Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Alexander33    12/04/2023    2 recensioni
Una trappola intessuta dalla regina più spietata che mai, decisa ad usare un’arma insolita per battere il suo acerrimo nemico. L’odio si mescolerà all’amore con la complicità di un personaggio inedito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Raflesia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non voglio andare

Come fumo, che scappa dalla finestra aperta

Vorrei restarti attaccata

Aderente come seconda pelle

Respiro

Mio padrone

Che ormai regni sul mio cuore

C’eri, anche quando non eri

Ora

Domani

Sempre





 

Rannicchiata sulla branda della cella, le ginocchia raccolte al petto e lo sguardo basso. Alcyone si trovava così quando Harlock entró per parlare con lei.

 

«Puoi trasferirti in una cabina per l’equipaggio, se lo desideri.»

Meeme era stata martellante su questo punto, l’aveva tormentato sino a farlo capitolare.

 

Non sollevó il capo ne pronunció parola.

 

Harlock le si sedette vicino.

 

«Più tardi Zero vorrebbe visitarti. È preoccupato per la tua salute. Devi mangiare… non solo per te.»

 

Lei continuava a non alzare il viso.

 

«Alcyone… guardami.»

 

Allora alzó gli occhi, che erano carichi di diffidenza e paura.

 

«Sei prigioniera, per ora. Ma non voglio farvi del male… hai capito?»

 

«Che intenzioni hai? Dimmelo…»

 

«Partorirai qui. Dopo potrai tornare da Raflesia… se vorrai.»

 

«Mi ucciderà, lo sai vero? A quest’ora immaginerà già che io abbia rivelato il suo piano…»

 

«E cosa vorresti fare?»

 

«Lasciami andare! Ti prego!»

 

A Tadashi aveva mentito: non era vero che non gli importasse niente di lei; amore o meno, portava in grembo suo figlio, bastava questo a fare di lei una donna importante, suo malgrado.

Era stato proprio il candore della ragazza a fargli abbassare la guardia, a convincerlo della sua buonafede, questa sua estrema fragilità e la paura che adesso nutriva di lui, avevano contribuito a conoscerla un po’ meglio; e poi Meeme non sbagliava mai quando guardava nell’animo delle persone.


«Se le circostanze fossero diverse lo farei. Ma sei stata tu a dire che Raflesia aspetta questo bambino per farne un’arma contro di me. Non lo posso permettere, lo capisci?»

 

«No! Sei tu a non capire!»

 

Stava ricominciando a piangere.

«Basta con queste lacrime! Ti stai torturando e tutto questo non fa bene al tuo bambino! Devi pensare a lui…»

 

«Lo puoi dire sai? “Nostro” bambino… perché è quello che è. E certo che ci penso! A questo punto è l’unico motivo che mi fa apprezzare la vita.»

 

Lo guardó talmente intensamente che non potè fraintendere: quella ragazza era veramente innamorata di lui, e uno dei motivi del suo dolore era la granitica certezza che non si sarebbe fatto scrupoli a toglierle la vita.

 

«Ascoltami: io non voglio farti del male, mi credi?»

 

Con un filo di voce replicó

«Tu hai ucciso Shizuka… io la conoscevo, sai? E mi aveva parlato di te… di come tu l’avevi amata… e per un periodo resa felice. Ma non ti sei fatto scrupoli poi a toglierle la vita… e se sei stato capace di farlo a una donna che amavi, cosa puó trattenerti dal farlo a me? Che non sono niente, se non il mezzo della regina che vuole distruggerti?»

 

«Namino è un’altra cosa. È stata lei a voler morire… ed è una storia a cui non voglio più pensare.»

 

Alzó una mano per farle una carezza, ma lei si ritrasse, spaventata, allora la prese per le spalle, con quanto più garbo gli consentissero i suoi modi, e la bació sulla bocca.

 

«Sei più tranquilla adesso?»

 

Ora le leggeva confusione negli occhi

 

«Ti stai prendendo gioco di me?»

 

Harlock scosse il capo. Come era possibile? Avevano avuto un’intesa invidiabile tra le lenzuola, mentre a parole non riusciva a farsi capire.

 

«No Alcyone… principessa…» sorrise «cerco solo di farti capire che qui non corri alcun pericolo. Ne tu, ne… nostro figlio.» Sottolineó “nostro”.

 

Ora sembró comprendere, e le vide il viso più rilassato.

 

«Allora, puoi ascoltarmi ora?» Chiese speranzosa.

 

«Certo… cosa vuoi dirmi?»

 

«Voglio essere onesta con te. Ho cercato di corrompere il tuo ufficiale scientifico…»

 

Harlock corrugó la fronte e Alcyone continuó

 

«mi sono offerta a lui se mi avesse fatta scappare. Ma non ha accettato… anche se mi avrebbe comunque aiutata…»

 

Harlock ascoltava, serio e attento.

 

«Ma non voglio accettare il suo aiuto. Preferisco parlare con te.»

 

«Vai avanti» la esortó.

 

«Fammi tornare alla Dorcas. Li saró seguita dai nostri medici, sono più preparati del tuo dottore a seguire questa gravidanza “particolare”. Partoriró lì, per Raflesia, finché sono incinta, sono più preziosa di se stessa… saró al sicuro. Quando il bambino nascerá lo porteró a te. Io desidero questo per lui…»

 

Era sincera, di questo non dubitó nemmeno per un secondo.

 

«Ti separerai da tuo figlio per darlo a me? Alcyone, il legame che sentirai con lui non te lo permetterà… »

 

«No! Io voglio che stia bene, è l’unica cosa di cui m’importa. Che vita avrebbe nelle mani di Raflesia? Lo devi crescere tu! Ci terremo in contatto costantemente… fino al parto…»

 

«Troppe cose possono andare storte…»

 

«Faró in modo che vada tutto bene. Credimi!»

 

In pochi giorni Alcyone era maturata in maniera incredibile.

 

«C’è qualcos’altro che devi sapere…» Sospiró, non sarebbe stato semplice spiegarsi.

 

«Riguarda Raflesia. Lei non è ciò che sembra.»

 

«Che vuoi dire?»

 

«Non è la stessa persona che hai affrontato in duello tempo fa. È cambiata… qualcosa l’ha cambiata»

 

«Qualcosa?»

 

«Voci che girano da tempo, parlano di lei come di una sorta di demone. All’inizio non vi ho dato peso, ma adesso… credo siano vere. Lei non è più la stessa. Se ti nominassi tutte le cose orribili che ha fatto ultimamente…»

 

«Non è mai stata uno stinco di santo. »

 

«Lo so anch’io! Ma ora… nessuna vita per lei ha valore. A volte ho pensato che non le importi nemmeno della sua… ha un’unica ossessione: ti vuole annientare ad ogni costo, nessun prezzo è troppo alto per raggiungere il suo scopo. Tieni a mente queste cose…»

 

«Va bene, lo terró a mente. E ti prometto che penserò alla tua richiesta…»

 

«Harlock…»

 

«Dimmi…»

 

«Io ti amo. E non sono sciocchezze… ti amo sul serio.»

 

La lasció sola, coi suoi pensieri.






 

«Dobbiamo cercare la Dorcas?» Yattaran ripetè l’ordine appena rivevuto, incredulo.

 

«Sì vice comandante, hai capito bene.»

 

«Ha a che fare con la bambolina bionda, non è vero?»

 

«Sì, è per lei…»

 

«Beh, ci vorrà un po’… sono giorni che navighiamo in direzione opposta…» Yattaran non aveva peli sulla lingua  «vogliamo chiedere un riscatto?»

 

«No, nessun riscatto. La principessa Alcyone torna a casa…»

 

«Cosa?!?! Ma sei impazzito, capitano? Non è un’arma della regina? E vorresti ridargliela? Armare la sua mano contro di noi?!»

 

Harlock lo guardó, ma non aggiunse più nulla, mentre Yattaran continuava a borbottare, incredulo, e non era il solo. Solo Tadashi sembrava accettare di buon grado la sua decisione.







 

«Quella ragazza ci sta solo portando un sacco di guai!» sbottó Yattaran, gettando sul tavolo un’asso di picche.

 

«Il capitano si sollazza e noi paghiamo… questa cosa non mi va giù…» rispose il capo ingegnere, raccogliendo le carte della mano che aveva appena vinto. «Andare in bocca a Raflesia per ridarle l’arma che ha innescato contro di noi… e non è lo scontro diretto con l’ammiraglia della regina che mi preoccupa…» borbottó «ma quel che accadrà con quel bambino… cosa ne vorrà fare la strega?»

 

Yattaran sbottó «ci ho rinunciato! Sono grane del capitano, non ho intenzione di passarci un secondo di più a pensare…» intanto stava rimescolando le carte «eseguiró gli ordini come sempre… l’importante è che non si faccia troppo rimbambire da quella femmina…» intanto distribuiva le carte.

 

Tadashi raccolse le tre carte e ne controlló il seme. Una buona mano.

 

«Metti in dubbio la serietà del capitano?» chiese, riflettendo su quale delle tre carte mettere sul piatto insieme alla prima puntata.

 

«non metto in dubbio la sua serietá, ma il potere di quella femmina di circuirlo…»

 

Tadashi alzó lo sguardo dalle carte «la principessa Alcyone non è quel genere di donna, stanne sicuro.»

 

Il capo ingegnere ridacchió sarcastico «perché? la conosci così bene? Ha rimbambito anche te quella biondina dai modi aristocratici? E non avertene a male, ma è solo buona per una scopata. Le mazoniane sono infide e vanno trattate come meritano…»

 

«Modera il linguaggio! La conosco certamente più di te! Ci ha rivelato informazioni importanti, sta tradendo la sua gente, nonostante tutto… è una creatura dolce e gentile. E non dimenticare: darà un figlio ad Harlock. Non parlare più così di lei!» Il tono di Tadashi era calmo, ma il suo sguardo prometteva la rissa.

 

«Pensiamo a giocare! Avanti Yattaran, sto aspettando la tua puntata!»







 

«Harlock cosa farai quando avremo ritrovato l’ammiraglia di Raflesia?»

 

Alcyone era stata invitata nella cabina di Harlock per consumare i pasti, e si stava pulendo le labbra dopo aver bevuto un sorso d’acqua.

 

Guardarla mangiare era un delizioso intrattenimento, e Harlock non aveva toccato cibo, incantato dalle mani della ragazza e dai suoi modi delicati e raffinati..

 

“Domani inviteró anche Tadashi… apprezzerá questo spettacolo…”

 

«Lascia fare a me… le faró credere di averti catturata e interrogata senza estorcerti nulla, tranne il tuo rango. La convinceró di averti trovata inutile, al punto da restituirti come un pacco respinto… Nemmeno a letto sei stata soddisfacente, e poi ti ho scaricata come la peggiore delle puttane.»

 

Alcyone lo guardó sgomenta, occhi e bocca spalancati.

 

Harlock scoppió a ridere e Alcyone non la prese bene. «Non mi sbagliavo! Sei un cafone rozzo e volgare!»

 

«Stavo scherzando! Sei troppo permalosa principessa. Adesso finisci di mangiare, Zero ti aspetta per visitarti.»

 

«Ancora? Ogni tre giorni un’ecografia… mi sento una cavia da laboratorio!»

 

«È per il vostro bene, non fare la bambina.»

 

«E tu? Non hai mangiato nulla…» rispose Alcyone portandosi in bocca, con estrema grazia, un pezzetto di mela.

 

«Ero troppo occupato a guardare te. Sei un vero spettacolo…»

 

«Mi prendi in giro?»

 

«Affatto. Si vede che sei una principessa. Non ho mai apprezzato le donne volgari, tu sei squisitamente elegante e raffinata. Guardarti mangiare è un piacere per gli occhi…»

 

A quel complimento Alcyone arrossì.

 

«D’altra parte la tua eleganza sei riuscita a dimostrarla anche in momenti più intimi…»

 

«Non mettermi in imbarazzo, te ne prego…»

 

«Se tutto andrà per il verso giusto, tra qualche tempo mi renderai padre, e ancora pensi all’imbarazzo?»

 

Aveva certamente ragione, ma si sentì ugualmente sprofondare dalla vergogna. Quando l’aveva sedotto stava eseguendo un ordine, non c’era stato tempo per riflettere su quanto stava succedendo, ma adesso, che tutto si era rivelato, che poteva essere sincera e finalmente se stessa, quel che c’era stato aveva assunto un nuovo significato: non era certo nei piani che lei rivelasse della gravidanza, e meno che mai che passasse del tempo accanto a lui.

Soprattutto il bambino: prova concreta di ciò che avevano fatto, era lì a ricordarlo in ogni momento, a lei e a tutti coloro che l’avessero guardata. Già il ventre aveva assunto una dolce rotondità, i seni si erano fatti più pieni, la pelle più rosea e gli occhi più brillanti… insomma, se possibile era diventata ancora più bella.

Se non fosse per lo spettro di Raflesia che incombeva come uccello del malaugurio, si sarebbe potuto tranquillamente affermare che la principessa Alcyone fosse pienamente felice e in salute. E con lei il suo germoglio, che cresceva quasi a vista d’occhio.




 

«C’è qualcosa di strano…» borbottó Zero, con la provetta del sangue di Alcyone messa in controluce per osservarla meglio.

 

«C’è qualche problema?»

 

«Guarda tu stesso, capitano…» avvicinó la provetta, che a prima vista sembrava come sempre, fluido verde smeraldo. Ma ad un esame più attento si potevano scorgere sottili fili scarlatti.

 

«… sembra che il bambino stia cambiando il plasma materno… ma la madre pare godere ottima salute.»

 

Zero osservó seriamente Harlock prima di aggiungere

«… devo essere onesto capitano: è un miracolo che il corpo della ragazza abbia accettato un dna così diverso dal suo. Quella strega di Raflesia sa qualcosa che noi ignoriamo. Questa gravidanza sarebbe dovuta finire spontaneamente subito dopo il concepimento.»

   
 
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