton. Poi mi sono pentito e sono andato a salvarlo prima che facesse qualcosa di stupido".

" Bugie! " esclamò Severus, indignato "Stai solo cercando di salvare il culo a Black, come sempre!"

" Silenzio !" la voce di Silente sembrò un fulmine nella notte e li fece sussultare entrambi.

"Signor Potter, è tardi, torni a letto. Discuteremo della sua punizione domani".

Potter chinò il capo, rigido, e annuì.

"Signor Piton… Rimanga. Si accomodi".

Severus era di nuovo incredulo. Potter era stato lasciato andare e lui no? Ma, pochi istanti dopo, gli fu tutto chiaro.

Ovviamente .

Ovviamente Silente attaccò il pippone del povero signor Lupin malato, a cui era stata data una possibilità straordinaria, e che non avrebbe dovuto pagare per la superficialità dei suoi stessi amici.

Ovviamente .

Come l'aveva chiamata il Signore Oscuro? Patina di ragionevole moralità?

Sì, Remus Lupin era un innocente sfortunato Mezzosangue raccolto dalla strada. Un po' come lui, no?

Ma i suoi amici erano l'erede Purosangue Potter e l'erede Purosangue Black, che avevano un potere politico maggiore di quanto ne avrebbe mai avuto lui.

A Silente non importava niente che lui avesse rischiato la vita o, peggio, di essere contaminato . E, santo Salazar! Non era successo niente , sarebbe comunque stato il primo a non volere conseguenze dirette per Lupin - anche solo per via di Lily - ma voleva che Potter e Black venissero puniti ! Se non meritava l'espulsione questa infrazione, che altro? Cosa avrebbe dovuto succedere di così terribile per far sì che quei due avessero conseguenze ? La sua morte sarebbe stata abbastanza ? O il segreto da mantenere, così come lo stava leziosamente infiocchettando Albus Silente nel suo discorso, valeva persino la sua vita?

"Capisco" rispose quindi infine, gelido.

Silente sospirò, e si passò una mano sugli occhi, dietro gli occhiali. Stanco.

"Non riceverà nessuna punizione per essere uscito di notte dal castello, signor Piton" concluse quindi "Questa è la grazia che le faccio, e Potter e Black verranno puniti per questo. Ma è fondamentale che nessuno sappia mai cos'è successo davvero stanotte".

Severus annuì, rigido.

"Può andare, signor Piton" rispose Silente.

Severus non se lo fece ripetere due volte. La furia, il fuoco dell'ingiustizia, non si era affatto spento… Ma, anzi, era diventato gelido, quasi ghiacciato. Severus sentiva che non sarebbe riuscito a ragionare lucidamente.

"Allora?" gli chiese Mulciber, che lo aspettava con impazienza in Sala Comune, appena dopo l'apertura nel muro.

Severu non era stupido , ovviamente. Non era andato in una missione pericolosa e potenzialmente suicida senza un'ancora di sicurezza. Mulciber sapeva del suo piano e aveva accettato di aspettarlo in piedi in Sala Comune, pronto ad avvisare un qualsiasi professore se lui avesse fatto scattare il loro segnale d'emergenza.

Severus lo fissò negli occhi per alcuni istanti, ricordando le parole del preside.

"È fondamentale che nessuno sappia mai cos'è successo stanotte".

Severus lanciò un Muffliato, e iniziò a raccontare.

 

***

 

Non aveva previsto che Mulciber si sarebbe sfogato su Mary Macdonald. A mente fredda, a mente lucida , si sarebbe reso conto che la cosa non aveva minimamente senso. Lupin era in infermeria, Potter e Black bloccati nelle loro punizioni infinite - lucidare trofei fino allo sfinimento sotto la supervisione di Gazza, capirai! -, ma ad ogni modo avrebbe potuto scegliere meglio sia il momento, che l'obiettivo. Per Salazar! Minus era una preda ben più facile che avrebbe avuto un impatto maggiore sui Malandrini!

Ma Macdonald si era messa in mezzo, ovviamente, quando Mucliber e Avery erano andati a confrontare i Grifondoro per urlare all'ingiustizia di ciò che era successo - Mulciber gli aveva assicurato che nessuna parola in merito a Lupin e alla sua natura era sfuggita dalle sue labbra, e aveva concordato che Silente aveva ancora il potere di espellerlo per quella promessa infranta, quindi avevano fatto i bravi - e quindi era stato inevitabile il disastro.

E Lily era venuto a saperlo e a cercarlo, quindi, per avere con lui un confronto diretto. La sua espressione non prometteva nulla di buono… Ma anche Severus era arrabbiato.

Era furioso con il mondo.

Ma, sotto sotto, la paura di perderla era ancora troppo radicata in lui, e imprigionava e distorceva ogni sua parola, mettendogli un bavaglio e strozzandolo con quello che avrebbe voluto veramente dire.

C'erano poche cose che lo frustravano più di tutta quella situazione, e una di queste era Lily sempre più lontana e Potter che lo derideva.

Camminarono, quindi, nel cortile del castello, mentre Lily si sperticava in insulti e accuse ai suoi danni.

"Credevo che fossimo amici!" sbottò infine Severus "Credevo di essere il tuo migliore amico!"

E già in questa constatazione c'era una nota di amarezza difficile da nascondere.

"Lo siamo, Sev, ma non piace la gente con cui vai in giro! Scusa, ma detesto Avery e Mulciber! Mulciber! Che cosa ci trovi in lui, Sev? Fa venire i brividi! Lo sai cos'ha cercato di fare a Mary Macdonald l'altro giorno?"

Lily raggiunse una colonna e vi si appoggiò, fissandolo.

"Non era niente… Era solo uno scherzo…" tentò di minimizzare Severus, mordendosi la lingua.

"Era Magia Oscura, e se pensi che sia uno scherzo…"

"E quello che fanno Potter e i suoi amichetti?" sbottò infine Severus, arrossendo. Non era quello che voleva dire, non lo era affatto, ma la sua bocca era imbavagliata, e risentimento e frustrazione si rimescolarono, condendo la sua perenne gelosia con la rabbia.

"Cosa c'entra Potter?" chiese Lily, scocciata.

"Escono di nascosto, di notte" rispose Severus. Ti prego, ascoltami. Ascolta quello che non posso dire "Ha qualcosa di strano, quel Lupin. Dov'è che va sempre?"

"È malato. Dicono che è malato…"

"Tutti i mesi con la luna piena?"

Ascoltami…

"Conosco la tua teoria" replicò Lily, gelida "Ma perché sei così fissato con loro? Che t'importa dove vanno di notte?"

"Sto solo cercando di farti capire che non sono meravigliosi come tutti pensano".

Di nuovo l'amarezza, le cose non dette.

Lily lo fulminò con lo sguardo.

"Ma non usano Magia Oscura" rispose, abbassando la voce "E tu sei un ingrato. Ho sentito cos'è successo l'altra notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino al Platano Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che c'è là sotto, qualunque cosa sia…"

Non puoi essere così stupida! Unisci le due cose, santo Salazar!

"Salvato? Salvato? Credi che abbia fatto l'eroe? Stava salvando se stesso e anche i suoi amici! Tu non… Io non ti permetterò…"

"Permettermi? Permettermi? "

Severus arretrò di un passo.

Sbagliato, tutto così sbagliato… Si morse la lingua per l'ennesima volta, deflettendo l'attacco.

"Non volevo dire… È solo che non voglio che ti prendano in giro… Gli piaci, tu piaci a James Potter!" non era una bugia, di per sé. Era solo che era una di quelle verità amare di cui non voleva parlare… Non con lei. Non che Lily non lo sapesse, James l'aveva reso piuttosto chiaro. Ma perché sottolineare l'ovvio… Se Severus non poteva offrire un'alternativa valida? "E non è… Tutti pensano… Il Grande Campione di Quidditch…" stava delirando, ormai. Da quando in qua a Lily era importato del Quidditch?

Lei inarcò le sopracciglia, infatti.

"So benissimo che James Potter è un arrogante" rispose infatti "Non ho bisogno che me lo dica tu. Ma il modo di divertirsi di Mulciber e Avery è malvagio. Malvagio , Sev. Non capisco come fai ad essere loro amico".

Sembrava che la tempesta fosse in parte passata e, internamente, Severus tirò un sospiro di sollievo.

"Lo sai. Solo che non vuoi sentirlo" rispose Severus. Avevano ripreso a camminare, incuranti della pioggerella leggera che aveva iniziato a cadere.

"Non capisco".

"Sì che lo sai" rispose Severus. Non si fermò, e non si girò nemmeno a guardarla "La seconda via di uscita".

Un lungo silenzio accompagnò quelle parole. Lily continuò a camminare al suo fianco.

"Severus" disse infine. A mo' di avvertimento.

"Puoi fingere quanto vuoi, Lily. Sai che ho ragione".

"Severus".

Severus scosse la testa, amareggiato.

"Un giorno capirai che ho ragione".

Allungò il passo, lasciandola indietro.

Furia, rabbia, gelosia… Sembravano spegnersi, quasi, sotto l'amarezza. La consapevolezza che Lily non volesse sentire .

Ancora una volta, l'ennesima, rimase il non detto fra loro.

La pace, però, non era destinata a durare.

 

***

 

Severus aspettò, la piuma che gocciolava piano sul margine del libro di Pozioni, in attesa.

La rabbia che l'aveva pervaso dopo l'incidente con il Platano… Dopo l'ennesimo rifiuto di Lily di capire .

La rabbia era cresciuta, e si era espansa, ed era esplosa, e richiedeva uno sfogo…

Contro i nemici , recitava la nota che aveva appena vergato, la faccia di Potter e Black impressa nella retina.

Severus aspettò… e poi posò la piuma, agitando la bacchetta per eliminare le macchie di inchiostro.

No, non si sarebbe abbassato al loro livello. Lily aveva ragione. Doveva essere superiore.

 

***

 

Credeva comunque di aver instillato il dubbio in lei. Anzi, ne era sicuro. Era sicuro che con un po' più di tempo a disposizione sarebbe riuscita a farle vedere la verità; che, nel momento in cui la loro relazione avesse smesso di sgretolarsi e si fosse ristabilita su di un nuovo equilibrio - lui, le sue mani nei capelli di lei, il suo respiro nella sua bocca. Lei, abbracci e desideri nascosti, e pelle tutta da toccare - Lily sarebbe stata disposta ad ascoltarlo.

I suoi silenzi erano un indizio, dopotutto. Per ben due volte avevano parlato delle vie d'uscita; lei sapeva cosa lui pensasse della società magica, quale futuro li attendeva fuori dal castello, al sapore di una sorpresa amara. E Lily aveva protestato, sì, protestato verbalmente, incapace di accettare la realtà. Ma le uniche due volte che si era spinto oltre, le uniche due volte che l'inevitabile era rimasto non detto fra loro, era stata in silenzio.

Non aveva osato chiedere, così come non aveva osato lui chiedere finché non era stato Mulciber a venirgli a parlare.

Pensava di avere tempo .

Non aveva previsto il disastro.

Potter, Potter, era sempre colpa di Potter. Della sua supponenza strafottente, della sua impazienza sempre più crudele. Del suo odio dopo lo scherzo , che sembrava decuplicato dopo che Lily aveva scelto di rimanergli accanto, nonostante tutto.

Della furia gelida che gli era cementata nel cuore, dello sguardo di Silente che gli attorcigliava le parole, imbavagliandogli le labbra. Di Mulciber e Avery, che utilizzavano quella parola ormai come un intercalare, che l'avevano abituato alla sua presenza quotidiana e normale .

Della pressione, e la pressione, e la frustrazione e ancora la pressione , che l'avevano fatto esplodere come una di quelle pentole babbane pericolose da cui i signori Evans gli raccomandavano sempre di girare alla larga ogni volta che la usavano.

"Schifosa Sanguesporco".

Si era sporto troppo oltre, ed era caduto al di là del baratro. Non c'era via di ritorno, lo sapeva: l'aveva visto succedere a Mulciber ormai anni prima.

Eppure doveva tentare.

"Mi dispiace"

"Non mi interessa"

"Mi dispiace!"

"Risparmia il fiato".

Lily era terribile, fiera ed eretta davanti a lui - postulante - e la sua espressione non lasciava spazio al dubbio.

"Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui".

"L'avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa Sanguesporco, mi è…"

"Scappato?" non c'era nessuna pietà nel tono di Lily "Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte…" Severus sussultò. Stava parlando, Lily stava parlando , e lo faceva sembrare tutto così sbagliato… "Vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l'ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?"

Severus aprì la bocca, ma la richiuse senza aver parlato.

Non ci riusciva. Non così.

Lily l'aveva già condannato e, ne era sicura, non sarebbe stata ad ascoltare .

"Non posso più fingere" concluse Lily "Tu hai scelto la tua strada, io la mia".

"No…" doveva esserci qualcosa che poteva fare doveva esserci qualcosa che poteva fare doveva esserci non poteva perderla così non poteva perderla così non così "Senti, io non volevo…"

"Chiamarmi schifosa Sanguemarcio? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus" Severus sussultò alla bugia, ma era evidente il significato sottinteso. Lo farai, Severus. È la strada che hai scelto. E lei, lei non poteva sapere… "Perché io dovrei essere diversa?"

Severus aprì la bocca, ma lei non gli concesse neppure quello. Gli diede le spalle e rientrò in Sala Comune, sbattendosi il quadro della Signora Grassa alle spalle.

 

***

 

"Se ne accorgerà, Severus" lo stava consolando Mulciber "Qui la vita è protetta. Fuori da Hogwarts, non avrà scelta".

Due vie d'uscita.

"Potrebbe capirlo anche prima. Potrebbe saperlo già e rifiutarsi di vederlo… Abbiamo già fatto tutti i colloqui d'orientamento, giusto?"

Severus affondò ancora di più la testa nelle ginocchia.

Non sembrava importante.

Aveva già perso.

Mulciber gli poggiò la mano sulla spalla destra.

"Serpeverde avrà lo stesso cura di lei, Severus. Fino a che non sarà in grado di aprire gli occhi. Me ne assicurerò personalmente… Questo non cambia nulla".

Doveva crederci, Severus. Doveva sperarci.

Per non impazzire del tutto.

Doveva diventare un Mangiamorte, e tenere Lily al sicuro.

 

***

 

La piuma era di nuovo ferma appena sopra il foglio, la nota che lo osservava quasi con derisione.

Stavolta esitò solo il tempo di un battito di cuore.

Sectumsempra .

Non aveva più alcun limite, ormai. Non c'era più Lily ad impedirgli di essere crudele, e lui avrebbe fatto di tutto per dimostrare il proprio valore agli occhi del Signore Oscuro.

Si sarebbe assicurato un'ottima posizione al suo fianco e, poi, fuori dal Castello, di fronte a una guerra lacerante, l'avrebbe aspettata.

L'avrebbe aspettata, sì.

Pronto a tenderle una mano per la sua via d'uscita.

 

***

 

Lily stava lisciando le pieghe inesistenti del proprio vestito bianco, osservandosi allo specchio. Aveva chiesto di essere lasciata sola in quei pochi istanti prima di…

Chiuse gli occhi, sospirando.

Stava facendo davvero la scelta giusta?

Un lieve picchiettio la distrasse, e Lily riaprì gli occhi, osservando il piccolo gufo fuori dalla finestra, che teneva fra le zampe un semplice biglietto. Tremando appena andò ad aprire, sfilando la pergamena. Il gufo volò via subito, segno che il mittente non si aspettava una risposta.

L'ombra dell'inquietudine tornò a ghermirla, mentre Lily si allontanava dalla finestra e si faceva cadere sul materasso della sua futura camera da letto.

Se lo aspettava, in qualche modo.

Eppure rivedere quell'elegante grafia sottile le fece perdere un battito di cuore.

 

Dunque hai scelto la tua via d'uscita.

 

Lily chiuse gli occhi, ricacciando indietro le lacrime. Ma cosa si aspettava che facesse, Severus?

Lui non aveva avuto mai neppure il coraggio di baciarla, neanche una volta.

Lily aveva capito in fretta cosa lui avesse cercato di comunicarle con i suoi silenzi. Era iniziato con i colloqui di orientamento, che l'avevano lasciata inquieta, e non aveva fatto altro che peggiorare nel corso degli ultimi due anni. L'aveva vissuto sulla pelle di Mary, i cui sogni erano stati distrutti bruscamente non appena messo piede fuori dal Castello.

Sapeva, Lily sapeva, intimamente, che Severus aveva avuto ragione.

Non siamo nessuno in questo mondo, Lily. Non conterà mai la tua magia, solo il tuo cognome.

Ma quale era l'alternativa, per lei?

Tu-Sai-Chi era malvagio . Non c'erano dubbi riguardo questo. Le torture a Babbani e Sanguamarcio erano reali . La guerra era reale, e lei faceva parte dei buoni .

E James non era così male, dopotutto. Era gentile con lei - crudele -, era aperto e sincero e pieno di amici - bullo -, era una sferzata di eroismo e giustizia, era pronto a combattere per un mondo giusto - Potter. Era un Potter .

La voleva.

La amava.

Come Severus non aveva mai osato fare.

Lily riaprì gli occhi e strinse il biglietto, accartocciandolo e asciugandosi con rabbia le poche lacrime che erano sfuggite al suo controllo.

Era stata lei a mettere la parola fine al loro rapporto, lo sapeva. Non avrebbe agito diversamente. Severus aveva torto su Tu-Sai-Chi. Aveva scelto il lato sbagliato della guerra.

Eppure, in un piccolo spazio di sé, così nascosto da essere invisibile persino al cuore, Lily aveva compreso il perché delle sue scelte.

No, gli avrebbe dimostrato che sbagliava. Gli avrebbe dimostrato che lei era più di uno stupido cognome, e che non si stava sposando per i motivi sbagliati.

Gli avrebbe dimostrato che era in grado di lasciare un segno nel mondo magico pur essendo se stessa. E avrebbe cominciato a farlo combattendo dal lato giusto della guerra.

Lily si rialzò in piedi. Nascose il biglietto sul fondo del suo cassetto del comodino, sotto la biancheria che aveva accuratamente riposto nei giorni scorsi, mentre si preparava a traslocare nella sua nuova casa. Tornò davanti allo specchio e si diede una sistemata al trucco con un colpo di bacchetta.

Infine, con un ultimo sospiro, uscì dalla stanza, pronta ad andare all'altare, dove James la stava aspettando.



Note finali: Spero che, nonostante tutto, la storia risulti abbastanza realistica. È vero che non vediamo la situazione a tutto tondo ma, beh, questo è colpa anche del pov utilizzato, giusto? Severus si autoconvince della sua scelta e trova appiglio ai motivi che gli interessano, nascondendo tutto il resto - che invece è chiaro a Lily - sotto al tappeto, com'è da sempre abituato a fare.
Inoltre, mi sono immaginata un Voldemort ancora più umano che mostro e molto, molto affascinante. Dopotutto, come diceva anche Hagrid, non erano solo i Purosangue a correre da Tu-Sai-Chi, e lui accoglieva tutti sotto la sua ala. Che poi avesse i suoi fini personali sotto quel sorriso affabile... Beh. Ma doveva in qualche modo convincere le proprie reclute a prendere il Marchio, no? Il Voldemort che vediamo nei libri, secondo me, è un Voldemort ben diverso da quello dei tempi della prima guerra magica... Ancora più traviato dalla Magia Oscura, in un corpo non più suo, delirante nella sua ossessione per Harry e la Profezia. L'affascinante Signore Oscuro, prima di questa grande caduta di stile, doveva essere necessariamente diverso per guadagnarsi la fedeltà estrema di così tanti seguaci. Inoltre se ci fate caso Mulciber tace o passa sopra in modo veloce alle cose sbagliate (dal pov di Severus) o imperdonabili che Voldemort ha commesso durante la guerra... Colpisce dove è certo che provocherà la reazione desiderata, e non è anche questa una dote da perfetto Serpeverde?
Quanto alla Snily... Chiedo perdono, ma non ce l'ho fatta a non inserirla. È stato più forte di me. Se vi dà fastidio ignorate l'ultimo paragrafo 😂 il resto rimane valido in questa mia visione!
Ps: per le scene tratte dai libri ho usato gli stessi dialoghi/situazioni, mi pareva anche inutile precisarlo ma non si sa mai. Volevo che la storia si incastrasse bene nel canone.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mitsuki91