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Autore: Kagome    12/04/2023    4 recensioni
Chat Noir è molto giù durante una pattuglia. Accortasene, Ladybug decide di tirargli su il morale con... una sessione di pampering solo per loro due.
Buona idea, giusto? Sbagliato!
Marinette non ha valutato bene le conseguenze. PER NIENTE!
Come le era passato per la testa che dare e ricevere un massaggio a Chat Noir potesse pure essere lontanamente una buona idea? E aspetta un attimo: perché nessuno l'aveva mai informata che una maschera per il viso potesse interferire con la magia quantica?
E' UN DISASTRO!
Genere: Comico, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seconda Parte

oOoOoOoOo

Rilassarsi? La parola non esisteva più nel suo vocabolario, non quando era sdraiata lì su quel lettino, e tutto ciò a cui riusciva a pensare era che le dita nude del ragazzo le stavano accarezzando il collo.

Le sue dita.

NUDE.

Non era trasformato.

Era in abiti civili.

Ladybug doveva solo aprire leggermente gli occhi e l’avrebbe visto. Il ragazzo che era stato al suo fianco anche nei suoi momenti più bui. Il ragazzo che le aveva dichiarato il suo amore dal giorno in cui l’aveva conosciuto. Il ragazzo che aveva baciato due volte fin’ora, e una volta anche volentieri e perché provava qualcosa per lui.

No, aspetta un secondo; lo aveva baciato tre volte.

Era facile per lei dimenticare il bacio che si erano scambiati quando avevano affrontato Alya e Nino akumizzati in Oblivio. Perché non sapeva perché lo avesse baciato, ma aveva davvero ancora bisogno di capire il perché?

Oh, e in realtà, l’aveva baciato QUATTRO volte perché LUI l’aveva baciata per impedirle di essere akumizzata.

Aspetta. Per caso i sogni contavano? Perché se considerava il sogno che avevano condiviso quando Darker Owl li aveva colpiti... i baci sarebbero solo aumentati. Quanti? Sei? Sette? Sì, Sette. E si erano anche sposati e avevano avuto figli!! E QUATTRO, addirittura!

D’altronde poteva anche dire che, anche senza considerare quel sogno, si erano baciati più di quattro volte se contava anche i baci sulla guancia che si erano dati. Quello che le aveva dato quando lei lo aveva respinto dopo aver combattuto contro Glaciator. Quello che gli aveva dato lei per dirgli che era ancora molto speciale per lei. Poi quelli sul naso e all’angolo delle labbra... Quanti? Accidenti, si potrebbe quasi dire che avessero passato gli ultimi nove mesi a… pomiciare!!

Più baci ricordava, più la sua ansia aumentava. Le bastava aprire gli occhi, e avrebbe visto la faccia del suo primo bacio, la faccia di tutti quei baci... PERCHE’ LA DOVEVA TENTARE COSI’? Non era dannatamente giusto!

L’unico ragazzo che avesse baciato.

Beh, sì, aveva dato anche ad Adrien un paio di baci sulla guancia, ma... aveva solo baciato Chat Noir sulle labbra.

Onestamente, stava iniziando a chiedersi se l’avesse veramente baciato solo una volta perché provava dei sentimenti per lui. Dopotutto, solo il bacio del vero amore poteva spezzare l’incantesimo di Dark Cupid e... lei aveva pure potuto mentire a tutti quel giorno, dicendo che anche l’amicizia è un tipo di amore vero.

Ci credeva lei

Anche dopo aver visto cosa desiderava il suo cuore quando Darker Owl li aveva colpiti?

Ancora una volta, poteva mentire quanto voleva a lui, dirgli che Monarch aveva manomesso il loro sogno, ma non poteva mentire a sé stessa. Sapeva, nel profondo, che non fosse vero. Quel sogno era tutto loro. E non era solo il sogno di LUI. Era IL LORO sogno. Di tutti e due.

ARG!

Mentre lottava per rallentare il battito del suo cuore, Ladybug considerò se nutriva ancora dei sentimenti nei confronti del ragazzo.

Certo, quella sera alla Île aux Cygnes l’aveva spaventata. Inoltre, adesso stava con Adrien, ed era felice. Ma-

Poteva dire con certezza che non nutrisse più sentimenti per Chat Noir? Anche dopo essersi sentita così solo perché era in piedi dietro di lei in abiti civili?

E giusto per essere chiari, non stava parlando di sentimenti di amicizia. No, no. Sentimenti di tipo romantico. Dopotutto, si rese conto, ora si trovava in questo pasticcio perché, stupidamente, si era ingelosita che lui tornasse a casa e chiamasse la sua ragazza per farsi consolare.

SÌ-gelosia. Abbi il coraggio di chiamarla con il suo vero nome per una volta; si rimproverò. 

Cavolo. Ma si possono davvero amare due ragazzi allo stesso tempo?

Chat aveva cominciato a passarle le dita sulla schiena con un tocco così leggero da farle venire i brividi. Allo stesso tempo, però, la stava frustrando.

«Non sono fatta di vetro, sai? Dovresti spingere più forte, Gattino».

«Sei sicura?» chiese lui, e lei annuì; quindi, il ragazzo iniziò a fare più pressione sulla sua schiena. «Non voglio farti male».

«Non hai più gli artigli, no? Come puoi farmi male?»

«Capito» sussurrò lui, e ancora una volta, Ladybug sentì i brividi percorrerle tutta la spina dorsale. Perché doveva essere così sexy nella sua confusione?

Forse era perché aveva gli occhi chiusi. Non aveva letto da qualche parte che gli altri sensi si acuiscono quando non puoi vedere? Ora capiva cosa significasse. Poteva annusare la fragranza della sua acqua di colonia come se avesse il naso sul suo collo, ed era altamente consapevole del corpo di Chat in piedi accanto al suo. Era come se il ragazzo stesse emanando calore, e lei ne avesse bisogno per riscaldarsi. Come se lui fosse una calamita e lei un pezzo di metallo.

Strinse gli occhi.

Chat Noir aveva iniziato a fare più pressione, e il suo intervento stava iniziando a funzionare perché, finalmente, le stava muovendo le mani attorno al collo e sulla schiena, e lei poteva sentirne il beneficio. Di solito, questo da solo l’avrebbe aiutata a rilassarsi, ma non ora. Ora era un vero e proprio fascio di nervi.

«Sei così tesa», si lamentò Chat Noir. «Lo sento. Faccio così schifo a fare massaggi che non riesci a rilassarti, Insettina? Mi dispiace».

«NO!» Ladybug dovette ferirsi fisicamente mordendosi il labbro inferiore per impedire ai suoi occhi di aprirsi e alla sua testa di girarsi per guardarlo. «Non te la stai cavando così male, è solo che...»

«Solo che?»

Aprì la bocca per parlare e fece un lungo respiro, ma lui le diede una spinta più vigorosa al centro della schiena, che le tolse letteralmente il fiato. Rimase così, con bocca spalancata e sussultò, un sussulto che Chat Noir, ovviamente, fraintese.

«S-scusa, LB, io..».

«Non preoccuparti, Gattino; mi hai solo colta di sorpresa». Fece uscire l’aria che aveva inspirato un momento prima. «E’ che..». Come poteva dirlo senza sembrare una completa imbecille? «E’ che... mi sento un po’ in ansia perché non sei trasformato, e se aprissi gli occhi per sbaglio, potrei vederti». Ecco, meno male, una scappatoia.

«Oh, capisco. Quindi non è perché sto facendo un lavoro orribile qui, perché non ho idea di cosa fare».

«No» disse lei, sinceramente. «Non stai andando male. È tutto nella mia testa, Gattino». E lo era davvero. Non stava mentendo. «Ma forse ora potresti ritrasformarti, e possiamo spalmarci la crema sul viso, ordinare da mangiare e rilassarci guardando un film su Netflix!»

Lui ridacchiò. «Suona fantastico, Insettina. Hai pensato a tutto!» Si ritrasformò e l’ansia di Ladybug iniziò finalmente a svanire. Si tirò su e aprì gli occhi, chiudendoli quasi immediatamente perché la luminosità della luce, seppur fioca, nella stanza le fece male agli occhi. Le ci volle un attimo prima di potersi di nuovo guardare attorno.

«È incredibile come una luce fioca possa dare fastidio quando hai tenuto gli occhi chiusi così a lungo» si disse, principalmente a se stessa. Poi si stiracchiò e guardò Chat Noir, seduto con le gambe incrociate sul pavimento accanto al lettino, a sorriderle dolcemente. Il cuore le martellava nel petto.

«Grazie per aver cercato tirarmi su di morale, LB. Te ne sono davvero grato».

«Stai bene. V-voglio dire, sto bene. Va tutto bene. Sì, sono preoccupata. N-non preoccuparti».

§§§

Chat Noir alzò un sopracciglio. Quel modo di balbettare suonava stranamente familiare. Perché Ladybug stava balbettando mentre si rivolgeva a lui? Non l’aveva mai fatto prima.

A pensarci bene, c’erano diverse cose che Ladybug aveva fatto di recente che non aveva mai fatto prima, specialmente il giorno in cui si erano scambiati il Miraculous per affrontare Safari. Quel giorno sembrava quasi voler...flirtare con lui? E ora stava balbettando proprio come faceva Marinette con il suo io civile quando era nervosa perché innamorata di lui.

No, Adrien. Questa è una linea di pensiero pericolosa. Hai già pensato che Marinette potesse essere Ladybug, ma è impossibile. Le hai viste una accanto all’altra.

Giusto?

Eppure...

«—ino? Gattino?» disse Ladybug, spezzando la sua spirale mentale. Chat Noir sbatté le palpebre per la sorpresa e la guardò.

«Scusa, LB, pensavo ad altro. Dicevi?»

Ladybug, fortunatamente, sospirò e scosse la testa. «Sciocchino. Ti ho chiesto se preferisci ordinare adesso o metterci prima la crema in faccia?»

Buona domanda. Chat Noir si portò una mano al mento per considerare entrambe le opzioni. Aveva fame. Tuttavia... «Non sarebbe meglio mettersi prima la crema in faccia? Così quando arriva il fattorino, non si stupisce che due supereroi abbiano ordinato cibo d’asporto».

«Hai ragione, Chat Noir. Quindi…» Fece di nuovo il gesto di rimboccarsi maniche immaginarie e si avvicinò a un piccolo armadietto vicino al grammofono dove Fu nascondeva la scatola Miraculous. Lo aprì e tirò fuori un beauty-case.

Chat Noir sbatté di nuovo le palpebre.

«Che c’è?» chiese Ladybug. «Master Fu non era bravo a tenere in ordine le sue cose; questa l’ho fatta io per lui, molto tempo fa, per tenere in ordine le sue creme e gli oli da massaggio».

Oh, okay; l’aveva fatta lei.

Aspetta un secondo. L’aveva… fatta? Lei? Chat Noir socchiuse gli occhi e la guardò piuttosto sospettoso. Ma prima che potesse dire qualcosa, Ladybug continuò:

«Allora? Che maschera scegli? C’è...» Prese alcune bustine. «Il gel rinfrescante, i minerali del Mar Morto, la melaleuca, il gel bomba e il face-sheet idratante e rinfrescante». Li mise tutti davanti a lui e lo guardò con aria d’attesa.

«Ehm... Mela… leuca?» Esitò ma afferrò la bustina della maschera e lesse le istruzioni. Sì, sarebbe andato bene. Minimizza e raffina i pori. Innocuo abbastanza perché Nathalie non se ne accorgesse il giorno dopo. Vide Ladybug scegliere il gel bomba e la guardò dubbioso.

«Che c’è, Gattino?» Alzò un sopracciglio mentre lo chiedeva.

«Scusa, cosa facciamo adesso?»

«Facile! Ce lo spalmiamo in faccia».

Strappò la plastica della sua crema e si sedette con le gambe incrociate sul pavimento accanto a lui. Chat Noir lanciò un’occhiata alla bustina della crema e poi a Ladybug, che si stava mettendo la maschera sul viso aiutandosi con uno specchietto che aveva preso dallo stesso beauty case. La osservò mentre si versava il contenuto della bustina nella mano, a poco a poco, e procedeva a metterselo sul viso. Dopo un po’, però, la vide rannicchiarsi su sé stessa e non muoversi più.

«Tutto bene, Milady

«No» bofonchiò lei. «Accidenti, davvero non ci ho pensato! Ho un aspetto orribile così. Non voglio che tu mi veda finché ho questa cosa in faccia».

Lui sorrise dolcemente. «Ah, non dire sciocchezze, Milady. Non saresti mai orribile ai miei occhi, lo sai bene. Anche se ora il mio cuore è per un’altra, ti trovo ancora bellissima. Non sarà una crema per il viso che mi farà cambiare idea».

Mormorò qualcosa di incomprensibile. «Grazie, Gattino, ma veramente...»

Le toccò la spalla, facendola sussultare. «Senti, vuoi che mi spalmi anch’io la maschera? Sono sicuro che sarò... orribile... anch’io».

Lei rise. «Tu orribile? Non è possibile, non saresti orribile nemmeno se ci provassi con tutte le tue forze».

Chat Noir sentì una vampata di calore salirgli al viso. «Uh, grazie, Milady. Ma ti garantisco che ne risentirò sicuramente anch’io». Così dicendo, strappò la bustina e se ne versò il contenuto in mano. 

Ehm. Era verde scuro. Di sicuro non gli avrebbe dato un bell’aspetto! 

Si accigliò e iniziò a muovere le mani sul viso per stendere uniformemente la maschera. «Ecco fatto, LB. Puoi dare un’occhiata tu stessa, io non ti guardo se vuoi. Anche un esemplare miaoraviglioso come me può diventare orribile con una crema verde spalmata in faccia». Non avev a nemmeno bisogno di guardarsi allo specchio per esserne certo.

Lei mormorò di nuovo qualcosa di incomprensibile. «Agh, non è giusto se ti guardo io e tu no». Si fermò per un momento. «Sai che facciamo? Lo facciamo insieme».

Lui annuì e poi disse: «Aha!» rendendosi conto che Ladybug non lo stava ancora guardando in faccia e non avrebbe notato il suo cenno del capo. «Al tre, allora?»

Anche lei annuì, e poi la vide stringere i pugni e afferrare il tessuto della tuta.

«Ma se non ti senti a tuo agio, LB, non preoccuparti, vai in un’altra stanza e aspettiamo di toglierci questa crema...»

«NO!» disse Ladybug. «Sono stata io a proporlo, quindi non dovrei tirarmi indietro. È solo una cosa stupida, davvero. Al tre, Gattino. Uno...»

«Due» disse lui quando lei impiegò un po’ troppo tempo per continuare, ma poi esitò; il cuore gli batteva all’impazzata senza una ragione comprensibile, finché non sentì la voce di Ladybug sussurrare quasi timidamente:

«Tre».

A quel punto, il viso di Chat Noir si alzò di scatto e il suo sguardo cercò immediatamente quello della sua compagna.

Pensava che avrebbe visto Ladybug avere magari con un aspetto un po’ buffo, anche se sarebbe sempre stata una delle ragazze più carine che conosceva. Ma non era preparato a ciò che vide nel momento in cui il suo sguardo incrociò quello di lei. Non sapeva se fosse perché la maschera per il viso era rosa, di un colore che sembrava molto simile alla carnagione della ragazza. Ma… a quanto pare la crema per il viso stava annullando il quantum masking del Miraculous. Perché quando la vide, il suo cuore gli uscì quasi dal petto e gli si spalancò la bocca:

«Ma-Marinette?»

Lei sussultò e portò le mani al viso. «A-Adrien?» 

Cavolo. Anche lei aveva riconosciuto lui

Gli occhi della ragazza si spalancarono. «Accidenti! E dire che sapevo che oggi era il compleanno di tua madre; che brutta cosa da parte mia non averti chiamato! Che razza di fidanzata sono?»

Ma Chat Noir si era ancora ripreso dalla realizzazione precedente. Continuava a fissarla con gli occhi spalancati, trattenendo il respiro senza ricordare come si facesse a espirare.

Stupido. Era stato così stupido. Come aveva fatto a ingannarlo così bene quando avevano affrontato Ammazzakwami? Aveva sempre avuto ragione lui! La sua Lady era Marinette, la sua dolce, meravigliosa Marinette. Marinette, che ora lo guardava con un’espressione accigliata.

«Ero gelosa di me stessa...» mormorò.

Anche lui si accigliò a quelle parole. Sulla base di come si stava guardando intorno in maniera assente e oscillando avanti e indietro, Chat Noir dubitò che la ragazza si fosse resa conto di cosa avesse detto. 

«Che?» le chiese.

Lei sembrò quasi svegliarsi da un sogno. «Oddio!» strillò, presa dal panico. «È UN DISASTRO! Non avevo idea che una semplice maschera facciale avrebbe cancellato il quantum masking. Non avremmo dovuto scoprire le nostre identità segrete! È una cosa terribile!»

Ma lui le afferrò le braccia e la guardò dritta negli occhi. «No, non quello. Eri gelosa? Di te stessa

Lei si bloccò, ora ancora più in preda al panico, e fece una smorfia. «Ehm, sì…»

«Non capisco».

Ladybug – Marinette! – rabbrividì di nuovo. «V-vedi, ho organizzato tutto questo anche p-perché… ecco…» Alzò lo sguardo, il suo viso sembrava decisamente rosso sotto la crema che si stava indurendo.

Un lampo di comprensione passò negli occhi di Chat Noir. «Tu… io… ti piaccio?» Lo sguardo di Ladybug si abbassò, come se la ragazza stesse facendo del suo meglio per sparire dalla faccia della Terra. Un largo sorriso comparve sulle labbra dell’eroe in nero. «Ma sì! Ti piaccio, me l’hai detto quella sera, all’Île aux Cygnes». Si portò una mano al cuore. «Non posso crederci, dopo tutto questo tempo ti eri finalmente innamorata di me. Ecco perché ti comportavi in modo così strano quando abbiamo affrontato Safari!»

Lei lo guardò brevemente, per poi nascondere il viso dietro i palmi delle mani. «C-certo, ora che sai che sono io e mi hai vista così… io…»

«Non dirlo» la interruppe lui con tono disapprovatore. «Non pensarci nemmeno». Le afferrò le mani. «Ti amavo davvero, Insettina. E ora ti amo doppiamente». Ma non poté fare a meno di farle un sorrisetto. «La crema sul viso ti rende ancora più carina».

Lei distolse lo sguardo. «Adulatore e bugiardo».

«È la verità! Mano sul cuore!» Seguì le sue parole mettendosi la mano sul petto. «Vederti così, e scoprire che sei Marinette… ti amo ancora di più! Non posso credere che mi sono innamorato della stessa ragazza due volte!»

«Pure io…» iniziò a dire lei prima di coprirsi la bocca con le mani.

I loro sguardi si incontrarono per un lungo momento. Rimasero lì seduti, incapaci di muoversi o di parlare, il regolare ticchettio di un orologio l’unico suono che scandiva il silenzio nella stanza. Alla fine, dopo una lunga pausa, Ladybug distolse lo sguardo dal suo e si mise una mano sul petto. 

«Ehm, Adrien?»

«Sì?» Il ragazzo non riusciva a riprendere a respirare dopo la sua scoperta.

«Vuoi ancora fare quell’ordine e guardare un film su Netflix?»

«Ovviamente». Alle parole dubbiose della ragazza, Chat Noir riuscì finalmente a sorridere e sospirò. «Grazie per aver fatto tutto questo per me, Marinette». Poi il sorriso gli si allargò sulle labbra e una luce divertita gli balenò negli occhi mentre le dava una gomitata scherzosa: «Sapevo che sarei dovuto andare a casa a chiamare la mia ragazza. È la persona più bella che conosca, premurosa, fantastica, sempre pronta ad ascoltarmi e tirarmi su di morale. Anche se non sa che sono io».

Mentre lo diceva, le lanciò uno sguardo così intenso e innamorato che Marinette ringraziò Dio di essersi seduta: le gambe le sembravano di gelatina. Le guance le bruciavano ed era grata di aver messo la crema in faccia perché il suo viso, sotto la crema, era probabilmente di una tonalità di rosso più scura della sua maschera da supereroina.

Anche se in qualche modo, il fatto che lui avesse una maschera per il viso verde spalmata su tutta la faccia l’aiutò a evitare che il suo corpo si sciogliesse.

Abbassò lo sguardo e fece il broncio. «Mi dispiace, Gattino, volevo davvero tirarti su di morale, ma... è stata un’idea stupida. Come avrebbe potuto funzionare? Ho passato metà del tempo a preoccuparmi - ok, meglio dire il 90% de tempo - a preoccuparmi perché ero attratta da te, e quanto questo fosse sbagliato perché adesso sto con Adrien, e anche tu hai la ragazza, e ti stavo facendo un massaggio, e mi stavi facendo un massaggio, e non fosse giusto e...» Smise di divagare solo quando sentì le sue mani posarsi sulle sue spalle.

Le sollevò il mento e costrinse il contatto visivo. «Marinette, hai sentito quello che ho detto? Ha funzionato! Mi hai tirato su di morale! Beh, capisco come tu possa considerare quello che è successo un disastro, ma per me...» Le sue mani lasciarono le spalle di lei per appoggiarsi sul suo petto, proprio all’altezza del cuore. «Sono così felice che il mio cuore potrebbe esplodere!»

La guardò e notò che stava giocherellando con le dita e guardava in basso, lanciandogli di tanto in tanto sguardi imbarazzati.

«Anche se ora che so che sei tu, comincio a sentirmi un po’...in imbarazzo perché…» Poteva parlare con il cuore in gola? «Siamo, beh, soli... senza supervisione... quindi è… cosa buona e giusta che io abbia questa crema in faccia perché l’unica cosa che riesco a pensare in questo momento è che vorrei baciarti». Sorrise timidamente all’improvviso sussulto di lei. «Quindi, um, sì, meglio... tenerci questa cosa in faccia così... non mi faccio tentare perché, ehm…» Allentò un po’ il colletto della tuta e si fece vento sul collo con la mano. «Eh, fa caldo qui, no?»

Era sciocco dirlo perché le finestre erano aperte e il vento e la pioggia all’esterno rendeva la stanza tutt’altro che calda. Quasi fredda, infatti.

«Molto caldo» mormorò Ladybug, e mentre lo faceva, il ragazzo notò che il collo della supereroina era diventato rosso incandescente sotto la maschera facciale. Poi, la ragazza si schiarì la gola e balzò in posizione eretta, mettendosi a camminare avanti e indietro per la stanza. «Allora, ordiniamo?»

«Buona idea!» Anche lui si alzò in piedi, facendo sì che Ladybug sussultasse vistosamente e si allontanasse quasi scivolando da lui. Poi la ragazza afferrò il suo yo-yo e ne tirò fuori...uh, il laptop? Dovette aver notato quanto gli si fossero spalancati gli occhi, perché rise nervosamente.

«Va bene, allora... Just Eat e poi... Netflix!»

La osservò concentrarsi sul compito da svolgere e rilassarsi lentamente accanto a lui dopo aver ordinato il cibo e scelto il film da guardare, finendo sdraiata al suo fianco, la testa appoggiata sul suo petto. Mentre avvolgeva in modo protettivo il suo braccio attorno alla figura minuta della ragazza, Chat Noir guardò il cielo scuro fuori della finestra col sorriso sulle labbra.

Giornate come quella sarebbero sempre state dure, e il dolore per la perdita della madre non sarebbe passato presto. Ma sapeva che sarebbe riuscito ad affrontare questo e altro, grazie a Marinette. Era così fortunato ad averla nella sua vita.

FINE


Nota dell’Autrice


Eccoci qui, il finale della seconda storia! Speo vi sia piaciuto!

Volevo ricordarvi che ho tradutto una nuova storia, un po’ più lunga di queste. La inizierò a pubblicare questo week end! Spero vi piacerà :)

Un bacio e a presto!

 
   
 
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